(français / italiano)
 
La dittatura degli "spin doctor"
 
1) Chi c'è dietro alle "notizie false"? I media mainstream utilizzano video ed immagini farlocche (Michel Chossudovsky)
2) Avviso di falsa notizia: la CNN finalmente ammette che il video dei "caschi bianchi" siriani era falso e recitato (Tony Cartalucci)
3) La CIA rédige-t-elle votre journal ? (Jonathan Cook)
4) SPIN DOCTOR (dalla pagina Wikipedia)
 
 
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ORIG.: Who is Behind “Fake News”? Mainstream Media Use Fake Videos and Images (Prof Michel Chossudovsky – Global Research, December 10, 2016)
The mainstream corporate media is desperate. They want to suppress independent and alternative online media, which it categorizes as “fake news”.  Readers on social media are warned not to go onto certain sites...
 
 
www.resistenze.org - cultura e memoria resistenti - linguaggio e comunicazione - 01-12-16 - n. 613

Chi c'è dietro alle "notizie false"? I media mainstream utilizzano video ed immagini farlocche.

Michel Chossudovsky | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/11/2016

Le corporations dei media mainstream sono disperate. Vogliono sopprimere i media alternativi ed indipendenti che si trovano online, che catalogano come diffusi di "notizie false". I lettori vengono avvertiti sui social networks di non consultare determinati siti. Lo scopo di questa iniziativa è quello di infangare il giornalismo onesto e il rispetto della verità nei media. La nostra analisi conferma che i media mainstream sono regolarmente e sistematicamente coinvolti nell'arte di distorcere i fatti e di ribaltare la verità. Sono loro gli architetti delle "false notizie" e delle "bufale" che nessuno ha il coraggio di nominare. Un modo abituale di stravolgere la realtà avviene con l'uso di video ed immagini false da parte dei media mainstream.

Quattro casi famosi di stravolgimento della realtà

Questi sono quattro esempi e ce ne sono molti di più. La manipolazione di video ed immagini è abitudine. In qualche caso sono stati scoperti dagli stessi lettori, dai media indipendenti e nei social networks. In molti casi non vengono scoperti e quando vengono scoperti i media faranno le scuse ed accamperanno errori tecnici o materiali: "abbiamo ricevuto il video sbagliato".
Ciò che è importante evidenziare è che questi stravolgimenti della realtà operati dai principali mezzi di comunicazione, sono sempre voluti.

1. Copertura informativa fatta dalla CNN delle rivolte del 2008 in Tibet : I poliziotti cinesi indossavano uniformi di color kaki (in uso a forze indiane) e baffi di stile indiano. 

Vedi il video qui:
Il filmato che accompagnava la cronaca di John Vause non aveva niente a che fare con la Cina. I poliziotti ritratti nei video non erano cinesi, ma poliziotti indiani nella loro tipica uniforme kaki dello Stato nordoccidentale dell'Himachal Pradesh, in India. Gli spettatori erano condotti a credere che le dimostrazioni in Cina erano pacifiche e che la gente veniva comunque arrestata dai poliziotti cinesi. Al minuto 1′.27-1′.44″ del video vengono mostrati "poliziotti cinesi" in alcune manifestazioni che includevano monaci buddisti. I poliziotti cinesi vengono mostrati vicino ai monaci tibetani. Sono questi dei poliziotti cinesi della Provincia di Gansu o di Lhasa, la capitale del Tibet, come riportato dal giornalista della CNN John Vause?

Collegamento dalla Cina, 14 marzo 2008
 
Nelle immagini sopra si possono vedere gli asseriti "poliziotti cinesi" mentre reprimono manifestanti tibetani in Cina. CNN, 14.3.2008, min. 1'38″, 1'40″

Le loro uniformi kaki con berretto verde sembrano aver l'impronta del periodo coloniale britannico. Le uniformi color kaki furono introdotte per la prima volta nella cavalleria britannica in India nel 1846. Kaki significa polvere in lingua Hindu e in Persiano. Inoltre, questi poliziotti con uniforme kaki e baffi non sembrano per nulla cinesi.

Guardate attentamente. Sono poliziotti indiani.
Il videotape mostrato il 14 marzo 2008 dalla CNN non è proveniente dalla Cina (Provincia di Gansu o Lhasa, capitale del Tibet. Il video è stato ripreso nello Stato di Himachal Pradesh, in India. Il videotape delle proteste per il Tibet in India è stato usato dalla CNN per descrivere asserite manifestazioni pro Tibet in Cina. La CNN ha miracolosamente fuso i due paesi in uno solo.

Per l'articolo completo su Global Research vai qui

2. Cronaca della Guerra in Libia fatta dalla BBC nel 2011.

Piazza Verde a Tripoli. I Libici celebrano la "liberazione" e la vittoria delle forze ribelli su Gheddafi sventolando bandiere indiane.
Vedi il video qui.

Esaminate il video: non è la Piazza Verde e non sono le bandiere di Re Idris quelle sventolate. E' il tricolore indiano (arancio, bianco e verde) e la gente riunita, sono indiani. Forse non l'avete ancora notato. E se non l'avete notato "sarà probabilmente un errore". Giornalismo superficiale alla BBC o fabbricazione palese ed aperta di bugie? Riconoscete la differenza tra le bandiere?
 
Nelle immagini: a sinistra la bandiera inglese, a destra quella libica di Re Idris adottata dai cosiddetti ribelli

Non c'è stata infatti nessuna celebrazione in Piazza Verde, ma un massacro sponsorizzato e coperto dalla NATO che ha causato diverse migliaia di morti. Ma la verità non poteva essere mostrata nelle televisioni. L'impatto dei bombardamenti NATO doveva essere coperto ed offuscato. I ribelli sono stati proclamati come "liberatori". I bombardamenti NATO erano giustificati dall'intento di salvare le vite dei civili, sotto il mandato della coalizione R2P. Ma la verità era tutta un'altra: la popolazione civile era terrorizzata dai "ribelli" sponsorizzati dalla Nato. Le immagini hanno dovuto essere fabbricate e cambiate per conformarsi al "consenso NATO". La morte e la distruzione sono state rimpiazzate da false assemblate immagini  di celebrazione e liberazione.

Vedi l'articolo completo su Global Research

3. La CNN e la BBC sull'11 settembre. False notizie sul collasso dell'edificio n.7 del WTC ancor prima che si verificasse.

Le bugie più mostruose concernono gli annunci della BBC e della CNN nel pomeriggio dell'11 settembre riguardo al collasso dell'edificio n.7 del WTC (l'Edificio Solomon). Il servizio della BBC andò in onda alle 17:00, 21 minuti prima che il collasso si verificasse, facendo indelebilmente supporre che si conoscesse in anticipo il collasso dell'edificio n.7. Il conduttore della CNN Aaron Brown annunciò che l'edificio "o è collassato o sta collassando" circa un'ora prima che questo accadesse.

Cfr. le immagini sottostanti: a quell'ora l'edificio n. 7 è ancora in piedi.
 
 
Nell'imm: Il conduttore CNN Aaron Brown sembra avere dei problemi a rendersi conto di quello che sta vedendo un minuto dopo aver annunciato che l'Edificio n.7 del WTC, il cui profilo eretto è chiaramente visibile nella sua veduta verso il Trade Center, è collassato o sta collassando. 
Vedi l'articolo completo su Global Research

4. Gli attacchi terroristici del 4 marzo 2016 a Bruxelles. I media belgi usano immagini dell'attacco all'aeroporto di Mosca del 2011.

La testata di Bruxelles Dernière Heure su dhnet.be, così come La Libre, riferiscono sugli attacchi fornendo delle immagini video asseritamente provenienti dalle telecamere a circuito chiuso dell'impianto di sorveglianza dell'aeroporto. Il video pubblicato era falso, come documentato da un blog apparso su Media Part. Il video si riferisce all'attacco terroristico perpetrato all'aeroporto di Mosca Domodedova il 24 gennaio 2011 (postato su Youtube nel Novembre 2013). Il servizio di DHnet.be sull'attacco all'aeroporto di Bruxelles ha usato il video dell'attacco di Mosca del 2011, sovrascrivendo la data dell'attacco di Bruxelles (22/3/2016) sul supporto originale del video russo.

Sotto si vede lo screenshot del servizio di DHnet.
 
E lo screenshot di quello de La Libre su http://lalibre.be,
 
E questo è lo screenshot dell'attacco terroristico del gennaio 2011 all'aeroporto internazionale Domodedova di Mosca pubblicato su You Tube nel 2013 con l'intero video dell'attacco di Mosca:
 
Secondo il servizio della BBC (24 gennaio 2011, servizio che includeva il video dell'attacco di Mosca)  l'attacco provocò 35 morti.
Vedi il video BBC qui.
Vedi l'articolo completo sui falsi video degli attacchi di Bruxelles

Note conclusive

Le bugie e la fabbricazione dei media mainstream non sono il risultato di un giornalismo superficiale o di errori materiali od inconsapevoli. Sono falsità deliberate e volute, tese ad ingannare il pubblico. I media mainstream usano d'abitudine e sistematicamente false immagini e falsi video nella loro copertura mediatica della guerra in Siria. La campagna dei media mainstream contro i media indipendenti ed alternativi cela la limitazione alla libertà di espressione.

La fonte originale di questo articolo è Global Research
Copyright © Prof Michel Chossudovsky, Global Research, 2016
 
 
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ORIG.: Fake News Alert: CNN Finally Admits White Helmets Staged Fake Video (Nov. 27, 2016 – Tony Cartalucci)
CNN, among many other establishment media platforms, has long promoted the US-European funded "Syrian Civil Defence" also known as the "White Helmets"...
 
 
Avviso di falsa notizia: la CNN finalmente ammette che il video dei "caschi bianchi" siriani era falso e recitato

Tony Cartalucciglobalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

27/11/2016

La CNN, tra molte altre piattaforme mediatiche legate all'establishment, ha a lungo promosso "La protezione civile siriana" (Syrian Civil Defence), anche conosciuta come i "caschi bianchi", ai quali è stato di recente riconosciuto il "Premio Nobel Alternativo".

Ancora il 25 novembre, pubblicano un articolo dal titolo "I caschi bianchi siriani si scusano per il video con le vittime-manichino" nel quale ammettono:
"E' una scena familiare: la Protezione Civile Siriana, anche conosciuta come "i caschi bianchi", mentre soccorre un uomo coperto dalle macerie, ma a differenza di migliaia di altri video provenienti da Aleppo, questo è "recitato".
 
La CNN avrebbe continuato a controbattere: "Il video che dura circa un minuto è stato soggetto a critiche sui social networks. Mercoledì, la Protezione Civile Siriana ha rilasciato una dichiarazione definendolo un «errore di valutazione»: 

«Questo video e gli altri correlati sono stati registrati dalla testata RFS con volontari della Protezione Civile Siriana, i quali speravano di mettere in contatto il mondo esterno al paese con l'orrore della Siria, utilizzando in modo virale dei manichini per esercitazione. Questo è stato un errore di valutazione e ci scusiamo per conto dei volontari che sono stati coinvolti» si legge nella dichiarazione."

Sia la spiegazione dei "caschi bianchi", che quella della RFS e della CNN non parlano del fatto che il video - ora ammesso come fabbricato con l'uso di un manichino da esercitazione - è virtualmente indistinguibile dalle "migliaia di altri video provenienti da Aleppo" citati dalla CNN.

Proprio come i "migliaia di altri video provenienti da Aleppo", citati dalla CNN, la "vittima" che viene "soccorsa" dai "caschi bianchi" è coperta di polvere e di quello che sembra essere sangue, ma non sembra essere altrimenti ferita. A differenza di quel che avviene in un reale bombardamento, le vittime soccorse dai caschi bianchi hanno le loro membra intatte, senza ferite profonde o comunque visibili e senza alcun segno di bruciature o traumi correlati agli armamenti utilizzati nei combattimenti moderni.

E' improbabile che tra i "migliaia di altri video provenienti da Aleppo" citati dalla CNN, nessuno di questi riprenda ferite aperte ed invece riprendono solo polvere e "sangue", apparentemente finto come si è visto nel video oggi ammesso come "recitato", così come altre recenti manifestazioni di protesta in Europa altrettanto "recitate"

La CNN avrebbe coperto gli inganni dei "caschi bianchi" senza alcuna verifica sui media alternativi?

Naturalmente, i media alternativi hanno raffigurato i "caschi bianchi" per anni come forse una delle più grandi e più complesse operazioni di propaganda di guerra organizzata dai poteri occidentali, nel loro tentativo di influenzare e sviare la pubblica opinione verso gli sforzi per rovesciare il regime in Siria.
 
Nell'immagine: le scuse presentate da RFS non solo mancano di convinzione, ma sono piene di pretesti e controaccuse.

Quando il recente video con i "manichini da esercitazione" è stato caricato, sono state le fonti di informazioni alternative che lo hanno scoperto, che lo hanno condiviso e che hanno sollecitato un'attenzione virale sul medesimo. Sono stati i media alternativi che hanno rappresentato il fatto che una asserita "organizzazione di soccorso" stesse fabbricando falsi video recitati per fini di propaganda di guerra - in potenziale violazione della Convenzione di Ginevra e certamente in violazione dei minimi standard etici.

Ed è solo dopo che le fonti alternative sollevarono dubbi e misero all'angolo RFS e i "caschi bianchi", che le piattaforme informative legate all'establishment come la CNN hanno dovuto rispondere ad una vicenda che altrimenti avrebbero ignorato e passato sotto silenzio.

Non c'è poi dubbio sul perché piattaforme informative legate all'establishment come la CNN, il Washington Post ed altri, si oppongano così appassionatamente alle piattaforme alternative - non sono più loro a dettare l'agenda, ma si trovano invece costretti a reagire. Il vero giornalismo equivale a raccontare ed analizzare onestamente gli eventi del mondo, piuttosto che ad architettarli e diffonderli impunemente - per la CNN e gli altri non ci sarebbe più la libertà di fare in quest'ultimo modo, senza conseguenze.

Per le fonti di informazione alternative, successi come questo ed il fatto che i media dell'establishment occidentale abbiano quasi tutti dichiarato guerra alle fonti alternative, dovrebbero evidenziare il valore del giornalismo e dell'analisi politica onesta. Dovrebbe essere anche un costante promemoria che i media basati sui fatti vincono sempre sui media basati sull'agenda politica del potere. Perché i media alternativi continuino a crescere e ad avere successo, è necessario riaffermare la propria dedizione al fatto, non importa se ci sia la tentazione di fare il contrario.

La fonte originale di questo articolo è Land Destroyer
Copyright © Tony CartalucciLand Destroyer, 2016
 
 
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ORIG.: Is the CIA editing your newspaper? (Jonathan Cook, 19 December 2016)
http://www.jonathan-cook.net/blog/2016-12-19/is-the-cia-editing-your-newspaper/
 
 
http://www.investigaction.net/la-cia-redige-t-elle-votre-journal/
 

La CIA rédige-t-elle votre journal ?

Voici un très bon aperçu d’Ed Jones expliquant pour quelles raisons les grands médias sont les meilleurs représentants des « fausses informations ». Ces médias sont largement détenus et contrôlés par des entreprises milliardaires et gargantuesques dont les recettes publicitaires dépendent d’autres sociétés et qui emploient des journalistes issus de classes privilégiées dont les carrières sont basées sur le maintien de ces privilèges. Dans ces circonstances, il serait tout simplement stupéfiant de bénéficier, de près ou de loin, de la pluralité des médias.

Les données concernent les points de vente britanniques mais les mêmes principes s’appliquent aux Etats-Unis.

Une partie de l’analyse est particulièrement troublante. Il s’agit de celle portant sur le sujet très peu abordé de la pénétration des services de renseignement dans la plupart des organes de presse occidentaux et parfois même non-occidentaux. En résumé, les services de renseignements étasuniens, et dans une moindre mesure britanniques, ont durant de nombreuses décennies transmis des informations à des journalistes coopératifs occupant des positions-clés dans l’industrie de l’information « libre », travaillant ainsi main dans la main. De plus, la CIA a cherché à placer certains de ses membres dans les organes de publication afin de modeler le contenu éditorial et influencer l’opinion publique. Dans certains cas, ces personnes ont atteint des positions très influentes au sein de l’industrie.

Nick Davies, du Guardian, a dédié un chapitre entier de son livre Flat Earth News à la documentation de ces pratiques. Etrangement, ce chapitre n’est que rarement mentionné. Les journalistes qui encensent son ouvrage se concentrent d’avantage sur son concept moins révélateur du « churnalism », le journalisme à l’épreuve du temps, et sur les ressources mises à disposition.

Jones mentionne par ailleurs d’autres sources appuyant son analyse :

Richard Keeble, Professeur en journalisme à l’Université de Lincoln, ( … ) a publié des écrits portant sur les liens unissant des journalistes et les services de renseignement… Il cite Roy Greenslade, qui a été un spécialiste des médias pour le Telegraph et le Guardian ( ainsi qu’un des rédacteurs en chef du Mirror ) : «  La plupart des tabloïdes, et même les quotidiens de manière générale, sont les jouets du MI5 ( le FBI de la Grande-Bretagne ).

Keeble ajoute :

« Bloch et Fitzgerald mentionnent, dans leur analyse de la guerre britannique non-conventionnelle, le rédacteur en chef « d’un des journaux les plus réputés de Grande-Bretagne » qui estime que plus de la moitié de ses correspondants étrangers étaient sur la liste de paie du MI6 ( l’équivalent au Royaume-Uni de la CIA – note de l’auteur ). Et en 1991, Richard Norton-Taylor révéla dans le Guardian que parmi les 500 personnalités britanniques rémunérées par la CIA et la défunte Banque de crédit et commerce internationale se trouvaient 90 journalistes. »

Keeble a donné de nombreux autres exemples dans le chapitre de son livre sur les services de renseignement qui infiltrent les médias et modifient les politiques du moment, notamment en relation aux grèves des mineurs et Arthur Scargill dans les années 80 ainsi que pendant la période qui a mené à la guerre d’Irak en 2003…

David Leigh, l’ancien rédacteur d’investigation du Guardian, a écrit sur une série de cas où les services secrets ont manipulé d’éminents journalistes. Il affirme que les reporters sont régulièrement approchés et manipulés par des agents de renseignement et distingue trois méthodes, chacune explicitée dans son article :

  • Ils essaient de recruter des journalistes qui pourront espionner d’autres personnes ou tenteront de se faire passer eux-mêmes pour journalistes.
  • Ils autorisent des agents de renseignement à « écrire des articles tendancieux sous de faux noms ».
  • Et « la forme la plus pernicieuse » : ils transmettent des propagandes de services de renseignement à des journalistes consentants qui masqueront l’origine de l’information aux lecteurs.
 

Il serait bon de se rappeler que ceux qui devraient dénoncer la manipulation des grands médias par les services de renseignement sont les grands médias eux-mêmes, déjà corrompus. En d’autres termes, il est pratiquement impossible pour les médias de révéler cette histoire de « fausses nouvelles » systématiques disséminées par nos services secrets car cela dévoilerait une réalité bien inconfortable : ceux qui se présentent comme les chiens de garde des libertés face au pouvoir du gouvernement ne sont en fait que les chiens de compagnie des puissants.

Si tout cela semble dur à croire, regardez cette vidéo d’un journaliste allemand expérimenté admettant qu’il avait été recruté par les services secrets étasuniens (h/t Antonio Nascimento). Udo Ulfkotte a couvert le Moyen-Orient pour le Frankfurter Allgemeine pendant 12 ans et déclare qu’il a régulièrement agi comme relais de la propagande de la CIA. Il ajoute que nombre de ses collègues ont fait de même, promouvant de plein gré la désinformation de la CIA.

Reporter Spills the Beans and Admits All the News is Fake! (Robert Boudrias, 8 ott 2014)
A top German Journalist and Editor Dr. Udo Ulfkotte has just gone public with some shocking admissions. He basically admitted what all of us who read the alternative media such as BeforeItsNews have known for a long time – the entire mainstream media is totally fake! He went into a very detailed talk in this video and spilled the beans about everything! He talked about how the CIA gets control over all of the major journalists. e next 6 months than we’ve done in the last 6 years! We can do it together!...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=CzySk8qfvxk
 
 

Traduit de l’anglais par Joe-Alexy Yagchi pour Investig’Action

Source: Jonathan Cook Blog

 
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https://it.wikipedia.org/wiki/Spin_doctor
 

Spin doctor

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
 
Lo spin doctor (dall'inglese [top] spin, nel gioco del tennis «colpo a effetto» e doctor, «esperto») è un esperto di comunicazione che lavora come consulente per conto di personaggi politici. Il suo compito è elaborare mediante precise strategie di immagine un'apparenza del politico adeguata da sottoporre attraverso i media all'opinione pubblica, al fine di ottenere consenso elettorale o più in generale per ottenere consensi riguardo al proprio mandato politico.[1]
 

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Il pubblicitario americano Ivy Lee (soprannominato Poison Ivy per via della sua spiccata capacità di "avvelenare" l'informazione) è unanimemente considerato il precursore degli spin doctor. Fu anche il primo a teorizzarne la figura, pubblicando nel 1906 la Dichiarazione dei principi delle pubbliche relazioni (PR). Benché Lee professasse nei suoi scritti una linea di onestà e trasparenza, asserendo che il principale obiettivo degli spin doctor era quello di fornire alla stampa e ai cittadini un servizio limpido e trasparente, che consisteva esclusivamente nel facilitare la comprensione dei fatti e soprattutto la consultazione delle fonti, senza cioè porsi da intermediari, bensì come "facilitatori" della comunicazione, egli assai di rado ebbe a rispettare tali principi nella sua attività pratica. Lee divenne anzi famoso per avere portato avanti campagne pubblicitarie palesemente false.
Il suo incarico più eclatante fu quello di proteggere nel 1914 il magnate John D. Rockefeller da un'accusa di omicidio plurimo. Rockefeller aveva infatti assoldato alcuni agenti della Guardia del Colorado per sedare uno sciopero: durante l'assalto al campo degli scioperanti rimasero uccise 20 persone. Lee diffuse una versione modificata dei fatti per coprire Rockefeller, dando origine alle moderne tecniche di spin inteso come «manipolazionedella realtà».[2]

Edward Bernays[modifica | modifica wikitesto]

Il primo vero spin doctor fu invece Edward Bernays, nipote di Sigmund Freud. Nel 1928, nel suo saggio L'ingegneria del consenso, egli teorizzava con lucida attenzione la pratica dello spin: «Se capisci i meccanismi e le logiche che regolano il comportamento di un gruppo, puoi controllare e irreggimentare le masse a tuo piacimento e a loro insaputa».[3] Bernays operò soprattutto nel campo delle PR industriali, con risultati il cui successo dura fino ai nostri giorni.
Si distinse per la prima volta con il suo operato nel 1929, nella difesa dell'industria del tabacco, durante la quale inventa la figura della femme fatale secondo una semplice equazione: fumo=emancipazione. Molte femministetutt'oggi ignorano che l'ideale della donna fumatrice emancipata è stato creato a tavolino.[4]
Un secondo successo di Bernays fu la campagna a favore dei produttori di bacon statunitensi: per rilanciare l'industria della pancetta, o bacon, decise di non puntare soltanto sulle tradizionali campagne pubblicitarie, bensì di commissionare un sondaggio su un gruppo ristretto di medici i quali, ovviamente compiacenti, per la maggior parte esaltarono i vantaggi nutrizionali di una colazione ricca, a base appunto di uova e pancetta. Quindi inviò i risultati del sondaggio a migliaia di medici statunitensi, allegando una elegante brochure che risaltava le presunte virtù delle «uova con la pancetta», quale «prima colazione ricca e nutriente». L'esito della campagna fu che in pochi giorni il mercato della pancetta aumentò considerevolmente le vendite, dal momento che gran parte dei dottori aveva prestato credito alla persuasiva comunicazione dei loro sconosciuti ma apparentemente autorevoli colleghi.[5] Da allora, la colazione a base di uova e pancetta è una consuetudine per milioni di americani.
Questo fu il primo uso di una tecnica che lo stesso Bernays definì «della terza parte indipendente», affermando che: «Se puoi influenzare i leader – con o senza il loro consenso – condizioni automaticamente chi crede in loro».[6] In pochi anni Bernays apprese a raffinare tale tecnica, promuovendo la nascita di «centri di studio» apparentemente indipendenti, in realtà costruiti appositamente per difendere determinati interessi o punti di vista. Essa prevedeva insomma di rilasciare notizie prodotte da enti o personalità estranee (in apparenza) alla campagna in corso, ma in realtà sapientemente "istruite" su cosa dire. Ciò avvenne ad esempio per i rapporti (presunti) scientifici riguardo alle emissioni dei tubi di scappamento delle automobili, pubblicati da centri studi non direttamente riconducibili alle case automobilistiche, con nomi come "Centro studi per il benessere sociale".[7]
Per ironia della sorte lo stesso Bernays ebbe a rivelare che uno dei maggiori estimatori delle sue teorie fu Paul Joseph Goebbels, ministro della propaganda di Hitler, che applicò alla lettera le sue teorie per creare consenso popolare attorno al regime nazista.[8]
Come scritto da Larry Tye nel suo libro The Father of Spin: Edward L. Bernays and The Birth of Public Relations («Il padre dello spin: Edward L. Bernays e la nascita delle pubbliche relazioni»), Bernays riuscì ad aiutare molte società commerciali a utilizzare tecniche di comunicazione per rendere certi comportamenti più accettabili negli Stati Uniti del XX secolo. Tye sostiene inoltre che Bernays era assai orgoglioso del suo lavoro come propagandista.[9]

Walter Lippman e Daniel Boorstin [modifica | modifica wikitesto]

Tra gli studiosi del fenomeno ci fu anche Walter Lippman, autore nel 1922 del libro L'opinione pubblica, in cui critica aspramente la già diffusa abitudine dei governi di manipolare l'informazione, e Daniel Boorstin il quale nel suo saggio L'immagine sancisce una sostanziale differenza fra quei fatti che lui chiama "creati da Dio" e quelli "creati dall'uomo". Nel 1962 conierà il termine pseudoeventi per definire quegli eventi orchestrati ad arte dai manipolatori dei media per distrarre l'attenzione del pubblico. Benché il termine sia stato usato già alla fine degli anni settanta ed abbia poi visto designati in tal modo vari consiglieri statunitensi dell'amministrazione Reagan negli anni ottanta (nonché lo stesso segretario di Stato James Baker sotto la presidenza di Bush padre), fino all'ingresso nell'universo mediatico di Tony Blair si può dire che lo spin doctor fosse un razionalizzatore a posteriori di decisioni assunte dal politico con cui egli lavorava.

Caratteristiche

Questi è senza dubbio un professionista, spesso con un curriculum ed un bagaglio culturale notevoli, solitamente proveniente dai ranghi dei consulenti di marketing, che opera con il compito di elaborare, mediante precise strategie di immagine, un'apparenza del politico adeguata da sottoporre ai media e all'opinione pubblica per ottenere consenso elettorale o più in generale per ottenere consensi riguardo al proprio mandato politico.
Allo stesso tempo, proprio per la peculiare attività di "massaggiatore" dei messaggi o "creatore" di candidati elettorali (nell'ambito della cd. personalizzazione della competizione elettorale), deve essere indifferente alla verità dei fatti, e per di più essere in grado di manipolare tale verità, rendendola attraente all'occhio del pubblico.
Come Giano bifronte, lo spin doctor ha il duplice ruolo di professionista mediatore della comunicazione, e di "genio del male", una specie di ammaestratore di notizie, un regista degli effetti speciali creativo e al tempo stesso bugiardo, sempre comunque coerente con il proprio impegno lavorativo. Lo spin doctor è ad esempio colui che suggerisce alla stampa di non titolare in prima pagina "Aumento delle tasse" ma "Riassetto fiscale".

Spin doctor e Pubbliche relazioni [modifica | modifica wikitesto]

L'intero filone di attività e di studio delle Pubbliche Relazioni (PR), così come quello delle Scienze della comunicazione, mira a rendere efficace ed immediatamente comprensibile un qualsiasi messaggio, sia istituzionale, politico o commerciale. I professionisti delle pubbliche relazioni, consapevoli dei rischi che tali procedimenti comportano, seguono infatti dei codici etici molto scrupolosi, sanciti a livello internazionale; per esempio, nella Carta di Stoccolma (2003).[10][11] Al contrario lo spin doctor impiega qualunque mezzo per raggiungere i propri scopi, senza alcuna etica o deontologia professionale: tende cioè ad «adattare la realtà alle proprie esigenze», né si fa scrupolo nell'affermare fatti e vicende che sa non essere veri e in politica, in definitiva, «non difende l'interesse del paese, ma solo quello del proprio leader»,[12] spesso sfruttando tecniche prese a prestito e ispirate da altre discipline: ma, soprattutto, applica in modo sistematico il cosiddetto News management, ovvero la manipolazione delle notizie.

L'espressione [modifica | modifica wikitesto]

Il termine spin doctor risale agli anni ottanta del secolo scorso. A partire da quel periodo infatti la figura dello spin doctor entrò a far parte prepotentemente dello scenario politico di alcuni paesi, specie di quelli occidentali. La locuzione fu coniata nel 1984 dal noto giornalista americano William Safire, per distinguere i comunicatori in qualsiasi ambito - ad es. i portavoce o gli addetti stampa - dai più ambigui e spregiudicati specialisti delle pubbliche relazioni applicate alla politica.[13] Spin è un termine usato pure nel gioco del baseball o del cricket per indicare il moto rotatorio o effetto impresso dal lanciatore alla palla: in senso figurato significa anche "la presentazione di un'informazione in un particolare modo; una prospettiva, specialmente una favorevole"[14]. Per quanto riguarda la parola doctor, oltre al significato fondamentale di "medico" o "possessore di un dottorato universitario", essa si usa anche per indicare "una persona assunta per apportare miglioramenti o dare consigli"[15] (in particolare in espressioni composte: ad es. script doctor, "consulente di sceneggiatura"). A ciò va aggiunto il fatto che il verbo doctor significa anche "cambiare il contenuto o l'apparenza (di un documento o un'immagine) per ingannare; falsificare"; "alterare il contenuto (di cibi o bevande) aggiungendo ingredienti forti o dannosi"; e infine, per tornare al gergo del cricket e del baseball, "manomettere (una palla) in modo da influenzarne il volo quando viene lanciata o battuta"[16].
Da questa breve ricostruzione, si capisce come l'espressione "spin doctor" nel tempo sia venuta ad indicare l'autore di raggiri o il manipolatore di parole o notizie tese a creare una certa interpretazione dei fatti. Con essa si indicano in politica sempre più spesso i portavoce e i consiglieri degli uomini politici e, a volte, gli stessi uomini politici.

I compiti [modifica | modifica wikitesto]

I compiti dello spin doctor sono diversificati, ma tutti riconducibili ad una radice comune: "massaggiare il messaggio", cioè estrarre il meglio da qualsiasi situazione in cui sia implicato il suo committente, fornendo ai giornalistie ai media una versione "aggiustata" di un evento-notizia in veste volta per volta di consigliere per la comunicazione, capo ufficio stampa, portavoce o campaign manager.
  1. Lo spin doctor sa gestire una crisi con messaggi o tattiche comunicative ad hoc, specialmente nel settore della politica, nei confronti ad esempio di una decisione impopolare, correggendo e smussando eventuali incaute prese di parola del politico che assiste[17], e fornendo ai media (e quindi all'opinione pubblica) l'interpretazione sexed up delle esternazioni del soggetto per cui lavora, al fine di evitargli critiche o comunque commenti malevoli[18].
  2. Un'altra attività dello spin doctor è fornire notizie "informali" ai giornalisti, facendole passare per "confidenze" o facendole filtrare come notizie "anonime".
  3. Altro compito dello spin doctor è promuovere l'immagine di un soggetto come se fosse un prodotto, utilizzando tecniche di marketing.
  4. A volte può succedere di dover "creare" un evento che possa dare interesse e convincere l'opinione pubblica: è il news management, ovvero l'informazione gestita.
Le attività dello spin doctor, quindi, in un certo senso riassumono e per altro verso travalicano gli incarichi del tradizionale addetto stampa e del consulente d'immagine.

Casi famosi [modifica | modifica wikitesto]

Il decennio di Tony Blair come primo ministro britannico è apparso a molti come la vera rivoluzione, in questo approccio: molte delle decisioni, soprattutto di politica estera, sono state assunte proprio perché il "polso" dell'opinione pubblica era tenuto dallo staff di spin doctors di Blair, in cui primeggiavano l'addetto stampa Alastair Campbell ed il consigliere alle relazioni pubbliche Peter Mandelson. Giunti ad un livello di potenza ed influenza politica del tutto inedito, in una democrazia, offrivano al loro responsabile politico una linea d'azione ad alto rendimento nell'immediato, proprio perché erano in grado di discernere nell'andamento fluttuante della gente l'evento da seguire e sul quale dimostrare la capacità di incidere del vero statista.
La politica britannica verso la Bosnia dopo l'eccidio di Srebrenica ne fu un primo segnale, confermato dalla guerra del Kosovo; ma anche la scelta di Blair di incalzare la monarchia dopo la morte della principessa Diana pare aver risposto a questo medesimo intento (anche se è stata presentata assai più poeticamente nel film The Queen - La regina, che nel 2006 fu l'ultimo esempio di spin-doctoring della gestione blairiana dell'industria culturale).
Ma la linea d'azione degli spin doctors blairiani fu anche nel senso opposto, in direzione cioè della vera e propria manipolazione dell'opinione pubblica per convincerla ad avallare decisioni già assunte per diversi ed inconfessabili motivi: è proprio a loro che si ascrive il successo di aver "surriscaldato" l'opinione pubblica contro il presunto possesso di armi di distruzione di massa da parte di Saddam Hussein nel 2003, fino a portare come prevedibile conseguenza l'ingresso in guerra contro l'Iraq a fianco degli USA. Le commissioni d'inchiesta di Lord Hutton (2003) e di Lord Chilcot (2010), nell'indagare sulle origini della guerra in Iraq, offrirono uno squarcio abbastanza attendibile delle tecniche impiegate per "presentare" all'opinione pubblica le risultanze della comunità di intelligence come favorevoli all'intervento militare.
È rimasta celebre infine la fialetta esibita al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite dal Segretario di Stato Usa Colin Powell, come prova dell'esistenza di armi chimiche entro i confini dell'Iraq, che influenzando potentemente l'opinione pubblica contribuì nel 2003 a dare inizio all'invasione dell'Iraq; prova che si dimostrò poi del tutto falsa e infondata.

Nel cinema [modifica | modifica wikitesto]

Indiscusso capolavoro cinematografico che ruota intorno a una figura di spin doctor (interpretata da Robert De Niro) è Sesso e potere di Barry Levinson, in cui per aiutare il Presidente degli Stati Uniti in una difficile fase pre-elettorale viene assoldato appunto uno spin doctor che ha un colpo di genio: "inventare" una guerra tutta virtuale fra USA e Albania, con tanto di filmati, inni, l'eroe, ecc. In questo caso lo spin doctor assolda addirittura un produttore di Hollywood (interpretato da Dustin Hoffman) per dare alla simulazione la massima "verosimiglianza" in termini di effetti speciali. Degno di nota è il film Power (1986) di Sidney Lumet, con Richard Gere, Julie Christie, Gene Hackman: il protagonista è un esperto di comunicazione specializzato nel costruire l'immagine di uomini e donne di potere che a lui si affidano in occasione di campagne elettorali. Nel film La seconda guerra civile americana di Joe Dante (1997), una commedia sull'intrattenimento come massima espressione del potere e sulla politica come genere televisivo nell'era della realtà-spettacolo, lo spin doctor Jack Buchan (interpretato da James Coburn) è definito l'"agevolatore politico" del Presidente degli Stati Uniti nello scontro con il Governatore dell'Idaho, impegnato in una campagna demagogica contro l'immigrazione e per la secessione. Pur di non far calare l'attenzione mediatica attorno alla sua figura, lo spin doctor suggerirà al Presidente di imbarcarsi in una seconda guerra civile con lo Stato dell'Idaho.
Un ulteriore esempio è Thank You for Smoking, il cui protagonista lavora per l'industria del tabacco ed è chiamato a negare e coprire l'evidente pericolosità del fumo di sigaretta con fantasiose "tattiche" comunicative.
Più recentemente il film di Armando Iannucci In the Loop ha presentato uno scenario assai simile alla preparazione dell'intervento in Iraq, sotto forma di commedia satirica[19]: riconoscibile è il ruolo di spin doctor imputato ad Alastair Campbell.
Sempre su un piano comico e satirico, un buon esempio di resa cinematografica di questo tipo di personaggio è quella di Sergio Rubini nel film Qualunquemente, dove Rubini, richiamato per supportare la campagna elettorale di Cetto La Qualunque, svolge il suo ruolo in modo abile e spregiudicato.
Il film del 2012 No - I giorni dell'arcobaleno, riporta le vicende antecedenti il referendum cileno del 1988 sul governo di Pinochet.
 

Note [modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Voce del Vocabolario Treccani online
  2. ^ Marcello FoaGli stregoni della notizia. Da Kennedy alla guerra in Iraq: come si fabbrica informazione al servizio dei governi, Ed. Guerini e Associati, 2006, p. 17 ISBN 88-8335-783-3
  3. ^ E. Bernays, The Engineering of ConsentAnnals of the American Academy of Political and Social Science, marzo 1947.
  4. ^ Marcello Foacit., p. 19.
  5. ^ Op. cit., pp. 19-20.
  6. ^ Ibidem.
  7. ^ J. Stauber, S. Rampton, Trust Us We're Experts, Tarcher/Penguin, New York, 2000, p. 45.
  8. ^ «Goebbels ammise di aver utilizzato il saggio "Cristallizzare l'opinione pubblica", quale base per la campagna di eliminazione degli ebrei della Germania. Bernays "ne rimase scioccato", ma non fece ammenda, continuando a sostenere la validità delle proprie teorie». M. Foa, cit., pp. 20-1.
  9. ^ Stauber, John and Sheldon Rampton. "Book Review: The Father of Spin: Edward L. Bernays & The Birth of PR by Larry Tye," PR Watch(Second Quarter 1999). Vol. 6, No. 2.
  10. ^ M. Foa, cit., p. 37.
  11. ^ Sito PR Suisse
  12. ^ Op. cit., pp. 37-8.
  13. ^ M. Foa, cit., pp. 23-4.
  14. ^ Voce spin, su Oxford British & World English Dictionary, Oxford University Press. URL consultato il 6 aprile 2013.
  15. ^ Voce doctor, su Oxford British & World English Dictionary, Oxford University Press. URL consultato il 6 aprile 2013.
  16. ^ Ibidem.
  17. ^ Weissman, Jerry. "Spin vs. Topspin". The Huffington Post. 19 giugno 2009.
  18. ^ Staff. "Are these examples of political spin?". BBC Learning Zone. Clip 7265. 2013.
  19. ^ "Armando Iannucci: it's time for Chilcot's team to flex their ageing muscles", The Independent, 29 gennaio 2010.

Bibliografia [modifica | modifica wikitesto]

  • Giancarlo Bosetti, Spin: trucchi e tele-imbrogli della politica, Marsilio, Venezia, 2007 ISBN 8831792253
  • Marcello Foa, Gli stregoni della notizia. Da Kennedy alla guerra in Iraq: come si fabbrica informazione al servizio dei governi, Ed. Guerini e Associati, 2006. ISBN 88-8335-783-3
  • Mélanie Chopard, Comunicazione pubblica del Governo Svizzero e Spin doctoring, Università di Lugano, 2005.
  • Roberts, Alasdair S., Spin Control and Freedom of Information: Lessons for the United Kingdom from Canada, in Public Administration, vol. 83, 2005, pp. 1–23, DOI:10.1111/j.0033-3298.2005.00435.x.
  • Adam Sheingate, Building a Business of Politics. The Rise of Political Consulting and the Transformation of American Democracy, New York, Oxford University Press, 2016