I partigiani jugoslavi nella Resistenza italiana

Cap.7: Nelle Puglie



TITO IN ITALIA E GLI ACCORDI CON GLI ALLEATI



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Tito con i più alti esponenti della Resistenza jugoslava, sopra: nella base di Drvar, sotto: sull'isola di Vis
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Tito e Churchill
Tito e Churchill a Napoli nell'agosto 1944.


JUGOSLAVI IN PUGLIA: IL CONTESTO STORICO

Questa sezione è stata redatta da Gaetano Colantuono


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Questa documentazione fotografica sulle spedizioni delle prime tre Prekomorske Brigade è tratta da Scotti 1974


Il recente volume di Giacomo Scotti, Il bosco dopo il mare (Scotti 2009), fornisce alcuni elementi ulteriori di ricostruzione.
La prima tappa per gli jugoslavi era costituita dall’arrivo a Bari, presso il campo della frazione Carbonara. Lì coesistevano, in modo non sempre pacifico, simpatizzanti cetnizi e volontari partigiani: la guardia era affidata agli inglesi (tratto ricorrente).
Già in questa prima fase emersero alcune personalità, in parte già note altre richiamate dal libro (il col. Stane Bobnar ed altri). 
Poi si ebbe il trasferimento dell’intero settore partigiano a Gravina, per separarlo dai cetnizi; i rapporti con gli inglesi non furono inizialmente pacifici. A questo punto si realizzò l’ospedale partigiano di Grumo Appula.

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L'ex senatore e ora presidente dell'ANPI di Bolzano Lionello Bertoldi ci segnala la vicenda di Costantino Marzari, già fuochista della Marina Militare, che dopo l'8 Settembre da Brindisi "con uno di Brescia" raggiunse "a piedi Gravina di Puglia. Qui vi era un campo di prigionieri iugoslavi, che si erano organizzati per tornare a combattere i nazisti: di dove sei? Sono di Rovigo. Ah sei di Rovigno: arruolato nella Dobromoska Brigada [leggi: Prekomorska Brigada]. In diversi italiani a bordo di una vedetta inglese risalimmo
[è lo stesso Marzari che parla] l’Adriatico sino a Lissa. In più di cento italiani formammo il battaglione Gramsci, con la nostra bandiera italiana e la stella rossa al centro, al posto dello scudo sabaudo. Comandante era un ex caporale di Gallarate, Marsagalli Renato, e Ivan Rakić era il commissario. Fummo però ben presto divisi ed anche la bandiera sparì durante le varie azioni sino a Dubrovnik. Rientrai in Italia dopo l’11 aprile 1945." [fonte: Patria indipendente, 15 giugno 2003]


LUOGHI E VICENDE

Questa sezione è stata redatta da Gaetano Colantuono


[p.226ss.:] Quello che segue è un primo inventario della presenza jugoslava in Puglia nel corso della II Guerra Mondiale, che abbiamo potuto stilare essenzialmente sulla base di precedenti studi, di ambito jugoslavo o regionale. Esso non ha dunque pretese di completezza, ma rappresenta piuttosto un invito a nuove ricerche di storia locale contemporanea.

Manfredonia.
Sede di un contingente militare. Nel campo di addestramento furono ospitati reparti femminili.

San Ferdinando di Puglia.
Sede di un ospedale per ammalati tisici.

Andria.
Sede di ospedali.

Bari.
Fu sede di una base dell’EPLJ. Costituita già il 2 ottobre 1943, questa base ebbe come sistemazione prima su una nave piroscafo, la Bakar, poi in un edificio nella centrale via de Rossi. A questa missione militare erano affidati anche alcuni compiti delicati, come quelli di collaborazione con gli Alleati e di liberazione dei connazionali, oltre ovviamente a estendere l’influenza dell’EPLJ, a discapito di altre correnti politiche, fra gli jugoslavi e gli altri profughi presenti. La base barese sarà trasferita a Spalato in seguito alla liberazione della città dalmata.

Barletta.
Sede di un contingente militare e di un ospedale.
In una sezione del cimitero comunale troverà spazio, nei primi anni Settanta, un apposito spazio monumentale destinato ad Ossario jugoslavo, dove verranno raccolti i resti di oltre ottocento partigiani slavi. [...] Negli stessi anni Barletta ha siglato un gemellaggio con la cittadina di Herceg Novi; diverse iniziative hanno sottolineato l’amicizia ed in particolare il legame tra l’Archivio della Resistenza e della Memoria di Barletta e i veterani montenegrini, tra i quali qualcuno ha ancora memoria positiva delle cure ricevute, in tempo di guerra, nell’ospedale militare “Raffaele Musti”.

Carbonara (frazione di Bari).
Un campo profughi fu allestito in contrada Torre Tresca (Carbonara), già campo di internamento per prigionieri di guerra. Il campo di Carbonara divenne un centro di arruolamento della Resistenza jugoslava: qui si costituì (20 ottobre 1943) la I Brigata d’Oltremare, al cui interno era attivo un Plotone Speciale Ebraico. Questa si imbarcherà per combattere a fianco dell’esercito guidato da Tito (EPLJ) nel mese successivo. [...]


[p.227:] Gravina di Puglia.

Un rilevante luogo di sistemazione per gli jugoslavi che intendevano aderire alla lotta partigiana fu Gravina di Puglia, dove avveniva l’addestramento militare e furono istituiti corsi tecnici per determinate figure militari. Qui infatti si costituirono (a partire dal dicembre ’43 al febbraio ’44) tre brigate partigiane [...]


Di seguito l'immagine aerea del sito ove sorgeva il campo militare del NOVJ (EPLJ) tra Gravina e Altamura:

Visualizzazione ingrandita della mappa

Una base dell'esercito partigiano jugoslavo a
                Gravina-Altamura SI VEDA LA PAGINA DEDICATA SUL SITO JUGOCOORD: Una base dell'esercito partigiano jugoslavo a Gravina-Altamura


Il 15.1.2024 RAI Storia ha trasmesso in anteprima il documentario, disponibile anche su RAI Play: Gli uomini di Altamura. Memorie da un campo di prigionia (St 2024, 51 min).
Esso è dedicato all'ex Campo di concentramento n.65 "di Gravina", che dopo l'8 Settembre 1943 fu per più di un anno destinato alla accoglienza, all'addestramento e all'arruolamento di antifascisti e partigiani, jugoslavi ma anche italiani, a cura dell'Esercito Popolare di Liberazione della Jugoslavia (NOVJ): il tema è toccato nel documentario a partire dal minuto 23. Commenti e aggiornamenti su FB

[...] Trascrizione di un'epigrafe del comune di Gravina di Puglia attestante il ricordo della presenza jugoslava, che è collocata all'ospedale di Gravina (segnalazione di Milena Fiore):


LA CITTÀ DI GRAVINA
AI VALOROSI PARTIGIANI
DELLA REPUBBLICA FEDERATIVA
SOCIALISTA DELLA IUGOSLAVIA
- PER LA GENEROSA OPERA
DI ASSISTENZA MEDICA
PROFUSA AL POPOLO
NEL 1944-’45
DURANTE LA PERMANENZA
IN QUESTA TERRA
- E PER IL RICONOSCIMENTO
DEL SENSO
DI CORDIALE OSPITALITÀ
CON CUI LA POPOLAZIONE
DI GRAVINA LA RICAMBIÒ
ADDÌ 25 APRILE 1977.



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Le due foto dell'epigrafe di Gravina sono state fornite da Milena Fiore.


[p.228:]
Grumo Appula.

[...] L’edificio scolastico conserva una memoria epigrafica di questa fase come ospedale partigiano. Si tratta di un’iscrizione, apposta nel 1977 nell’atrio interno dell’ingresso principale dell’attuale scuola, attestante anche la prosecuzione delle sue funzioni per il 1945.

La lapide nell'ex ospedale di Grumo Appula (oggi Scuola elementare «G. Devitofrancesco») recita:

A RICORDO DEL CONTRIBUTO
DATO DA QUESTO LUOGO ALLORA OSPEDALE
AI PARTIGIANI IUGOSLAVI
DAL 1944 AL 1945

GRUMO 25 APRILE 1977

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Foto d'epoca imprecisata dell'edificio scolastico di Grumo Appula (attualmente scuola elementare "Devitofrancesco") utilizzato come ospedale EPLJ nel 1944 (fonte: Sirago 2006)

Un ulteriore ricordo della presenza partigiana è conservato nel cimitero comunale, il cui ingresso ha infatti ospitato le sepolture scavate nel suolo di numerosi jugoslavi, precisamente nella zona antistante la cappella cimiteriale (attualmente, dopo l’esumazione delle salme, l’area si presenta in forma di prato). Sulle sepolture, in numero elevato, erano collocate croci bianche. Una particolare usanza funeraria ha colpito la curiosità locale ed è ricordata da testimonianze recentemente raccolte: i tre spari in alto, in occasione di ogni sepoltura.
Al termine della guerra, in questo luogo venne apposto un monumento commemorativo, ancora presente, che riporta la data 29-XI-1945. Si tratta di un cippo in pietra a sviluppo verticale (per un’altezza totale pari a due metri) costituito da più livelli e circondato da un basso recinto quadrato (m 3 x 3) in cemento aperto sulla parte anteriore. Su una base quadrangolare (1.10 m per lato) si poggia un secondo livello, anch’esso quadrangolare (cm 52 di lunghezza x 65 di larghezza x 84 di altezza), sulla quale si solleva una porzione centrale che presenta tre facciate inscritte (cm 52 di larghezza, m 1, 08 di altezza). Le tre steli sono sormontate da altrettanti timpani che formano un ulteriore livello (cm 40 di altezza), al cui centro erano apposte le stelle a cinque punte (ne rimane integra solo una, quella frontale, mentre delle altre restano ben visibili i fori d’attacco). Alla sommità del monumento è sormontata da una croce latina. Su ciascuna delle tre facciate mediane del cippo è apposta un’iscrizione di lingua serbo-croata in caratteri latini, al cui vertice, come detto, si presenta una stella.

Nella stele del cimitero di Grumo Appula si evidenzia un elemento peculiare, per presenza al contempo di una croce e delle stelle a cinque punte, mentre nei restanti monumenti ai partigiani in Jugoslavia non si trovano in genere simboli religiosi. Parrebbe, pertanto, un caso di sincretismo, per di più raro in un contesto di sepolture collettive, dal momento che accanto a partigiani cristiani (nelle varie confessioni), ve n'erano anche di musulmani e non appartenenti a nessuna confessione religiosa; in realtà, il legame fra partigiani jugoslavi e presenza religiosa (nello specifico, cattolica) non costituisce un unicum in assoluto. Anche in Salento, a Leuca, la presenza dei soldati slavi si lega alla presenza di "propri" sacerdoti (comunque slavi e congiunti con gli altri). A ciò si aggiunga che la stella era simbolo non specificamente politico-marxista ma della nuova Jugoslavia e in ciò non in chiara antitesi con la croce sommitale. Tale croce può essere considerata, in via ipotetica, anche una traccia della composizione prevalente fra quei partigiani, ossia cristiana, di stanza nell’ospedale grumese.

PALIM HEROJIMA
U NARODNO OSLOBODILAČKOJ BORBI
PROTIV FAŠISTIČKIH OKUPATORA
ZAHVALNA DOMOVINA
29-XI-1945
Agli eroi caduti
nella Lotta Popolare di Liberazione
contro gli occupatori fascisti
la Patria riconoscente
29 novembre 1945
ŽIVOT MLADOST
NE ŽALIMO MI
AL FAŠISTE PROTJERAT
SMO SE ZAKLELI
La vita, la gioventù
non rimpiangiamo
di cacciare l'invasore
abbiamo giurato
PADOSTE ŽRTVOM
DADOSTE SVE
KRV ŽIVOT MLADOST
RADI
SLOBODE
Cadeste come vittime
offriste tutto
sangue vita gioventù
per il bene
della libertà

Accurate si presentano tanto l’impaginazione quanto l’incisione dei testi, come attesta la presenza dei segni diacritici ignoti all’italiano, segno probabilmente di un’esecuzione affidata ad un esperto lapicida slavo. Il testo, a sua volta, si presenta notevolmente connotato in senso retorico, anzi si configura come un componimento poetico soprattutto per la seconda facciata: il registro letterario, anziché quello della lingua parlata, è comprovato dal tono commosso ed elevato, nonché da figure retoriche, quali l’anastrofe e la climax, impiegate. La data apposta sull'epigrafe - 29 Novembre - è la data celebrativa della Giornata della Repubblica, festa nazionale nella della Jugoslavia socialista che proprio il 29 novembre del 1943 era stata fondata al convegno di Jajce: dettaglio che aggiunge un ulteriore significato celebrativo al testo scolpito.

I resti dei soldati jugoslavi sepolti a Grumo Appula furono successivamente traslati nel cimitero di Barletta.


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La stele al cimitero di Grumo.

Nel seguito, altre foto della stele al cimitero di Grumo:
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Lapide a
                        Grumo Appula


Nel corso di nostre ricerche nel fondo d'archivio dell'ex partigiano, ufficiale della JNA e storico militare Jovan "Lola" Vujošević – che fu Capo e coordinatore della missione del Segretariato Federativo per il lavoro e la politica sociale della RFSJ dedicata all'erezione dei monumenti-sacrari agli jugoslavi caduti morti e scomparsi nel territorio della Repubblica Italiana (si veda ad es. in merito ai lavori per l'erenzione del Sacrario di Sansepolcro) – abbiamo reperito un elenco degli jugoslavi sepolti a Grumo Appula. L'elenco è in due copie, di cui una riportante aggiunte e appunti scritti a mano:
ELENCO MILITARI JUGOSLAVI INUMATI A GRUMO APPULA (fonte: DACG Podgorica, fondo "Lola" Vujošević, b.18 f. azzurro), scarica il PDF: versione "pulita" / versione con appunti a mano

[p.230ss.:]

Modugno.
Sede di un primo ospedale per jugoslavi, successivamente trasferito nella vicina Grumo Appula.

Monopoli.
Sede di una base militare con compiti navali e logistici.

Terlizzi.
Sede di un contingente militare.

Trani.
Sede di un contingente militare e di un ospedale.

SALENTO


Eric Gobetti ci trasmette questa fotografia, scattata probabilmente a Savelletri o a Carovigno cioè in uno dei campi predisposti per le attività di addestramento e operative dell'aviazione della NOVJ. Almeno uno tra i personaggi raffigurati è italiano: si tratta di un giovane volontario che scelse di partecipare con gli jugoslavi alla Resistenza oltre Adriatico.
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Se qualcuno riconosce le persone ritratte o la circostanza in cui fu scattata la fotografia è pregato di contattarci: partigiani7maggio @ tiscali.it
27.5.2020: Giacomo Scotti ci informa che "il secondo dei due seduti sull'ala del velivolo è il tenente pilota LUIGI RUGI al quale ho dedicato il volume IL PARTIGIANO DEL CIELO" (Scotti 2004). Questo elemento corrobora la tesi che l'aereoporto in questione sia quello di Carovigno:

Carovigno.
Il campo di addestramento fu sede di corsi per piloti.

Castro.
Sede di un contingente militare. È attestato un campo di formazione battaglioni. ((De Paz 1944.))

Grottaglie.
Sede di un ospedale.

Lecce.
Sede di un ospedale.

Maglie.
Sede di un ospedale.

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L'immagine (fonte: Claudio Taccioli) raffigura una stele bilingue collocata nel cimitero di Maglie (LE), che nella versione italiana recita:
IL POPOLO CHE I MORTI RISPETTA SUL PASSATO FONDA L'AVVENIRE
DIVELTI DALLA TERRA NATALE QUI ALL'ESTERO RIPOSANO I NOSTRI FIGLI
OLOCAUSTO PER LA LIBERTA' DELLA NOSTRA STRAZIATA JUGOSLAVIA

Mesagne.
Sede di un contingente militare.

Savelletri (frazione di Fasano).
Il campo di addestramento fu sede di corsi di lingua inglese e di conferenze politiche.

Santa Maria di Leuca.
La presenza di una colonia di profughi dalla Jugoslavia (dagli inizi del ’44) e di un connesso comando partigiano è documentata dalla Cronaca del convento e parrocchia
Cristo Re di Marina di Leuca, del sacerdote Anselmo Raguso.

Taranto.
Già nel settembre ’43 fu allestito un campo profughi alla periferia di Taranto, gestito dall’AMGOT. Nella stessa città fu attivato anche un ospedale per jugoslavi.


ALTRE LOCALITÀ
L'arch. Aldo Summa ci segnala che in Bistarelli 1996 è attestata l'esistenza di ulteriori basi di rappresentanza, raccolta, reclutamento e addestramento gestite dagli jugoslavi:

[Tra i comandi militari jugoslavi, sia partigiani che del Governo reale] particolare importanza hanno il “Comando stella rossa” ed il “Comando della Real Marina jugoslava” a Bari, nonché l’Ufficio dei partigiani e quello della Real marina jugoslava a Taranto, il primo in via Ciro Giovinazzi 20, il secondo in Corso Umberto 199. I [campi di concentramento e di raccolta] sono invece di due tipi, campi di concentramento e lavoro e ospedali/sanatori. Queste strutture sono situate a Monopoli (“cittadina in cui risiedono migliaia di partigiani ed il cui porto serve praticamente solo alle piccole unità jugoslave”), Altamura,

Bitritto,

Mola,

Maruggio,

Oria,

Aversa
[in Campania?], Torre Tresca [Carbonara], Bari, Brumo [Grumo?], San Ferdinando.


NOTE STORIOGRAFICHE

Questa sezione è stata redatta da Gaetano Colantuono


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1987: una delegazione jugoslava è accolta ufficialmente a Gravina di Puglia (archivio Milena Fiore).

La fotografia qui sotto (cortesia archivio privato Fanelli) attesta invece rapporti che intercorsero a livello ufficiale per decenni tra l'amministrazione locale di Grumo Appula e la Jugoslavia. La bandiera affissa - pur scorrettamente: è infatti capovolta - è quella della Repubblica Socialista del Montenegro.
grumo_anni80.jpg


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 18 gennaio 2024
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