Conseguenze ambientali dei bombardamenti NATO sulla Jugoslavia

Cosa è stato buttato sulle testa degli Jugoslavi

Uranio impoverito (DU)

Per la prima volta si parla in grande attenzione di DU per la cosiddetta Sindrome del golfo. Non è casuale l'uscita in questi ultimi mesi di moli di articoli "scientifici" di organismi ufficiali americani che addossano tutta la responsabilità di questa sindrome all'uso di vaccini dati ai soldati USA/NATO/ONU che parteciparono alla missione "Desert Storm" nel 1991. Se poi ci spiegano come mai le leucemie sono aumentate di un fattore 6 nei bambini irakeni, saremmo tutti molto più contenti. Quello che già si sapeva è comunque emblematico della sua pericolosità: a St.Albans, negli USA, il Nuclear Lead Laboratory che riprocessa combustibile nucleare, è stato chiuso per una perdita di DU "accidentale" nelle acque di scarico di 150 g in un mese, pari a un solo proiettile di quelli che un A-10 spara al ritmo di 1.000 al minuto; c'è stato un incidente aereo ad Amsterdam nel 1993 in mezzo a una zona abitata e la prima preoccupazione dei mezzi di sicurezza, oltre a salvare i superstiti, fu quella di recuperare gli oltre 200 kg di zavorra di uranio impoverito per evitare l'esposizione della popolazione; ci sono stati frequenti casi di lavoratori di impianti nucleari allontanati dal lavoro per essere venuti a contatto con il DU. La risoluzione ONU 1996/16 lo definisce un crimine contro l'umanità; e dice anche che gli effetti contro la popolazione sono terribile perché oltre alle ferite e alla distruzione diretta, aggiunge effetti tossici e radiologici che a lungo termine provocano cancro come le leucemie. Un aumento di radioattività alfa è stato misurato in Grecia e Bulgaria fino a 3 volte quello normale

Le bombe a grappolo

Del tutto comparabili con le mine antiuomo delle quali copiano gli effetti e la proprietà di rimanere attive anche per decenni se non esplodono subito. Ne sanno qualcosa decine e decine di civili in Kosovo (sia albanesi che serbi che rom; queste armi democraticamente non fanno distinzioni di etnia), ma anche alcuni soldati KFOR, morti impattando su questi cilindretti gialli, che secondo un brillante giornalista della RAI, erano "residuati della seconda guerra mondiale"!

Sostanze tossiche fuoriuscite con i bombardamenti

Dicloroetano, cloruro di etilene, (EDC): serve a produrre il CVM (Cloruro di vinile monomero); liquido estremamente volatile e infiammabile, incolore, con odore simile al cloroformio (fino a pochi decenni fa veniva addirittura usato come anestetico!); molto solubile in acqua; quindi si troverà nelle acque di falda così come in atmosfera. A bassa concentrazione si sente la sua presenza dall'odore, salendo in concentrazione si hanno difficoltà respiratorie e poi si va in narcosi. Effetti: alterazioni del sistema nervoso e del sistema gastrointestinale, i metaboliti dell'EDC contenenti cloro si legano al DNA e causano mutagenesi, e cancro nei mammiferi.

Cloruro vinile monomero, CNM: Importante costituente delle plastiche. Gas incolore, con odore dolciastro, della famiglia dei composti alogeni organici, peso 2 volte l'aria; serve alla produzione del PVC. Dalle nostre parti si ritrova nelle acque potabili, nell'olio, nel burro: si ritrova anche negli esseri umani in piccole concentrazioni a causa delle perdite dai contenitori di liquidi in PVC che liberano CVM. Poco solubile in acqua; Giornalmente vengono assunti circa 100 microgrammi di CVM in questo modo. È mutageno (mutazioni dello sperma) e cancerogeno (fegato e sangue). Il caso dei lavoratori di Porto Marghera si è verificato per le "piccole" perdite durante il processo produttivo (così dicono). Nei giorni del bombardamento di Pancevo (diverse volte ad Aprile) si è prodotta una nube in cui, la popolazione, per una superficie pari a circa 100 km2, è stata esposta per diversi giorni a una concentrazione pari al massimo ammesso in ambiente di lavoro. Per fortuna il vento soffiava in dierzione opposta a Belgrado, evitando una catastrofe certa. All'interno nella nube le concentrazioni sono state anche di qualche grammo/m3 (oltre 10.000 volte quelle lavorative). Divieto di pesca, divieto di mangiare vegetali di stagione, raccomandazione alle donne di Pancevo di evitare gravidanze per i prossimi due anni, per quelle già in gravidanza da meno di tre mesi, di abortire.

Acido fluoridrico: tossico per inalazione e contatto con la pelle. Irritante per gli occhi, provoca bruciature; è uno dei più pericolosi a temperatura ambiente; è incolore, ma forma fumi corrosivi in aria umida per la sua altissima solubilità. La più bassa concentrazione mortale per l'uomo per inalazione è 50 parti per milione per 30 minuti. Distrugge per corrosione denti e unghie. Estremamente tossico anche per le piante perché distrugge la clorofilla. Nell'impianto chimico di potabilizzazione dell'acqua di Prva Iskra a Baric (30 km da Belgrado), è rilasciato nel Danubio durante i bombardamenti dell'impianto per evitare la morte certa di migliaia di persone: le maschere antigas sarebbero state inutili. Il bombardamento di Baric ha messo in pericolo seriamente la vita di 2.000.000 di persone di Belgrado (Un. Di Pittsbourgh)

Fosgene: impiegato come arma chimica (gas nervino); incolore, odora di fieno stantio; molto reattivo; con l'umidità, negli alveoli, si decompone formando CO e HCl, con conseguente edema polmonare e broncopneumonia; non ci sono sintomi immediati che si è in presenza di elevate concentrazioni di fosgene; ad alte concentrazioni porta emolisi intravascolare, formazione di trombi e morte. A concentrazioni ridotte nell'uomo passa nei capillari sanguigni e reagisce con i costituenti del sangue. La morte avviene entro 36 ore. Si forma nella combustione del CVM.

PCB (Piralene, policlorinato bifenile): il PCB in Jugoslavia è usato prevalentemente come liquido refrigerante nei trasformatori elettrici e nella preparazione delle vernici industriali. Pressoché insolubile, ha elevatissima persistenza; ingerito si accumula nel tessuto adiposo e lì rimane finché le riserve di grasso non vengono consumate; la combustione incompleta produce diossine. Si ritrova anche nei pesci di fiume, perché si deposita nei sedimenti e lì rimane rientrando in circolo ogni volta che cambiano le condizioni chimico-fisiche del fiume, per esempio a causa di una piena. Dai sedimenti entra nella catena alimentare fino all'uomo. È altamente tossico: provoca mortalità fetale, danni al sistema immunitario, lesioni alla pelle, melanomi, cancro al cervello. Per avere una idea della sua potenza:1 litro di PCB contamina 1 miliardo di litri di acqua!

Cloro: gas che distrugge l'ozono. Tossico e corrosivo; di colore giallognolo; Solubile in acqua e tossico per i pesci. Provoca danni al sistema respiratorio; a contatto con il vapore acqueo lo scinde liberando ossigeno e formando acido cloridrico, molto corrosivo (specie se inalato nei polmoni).

Prodotti di combustione di carburante.

Anidride solforosa: in aria reagisce con il vapore acqueo per formare acidi e particolati. Viene rimossa per deposizione secca o umida. Le piogge limitano l'accumulo dello zolfo in aria, minimizzando gli effetti sanitari (respiratori), ma generando le piogge acide che generano problemi alla flora e alle acque sotterranee e superficiali. Tra gli effetti sanitari il problema più grosso è l'inalazione; è molto solubile in acqua e viene assorbita facilmente dalle mucose, con irritazioni alle vie respiratorie. Da qui passa nel sangue.

Particelle sospese (fuliggine, polveri, ceneri, polline): La combustione di petrolio e carburante genera una serie enorme di sostanze altamente tossiche e cancerogene che provocano le piogge acide e l'effetto serra. Ma ci sono anche effetti tossici derivanti dalla combustione incompleta (CO, ossidi di azoto, composti organici volatili, particolati, composti policiclici aromatici ecc.

Piombo: arriva all'uomo attraverso l'alimentazione (60%), l'inalazione (30%), e l'acqua (10%). Si comporta come il calcio e si deposita nelle ossa dove rimane praticamente per sempre accumulandosi. Ha effetti sul sistema nervoso, sulla produzione di globuli rossi, reni, sul sistema riproduttivo e sui feti durante il loro sviluppo (supera la barriera placentare); morte prenatale e aborti.

Nichel: usato anche in molti altre attività industriali. Composti importanti per la salute sono solfato e tetracarbonile di Ni. Quest'ultimo è un liquido volatile, produce avvelenamento e danneggia i polmoni; si degrada rapidamente per cui è pericoloso solo nelle immediate vicinanze delle raffinerie. Nei fiumi si concentra nei pesci ed entra nella catena alimentare. Il 90% dell'esposizione umana viene dalla dieta!, ha effetti genotossici.

Mercurio: viene usato nella produzione di PVC; a temperatura ambiente è un metallo liquido. Inalato passa facilmente nel sistema sanguigno. Il mercurio contenuto nelle vernici e nelle batterie non è molto tossico, ma una volta nell'ambiente viene metabolizzato dai batteri in complessi organici molto tossici (il metile di mercurio) che si concentrano rapidamente nei pesci e arrivano all'uomo attraverso le catene alimentari. Il pesce è il veicolo più importante per la contaminazione umana (94%). Ingerito arriva al cervello e al feto provocando danni al cervello. Pericolosi anche i vapori: provocano perdita di memoria, tremori, instabilità emozionale, insonnia, perdita di appetito. Esposizioni acute danno luogo anche tumori ai polmoni e morte; nelle donne anche aborti. In ambiente il rischio viene dai rilasci (scarichi industriali) in acque superficiali.

Cadmio: si lega alle ceneri volanti prodotte dalla combustione del petrolio e con queste si deposita al suolo dove entra nel circolo delle sostanze organiche (presenza nei cereali, ortaggi, tabacco). Nelle acque si deposita nei sedimenti da dove entra nella catena alimentare degli organismi acquatici (bivalvi). L'alimentazione provoca l'80% dell'accumulo nell'uomo. Bassi livelli provoca enfisema polmonare, bronchite, malattie cardiache, fragilità scheletrica, anemia, depressione del sistema immunitario, reni, fegato. Si accumula nelle ossa.

IPA (Idrocarburi policiclici aromatici, Benzopirene): generato dai bombardamenti di impianti petrolchimici (Pancevo); si associa al particolato e viaggia in atmosfera depositandosi al suolo. Entra nella catena alimentare ed è un probabile cancerogeno per l'uomo.

Ammoniaca: dal petrolchimico di Pancevo; effetti irritanti sulla pelle, bruciore agli occhi, naso e gola, mal di testa, nausea. Danni ai polmoni.

Eccetera eccetera.... Si tratta di molte altre sostanze sconosciute prodotte durante gli incendi degli impianti chimici bombardati. Per la prima volta al mondo, si è proceduto ad una immensa reazione chimica con un centinaio di sostanze tossiche come "ingredienti": il risultato non si sa e non si potrà mai sapere (o forse non ce lo diranno mai!). Sostanze che sono lì, nelle acque profonde, nei pozzi, nelle radici delle piante, sulle foglie, nel terreno, nei sedimenti e aspettano che qualcuno, qualcosa li capti e li metta in circolo. Arriveranno fino a noi, e non solo nei Balcani. I fumi della raffineria di Pancevo sono arrivati in Finlandia, la radioattività dell'uranio impoverito è arrivata in Grecia e in Bulgaria!

        di Carlo Pona

Quattro viaggi in Jugoslavia in quattro mesi: la prima volta sotto le bombe degli aggressori, respirando le nubi polverose provocate dai missili che ci cadevano a cento metri di distanza e che ci hanno lisciato di poco, respirando i fumi della raffineria di Novi Sad in fiamme, e respirando, oltre alle esalazioni del piralene, anche l'aria di morte e desolazione della Zastava completamente distrutta. L'ultima volta siamo andati per rivisitare quei posti e capire, o almeno cercare di capire quali potrebbero essere le conseguenze per l'ambiente di quei 78 giorni durante i quali i guerrafondai nostrani hanno voluto imporre un nuovo "ordine" al mondo intero. Promotori dei viaggi, l'associazione "Un Ponte per...", cui si è aggiunto il "Servizio Civile Internazionale". In tutto una trentina di persone comprendente giornalisti, ambientalisti, chimici, fisici, medici e un esperto ambientalista di eccezione: Nando, il bassotto di Fulvio Grimaldi, per l'occasione ribattezzato Nando Nandovic. Prodotto delle missioni, due video, "Jugoslavia, il popolo invisibile" e "Serbi da morire" che, forse unici in Italia, hanno descritto con efficacia la situazione di quella regione e di quel popolo completamente dimenticato e emarginato dai nostri media.

Dal 24 marzo all'8 giugno ci sono stati più di 35.000 attacchi aerei compiuti da oltre 1.000 aerei (di cui abbiamo avuto ampie documentazione sulle loro caratteristiche mortali da tutti i telegiornali!), 206 elicotteri, ma anche portaerei, automezzi militari di tutti i tipi. Sparati oltre 10.000 missili con 79.000 tonnellate di esplosivi, 152 contenitori con 35.450 cluster bombs, più un vasto campionario di armi proibite o illegali come le bombe a grafite e quelle contenenti il famigerato uranio impoverito. Esiste anche una macabra classifica, in cui nessuno vorrebbe essere al primo posto, sul numero di attacchi aerei subiti: questo speciale "campionato" è stato vinto, con notevole distacco da Pristina con 374 (quasi 5 al giorno!), seguita da Prizren con 232. La capitale Belgrado si è dovuta accontentare di un terzo posto a "soli" 212 attacchi, e via via tutti gli altri. Tra i primi dieci non compare Pancevo, ma questa città si contende sicuramente il primato per la quantità di sostanze tossiche pericolose emesse, forse in condominio con Novi Sad.

Gli attacchi, hanno imprevedibili conseguenze dannose per l'ambiente e chi ci vive, mettono in pericolo gli esseri umani e la biodiversità: milioni di persone sono state esposte agli effetti di numerosi composti e di cocktail di composti chimici mai "sperimentati" in precedenza. Siamo andati a parlare con Slobodan Tosovic, uno dei responsabili della rete di monitoraggio ambientale di Belgrado. "Sentiamo di essere stati oggetto di un gigantesco esperimento biologico e chimico; naturalmente abbiamo le prove che questo è stato pianificato e premeditato, infatti molti serbatoi contenenti sostanze chimiche velenosissime sono stati colpiti successivamente al loro spostamento in luoghi ritenuti più sicuri, perché magari distanti dagli impianti. Evidentemente i criminali della NATO seguivano quello che facevamo e ci hanno voluto avvelenare". Gli effetti sono anche estremamente difficili da valutare sia per quanto riguarda quelli già avvenuti che per quelli che ancora devono venire: nessuno si è mai trovato nella condizione di valutare le conseguenze di una esplosione contemporanea di tre impianti chimici diversi tra loro con un inventario di sostanze tossiche imponente: "Nelle analisi dei rischi connessi all'esercizio degli impianti chimici e petrolchimici non viene neanche contemplata la possibilità di un tale "incidente", né tantomeno quella di un bombardamento", conclude Tosovic.

L'elenco delle distruzioni è imponente. Negli Stati Uniti, ci ha detto Sara Flounders durante l'assemblea per la costituzione della sezione italiana del tribunale internazionale per i crimini commessi dalla NATO, i media hanno dibattuto per giorni interi se il numero dei carri armati jugoslavi distrutti fosse stato 3 o 7! Ignorando, volutamente, le 328 scuole elementari, le 25 facoltà universitarie, 15 collegi, 20 case degli studenti, i 33 ospedali, i 23 monasteri, le 32 chiese, i 4 cimiteri, i 15 musei, le 5 sedi di televisioni, i 44 ripetitori, i 61 ponti, le 19 stazioni ferroviarie, le 34 stazioni di pullman, i 13 aeroporti, le 121 industrie, le 23 tra raffinerie e depositi di carburante, i 28 centri agricoli e industrie agroalimentari, le 21 tra ambasciate e consolati. Per non parlare dei morti, migliaia, di cui il 30% composto da bambini, e dei feriti, innumerevoli.

Tra gli impianti colpiti c'è di tutto: fabbriche di medicinali, di fertilizzanti, di cibo: tutto questo è stato fatto, ci dicono, per proteggere i kosovari albanesi e consentire il loro ritorno a casa; non è stato fatto, invece, per colpire la popolazione civile, già colpita da 7 anni di embargo e stenti, per demoralizzarla, per colpevolizzarla, per spingerla a protestare e chiedere le dimissioni di Milosevic? Dicevano che si trattava di errori o di effetti collaterali. Come si possono spiegare gli "errori di mira" della NATO? Le bombe a cluster nei mercati, le bombe sugli ospedali, i missili sull'ambasciata cinese, sui ponti, sui treni, sui soccorritori. Come non aver voluto provocare 2 milioni di disoccupati in più se non per strangolare un paese?

Gli effetti ambientali sono gravissimi. Scendendo per categoria di problematica dal generale verso il particolare, non possiamo non considerare gli effetti globali: le emissioni gassose di tutto quello che è bruciato hanno contribuito e aggravato quello che è noto come "effetto serra". Da soli, i jet della NATO (senza contare le portaerei e i mezzi militari a terra) hanno prodotto tanti gas quanti ne vengono prodotti da tutto il parco automobilistico italiano in 6 mesi! Per rimediare, comunque il nostro governo e i nostri bravi sindaci verdi hanno organizzato la giornata senza auto! Vale a dire qualche ora di una giornata in cui alcune piazze sono state chiuse al traffico! Per rimediare all'inquinamento degli aerei si dovrebbe impedire il traffico cittadino per anni! Bisogna poi mettere nel conto tutti gas prodotti nella combustione delle raffinerie, degli impianti chimici eccetera eccetera. Poi vengono le piogge acide, quelle che distruggono le foreste di tutto l'emisfero nord industrializzato, i cui effetti girano per il pianeta: anche in Antartide si sono trovate tra i ghiacci le sostanze acide solforose e azotate, quelle che distruggono i raccolti e fanno venire l'asma a chi vive in città e ai bambini. E vogliamo dimenticare l'ozono? Il cloro emesso ha distrutto l'ozono sopra tutta l'Europa centrale, non solo sulla Jugoslavia. La scorsa estate il livello dei raggi ultravioletti è stato di massima allerta e il più elevato del secolo. Ma che ci importa? I tumori alla pelle verranno nei prossimi decenni, saranno vittime "invisibili" di questa aggressione, non verranno mai considerate nelle statistiche ufficiali.

Scendiamo di livello e andiamo a considerare gli effetti più "locali". Le acque di falda forniscono il 90% del fabbisogno di acqua dolce della Serbia e costutuiscono il più grande bacino sotterraneo che rifornisce tutti i Balcani. L'inquinamento a lungo termine è molto pericoloso perché queste acque hanno una limitata capacità di autopurificazione dalle sostanze che arrivano sia dalla superficie del suolo sia attraverso i fondali dei fiumi inquinati. Purificare queste falde è una impresa ciclopica, che gli jugoslavi non possono assolutamente effettuare per mancanza di mezzi. Certamente non per mancanza di competenze, come ci hanno detto, sia Tosovic che i compagni della Zastava, ma per mancanza delle attrezzature e dei reagenti per le analisi chimiche: la causa? Ancora una volta è l'embargo. Bisogna anche tener presente, e magari qualche maligno ci ha già pensato, che il livello di inquinamento precedente era ai minimi storici (almeno degli ultimi anni) per via della modestissima produttività industriale recente: insomma l'inquinamento dei fiumi e delle acque negli ultimi anni era diminuito, non per volontà dei governanti, va ammesso, ma per "cause di forza maggiore", per la mancanza di produzione industriale. Quindi questa "botta" è ancora più grave e pericolosa. Inoltre bisogna ricordare che i fiumi, anche se scorrono, vengono purificati ad opera dei sedimenti che depositano sul fondo tutte le sostanze che per un qualsiasi motivo vengono immesse nell'acqua. Il problema è che una volta lì, lì rimangono e diventano cibo per i pesci, per i batteri, per i microrganismi che li introducono nella cosiddetta "catena alimentare" e ce li recapitano sulle tavole. Se non vengono mangiate dai pesci, comunque eventi particolari (come una piena, per esempio), li rimettono in circolazione.

Molte sostanze sono state direttamente versate nei fiumi per evitare pericoli peggiori (dicloroetano, acidi, soda, cloro, e anche mercurio). Questo, se ha evitato il rischio che i serbatoi contenenti queste sostanze venissero colpiti dai topgun NATO, con conseguenze immediate drammatiche, pur tuttavia non impedirà che le stesse sostanze ci ritornino indietro nel tempo. Il caso del mercurio è emblematico: col tempo il mercurio finito nei sedimenti viene metabolizzato dai batteri e immesso nella catena alimentare, concentrandosi.... Alla fine della catena ci siamo noi e i grandi mammiferi! L'inquinamento dei fiumi avrebbe potuto provocare guai peggiori, evitati per un pelo: l'ondata di petrolio finita nel Danubio ha messo in crisi e stava per bloccare il sistema di pompaggio dell'acqua di raffreddamento della centrale nucleare di Kosloduy in Bulgaria, 100 km oltre il confine, rischiando di provocare una nuova Chernobyl europea, come riporta il Sunday Herald, giornale di Glasgow del 26 Aprile 1999.

A causa dell'inquinamento delle acque la pesca è stata vietata su tutti i corsi d'acqua a valle di impianti petrolchimici della Serbia, ma i cittadini hanno continuato a pescare per sfamarsi. Naturalmente hanno potuto pescare i pochi pesci sopravvissuti e ridotti male, come abbiamo potuto constatare di persona durante una "gita" in barca lungo il Danubio nei pressi di Pancevo. Decine di pescatori lungo le rive, decine di pesci galleggianti sull'acqua, pochi pesci "vivi" ma con evidenti segni di malattie, mollicci con le squame che si staccavamo quasi da sole! Gran parte del raccolto estivo è stato distrutto a causa delle deposizioni di ceneri e di altro che lo ha reso immangiabile e pericoloso. Ma questo non è stato possibile su gran parte del territorio dove la gente coltiva da sé il cibo per il proprio sostentamento: la scelta era tra morire subito di fame oppure morire di cancro fra qualche anno. Dove non è stato distrutto, il raccolto è stato certamente ridotto per la mancanza dei fertilizzanti, che quest'anno ancora non ha fatto sentire il suo effetto, ma che sarà terribile nei prossimi anni se la produzione non riprende celermente.

Anche la natura ha avuto la sua razione di bombe. La Jugoslavia era uno dei paesi con la più ampia biodiversità di tutta l'Europa, grazie anche alla coesistenza di ecosistemi molto diversificati. Basti pensare che in questo paese vive il 74% delle specie di uccelli e il 51% dei rettili presenti in tutta Europa. Il parco nazionale di Fruska Gora è stato crivellato di bombe. Ora ci sono oltre 2.000 crateri lasciati da altrettante bombe lanciate a tappeto dai B-52 provenienti direttamente dal Missouri! Ci vogliono 7.000 anni per ricostituire lo strato di 20 cm di humus distrutto dalle bombe e probabilmente moltissime specie rare sono andate perdute per sempre. Solo la superficie dei crateri è di oltre 25.000 ettari, in cui è stato letteralmente distrutto tutto e lasciato solo fango e terreno sterilizzato dal calore prodotto nell'impatto.

Tra le sostanze inquinanti deliberatamente rilasciate nell'ambiente abbiamo lasciato per ultimo quella che è il simbolo dell'aggressione, della sua illegalità, e della sua crudeltà, violenza e vigliaccheria: l'uranio impoverito. Il suo uso è proibito dalle convenzioni internazionali, anche l'ONU ne ha condannato l'uso come arma radioattiva, nucleare, e di sterminio di massa. Ma è anche subdola, strisciante, vigliacca: rimane lì in agguato per millenni, te la ritrovi dappertutto, è difficilissima da misurare e rilevare e perciò è anche difficile determinarne l'ampiezza dell'uso fatto dai nostri governi criminali. Di sicuro per stessa fonte NATO, se ne è fatto uso in Kosovo, ma è anche certo l'uso come rinforzo delle testate e delle zavorre dei missili Tomahawh e Cruise per colpire ponti e strutture in cemento armato come ripetitori TV, piste di aeroporti, bunker ecc. L'uranio se respirato ha effetti micidiali sull'organismo umano. Ne bastano poche particelle per rischiare il cancro. E l'uranio ha anche la proprietà di volatilizzarsi e diventare aerosol all'impatto, trasformandosi in una nuvola polverosa in grado di percorrere centinaia di chilometri se il vento glielo consente e varcando i confini. È stato di certo usato nel centro di Pristina per distruggere un deposito di mezzi militari: rimanere per pochi minuti in quella nuvola equivale a garantirsi un futuro quasi certamente ipotecato da qualche tumore. All'Istituto di scienze nucleari di Vinca, 40 km da Belgrado, il direttore Nebojsa Neskovic ci dice che la radioattività della zone è sotto controllo e che non ci sono allarmi: una sorta di cortesia verso una popolazione già colpita da innumerevoli drammi?

Ma gli effetti sui cittadini non sono meno importanti. A Pancevo, ci ha raccontato il sindaco Srdjan Mikovic, il pericolo e la quantità delle sostanze tossiche rilasciate in giro era tale che le donne già in gravidanza da tre mesi sono state "invitate" ad abortire, e le altre a evitare gravidanze per almeno i prossimi due anni! Ma la distruzione delle raffinerie, delle centrali elettriche ha provocato mancanza di carburante e quindi freddo per il prossimo inverno, che, da queste parti non scherza. Ci rimetteranno le penne, cioè i rami, i bellissimi boschi della Vojvodina e delle montagne della Serbia. Questo provoca anche difficoltà nel trasporto delle poche merci e alimenti rimasti disponibili, e genera inflazione; il carburante si trova solo al mercato nero, a prezzi variabili ma comunque altissimi per i redditi quasi azzerati di un operaio medio, pardon, di un disoccupato medio, visto che di operai attivi ne sono rimasti ben pochi. Alla Zastava, i sindacalisti Ruzica Milosarljevic e Sretan Milicenic ci hanno raccontato di come gli operai laggiù hanno deciso di dividersi il lavoro di ricostruzione tra di loro: il lavoro era sufficiente per 4.000 e loro (36.000 in tutto) si stanno suddividendo a turno il lavoro. Dal punto di vista monetario è ben poca cosa, e significa passare da 25.000 lire al mese per il "sussidio di disoccupazione" a circa 80.000 per chi lavora a tempo pieno! E un litro di nafta costa come da noi, quasi duemila lire! Molte delle strutture sanitarie sono anch'esse in difficoltà. Sono saltate tutte le campagne di prevenzione in atto prima dei bombardamenti, molte strutture non hanno più i medicinali necessari e anche molti centri per la dialisi hanno dovuto cessare l'attività. Questo significa molti morti, ancora una volta invisibili, che sfuggono ad ogni statistica. A Belgrado, quando siamo andati alla conferenza internazionale sulle conseguenze ambientali dei bombardamenti, la dottoressa Nevenka Zakula, dell'Istituto per la Sanità Pubblica, ci ha detto che già le prime indagini epidemiologiche hanno visto uno spostamento della patologia verso le situazioni tipiche da mancanza di profilassi: maggior numero di patologie contagiose, da parassiti, spiegabile con la mancanza di una prevenzione scolastica e con il peggioramento repentino delle condizioni igienico sanitarie delle abitazione povere.

Alla Zastava, ci hanno salutato con un grande ottimismo: quello che presto avrebbe ripreso la produzione di automobili e un po' di miglioramento delle condizioni economiche. Alle raffinerie di Novi Sad e di Pancevo, stava per riprendere la produzione di nafta. In altre circostanze una notizia del genere non ci avrebbe di certo rallegrato (magari ci piacerebbe che al posto di auto e nafta si producesse qualche altra cosa, ma questo è un altro discorso...), ma in questo caso, sì e molto. È un segno che questo popolo non vuole sottomettersi e vuole risorgete di nuovo, dopo l'ennesima aggressione fascista straniera. Il nazi-fascismo non riuscì a piegarlo. Siamo convinti che anche questa aggressione non lo abbia piegato. Ora però gli operai, anche in questo piena attività di rinascita, in un paese distrutto, avvelenato, debole, accerchiato da bombardieri e multinazionali fameliche, devono essere sottoposti a esami medici ogni settimana. Sopravviveranno? Sono stati colpiti da ordigni assassini a lungo termine, come quelli chimici e radioattivi all'uranio; ma anche come l'imperialismo.

20 novembre 1999


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