Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus aderisce ed invita ad aderire e partecipare al sit-in unitario che si terrà oggi a Roma in difesa del Venezuela democratico e sovrano. Proprio come 20 anni fa l'imperialismo a guida USA era determinato a rovesciare il governo delle sinistre in Jugoslavia per smembrare ciò che restava di quel paese, oggi le stesse tattiche fatte di sanzioni, destabilizzazione economica, omicidi politici e terrorismo, mercenariato e propaganda di guerra vengono usate contro il Venezuela. Uniamo le forze della solidarietà internazionalista!
 
(srpskohrvatski / italiano)
 
Oggi  a Roma per il Venezuela
 
1) Roma 12/2: Sit-In unitario - No al golpe in Venezuela!
2) Nećemo rat S.A.D. protiv Venecuele! / No alla guerra degli Stati Uniti contro il Venezuela! (Nowaronvenezuela.org)
3) SRP: Izjava povodom sramotnog čina hrvatske Vlade / „NE U NAŠE IME“
4) Inicijative u Beogradu (tekst+foto):
– Tribina solidarnosti s Venecuelom 8.2.2019.
– Miting podrške Venecuelanskom narodu i predsedniku Maduru 2.2.2019.
5) Guaidó o come si costruisce un impostore (di Dan Cohen y Max Blumenthal – The Grayzone)
 

Isto pročitaj:
BRATSKA PODRŠKA VENECUELI I PREDSEDNIKU MADURU! (NKPJ)
MADURO NEĆE PASTI (KS)
Leggi anche:
CON IL VENEZUELA DEMOCRATICO E SOVRANO (rassegna JUGOINFO 24.1.2019)
 
 
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Il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus aderisce ed invita ad aderire e partecipare al sit-in unitario che si terrà oggi a Roma in difesa del Venezuela democratico e sovrano. Proprio come 20 anni fa l'imperialismo a guida USA era determinato a rovesciare il governo delle sinistre in Jugoslavia per smembrare ciò che restava di quel paese, oggi le stesse tattiche fatte di sanzioni, destabilizzazione economica, omicidi politici e terrorismo, mercenariato e propaganda di guerra vengono usate contro il Venezuela. Uniamo le forze della solidarietà internazionalista!
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Roma, martedì 12 febbraio 2019
dalle ore 14:00 in Piazza Vidoni
 
Sit-In unitario a Roma - No al golpe in Venezuela!
 
Noi cittadini italiani, appartenenti a movimenti sociali, sindacati, partiti, organizzazioni ed associazioni, chiediamo al Governo Italiano di non riconoscere l'autoproclamato presidente Juan Guaidò e di respingere qualsiasi interferenza esterna alla sovranità della Repubblica Bolivariana del Venezuela. Il popolo venezuelano ha già eletto un proprio Presidente nelle elezioni del maggio scorso, e questo si chiama Nicolas Maduro. Affermare il contrario significa dimenticare le norme fondamentali del Diritto Internazionale e avallare le minacce di guerra che il Governo di Washington e Donald Trump stanno lanciando incessantemente in questi giorni. Accodarsi alla isteria bellica significa,tra laltro, mettere a repentaglio la vita dei nostri concittadini.
Chiediamo all'Unione Europea di dimostrare la sua indipendenza dagli Stati Uniti e che sia attrice nella mediazione e nella conciliazione e non nella guerra e dalla parte del golpe.

Affinché l'Italia non macchi di nuovo la sua Storia di sangue, ma si faccia promotrice del dialogo e della Pace, come unica soluzione in questa delicata situazione, invitiamo tutti a partecipare al sit-in che si svolgerà martedì 12 febbraio 2019 dalle 14.00 alle 18.00 a Piazza Vidoni a Roma, in contemporanea con la discussione al Senato della questione venezuelana.

Adesioni [per aderire commentare direttamente all'interno dell'evento]:
Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba,
USB Unione Sindacale Di Base pag.. nazionale,
Potere al Popolo
Rete dei Comunisti
Patria Socialista
Partito della Rifondazione Comunista
PCI - Partito Comunista Italiano
Partito Comunista
Italia - Venezuela Bolivariana
Eurostop..info
Giuristi Democratici
Nuestra América
Noi Restiamo
Rete No War
Jvp Italia
Associazione Italia Nicaragua
Altrenotizie
Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia Onlus
 
 
 
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Nećemo rat S.A.D. protiv Venecuele!
Ne smemo ostati nemi pred S.A.D. agresijom na narod Venecuele. Nikolas Maduro je pretsednik Bolivarske Republike Venecuele, izabran dva puta, u izborima koji su bili internacionalno potvrđeni. Već od izbora Huga Čaveza, 1998, S.A.D. su neprestano pokušavale da promene vlast u Venecueli. Sa Donaldom Trampom u Beloj kući, ti pokušaji su prerasli u pretnje totalnim ratom, krađom milijarde dolara od naroda Venecuele, i gomilom laži u svetskim medijima.
Stotinama godina, S.A.D. vodi ratove protiv naroda cele planete, preko pučeva, invazija, i ekonomskog pritiska. Juan Guaidó je marioneta Sjedinjenih američkih država. On ne predstavlja narod Venecuele. Smešno je da se neko zaklinje da bude pretsednik na uličnom protestu, u ime “odbrane demokratije”. Desničari u Venecueli kažu da su izbori nepravedni, jer oni odbijaju da u njima učestvuju. Umesto da učestvuju u izborima, oni vrše teror nad glasačima, sličan rasističkom teroru protiv Afro-Američkih glasača u S.A.D. , iz vremena rasne segregacije.
Sankcije, koje S.A.D. kontrolišu, i monetarne manipulacije, su pravi razlog zbog koga narod Venecuele strada. Američki Senator Marko Rubio i desničarski mediji iz Majamija vode opoziciju Venecuele.. S.A.D. ne podnose ni jednu zemlju na planeti koja želi da živi od svojih sopstvenih prirodnih bogatstava i plodova svoga rada, nezavisno od Vol Strita i Pentagona. Venecuela ima najveća nalazišta nafte na svetu, i bogata je zlatom i drugim mineralima. Džon Bolton, strateg američkog rata protiv Iraka, izjavio je da bi promena vlasti u Venecueli bila ogromna šansa za velike profite Vol Strita. Mi mu verujemo.
Od Bolivarske Revolucije 1998 godine, veliki napor je uložen da se uzdignu radni narod, Afro-Venecuelanci, i starosedeoci Venecuele. Siromašni radni narod je neverovatno napredovao zahvaljujući novim zakonima da se suzbije ekonomska neravnopravnost, rasizam, seksizam i homofobija. Uprkost sankcijama i sabotaži, Venecuela je održala transparentan demokratski system u svim izborima. Venecuela pomaže nerazvijenim zemljama sveta, preko subvencionisane nafte, i voidi u progresivnim zakonima o radu. Njihove pobede su deo globalne borbe radnika i ugnjetenih, protiv najbogatijih i najmoćnijih kapitalista planete.
Zbog svega ovoga, zahtevamo:
  • Da S.A.D. odmah prestanu sa neprijateljskim akcijama protiv Bolivarske Republike Venecuele — da prekinu sankcije, da prestanu da podržavaju državni puč, da prekinu sa ekonomskim uništavanjem Venecuele, i da poštuju pravo naroda Venecuele na nezavisnost..
  • Da sve zemlje koje su eksploatisale bogatstva Venecuele vrate to što su ukrali demokratski izabranoj vladi i narodu Venecuele.
  • Da Vol Strit plati reparacije narodu Venecuele kao naknadu za patnju pod genocidnim sankcijama i monetarnom manipulacijom.
U internacionalnom i slobodarskom duhu Simona Bolivara, obećavamo da ćemo se boriti na strani Venecuele i njenog prava na nezavisnost. Pobede Bolivarske Revolucije su pobede svih radnika i ugnjetenih na svetu!
 
 
 
No alla guerra degli Stati Uniti contro il Venezuela!
Non possiamo tacere di fronte all’ultima aggressione degli Stati Uniti contro il popolo venezuelano. Nicolás Maduro è il presidente della Repubblica Bolivariana del Venezuela, scelto due volte dal popolo nel corso di un processo elettorale osservato a livello internazionale. Dall’elezione di Hugo Chávez nel 1998, gli Stati Uniti sono stati implacabili nel perseguire il cambio di regime in Venezuela. Con Donald Trump alla Casa Bianca, questi sforzi si sono intensificati con minacce di violenza militare a tutto campo, il saccheggio di miliardi di dollari delle ricchezze dal popolo venezuelano e la diffusione di una quantità di menzogne oltraggiose tramite i media globali.
Per centinaia di anni, gli Stati Uniti hanno condotto una guerra contro i popoli del mondo attraverso colpi di stato, invasioni e guerre economiche. Juan Guaidó è un burattino degli Stati Uniti. Non è un rappresentante delle masse venezuelane. L’idea che qualcuno possa autoproclamarsi presidente durante un comizio in nome della “difesa della democrazia” è ridicola. La destra in Venezuela sostiene che le elezioni bolivariane siano truccate perché rifiuta di parteciparvi. Invece si impegna nell’intimidazione degli elettori, esercitando una violenza che ricorda il terrorismo di Jim Crow contro gli afro-americani nel profondo Sud degli Stati Uniti.
Le sanzioni guidate dagli Stati Uniti e la manipolazione valutaria sono responsabili della sofferenza in Venezuela. Marco Rubio e i media di destra dirigono l’opposizione venezuelana da Miami. Gli Stati Uniti non possono sostenere che qualsiasi paese del pianeta possa godere delle proprie ricchezze naturali o dei frutti del proprio lavoro indipendente da Wall Street e dal Pentagono. Il Venezuela ha le più grandi riserve di petrolio certificate al mondo ed è ricco di oro e altre ricchezze minerarie. L’architetto della guerra in Iraq John Bolton ha dichiarato che il cambio di regime in Venezuela sarebbe un’enorme opportunità per ottenere maggiori profitti per Wall Street. Noi gli crediamo.
Dalla Rivoluzione Bolivariana del 1998, sono stati compiuti enormi passi avanti per elevare le classi lavoratrici, le popolazioni afro-venezuelane e indigene in Venezuela. I lavoratori poveri hanno fatto enormi progressi perché il governo ha attuato politiche e approvato leggi per combattere il razzismo, il sessismo, l’omofobia e la diseguaglianza economica. Nonostante le sanzioni e il sabotaggio, il Venezuela ha mantenuto un sistema trasparente e democratico attraverso numerose elezioni. Il Venezuela fornisce aiuti alle persone in difficoltà in tutto il mondo attraverso il carburante sovvenzionato e mostrando la via con leggi sul lavoro progressiste. Le loro conquiste fanno parte della lotta globale condotta dai lavoratori e dagli oppressi contro i capitalisti più ricchi e potenti del pianeta.
Pertanto chiediamo:
–    che gli Stati Uniti cessino immediatamente ogni azione ostile contro la Repubblica Bolivariana del Venezuela, revochino tutte le sanzioni, smettano di sostenere un colpo di stato, cessino gli sforzi per distruggere l’economia venezuelana e rispettino il diritto del popolo venezuelano all’autodeterminazione.
–    che tutti i paesi coinvolti nel saccheggio della ricchezza venezuelana restituiscano immediatamente ciò che hanno rubato al governo democraticamente eletto del Venezuela e al suo popolo.
 – che Wall Street sia obbligata immediatamente a risarcire il popolo venezuelano per le sofferenze causate dalle sanzioni genocide e dalla manipolazione monetaria.
Nello spirito internazionalista e libertario di Simón Bolívar, ci impegniamo a mobilitarci e lottare dalla parte del diritto del Venezuela alla sovranità, nella consapevolezza che le conquiste realizzate nel corso della Rivoluzione Bolivariana sono conquiste per tutti i lavoratori e gli oppressi del mondo.
Traduzione: Fronte Popolare, Italia
 
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Organizations (Partial list in formation)
International Action Center ◘ Alberto Lovera Bolivarian Circle New York ◘ Alliance for Global Justice ◘ ANTICONQUISTA ◘ BAYAN USA ◘ Black Alliance for Peace  ◘ December 12th Movement ◘ Fight for Im/migrants and Refugees Everywhere (FIRE) ◘ Freedom Road Socialist Organization (FRSO) ◘ Haïti Liberté ◘ IFCO/Pastors for Peace ◘ La Peña del Bronx ◘ Mobilization Against War and Occupation – MAWO (Canada) ◘ MOVE Organization ◘ People’s Organization for Progress (POP) ◘ Popular Resistance ◘ The ProLibertad Freedom Campaign ◘ Samidoun Palestinian Prisoner Solidarity Network ◘ United National Antiwar Coalition (UNAC) ◘ USW Local 8751 Boston School Bus Drivers Union ◘ U.S. Peace Council ◘ Veterans For Peace
All-African People's Revolutionary Party (GC) • American Party of Labor • ANSWER • Anti-Racist Action-L.A. • Anti-War Committee • Baltimore Peace Action • BOROTBA • Black Men's Movement • Black Workers for Justice • Boston May Day Coalition • Brainerd Area Coalition for Peace (BACP) • Buffalo Democratic Socialists of America • Calgary Anti-Racist Action • Canadian Peace Council • Canadian Voice of Women for Peace • Casa de Las Américas NY • Central America Solidarity Coalition of Racine and Kenosha • Central Jersey Coalition Against Endless War • Charlotte Revolutionary Collective • Chicago ALBA Solidarity • Chicago Committee Against Militarism • Coalición Fortaleza Latina Pennsylvania • Coalition for Justice • Collettivo La Classe (Italy) • Committees of Correspondence for Democracy and Socialism • Communist Party of the DPR • Communiste Reconstruction Canada (Quebec) • Cuba and the Bolivarian Alliance Issues Committee of Women's International League for Peace and Freedom (WILPF) • Dare to Dream • Ecumenical Peace Institute  • Fire This Time Movement for Social Justice – Venezuela Solidarity Campaign (Canada) • Freedom Socialist Party • Frente Antiimperialista Internacionalista (Madrid) • Fronte Popolare (Italy) • Galway Alliance Against War • Greater Boston Chapter of the Green-Rainbow Party of Massachusetts • Hilton Head for Peace • Houston Friends of Venezuela • International Committee for Peace, Justice and Dignity • International Association Against Torture • International Support Haiti Network • La Città Futura (Italian communist newspaper) • Labor Community Alliance of South Florida • Labor Fightback Network • Labor Today/Labor United for Class Struggle • Legacy of Equality, Leadership, and Organizing (LELO) • Malu Arts Project, Inc. • Maryland-Cuba Friendship Coalition • Millennials Are Killing Capitalism • Ministry of Peace (UK) • Minnesota Peace Action Coalition • Monterey Peace and Justice Center • Movement 4 Peoples' Democracy • Movimiento Comunitario Alfa y Omega • National Jericho Movement • New Abolitionist Movement • New Jersey Peace Council • New York Boricua Resistance • New York-New Jersey July 26 Coalition • Nicaragua Center for Community Action • Nuevo Perú • No War Roma - Lista No NATO (Italy) • North American Climate, Conservation and Environment • NYC Shut It Down • Ohana Ho`opakele • Pakistan USA Freedom Forum • Palestine Prisoners Society • Party of Communists USA • Peace Action of San Mateo County • Peace Action of Staten Island • Peace and Neutrality Alliance • Peoples Power Assemblies • Philly-Camden Boricua Committee • Poor People's Economic Human Rights Campaign • Popular Front (France) • Potere al Popolo (Italy) • Portland Central America Solidarity Committee (PCASC) • POWIR • Public Awareness Education Programs – Sciences and Humanities • Puerto Rican Independence Party • Punks for Progress • Racine Coalition for Peace and Justice • Refuge Ministries of Tampa Bay International • Revolutionary Communist Group (England) • Right 2 Survive • SI Solidarity Iran • Socialist Labour Party (UK) • Socialist Action • Socialist Party of Bangladesh • Socialist Unity Centre of India (Communist) • St. Paul Yoga Center • St. Pete for Peace • Swedish Professors & Doctors for Human Rights (SWEDHR)• Tempi Post Moderni (Italy)  • Tlaxcala Network • TLtC The Least of These Church - Justice & Peace Committee  • Union County (NJ) Peace Council • U.S. Friends of the Soviet People • U.S.. Women and Cuba Collaboration • Unione Sindacale di Base (Italy) • Tufts Labor Coalition • United for Justice - Iran • URSAL - União das Republicas Socialistas da América Latina • Vancouver Communities in Solidarity with Cuba – VCSC (Canada) • Venezuela Ireland Network • Veterans For Peace – Chapter 71 • Veterans For Peace – Chapter 021 (Northern New Jersey) • Veterans For Peace - Chicago • Veterans For Peace - Humboldt Bay Chapter 56 • Victoria Friends of Cuba • Virginia Defenders for Freedom, Justice, & Equality • Women In Time Change History • Women Against Military Madness • Workers World Party • Yes for Cuba Solidarity New York • Youth Fighting US Empire • Young Socialists League (Kenya)
Follows: Partial List of Individual signers https://www.nowaronvenezuela.org/serbo-croatian/
 
 
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IZJAVA POVODOM SRAMOTNOG ČINA HRVATSKE VLADE
7. veljače 2019. / SRP
 

PODRŠKA NARODU VENEZUELE

PODRŠKA DEMOKRATSKOM RJEŠENJU KRIZE

 

Podsjećamo tko je legalni predsjednik Venezuele, jer to Vlada Republike Hrvatske očito ne zna, pa je ovih dana po nalogu svojih gospodara iz SAD-a (NATO-a) i Europske unije priznala pučističkog samoproglašenog predsjednika, svrstavajući Hrvatsku u imperijalističku koaliciju. Smatramo to sramotnim činom i miješanjem u unutrašnje poslove Venezuele. Dajemo punu podršku jedinom ispravnom rješenju, onom demokratskom – narod Venezuele mora imati slobodu izbora, bez ekonomskih ucjena i bez prijetnji oružanom stranom intervencijom. Kakva god bila politika predsjednika Madura, građani Venezuele su jedini pozvani rješavati političke, društvene, ekonomske i sve druge probleme u svojoj zemlji.

Poruka predsjednika Venezuele Amerikancima:

https://www.facebook.com/1908013282629819/videos/2250233625234805/

 
SMRT IMPERIJALIZMU

SLOBODA NARODU VENEZUELE

 
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„NE U NAŠE IME“

 
Mediji su prenijeli izjavu Ministarstva vanjskih poslova RH o podupiranju Juana Guaidoa, predsjednika Nacionalne skupštine Venezuele, kao i potporu mirnim i demokratskim rješenjima u Venezueli. Da se u ovoj izjavi radi samo o još jednoj u nizu od poltronskih poteza Vlade, RH kako bi pokazali svoju lojalnost  SAD-u i njenim satelitima u Europi i drugim zemljama, više je nego jasno. O licemjerju većine medija koji su izvještavali o ovom skandaloznom miješanju u unutrašnje stvari Venezuele, već smo pisali i ranije (http://www.srp.hr/solidarnost-s-madurom-zaustavite-puc-zivjela-bolivarska-revolucija/) te ponavljamo da se radi o klasičnoj imperijalističkoj intervenciji koja će daljnjim potpaljivanjem turbulentne političke situacije samo pogoršati uvjete života u Venezueli, a sve zbog interesa sjevernoameričkih kapitalista i njihovih pijuna u Venezueli. Ignoriranje činjenice da je legalno izabrani predsjednik socijalist Nicolas Maduro, financiranje „demokratskih promjena“, potpirivanje i manipuliranje nezadovoljstva, nemilosrdno su i opasno nepoštivanje međunarodnog prava koje mogu dovesti do građanskog rata i do željene vojne intervencije od strane  SAD-a, koju predsjednik Trump više i ne krije. Lista ratnih pohoda imperijalističkih jurišnika time bi se povećala, imajući na umu da su Sjedinjene Američke Države od završetka Drugog svjetskog rata u konstantom ratu diljem svijeta.
 

RH, kao članica NATO-a i EU, već je u više navrata pokazala podaništvo, nesamostalnost u donošenju odluka i potpunu ignoranciju naspram žrtava imperijalističkih agresora (npr. podrška „demokratskoj opoziciji“ u Siriji) , vjerno slijedeći diktat u maniri male polukolonije.

Ohrabruje činjenica da putem socijalnih mreža nemali broj građanki/a RH užasavanjem i kritički naspram američkog imperijalizma, prati zbivanja u Venezueli. Pročitali smo od mnogih najjasniju poruku „NE U MOJE IME“, koja više nego jasno izražava gnušanje prema postupcima Vlade RH u ovim teškim trenucima za Venezuelu.

Socijalistička radnička partija Hrvatske najoštrije osuđuje podršku Vlade RH u uplitanje u unutrašnje poslove Venezuele, kao i svrstavanje na stranu imperijalista i krupnog kapitala, a protiv legalno izabrane vlade i predsjednika Venezuele. Stoga se priključujemo onima kojima je dosta podaničke politike Vlade RH i poručujemo jasno i glasno: „NE U NAŠE IME“
 
 
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TRIBINA SOLIDARNOSTI S VENECUELOM 

U svečаnoj sаli grаdske opštine Sаvski Venаc u Beogrаdu, 08. februаrа orgаnizovаnа je tribinа solidаrnosti s Venecuelom. Među orgаnizаtorimа su bili Novа komunističkа pаrtijа Jugoslаvije (NKPJ) i Sаvez komunističke omlаdine Jugoslаvije (SKOJ), Mrežа zа odbrаnu čovečаnstvа – ogrаnаk zа Srbiju, Društvo srpsko-kubаnskog prijаteljstvа, Društvo prijаteljа lаtino-аmeričkih nаrodа „Simon Bolivаr“ i Društvo srpsko-venecuelаnskog prijаteljstvа „Simon Bolivаr“. Progrаm je vodilа člаnicа sekretаrijаtа NKPJ drugаricа Vesnа Milаnović. Tribini su prisustvovаli i аmbаsаdor Kube i predstаvnici аmbаsаde Pаlestine.

Uvodničаr nа tribini ispred Mreže zа odbrаnu čovečаnstvа bio je drug Rаtko Krsmаnović koji je izneo nedvosmislene poruke podrške nаrodu Venecuele i prаvedne borbe kojа se tаmo vodi u okolnostimа snаžnih imperiаlističkih pritisаkа i pretnji.
 
Potom je reč uzelа аmbаsаdorkа Bolivаrske republike Venecuele u Srbiji, njenа ekselencijа drugаricа Diа Nаder De El Andаri kojа je sve prisutne upoznаlа o nizu činjenicа o аktuelnostimа u njenoj domovini koje je nаžаlost ne možemo sаznаti preko medijа u Srbiji. Između ostаlog nаvelа je činjenice o porаstu podrškepredsedniku Mаduru, po istrаživаnjimа preko 60% Venecuelаnаcа podržаvа legitimnu vlаdu predsednikа Mаdurа, dokle je je podrškа opoziciji u pаdu, čemu trebа dodаti činjenicu dа unutаr redovа opozicije postoje veliki sukobi i opštа pometnjа, dobrim delom zbog pojаve аnonimne ličnosti Gustаvа Gvаidа koji se sаmoproglаsio zа predsednikа.
 

Posle аmbаsаdorke reč su uzeli Đorđe Komlenski, nаrodni poslаnik zаdužen sаrаdnju s Venecuelom, LJiljа Bulаtović – Medić čiji je аkcenаt izlаgаnjа bio nа ulozi pojedinih zemаljа u izаzivаnju krize, potom аdvokаt Gorаn Petronijević s izlаgаnjem o činjenicаmа o Međunаrodnom prаvu i dosаdаšnjem iskustvu u zloupotrebаmа i kršenju principа Međunаrodnog prаvа, potom je usledilo obrаćаnje Prof. Dr LJiljаnа Bogojevа – Sedlаr. Akcenаt njenog izlаgаnjа je bio nа kulturološkoj i etičkoj dimenziji sа stаnovištа vаžnosti iskustаvа lаtinoаmeričkog otporа nаsilju u sаvremenom svetu. 

Zа krаj tribine kojoj je prisustvovаo veliki broj ljudi, svа mestа svečаne sаle optštine Sаvski Venаc bilа su ispunejnа do poslednjeg mestа, а mnogi su i stаjаli, reč je pripаlа nаšem Generаlnom sekretаru, drugu Aleksаndru Bаnjаncu. Bаnjаnаc je britkim izlаgаnjem skrenuo pаžnju nа notorne činjenice o imperijаlističkim pritiscimа koji imаju ekonomski i vojni, аli i ideološki kаrаkter. Bаnjаnаc je ukаzаo i nа beskrupuloznost neskrivenog podrivаnjа suverene zemlje od strаne SAD i EU u prvom redu, i to strаtegijаmа otvorenih ucenа, pretnji i ultimаtumа, bez bilo kаkvih potrebа dа se skrivаju izа floskulаnаmа dobro poznаtih poput „milosrdni аnđeo“ ili „humаnitаrni rаt“, što je oličenje potpunog gubitkа kompаsа i zаprаvo ponorа а ne snаge zаpdnog imperijаlizmа. Bаnjаnаc je istаkаo dа suvereni i legitimni režim u Venecueli nа čelu s drugom Mаdurom dаnаs brаni ne sаmo svoju zemlju već i celo progresivno čovečаnstvo. Nаš drug Gensek je tаkođe preneo i poruke solidаrnosti celog Međunаrodnog komunističkog pokretа. Posebno je preneo inicijаtivu Gensekа Komunističke pаrtije Ruske federаcije, drugа Genаdijа Zjugаnovа vlаsti u svojoj zemlji dа se morа аktivnije i konkretnije uključiti u situаciju u Venecueli, а ne sаmo dа deklаrаtivno podržаvа legitimnu vlаdu dok SAD u isto vreme gomilа trupe nа grаnicаmа Venecuele i vrši unutаrnje sаbotаže. Nа krаju Bаnjаnаc je izneo predlog dа se pozitivne tendencije zаjedničkog аngаžovаnjа orgаnizаcijа kojа stoje nа pozicijаmа аntiimperijаlizmа pretoče u jedаn vid mirovnog nаrodnog frontа u Srbiji i orgаnizovаno produže аkcije solidаrnosti i podrške svim nаrodimа i zemljаmа koje ugrožаvа zаpаdnim imperijаlizаm, što nаrаvno podrаzumevа i konkretne аkcije u Srbiji kojа je i dаlje jednа od glаvnih metа NATO imperijаlistа u Evropi.

Nаstаvljаmo dа аktivno sudelujemo u аktivnostimа prаvedne podrške nаrodu Venecuele i legitimnom socijаlističkom režimu s nаdom i ubeđenošću dа će Venezuelа pobediti, dа do grаđаnskog rаtа i krvoprolićа u ovoj miroljubivi zemlji neće doći, аli аko se to desi, nesumnjivo je dа će čitаv progresivni svet još snаžnijei konkretnije podržаti Venecuelu kojа će Amerikаncimа predstаvljаti novi Vijetnаm i sigurаn porаz.

Dаlje ruke od Venecuele!

Venecuelа nije sаmа!

Venceremos!

Sekretаrijаt NKPJ,

Sekretаrijаt SKOJ-а,

Beogrаd,

09. 02. 2019.

 
 
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NO PASARAN
Komunisti Srbije su učestvovali na mitingu podrške Venecuelanskom narodu i predsedniku Maduru.
 
Dana 02.02.2019.godine aktivisti partije “Komunisti Srbije” učestvovali su na mitingu podrške Venecuelanskom narodu i predsedniku Nikolasu Maduru. Miting je održan ispred zgrade Venecuelanske ambasade gde su pored naših aktivista bile i druge komunističke organizacije i progresivne ogranizacije i građani. Tog dana je obeležena  i 20.godišnjica od dolaska Huga Čaveza na vlast. Prisutni i oni koji su govorili na mitingu iskazali su ogorčenje prema imperijalističkoj politici SAD i EU da se silom promeni legalno izabrana vlast.

Uvereni smo da će Venecuelanski narod produžiti svoj put u izgradnji pravednih socijalističkih odnosa i neće dozvoliti da američki plaćenici silom menjuju sisteme po čitavom svetu.
 
 
 
 

SKUP PODRŠKE MADURU I NARODU VENECUELE

Nova komunistička partija Jugoslavije i Savez komunističke omladine Jugoslavije su danas učestovali na skupu podrške predsedniku Nikolasu Maduru i venecuelanskom narodu, koji je održan ispred Ambasade Bolivarske Republike Venecuele u Beogradu. Na samom skupu je bila pristuna organizacija Mreža za odbranu čovečanstva, kao i druge progresivne organizacije i pojedinci koji podržavaju narod Venecuele.

Ispred Mreže za odbranu čovečanstva se obratio drug Ratko Krsmanović, koji je istakao da imperijalisti predvođeni SAD žele da sruše progresivnu vladu u Venecueli kako bi pljačkali njihove bogate prirodne resurse.

Nakon njega se obratio Generalni sekretar NKPJ, drug Aleksandar Banjanac, koji je istakao da ono što Venecueli rade zapadne zemlje na čelu sa SAD i EU je primer brutalnog gaženja međunarodnog prava. On je istako, da je to dobro poznat scenario koji smo viđali i u drugim zemljama, pa nažalost i ovde kod nas. Nažalost, situacija je takva da posle njihovih takozvanih humanitarnih intervencija i mešanja u unutrašnja pitanja suverenih zemalja, da stanje postaje još teže, i po pitanju demokratskih prava, i radnih prava, i ekonomske situacije, bezbednosti… Takav je bio slučaj sa Srbijom, Libijom, Irakom i svim drugim zemljama gde smo videli njihove intervencije.

Nakon druga Banjaca, skupu se obratila profesorka dr Ljiljana Bogojeva Sedlar, koja je istakla da SAD i EU vode viševekovnu kolonijalnu politiku pljačkanja i da je neophodno se solidarisati sa progresivnim snagama u Venecueli.

Zatim, sledeći govornik je bio Prvi sekretar SKOJ-a, drug Aleksandar Đenić, koji je napomenuo da narod Srbije jako dobro zna šta su imperijalističke agresije i njene posledice. On je rekao da SAD imperijalizam želi da sruši progresivnu vlast u Venecueli kako bi ovu zemlju okupirao, a kasnije opljačkao naftne rezerve i druge njene resurse. Jedan od razloga zbog čega je Venecuela na udaru je i taj što ona nema lihvarske aranžmane sa imperijalističkim finansijskim institucijama poput MMF-a i Svetske Banke koji širom sveta pljačakju radni narod.

Na skupu je bio prisutan i ambasador Kube, drug Gustavo Trista del Toro, koji je naznačio da će narod Kube i socijalistička Kuba uvek biti uz narod Venecuele i njihovu progresivnu vladu na čelu sa drugom Nikolasom Madurom.

Samom skupu se obratila i ambasadorka Vencuele, drugarica Dia Nader El en Adari, koja je istakla da predsednik Maduro je oduvek bio za dijalog. Meksiko, Urugvaj i Bolivija su formirali grupu kako bi se u Venecueli rešili problemi, problemi koje su stvorili imperijalisti. Mi želimo mir, a ne ono što se dogodilo u Jugoslaviji, Libiji ili Iraku. Amerika je u poslednjih 250 godina imala mnogo intervencija širom sveta, ne samo u Latinskoj Americi. Naš predsednik rekao je da, ako SAD inetrvenišu u Venecueli, Venecuela će biti drugi Vijetnam. Naš narod je spreman da podrži revoluciju i našeg legalnog predsednika..

NKPJ i SKOJ se solidarišu sa progresivnom vladom u Vencueli, predsednikom Madrurom i Komunističkom partijom Venecuele u borbi protiv zapadnog imperijalizma. Mi ćemo nastaviti da dajemo našu bezrezervnu podršku u pravednoj borbi naroda Venecule u njihovoj brobi za slobodu i pravo na suverenost!

Sekretarijat NKPJ,

Sekretarijat SKOJ-a,

Beograd,

02. 02. 2019.

 
 
 
=== 5 ===
 
ORIG.: The Making of Juan Guaidó: How the US Regime Change Laboratory Created Venezuela’s Coup Leader (by Dan Cohen and Max Blumenthal, January 29, 2019)
 
 
 
Guaidó o come si costruisce un impostore
 

di Dan Cohen y Max Blumenthal – The Grayzone

Prima del fatidico 22 gennaio, meno di un venezuelano su cinque aveva sentito parlare di Juan Guaidó. Solo pochi mesi fa, il 35enne era un personaggio oscuro di un gruppo politicamente marginale di estrema destra, strettamente associato a terribili atti di violenza di strada. Anche nel suo stesso partito, Guaidó era stato una figura di medio livello nell’Assemblea Nazionale dominata dall’opposizione, ora “in stato di insubordinazione” secondo la Costituzione Venezuelana.

Sufficiente una telefonata dal Vice Presidente degli Stati Uniti Mike Pence e Guaidó si è autoproclamato Presidente del Venezuela. Consacrato come leader del suo paese da Washington, uno che vive ai piani inferiori della politica, praticamente sconosciuto, si è imposto sulla ribalta internazionale come il leader scelto dagli Stati Uniti per la nazione con le più grandi riserve petrolifere del mondo.

Facendo eco al consenso di Washington, il comitato editoriale del New York Times ha definito Guaidó un “rivale credibile” per Maduro; con uno “stile nuovo e una visione per far avanzare il Paese”. Il comitato editoriale di Bloomberg News lo ha applaudito per essersi impegnato per il “ripristino della democrazia” e il Wall Street Journal lo ha definito “un nuovo leader democratico”.

Nel frattempo, il Canada, numerose nazioni europee, Israele e il blocco di destra dei governi latinoamericani conosciuti come “Gruppo Lima” hanno riconosciuto Guaidó come il ‘legittimo presidente del Venezuela’.

Per quanto Guaidó sembri essersi materializzato dal nulla, è stato, in realtà, il prodotto di più di un decennio di preparazione assidua da parte delle fabbriche di cambio di regime delle élite del governo degli Stati Uniti. Insieme ad un gruppo di studenti attivisti di destra, Guaidó è stato allevato per indebolire il governo di orientamento socialista del Venezuela, destabilizzare il paese e un giorno prendere il potere. Anche se è stata una figura minore nella politica venezuelana, aveva passato anni a dimostrare con discrezione il suo valore nei corridoi del potere a Washington.

“Juan Guaidó è una figura creata per questa particolare circostanza”, ha detto a The Grayzone Marco Teruggi, sociologo argentino e cronista della politica venezuelana. “È la logica da laboratorio: Guaidó è come una miscela di vari elementi che creano un personaggio che, in tutta onestà, oscilla tra l’ilarità e l’afflizione”.

Diego Sequera, giornalista e scrittore venezuelano per l’agenzia investigativa Missione Verità, è concorde con Teruggi: “Guaidó è più popolare fuori dal Venezuela che dentro, specialmente nell’elite Ivy League e nei circoli di Washington”, ha dichiarato Sequera a The Grayzone: “È un personaggio ben noto lì. È ovviamente di destra ed è considerato fedele al programma.
Mentre Guaidó si vende oggi come volto della restaurazione democratica, ha trascorso la sua carriera nella fazione più violenta del partito di opposizione più estremista del Venezuela, posizionandosi in prima linea in una campagna di destabilizzazione dopo l’altra. Il suo partito è stato ampiamente screditato in Venezuela ed è in parte responsabile della frammentazione di un’opposizione molto indebolita.

“Questi leader radicali non hanno più del 20% di consenso nei sondaggi d’opinione”, ha scritto Luis Vicente León, il miglior sondaggio del Venezuela. Secondo León, il partito di Guaidó rimane isolato perché la maggioranza della popolazione non vuole la guerra. “Quello che vuole è una soluzione”.

Ma è proprio per questo che Guaidó è stato scelto da Washington: non per guidare il Venezuela verso la democrazia, piuttosto per distruggere un paese che negli ultimi due decenni è stato un baluardo di resistenza all’egemonia statunitense. La sua improbabile ascesa segna il culmine di un progetto ventennale per demolire un solido esperimento socialista. 

Puntando alla “troika della tirannia”.

Dall’elezione di Hugo Chávez nel 1998, gli Stati Uniti hanno lottato per ristabilire il controllo sul Venezuela e sulle sue vaste riserve di petrolio. I programmi socialisti di Chávez possono aver ridistribuito la ricchezza del paese e contribuito a far uscire milioni di persone dalla povertà, ma lo hanno anche fatto diventare un bersaglio.

Nel 2002, l’opposizione di destra del Venezuela è riuscita per poco tempo a rovesciare Chávez con il sostegno e il riconoscimento degli Stati Uniti, prima che l’esercito ripristinasse la sua presidenza dopo una massiccia mobilitazione popolare. Durante le amministrazioni dei presidenti statunitensi George W. Bush e Barack Obama, Chávez è sopravvissuto a numerosi complotti orditi per assassinarlo prima di soccombere al cancro nel 2013. Il suo successore, Nicolás Maduro, è sopravvissuto a tre attentati contro la sua vita. Il governo di Trump ha immediatamente posto il Venezuela in cima alla lista di Washington degli obiettivi di cambiamento di regime, definendolo capofila di una “troika della tirannia”.

L’anno scorso, la squadra di sicurezza nazionale di Trump ha cercato di reclutare membri dell’esercito per formare una giunta militare, ma questo progetto fallì. Secondo il governo venezuelano, gli Stati Uniti hanno anche partecipato a un complotto, denominato in codice “Operazione Costituzione”, per catturare Maduro nel palazzo presidenziale di Miraflores; e un altro, chiamato “Operazione Armageddon”, per assassinarlo durante una parata militare nel luglio 2017. Poco più di un anno dopo, durante un’altra parata militare a Caracas, i leader dell’opposizione in esilio tentarono di uccidere Maduro con bombe inserite in alcuni droni.

Più di un decennio prima di questi intrighi, un gruppo di studenti di destra sono stati scelti con cura e addestrati da una scuola di formazione per il cambiamento di regime finanziata dagli Stati Uniti per rovesciare il governo venezuelano e ripristinare l’ordine neo-liberale.

Formazione del gruppo “export-a-revolution” che ha gettato i semi della ” Rivoluzione colorata”.

Il 5 ottobre 2005, con Chávez all’apice della popolarità e il suo governo che pianificava programmi socialisti, cinque “leaders studenteschi” venezuelani sbarcarono a Belgrado, in Serbia, per iniziare a formarsi per un’insurrezione.

Gli studenti provenivano dal Venezuela per gentile concessione del Center for Applied Non-Violent Action and Strategies, o CANVAS. Questo gruppo è finanziato in gran parte attraverso il National Endowment for Democracy, una creazione della CIA, che funge da braccio principale del governo degli Stati Uniti per promuovere il cambiamento di regime; e consociate quali l’International Republican Institute e il National Democratic Institute for International Affairs. Secondo le mail interne trapelate da Stratfor, una società di intelligence conosciuta come “la CIA nell’Ombra”, CANVAS “potrebbe anche aver ricevuto finanziamenti e formazione dalla CIA durante la lotta contro i Milosevic nel 1999/2000”.

CANVAS è uno spin-off di Otpor, un gruppo serbo fondato da Srdja Popovic nel 1998 all’Università di Belgrado. Otpor, che significa “resistenza” in serbo, è stato il gruppo di studenti che ha guadagnato fama internazionale, e la promozione di Hollywood, mobilitando le proteste che alla fine hanno rovesciato Slobodan Milosevic.

Questa piccola cellula di specialisti di cambio di regime operava secondo le teorie del defunto Gene Sharp, il cosiddetto “Clausewitz della lotta non violenta”. Sharp aveva collaborato con un ex analista della Defense Intelligence Agency (DIA), il colonnello Robert Helvey, per concepire un piano strategico che organizzò la contestazione come una forma di guerra ibrida, mirando agli stati che resistevano al dominio di Washington.

Otpor ha ricevuto il sostegno del National Endowment for Democracy, USAID e dell’Albert Einstein Institute di Sharp. Sinisa Sikman, uno dei principali istruttori di Otpor, una volta ha detto che il gruppo ha persino ricevuto finanziamenti diretti dalla CIA.

Secondo una mail divulgata da un membro dello staff di Stratfor, dopo aver rimosso Milosevic dal potere, “i ragazzini che gestiscono OTPOR sono cresciuti, si sono formati e hanno progettato CANVAS… o, in altre parole, un gruppo per “esportare una rivoluzione” che ha piantato semi per un numero indeterminato di “rivoluzioni colorate”, che sono ancora legate ai finanziamenti americani. E fondamentalmente viaggiano per il mondo cercando di rovesciare “dittatori e governi autocratici” (quelli che agli Stati Uniti non piacciono).

Stratfor ha rivelato che CANVAS “ha rivolto la sua attenzione al Venezuela” nel 2005, dopo aver addestrato movimenti di opposizione che hanno condotto operazioni di cambio di regime pro-NATO nell’Europa dell’Est.

Monitorando il programma di formazione CANVAS, Stratfor ha descritto il suo programma insurrezionale con un linguaggio sorprendentemente schietto: “Il successo non è garantito, e i movimenti studenteschi sono solo l’inizio di quello che potrebbe essere uno sforzo di un anno per scatenare una rivoluzione in Venezuela, ma i formatori stessi sono le persone che si fanno beffe del “Macellaio dei Balcani”. Hanno abilità pazzesche. Quando vedi gli studenti di cinque università venezuelane che fanno dimostrazioni simultanee, saprai che la formazione è finita e che il vero lavoro è iniziato.

Nascita del contesto per il cambio di regime della cosiddetta “Generazione 2007”.

Il “vero lavoro” è iniziato due anni dopo, nel 2007, quando Guaidó si è laureato all’Università Cattolica Andrés Bello di Caracas. Si è trasferito a Washington D.C. per iscriversi al Programma di Governance e Gestione Politica della George Washington University, sotto la guida dell’economista venezuelano Luis Enrique Berrizbeitia, uno dei principali economisti neoliberali dell’America Latina. 

Berrizbeitia è un ex direttore esecutivo del Fondo Monetario Internazionale (FMI) e ha trascorso più di un decennio lavorando nel settore energetico venezuelano sotto l’ex regime oligarchico eliminato da Chávez.

Quell’anno, Guaidó partecipò a manifestazioni antigovernative dopo che il governo venezuelano rifiutò di rinnovare la licenza di Radio Caracas Television (RCTV). Questa stazione privata ha svolto un ruolo importante nel colpo di stato del 2002 contro Hugo Chávez. RCTV ha contribuito a mobilitare i manifestanti antigovernativi, ha falsificato le informazioni che accusavano i simpatizzanti del governo di atti di violenza commessi da membri dell’opposizione e ha vietato i servizi di informazione pro-governativi nel bel mezzo del colpo di stato. Il ruolo di RCTV e di altre stazioni di proprietà di oligarchi nella conduzione del fallito tentativo di colpo di stato è stato descritto nell’acclamato documentario “The Revolution Will Not Televised”.

Nello stesso anno, gli studenti hanno rivendicato il merito di aver ostacolato il referendum costituzionale di Chávez a favore del “socialismo del XXI secolo” che prometteva di “stabilire il quadro giuridico per la riorganizzazione politica e sociale del paese, dando potere diretto alle comunità organizzate come prerequisito per lo sviluppo” di un nuovo sistema economico.
Dalle proteste intorno a RCTV e al referendum, è nato un programma specializzato per reclutare leader tra gli attivisti del cambio di regime sostenuti dagli Stati Uniti. Si chiamano “Generazione 2007”.

Gli istruttori di Stratfor e CANVAS hanno identificato l’alleato di Guaidó, un organizzatore di protesta di strada di nome Yon Goicoechea, come “fattore chiave” per sconfiggere il referendum costituzionale. L’anno successivo, Goicochea è stato premiato per i suoi sforzi con il Milton Friedman Award for Advancing Freedom del Cato Institute, che includeva un assegno di 500.000 dollari, che ha rapidamente investito nella costruzione della sua rete politica: Primero Justicia. 

Friedman, naturalmente, era il padrino dei famigerati neoliberali Chicago Boys che furono introdotti in Cile dal leader della giunta dittatoriale, Augusto Pinochet, per attuare radicali politiche di austerità fiscale di tipo “shock doctrine”. E il Cato Institute è il gruppo di esperti libertari con sede a Washington DC, fondato dai Fratelli Koch, due dei principali finanziatori del Partito Repubblicano che sono diventati aggressivi sostenitori di destra in tutta l’America Latina. Wikileaks ha pubblicato una e-mail del 2007 dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Venezuela William Brownfield, inviata al Dipartimento di Stato, al Consiglio di Sicurezza Nazionale e al Dipartimento della Difesa del Comando Sud, lodando la “Generazione 2007” per aver “costretto il presidente venezuelano, abituato a fissare l’agenda politica, a reagire sulla difensiva”. Tra i “leader emergenti” identificati da Brownfield vi erano Freddy Guevara e Yon Goicoechea. Brownfield ha elogiato quest’ultimo come “uno dei più autorevoli difensori delle libertà civili tra gli studenti. Con una grande quantità di denaro degli oligarchi libertari e delle squadre di soft power del governo degli Stati Uniti, questi dirigenti del radicalismo venezuelano hanno portato in piazza le loro tattiche Otpor, insieme ad una versione del logo del gruppo.

Nel 2009, gli attivisti giovanili della cosiddetta Generation 2007 hanno organizzato la manifestazione più provocatoria fino ad oggi: si sono tolti i pantaloni per le strade e hanno usato la scandalosa tattica del “guerrilla theatre” descritta da Gene Sharp nei manuali per il cambio di regime. I manifestanti si erano mobilitati contro l’arresto di un affiliato di un altro gruppo giovanile di nome JAVU. Questo gruppo di estrema destra “ha raccolto fondi da varie fonti del governo americano, permettendogli di guadagnare rapidamente notorietà come ala della linea dura dei movimenti di strada dell’opposizione”, secondo il libro dell’accademico George Ciccariello-Maher, Building the Commune.

Anche se il video di protesta non è disponibile, molti venezuelani hanno identificato Guaidó come uno dei principali partecipanti. Sebbene l’accusa non sia confermata, è certamente plausibile; i manifestanti nudi erano membri del nucleo interno della Generazione 2007 a cui apparteneva Guaidó, e che erano vestiti con il loro marchio di fabbrica, le camicie della Resistenza Venezuela, come si vede di seguito:

Quell’anno, Guaidó si è mostrato al pubblico in modo diverso, fondando un partito politico per conquistare correnti anti-Chavez che la sua generazione del 2007 aveva coltivato. Chiamato Voluntad Popular, è stato guidato da Leopoldo Lopez, un attivista di destra di Princeton che ha partecipato attivamente ai programmi del Fondo Nazionale per la Democrazia ed è stato eletto sindaco di un distretto di Caracas, uno dei più ricchi del paese. López era un ritratto dell’aristocrazia venezuelana, diretto discendente dal primo presidente del Venezuela. È anche cugino di primo grado di Thor Halvorssen, fondatore della Human Rights Foundation con sede negli Stati Uniti, che funziona come agenzia pubblicitaria de facto per attivisti antigovernativi sostenuti dagli Stati Uniti in paesi selezionati da Washington per il cambio di regime. Mentre gli interessi di Lopez si allineavano perfettamente con quelli di Washington, i messaggi diplomatici americani pubblicati da Wikileaks hanno evidenziato inclinazioni fanatiche che alla fine avrebbero portato all’emarginazione di Voluntad Popular. Un messaggio identificava Lopez come “una figura di divisione all’interno dell’opposizione… spesso descritta come arrogante, vendicativa e assetata di potere. Altri hanno sottolineato la sua ossessione per gli scontri di strada e il suo “approccio inflessibile” come fonte di tensione con altri leader dell’opposizione che hanno dato priorità all’unità e alla partecipazione alle istituzioni democratiche del paese.

Nel 2010, Voluntad Popular e i suoi sostenitori stranieri si sono attivati per sfruttare la peggiore siccità che abbia mai colpito il Venezuela negli ultimi decenni. La grande scarsità di energia elettrica aveva colpito il paese a causa della carenza di acqua, necessaria per alimentare le centrali idroelettriche. La recessione economica globale e il calo dei prezzi del petrolio hanno acuito la crisi, il che ha portato al malcontento della popolazione.

Stratfor e CANVAS, consulenti chiave di Guaidó e della sua squadra antigovernativa, idearono un piano incredibilmente cinico per colpire a morte la rivoluzione bolivariana. Il piano si basava su un crollo del 70% del sistema elettrico del paese nell’aprile 2010.

“Questo potrebbe essere il fatto decisivo poiché Chávez non potrebbe fare molto per proteggere le classi meno abbienti dal cedimento del sistema elettrico”, si leggeva in un memorandum ad uso interno di Stratfor. “Questo avrebbe probabilmente l’impatto di suscitare l’instabilità pubblica in un modo che nessun gruppo di opposizione potrebbe ingenerare. Nel frangente, un gruppo dell’opposizione si troverebbe nella miglior condizione per approfittare degli eventi e rivolgerli contro Chávez”.

A questo punto, l’opposizione venezuelana riceve 40-50 milioni di euro all’anno da organizzazioni governative come l’USAID e il National Endowment for Democracy, secondo un rapporto del think tank spagnolo, il FRIDE Institute. L’opposizione aveva anche una fortuna quasi illimitata a disposizione sui suoi conti, la maggior parte dei quali al di fuori del paese.

Anche se lo scenario previsto da Statfor non si è realizzò, gli attivisti del Partito della Voluntad Popular e dei suoi alleati hanno escluso ogni ipotesi di non violenza e si sono uniti ad un piano radicale per destabilizzare il paese.

Verso una destabilizzazione violenta

Nel novembre 2010, secondo le e-mail ottenute dai servizi di sicurezza venezuelani e presentate dall’ex ministro della giustizia Miguel Rodriguez Torres, Guaidó, Goicoechea e diversi altri studenti attivisti hanno partecipato a una formazione segreta di cinque giorni presso l’hotel Fiesta Mexicana di Città del Messico. Le sessioni sono state guidate da Otpor, gli istruttori per il cambio di regime con sede a Belgrado, sostenuti dal governo degli Stati Uniti. Secondo quanto riportato, l’incontro ha ricevuto la benedizione di Otto Reich, un fanatico anti-castrista che ha lavorato presso il Dipartimento di Stato di George W. Bush e per l’ex presidente colombiano di destra Alvaro Uribe.

All’hotel Fiesta Mexicana, secondo le e-mail, Guaidó e i suoi colleghi attivisti hanno elaborato un piano per rovesciare il presidente Hugo Chávez generando il caos grazie a durature azioni di violenza di strada.

Tre responsabili dell’industria petrolifera, Gustavo Tovar, Eligio Cedeño e Pedro Burelli, avrebbero coperto con 52.000 dollari i costi dell’incontro. Tovar è un “attivista per i diritti umani” e si è autoproclamato “intellettuale”; il fratello minore, Reynaldo Tovar Arroyo, è il rappresentante venezuelano della compagnia messicana privata di petrolio e gas Petroquímica del Golfo, che ha un contratto con lo stato venezuelano.

Cedeño, da parte sua, è un uomo d’affari venezuelano, un latitante, che ha chiesto asilo negli Stati Uniti, e Pedro Burelli, un ex dirigente della JP Morgan ed ex direttore della compagnia petrolifera nazionale venezuelana, Petróleo de Venezuela (PDVSA). Ha lasciato la PDVSA nel 1998 quando Hugo Chávez è diventato presidente ed è membro del comitato consultivo del programma di leadership latinoamericano della Georgetown University.

Burelli ha insistito che le e-mail che dettagliavano la sua partecipazione all’incontro sono state falsificate e ha persino assunto un investigatore privato per provarlo. L’investigatore ha affermato che i registri di Google dimostrano che le e-mail presumibilmente di Burelli non fossero mai state inviate.

Oggi, però, Burelli non nasconde il suo desiderio di vedere Nicolás Maduro, l’attuale presidente del Venezuela, deposto e addirittura trascinato per le strade e sodomizzato con una baionetta, come il leader libico Muammar Gheddafi dalla milizia sostenuta dalla NATO.

Il presunto intrigo di Fiesta Mexicana è confluito in un altro piano di destabilizzazione rivelato in una serie di documenti prodotti dal governo venezuelano. Nel maggio 2014, Caracas ha pubblicato documenti che descrivono in dettaglio un complotto per assassinare il presidente Nicolás Maduro. Le fughe di notizie hanno permesso di identificare María Corina Machado, con residenza a Miami, come coordinatrice del piano. Con una linea dura e un debole per la retorica estrema, Machado ha funzionato come collegamento internazionale per l’opposizione, visitando il presidente George W. Bush nel 2005.

“Penso che sia giunto il momento di unire le forze, fare le chiamate necessarie e ottenere i finanziamenti per annientare Maduro e il tutto il resto crollerà”, ha scritto Machado in una e-mail all’ex diplomatico venezuelano Diego Arria nel 2014.

In un’altra e-mail, Machado ha detto che il piano violento è stato approvato dall’ambasciatore degli Stati Uniti in Colombia Kevin Whitaker. “Ho deciso che questa battaglia durerà finché questo regime non sarà abbattuto… Se sono andato a San Cristóbal e mi sono esposta davanti all’OEA, non ho paura di nulla. Kevin Whitaker ha già riconfermato il suo sostegno e ha illustrato i nuovi passi da fare. Abbiamo un libretto degli assegni più grande di quello del regime per spezzare la rete di sicurezza internazionale.

Guaidó si dirige verso le barricate

Nel febbraio 2014, gli studenti manifestanti che hanno agito come truppe di assalto per l’oligarchia esiliata hanno eretto barricate in tutto il paese, trasformando le caserme controllate dall’opposizione in violente fortezze note come guarimbas. Mentre i media internazionali descrivevano i disordini come una protesta spontanea contro il governo di Maduro, c’erano ampie prove che Voluntad Popular stava orchestrando il programma.

“Nessuno dei dimostranti delle università indossava le magliette universitarie, tutti indossavano magliette di Voluntad Popular o di Primero Justicia”, ha dichiarato un partecipante di guarimba a quel tempo. “Avrebbero potuto essere gruppi studenteschi, ma i consigli studenteschi sono affiliati ai partiti politici dell’opposizione e sono responsabili nei loro confronti”. Quando è stato chiesto chi fossero i leader, il partecipante della guarimba ha detto: “Beh, per la verità, quei ragazzi ora sono deputati”.

Circa 43 persone sono morte durante le guarimbas del 2014. Tre anni dopo, sono esplose di nuovo, causando la distruzione massiccia delle infrastrutture pubbliche, l’assassinio di sostenitori del governo e la morte di 126 persone, molte delle quali erano Chavisti. In molti casi, i sostenitori del governo sono stati arsi vivi da bande armate.

Guaidó è stato direttamente coinvolto nelle guarimbas 2014. Infatti, ha twittato un video in cui si è mostrato con casco e maschera antigas, circondato da elementi mascherati e armati che avevano chiuso una strada oggetto di un violento confronto con la polizia. Alludendo alla sua partecipazione alla Generazione 2007, ha proclamato: “Ricordo che nel 2007 abbiamo proclamato “Studenti! Adesso, gridiamo: “Resistenza! Resistenza! Resistenza!”. Guaidó ha eliminato il tweet, dimostrando un’apparente preoccupazione per la sua immagine di difensore della democrazia.

Il 12 febbraio 2014, al culmine delle guarimbas di quell’anno, Guaidó si unì a López in un incontro di Voluntad Popular y Primero Justicia. Durante una lunga polemica contro il governo, Lopez ha esortato la folla a marciare verso l’ufficio del procuratore generale Luisa Ortega Diaz. Poco dopo, l’ufficio di Diaz è stato attaccato da bande armate che hanno cercato di incendiare. La Ortega Lopez ha denunciato quella che lei ha definito “violenza pianificata e premeditata”.

In un’apparizione televisiva nel 2016, Guaidó ha liquidato le morti causate dalle guayas, una tattica di guarimba che consiste nello stendere un filo d’acciaio attraverso un’autostrada per ferire o uccidere i motociclisti. Li ha definiti un “mito”. I suoi commenti hanno cancellato una tattica mortale che aveva ucciso civili disarmati come Santiago Pedroza e decapitato un uomo di nome Elvis Durán, tra molti altri.

Questo insensibile disprezzo per la vita umana definirebbe il suo partito Voluntad Popular agli occhi di gran parte del pubblico, compresi molti degli oppositori di Maduro.

Fine di Voluntad Popular

Con l’intensificarsi della violenza e della polarizzazione politica in tutto il paese, il governo ha iniziato ad agire contro i leaders di Voluntad Popular che hanno contribuito ad alimentarela.
Freddy Guevara, vicepresidente dell’Assemblea Nazionale e secondo al comando di Voluntad Popular, è stato il principale leader nelle rivolte di strada del 2017. Di fronte a un processo per il suo ruolo nelle violenze, Guevara si è rifugiato nell’ambasciata cilena, dove continua ad essere ospitato.

Lester Toledo, un deputato di Voluntad Popular dello stato di Zulia, è ricercato dal governo venezuelano da settembre 2016 con l’accusa di finanziare il terrorismo e pianificare assassinii. Si è detto che i piani sarebbero stati articolati con l’ex presidente colombiano Álavaro Uribe. Toledo è fuggito dal Venezuela e ha fatto diversi tour finanziati da Human Rights Watch, Freedom House, il Congresso spagnolo e il Parlamento europeo, e sostenuto dal governo degli Stati Uniti.

Carlos Graffe, un altro membro della Generazione Otpor formatosi nel 2007 che guidava Voluntad Popular, è stato arrestato nel luglio 2017. Secondo la polizia, era in possesso di una borsa piena di chiodi, esplosivi C4 e di un detonatore. È stato rilasciato il 27 dicembre 2017.

Leopoldo López, leader popolare di Voluntad Popular, è attualmente agli arresti domiciliari, accusato di un ruolo chiave nella morte di 13 persone durante le guarimbas del 2014. Amnesty International ha definito López “prigioniero politico” e ha giudicato il suo trasferimento dalla prigione a casa una misura “non ancora sufficiente”. Nel frattempo, i parenti delle vittime di guarimba hanno presentato una petizione per ulteriori accuse contro López.

Yon Goicoechea, “el Pajajero” dei fratelli Koch e fondatore di Primero Justicia, sostenuta dagli Stati Uniti, è stato arrestato nel 2016 dalle forze di sicurezza che sosteneva di aver trovato un chilo di esplosivi nella sua auto. In un articolo del New York Times, Goicoechea ha contestato le accuse definendole “falsificate” e ha affermato di essere stato imprigionato semplicemente per il suo “sogno di una società democratica, libera dal comunismo”. È stato rilasciato nel novembre 2017.

David Smolansky, anch’egli membro del gruppo originario di Generation 2007 addestrato da Otpor, è diventato il più giovane sindaco del Venezuela quando è stato eletto nel 2013 a El Hatillo. Smolansky è stato spogliato della sua carica e condannato a 15 mesi di prigione dalla Corte Suprema che lo ha ritenuto colpevole di aver fomentato le violente guarimbas.

Di fronte alla minaccia di arresto, Smolansky si rasò la barba, si mise gli occhiali da sole e fuggì in Brasile travestito da sacerdote con una bibbia in mano e un rosario al collo. Attualmente vive a Washington, DC, dove è stato scelto dal Segretario dell’Organizzazione degli Stati Americani, Luis Almagro, per guidare il gruppo di lavoro sulla crisi dei migranti e rifugiati venezuelani.

Il 26 luglio Smolansky ha tenuto quello che ha definito un “cordiale incontro” con Elliot Abrams, condannato per l’operazione Iran-Contra e insediato da Trump in qualità di inviato speciale degli Stati Uniti in Venezuela. Abrams è noto per aver gestito la strategia segreta degli Stati Uniti di armare le squadre della morte durante gli anni ’80 in Nicaragua, El Salvador e Guatemala. Il suo ruolo da protagonista nel colpo di stato del Venezuela ha suscitato il timore che un’altra guerra di potere intrisa di sangue potrebbe essere in arrivo.

Quattro giorni prima, María Corina Machado ha fatto eco a un’altra minaccia violenta contro Maduro, dichiarando che se “vuoi salvare la tua vita, devi capire che il tuo tempo è scaduto”.

Una pedina nel suo gioco

Il crollo di Voluntad Popular sotto il peso della violenta campagna di destabilizzazione le ha alienato ampi settori dell’opinione pubblica e ha posto fine a gran parte della sua leadership in esilio o in arresto. Guaidó rimane una figura relativamente minore, avendo trascorso la maggior parte dei suoi nove anni di carriera nell’Assemblea Nazionale come vice supplente. Proveniente da uno degli stati meno popolati del Venezuela, Guaidó si è classificato secondo alle elezioni parlamentari del 2015, con solo il 26% dei voti espressi per assicurarsi il posto all’Assemblea Nazionale. In effetti, il suo culo era più conosciuto della sua faccia.

Guaidó viene presentato come presidente dell’Assemblea Nazionale dominata dall’opposizione, ma non è mai stato eletto per questa carica. I quattro partiti di opposizione che componevano il tavolo di Unità Democratica all’Assemblea Nazionale avevano deciso di istituire una presidenza a rotazione. Il turno di Voluntad Popular era in corso, ma il suo fondatore, López, era agli arresti domiciliari. Nel frattempo, il suo secondo in comando, Guevara, si era rifugiato nell’ambasciata cilena. Un personaggio di nome Juan Andrés Mejía sarebbe stato il seguente in linea di successione, ma per ragioni che sono solo ora chiare, è stato selezionato Juan Guaidó.

“C’è un ragionamento di classe che spiega l’ascesa di Guaidó”, osserva Sequera, l’analista venezuelano. “Mejia è di classe superiore, ha studiato in una delle università private più costose del Venezuela e non potrebbe essere facilmente smerciato al pubblico come si può fare con Guaidó. 

Da un lato, Guaidó ha caratteristiche di meticcio comuni alla maggior parte dei venezuelani, e sembra più un uomo comune. Inoltre, non era stato sovraesposto dai media, quindi può diventare quasi tutto.

Nel dicembre 2018, Guaidó ha attraversato il confine e si è recato a Washington, Colombia e Brasile per coordinare il piano di manifestazioni di massa durante la cerimonia di insediamento del presidente Maduro. La sera prima della cerimonia di giuramento di Maduro, il vicepresidente Mike Pence e il ministro degli esteri canadese Chrystia Freeland hanno chiamato Guaidó per confermargli il loro sostegno.

Una settimana dopo, il senatore Marco Rubio, il senatore Rick Scott e il deputato Mario Diaz-Balart e tutti i parlamentari della lobby cubana di destra in esilio in Florida, si sono riuniti col presidente Trump e il vicepresidente Pence alla Casa Bianca. Su loro richiesta, Trump accettò che se Guaidó si fosse dichiarato presidente, lo avrebbero sostenuto.

Il Segretario di Stato Mike Pompeo ha incontrato personalmente Guaidó il 10 gennaio, secondo il Wall Street Journal. Tuttavia, Pompeo non è riuscito a pronunciare il nome di Guaidó quando lo ha menzionato in una conferenza stampa del 25 gennaio, riferendosi a lui come “Juan Guido”.

Dall’11 gennaio, la pagina Wikipedia di Guaidó è stata modificata 37 volte, evidenziando la lotta per plasmare l’immagine di una figura anonima che ora era un’immagine per le ambizioni di cambiamento di regime di Washington. Alla fine, la supervisione editoriale della sua pagina è stata affidata al consiglio di amministrazione di Wikipedia di “bibliotecari”, che lo ha dichiarato presidente “controverso” del Venezuela.

Guaidó può essere stata una figura oscura, ma la sua combinazione di radicalismo e opportunismo ha soddisfatto i bisogni di Washington. “Quel pezzo all’interno mancava”, ha detto il governo di Trump su Guaidó. “Era il pezzo di cui avevamo bisogno perché la nostra strategia fosse coerente e completa”.

“Per la prima volta”, ha detto Brownfield, l’ex ambasciatore degli Stati Uniti in Venezuela, al New York Times, “avete un leader dell’opposizione che sta chiaramente dicendo alle forze armate e alla polizia che vuole tenerli dalla parte degli angeli e con i buoni”.

Ma Voluntad Popular di Guaidó ha formato i gruppi che hanno provocato le guarimbas causando la morte di poliziotti e cittadini comuni. Si era addirittura vantato di essere coinvolto in disordini di strada. E ora, per conquistare i cuori e le menti dei militari e della polizia, Guaidó vuole cancellare questa storia intrisa di sangue.

Il 21 gennaio, un giorno prima dell’inizio del colpo di stato, la moglie di Guaidó ha diffuso un video in cui chiede ai militari di opporsi a Maduro. La sua performance è rigida e poco entusiasmante, evidenziando i contorni politici del marito.

Mentre Guaidó attende l’assistenza diretta, rimane quello che è sempre stato: il progetto preferito dalle ciniche forze estere. “Non importa se crolla e brucia dopo tutte queste disavventure”, ha detto Sequera della stella del colpo di stato. “Per gli americani, è spendibile”.

[Trad. dal castigliano per ALBAinformazione di Alessio Decoro]

 

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