Rimettere al centro la lotta contro la NATO

Giovanni Russo Spena, gruppo Senato PRC

La guerra va indagata, anche perchè interviene a definire un nuovo ordine mondiale imperialista, una gerarchia di poteri mondiali, forme di dominio in cui il governa D'Alema si è inserito a pieno titolo. La guerra va indagata anche per evitare rimozioni, base essenziale per ricostruire un movimento contro la guerra.

Esso deve rimettere al centro, senza ipocrite sottovalutazioni, il tema fondamentale della lotta contro la NATO. Essa, tra l'altro, nel corso della guerra, con il trattato del 24 aprile a Washington, prendendo la guerra stessa come paradigma, si trasforma anche istituzionalmente, assicura ai processi di globalizzazione un braccio arrnato. In terzo luogo, la guerra va indagata perchè non è affatto finita, continua con la "pulizia etnica" e con l'embargo selettivo contro le popolazioni serbe.

La guerra nei Balcani continuerà, forse come situazione latente di conflitto "a bassa intensità" e potrebbe esplodere in nuovi rilevanti conflitti armati. Gli USA vogliono tenere "aperta" la guerra balcanica anche come leva di destabilizzazione dell'Europa, dentro la violenza della competitività totale; serve agli USA creare instabilità, sottosviluppo in un'area cruciale dell'Europa, in una regione di raccordo tra l'Europa, il Medio Oriente, un crocevia tra il mondo cattolico, cristiano, islamico. Inoltre nella "guerra urranitaria" della NATO, vi sono precisi interessi economici statunitensi, da tutelare con i1 comando rnilitare, da allargare e consolidare con il dominio pervasivo di un protettorato militare.

Basti pensare al " corridoio 8"; basti pensare che già nel 1996 (in epoca non sospetta) iniziative economiche, agenzie (conme la SOUTH BALKANS DEVELOPMENT INITIATIVE) alludevano alla penetrazione nei Balcani del capitale statunitense e la preparavano in concorrenza con la stessa Europa.

Si tratta di interessi imperiali molto corposi: controllare i BALCANI "ADRIATICI" e le finestre sul Mar Nero, da dove transiteranno sernpre più ingenti approvigionamenti energetici verso l'Europa. Qui siamo allo sviluppo degli interessi che hanno provocato la "guerra del Golfo". Stiamo parlando dell'oleodotto Costanza/Trieste e, quindi, dell'Ungheria e della Slovenia; dei gasdotti e degli oleodotti che attraversano Romania e Bulgaria. Gli USA vogliono controllare militarmente questa vasta area strategica. Se studiassimo a fondo gli aspetti geopolitici, comprenderemmo molto sui reali motivi di questa cosiddetta "guerra umanitaria", addirittura "costituente". Non affronto, infatti, qui, il tema principale, che attiene alla Cina, all'India, al rapporto tra USA, Europa e il possibile blocco Russia, India, Cina.

E' forse questo il paradigma su cui ruoteranno, nel futuro, i rapporti internazionali. Ne riparleremo. Per l'immediato la guerra continua usando l'embargo come arma micidiale.

L'embargo contro la Serbia è di una violenza devastante. Si arriva persino alla tragica e grottesca decisione europea di considerare i rubinetti delle caldaie ''potenziali" armi micidiali nalle mani di MILOSEVIC. Come saranno ricostruite strutture industriali, produttive, servizi, infrastrutture? Ci si avvia ad una strage di "stampo iracheno". Cittadine e cittadini jugoslavi, ad avviso dei "civilissimi" Clinton e Blair, a cui gli altri si accodano (con qualche lamentela di Francia e Italia), non possono vedere riparati acquedotti, oleodotti, impianti di depurazione e riscaldamento, ponti e strade, fabbriche e abitazioni perché essi sono strumenti "repressivi e di guerra" di Milosevic. Siamo, poi, alla barbarie giuridica di ritenere che bambine e bambini di due città rette dall'opposizione a Milosovic siano di serie A rispetto alle bambine ed ai bambini di serie B delle altre città "cattive", perchè hanno votato Milosevic!

I primi potranno avere il petrolio per riscaldarsi, i secondi no! Questo paradosso evidenzia tutta la violenza e la pervicacia della linea che USA e Unione Europea stanno perseguendo.

Le "democrazie occidentali", stanno colmando di lacrime di cocodrillo i lavacri della peggiore ipocrisia; esse sono sempre piu autoritarie, perchè crollano sotto i colpi del liberismo.

Vi sono, dunque, mille motivi per partecipare ai lavori del Comitato italiano del Tribunale Internazionale per i crimini di guerra della NATO, diretto da RAMSEY CLARK, che intende organizzare la raccolta di testimonianze e capi di accusa per denunziare i crimini di guerra anche del govemo italiano.

Si tratta di temi su cui si può ricostruire una iniziativa politica e di movimento che vada oltre la mera denuncia e costruisca grumi, basi di un nuovo internazionalismo.

Roma 9/2/2000.
Giovanni Russo Spena


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