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Medjugorje, Prebilovci, Šurmanci

 

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In una chiesa serbo-ortodossa, un affresco commemora le 61 famiglie di Prebilovci annientate dalla violenza razzista degli ustascia (fonte)



Link e documenti utili:

Segnaliamo l'importante inchiesta giornalistica prodotta dal canale televisivo LA7:
Medjugorje SPA
31/03/2017 – In questi giorni il Papa ha mandato un messo a Medjugorje per studiare il fenomeno. Mentre si attende una risposta cresce il dibattito nella Chiesa. Andrea Casadio tra i pellegrini che ogni giorno si recano lì per pregare...
Prima parte:


Seconda parte:

Prebilovci.net/

Prebilovci.com/ (redirects to Jadovno.com/prebilovci.html)

Prebilovci on Wikipedia: SREN

Visions on Demand: The Medjugorje Conspiracy (DVD)
In early 1997 Network 5 began an investigation that culminated in Visions on Demand, the first TV documentary that deals honestly with the financial and spiritual manipulation behind what promises to be one of the greatest spiritual hoaxes of the 20th century. Network 5 later joined forces with E. Michael Jones, an American journalist who has investigated Medjugorje for the last 10 years. What they came up with is the definitive explanation of how Medjugorje got started and the damage it has caused...

The Medjugorje Deception: Queen of Peace, Ethnic Cleansing, Ruined Lives (BOOK)
By E. Michael Jones, PhD, breaks the conspiracy of silence that has surrounded one of the biggest hoaxes of our times. The Medjugorje Deception tells the full truth from beginning to end, from the bloody atrocities during World War II on the other side of Apparition Hill to their bloody sequel in the ethnic cleansing of Mostar's Muslims with money raised by Medjugorje groups...

Prebilovci  – Mesto opomene, uspomene i stradanja (РТРС)

La nostra pagina sul movimento degli ustascia e il genocidio commesso nel loro "Stato Indipendente di Croazia" (1941–1945)




IL FANTASMA DI ŠURMANCI: REGINA DELLA PACE, PULIZIA ETNICA, VITE DISTRUTTE

di Michael E. Jones (estratti – Testo completo, in lingua inglese: The Ghost of Šurmanci: Queen of Peace, Ethnic Cleansing, Ruined Lives)


Durante la primavera e l'estate del 1941, gli ustascia crearono un fugace ma feroce stato croato indipendente (NDH). Gli ustascia del Međugorje esplorarono la zona geologica, traendo nota della maggiore foiba, la più utile per il loro futuro scopo. Poi, nel giugno 1941, circa due mesi dopo la creazione della NDH, ustascia armati si presentarono nel villaggio a prevalenza serba di Prebilovci, sulla sponda est della Neretva, ed in altre enclavi serbe, annunciando ai paesani che verranno tutti deportati a Belgrado. Ai serbi venne detto che verranno riunificati alla loro patria serba. La corsa del treno fu molto più breve del previsto, almeno di quanto pensassero i passeggeri serbi, ai cui venne ordinato di scendere al paese Šurmanci, sulla sponda ovest della Neretva, marciando oltre ai colli per non essere mai più rivisti.

Circa tre mesi più tardi, il predecessore del Vescovo Zanić, Alojsije Mišić, ordinario di Mostar, scrisse al cardinale Stepinac, riferendogli di inquietanti resoconti di atrocità commesse contro i serbi nella sua diocesi. Uomini catturati come animali - scrisse Mišić - massacrati, uccisi; uomini lanciati dai precipizi ... da Mostar e Čapljina un treno con sei carrozze piene di madri, giovani ragazze e bambini ... fino a Šurmanci ... condotti su per la montagna e ... gettati vivi dai precipizi ... A ... Mostar stesso vennero trovati a centinaia, portati in vagoni fuori città e abbattuti come animali.

Circa 600 serbi, incluso preti, donne e bambini, furono gettati nella foiba sopra Šurmanci e poi, dopo avervi gettato granate, le canaglie ustascia li seppellirono, molto probabilmente vivi. Paris riportò la lista dei responsabili, una lista che include nomi come Ostojić e Ivanković, nomi comuni nell'area - nomi, infatti, di persone che ancora oggi vivono a Međugorje. Brian Hall si chiede nel suo libro sullo smembramento della Jugoslavia se l'Ostojić con cui stava a Međugorje era l'Ostojić accusato dell'atrocità di Šurmanci.

Paris sostenne che due preti presero parte al massacro di Šurmanci. Marko Zovko era un prete, ma non un francescano come il più conosciuto Jozo Zovko, l'uomo che, per molti versi, creò le apparizioni di Međugorje. Marko Zovko era il segretario del vescovo Ćule, il successore di Mišić. Imparai ciò dall'attuale vescovo di Mostar, Ratko Perić, che fa risalire la citazione di Paris al libro di Viktor Novak, Magnum Crimen.

La situazione religiosa è complicata ulteriormente dal fatto che la Chiesa Cattolica dell'Erzegovina è divisa in due fazioni, una fedele al vescovo di Mostar, e l'altra ai francescani, in aperta ribellione sia contro l'ordinario locale sia contro l'ordine francescano generale di Roma dal 1976, quando si rifiutarono di consegnare un numero di parrocchie da loro amministrate, alla giurisdizione del vescovo di Mostar.

Come i suoi predecessori Mišić e Zanić, il vescovo Perić ha dovuto fare i conti con i rabbiosi nazionalisti francescani erzegovesi, la forza motrice dietro alle apparizioni di Međugorje e la collaborazione con le atrocità degli ustascia durante la II Guerra Mondiale. Nel gennaio del 1997, Perić ha dato un'intervista a Yves Chiron nella rivista francese Present, dove ammette che Međugorje è afflitta da disordini ecclesiastici, come francescani esercitanti funzioni ministeriali senza missione canonica; comunità religiose fondate senza permesso, edifici eretti senza l'assenso ecclesiale, e la continua organizzazione di pellegrinaggi laddove è stato determinato non ci fossero apparizioni. "Međugorje - concluse Perić - non promuove la pace e l'unità ma crea confusione e divisione, e non semplicemente nella sua diocesi" (Present, 25 gennaio 1997).

Perić ha sperimentato di prima mano quanto può essere bellicosa la "Regina della Pace" e i suoi sostenitori. Nell'aprile del 1995 il vescovo fu attaccato da una banda nella sua cancelleria, e la sua croce al petto strappata. E' stato poi picchiato, forzato in un'automobile appostata e portato in una cappella non autorizzata gestita dai francescani di Međugorje, e lì tenuto in ostaggio per 10 ore. E' stato solo quando il sindaco di Mostar si presentò con le truppe dell'ONU che il vescovo è stato rilasciato.

Ciò che colpisce ancor più della vicinanza spaziale tra le atrocità e le apparizioni, è l'inquietante coincidenza delle date. Sembra che tutti i maggior eventi della storia balcanica avvengano di giugno. La battaglia di Kosovo Polje si svolse il 28 giugno 1389. L'assassinio dell'Arciduca Ferdinando a Sarajevo il 28 giugno 1914, una specie di strana commemorazione simbolica della battaglia di Kosovo Polje. I croati proclamarono l'indipendenza il 25 giugno 1991, che corrispose al decimo anniversario delle apparizioni di Međugorje, le quali occorsero al quarantesimo anniversario del massacro di Šurmanci.





L
A REGINA DEI PROFITTI

Međugorje attira migliaia di pellegrini e di dollari

di James Martinez, 2000 (estrattiL'articolo integrale in inglese: Queen of Profits. Medjugorje Draws Thousands of Pilgrims and Dollars)


Međugorje. Pochi temi evocano maggiori passioni della presunta apparizione della Beata Vergine Maria a sei veggenti nel remoto villaggio di Međugorje in Bosnia-Erzegovina. Ma gli effetti di queste visioni segnalate non si limitano alle zone limitrofe. I devoti di Međugorje si trovano in tutto il mondo.

Ogni autunno dal 1990, il Bren Center di Irvine, all'Università della California, è centro della maggiore "Međugorje Peace Conference" negli Stati Uniti. L'evento è promosso dal Comitato per le "Međugorje Peace Conferences". Il capo organizzatore, Joan Housack, si rifiutò di parlare ai media, ma non c'è dubbio che la conferenza fosse grande già dall'inizio, attirando circa 3500 presenze. Ora attira regolarmente 5000 partecipanti ogni anno.

Raznick, un partecipante, qui per la quarta volta, disse: "Non vengo per i relatori, ma piuttosto per la cappella e la stanza delle apparizioni. Entrammo nella stanza, pregammo il rosario e, dopo il Rosario, dissero che La Nostra Signora era qui. Tutti furono in silenzio. Sentimmo e percepimmo che qualcosa passava per la stanza, alcuni urlarono, altri svenirono. Per me, fu una sensazione molto piacevole. Ognuno provò qualcosa individualmente."

E' prevista la partecipazione di almeno un veggente, ma l'anno passato [2001] Ivanka ha rifiutato l'invito. Quando i partecipanti hanno capito che Ivanka aveva cancellato a causa della paura di volare poco dopo gli attacchi terroristici [dell'11 settembre], la loro risposta fu impetuosamente incredula. "Oh no, non ha senso! Non può essere la ragione per cui non è qui!" fu la risposta comune.

Seri quesiti riguardanti la subcultura di Međugorje si pongono in profondità. Quante apparizioni di santi ora canonizzati avvennero in tempi convenientemente prevedibili? Secondo i veggenti di Međugorje, le apparizioni della Madonna continuano oggigiorno; 21 anni di messaggi ininterrotti di Maria. Marija, Vicka and Ivan segnalano apparizioni giornaliere; Mirjana, il 2 di ogni mese e per compleanno; Ivanka, il 25 di giugno; Jakov per Natale.

Il giornale Newsweek, nell'edizione del 17 gennaio 2000, pubblicò un breve articolo su Ivan Dragičević [uno dei veggenti, vedi sopra] connesso a un suo discorso a Boston. Dragičević, che vive nell'area di Boston e pare guidi un'automobile di lusso, sposò una ex Miss Massachusetts e tutt'ora viaggia per gli Stati Uniti a parlare delle apparizioni di Međugorje. Altri veggenti, è riportato, hanno legami con alberghi ed altri immobili nella zona di Međugorje. Vicka, ad esempio, dichiarò che la Beata Vergine Maria volle fosse costruito a Međugorje un "centro pastorale", consistente un albergo con 100 letti e una cappella per i pellegrini. Insistette per la sua costruzione nel 1995.

Secondo un articolo ben documentato e referenziato, Međugorje: Old Lies, New Admissions, di Craig Heimbichner, Vicka, Ivanka, Mirjana e Ivan sono smascherati per aver mentito - o almeno per aver offerto testimonianze sfacciatamente contrastanti - in merito a serie questioni coinvolgenti il contenuto di vari messaggi di Međugorje.

Più conosciute sono le ripetute e audaci investigazioni e testimonianze del vescovo di lunga data dell'area, Pavao Zanić, in merito alla sfacciata disobbedienza dei veggenti e la dubbia natura delle loro presunte apparizioni. Il suo successore ha espresso simili preoccupazioni, come anche una conferenza vescovile del 1991 che dichiarò non sussistere alcuna prova di alcunché di soprannaturale a Međugorje. Il Vaticano confermò, il 19 giugno 1996, questa conclusione. Roma riferì ripetutamente al vescovo locale in qualità di autorità competente in materia.

I Francescani che gestiscono la parrocchia di Međugorje non hanno mostrato uno spirito modesto e ubbidiente. Il 12 maggio 1996, quando il vescovo locale ordinò di consegnare la parrocchia ed il refettorio della diocesi, i Francescani rifiutarono e murarono le porte della chiesa. Un incidente simile venne riportato nel 1988 in un notiziario tedesco, Der Schwarze Brief, pubblicato da Claus Peter Clausen di Lippstadt. Clausen riferì di aver osservato e fotografato i Francescani nell'atto di fabbricare i messaggi. Il veggente Ivan gli si avvicinò e lo minacciò con "un gesto indicante che gli avrebbe tagliato la gola" [in buona tradizione ustascia, ndt] se avesse continuato. Il fotografo disse poi che un tassista gli riferì che chiunque si fosse opposto a Međugorje sarebbe stato ucciso.

Der Schwarze Brief pubblicò, il 6 gennaio 1999, che nel 1988 il reddito del pellegrinaggio a Međugorje fu stimato attorno ai 100 milioni di dollari - il 5% del reddito da turismo dell'intera Jugoslavia, ed il 45% della Bosnia-Erzegovina. Un rapporto del Katholische Nachrichten Agentur compilato il 15 luglio 1989 stimò il reddito del pellegrinaggio intorno ai 150 milioni di dollari nel 1989, e 200 milioni nel 1990. Nel solo 1988, oltre un milione di pellegrini, prevalentemente dall'Europa Occidentale e Stati Uniti, visitarono Međugorje.

Međugorje era un paese molto piccolo; ora è un centro pieno di attività, ristoranti, trasporti, aziende. Ancora più interessante è la sconcertante quantità di denaro raccolta da attività connesse a Međugorje, come le commissioni delle agenzie di viaggio, gli onorari dei relatori, sottoscrizioni ai periodi e tassi pubblicitari, conferenze fatte negli Stati Uniti e ritiri.

"Questo è un posto profittevole", concesse Slavko Barbarić, un francescano che ha servito a Međugorje per oltre 15 anni. "E, ovviamente, anche noi vendiamo souvenir, i nostri rosari, eccetera. Ma non ci ha reso milionari, e non ci ha distratto dalla nostra reale missione: la cura delle anime."

Il denaro non è raccolto solamente nel nome di Međugorje, ma anche in quello di varie propaggini e apparizioni, veggenti e stigmatici ugualmente sensazionali. Uno di questi è un giovane prete, Padre Zlatko Sudac, il quale porta una luminosa croce color rosso sangue prominente in fronte, e partecipa a ritiri negli Stati Uniti aventi al centro la sua figura. I proventi sono consegnati agli orfanotrofi nella zona di Međugorje. Tuttavia, il denaro delle conferenze di Sudac non va direttamente agli orfanotrofi, ma al suo vescovo. Questo denaro non è resocontato se non, in parte, per coprire le spese di Sudac negli USA (corsi di inglese) e per la sua missione.

Intanto, una banca locale fondata da vari francescani e importanti imprenditori locali solleva la questione di chi ha o avrà titolo legale ai contributi finanziari ora depositativi, versati dai pellegrini.






INTERVISTA a E. Michael Jones
Autore di due libri sulle apparizioni della Madonna a Međugorje – Marzo 2008
(estratti – L'intervista completa, in inglese: Contribution to an objective history of the occurrences in Herzegovina)


Il Segretario di Stato della Santa Sede, cardinale Tarcisio Bertone, ha riferito recentemente che "il fenomeno di Međugorje dovrebbe venir riconsiderato". Vinko Puljić, arcivescovo di Sarajevo, rispose al quotidiano croato Večernji List che "non c'è bisogno di alcuna speculazione finché non riceviamo istruzioni concrete".

Nella metà degli anni '80 gli Stati Uniti furono inondati di propaganda sui "veggenti", ma sentivo che la storia che raccontavano non aveva senso. Sommato al fanatismo dei seguaci della Madonna in quel luogo, era una situazione che doveva venir chiarificata. I miei lettori mi chiedevano di Međugorje, il che mi spinse a sentire il bisogno di investigare il fenomeno di persona. Per questo mi recai a Međugorje nel maggio del 1988. Giunto là, tra le prime cose incontrai il Vescovo Pavao Zanić. Mi disse senza mezzi termini che le apparizioni erano un imbroglio. Mi disse anche di aver incontrato il Cardinal Ratzinger, che concordava con lui, ed il papa, che invece non disse nulla. Quell'incontro mi diresse verso i contatti che mi portarono a scrivere il primo libro - in origine un lungo articolo - "Međugorje: The Untold Story". L'articolo fu una sensazione. Era la prima volta che qualcuno era negativo su Međugorje. Questo interesse s'intensificò dopo lo scoppio della guerra civile negli anni '90, perché una delle asserzioni della cosiddetta "Madonna" e dei suoi seguaci era che la pace tra le etnie della Jugoslavia era la prova dell'autenticità delle apparizioni della Nostra Signora Regina della Pace.

I "ragazzi" non hanno creato l'apparizione. Međugorje fu una creazione della provincia ribelle dei Francescani Croati nell'area attorno a Međugorje e Čapljina, contro il vescovo locale, per il controllo di una serie di parrocchie. Quando i frati si resero conto che le enormi masse che stavano attirando potevano venir sfruttate nella propria lotta contro il vescovo, si appropriarono dei ragazzi e delle apparizioni. Queste ultime divennero parte dell'ultima fase della crociata anticomunista di Reagan, mentre i "ragazzi" sono sempre rimasti fantocci dei francescani.





Medjugorie, la fabbrica delle apparizioni

di Giancarlo Bocchi – 26 giu 2015
fonte: pagina fb di Giancarlo Bocchi; una versione ridotta del testo è stata pubblicata sabato 27/6/2015 su Il Manifesto

Altro che miracoli. Estremismo cattolico guerresco e un giro d’affari da 3 miliardi di euro. Il ruolo dei «francescani con il Rolex» e lo spettro delle pulizie etnico-religiose dietro il business delle apparizioni in Erzegovina. Che ora papa Bergoglio si prepara a smontare

Alla fine della guerra, nel dicembre del 1995, la Bosnia era distrutta, senza più attività produttive, con strade e infrastrutture in rovina e gran parte della popolazione senza lavoro.
Una sola attività aveva ripreso utili a ritmi vertiginosi: la “fabbrica di miracoli e apparizioni” della Madonna di Medjugorje, che divenne in breve tempo una specie di miniera d’oro.
Lunghe file di pullman provenienti da tutta Europa intasavano le strade malandate della Croazia e della Bosnia. Frotte di fedeli accorrevano nel paesetto dell’Erzegovina davanti a una chiesa color tortora, stretta tra due aguzzi campanili che se nelle intenzioni avevano voluto sfidare la levità dei minareti, riuscivano solo a ricordare il disegno di un bambino.
Dopo il sanguinoso conflitto che aveva provocato 100 mila morti, fatto tremare i governi europei e aperto una ferita planetaria e non più rimarginabile tra i credenti di diverse religioni, migliaia di cattolici, soprattutto stranieri, si accalcavano a Medjugorje per incontrare i veggenti e invocare l’apparizione della Gospa (la Madonna) che proprio in quei luoghi dilaniati dal feroce nazionalismo croato cattolico era incredibilmente chiamata “la Regina della pace” e si manifestava, secondo i veggenti, a orari fissi.

Nel 1995 alcuni dei sei veggenti originari, di prima della guerra, avevano defezionato, si erano trasferiti altrove, allontanandosi dai discussi francescani croato-bosniaci che fin dal 1981 amministravano la fabbrica delle apparizioni.
Con la guerra fratricida etnico-religiosa, erano resuscitati anche i fantasmi di un angoscioso passato, che aveva visto per protagonisti proprio i francescani di Bosnia e Croazia, l’Ordine che gestiva il tempio di Medjugorje.
Temprati e induriti da una guerra che durava da centinaia di anni, prima contro l’avanzare della chiesa ortodossa e poi contro l’impero ottomano e il diffondersi della religione musulmana, quei francescani avevano visto nella seconda guerra mondiale l’occasione per sterminare i nemici religiosi.
Si erano subito schierati con il dittatore ustascia Ante Pavelić, alleato di fascisti e nazisti, e avevano partecipato alla “pulizia etnico-religiosa”, alle conversioni forzate, alle deportazioni, alle stragi ordinate dagli ustascia e perfino al genocidio nel campo di sterminio di Jasenovac dove furono eliminati almeno 600 mila jugoslavi, serbi, ebrei, rom e dissidenti di altre etnie.
A Jasenovac il comandante delle squadre della morte era un frate francescano, Miroslav Filipović, detto “il satana nero”, che, condannato a morte alla fine della guerra per i crimini commessi, chiese di vestire per l’ultima volta il saio prima di essere fucilato.
Neanche altri esponenti del clero cattolico croato e bosniaco si opposero alle violenze degli ustascia, nell’inanità complice del Vaticano che riceveva a Roma addirittura delegazioni di ustascia e criminali di guerra. Lo storico Marco Aurelio Rivelli scrisse: “Quello attuato dalla dittatura di Pavelić, di forte impronta cattolica e sostenuta apertamente da tutte le strutture del cattolicesimo croato (episcopato, clero, ordini religiosi, francescani in particolare), fu un genocidio dalle esclusive connotazioni religiose, e i più colpiti furono gli “scismatici” serbo-ortodossi”.
Proprio il Vaticano, con la collaborazione dei francescani e del clero croato, alla fine della seconda guerra mondiale organizzò la “ratline”, chiamata come la corda, la “grisella”, che collegata alle sartie, permette ai topi la salita fino alla cima degli alberi dei velieri, l’ultimo rifugio durante un naufragio prima di essere inghiottiti dalle acque. Attraverso la “ratline” sfuggirono alla giustizia criminali nazisti e fascisti, con in testa Ante Pavelić. Riuscirono, passando per l’Italia, a sfuggire ai tribunali di guerra nascondendosi in Sud America, Stati Uniti e Medio Oriente. Il centro operativo della via di fuga, della “grisella”, era un monastero croato, San Girolamo degli Illiri, a poca distanza dai palazzi Vaticani, sulla sponda opposta del Tevere.
Anche il massimo esponente del clero cattolico croato, Alojzije Stepinac, restò in silenzio davanti all’orrore e anzi assicurò ad Ante Pavelić “sincera e leale collaborazione” tanto da meritare l’appellativo di “arcivescovo del genocidio”.
Malgrado i legami con Pavelić, il silenzio complice sui crimini commessi dal suo clero e tutte le ombre sul suo operato, Papa Wojtyła beatificò Alojzije Stepinac, considerandolo una vittima del governo comunista jugoslavo anziché un sostenitore dei fascisti ustascia e campione dell’estremismo religioso.

Ma lo sguardo obliquo del papa aveva forse anche un’altra spiegazione. La beatificazione di Alojzije Stepinac aveva permesso al Vaticano di rientrare in possesso, grazie a un accordo ratificato con l’allora presidente croato Franjo Tuđman, in occasione della visita del papa, delle proprietà immobiliari che il regime comunista aveva sequestrato alla chiesa nel dopoguerra, a causa della complicità criminale con gli ustascia.
Il monastero francescano di Siroki Brijeg, roccaforte ideologico-religioso del movimento ustascia e fulcro spirituale dei cattolici d’Erzegovina durante la seconda guerra mondiale, fu chiuso dal governo jugoslavo, ma intorno rimase per anni il focolaio dell’estremismo nazionalista cattolico.
Per questo, senza conoscere la storia dei francescani di Croazia, di Bosnia e l’intreccio di fanatismo religioso e interessi economici e politici che ne è originato, è difficile discernere anche solo nei contorni la costruzione di un fenomeno come la fabbrica delle apparizioni di Medjugorje.
In Erzegovina la comunità cattolica, circa 400 mila persone, era la più compatta e numerosa dell’intera nazione e diversamente dagli altri cattolici di Bosnia, che seguivano il clero Vaticano, era devotissima ai nazionalisti, secessionisti ed estremisti francescani.
Questi frati già alla metà degli anni ’70 entrarono in conflitto con i vertici della Chiesa per una questione di proprietà immobiliari legate a diverse parrocchie nella loro giurisdizione. Prevalsero e si tennero le parrocchie, ma il contrasto con la diocesi di Mostar (che ha la giurisdizione su Medjugorje) divenne insanabile.
A quel momento risalgono i primi segni del progetto delle apparizioni, come il ritrovamento di rosari di fabbricazione sconosciuta in vari luoghi intorno a Medjugorje. Benché più banali che misteriosi, i francescani li definirono segni premonitori o miracolosi.

Si arrivò così al 24 giugno 1981. Sei ragazzi dissero aver visto “una figura femminile luminosa sul sentiero che costeggia il Podbrdo”. Durante altre apparizioni i sei giovani veggenti, Ivanka Ivanković, Mirjana Dragićević, Vicka Ivanković, Ivan Dragićević, Jakov Čolo e Marija Pavlović, descrissero meglio la figura della presunta “Madonna”: “Tra i 18 e i 20 anni, snella, alta circa 165 cm. Il suo viso è lungo e ovale con capelli neri. Gli occhi sono azzurri con ciglia delicate, il naso è piccolo e grazioso e le guance sono rosee. Ha belle labbra rosse e sottili e il suo sorriso è di una gentilezza indescrivibile. Ha una semplice veste azzurro-grigia che scende liberamente verso il basso mescolandosi con la piccola nuvola biancastra su cui sta in piedi. Il suo velo è bianco e copre la testa e le spalle e scende anch’esso fino alla piccola nuvola. Ha una corona con 12 stelle dorate sulla testa”. Non serve certo un semiologo per capire che quella descrizione risente dell’iconografia classica e popolare tramandata da quadri e santini, ma date l’eco mondiale del fenomeno e la netta presa di distanza del Vaticano occorreva il suffragio scientifico.
Già alla metà degli anni ’80 alcuni medici e studiosi cattolici si impegnarono in sommarie quanto modeste indagini, nel tentativo di avvalorare l’intensa attività mariana di Medjugorje, difforme da quella che si era manifestata in luoghi di culto accreditati dal Vaticano come Fatima, Lourdes, Tepeyac.
Pressato da alcuni colleghi cattolici, iniziò gli studi e le ricerche sulle apparizioni di Medjugorje anche il professor Marco Margnelli, neurofisiologo, già braccio destro di Giulio Maccacaro alla rivista “Sapere”, ricercatore del CNR di Milano, del Karl Ludwig Institut fur Physiologie dell’Università di Lipsia e dell’Università del North Carolina.
Marco Margnelli era uno dei massimo esperti mondiali di stati della coscienza e di estasi e aveva studiato in profondità le relazione tra fenomeni mistico-religiosi e droghe naturali e sintetiche. Dopo la sua prima visita a Medjugorje, tornò in Italia con molti dubbi sui “francescani con il rolex” che gestivano l’attività proficua dei veggenti.
Il francescano Jozo Zovko, parroco di Medjugorje, era già stato arrestato più di una volta per “attentato alla sicurezza e all’unità dello Stato jugoslavo”. Mentre il frate più vicino ai veggenti, il loro “direttore spirituale”, padre Tomislav Vlašić, l’estensore materiale, per loro conto di quella che venne definita una lettera scritta dalla Madonna al Papa (poi smentita dai veggenti) era stato accusato dal vescovo di Mostar Zanic di essere l’ideatore delle apparizioni, ma aveva combinato ben di peggio. Era stato accusato di aver “divulgazione di dubbie dottrine, manipolazione delle coscienze, sospetto misticismo, disobbedienza ad ordini legittimamente impartiti ed addebiti contra sextum” (ossia contro il sesto comandamento, che riguarda i peccati di natura sessuale, ovvero per aver messo incita una suora) ed era stato ridotto dal papa allo stato laicale con l’interdizione perpetua ad essere anche solo ospitato in un convento francescano.
Malgrado questo contorno ambiguo e opaco, Marco Margnelli era incuriosito da alcuni aspetti scientifici ancora da indagare, nati dallo studio dei veggenti. Disse in una intervista: ”Mi irritava l’atteggiamento degli “esperti” dai quali i teologi orecchiavano le loro trattazioni, degli psichiatri o degli psicoanalisti che pontificavano paragoni e confronti tra deliri patologici ed esperienze estatiche, tra menti sane e menti malate senza mai avere visto un estatico da vicino o aver studiato una vera estasi.” Margnelli invece aveva studiato in India degli yogi che sapevano cambiare il loro stato fisiologico, far aumentare i battiti del cuore, aumentare la temperatura del corpo e controllare il dolore. Uno di loro gli aveva detto: “Si può arrivare a controllare tutto, corpo e mente ma che i veri prodigi si hanno quando si acquista il controllo del cervello.” Da neurofisiologo Margnelli voleva spiegare scientificamente “i prodigi” e non certo avventurarsi nella spiegazione di miracoli veri o presunti. Secondo lo scienziato “l’estasi era uno stato di coscienza”. Nulla che avesse una relazione con il soprannaturale. Era questo che cercava di dimostrare scientificamente .
Nella seconda metà degli anni ‘80, Marco Margnelli ritornò a Medjugorje insieme ad una numerosa equipe. Vennero svolte diverse indagini scientifiche e apparve chiaro agli studiosi che i veggenti erano in uno stato alterato di coscienza. Scrisse Margnelli: ”Una condizione che si può ottenere anche attraverso tecniche di meditazione, come l’auto-training, ma non in modo così profondo…” Margnelli lasciava aperta un porta per future indagini, ma le sue dichiarazioni vennero usate e distorte per consolidare la presunta veridicità delle apparizioni. Venne anche diffusa la falsa notizia “che il noto scienziato ateo Marco Margnelli si era convertito al cattolicesimo dopo aver conosciuto i veggenti”. In privato Margnelli ci rise sopra: “Questi sono matti”. Disse senza perdere altro tempo a smentire quegli oscuri manipolatori della verità. In quel periodo fu anche avvicinato da un misterioso personaggio, che sembrava più un agente segreto, anche se era un monsignore, responsabile di una delle strutture più misteriose del Vaticano specializzata nell’indagare e catalogare i fenomeni paranormali.
La questione di “Medjugorje” si era trasformata ormai in una guerra a sfondo politico oltre che religioso tra istituzioni cattoliche. Più aumentava il numero di pellegrini cattolici a Medjugorje (nove milioni registrati solo nel 1987), più si acuivano i contrasti tra la Chiesa e l’Ordine francescano. Per non consegnare alla Chiesa le parrocchie contese fin dagli anni ‘70, i francescani arrivarono perfino a murare l’ingresso delle chiese e addirittura sequestrarono per 15 giorni il loro più strenuo oppositore, il vescovo di Mostar.
Poco prima del definito disfacimento della Repubblica jugoslava, il 10 aprile 1991, i vescovi del paese, riuniti a Zara, emisero una dichiarazione congiunta su Medjugorje: “Sulla base di quanto finora si è potuto investigare, non si può affermare che abbiamo a che fare con apparizioni e rivelazioni soprannaturali”.
Anche frate Jozo Zovko, l’altra anima nera dei veggenti, venne sospeso dalle funzioni pastorali.

Nel 1992, con lo scoppio della guerra di Bosnia si esaurirono i pellegrinaggi, ma gli echi di notizie di fatti miracolosi, sapientemente amministrate dai francescani di Medjugorje vennero propagate sui mezzi di comunicazione.
Diffusero perfino una foto di un missile piantato davanti al santuario con la notizia che la Madonna ne aveva mutato la traiettoria salvando chiesa e i fedeli. Il fotoreporter Claudio Olivato che in quel periodo passò da Medjugorje, si reso conto che si trattava di una bufala, anche perché il missile non aveva minimamente scalfito il selciato davanti alla chiesa.
I francescani di Croazia e Bosnia, come già era accaduto durante la seconda guerra mondiale, durante la guerra di Bosnia, smentendo la loro “Regina della pace”, furono la punta di diamante dell’estremismo cattolico guerresco. Con la copertura di alcune associazioni umanitarie, come “Il Pane di Sant’Antonio” e la “Caritas di Ghedi”, (da non confondere con la Caritas italiana) si misero ad aiutare la loro fazione secessionista.
Il responsabile di queste attività era un frate croato, Bozo Blazevic, che smistava gli aiuti umanitari, ma anche altro, dal centro logistico della Caritas francescana di Spalato, diretta da padre Leonar Orec. Riguardo le attività misteriose del frate il giornalista Luca Rastello scrisse: “Il 29 maggio del 1993 un piccolo convoglio di un gruppo di volontari bresciani viene contattato a Spalato da Spomenka Bobas e padre Orec. Poiché vanno in Bosnia centrale, i religiosi li pregano di consegnare quattro pacchi a Vitez: con questa scusa li forniscono di documenti con il marchio del pane di sant’Antonio, un po’ come se firmassero l’ignara spedizione dei bresciani… Poche ore dopo, appena transitati da Gornji Vakuf, i cinque bresciani vengono intercettati da una banda di irregolari bosniaci che sequestra il carico e i documenti e uccide a freddo Fabio Moreni insieme a Sergio Lana e Guido Puletti.” Non si seppe mai cosa contenessero i 4 pacchi del frate Bozo Blazevic, ma il 22 dicembre 1993, a bloccare un altro convoglio umanitario fu il comandante Goran Cisic. Sotto i generi alimentari chiamati “aiuto umanitario” saltarono fuori lanciarazzi, mortai e altro. Due giornalisti italiani, Ettore Mo ed Eros Bicic, involontariamente testimoni dei traffici in corso vennero arrestati per qualche ora mentre il frate Blazevic, amico personale del presidente Tudjman, ripartì senza problemi.

Alla fine della guerra, le numerose e segrete attività dei francescani di supporto alle fazioni estremiste e secessioniste cattoliche, vennero ignorate dai tribunali locali, ma anche da quelli internazionali, e caddero nell’oblio.
Il grande business delle apparizione e dei miracoli di Medjugorje riprese a pieno ritmo senza più ostacoli.
Nel 1996 Tarcisio Bertone, allora segretario della Congregazione per la dottrina della Fede, in una lettera concluse che «i pellegrinaggi ufficiali a Medjugorje, intesa come luogo di autentiche apparizioni della Vergine, non possono essere organizzati né a livello parrocchiale, né diocesano». Ma lasciò aperte le porte al proficuo turismo religioso: “Ai pellegrinaggi a Medjugorje che si svolgono in maniera privata
Qualcuno ha stimato stimato che dal 1981 al 2013, “l’ammontare totale delle spese turistiche prodotte a Medjugorje si sia aggirato intorno ai 2,85 miliardi di euro. Inoltre, valutando in circa 23 milioni i pellegrini arrivati nel paesino dell’Erzegovina negli anni presi in considerazione, le spese di viaggio ammonterebbero a quasi 8,5 miliardi di euro, per un giro d’affari mondiale di circa 11 miliardi di euro”. Non sappiamo se queste cifre sia esatte al centesimo, ma sono molto verosimili.
Alla fine degli anni ‘90, chi scrive incontrò il Prof. Marco Margnelli con l’idea di fare un documentario su Medjugorje. Lo conoscevo fin dagli anni ‘70 e ne apprezzavo le sue capacità e la sua rettitudine. L’incontrò durò parecchie ore. Margnelli nel corso degli anni aveva approfondito alcuni studi sull’ipnosi e sugli stati coscienza e aveva un’idea precisa sui veggenti. Ma il progetto documentaristico venne rimandato a causa dello scoppiò del conflitto in Kosovo e qualche tempo dopo il prof. Margnelli si ammalò gravemente. L’idea documentaristica venne abbandonata definitivamente ma ho ancora il nastro con quello che mi disse e ricordo la risposta che lo scienziato diede alla mia domanda se quello che i veggenti vedevano fosse un fatto sovrannaturale.
Nessun miracolo… Si tratta di autosuggestione”. Rispose Margnelli in modo netto.

A distanza di quindici anni dalle ultime ricerche del prof. Marco Margnelli, tra poco la parola su Medjugorje passerà a Papa Bergoglio. Anche se in questi giorni è stata diffusa ad arte la notizia che “si rischia lo scisma (tra i croati) se sconfesserà le apparizioni della Madonna”, dopo aver fatto pulizia dei preti pedofili, dei monsignori affaristi, dello Ior e della finanza vaticana, quale sarà l’orientamento del Papa, che ha preso il nome di Francesco, con i francescani di Bosnia e la loro fabbrica delle apparizioni?
La Madonna è madre! E ama tutti noi. Ma non è un capo ufficio della posta, per inviare messaggi tutti i giorni”. Ha detto qualche settimana fa riguardo le visioni quotidiane dei veggenti di Medjugorje.




NEWS

Requiem over an open grave
(Prebilovci.net, 2007)
The commemorative service dedicated to the suffering of the inhabitants of Prebilovci (August 1941 – August 2007) happened to be held at the beginning of the excavation of the church in whose crypt are stored the remains of the victims, previously dug out of the pit of Golubinka near Šurmanci. Besides the local residents of Prebilovci, the remains of other Serbs from south Herzegovina, who died during the WWII in the pits in the region of Stolac, Čapljina and Neum municipalities, were also buried here. The church was completely destroyed by the Croatian armed forces and HVO during the 1992 war...

Medjugorje, il Papa sui veggenti: «Questa non è identità cristiana»
(Corriere della Sera, Redazione online – 9 giugno 2015)
Omelia a Santa Marta. Il Pontefice: «La Madonna non manda emissari». E poi mette in guardia: «Non annacquate l’identità cristiana in una religione soft»

Papa Francesco su apparizioni: alla fede non servono veggenti  (La Repubblica online, 9 giugno 2015)
Dopo il viaggio a Sarajevo, il pontefice torna sull'argomento delle visioni nell'omelia a Santa Marta e pur senza mai citare Medjugorje critica "chi ha sempre bisogno di novità dell'identità cristiana" e chi attende quelli che annunciano 'la lettera odierna della Madonna': "Non annacquate la fede cristiana in una religione soft"

MEĐUGORSKA „UKAZANJA“ U PRVIH SEDAM DANA (biskup Ratko Perić, 28.2.2017.)
THE FIRST SEVEN DAYS OF THE “APPARITIONS” IN MEDJUGORJE (bishop Ratko Perić, 28.2.2017.)
Medjugorie, il vescovo di Mostar: la Madonna non è mai apparsa (Il Messaggero 28 Febbraio 2017)
Il vescovo di Mostar, Ratko Perić, sul sito della diocesi, ha pubblicato una lunga riflessione dalla quale emerge di avere pochi dubbi (...) Dopo aver trascritto dai registratori le audiocassette contenenti i colloqui avvenuti, nella prima settimana delle apparizioni (1982) nell'ufficio parrocchiale di Medjugorje, tra il personale pastorale e i ragazzi e le ragazze (...) ha illustrato i motivi per cui «appare evidente la non autenticità dei presunti fenomeni. Se la vera Madonna, Madre di Gesù, non è apparsa – come infatti non è – allora a tutto sono da applicare le seguenti formule: sedicenti veggenti, presunti messaggi, (...) cosiddetti segreti»...

Tiziano Renzi: << Io a Medjugorje lo sa da quando ci vado? Dal ‘93... Ma guai a chiamarla Jugoslavia. >> (dal Corriere della Sera del 5.3.2017)

A Medjugorje c'è la Camorra e il Vaticano la commissaria
(di Mauro Manzin, su Il Venerdì del 24 agosto 2018)
Per monsignor Henryk Hoser «laggiù succedono cose strane». C'è anche un'inchiesta giudiziaria. E il Papa nomina l'arcivescovo visitatore permanente...

Fra biznis
(Hrvoje Šimičević – 04. svibnja 2019. – i na JUGOINFO-u)
Fanatičnost vjernika i unosni međugorski turizam osnova su moći lokalnih franjevaca koji se opiru autoritetu biskupije i Vatikana. Sam fra Kornelije Kordić bio je još koncem 1960-ih suspendiran, ali je uz podršku franjevačke provincije razvio ozbiljan obiteljski biznis...







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