Claudia Cernigoi
13.1.2022
 
L'ANGELICAZIONE DI UN IMPERIALISTA
 
(fonte: 
Lungi da me gioire per la morte di qualcuno, David Sassoli era un uomo ancora relativamente giovane, morto prematuramente, e per questo non posso che unirmi al cordoglio generale e dei suoi familiari.
Però non riesco a capire perché dalle pagine della "sinistra" (e come sinistra non intendo certo il PD e le sue propaggini, ma settori che dovrebbero essere un po' più critici nei confronti dell'imperialismo occidentale) si debba angelicare il personaggio Sassoli.
Sarà anche stato un bravo giornalista, avrà avuto dei modi garbati e non aggressivi nei confronti degli interlocutori, ma in politica estera, come presidente del Parlamento europeo, ha rappresentato la peggiore intolleranza nei confronti della Russia e della Bielorussia, i cui governi, tacciati di regimi, sono stati messi sotto accusa, sanzionati, boicottati, accusati di voler creare conflitti (il tutto mentre le truppe Nato continuano ad ammassarsi ai loro confini, con la scusa di dover fare esercitazioni, che ovviamente non possono essere fatto in Spagna o in Germania, ma in Polonia o in Ucraina).
Sassoli è stato uno dei più accaniti sostenitori dell'inasprimento delle sanzioni contro la Russia (cosa che ha anche rappresentato un boomerang per l'economia italiana, che ha visto ridotto il proprio export e in compensso aumentato il costo del gas); nel consegnare il premio Sakharov al pregiudicato per truffa Navalny, simpatizzante di movimenti neonazisti, lo ha elogiato come perseguitato politico da difendere e sostenere; ha osato asserire che la Russia avrebbe "annesso illegalmente" la Crimea, quando dovrebbe essere noto che è stata la popolazione di Crimea, in gran parte russofona, a scegliere con un referendum l'annessione alla Russia. Ma si sa che, se sono paesi che vogliono gravitare nell'ambito Nato o UE (Slovenia, Croazia, Bosnia, Kosovo, Ucraina) il diritto all'autodeterminazione è riconosciuto, altrimenti no, come ha insegnato Orwell. E del resto Sassoli ha sempre rappresentato, nel suo ruolo a capo delle istituzioni europee, lo strenuo sostegno a quel governo ucraino nato da una "rivoluzione arancione" che ha permesso il risorgere di movimenti nazistoidi che si sono macchiati di orrendi crimini, come l'assalto alla sede dei sindacati di Odessa che ha visto la morte, tra le fiamme, di un centinaio di persone, anche giovani donne incinte. 
Ha difeso le sinistre radicali, si legge in questi giorni. avrebbe anche preso le distanze dalla risoluzione del Parlamento europeo che equiparava nazismo e comunismo: ma in realtà, all'epoca, dopo avere votato a favore, così spiegò in una intervista: 
Sassoli: "Ricordiamo i carri armati a Praga"
Il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, difende lo spirito dell'iniziativa: "Noi non vogliamo che tornino Paesi in cui le libertà fondamentali siano compromesse", ha spiegato, "ricordiamoci che quarant'anni fa, a Praga, che è casa nostra, arrivavano i carri armati". E ancora: "Ci sono stati nella storia del Novecento dei fenomeni che non hanno consentito a tante persone di godere delle libertà. Nei Paesi europei, in particolare. Ecco il riferimento a quella risoluzione".
(https://www.repubblica.it/politica/2019/09/22/news/comunismo_nazismo_parlamento_europeo_risoluzione-236628451/)
Sassoli è stato inoltre il primo alto esponente dell'UE a portare la questione delle "foibe" al Parlamento europeo, intervenendo il 10 febbraio dell'anno scorso e twittando in questo senso, accogliendo acriticamente la vulgata revanscista sull'argomento:
"Le orrende stragi nelle #foibe. L'esodo di centinaia di migliaia di italiani. Una tragedia nazionale che per troppo tempo vergognosamente si è tentato di negare".
Ed aggiungendo, nel suo discorso a Bruxelles, che 
"La costruzione dell’Europa non è solo una straordinaria risposta politica a quelle persecuzioni ma è anche uno dei motori fondamentali del processo di integrazione tra Paesi democratici"
(https://www.tgcom24.mediaset.it/speciale/fatti-e-misfatti-d-europa/giorno-del-ricordo-sassoli-quanto-successo-ci-impone-lobbligo-di-tenere-viva-la-memoria_28549390-202102k.shtml).
Nel rispetto dell'uomo politico scomparso, che ho considerato mio avversario per le posizioni politiche da lui espresse in vita, ritengo quindi coerente dissociarmi dal coro unanime di quanti oggi,  anche se solitamente critici nei confronti della politica estera della UE, lo celebrano rammaricandosi addirittura che la sua prematura scomparsa abbia impedito la possibilità che fosse eletto presidente della repubblica.
Francamente di presidenti della repubblica che hanno espresso posizioni forcaiole sulle questioni storiche del confine orientale, mi sono bastati Napolitano (che ha parlato di "espansionismo slavo" nei confronti della Jugoslavia di Tito) e Mattarella (che ha sostenuto che i "negazionisti" come la sottoscritta dovrebbero essere messi a tacere).