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Ungheria: il punto di vista delle sinistre

1) Ungheria. “Mosca o Bruxelles? Protesta contro l’imbroglio politico” (Organizzazioni Della Sinistra Ungherese, 2017)
2) FLASHBACKS:
– 2014: Intervista a Vilmos Hanti, leader del Measz, l’Alleanza dei resistenti e degli antifascisti ungheresi
– 2012: Il Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese propone la sua valutazione su quanto sta accadendo nel suo paese
– 2007: Caccia alle streghe politica e legale contro i comunisti ungheresi! / La direction des communistes hongrois a été condamnée / The leadership of the Hungarian communists sentenced


Altri link consigliati:

Pusztaranger - Neues aus Ungarn
http://pusztaranger.wordpress.com


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http://contropiano.org/news/internazionale-news/2017/05/07/ungheria-mosca-bruxelles-protesta-limbroglio-politico-091617

Ungheria. “Mosca o Bruxelles? Protesta contro l’imbroglio politico”

di Organizzazioni Della Sinistra Ungherese *

Le sottoscritte organizzazioni civili invitano la società ungherese a protestare per smascherare la politica sciocca di manipolazione e di ricerca del nemico. Anziché risolvere i veri problemi della società ungherese il governo ungherese e la sua opposizione liberale ci costringono a una lotta menzognera e pericolosa. Ci vogliono mettere di fronte alla scelta senza senso “Bruxelles o Mosca.”

Il governo punta il dito contro Bruxelles, mentre è lui che ha prodotto la soppressione della democrazia, un nuovo tipo di sistema autoritario, che strangola un terzo della società ungherese in una eterna povertà, che non è capace di diminuire la disoccupazione e delle ineguaglianze senza precedenti nella storia moderna, il sistema da loro gestito è estremamente corrotto e immorale. Mentre il governo in modo demagogico prende pubblicamente l’Unione Europea (simbolicamente Bruxelles) come capro espiatorio, nascostamente dal pubblico serve in tutto le istituzioni dell’Unione Europea, i requisiti economici della burocrazia di Bruxelles, le necessità del capitale internazionale, e ha appeso al collo del popolo una borghesia oligarchica, della quale dobbiamo pagare il mantenimento.

Nonostante ciò, l’opposizione politica liberale si accorge solo degli interessi degli strati più alti della classe media. Da una parte, giustamente, vuole ristabilire i diritti e le libertà democratiche. Dall’altra invece distoglie l’attenzione dai veri problemi dell’Ungheria indicando Mosca come un nemico.

Missionari” auto-dichiarati, demagoghi semi-istruiti si accostano alla russofobia, una particolare, ma vecchia arma del razzismo, che sinora non era stata tipica del liberalismo locale, anziché lottare contro il capitalismo oligarchico esteuropeo e russo nello specifico.

Non parlano dell’ulteriore stretta antidemocratica allo Statuto dei Lavoratori Ungherese, non della povertà insopportabile, non criticano le ineguaglianze sociali, ma prendono la Russia come capro espiatorio. Fanno come se l’Ungheria, paese membro della NATO fosse minacciato da chissà quale intervento straniero, sebbene l’Ungheria prenda parte alle operazioni militari criminali della NATO come tutti i suoi membri. In realtà il vero problema la situazione privilegiata dei nuovi strati dominanti, e la loro politica di oppressione, espropriazione e immiserimento. Ma l’opposizione liberale non parla di questo, ma usa la ricerca di nemici come mezzo per soddisfare le sue ambizioni di potere. Così facendo entra la via selciata dal governo, nella quale l’Ungheria può diventare il territorio dei servizi segreti delle grandi potenze rivali.

Perciò protestiamo contro la politica manipolatoria, ingannatrice del popolo e oppressiva delle elite del nostro paese!!!

5 maggio 2017

Firmato da:

Partito di Sinistra

Unione ATTAC Ungheria

Redazione della rivista “Eszmélet”

Sinistra Unita Ungherese

Società Karl Marx

Fronte Popolare

 

http://eszmelet.hu/brusszel-vagy-moszkva-tiltakozas-a-politikai-atveres-ellen/


=== 2: FLASHBACKS ===

http://ilmanifesto.it/il-modello-di-riferimento-oggi-e-il-regime-di-miklos-horthy/

«Il modello di riferimento oggi è il regime di Miklós Horthy»

Guido Caldiron, 31.1.2014

Ungheria. Intervista a Vilmos Hanti, leader del Measz, l’Alleanza dei resistenti e degli antifascisti ungheresi


«Il ritorno dell’estrema destra riguarda l’intera Europa, ma in nes­sun altro paese si vive un clima para­go­na­bile a quello dell’Ungheria. Nor­mal­mente i governi cer­cano di argi­nare le atti­vità dei gruppi fasci­sti, da noi invece le sostengono».

Vil­mos Hanti sa bene ciò che dice, lea­der del Measz, l’Alleanza dei resi­stenti e degli anti­fa­sci­sti unghe­resi, solo pochi mesi fa è stato aggre­dito per le strade di Buda­pest da una banda di neo­na­zi­sti dopo che aveva denun­ciato per l’ennesima volta le con­ni­venze tra gli estre­mi­sti e il governo ultra­con­ser­va­tore di Vik­tor Orbán. Ferito leg­ger­mente alla testa e agli occhi, Hanti, un ex inse­gnante cre­sciuto in una fami­glia ebraica che ha preso parte alla Resi­stenza, non si è però fatto inti­mi­dire. Nei giorni scorsi ha par­te­ci­pato a Roma a un incon­tro pro­mosso dall’Anpi e dalla Fir, la Fede­ra­zione inter­na­zio­nale dei resi­stenti che riu­ni­sce gli ex par­ti­giani di tutto il con­ti­nente, di cui è pre­si­dente, per fare il punto sullo stato dell’antifascismo europeo.«Si deve agire prima che sia troppo tardi», ha sot­to­li­neato in quest’occasione Carlo Smu­ra­glia, pre­si­dente dell’Anpi, annun­ciando anche nuove ini­zia­tive dell’associazione par­ti­giana in vista delle ele­zioni europee.

Signor Hanti, quali sono i punti di con­tatto tra il governo di Buda­pest e l’estrema destra?

Da un lato ci sono le leggi con­tro le libertà demo­cra­ti­che, dall’altro la col­la­bo­ra­zione a più livelli con il movi­mento Job­bik. Pub­bli­ca­mente que­sto tipo di rap­porto viene negato, ma non per que­sto è meno forte. Le isti­tu­zioni con­trol­late dalla destra sosten­gono sia sul piano eco­no­mico che poli­tico gli estre­mi­sti. Del resto, il par­tito di Orbán, il Fidesz, dispone di una forte mag­gio­ranza in par­la­mento e per­ciò potrebbe impe­dire ogni mani­fe­sta­zione fasci­sta se solo lo volesse. Invece accade l’esatto contrario.

Che ruolo ha il revi­sio­ni­smo sto­rico in que­sta svolta autoritaria?

È una parte impor­tante di que­sta stra­te­gia, pur­troppo spesso soste­nuta anche da espo­nenti della Chiesa che par­te­ci­pano in prima per­sona alle mani­fe­sta­zioni nostal­gi­che. L’obiettivo del governo sem­bra essere quello di dare vita a un “nuovo hor­thi­smo”, qual­cosa di simile al regime fasci­sta che instaurò negli anni Venti l’ammiraglio Miklós Hor­thy e che portò il paese a com­bat­tere a fianco della Ger­ma­nia nazista.

Job­bik è cre­sciuto all’ombra di Orbán, oggi potrebbe far­gli con­cor­renza sul piano elettorale?

Non si deve dimen­ti­care mai come Orbán si sia ser­vito fino a ora dei gruppi estre­mi­sti per distrarre l’opinione pub­blica dai temi sociali e dirot­tarla invece verso il nazio­na­li­smo e la xeno­fo­bia, spe­cie nei con­fronti dei rom. Il risul­tato è che Job­bik si è raf­for­zato a tal punto da diven­tare sem­pre più rile­vante anche in par­la­mento. In realtà si tratta però di un movi­mento che è nato da una costola del Fidesz e che ne con­ti­nua a rap­pre­sen­tare una sorta di appen­dice radi­cale ed estre­mi­sta. Il con­fine tra col­la­bo­ra­zione e con­cor­renza resta per­ciò molto sottile.


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Cosa sta accadendo in Ungheria? Cosa ne pensano i comunisti ungheresi


6 Gennaio 2012

da www.solidnet.org traduzione a cura di Marx21.it

Il Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese propone la sua valutazione su quanto sta accadendo in questi giorni nel suo paese all'attenzione e alla riflessione dei partiti comunisti e operai di tutto il mondo.

 

Dal 1 gennaio una nuova costituzione è entrata in vigore in Ungheria. In relazione a ciò, la stampa occidentale ha pubblicato molti materiali che parlano di ciò che sta accadendo ora in Ungheria, sul fatto che “si sta riducendo l'Ungheria alla povertà” e che “si sta minacciando la democrazia e che si sta stringendo la morsa del governo sui media e sul sistema giudiziario nonostante le critiche di Europa e Stati Uniti”. Il 2 gennaio una grande manifestazione ha avuto luogo presso il Teatro dell'Opera di Budapest. Gli organizzatori ufficiali della dimostrazione, il neo costituito movimento di Solidarietà, ha un vertice di una decina di membri. Il suo leader è l'ex presidente del sindacato dell'esercito e dei funzionari di polizia, ed egli stesso è un ex ufficiale addestrato insieme ad altri nelle istituzioni militari USA. 
Alla testa dimostrazioni si trovano il Partito Socialista Ungherese, forze liberali e anche organizzazioni “civili”, formate da costoro. Alla dimostrazione non ha preso parte nessuna organizzazione civile che lotti realmente contro la povertà, per proteggere le famiglie, contro le discriminazioni, o ad esempio le organizzazioni studentesche tradizionali. Neppure i movimenti dei lavoratori dell'agricoltura o i sindacati erano presenti. Tra gli slogans della dimostrazione non ce n'era uno solo in merito al nuovo codice del lavoro, nessuna protesta è stata avanzata nei confronti delle pressioni e gli interventi del FMI. La reazione dei media occidentali a tali eventi si basa sulle stesse fonti che in periodi precedenti avevano sostenuto il vecchio governo socialista-liberale e la sua politica di austerità.

 

Ma che cosa sta realmente accadendo in Ungheria?

 

1. Nell'aprile 2010, il partito conservatore Fidesz- Unione Civica Ungherese ha vinto le elezioni parlamentari e rimpiazzato il vecchio governo delle forze socialiste-liberali guidato dal Partito Socialista Ungherese (MSZP).

 

I partiti parlamentari considerano le elezioni del 2010 come un punto di svolta nella storia ungherese.Il Fidesz sostiene che si è trattato dell' “inizio di una nuova rivoluzione”. I socialisti e i loro alleati ritengono che esse hanno rappresentato “l'inizio dell'autocrazia e della dittatura”.

 

2. Il Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese è dell'opinione che il reale cambiamento storico ha avuto luogo non nel 2010 ma 1989-1990 quando il socialismo venne distrutto in Ungheria. Si è trattato di una controrivoluzione capitalista. Il potere della classe operaia è stato sostituito con il potere delle forze capitaliste. Le aziende industriali e le banche possedute dallo Stato, le fattorie agricole collettive sono state privatizzate. L'Ungheria ha aderito alla NATO nel 1999 ed è entrata nell'Unione Europea nel 2004. E' stato instaurato il sistema capitalista basato sulla proprietà privata e sulla democrazia borghese.

 

E' stato il cambiamento dal socialismo al capitalismo che ha provocato il generale impoverimento del popolo ungherese. L'Ungheria ha una popolazione di 10 milioni di abitanti. 1,5 milioni di ungheresi vive sotto il livello della povertà, il che significa vivere con un reddito di meno di 200 euro al mese. Il numero ufficiale dei disoccupati è 500.000, ma in realtà è circa 1 milione di persone a non avere alcuna possibilità di trovare un lavoro.

 

La limitazione della democrazia non è iniziata nel 2010 ma nel 1989-1990. Le forze politiche che lottano contro il sistema capitalista, prima fra tutte il Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese non hanno accesso al sistema di comunicazione pubblico. La stella rossa, la falce e il martello - “in quanto simboli della tirannia” - sono stati banditi nel 1993. Nel 2007, l'intera leadership del PCLU è stata accusata di “oltraggio fatto in pubblico”. Le campagne anticomuniste sono state scatenate indipendentemente da quale partito borghese fosse al potere.

 

3. La classe capitalista ungherese ha diversi partiti che esprimono i suoi interessi. Da un lato c'è Fidesz-Unione Civica Ungherese che esprime gli interessi della classe capitalista conservatrice, di orientamento nazionalista. E' tradizionalmente orientato verso la Germania.

 

Sull'altro lato ci sono il Partito Socialista Ungherese ed il Partito “i politici possono essere diversi” che rappresentano la parte liberale e socialdemocratica della classe capitalista. Essi sono vicini agli Stati Uniti.

 

La lotta tra le due parti della classe capitalista ungherese ha profonde radici storiche. Prima del 1989 esistevano due principali correnti del movimento di opposizione anti-socialista. Quella conservatrice orientata in senso nazionalista e la tendenza liberale. Nel 1990, il primo governo fu formato dai conservatori. Allo stesso tempo i liberali concordarono una cooperazione di lungo termine con il Partito Socialista Ungherese, un partito socialdemocratico di destra. Molti dei dirigenti di questo partito provengono dal precedente periodo socialista ma hanno cambiato completamente posizione e molti di loro sono diventati ricchi capitalisti.

 

Dopo aver distrutto il sistema socialista le forze capitaliste hanno creato una nuova struttura politica che è esistita fino al 2010. Essa era fondata sui seguenti principi:

 

- Le forze conservatrici di orientamento nazionalista si avvicendano al potere con i socialisti.

 

- Nessuna di queste forze ha il potere assoluto.

 

- Esse impediscono a qualsiasi forza anticapitalista di entrare in Parlamento.

 

- Tutte rispettano gli obblighi nei confronti della NATO e dell'UE e non mettono in discussione le posizioni internazionali.

 

Tutte le elezioni parlamentari dal 1990 al 2006 hanno evidenziato un perfetto equilibrio tra i due gruppi di partiti. La situazione è cambiata radicalmente dopo il 2006. E' apparso chiaro che il capitalismo ungherese versa in una profonda crisi. Tre sono le ragioni principali. Primo, l'economia ungherese dipende totalmente dal capitale straniero. Secondo, il popolo ungherese è povero, ed ha esaurito le sue riserve. Terzo, La corruzione è diventata un serio problema, che paralizza il normale funzionamento dello Stato.

 

Dal 2010 le forze capitaliste hanno compreso che le forze socialiste-liberali non garantivano la stabilità interna del capitalismo, e non erano in grado di prevenire le esplosioni sociali. Ecco perché hanno deciso di sostituire la coalizione socialista-liberale e di aprire la strada a Fidesz.

 

L'obiettivo principale del conservatore Fidesz e del suo governo capeggiato da Viktor Orban era quello di prevenire qualsiasi sviluppo simile agli eventi in Grecia. Il Fidesz ha vinto le elezioni con parole d'ordine sociali (pieno impiego, sicurezza sociale, ecc.). La maggioranza della popolazione era profondamente insoddisfatta del governo socialista-liberale. Il Fidesz ha potuto facilmente manipolarla e ottenere la maggioranza dei due terzi nel nuovo parlamento.

 

4. Il governo conservatore ha realizzato cambiamenti in diverse direzioni:

 

Ha rafforzato la sua base di classe. IL Fidesz ha collocato propri uomini in tutte le postazioni della vita politica, nei media, negli ambienti della cultura. Ha dichiarato la sua intenzione di creare una nuova classe media.

 

Ha dato soddisfazione alle forze nazionaliste in Ungheria, introducendo la doppia cittadinanza per le persone di nazionalità ungherese che vivono all'estero e introducendo nuove commemorazioni che fanno riferimento al trattato del Trianon del 1920.

 

Ha operato un netto ritorno alle tradizioni conservatrici e nazionaliste nella politica, nella cultura e nell'educazione.

 

Ha deciso di prevenire l'esplosione sociale con metodi diversi. Primo, ha introdotto un nuovo Codice del Lavoro che dà vasti diritti ai proprietari capitalisti e praticamente trasforma i lavoratori in schiavi. Secondo ha diviso la classe operaia concedendo aumenti consistenti ai ferrovieri e alzando il salario minimo. Terzo, ha concluso un accordo con le principali confederazioni sindacali. Ha potuto salvare i propri privilegi e allo stesso tempo limitare gli effetti di una autentica lotta di classe.

 

Il nuovo governo ha lanciato una generalizzata campagna anticomunista. Nel 2010 è stato cambiato il Codice Penale. Si è dichiarato che il comunismo e il fascismo sono la stessa cosa e che coloro che sostengono i “crimini del comunismo e del fascismo” possono essere condannati fino a 3 anni di reclusione. (fino ad ora non c'è stata alcuna sentenza legale)

 

Negli ultimi giorni del 2011 è stata varata una nuova legge che regola il processo di transizione alla nuova costituzione. Tra l'altro essa afferma che il periodo del socialismo (1948-1990) è stato illegittimo e pieno di crimini. Personalità dirigenti del periodo socialista sono state accusate e condannate. Le loro pensioni sono state ridotte. La legge afferma anche che l'attuale Partito Socialista Ungherese, in quanto successore legale del partito al potere nel periodo socialista, è responsabile per tutto quanto è successo in quei tempi. Non è ancora chiaro quali conseguenze ne deriveranno.

 

5. Le forze socialiste-liberali hanno lanciato recentemente un serio contrattacco contro il governo

 

Il Partito Socialista ha fatto propri molti slogans sociali e rivendicazioni del Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese.

 

I socialisti e i liberali hanno cominciato a creare nuove organizzazioni e movimenti civili. Nell'ottobre 2011 è stato creato il movimento Solidarietà con un chiaro orientamento filo-socialista.

 

E' stata avanzata una nuova richiesta: abbasso il governo Orban! Il programma è creare un nuovo governo socialista-liberale.

 

6. Gli Stati Uniti d'America hanno apertamente interferito negli affari interni dell'Ungheria.L'ambasciatore USA a Budapest ha criticato apertamente il governo ufficiale e sostiene la posizione delle forze socialiste-liberali. La Segretaria di Stato Clinton ha fatto la stessa cosa nella sua lettera del 23 dicembre 2011. La lettera è stata pubblicata dalla stampa liberale.

 

7. Il Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese ritiene:

 

Il capitalismo ungherese è in crisi. La crisi generale del capitalismo in Europa rende la situazione ungherese ancora peggiore e imprevedibile.

 

La classe capitalista ungherese sa che se il sistema Euro e la stessa UE collassassero, ciò condurrebbe ad un'esplosione sociale ancora più drammatica che in Grecia. Capisce che il popolo è scontento e che molti oggi pensano che il socialismo sia stato meglio dell'attuale capitalismo.

 

Sia i gruppi conservatori che quelli socialisti-liberali della classe capitalista vogliono prevenire qualsiasi esplosione sociale. Essi non divergono sugli obiettivi di fondo ma sui metodi da usare.

 

Ciò che ora sta avvenendo in Ungheria è da un lato l'ordinaria lotta della classe capitalista contro le masse lavoratrici, dall'altro una lotta tra due gruppi della classe capitalista. E' anche una lotta tra le potenze guida capitaliste, gli USA e la Germania, per il dominio dell'Europa.

 

Il Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese non sostiene nessuno dei partiti borghesi. Dichiariamo che i problemi principali del popolo lavoratore sono la disoccupazione, i bassi salari, gli alti prezzi, lo sfruttamento e il futuro incerto. Tali problemi sono conseguenze del capitalismo. I governi capitalisti non possono e non vogliono risolverli.

 

L'unica soluzione dei problemi del popolo lavoratore è la lotta conseguente contro il capitalismo e per una prospettiva socialista.

 

Il Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese non sostiene le dimostrazioni di massa delle forze socialiste e liberali. Il loro obiettivo non è cambiare il capitalismo. Il loro obiettivo è cambiare il governo capitalista conservatore con un governo capitalista socialista-liberale.

 

Il Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese non sostiene neppure il Fidesz. Il suo obiettivo non è creare una società socialista ma riformare e rafforzare il capitalismo.

 

Il Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese considera suo dovere spiegare al popolo che esiste solo una strada per risolvere i suoi problemi. Dobbiamo lottare contro il capitalismo.

 

Saremo presenti ovunque ci siano i lavoratori. Vogliamo aiutarli nelle piccole cose allo scopo di conquistare la loro fiducia per le grandi cose.

 

Smaschereremo tutti i tentativi delle forze revisioniste e opportuniste che intendono manipolare il popolo lavoratore e batterle in nome della democrazia sociale.

 

Non c'è una situazione rivoluzionaria in Ungheria. Ma le cose possono peggiorare in Europa e in Ungheria. Ecco perché prepariamo il partito, i nostri militanti e le organizzazioni a una più radicale lotta di classe che potrebbe manifestarsi in ogni momento.

 

Siamo convinti che ciò corrisponde alla posizione comune assunta al 13° Incontro dei Partiti Comunisti e Operai

 

Il Presidium del Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese


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www.resistenze.org - pensiero resistente - movimento comunista internazionale - 06-11-07 - n. 201

Mentre ci accingevamo a chiudere questo numero di Resistenze.org, abbiamo appreso che i dirigenti del Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese sono stati condannati a due anni di carcere con la condizionale.
I compagni ungheresi, che ricorreranno in appello, non vanno in prigione, ma per qualunque reato dovessero in futuro essere condannati, saranno costretti a scontare anche i due anni di questa condanna.

 

Nei prossimi giorni, nelle prossime ore, si svilupperà a livello internazionale una campagna di protesta contro questo inqualificabile gesto delle autorità ungheresi, che ci auguriamo raccolga la generale riprovazione di tutta l'opinione pubblica democratica anche nel nostro paese.
E’ bene che ognuno dia il proprio sostegno a questa campagna, a seconda della propria disponibilità e collocazione politica e istituzionale.
Noi cercheremo di fare la nostra parte.

 

La redazione di Resistenze.org

 

La petizione internazionale in solidarietà con i comunisti ungheresi in http://1917.solidnet.org

 

Aderite!

 

 

Cessi la caccia alle streghe politica e legale contro i comunisti ungheresi!

 

Appello dei partiti comunisti e operai

 

01/11/2007

 

I partiti firmatari di questo appello, che partecipano all’Incontro Internazionale dei Partiti Comunisti e Operai a Minsk il 3-5 novembre 2007, constatano con grande preoccupazione che un tribunale di stato sta minacciando di imprigionare tutta la direzione del Partito Comunista dei Lavoratori Ungherese (PCLU) per aver commesso “diffamazione pubblica”.

 

Siamo convinti che voler sottoporre a giudizio leader politici e proibire i loro partiti sia un comportamento degno delle dittature e non delle democrazie. L’azione delle autorità ungheresi viola tutte le norme democratiche.

 

Condanniamo fermamente la persecuzione politica diretta dalle autorità giudiziarie contro il PCLU, come parte della caccia alle streghe anticomunista contro i comunisti d’Europa e contro tutti quelli che lottano contro la privatizzazione massiccia degli ospedali, delle scuole, contro il taglio delle spese sociali ed altre forme della politica neoliberale.

 

Riteniamo che questa chiara manovra delle autorità ungheresi rappresenta un attacco vendicativo contro i comunisti ungheresi, e facciamo appello alla solidarietà internazionale in difesa dei diritti legali e politici del PCLU.

 

Esigiamo l’immediata cessazione del processo legale contro i dirigenti dei comunisti ungheresi.

 

Facciamo appello al Primo Ministro Gyurcsany e al governo dell’Ungheria perché facciano un passo indietro e mantengano le loro promesse di libertà politica, ritirando tutte le accuse contro la direzione del PCLU.

 

I partiti:

 

Communist Party of Albania
Communist Party ofArgentina
Progressive Tribune Bahrein
Communist Party of Bangladesh
Communist Party of Belarus
Communist Party of Brazil [PCdoB]
Workers’ Party of Belgium
Communist Party of Bolivia
Workers Communist Party of Bosnia and Herzegovina
Communist Party of Britain
New Communist Party of Britain
Communist Party of Canada
Socialist Workers´ Party of Croatia
Communist Party of Cuba
Communist Party ofBohemia and Moravia, Czech Republic
AKEL, Cyprus
Communist Party in Denmark, KPiD
Communist Party of Finland
French Communist Party
German Communist Party
Communist Party of Greece
Hungarian Communist Workers’ Party
Communist Party of India
Communist Party of India [Marxist]
Tudeh Party, Iran
Iraqi Communist Party
Communist Party of Ireland
Communist Party of Israel
Party of the Italian Communists, PdCI
Jordanian Communist Party
Socialist Party of Latvia
Socialist Party of Lithuania
Lebanese Communist Party
Communist Party of Luxembourg
Party of the Communists, Mexico
New Communist Party of the Netherlands
Communist Party of Norway
Party of the People, Panama
Peruan Communist Party
Communist Party of Poland
Portuguese Communist Party
PKP-1930, the Philippine Communist Party
Socialist Alliance Party, Romania
Communist Party of the Russian Federation
New Communist Party of Yugoslavia, Serbia
Communist Party of Slovakia
Party of the Communists of Cataluna, Spain
Communist Party of Peoples of Spain
Communist Party of Sri Lanka
Sudanese Communist Party
South African Communist Party
Communist Party of Sweden
Syrian Communist Party
Syrian Communist Party
Communist Party of Turkey
Party of Labour, Turkey [EMEP]

Traduzione di Mauro Gemma per www.resistenze.org

 


Solidali con il Partito Comunista Ungherese condannato a 2 anni di reclusione

 

Apprendiamo che oggi - martedì 6 novembre 2007 - il gruppo dirigente del Partito Comunista Operaio Ungherese ("Munkaspart") è stato condannato (ufficialmente per "diffamazione pubblica", in realtà per reato d'opinione) a 2 anni di detenzione con la condizionale: ciò vuol dire che, se alla dirigenza comunista fosse addebitata un'altra "violazione", essa finirebbe in prigione.
Riteniamo tale condanna particolarmente grave ed inquietante: essa è il segno di un attacco portato non solo contro i comunisti e le forze di sinistra, ma contro lo stesso stato di diritto.
Esprimiamo la nostra solidarietà al gruppo dirigente e ai comunisti ungheresi.