logo
                      cnj
COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA JUGOSLAVIA - onlus

ITALIJANSKA KOORDINACIJA ZA JUGOSLAVIJU



 
rright10.gif (248 byte) iniziative
rright10.gif
                        (248 byte) documentazione

Documento
Costitutivo
rright10.gif
                        (248 byte) solidarietŕ
rright10.gif
                        (248 byte) informazione
rright10.gif
                        (248 byte) cultura
rright10.gif
                        (248 byte) politica
rright10.gif
                        (248 byte) amicizia
rright10.gif
                        (248 byte) valori fondativi



Mercenari USA dietro alla aggressione croata nelle Krajine


Indice:

Links:




La privatizzazione della guerra
 
di Ken Silverstein

articolo pubblicato da "The Nation", 28 luglio 1997, tradotto nel n. 47, marzo 1998 di Guerre&Pace


La storia degli interventi politici e militari dell'America abbonda di inganni e scandali, con attori oscuri, avidi interessi e sforzi per tenere il pubblico al di fuori di quelle che di natura dovrebbero essere decisioni pubbliche. Ora questi sforzi hanno fatto un salto di qualitŕ, per portata e dimensioni, che non ha precedenti. La privatizzazione, il processo mediante il quale le responsabilitŕ del governo vengono trasferite nelle mani di aziende che non devono rendere conto a nessuno, č entrata ora anche nelle sale dei signori della guerra.
Senza che se ne parlasse o discutesse, il governo ha inviato societŕ private - per la maggior parte dagli stretti legami con il Pentagono e con personale composto da esponenti delle Forze Armate in pensione - a fornire assistenza militare e nel campo dell'ordine pubblico a alleati esteri degli Stati Uniti. Il governo ha anche ampiamente esteso l'impiego di ditte private che forniscono supporto alle sue operazioni militari all'estero, ivi incluse le azioni antidroga top-secret nell'America Latina e le attivitŕ di spionaggio e di addestramento militare per i "clienti" degli USA.
Queste ditte non sono a loro volta per niente ansiose di parlare delle loro attivitŕ. Nč lo č l'Ufficio del Dipartimento di Stato per il Controllo sulle Attivitŕ Commerciali nel Settore Difesa, che ha il compito della supervisione della maggior parte di questo campo di attivitŕ emergente e che ha respinto la mia richiesta di un'intervista per questo servizio. Un funzionario del Dipartimento di Stato mi ha detto di potermi fornire informazioni molto scarse anche sul background generale, a causa delle necessitŕ di proteggere le "informazioni di proprietŕ" delle societŕ coinvolte (una scappatoia che rende il Freedom of Information Act in effetti del tutto privo di incidenza in quest'area). Il risultato é che la maggior parte delle informazioni rimane nascosta dietro gli appelli del governo al segreto o chiusa a chiave nei libri contabili delle societŕ.

Ma sulla base delle testimonianze di chi ha parlato - e la maggior parte di queste persone ha accettato di farlo solo a condizione di non essere nominati - risulta chiaro che decine di societŕ, che vanno da giganti dell'alta tecnologia con un giro d'affari da 1 miliardo di dollari, come la SAIC, a piccole imprese gestite da marines in pensione, offrono addestramento militare e tutta la relativa assistenza a governi stranieri, su proposta degli Stati Uniti. "I programmi vengono messi a punto per perseguire i nostri obiettivi di politica estera", spiega un ex-alto ufficiale della Defense Intelligence Agency (la DIA, i servizi segreti dell'esercito americano). "Se non c'é l'approvazione del governo, le societŕ non si muovono".
Tra le imprese di primo piano ci sono la Military Professional Resources Inc. (M.P.R.I.) che sta addestrando due eserciti dei Balcani e sta cercando di espandersi in Africa; la Vinnell, che addestra la Guardia Nazionale in Arabia Saudita; la Betac, che lavora a stretto contatto con il Comando per le Operazioni Speciali, un ufficio riservato del Pentagono che si occupa di azioni segrete nel Terzo Mondo.
Un illuminante esempio della collaborazione tra aziende e governo in queste attivitŕ é stato dato il 24 giugno scorso, quando la DIA ha sponsorizzato un incontro a porte chiuse, intitolato "La privatizzazione delle funzioni di sicurezza nazionale nell'Africa sub-sahariana". Vi si sono trovati fianco a fianco la M.P.R.I. e altri appaltatori privati degli Stati Uniti, oltre a Eeben Barlow, direttore della nota societŕ sudafricana Executive Outcomes, che negli ultimi anni ha fornito mercenari ai governi di Angola e Sierra Leone e Timothy Spicer della Sandline International, una societŕ britannica il cui ingaggio lo scorso gennaio da parte del governo del Papua Nuova Guinea ha irritato l'esercito di questo stato, provocando un golpe. Spicer era accompagnato dal rappresentante della Sandline negli Stati Uniti, Bernie McCabe, un ex- funzionario delle Forze Speciali dell'Esercito. La DIA ha cercato di non dare grande ufficialitŕ a questo evento, ma un partecipante mi ha detto, "Tutti i funzionari si sono dichiarati in quell'occasione d'accordo con le societŕ private riguardo al fatto che questo tipo di attivitŕ andrŕ fortemente intensificandosi nei prossimi anni".

Il governo difende il suo ricorso a societŕ private e dice che non permetterebbe mai loro di inviare mercenari a supporto di un governo estero, come fanno invece la Executive Outcomes e la Sandline. "Fornire un addestramento militare é molto piů che insegnare a qualche tizio come sparare diritto", dice un funzionario del Dipartimento di Stato, che ha parlato a condizione che il suo nome non venisse citato. "Le societŕ offrono istruzioni su come gestire una forza militare in una democrazia, in subordinazione al controllo civile e nel rispetto dei diritti umani". Questa spiegazione suona sospettosamente simile alla giustificazione addotta dal Pentagono per la School of the Americas a Fort Benning, nello stato della Georgia, nella quale migliaia di soldati dell'America Latina sono stati addestrati, come veniva sostenuto, a rispettare i diritti umani, solo per poi lanciarsi in travolgenti carriere di criminali di guerra una volta tornati a casa. Una spiegazione alternativa é che il ricorso ad appaltatori militari privati consente agli Stati Uniti di perseguire i propri interessi geopolitici senza dovere dispiegare il proprio esercito, un sistema molto utile nei casi in cui l'addestramento viene fornito a regimi con un curriculum agghiacciante in fatto di diritti umani. "E' politica estera per procura", afferma Dan Nelson, ex-alto consulente per la politica estera del deputato Richard Gephardt e ora professore alla Old Dominion University. "Le aziende vengono utilizzate per svolgere compiti che il governo, per motivi di bilancio o di delicatezza politica, non puň svolgere in prima persona".
L'attuale situazione differisce sia per portata che per dimensioni dalle pratiche adottate in passato, di cui l'esempio piů noto venuto alla luce č quello dello scandalo Iran/contra. Oggi, le societŕ piů pesantemente coinvolte non sono ritagli della CIA utilizzati principalmente in operazioni segrete, ma aziende da diversi milioni di dollari con interessi diversificati. Il loro lavoro viene approvato nel corso dello svolgimento delle normali attivitŕ di enti governativi e messo in atto non da persone locali del paese estero addestrate dalla CIA, ma da alti funzionari militari americani appena usciti dalle forze armate. Prima di offrire assistenza ai governi stranieri, le societŕ devono innanzitutto chiedere una licenza dall'Ufficio per i Controlli sulle Attivitŕ Commerciali nel Settore della Difesa presso il Dipartimento di Stato. "Le richieste di licenza vengono esaminate con grande attenzione", mi ha raccontato un funzionario della SAIC. "Anche quando si č ancora allo stadio dei colloqui, si passa a un vaglio molto stretto".

Lo snellimento della burocrazia militare della Guerra Fredda - il livello degli effettivi é sceso del 30 per cento dalla fine di quest'ultima - ha spinto un numero enorme di veterani militari, dai ranghi piů alti a quelli dei semplici fanti, nel settore privato. Le uniche capacitŕ professionali che molte di queste persone sono in grado di offrire sul mercato sono le loro esperienze militari e paramilitari.
James Woods, che é andato in pensione come Viceassistente del Segretario alla Difesa per gli Affari Africani nel 1994 e attualmente lavora a Washington come lobbysta della Cohen & Woods International, mi ha raccontato che intere unitŕ guidate da ex-membri delle Forze speciali stanno tentando di vendere addestramento militare a governi esteri. Queste societŕ, molte delle quali si sono insediate presso basi militari nazionali, "consistono essenzialmente in un militare in pensione seduto in una camera di appartamento con un fax e un Rolodex", spiega. "Servono come ponte di collegamento con l'ampio gruppo di militari in pensione. Nei periodi tra una missione e l'altra non hanno molto da fare".
Questi "soldati di ventura", pur continuando a occupare una nicchia di mercato, stanno incontrando sempre maggiori difficoltŕ a rimediare qualcosa che vada al di lŕ dei piccoli contratti di consulenza su operazioni antiterrorismo o di incarichi limitati per offrire protezione a VIP in trasferta. Per i progetti di piů ampio respiro, i guerrieri "freelance" hanno decisamente perso terreno rispetto alle societŕ che hanno buone connessioni con le alte sfere del governo e l'elite dei funzionari militari in pensione. Come mi ha detto un funzionario del Pentagono incaricato della selezione del personale, "la privatizzazione é un modo come l'altro per ricompensare gli ex-alunni". E' sempre la stessa porta girevole:

* Alla M.P.R.I., ventidue funzionari dell'azienda sono ex-esponenti militari di alto rango. Tra di essi vi é il Gen. Carl Vuono, Capo di Stato Maggiore dell'Esercito durante l'invasione del Panama e la Guerra del Golfo, il Gen. Ed Soyster, gi` capo della DIA, e il Gen. Frederick Kroesen, ex-comandante delle forze USA in Europa.

* La Vinnell é di proprietŕ della B.D.M., una megazienda di Beltway controllata dal Carlyle Group, una societŕ di investimento diretta dall'ex-Segretario di Stato James Baker, dall'ex-capo del bilancio della Casa Bianca Richard Darman e dall'ex-Segretario alla Difesa Frank Carlucci. Il presidente della B.D.M., Philip Odeen, ha guidato la task force del Pentagono incaricata di riorganizzare il settore militare per il ventunesimo secolo.

* Del consiglio di amministrazione della SAIC hanno fatto parte due ex-segretari alla Difesa, William Perry e Melvin Laird, e due ex-capi della CIA, John Deutch e Robert Gates.

La privatizzazione comporta per il governo tutta una serie di vantaggi. Oltre a fornire un motivo plausibile per negare la paternitŕ delle trame estere, consente a Washington di apportare tagli al personale militare, conservando allo stesso tempo la capacitŕ di influenzare e dirigere missioni di portata enorme. Societŕ che lavorano in appalto possono addestrare un intero esercito straniero. Il Programma Internazionale di Addestramento ed Educazione Militare del Pentagono (IMET) fornisce invece generalmente istruzioni a non piů di qualche decina di soldati. La maggiore tra le operazioni dell'IMET in corso é quella in Honduras, dove 266 soldati e ufficiali sono in corso di addestramento. "Le societŕ private aumentano la nostra capacitŕ di fornire addestramento all'estero", afferma il Tenente Generale Larry Skibbie, che attualmente lavora all'America Defense Preparedness Association. "Continueremo a vedere un intensificarsi di questo fenomeno, mentre proseguiranno i tagli alle nostre forze in uniforme".
Nel campo dell'addestramento militare é la M.P.R.I. a fare la parte del leone. La societŕ, che ha sede ad Alexandria, in Virginia, é stata fondata nel 1987 da un generale dell'esercito in pensione, Vernon Lewis. Un opuscolo riporta orgogliosamente che la M.P.R.I. - la quale mantiene un archivio computerizzato con i nomi di 2000 membri delle forze armate in pensione - offre la "migliore esperienza aziendale militare del mondo e dispone di "unitŕ operative e/o rappresentanti sul campo presso sedi militari in tutti gli Stati Uniti e all'estero".

L'anno scorso il governo bosniaco ha dato incarico alla M.P.R.I. - che ha avuto la meglio, in un'offerta d'appalto, sulla SAIC e la B.D.M. - di addestrare le sue forze armate. Il programma, il cui costo é di 400 milioni di dollari, viene pagato in gran parte dall'Arabia Saudita, dal Kuwait, dal Brunei e dalla Malaysia. L'obiettivo di questo programma di addestramento, che é supportato da ampie forniture di armamenti da parte degli Stati Uniti all'esercito bosniaco, secondo quanto si afferma é quello di fare da deterrente rispetto all'esercito serbo, meglio armato. Ma essendo l'esercito serbo in gravi difficoltŕ, molti osservatori della regione sono sempre piů preoccupati della possibilitŕ che un esercito bosniaco riaddestrato e dotato di nuove armi possa sentirsi incoraggiato ad attaccare le forze serbe dopo che le forze multinazionali si saranno ritirate, come si prevede che debbano fare nel 1998.
La M.P.R.I. ha offerto consulenze anche ai militari croati, una relazione che é cominciata nell'aprile del 1995, in occasione di uno dei periodi di combattimento piů intensi della guerra balcanica. La M.P.R.I. ha inviato in Croazia un team guidato da un certo numero di ufficiali in pensione, tra cui il Gen. Vuono, il Gen. Richard Griffits e il Gen. Crosbie Saint, che dal 1988 al 1992 ha comandato l'Esercito USA in Europa. Un portavoce del Dipartimento di Stato, John Dinger, ha detto che la M.P.R.I. ha aiutato i croati a evitare "eccessi o atrocitŕ nelle operazioni militari". Il portavoce della M.P.R.I., il capo della DIA in pensione Ed Soyster, mi ha detto che la societŕ ha semplicemente "offerto consulenza sul ruolo dell'esercito in una societŕ democratica".
"I croati desiderano aderire alla NATO," ha aggiunto, "e se si vuole essere ammessi a un club bisogna avere lo stesso aspetto dei membri".
Solo alcuni mesi dopo che la M.P.R.I. ha cominciato le sue attivitŕ in Croazia, l'esercito di questo paese - fino ad allora raffazzonato e incapace - ha lanciato una serie di sanguinose offensive contro le forze serbe. Quella piů importante é stata l'Operazione Tempesta di Tuoni, cioé l'aggressione contro la regione della Krajina, durante la quale i villaggi serbi sono stati saccheggiati e bruciati, uccidendo centinaia di civili e scacciando dalle loro case circa 170.000 persone.
Roger Charles, un tenente colonnello in pensione e ricercatore militare della Marina americana, che é stato premiato per la sua opera dalla Investigative Reporters and Editors Association, é convinto che la M.P.R.I. abbia svolto un importante ruolo nella campagna di Krajina. "Nessun paese puň passare dalle milizie composte da canaglie raccolte per la strada alla messa in atto di un'offensiva militare professionale, senza avere ricevuto aiuto", afferma Charles, che ha analizzato per lungo tempo le attivitŕ della M.P.R.I. "I croati hanno fatto un buon lavoro di coordinamento dei mezzi blindati, dell'artiglieria e della fanteria. Non é qualcosa che si impara mentre si riceve un addestramento sui valori democratici".
Un ufficiale di collegamento croato ha raccontato alla stampa locale che solo alcune settimane prima dell'offensiva il Generale Vuono ha tenuto un incontro segreto ad alto livello nell'isola di Brioni, di fronte alla costa della Croazia, con il Gen. Cervenko, l'architetto della campagna di Krajina. Nei cinque giorni che hanno preceduto l'attacco, si sono tenute almeno dieci riunioni tra il Generale Vuono e gli ufficiali che hanno partecipato alla campagna.

In un certo senso, il fatto che la M.P.R.I. abbia diretto la campagna di Krajina o meno č secondario. "Una volta che si é fornito addestramento non c'é modo di controllare come le abilitŕ che avete insegnato vengono usate", dice Loren Thompson, uno specialista militare presso l'Alexis de Tocqueville Institution, un'organizzazione conservatrice. Dato il curriculum della Croazia nel ventesimo secolo, afferma - soprattutto la sua collaborazione con i nazisti - "non siamo sicuri che sia desiderabile che questo paese abbia un esercito professionale".
La M.P.R.I. nega di avere aiutato i croati ad armarsi, ma anche in questo caso si trovava in una posizione per svolgere come minimo un ruolo indiretto. Secondo un funzionario governativo in pensione, che fa da intermediario per gli accordi relativi agli acquisti di apparecchiature militari, Zagabria ha comprato armamenti da un commerciante di armi tedesco, Ernst Werner Glatt, fino ad almeno l'anno scorso. Negli anni '80, Glatt era il mercante d'armi preferito dalla CIA, che lo ha scelto per vendere armi ai contras in Nicaragua e ai mujahedin in Afghanistan, tra gli altri. Glatt é arrivato a fornire 200 milioni di dollari di armi all'anno, denaro che gli č servito per acquistare una tenuta in Virginia, che ha chiamato Aquila Nera, un simbolo della Germania nazista.
Durante lo stesso periodo Soyster, che ora lavora presso la M.P.R.I., lavorava per la DIA, che assegnava anch'essa l'appalto di affari a Glatt. Quest'ultimo ha ricevuto somme enormi dalla DIA nel corso degli anni '80 affinché si procurasse armi sovietiche da spedire negli Stati Uniti, da dove venivano inviate a strutture militari che lavoravano per gli USA in America Latina, Asia e Africa. Dopo che Soyster si é ritirato, lui e Glatt sono diventati soci d'affari in almeno un contratto per la vendita di armi.

Il coinvolgimento nei balcani della M.P.R.I. é un caso eloquente di "ricompensa per gli ex-alunni". Il Tenente Gen. James Chambers ha servito per trentasei anni nell'Aviazione, con l'incarico per un certo tempo di direttore delle operazioni estemporanee in Bosnia. Dopo il suo pensionamento, é diventato vicepresidente della M.P.R.I. Il Gen. John Sewall, che ora lavora per la societŕ in Croazia, prima di andare in pensione é stato consulente speciale del Pentagono per la Federazione Musulmano-Croata, creata nel 1994 su iniziativa degli Stati Uniti. L'anno successivo, Sewall e un altro ufficiale hanno effettuato numerosi viaggi in Bosnia e Croazia. Gli osservatori europei ritengono che la loro missione fosse quella di offrire consulenze militari, un'attivitŕ allora bandita da un embargo delle Nazioni Unite. "Se non sono coinvolti in qualche programma di pianificazione militare, cosa ci fanno ll?" si é lamentato all'epoca un comandante francese, "dobbiamo forse credere che Sewall e i suoi siano dei turisti?". [...]




Izvor / fonte: http://www.nspm.rs/srbija-i-nato/vojno-ucesce-sad-u-napadu-na-republiku-srpsku-krajinu-1995-godine.html
traduzione a cura di CNJ-onlus
La partecipazione militare degli Stati Uniti all'attacco alla Repubblica Serba di Krajina nel 1995

Veljko Djuric Mishina - mercoledě 3 Agosto 2011

Č di grande interesse politico per gli Stati Uniti, nei Balcani, il territorio della Bosnia-Erzegovina. E per controllarlo, era necessario risolvere la questione della Repubblica Serba di Krajina. Non c'era scelta: la Krajina doveva scomparire.
A Washington e Zagabria furono preparate in parallelo le operazioni militari "Bljesak"-Lampo, "Oluja"-Tempesta, "Mistral" e "Golubica"-Colomba.

La "Bljesak" fu progettata e realizzata per testare la reazione di Belgrado e Pale in vista della successiva operazione di pulizia etnica "Oluja".

La "Mistral" fu prevista ma non attuata. Sarebbe stata attuata se Radovan Karadzic, il presidente della Repubblica Srpska [cioč Serba di Bosnia], non fosse riuscito ad impedire l'iniziativa (autonoma) del generale Ratko Mladic, capo dell'esercito della Repubblica Srpska, mirata ad indirizzare tutte le forze in una strenua difesa. Tramite la collaborazione dei vertici politici di Pale e Belgrado, l'esercito della Repubblica Srpska č stato espulso dal gioco con una serie di azioni, di cui la piů importante č stata la sostituzione del generale Mladic dalla mansione del Capo di Stato Maggiore in base alla decisione del governo della Repubblica Srpska durante la loro sessione del 7 agosto 1995.

La "Golubica", conosciuta anche come "Vukovarska golubica"-Colomba di Vukovar, sarebbe stata attuata se il regime di Belgrado non avesse potuto mantenere l'accordo, se certe strutture di comando nell'esercito jugoslavo si fossero messe fuori controllo in Baranja e Slavonia orientale causando una reazione a catena. Questa sarebbe stata punita con la massima pena e l'immediato richiamo anche in caso di una minima autonoma iniziativa nel tratto di territorio in oggetto, finalizzata alla resistenza contro l'offensiva croata.

*****

Il colonnello Richard Safranski, ufficiale dell'Air Force degli Stati Uniti, giŕ primo analista nel settore dell'intelligence dell'Air Force e poi docente presso le alte scuole militari degli Stati Uniti, č diventato noto al pubblico mondiale con un suo lavoro scientifico pubblicato su "Military review" nel novembre 1994. Questa rivista ufficiale č seria e professionale, č un mensile edito con la massima cura, contenente gli articoli e i progetti importanti degli esperti militari e di scienziati di Stati Uniti, Gran Bretagna e altri membri della NATO. Ci sono due versioni di questa rivista: la prima č disponibile al pubblico, l'altra č sotto forma di newsletter, progettata per l'informazione interna. Lo studio del colonnello Safranski, che č nelle sue stesse parole "un minuscolo schizzo di un progetto di seria ricerca cui vari team di esperti lavorano oramai da un decennio" e che ha attirato grande attenzione da parte degli esperti, č stato pubblicato sotto il titolo: "Guerra neocorticale".

L'articolo descrive la base su cui poggia la moderna dottrina militare degli Stati Uniti e la sostanza della strategia offensiva del XXI secolo, che, nelle parole del suddetto colonnello, "dopo anni di sperimentazione e verifica, ora č matura per l'introduzione nella pratica delle forze armate degli Stati Uniti e della NATO." In seguito, giŕ nel 1995, si era dimostrato che non si trattava soltanto del parere di un team scientifico o del loro direttore. Il Consiglio di sicurezza nazionale ha approvato e firmato in quell'anno l'introduzione di un nuovo regolamento sull'impiego delle Forze Armate USA, sotto la denominazione FM 100-5. Questo regolamento non č altro che una guida per l'applicazione della teoria del combattimento neocorticale, e non č altro che un metodo compatibile con il piano di attuazione della politica estera degli Stati Uniti, motivo per cui gli č stata conferita l'approvazione per l'applicazione.

La guerra neocorticale comprende la guerra psicologico-propagandistica, il verificarsi di azioni indirette, conflitti a bassa intensitŕ, operazioni psicologiche.

La storia dell'umanitŕ č la storia della guerra, dal fratricidio di Caino in poi. Tutti i periodi di pace sono periodi di volontŕ spezzate delle parti sconfitte e periodi di preparazioni per successivi conflitti armati.
L'essenza del moderno concetto di guerra č di trascurare il risultato raggiunto e non permettere che si verifichi una fase di tregua o di distensione, affinché l'azione si protragga fino al completo collasso, al punto di arresa totale ed irreversibile alla volontŕ dell'avversario. Il colonnello Sam Safranski afferma nel testo: "Dobbiamo prevenire tutte le mosse o i tentativi dell'avversario di riacquistare la propria volontŕ, una volta che questa č stata sottomessa. Ogni volta che, nella storia, si č verificata questa situazione, la volontŕ rinnovata ha risposto con piů severitŕ rispetto alla sudditanza precedente".
Che cosa hanno concretamente realizzato gli Stati Uniti di tutto questo? Hanno semplicemente seguito le istruzioni sull'impiego dell'esercito dalle disposizioni dette FM 100-5. Una volta presa la decisione politica, l'esercito la mette in opera secondo i principi delle “operazioni FID” previsti nelle ipotesi strategiche e tattiche per i Balcani.

1. Operazione FID

Le "Operazioni FID" (Foreign Internal Defense), cioč "difesa interna dei paesi amici", sono state definite nel 1976 al Pentagono con il regolamento FM 100-20, sulla base delle esperienze maturate in Vietnam, e collaudate in numerosi conflitti nel mondo. Le Operazioni FID comprendono la gestione delle operazioni "senza uno stato formale di guerra" e una serie di misure interconnesse e coordinate, realizzate da parte del protettore (governo USA) e dal governo estero, appoggiato dagli USA nella difesa contro gli atti distruttivi da parte suoi nemici interni.

Tali operazioni si organizzano nel momento in cui č necessario astenersi da ogni aperto e diretto intervento militare. Nella realizzazione dei propri obiettivi nei confronti del paese attorno quale si crea uno "scudo di protezione," gli Stati Uniti dapprima forniscono supporto diplomatico e politico, al fine di creare una fiducia pubblica internazionale sulla fondatezza di tale pratica, poi si passa agli approvvigionamenti per i "clienti residenti" fornendo loro armi e istruttori di intelligence, in modo che il paese si difenda "con le proprie forze", e infine, se č proprio necessario, si prosegue con il successivo coinvolgimento di forze armate statunitensi. Tutto mira ad abilitare le forze armate degli alleati e rafforzare la loro capacitŕ di combattimento autonomo, affinché la partecipazione dei soldati americani sul terreno sia ridotta al minimo.

Una operazione FID si basa su di un trattato segreto o altro tipo di accordo segreto tra gli Stati Uniti ed il paese protetto, in cui si impiega il complessivo potenziale americano, che consiste in diplomazia, economia, intelligence e forze speciali per l'attuazione delle azioni psicologiche, di propaganda e di sostegno. Onde preservare il piů possibile la segretezza di operazioni come quelle di formazione "dell'esercito del paese protetto", si utilizzano delle societŕ apparentemente private.

2. Operazione FID in Croazia

Con il riconoscimento della Croazia da parte degli USA e dell'UE entro i suoi confini della Costituzione jugoslava del 1974, si erano create le condizioni per la conclusione di accordi bilaterali tra la Croazia e gli Stati Uniti e quindi per l'avviamento della operazione FID. E 'importante notare che la statualitŕ della Croazia era stata pienamente riconosciuta, indipendentemente dal fatto che non erano state affrontate questioni chiave come quelle sulla successione e sulla posizione del popolo serbo in essa. Ciň significa che i serbi furono trattati come ribelli contro il "governo legalmente eletto" e contro "uno Stato riconosciuto a livello internazionale," le loro unitŕ militari furono trattate come "paramilitari" e la Repubblica Serba di Krajina come una "creazione illegittima", anche se ciň era contrario allo stato di fatto. Pertanto tutte le azioni dell'esercito croato contro i serbi sono state interpretate come "lotta contro i ribelli" in cui bisognava prestare aiuto all'alleato che combatteva contro i "ribelli".

Nell'operazione FID attuata dagli Stati Uniti nel territorio della Croazia, che si č conclusa con la distruzione della Repubblica Serba di Krajina, con la persecuzione della popolazione serba dalla Croazia e numerosi massacri contro di loro, uno dei ruoli principali lo ha avuto la societŕ MPRI.

3.1. Il ruolo della MPRI - societŕ di consulenza militare

La societŕ privata statunitense di consulenza militare per la fornitura di servizi militari professionali MPRI (Military Professional Resources Incorporates - Societŕ per le Risorse militari professionali) č stata costituita nel 1987. La sua sede č ad Alexandria in Virginia (USA) e raduna principalmente generali in pensione, ammiragli e ufficiali di ogni ordine e grado dell'Esercito degli USA, per lo piů provenienti dai servizi segreti militari. Sul loro sito web, ma anche nei dépliant forniti alle parti interessate, si menziona che la MPRI rappresenta un centro con la piů alta concentrazione mondiale di esperti e professionisti militari. Il numero di dipendenti a tempo indeterminato č di circa 2000. Tuttavia, nella fornitura dei servizi militari, la MPRI noleggia forze aggiuntive in base alle esigenze.
Il compito della MPRI nell'ambito di una operazione FID č di addestrare l'esercito alleato, mentre l'Amministrazione USA procura le condizioni fondamentali per azioni di guerra: armamenti, munizioni, apparecchiature per il comando e la comunicazione, supporto psicologico-propagandistico, dati di intelligence ecc. Qualora la parte "sponsorizzata", nonostante l'aiuto americano, non fosse capace di eseguire il compito predisposto, allo scopo della salvaguardia dei propri tutelati gli USA ricorrono all' intervento militare diretto. Prima dell'intervento, essi cercano di ottenere il permesso dell'ONU ed il consenso e sostegno degli alleati dalla NATO. La piattaforma di azione congiunta tra MPRI e Amministrazione USA, dapprima sul territorio della Croazia e poi in Bosnia-Erzegovina, ha avuto un effetto decisivo per il successo degli eserciti croati e musulmani contro gli eserciti della Krajina e della Repubblica Srpska. (Questa azione coordinata č continuata in Macedonia e Kosovo-Metochia).
Sebbene l'Amministrazione degli Stati Uniti abbia svolto tali operazioni in modo segreto, cercando di preservare ad ogni costo la loro segretezza, č perň accaduto che loro funzionari, in occasione di apparizioni pubbliche, abbiano involontariamente rivelato il vero significato e l'essenza delle azioni della MPRI. Cosě il presidente degli USA, William Bill Clinton, raccomandandosi che la MPRI gestisse il programma "Addestrare ed equipaggiare" [Train and equip], dichiarň pubblicamente che questi avevano compiuto un grande lavoro per i croati in Bosnia. (Il contratto tra la MPRI e la Federazione croato-musulmana, nell'ambito del programma "Addestrare ed equipaggiare", era stato firmato il 16 luglio 1996 da Alija Izetbegovic, Kresimir Zubak e James Jump, un rappresentante del governo degli Stati Uniti per la cooperazione militare nei Balcani. L'accordo č un'ulteriore prova del fatto che l'Amministrazione americana ha utilizzato questa societŕ per le proprie attivitŕ sotto copertura. Questi sono solo alcuni dei fatti che comprovano come la MPRI sia un elemento offensivo della politica statunitense ed una "maschera" per le operazioni segrete dell'Amministrazione, perché si tratta di una organizzazione privata, anziché statale. Essa contribuisce a realizzare gli interessi americani in un determinato paese o regione.)

3.2. MPRI in Croazia

I governanti della Croazia e la MPRI giŕ nel 1991 avevano firmato un contratto per l'addestramento dell'esercito croato. Il Ministro della Difesa croato Gojko Susak rinnovň il contratto il 15 novembre 1994, dopo di che in Croazia giunsero circa 60 esperti della MPRI, con il compito di addestrare le forze speciali croate e le unitŕ della Guardia.

In parallelo, il 29 novembre dello stesso anno, fu firmato un accordo militare tra i Ministeri della Difesa di Croazia e Stati Uniti, che conteneva una serie di clausole segrete sulla formazione dell'esercito croato e sulla partecipazione dei generali americani alla pianificazione operativa, all'armamento, all' intelligence e al supporto logistico. In tali contratti erano stati precisati anche la installazione di velivoli spia senza pilota statunitensi sull'isola di Brac, l'ascolto elettronico da parte della centrale NATO nel territorio della Croazia, l'utilizzo degli aeroporti e porti sull'Adriatico, e altre questioni. Entrambi i contratti significavano l'impegno diretto degli USA nel rafforzamento dell'esercito croato e nella sua preparazione per lo scontro decisivo con i serbi.

Nello Stato Maggiore dell'esercito croato furono inclusi alcuni autorevoli generali in pensione, membri della MPRI: John Galvin, ex comandante delle forze USA in Europa; Carl Vuno, ex capo dello Stato Maggiore dell'esercito terrestre USA durante le operazioni a Panama; Richard Griffith, ex-vice comandante delle forze USA in Europa per le questioni di intelligence; James Lindsay, ex comandante delle Forze Speciali USA ed esperto di conflitti a bassa intensitŕ; Ed Sojster, ex capo del Servizi Segreti Militari; S. Crosby, ex capo dell'Accademia militare di Fort Levenvorth; e ancora molti altri ufficiali di rango inferiore. L'operativitŕ in Croazia tra la MPRI e il governo degli Stati Uniti era coordinata dal generale John Svol, consigliere militare del segretario di Stato Warren Christopher. Presso l'Ambasciata USA a Zagabria, in base ai regolamenti, fu istituito un "team statale" per fornire assistenza di tutti i tipi al "paese amico", con a capo l'ambasciatore Peter Galbraith, il quale in seguito, in un'intervista al quotidiano "Vecernji list" di Zagabria, ammetterŕ che gli Americani sapevano della preparazione della "Tempesta", ma negherŕ la loro partecipazione diretta. Tutto questo indica chiaramente l'azione coordinata tra la MPRI e l'Amministrazione americana: la MPRI forniva l'addestramento e gli Stati Uniti fornivano armi, equipaggiamenti, sostegno diplomatico e di altro tipo.

Al centro delle attivitŕ della MPRI era la formazione degli ufficiali croati e dei comandi per le operazioni tattiche, l'organizzazione delle unitŕ, la pianificazione dell'esecuzione di operazioni di combattimento, l'uso dell'intelligence, dei dati satellitari ed elettronici, la simulazione al computer e cosě via. L'intero esercito croato non poteva essere ristrutturato in cosě poco tempo secondo il modello occidentale, cosicché l'accento fu posto sulla formazione del personale preposto, dei comandi nelle basi militari, e la strutturazione delle Guardie del Primo Corpo d'elite in otto brigate organizzate secondo gli standard NATO, di cui facevano parte professionisti ben remunerati. Difatti, queste brigate di guardie costituiranno la potenza offensiva primaria, la forza d'urto nelle operazioni "Bljesak" e "Oluja", ovvero nella distruzione della Repubblica Serba di Krajina, nel terrorismo e nella persecuzione della popolazione serba. In quell'occasione l'esercito croato si comportň secondo una versione modificata della dottrina americana del "combattimento aria-terra" in cui, tra l'altro, fece ampio uso dell'artiglieria (razzi) per operazioni in profonditŕ, delle attivitŕ di guerra psicologica e propaganda, dell'intelligence e della logistica a livello NATO. Č certo, comunque, che l'assistenza della MPRI non sarebbe stata sufficiente e fondamentale per il successo dell'esercito croato se non ci fosse stata un'azione forte e coordinata e il sostegno delle forze USA e NATO, sotto il cappello delle Nazioni Unite a favore della Croazia. Vale a dire che nel Quartier Generale croato erano ospitati un centro americano per il comando, il controllo e il coordinamento dell'esercito croato, organismi per le attivitŕ psicologiche e di propaganda nonché un Centro per l'elaborazione dei dati riservati sull'esercito serbo di Krajina, raccolti dagli Stati Uniti attraverso satelliti spaziali e altri mezzi d'aria (velivoli senza pilota e aerei spia).

4. La partecipazione degli Stati Uniti alla distruzione della Repubblica Serba di Krajina

Il fatto che gli Stati Uniti passassero dati di intelligence all'esercito croato č evidenziato nel film documentario "La grande storia", presentato il 16 novembre del 1995 sul terzo canale della televisione londinese e realizzato dal network televisivo indipendente ITN. L'autore del documentario, il giornalista Dermot Mamahan, ha detto di avere iniziato la sua ricerca su "uno dei segreti meglio occultati della guerra dei Balcani" partendo dall'isola di Brac, dove in uno degli alberghi semideserti soggiornavano "misteriosi" americani che si muovevano solo in compagnia di poliziotti militari croati.

Abitanti locali, che vivono nella vicinanza dell'aeroporto, hanno confermato al giornalista britannico di aver avvistato certi "strani aerei" che si alzavano piů volte al giorno dalla pista. Sulla base delle loro descrizioni e della consultazione di esperti, Mamahan ha concluso che si trattava degli aerei spia americani senza pilota, del tipo GNAT-750, le cui parti sono arrivate smontate nelle casse e che gli americani in seguito assemblavano in uno degli hangar. Questi velivoli sono dotati di telecamere moderne e dispositivi di registrazione del movimento delle truppe, del dispiegamento delle armi, e di raccolta di altri dati importanti.

In quel film Mamahan ha inoltre usato le dichiarazioni di David Fulgham di "Aviation Week", che ha detto che "l'intera operazione dell'isola di Brac testimonia il coinvolgimento della CIA", oltreché le testimonianze di generali in pensione della intelligence americana, quali Roger Ciles, su come gli americani abbiano condiviso con i croati i dati ottenuti con voli spionistici. Questo č stato confermato a Mamahan anche dal generale croato Martin Spegelj.

In base a tutto ciň, Mamahan ha concluso che le truppe croate sicuramente hanno ampiamente usato questi dati per la conquista della Krajina, quando č stata perpetrata "l'uccisione massiccia dei civili di nazionalitŕ serba." Cosě "l'offensiva si č trasformata in un massacro condotto con il sostegno degli Stati Uniti", ha concluso Mamahan, aggiungendo che ufficiali delle Nazioni Unite hanno confermato che udirono i rumori di aerei americani poco prima che l'attacco avesse inizio.

I filmati degli aerei Nato che decollavano da Aviano poco prima dell'attacco alla Krajina, il cui compito era di demolire tutti i centri di trasmissione dell'esercito serbo di Krajina per disorientarlo poiché tutti i sistemi di comunicazione erano messi fuori uso, sono stati presentati due volte alla televisione croata. Cosě, la testimonianza dell'ufficiale ONU nel documentario di Mamahan ha acquistato peso e fornisce una ulteriore prova che la macchina della NATO guidata dagli Stati Uniti era direttamente impegnata a schiacciare la Krajina e, quindi, nelle persecuzioni e nei massacri ai danni della popolazione serba.

Per di piů, del coinvolgimento diretto degli Stati Uniti nella operazione "Oluja" ha parlato anche Tim Marshall, autore del libro "Game of Shadows" [Il gioco delle ombre] pubblicato nel 2001 a Belgrado, che in modo diretto racconta i retroscena della cosiddetta rivoluzione del cinque ottobre [2001]. Una parte della conversazione tra Marshall e Marko Lopusina, giornalista del "Nedeljni Telegraf", č stata pubblicata il 4 dicembre 2000. In essa, tra le altre cose, Marshall dice che la "Tempesta" fu una operazione pianificata e finanziata dagli Stati Uniti, con armi moderne utilizzate dalla CIA, e nota che questo dato gli č stato confermato da un colonnello della CIA: nella documentazione di questa agenzia, la "Tempesta" č valutata come una azione americana di grande successo.

Ciň che rimane come una questione aperta č il livello di partecipazione degli USA e della ditta MPRI alla diretta pianificazione di queste operazioni e se i pianificatori ed i consiglieri americani, insieme ai loro "allievi", abbiano pianificato il massacro e la persecuzione della popolazione serba, oppure se gli "allievi" siano andati fuori controllo, commettendo le atrocitŕ da soli, cercando di risolvere la questione serba in Croazia una volta per tutte, secondo la ricetta di Ante Pavelic.

5. I servizi segreti croati sulla partecipazione americana

"Signori, fateci espellere i serbi dalla Croazia, e noi non porremo questioni sulle condizioni che ponete", dichiarň Gojko Susak a Carl Edward Vuono nel novembre 1994, in occasione della firma degli accordi con la MPRI.

Dal momento che gli Stati Uniti erano piů interessati alla situazione in Bosnia-Erzegovina che a quella in Croazia, alla Croazia era richiesto di permettere l'installazione di una base militare per droni. La condizione principale era che tutto rimanesse top secret, per non far sembrare che gli Stati Uniti si schieravano dalla parte di uno degli avversari.

Gli Stati Uniti non soltanto monitorarono l'intera operazione "Tempesta", ma collaborarono anche attivamente con l'esercito croato nella sua preparazione e, alla fine, la avviarono loro direttamente. La luce verde dalla Casa Bianca, ovvero del presidente Clinton, per l'operazione "Oluja" fu trasmessa dal colonnello Richard Herish, allora addetto militare degli Stati Uniti a Zagabria. Pochi giorni prima dell'inizio della "Tempesta", egli si recň in visita da Markica Rebic, che con Miroslav Tudjman, allora primo uomo del servizio di intelligence croato, e Miro Medjimurac, allora capo del SIS, teneva le comunicazioni piů intense con i militari statunitensi e i servizi segreti, cosě che nel 1996 ricevette da Peter Galbraith, allora ambasciatore USA a Zagabria, una medaglia per il servizio meritorio reso. Herish trasmise a Rebic il messaggio che gli Stati Uniti non si opponevano all'inizio dell'operazione "Tempesta", ma che questa doveva essere "pulita e veloce" e completata in cinque giorni. Rebic rimase sorpreso che un tale importante messaggio politico e militare fosse trasmesso a tale livello, ed immediatamente informň la leadership dello Stato. Questo č degno di nota perché nella "linea di comando" Galbraith era stato completamente tralasciato. Vale la pena di sottolineare che il messaggio passň da Clinton ad Anthony Lake, allora consigliere per la sicurezza nazionale, e William Perry, ministro della Difesa, e tramite Rebic fino a Susak e al presidente Franjo Tudjman.

Questo fu il momento topico della cooperazione tra gli Stati Uniti e la Croazia, che aveva cominciato a svilupparsi nel 1992, all'inizio della guerra serbo-musulmana. Clinton nel 1995 era vicino alla sua seconda rielezione, Bob Dole era il candidato presidenziale repubblicano che chiese al Congresso di revocare l'embargo sulle armi ai musulmani della Bosnia-Erzegovina. Per Clinton questa regione diventava fondamentale per gli affari interni degli Stati Uniti ed era il prezzo per il mantenimento del suo potere. Nella loro strategia di soluzione della crisi essi decisero di utilizzare la Croazia per attaccare le forze serbe in Bosnia-Erzegovina, perciň Alija Izetbegovic e Franjo Tudjman firmarono la dichiarazione di Spalato - che permetteva l'ingresso in Bosnia-Erzegovina dell'esercito croato al comando del generale Ante Gotovina, nonché la cooperazione con l'esercito della Bosnia-Erzegovina. Al fine di realizzare questa operazione, l'esercito croato si portň sul monte Dinara sopra alla cittŕ di Knin per liberare la Krajina con l'operazione "Tempesta", e poi subito trasferě le proprie unitŕ in Bosnia-Erzegovina per fare pressione contro i serbi e forzare Slobodan Milosevic a firmare l'accordo di pace a Dayton. Clinton lottava con il tempo perché aveva bisogno di una soluzione rapida alla crisi al fine di fermare l'iniziativa di Dole e dimostrarsi dinanzi ai propri elettori come presidente deciso, in grado di risolvere una crisi cosě grande come quella nella ex Jugoslavia, i cui orrori ogni giorno venivano mostrati dalla CNN e dalle altre principali stazioni tv americane. Per non avere gli inglesi e i francesi alle calcagna, Clinton aggirň la diplomazia classica, in modo che, in caso di fallimento, avrebbe potuto affermare che non vi aveva fatto ricorso. Tuttavia, poiché l'azione intrapresa a suo nome da Richard Holbrooke era andata a buon fine, entrambi nei loro libri la elogiarono come un grande successo. Di fronte alla difficile situazione in Croazia e Bosnia-Erzegovina prima delle sue elezioni per il secondo mandato, Clinton aveva deciso di aiutare la Croazia contro la Krajina.

I primi contatti al massimo livello dell'intelligence erano iniziati nel 1992, quando a capo della DIA (Defense Intelligence Agency) era il generale James Claper. In Croazia i suoi uomini erano il tenente Richard Herish e il suo assistente Ivan Sarac. Sarac aveva il grado di sergente di quarto livello, il piů alto che potesse avere un sottufficiale. Nato in Croazia, a 17 anni emigrň negli Stati Uniti. Dopo alcuni anni si arruolň nell'esercito ed agli inizi del conflitto in Jugoslavia fu inviato a Zagabria perché conosceva la situazione e la lingua. Il tenente colonnello Herish era ingegnere edile, ma alla fine divenne altamente qualificato tra i militari americani e persona di massima fiducia per Claper. Rapidamente iniziň una sorta di scambio tra i due servizi. La Croazia forniva alla DIA le mine subacquee russe da 500 chili ed i piů moderni siluri russi, nonché dispositivi di cripto-protezione usati nella JNA come dall'esercito sovietico. I servizi croati fornivano informazioni sulla fabbrica di gas bellici in Serbia, trasferita in Serbia da Bijelo Polje presso Mostar. Gli Stati Uniti rapidamente fornirono apparecchiature per le intercettazioni telefoniche dirette contro la Serbia e il Montenegro, perché si potessero registrare contemporaneamente fino a 20.000 conversazioni telefoniche.

Prima della "Tempesta" avrebbero dovuto essere realizzate l'operazione "Summer '94" e l'azione "Winter '95". Nel pianificare operazioni di dislocazione di truppe croate sopra Knin, gli Stati Uniti prestavano assistenza sugli aspetti di intelligence dell'operazione. Per essere in grado di pianificare con precisione la penetrazione nelle montagne dell'entroterra bosniaco verso Knin, sono servite un sacco di informazioni sui movimenti delle truppe serbe, sulla composizione dei collegamenti, cripto-protezione, punti con postazioni di artiglieria e cosě via. Fu selezionata l'isola di Brac che si poteva difendere bene. Vi erano tutte le attrezzature e il personale diretto da esperti della CIA, con velivoli a lunga gittata senza equipaggio che coprivano l'intera Bosnia-Erzegovina fino al corridoio serbo sul fiume Sava. Nel loro raggio di azione c'era tutto il territorio della Krajina. A quel tempo nessuno aveva idea di cosa accadeva e veniva nascosto sull'isola di Brac. Neanche i tedeschi, alleati degli Stati Uniti, che il 1 gennaio 1994 inviarono il loro addetto militare. La base fu rimossa dopo un'incidente inavvertitamente causato da questo tedesco. Una nuova base fu creata in un sito presso Zara, il paese di Šepurine. Le attrezzature provenienti dagli Stati Uniti venivano trasportate di notte.

Da Šepurine, con veicoli aerei senza equipaggio, veniva coperto ogni angolo della Krajina e della Bosnia-Erzegovina. Gli americani avevano un tacito accordo con l'esercito croato perché consegnassero tutte le foto del terreno e delle truppe serbe: in tempo reale le immagini venivano trasferite direttamente via satellite al Pentagono. In sale con videoterminali tutta la situazione era costantemente monitorata da parte di tre ufficiali americani e tre ufficiali croati.

Alla vigilia della operazione "Bljesak", che doveva essere una prova generale della "Oluja", ed esattamente a mezzanotte, cioč sei ore prima dell'operazione, al Ministero degli Interni furono convocati Herish e Sarac, per riferire loro che l'azione pianificata sarebbe iniziata entro poche ore. A mezzanotte, al Ministero degli Interni su allestito il quartier generale per la operazione "Bljesak", che alle sei del mattino si trasferě presso il MORR. Cosě come veniva man mano spostata la sede, si spostava anche l'addetto militare americano. Egli ripetutamente esigeva rapporti sugli eventi e li inviava a Clinton alla Casa Bianca. Ogni mattina, il presidente degli Stati Uniti era informato sui preparativi e le operazioni in ogni dettaglio. Gli americani erano entusiasti per il modo in cui era condotta la "Oluja", capivano che questo era un ottimo modello di collaborazione con i croati, che poteva essere decisivo nella battaglia contro i serbi in Bosnia-Erzegovina. Il Pentagono coordinava tutta l'azione tramite Richard Herish, mentre l'azione della CIA era coordinata da Mark Kelton, capo della filiale della CIA a Zagabria, che lavorava a stretto contatto con Miroslav Tudjman, allora capo della HIS [Servizi segreti croati].

Gli americani, al momento della preparazione della "Tempesta", rifornivano l'esercito croato di dati sul movimento dei serbi in Krajina e sui movimenti dell'esercito jugoslavo sul confine orientale con la Croazia. Avevano paura che Milosevic avrebbe realizzato un contrattacco con due brigate corazzate nella Slavonia orientale, se lo scenario a sud si fosse rivolto contro Knin. Con un monitoraggio intensivo delle comunicazioni Belgrado-Knin e nella stessa Serbia, si concluse che il contrattacco non avrebbe avuto luogo. C'era il pericolo che i serbi dalla stessa Knin scatenassero un attacco nel momento in cui Gotovina arrivava con le sue unitŕ sul monte Dinara sopra la cittŕ. Nel caso in cui i velivoli senza pilota ed il monitoraggio avessero svelato manovre offensive da parte delle truppe, la "Oluja" sarebbe cominciata dieci giorni prima.

Nella notte tra il 3 e il 4 agosto 1995 alle unitŕ croate fu impartito l'ordine di spegnere tutti i dispositivi di telecomunicazione tra la mezzanotte e le quattro del mattino. Si č saputo in seguito che gli americani avevano utilizzato questo lasso di tempo per intercettare elettronicamente e distruggere i dispositivi di telecomunicazioni serbi. All'esercito croato rimase una sola ora, tra le 4 e le 5 del mattino, per il collegamento radio e il coordinamento dell'operazione. Alla vigilia della "Tempesta", nel quartier generale dell'operazione fu nuovamente accolto l'addetto militare americano. Ad accompagnarlo era nuovamente Ivan Sarac. Un giorno o due prima della “Tempesta", Herish - che aveva preparato l'operazione assieme agli ufficiali croati, trasmettendo il “via” da parte di Bill Clinton - fu sostituito dal colonnello John Sadler. A mezzanotte giunsero presso la sede operativa del MORR e da lě seguirono le vicende sul terreno. L'intera operazione "Tempesta" fu trasmessa in tempo reale via satellite al Pentagono. Il segnale che dagli americani andava al satellite era ricevuto anche dall'esercito croato, e con l'utilizzo di queste immagini era possibile controllare in modo millimetrico il fuoco dei cannoni contro le posizioni serbe sulla "Crvena zemlja" nei pressi di Knin, dove era situata la caserma dell'esercito della Repubblica Serba di Krajina. Assieme alla distruzione delle comunicazioni elettroniche serbe, le forze armate USA hanno agito direttamente anche contro le postazioni serbe, con il bombardamento missilistico contro la batteria antiaerea nei pressi di Knin, che copriva con i radar gli aerei da combattimento americani che sorvolavano la zona di battaglia. Questa notizia fu diramata solo una volta, nei notiziari delle 18; dopo di che giunse il severo rimprovero degli Stati Uniti per la diffusione della notizia, dopodiché questa non fu mai piů ripetuta. Nessuno credette alla spiegazione ufficiale americana per l'attacco missilistico, e a tutt'oggi regna la convinzione che questo fosse un modo di fornire assistenza diretta da parte degli Stati Uniti all'esercito croato - ma questo non si puň ammettere neanche dopo quindici anni dalla “Oluja” per via delle relazioni tra gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, la quale aveva un concetto completamente diverso per la soluzione dei problemi nei Balcani.

La "Oluja" si chiuse e la offensiva croata proseguě contro l'esercito della Repubblica Srpska.

Gli Stati Uniti rimasero impressionati di come le azioni erano veloci e pulite, e dei loro risultati, che consentirono un ingresso molto veloce dell'esercito croato in Bosnia-Erzegovina e la penetrazione fino a Banja Luka, e, infine, il consenso di Belgrado per gli accordi di pace a Dayton.
Vojno učešće SAD u napadu na Republiku Srpsku Krajinu 1995. godine
       
Veljko Đurić Mišina - sreda, 03. avgust 2011.


Važan američki politički interes na Balkanu je teritorija Bosne i Hercegovine. A da bi to postigli, morali se rešiti pitanje Republike Srpske Krajine. Izbora nije bilo: Krajina je morala nestati.

U Vašingtonu i Zagrebu paralelno su pripremane vojne operacije „Bljesak“, „Oluja“, „Maestral“ i „Golubica“.

„Bljesak“ je zamišljen i sproveden kao provera reakcije Beograda i Pala na akciju etničkog čišćenja u potonjoj operaciji „Oluja“.

„Maestral“ je planiran ali nije sproveden. Bio bi sproveden da Radovan Karadžić, predsednik Republike Srpske, nije uspeo da spreči inicijativu (samovolju) generala Ratka Mladića, načelnika Generalštaba Vojske Republike Srpske da se sve snage usmere i uključe u odsudnu odbranu. Saradnjom političkih vrhova sa Pala i Beograda Vojska Republike Srpske je izbačena iz igre nizom akcija od kojih je najvažnija bila smena generala Mladića sa mesta načelnika Generalštaba odlukom vlade Republike Srpske na sednici 7. avgusta 1995. godine.

„Golubica“, poznata i kao „Vukovarska golubica“, bi bila sprovedena u slučaju da režim u Beogradu nije mogao održati dogovor, ukoliko bi se određene strukture u sistemu komandovanja Vojskom Jugoslavije otrgle kontroli na potezu Baranje i Istočne Slavonije i time izazovu lančanu reakciju. To bi bilo osujećeno najstrožim i momentalnim kažnjavanjem i pozivanjem na odgovornost za pokazivanje i najmanje samoinicijative na terenu, usmerane u pravcu pružanja organizovanog otpora hrvatskoj ofanzivi.


*****

Pukovnik Ričard Šafranski, oficir Ratnog vazduhoplovstva armije Sjedinjenih Američkih Država, svojevremeno prvi analitičar u obaveštajnom sektoru Ratnog vazduhoplovstva, potom profesor na visokim vojnim školama u SAD, postao je poznat svetskoj javnosti jednim naučnim radom objavljenim u „Military riewiw“ novembra 1994. Taj zvanični časopis je ozbiljan, stručan i luksuzni mesečnik u kome se objavljuju radovi i projekti vodećih vojnih eksperata i naučnika SAD, Velike Britanije i drugih članica NATO. Postoje dve verzije ovog časopisa: prva je dostupna široj čitalačkoj publici i druga, u vidu biltena, namenjena za interno informisanje. Rad pukovnika Šafranskog, koji je po njegovim rečima „mršava skica ozbiljnog naučnog projekta na kome rade timovi stručnjaka već punu deceniju“ a koji je izazvao veliku pozornost stručne javnosti, objavljen je pod naslovom „Neokortikalni rat“.

U tom tekstu je prikazana osnova na kojoj počiva savremena vojna doktrina SAD i suština ofanzivne strategije XXI veka, koja je po rečima tog pukovnika „posle niza godina provera i eksperimenata zrela za uvođenje u praksu kako oružanih snaga Sjedinjenih Država tako i armije NATO“. Ubrzo potom, već 1995. pokazalo se kako to nije bilo samo mišljenje jednog naučnog tima ili njegovog rukovodioca. Savet za nacionalnu bezbednost je te godine odobrio i potpisao uvođenje novog pravila o upotrebi oružanih snaga SAD pod oznakom FM 100-5. To pravilo nije ništa drugo nego uputstvo za borbenu primenu teorije neokortikalnog ratovanja, i nije ništa drugo nego metoda kompatibilna sa planom sprovođenja spoljne politike SAD, zbog čega joj je i data saglasnost za upotrebu.

Neokortikalni ili neokortički rat obuhvata psihološko-propagandni rat, akcije posrednog nastupanja, sukobe niskog intenziteta, psihološke operacije.

Istorija čovečanstva je istorija rata, od bratoubistva Kainovog. Svi periodi mira su periodi slomljene volje poraženih strana i periodi priprema za budući oružani sukob.

Suština savremenog poimanja rata je da se jednom postignuti rezultat neispušta i ne dozvoli faza primirja i predaha sve do potpunog sloma, do tačke potpunog predavanja bezpogovornog i nepovratnog prepuštanja volji protivnika. Sam pukovnik Šafranski u tekstu kaže: „Mora se onemogućiti svaka pozicija ili pokušaj protivničke strane da jednom potčinjenu volju povrati. Kad god se u istoriji događala takva situacija, obnovljena volja je odgovarala sa mnogo više žestine nego pre potčinjavanja.“

Šta su to konkretno SAD uradile na terenu? Jednostavno su sledile uputstvo svojih odredbi iz pravila upotrebe Armije, koje se zove FM 100-5. Kad je politička odluka doneta, Armija je sprovodi u delo po načelima operacija FID, koje su predviđene u strategijskim i taktičkim pretpostavkama za Balkan.


1. Operacija FID

„Operacija FID“ (Foreign Internal Defence), odnosno „unutrašnja odbrana prijateljske zemlje“ definisana je u Pentagonu 1976. godine, u pravilu FM 100-20, na osnovu iskustava iz Vijetnama i proveravana u brojnim sukobima širom sveta. FID operacija podrazumeva vođenje dejstva „bez formalnog ratnog stanja“ i obuhvata čitav niz međusobno povezanih i usklađnih mera i aktivnosti, kako od strane zaštitnika (Vlade SAD) tako i od strane vlade koju SAD podržava u odbrani od destruktivnog delovanja njenog unutrašnjeg neprijatelja.

Takve operacije se organizuju u uslovima kada je nužno uzdržavanje od otvorene i direktne vojne intervencije. U realizaciji svojih ciljeva, prema zemlji koju stavljaju pod svoj „zaštitnički skut“, SAD najpre pružaju diplomatsku i političku podršku, kako bi se u svetskoj javnosti stvorilo uverenje u opravdanost takvih postupaka, zatim krenu u snabdevanje „štićenika“ oružjem i pružanje obaveštajne i instruktorske pomoći, kako bi se on odbranio „sopstvenim“ snagama, da bi na kraju, baš ako je to izuzetno i neophodno, usledilo i angažovanje oružanih američkih vojnih  snaga. Sve se svodi sa ciljem da se oružane formacije saveznika osposobe i ojačaju za samostalnu borbu, kako bi se učešće američkih vojnika na terenu svelo na najmanju meru.

Operacija FID zasniva se na tajnom međudržavnom ugovoru ili drugoj vrsti tajnog sporazuma između SAD i sticene strane, u cemu se angažuje celokupan američki potncijal, pocev od diplomatije, ekonomije, obaveštajnih službi i specijalnih snaga za realizaciju psiholosko­-propagandnih aktivnosti i drugih vidova podrške. Pri tom se da bi se sačuvala tajnost operacije što je više moguće aktivnosti, kakva je, na primer, instruktaža „vojske štićenika“, obavljaju se preko, navodno, privatnih firmi.


2. Operacija FID u Hrvatskoj

Priznavanjem Hrvatske od strane SAD i EU u njenim granicama po jugoslovenskom Ustavu iz 1974. godine stvoreni su uslovi za sklapanje međudržavnih ugovora između Hrvatske i SAD a time i za otpočinjanje realizacije operacije FID. Važno je napomenuti da je državnost Hrvatske priznata bez obzira na činjenicu što nisu bila rešena ključna pitanja, kao što je pitanje sukcesije i položaj srpskog naroda u njoj. To znači da su Srbi tretirani kao pobunjenici protiv „legalno izabrane vlade“ i „međunarodno priznate države“, njihove vojne jedinice kao „paravojne formacije“, a Republika Srpska Krajina kao „nelegitimna tvorevina“, iako je to bilo u suprotnosti sa stvarnim stanjem. Zbog toga su sve aktivnosti hrvatske vojske protiv Srba bile tumačene kao „borba protiv pobunjenika“, u kojoj saveznicima koji se bore protiv „pobunjenika“ treba pružiti pomoć.

U operaciji FID koju su SAD realizovale na prostoru Hrvatske, a koja se završila slamanjem Republike Srpske Krajine, progonom srpskog stanovništva iz Hrvatske i brojnim masakrima nad njim, jednu od glavnih uloga imala je firma MPRI.


3.1. Uloga firme za vojni konsalting MPRI

Američka privatna firma za vojni konsalting i pružanje profesionalnih vojnih usluga MPRI (Military ­Profesional Resources Incorporates – Vojni profesionalni resurs) formirana je 1987. godine. Njeno sedište je u Aleksandriji, Virdžinija (SAD) i okuplja prvenstveno penzionisane generale, admirale i oficire svih rangova iz američke armije, pretežno iz vojno obaveštajne službe. Na njihovom internet sajtu, ali i u prospektima koje dostavljaju zainteresovanim, navodi se da je MPRI centar sa najvećom koncentracijom vojnih eksperata i veštaka u svetu. Broj stalno zaposlenih je oko 2.000. Međutim, u misijama pružanja vojnih usluga MPRI po potrebi angažuje i dodatne snage.

Zadatak MPRI u okviru operacija FID je da obuči savezničku vojsku a administracije SAD da toj vojsci obezbedi najvažnije uslove za efikasno ratovanje: naoružanje, municiju, opremu za komandovanje i vezu, psihološko-propagandnu podršku, obaveštajne podatke i tako dalje. Ukoliko „sponzorisana“ strana, uprkos američkoj pomoći, nije u mogućnosti da izvrši postavljeni zadatak, SAD pribegavaju radi spasavanja svojih štićenika i neposrednom vojnom angažovanju, odnosno oružanoj intervenciji. Pri tome nastoje da prethodno obezbede dozvolu UN i saglasnost i podršku saveznika iz NATO. Koordninarano nastupanje MPRI i administracije SAD, najpre na prostoru Hrvatske, a zatim i u Bosni i Hercegovini, presudno je uticalo na uspeh operacija hrvatske i muslimanske vojske protiv Srpske Vojske Krajine i Vojske Republike Srpske. (Ovo koordinirano delovanje nastavljeno je kasnije i u Makedoniji i na Kosovu i Metohiji)

Iako administracija SAD ovakve akcije sprovodi tajno i nastoji da pošto-poto očuva njihovu tajnost, ipak se dešava da njihovi zvaničnici u svojm javnim istupanjima nehotice otkriju pravi smisao i suštinu delovanja MPRI. Tako je predsednik SAD Vilijam Bil Klinton dajući preporuku da MPRI vodi program „Opremi i obuči“ javno izjavio da su odlično uradili posao za Hrvate i u Bosni. (Ugovor između firme MPRI i Muslimansko-hrvatske federacije, u okviru programa „Opremi i obuči“ potpisali su 16. jula 1996. Alija Izetbegović, Krešimir Zubak i DŽejms Predju, predstavnik vlade SAD za vojnu saradnju na Balkanu. Ugovor predstavlja još jedan dokaz da administracija SAD koristi ovu firmu kao masku za svoje prikriveno delovanje. Ovo su samo neke od činjenica koje argumentuju da MPRI predstavlja ofanzivni element politike SAD i „masku“ za prikriveno delovanje zvanične administracije, jer se radi o privatnoj a ne državnoj organizaciji. Njenim posredstvom ostvaruju se američki interesi u određenoj zemlji ili regionu.)


3.2. MPRI u Hrvatskoj

Rukovodstvo Hrvatske i MPRI su još 1991. godine potpisali ugovor o obučavanju hrvatske vojske. Ministar odbrane Hrvatske Gojko Šušak je obnovio taj ugovor 15. novembra 1994, posle čega je u Hrvatsku došlo oko 60 eksperata MPRI, koji su preuzeli obuku hrvatskih specijalnih snaga i gardijskih jedinica.

Paralelno s tim, 29. novembra iste godine, potpisan je i vojni sporazum između ministarstava odbrane Hrvatske i SAD, koji je sadržavao veći broj tajnih klauzula o obuci hrvatske vojske, učešću američkih generala u operativnom planiranju, naoružavanju, obaveštajnoj i logističkoj podršci. Tim ugovorom je bilo precizirano i postavljenje američkih špijunskih bespilotnih letilica na Braču, elektronskog prislušnog centra NATO na teritoriji Hrvatske, korišćenje aerodruma i luka na Jadranu i druga pitanja. Oba ugovora označila su direktno angažovanje SAD u jačanju hrvatske vojske i u njenom pripremi za odlučujući obračun sa Srbima.

U Generalštabu Hrvatske vojske bili su angažovani renomirani penzionisani generali pripadnici MPRI: DŽon Galvin, bivši komandant američkih snaga u Evropi, Karl Vuno, bivši načelnik Generalštaba kopnene vojske SAD u vreme operacija u Panami, Ričard Grifit, bivši pomoćnik komandanta američkih snaga u Evropi za obeveštajna pitanja, DŽejms Lindzi, bivši komandant specijalnih snaga SAD i ekspert za sukobe niskog intenziteta, Ed Sojster, bivši načelnik Vojnoobaveštajne službe, Sent Krozbi, bivši načelnik Vojne akademije u Fort Levenvortu, kao i niz drugih nižih oficira i podoficira. Aktivnosti u Hrvatskoj između MPRI i vlade SAD koordinirao je general DŽon Svol, vojni savetnik državnog sekretara Vorena Kristofera. Pri ambasadi SAD u Zagrebu, prema pravilima, formiran je „državni tim“ za pružanje svih vrsta pomoći „prijateljskoj zemlji“ sa ambasadorom Piterom Galbrajtom na čelu, koji je kasnije, u intervju za zagrebački „Večernji list“, priznao da su Amerikacni znali za pripremu „Oluje“ ali je demantovao da su u njoj neposredno učestovali. Sve ovo sasvim jasno ukazuje na koordinirano delovanje MPRI i administracije SAD: MPRI – obuka a SAD – naoružanje, oprema, diplomatska i druga podrška.

Težište aktivnosti MPRI bilo je obuka hrvatskih oficira i komandi u taktičkim radnjama, organizaciji jedinica, planiranju izvođenja borbenih operacija, korišćenje obaveštajnih, satelitskih i elektronskih podataka, kompjuterskoj simulaciji i tako dalje. Za tako kratko vreme celokupna hrvatska vojska nije mogla da bude prestruktuirana po zapadnom modelu pa je težište stavljeno na obučavanje višeg starešinskog kadra, komandi i štabova i osposobljavanje Prvog gardijskog korpusa sa osam elitnih brigada, organizovanih po NATO standardima i popunjenih dobro plaćenim profesionalcima. Upravo će ove gardijske brigade predstavljati glavnu ofanzivnu snagu i udarne pesnice u operacijama „Bljesak“ i „Oluja“, odnosnu slamanju Republike Srpske Krajine, teroru i progonu srpskog stanovništva. Tom prilikom, hrvatska vojska je demonstrirala modifikovanu američku doktrinu „vazdušno-­kopnene bitke“ u kojoj su, pored ostalog, ispoljena i jaka artiljerijsko-raketna dejstva po dubini, snažne psihološko-propagandne aktivnosti, obaveštajno i logističko obezbeđenje na nivou NATO. Sigurno je, međutim, da pomoć MPRI ne bi bila dovoljna i odlučujuća za uspeh hrvatske vojske da nije bilo snažnog i koordiniranog delovanja i podrške SAD i NATO snaga, pod pokroviteljstvom UN u korist Hrvatske. Naime, u okviru hrvatskog Generalštaba su postojali Američki centar za komandovanje, upravljanje i koordinaciju hrvatske vojske, organi za psihološko-propagandno delovanje i Centar za obradu obaveštajnih podataka o srpskoj vojsci Krajine, prikupljenih američkim satelitima iz vasione i drugim sredstvima iz vazduha (bespilotne letelice i špijunski avioni).


4. Učešće SAD u slamanju Republike Srpske Krajine

O tome da su SAD dostavljale obaveštajne podatke hrvatskoj armiji svedoči i dokumentarni film „Velika storija“, koji je 16. novembra 1995. emitovao Treći kanal londonske televizije i koji pripada nezavisnoj televizijskoj mreži ITN. Autor dokumentarca, novinar Dermot Mamahan, svoje istraživanje o, kako je rekao, „jednoj od najčuvanijih tajni balkanskog rata“ započeo je na ostrvu Braču, gde su u jednom od ispražnjenih hotela boravili „misteriozni“ Amerikanci, koji su se kretali isključivo u pratnji hrvatskih vojnih policajaca.

Meštani koji žive u blizni aerodruma potvrdili su britanskom novinaru da su videli „čudne avione“ koji su se sa aerodromske piste uzdizali po nekoliko puta dnevno. Na osnovu njihovih opisa i konsultacijama sa stručnjacima, Mamahan je zaključio da se radilo o američkim špijunskim letilicama bez pilota tipa GNAT-750, čiji su delovi su stizali u sanducima, a Amerikanci su ih posle sastavljali u jednom od hangara. Letelice su opremljene moderim kamerama i uređajima za snimanje pokreta trupa, raspored naoružanja i prikupljanje drugih važnih podataka.

Mamahan je tom prilikom citirao i Dejvida Fulgama iz časopisa „Aviation week“, koji je rekao da „čitava bračka operacija svedoči o angažovanju CIA“ a navedena je i izjava penzionisanog generala američke obaveštajne službe Rodžera Cajlsa, da Amerikanci dele sa Hrvatima podatke dobijene špijunskim letovima. To je Mamahanu potvrdio i hrvatski general Martin Špegelj.

Na osnovu toga, Mamaham je zaključio da su hrvatske trupe, izvesno, te podatke široko koristile u osvajanju Krajine, kada je usledilo „masovno ubijanje civila srpske narodnosti“. Tako je „ofanziva koja se izvrgla u masakr sprovedena uz američku podršku“, zaključio je Mamahan i dodao da su kako su oficiri UN potvrdili da su čuli zvuke američkih aviona neposredno pre nego što je napad počeo.

Snimci NATO aviona koji poleću iz Avijana neposredno pred napad na Krajinu, a čiji je zadatak bio da sruše sve releje Srpske vojske Krajine, čime su je dezorijentisali jer komunikacioni sistemi više nisu mogli da funkcionišu, prikazani su svojevremeno na Hrvatskoj televiziji dva puta. Time svedočenje oficira UN iz Mamahovog dokumentarnog filma dobija na težini i daje još jedan od dokaza da se NATO mašinerija predvođena SAD naposredno angažovala u slamanju Krajine a time u progonu i masakrima srpskog stanovništva.

Osim toga o neposrednom angažovanju SAD u operaciji „Oluja“ govori i Tim Maršal, autor knjige „Igra senki“, koja je 2001. objavljena u Beogradu i koja na direktan način govori o pozadini takozvanih petooktobarske revolucije. Deo razgovora Maršala i Marka Lopušine, novinara „Nedeljnog telegrafa“ je objavljen 4. decembra 2000. U njemu, između ostalog, Maršal govori da je operacija „Oluja“ planirana i finansirana iz SAD, uz upotrebu modernog oružja koje koristi CIA, ističući da mu je to potvrdio jedan pukovnik CIA: „Oluja“ je u dokumentaciji ove agencije ocenjana kao vrlo uspešna – američka akcija.

Ono što ostaje kao otvoreno pitanje jeste koliko je učešće SAD i firme MPRI u neposrednom planiranju ovih operacija i da li su američki planeri i savetodavci zajedno sa svojim „učenicima“ planirali masakr i progon srpskog stanovništva ili su se „učenici“ otrgli kontroli i zlodela počinili na svoju ruku, nastojeći da, po receptu Ante Pavelića, reše srpsko pitanje u Hrvatskoj jednom za svagda.


5. Hrvatske obaveštajne službe o američkom učešću

„Gospodo, istjerajte nam Srbe iz Hrvatske, mi nemamo pitanja oko vaših uslova“ rekao je Gojko Šušak Karlu Edvardu Vuonou novembra 1994. prilikom potpisivanja ugovora sa MPRI.

Budući da je SAD više zanimala situacija u Bosni i Hercegovini nego u Hrvatskoj, od Hrvatske se tražilo da omogući instaliranje vojne baze s bespilotnim letilicama. Osnovni uslov je bio da to bude najstroža tajna, da ne bi izgledalo da se SAD svrstava na jednu stranu.

SAD nisu samo nadzirale kompletnu akciju „Oluja“, nego su i aktivno sarađivale s Hrvatskom vojskom na njenoj pripremi, i na kraju i direktno inicirale. Zeleno svetlo Bele kuće, odnosno predsednika Klintona za akciju „Oluja“ preneo je potpukovnik Ričard Heriš, tadašnji vojni ataše SAD u Zagrebu. Nekoliko dana pre početka „Oluje“ on je posetio Markicu Rebića, koji je uz Miroslava Tuđmana, tada prvog čoveka Hrvatske informativne službe, i Miru Međimurca, tada šefa SIS-a, najintenzivnije komunicirao s američkim vojnim i obaveštajnim službama, zbog čega je 1996. i dobio od Pitera Galbrajta, tadašnjeg ambasadora SAD u Zagrebu, Meritorius service medal. Heriš je Rebiću predao poruku da SAD nema ništa protiv toga da operacija „Oluja“ počne, da mora biti „čista i brza“, odnosno da je treba završiti u pet dana. Rebić je bio iznenađen što je tako važna politička i vojna poruka prenešena na takvom nivou, i odmah pisanom porukom izvestio državni vrh. Ovo je vredno pažnje jer je u liniji „zapovedanja“ u potpunosti bio izbačen Galbrajt. Vredi istaći da je poruka prenesena od Klintona, Entonija Lejka, tada savetnika za nacionalnu sigurnost, i Vilijama Perija, ministra odbrane, preko Rebića do Šuška i predsednika Franje Tuđmana.

To je bio vrhunac međusobne saradnje SAD i Hrvatske, koja se počela razvijati 1992, na početku srpsko-muslimanskog rata. Klinton je 1995. bio pred drugim izborima, a Bob Dol republikanski predsednički kandidat koji je tražio da Kongres donese odluku o ukidanju embarga na oružje za muslimane u Bosni i Hercegovini. Klintonu je regija postala bitna zbog unutrašnjih stvari u SAD i cena njegova opstanka na vlasti. U strategiji rešavanja krize odlučili su iskoristiti Hrvatsku da se preko nje udari po srpskim snagama u Bosni i Hercegovini, stoga je i potpisana Splitska deklaracija Alije Izetbegovića i Franje Tuđmana, koja je dopuštala ulazak Hrvatske vojske pod komandom generala Ante Gotovine u Bosnu i Hercegovinu i saradnju s Armijom Bosne i Hercegovine. Da bi se mogla ostvariti ta operacija, hrvatska vojska je morala doći na Dinaru iznad Knina i operacijom „Oluja“ osloboditi Krajinu, pa su odmah prebacili svoje jedinice u Bosnu i Hercegovinu, kako bi se stisnulo Srbe i prisililo Slobodana Miloševića na potpisivanje mirovnog sporazuma u Dejtonu. To je bila Klintonova borba s vremenom, jer mu je trebalo brzo rešenje krize kako bi zaustavio Dolovu inicijativu i pred svojim biračima pokazao se kao odlučan predsednik koji može rešiti i tako velike krize kao što je bila ona na tlu bivše Jugoslavije, a čije su strahote svaki dan bile prikazivane na CNN-u i drugim velikim američkim TV stanicama. Da ne bi imao na leđima Engleze i Francuze, Klinton je zaobišao klasičnu diplomatiju, kako bi u slučaju neuspeha mogao tvrditi da u tome nije sudelovao. No, budući da se akcija, koju je u njegovo ime vodio Ričard Holbruk, dobro završila, obojica su je u svojim knjigama istakli kao vrlo uspešnu. Suočen s teškim stanjem u Hrvatskoj i Bosni i Hercegovini pred izbore za drugi mandat, Klinton je odlučio pomoći Hrvatsku protiv Krajine.

Prvi kontakti na najvišem obaveštajnom nivou počeli su 1992, kada je na čelu DIA (Defence Intelligence Agency – Vojna obaveštajna agencija) bio general DŽejms Klaper. U Hrvatskoj su njegovi ljudi bili potpukovnik Ričard Heriš i njegov pomoćnik Ivan Šarac. Šarac je imao čin narednika četvrtoga reda, najviši koji je kao dočasnik mogao imati. Rođen u Hrvatskoj, sa 17 godina emigrirao u SAD. Nakon nekoliko godina prijavio se u vojsku pa je na početku sukoba u Jugoslaviji poslan u Zagreb, jer je poznavao prilike i znao jezik. Potpukovnik Heriš je bio inžinjer građevine, no s vremenom je postao vrlo visoko pozicioniran u američkoj vojnoj službi i osoba kojoj je Klaper najviše verovao. Ubrzo je počela svojevrsna trgovina između dve službe. Hrvatska služba je dala američkoj DIA ruske podvodne mine od 500 kilograma i najmodernija ruska torpeda, a zatim i kriptozaštitne uređaje koje je koristila JNA, odnosno sovjetska vojska. Hrvatska služba je dala podatke o fabrici bojnih otrova koja se nalazila u Srbiji a premeštena iz Bijelog Polja kod Mostara. SAD su ubrzo isporučile opremu za prisluškivanje koja je uperena prema Srbiji i Crnoj Gori mogla istovremeno snimati 20.000 telefonskih razgovora.

Pre „Oluje“ trebalo je provesti akciju „Ljeto '94“ i „Zima '95“. U planiranju operacije dolaska hrvatskih trupa iznad Knina SAD je pomogao u obaveštajnom delu operacije. Da bi se tačno mogao planirati prodor preko bosanskih planina u zaleđe Knina, trebalo je mnogo informacija o kretanju srpskih trupa, sastavu veza, kripto zaštiti, postavljenim topovskim punktovima i tako dalje. Odabran je otok Brač, koji se mogao dobro čuvati. Tamo su bili stacionirani sva oprema i ljudstvo predvođeno CIA-inim stručnjacima s bespilotnim letelicama dugog dometa, koji su pokrivali celu Bosnu i Hercegovinu do srpskog koridora na Savi. U njenom dometu je bilo i celo područje Krajine. U to vreme niko u Hrvatskoj nije znao šta se zapravo događa i skriva na Braču. To nisu znali ni američki saveznici Nemci, koji su tamo 1. januara 1994. poslali svog vojnog atašea. Baza je izmeštena posle incidenta koji je nesmotreno izazvao ovaj Nemac. Nova baza je napravljena u mestu Šepurine kraj Zadra. Oprema iz SAD dovozila se preko noći.

Iz Šepurina se bespilotnim letelicama pokrivao svaki kutak Krajine i Bosne i Hercegovine. Amerikanci su imali prećutan dogovor sa hrvatskom vojskom da im ustupe sve snimke terena i srpskih trupa, a u realnom vremenu slika se direktno preko satelita prebacivala u Pentagon. U prostorijama s ekranima neprestano su celu situaciju nadgledala tri američka i tri hrvatska oficira.

Uoči akcije „Bljesak“, koja je trebalo biti generalna proba za akciju „Oluja“, tačno u ponoć, šest sati pre početka operacije, u MUP su pozvani Heriš i Šarac gde im je rečeno da planirana akcija počinje za nekoliko sati. U MUP je tačno u ponoć bio formiran Štab operacije „Bljesak“, koji se ujutro u šest sati prebacio u MORR. Kako se selio štab, tako se selio i američki vojni ataše. On je neprestano tražio izveštaje o dogadanjima i slao ih Klintonu, u Belu kuću. Svakoga jutra američki predsednik je bio obavešten o pripremama i svakome deliću operacije. Amerikance je oduševio način na koji je sproveden „Bljesak“, shvatili su da je to izvrstan model saradnje s Hrvatima, koji bi mogao biti odlučujući u borbi protiv Srba u Bosni i Hercegovini. Pentagon je celu akciju koordinirao preko Ričarda Heriša, a akciju CIA koordinirao je Mark Kelton, šef ekspoziture CIA u Zagrebu, koji je usko sarađivao s Miroslavom Tuđmanom, tada šefom HIS.

Amerikanci su u vreme pripremanja „Oluje“ opskrbljivali hrvatsku vojsku podacima o kretanju Srba u Krajini i pokretima Vojske Jugoslavije na istočnoj granici s Hrvatskom. Bojali su se da će Milošević napraviti protivudar s dve tenkovske brigade u Istočnoj Slavoniji ako se na južnom bojištu krene na Knin. Intenzivnim slušanjem komunikacije Beograd-Knin, i u samoj Srbiji, došlo se do zaključka da do protivudara ipak neće doći. Rizično je bilo da Srbi iz samoga Knina ne krenu u napad kada Gotovina s jedinicama dođe na Dinaru iznad Knina. Da su bespilotne letelice i prisluškivanja pokazivala ofanzivne pokrete trupa, „Oluja“ bi počela desetak dana prije.

U noći 3/4. avgusta 1995. hrvatskim jedinicama bila je izdana zapovest da se između ponoći i četiri sata ujutro isključe svi telekomunikacijski uređaji. Posle se saznalo da su Amerikanci iskoristili to vreme za ometanje i uništavanje srpskih telekomunikacijskih uređaja elektronskim putem. Hrvatskoj vojsci je preostalo samo sat vremena, od četiri do pet ujutro, da se služi radio-vezom i koordinira akciju. Uoči „Oluje“ ponovo je u Štab operacije pozvan američki vojni ataše. U njegovoj pratnji opet je bio Ivan Šarac. Dan ili dva pre „Oluje“ Heriša, koji je pripremao „Oluju“ s hrvatskim oficirima i dao u ime Klintona zeleno svetlo za operaciju, zamenio je pukovnik DŽon Sadler. Tačno u ponoć došli su u Operativni štab u MORR-u i odande neprekidno pratili događaje na terenu. Ovaj put cela operacija „Oluja“ u realnom je vremenu prenosena preko satelita u Pentagon. Signal koji je išao prema satelitu od Amerikanaca je preuzimala i Hrvatska vojska, pa se pomoću tih snimaka moglo u milimetar kontrolisati topovska paljba po srpskim položajima na Crvenoj zemlji u okolici Knina, gde je bila smeštena kasarna vojske Republike Srpske Krajine. Uz uništavanje srpskih komunikacija elektronskim putem, vojska SAD i vojno je delovala po srpskim položajima, kada je raketirala protivavionsku bateriju nadomak Knina koja je radarskim snopom obasjala američke borbene avione koji su nadletali područje borbi. Ta je vest bila objavljena samo jednom, i to na vestima u 18 sati. Nakon toga je SAD uputio oštar prekor zbog objavljivanja te vesti, pa posle ona više nikada nije ponovljena. U službeno američko objašnjenje raketiranja niko nije poverovao, nego i danas vlada uverenje da se radilo o direktnoj američkoj pomoći Hrvatskoj vojsci, samo što se to ni petnaest godina nakon „Oluje“ ne sme priznati zbog odnosa SAD s Velikom Britanijom, koja je imala potpuno drugačiju koncepciju rešavanja pitanja na Balkanu.

„Oluja“ je završena a hrvatska ofanziva je nastavljena protiv vojske Republike Srpske.

SAD je bio oduševljen brzinom i čistoćom sprovedene akcije i njenim rezultatima, koji su omogućili munjevit ulazak hrvatske vojske u Bosnu i Hercegovinu i prodor do Banjeluke i na kraju pristanak Beograda na mirovni sporazum u Dejtonu.



prevod: CNJ-onlus
Wikileaks: gli Usa sapevano degli orrori croati contro i serbi

Il Piccolo – domenica, 28 agosto 2011 - Stefano Giantin

Il sito rivela cablogrammi statunitensi sull’Operazione Tempesta per la riconquista della Krajina e sulle violazioni dei diritti umani. La vittoria dovuta alla ritirata spontanea dei separatisti

BELGRADO Dopo mesi di attesa, le “gole di profonde” del sito Wikileaks si sono ricordate dei Balcani. In un paio di giorni, un massiccio numero di cablogrammi Usa redatti dalle ambasciate americane di Zagabria e Belgrado č stato pubblicato su Internet. Circa un migliaio di documenti che coprono il periodo 1991-2010, in gran parte “non classificati”, rivelano il punto di vista di Washington sui periodi piů bui delle guerre nell’ex Jugoslavia. L’Operazione Tempesta, quella che consentě ai croati di “ripulire” la Krajina dai serbi che non riconoscevano l’indipendenza di Zagabria, č uno dei temi-chiave dei documenti svelati da Assange. Una decina di cablogrammi, risalenti al 1995, analizzano a fondo le mosse delle truppe croate e i risultati ottenuti sul campo. E il giudizio Usa non č certo dei piů favorevoli e non piacerŕ né ai serbi – descritti come non smaniosi di combattere -, né ai croati, i cui soldati sono invece dipinti come violenti saccheggiatori. Il 30 agosto 1995, a meno di un mese dalla conclusione delle manovre di “Oluja”, i diplomatici Usa spediscono in patria una relazione dettagliata sui retroscena della campagna di pulizia etnica della Krajina serba. Il rapporto reca la firma dell’ambasciatore Peter Galbraith, lo stesso che di recente ha dichiarato che “Oluja” «non era un’operazione di pulizia etnica perché la popolazione serba era fuggita di propria volontŕ». Il cablogramma conferma l’opinione di Galbraith ma sottolinea anche la brutalitŕ croata, spesso sottostimata da Usa ed Europa. «L’operazione ha avuto successo non per la bravura delle forze croate ma perché i leader serbi dell’area avevano deciso per tempo di evacuare invece di sostenere una campagna difensiva» si legge nel cablogramma. Di sicuro, i capi serbi dovevano avere ricevuto da Belgrado un preciso ordine di ripiegare perché l’area di Knin, l’ex baluardo dei serbi della Krajina, rappresentava «il sogno di ogni difensore. Anche tattiche marginalmente efficaci da parte della leadership serba avrebbero potuto trascinare gli attaccanti in una battaglia prolungata e debilitante». Le parole riportate dai messaggi americani sono del colonnello canadese Balfour, uno degli osservatori internazionali operanti nell’area. Incontrando i senatori Usa Warner e Kerrey, arrivati apposta a Knin per accertare la situazione sul campo -, lo stesso Balfour descrive anche alcune compagnie di soldati croati come «gruppi di banditi». Gli osservatori Onu ed europei confermano: «L’Operazione Tempesta č stata caratterizzata da significative violazioni dei diritti umani, incluse la distruzione di villaggi e abitazioni serbe e l’uccisione di civili». Se la vittoria militare croata andrebbe dunque attribuita essenzialmente alla ritirata dei serbi, resta da scoprire fino a che punto gli Usa erano a conoscenza del livello di crudeltŕ pianificata espresso dai croati durante e soprattutto dopo l’Operazione Oluja. Non solo pulizia etnica ma anche il tentativo – riuscito - di eliminare ogni chance di ritorno per i serbi della Croazia. «Il 60% delle proprietŕ dei serbi č stato distrutto dal 7 al 24 agosto», spesso con l’aiuto di «soldati in uniforme croata e di autobotti cariche di benzina o di gruppi misti di militari e civili». Sebbene alcuni rapporti ascrivessero le distruzioni alla volontŕ di saccheggio di «singoli elementi criminali», gli Usa ammettono che ci potrebbero invece essere stato «un piano croato per privare i serbi di un posto dove tornare», mentre le cittadine piů popolose come Knin e Drnis furono risparmiate per essere ripopolate da sfollati croati. La spietatezza dei protagonisti delle operazioni č rappresentata in una scena narrata dai diplomatici americani: «In una remota area rurale, un soldato Onu e uno canadese hanno osservato militari croati posare per una foto con un anziano serbo, esibito come un trofeo di caccia. Poco dopo, il vecchio č stato ritrovato in un campo vicino con un proiettile in testa».
Wikileaks: SAD su znali sve o hrvatskim zlodjelima nad srpskim stanovništvom

Il Piccolo – Nedelja, 29 augusta 2011. - Stefano Giantin

Sito otkriva kablograme Sjedinjenih Država o Operaciji Oluja za zaposjedanje Krajine i o povredama ljudskih prava. Pobjeda zahvaljujući spontanom povlačenju separatista.

Nakon mjeseci i mjesici iščekivanja progovorila su «duboka grla» sita Wikileaks i sjetile se Balkana. U nekoliko dana vrlo obiman broj kablograma SAD-a poslanih iz ambasada u Zagrebu i Beogradu objavljen je na Internetu. Gotovo hiljadu dokumenata, koji pokrivaju period od 1991do 2010, u najvećem broju slučajeva «neklasificiranih» otkrivaju gledište Washintona o najmračnijim razdobljima rata u bivšoj Jugoslaviji. Operacija Oluja, koja je dozvolila Hrvatima da «očiste» Krajinu od Srba, jer ovi nisu priznavali nezavisnost Zagreba, ključna je tema dokumenata, koje je objavio Assange. Destci kablograma, još iz 1995 godine, podrobno analiziraju ponašanje hrvatskih trupa i rezulate postignute na terenu. Sud SAD-a nije uopće blagonaklon i neće se svidjeti ni Srbima – opisanim kao da uopće nisu gorjeli od želje za borbom – ni Hrvatima, čiji su vojnici opisani kao nasilnički pljačkaši. 30 augusta, kad još nije bio prošao ni mjesec dana od operacije «Oluja», diplomati SAD-a šalju u domovinu vrlo detaljni izvještaj o pozadini kampanje etničkog čišćenja srpske Krajine. Dokument je potpisao američki ambasador Peter Galbraith, isti onaj koji je nedavno izjavio da «Oluja nije bila operacija etničkog čišćenja, jer je srsko stanovništvo svojevoljno pobjeglo.» Kablogram potvrđuje Galbraithovo mišljenje, ali naglašava brutalnost Hrvata, često potcijenjenu od SAD-a i od Evrope. «Operacija je uspjela ne zbog sposobnosti hrvatskih snaga, već zato što su srpski leaderi iz tog kraja već prije odlučili da se evakuiraju, umjesto da sudjeluju u obrambenoj kampanji» može se pročitati u kablogramu. Sigurno su vođe Srba morale dobiti iz Beograda sasvim preciznu naredbu, da se povuku, jer je područje Knina, biša utvrda Srba iz Krajine, predstavljala «san svakog njenog vojnika. Čak i marginalno efikasne taktike upotrebljene od strane srpske leadership mogle su uvući napadače u dugu i iscrpljujuću bitku.» Riječi koje ponavljaju američke poruke mišljenje su kanadskog pukovnika Balfoura, jednog od međunarodnih promatrača, koji je operirao u toj zoni. Susrevši se sa senatorima Warnerom i Karreyem, koji su došli u Knin upravo zbog toga da se utvrde situaciju – sam je Karrey opisao pojedine jedinice hrvatskih vojnika kao «grupe bandita». Posmatrači UN i Evrope to potvrđuju. »Operacija Oluja bila je okarakterizirana značajnim povredama ljudskih prava, ubrojivši u to i razaranje sela, rušenje srpskih kuća i ubijanje civila». Ukoliko se hrvatsku pobjedu mora u biti pripisati povlačenju Srba, treba otkriti do koje su mjere Sjedinjene Države bile upoznate sa razinom planske bestijalnosti, koja je došla do izražaja za vrijeme i naročito nakon operacije Oluja. Nije to bilo samo etničko čišćenje već i pokušaj – uspio – eliminacije svake šanse za povratak Srba u Hrvatsku. «60% srpske imvine bilo je razoreno od 7 do 24 augusta», često uz pomoć «vojnika u hrvatskoj uniformi i autocisterni punih benzina ili od strane mješovitih grupa vojnika i civila». Iako neki izvještaji pripisuju želju za razaranjem «pojedinačnim kriminalnim elementima», SAD dozvoljavaju da se vrlo vjerovatno radilo «o hrvatskom planu da se Srbi liše mjesta na koje bi se mogli vratiti», dok su napučeniji gradići kao što su Knin i Drniš bili pošteđeni, kako bi bili naseljeni hrvatskim izbjeglicama. Nemilosrdnost protagonista vojne operacije predstavljena je u sceni koju opisuju američki diplomati: »U jednom zabačenom seljačkom kraju jedan vojnik UN i jedan kanadski vojnik posmatrali su kako se hrvatski vojnici fotografiraju s nekim starim Srbinom tretiranim kao da je on plijen lova. Nedugo zatim starac je pronađen s metkom u glavi».    




Izvor / fonte:  http://www.pecat.co.rs/2011/09/penzionisani-generali-kumovali-zlocinima/
traduzione a cura di CNJ-onlus
Penzionisani generali kumovali zločinima?

Septembar 1, 2011 - Piše Radosav Berbatović

Počelo suđenje američkoj firmi „L-3 MPRI“ za podršku Hrvatima tokom zločinačke akcije „Oluja“ u leto 1995. godine


Čikaški Federalni sud prihvatio je da sudi firmi „L-3 MPRI“ za saučesništvo u masovnom ubijanju i proterivanju 200.000 Srba tokom akcije „Oluja“ u leto 1995. godine. Srbi koji su preživeli „Oluju“ podneli su tužbu protiv te kompanije od koje zahtevaju odštetu od 10 milijardi dolara, još leta prošle godine, ali se proces odužio pošto su predstavnici „L-3 MPRI“ tražili izuzeće Čikaškog suda, i zahtevali da se proces prenese na njujorški Federalni sud.


PONUDA ZA PORAVNANJE

U obrazloženju odluke Suda sudija Ruben Kastilo rekao je da se Čikaški sud oglašava nadležnim da sudi u ovom procesu, iako američka kompanija „MPRI“ ima sedište u Aleksandriji koja je pod jurisdikcijom Suda u Njujorku. On je objasnio da ta firma ima mnoge poslove u državi Ilinois i zato može da joj se sudi pred Sudom u Čikagu.
Kastilo je takođe naveo da u okrugu Ilinois radi od 91 do 113 zaposlenih u kompaniji „L-3“, da je ova kompanija tokom 2010. godine vodila poslove vredne 19 miliona dolara, kao i više od 16 miliona tokom prethodne godine.
„Zbog direktnog prevoza do čikaške oblasti svedoci koji budu saslušavani i tužioci mogu lakše doputovati, čime će se olakšati tok procesa, a i najveći broj izbeglih iz Krajine izvan Srbije nalazi se u Čikagu“, obrazložio je sudija.
Naš izvor, koji zbog uključenosti u sudski proces za sada ne želi da se predstavi, kaže da bi u slučaju da je tužba preneta u Njujork Srbi imali minimalne šanse da dobiju u ovom procesu.
„L-3 MPRI“ i druge kompanije imaju veliki uticaj na sudstvo i državnu administraciju u Njujorku i Vašingtonu. Dešavalo se da Njujorški sud odbije da sudi kompanijama, već samo pojedincima, čime se ceo proces obezvređuje“, objašnjava naš izvor i dodaje da je Čikaški sud veoma liberalan, i da se pred njim već vodi postupak protiv agencije „L-3 MPRI“ za genocid u Zalivskom ratu.
On ističe da suđenje za učešće u tom ratu traje oko tri godine i da je već u završnici, kao i da stručnjaci po dosadašnjem toku procesa očekuju pozitivan ishod, što bi umnogome pomoglo i u procesu za „Oluju“.
„U američkom pravosuđu postoji sistem presedana. To znači da ako je neko osuđen za određeno delo, u ovom slučaju za pomaganje u genocidu, lančano se ta praksa nastavlja i u drugim bliskim slučajevima“, navodi naš izvor.
Sudija Kastiljo, takođe, je punomoćnicima tužiteljne strane i tuženih ponudio vansudsko poravnanje. U slučaju da se ne dogovore Sud je odredio rok do 27. septembra da pripreme argumentaciju kako bi sudski postupak otpočeo.
„Ponuda za poravnanje sama govori koliko je tužba ozbiljna. Srbi bi u slučaju dogovora sa kompanijom ‘MPRI’ verovatno dobili manje od traženih 10 milijardi dolara, ali bi svakako dobili zadovoljenje jer bi se saznala istina. Time bi cela priča o ‘Oluji’ kao velikom hrvatskom poduhvatu bila poništena, i pokazalo bi se da je rat dobijen uz snažnu podršku NATO-a i SAD-a, vodećih država u ovom savezu“, naglašava naš izvor.


200.000 OŠTEĆENIH

Inače, u tužbi se američka konsalting agencija „MPRI“ tereti za pomaganje tadašnjoj hrvatskoj vladi u pripremi i izvođenju akcije „Oluja“ 2005. godine, ali i u logističkoj pomoći tokom napada. Time se terete za genocid nad Srbima iz Krajine, uništavanje mnogih gradova i sela i za proterivanje 200.000 krajišnika iz Hrvatske, za koliko prognanih tužitelji smatraju da imaju dokaza. Tokom „Oluje“ oduzeta je ili uništena imovina prognanih Srba iz Hrvatske vredna nekoliko stotina miliona dolara, koja mora biti nadoknađena.
Glavni dokaz na suđenju, prema rečima našeg izvora, biće Ugovor o saradnji između Hrvatske i firme „MPRI“. Tokom procesa biće saslušani i svedoci čije su porodice stradale tokom „Oluje“, kao i oni koji su izbegli tokom te akcije.
„’MPRI’ će svakako negirati svoju umešanost, ali postoje svedoci predviđeni za sudski postupak  koji tvrde da imaju dokaze da su tokom akcije NATO avioni bombardovali srpske položaje, kao i da su čuli kako se hrvatskim brigadama komanduje na engleskom jeziku. To se u vojnoj terminologiji naziva ‘Close Air Support’, dakle bliska podrška kopnenim trupama iz vazduha“, ističe naš izvor i dodaje da je poznato da je hrvatska vojska 1994, do dolaska kadrova iz američke agencije bila gotovo poražena.
Srbe, žrtve genocida u Krajini, pred Čikaškim sudom zastupaju advokati Robert Pavić, Džon Ostojić i Kevin Rodžers, članovi dve poznate američke advokatske kancelarije. Ukupna odšteta od deset i po milijardi dolara koju žrtve traže nastala je kao zahtev da 200.000 oštećenih tokom „Oluje“ dobiju po 25.000 dolara, a uračunata je i kamata od pet odsto godišnje. Po američkom Zakonu advokatima bi po okončanju presude pripala trećina odštete.


____________

Privatizacija rata

Američku agenciju „MPRI“ („Military Professional Resources inc.“) osnovali su osmorica penzionisanih američkih generala 1987. godine, a predsednik je general Benc J. Kredok. Agencija se bavi savetovanjima prilikom vojnih akcija. Ova firma se vodi kao nevladina konsalting organizacija, pre svega savetuje američka ministarstva odbrane, pravosuđa i spoljnih poslova, a dovođena je u vezu i sa sukobima na Bliskom istoku, u Avganistanu i Africi.
„’MPRI’ je vrlo reprezentativna vojna firma koja se pojavljuje u najrazličitijim osetljivim oblastima, u kojima se želi sprečiti zvanično pojavljivanje SAD-a. Ova i slične agencije učestvuju u kontrolisanju sukoba po svetu, a neretko ih i izazivaju“, naglašava naš izvor.
On kaže da postoje indicije da američki oficiri ili podoficiri uzimaju neplaćeno odsustvo i angažuju se na nekoliko godina u nekoj firmi poput „MPRI“ kao instruktori, a kasnije budu reintegrisani u američku vojsku. To obično ne škodi njihovoj karijeri, već naprotiv – bivaju unapređeni.


____________

Bivši ambasador potvrđuje priču

Bivši američki ambasador Den Simpson, koji je službovao i u BiH, u autorskom komentaru za „Pitsburg post-gazet“ potvrdio je da je bilo podrške američke administracije Hrvatskoj u događanjima koji su prethodili proterivanju Srba iz Krajine i ocenio je da su Amerikanci umnogome doprineli pobedi hrvatskih snaga.
Za podršku snagama Franje Tuđmana, kako je naveo Simpson, nije bila zadužena zvanična agencija američke vlade, već podugovarač, privatna kompanija „Military Professional Resources Inc“ („MPRI“).
To je Vašingtonu, po njegovim rečima, delovalo politički ispravnije, i ujedno olakšalo  administraciji da izbegne mešanje Kongresa.
„’MPRI’ je bio sastavljen od penzionisanih američkih vojnih funkcionera u bliskoj vezi sa američkom vojskom i snabdevačima oružja. Hrvatima su bili potrebni obuka i oružje, a američka firma je tražila unosan posao“, naveo je Simpson.
On zaključuje da se zahvaljujući „MPRI“ Američka vlada mogla distancirati od zlodela u koje su se upuštale Hrvatske snage.
MANDANTI DEL CRIMINE FURONO I GENERALI IN PENSIONE?

di Radosav Berbatović

E' iniziato il processo contro la ditta americana "L-3 MPRI" per il suo sostegno ai Croati durante l'operazione criminale "Tempesta" nell'estate del 1995.

La Corte federale di Chicago ha accolto la citazione per processare la societŕ "L-3 MPRI" per la complicitŕ in omicidio di massa e l'espulsione di 200.000 serbi durante la operazione "Oluja" ("Tempesta"), nell'estate del 1995 . I Serbi sopravvissuti alla "Tempesta" hanno presentato la citazione contro questa azienda richiedendo un compenso di $ 10 miliardi di dollari giŕ nell'estate dello scorso anno, ma il processo si č protratto dopo che i legali rappresentanti della "L-3 MPRI" hanno chiesto l'esclusione della Corte di Chicago, chiedendo il trasferimento del processo al Tribunale federale di New York.

OFFERTA DI PATTEGGIAMENTO
Nella motivazione della decisione della Corte, il giudice Ruben Castillo ha dichiarato la competenza del suo tribunale in questo processo, sebbene la ditta americana americana "MPRI" avesse sede ad Alexandria che č sotto la giurisdizione della Corte di New York. Egli ha spiegato che questa societŕ ha molti affari in Illinois e quindi puň essere processata davanti alla Corte di Chicago.
Castillo ha inoltre affermato che nel distretto dell'Illinois lavorano tra 91 e 113 dipendenti dell'azienda "L-3", che questa societŕ ha realizzato affari per un ammontare di 19 milioni di dollari nel 2010 e piů di 16 milioni nell'arco dell'anno precedente.
"A causa del trasferimento diretto nella zona di Chicago dei testimoni che saranno interrogati e dei procuratori, l'andamento del processo sarŕ facilitato; inoltre la maggior parte dei profughi dalla Krajina che non vivono in Serbia si trovano a Chicago", ha spiegato il giudice.
La nostra fonte, che a causa del suo coinvolgimento nel processo attualmente non vuole essere identificata, dice che nel caso in cui la causa fosse stata trasferita a New York, i Serbi avrebbero avuto minime possibilitŕ di vincere il processo.
La "L-3 MPRI" ed altre societŕ hanno una forte influenza sul potere giudiziario e nella pubblica amministrazione a New York e Washington. E' giŕ capitato che il tribunale di New York si rifiutasse di perseguire le imprese, e perseguisse solo gli individui, indebolendo l'intero processo", spiega la nostra fonte, aggiungendo che il Tribunale di Chicago č molto liberale, e che oramai č dinanzi ad esso che č in corso il processo contro la "L-3 MPRI" per il genocidio nella guerra del Golfo.
Egli fa notare che il processo per la partecipazione a quella guerra dura da tre anni ed č giŕ nella fase finale, e che gli esperti, in base all'andamento del processo, si aspettano un risultato positivo, il che sarebbe di grande aiuto nel processo per la "Oluja".
"Nel sistema giudiziario americano esiste il principio dei precedenti. Questo significa che se qualcuno č condannato per un certo delitto, in questo caso per favoreggiamento al genocidio, questa prassi si concatena e continua negli altri casi consimili", dice la nostra fonte.
Il giudice Castillo ha inoltre proposto il patteggiamento extragiudiziale ai difensori della parte imputata. Nel caso in cui questa proposta non si realizzasse, la Corte ha stabilito il termine del 27 settembre per la preparazione della loro documentazione, per far sě che il processo abbia inizio.
"L'offerta del patteggiamento giŕ di per se dimostra la gravitŕ della causa. I Serbi nel caso di un accordo con la MPRI probabilmente otterrebbero meno dei $ 10 miliardi richiesti, ma certamente sarebbero soddisfatti giacché la veritŕ uscirebbe allo scoperto. In questo modo l'intera storia della 'Oluja' come grande impresa croata sarebbe annullata, e si dimostrerebbe che quella guerra fu vinta con il determinante sostegno della NATO e degli Stati Uniti, paese leader in quella alleanza", ha detto la nostra fonte.

200.000 PERSONE OFFESE
Nella causa l'agenzia di consulenza americana "MPRI" č citata per l'aiuto prestato all'allora governo croato nella preparazione e conduzione dell'operazione "Oluja" nel 2005 e per il supporto logistico durante l'attacco. In questo modo ad essa si imputano il genocidio ai danni dei Serbi della Krajina, la distruzione di molte cittŕ e villaggi e l'espulsione dalla Krajina di 200.000 abitanti - questo il numero di rifugiati per i quali i difensori ritengono di possedere delle prove. Durante la "Oluja" č stata sequestrata e distrutta la proprietŕ dei Serbi che sono stati espulsi dalla Croazia, per un valore di diverse centinaia di milioni di dollari, cifra che ora deve essere risarcita.
La prova principale nel processo, secondo la nostra fonte, sarŕ l'accordo sulla cooperazione tra la Croazia e la societŕ "MPRI". Durante il processo saranno interrogati anche testimoni le cui famiglie sono state trucidate nel corso della "Oluja", cosě come coloro che sono fuggiti durante l'azione.
"La 'MPRI' certamente negherŕ il coinvolgimento, ma nel procedimento saranno chiamati testimoni che affermano di avere delle prove che durante la campagna gli aerei della NATO bombardavano le postazioni serbe e di avere udito come alle brigate croate si impartivano ordini in lingua inglese. Questo nella terminologia militare si chiama 'Close Air Support ', ovvero sostegno stretto alle truppe di terra dal cielo", dice la nostra fonte, aggiungendo che č noto che l'esercito croato, nel 1994, fino all'arrivo del personale delle agenzie degli Stati Uniti, era quasi sconfitto.
I Serbi di Krajina, vittime del genocidio, dinanzi al tribunale di Chicago sono rappresentati dagli avvocati Robert Pavic, John Ostojic e Kevin Rogers, soci di due noti studi legali americani. Il risarcimento complessivo di dieci miliardi e mezzo di dollari richiesti da parte delle vittime, č il risultato della richiesta proveniente da 200.000 persone che subirono danni durante la "Oluja" di ottenere circa 25.000 dollari cadauno; sono inoltre aggiunti gli interessi pari a circa il 5 percento annui. Secondo la legge americana, gli avvocati, dopo il verdetto, ricevono un terzo del risarcimento.

____________
La privatizzazione della guerra
La agenzia americana "MPRI" ("Military Professional Resources Inc.") č stata fondata nel 1987 da otto generali USA in pensione, e il suo presidente č il generale Benz J. Craddock. Questa agenzia si occupa di consulenza durante le operazioni militari. Questa societŕ č registrata come organizzazione non governativa di consulenza, servendo in primo luogo i Dipartimenti della Difesa, della Giustizia e degli Affari Esteri degli USA; essa fu portata in relazione al conflitto in Medio Oriente, Afghanistan e Africa.
"La 'MPRI' č una societŕ militare molto presente, attiva in svariate zone di azione sensibili in cui si vuole evitare l'apparizione ufficiale degli Stati Uniti. Questa e altre agenzie simili sono coinvolte nel controllo dei conflitti in tutto il mondo - spesso li causano", sottolinea la nostra fonte.
Essa dice che ci sono indicazioni che ufficiali e sottufficiali americani entrano in congedo non retribuito e prendono incarichi per diversi anni in compagnie come la "MPRI" nel ruolo di istruttori, ed in seguito vengono reintegrati nell'esercito USA. Di solito questo non nuoce alle loro carriere, ma al contrario: avanzano nei gradi.

____________
Ex ambasciatore conferma la storia
L'ex ambasciatore USA Dan Simpson, che ha prestato servizio in Bosnia, in un suo commento per la "Pittsburgh Post Gazette" ha confermato che da parte dell'amministrazione americana si prestava sostegno alla Croazia negli eventi che hanno preceduto all'espulsione dei Serbi dalla Krajina; egli ritiene che gli americani abbiano fortemente contribuito alla vittoria delle forze croate.
Del sostegno alle forze di Franjo Tudjman, ha scritto Simpson, non era responsabile l'agenzia ufficiale del governo degli Stati Uniti, bensě un subappaltatore, una societŕ privata di nome "Military Professional Resources Inc." ("MPRI").
Questo sembrava un metodo politicamente piů corretto per Washington, ed inoltre dava la possibilitŕ all'amministrazione di evitare troppe domande da parte del Congresso.
"La 'MPRI' era composta da ex ufficiali militari USA in stretta relazione con l'esercito degli Stati Uniti e i fornitori di armi. I Croati necessitavano di formazione e armi, mentre questa societŕ statunitense era alla ricerca di un business redditizio ", scrive Simpson.
Egli conclude che grazie alla "MPRI" il governo Usa č stato in grado di tenersi alla larga dai delitti in cui furono implicate le forze croate.






Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia - onlus
 
sito internet: https://www.cnj.it/
posta elettronica: j u g o c o o r d @ t i s c a l i . i t
notiziario telematico JUGOINFO:
http://groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/messages