Maggio 1993: un testo elaborato dalla Signora Marina Ratković, Capo del Protocollo di Pale.

 

Bosnia ed Erzegovina, Maggio 1993

PIANO VANCE – OWEN

Le ragioni per cui i serbi non possono accettare il piano Vance-Owen

 

1)  Ai serbi è negato il diritto all'autodeterminazione, previsto in molti documenti internazionali e delle NU, ancora in vigore.

2)  Le decisioni più importanti andranno prese con il consenso di tutti. Avevamo già lo stesso provvedimento nella costituzionedell'ex Bonia-Erzegovina e non ha funzionato affatto: tutte le proposte avanzate dai membri parlamentari serbi sono state rifiutate in Parlamento, e questa è una delle molte ragioni della guerra. Di conseguenza, cio'riporta alle vere cause della guerra.

3)  I territori etnici serbi sono divisi e scollegati sia dalla madre terra Serbia che tra loro. Due "pezzi" della provincia serba n.ro 6 sono scollegati da tutti gli altri territori serbi. Alla provincia n.ro 2 viene offerto un „corridoio“. Un corridoio vuol dire il diritto di attraversare un paese straniero, non vuol dire territorio serbo, ed esso sarebbe sotto il controllo non-serbo. Una volta che le forze delle NU lasceranno l'area, i musulmani bosniaci o i croati di Bosnia possono abolire il diritto e la provincia n.ro 2 in futuro, diventare isolata. Inoltre, il „corridoio“  passa attraverso il territorio dove i serbi sono la maggioranza, ma la città di Gradačac con il circondario è stata aggiunta al territorio per formare la provincia n.ro 3 e fare in modo che il numero di croati e musulmani [odierni bosgnazzi, n.d.t.] sia superiore al numero dei serbi.

4)  Parti dell'Erzegovina orientale, area tradizionalmente serba, sono state date ai croati, con un pretesto non ben chiaro. La terra più fertile è stata tolta ai serbi, a cui è rimasto solo terreno roccioso e terra arida.

5)  Il piano toglie ai serbi tutta la valle della Drina, da Jania a Foča (con le città di Foča, Rogatica, Zvornik, Višegrad, Srebrenica). Le intenzioni: a) tagliare fuori i serbi di Bosnia dalla Serbia – b) costringere i serbi della zona a lasciare la Bosnia e andare in Serbia.

6)  Due città non serbe (Visoko e Breza) sono state aggiunte alla provincia di Sarajevo per creare deliberatamente uno squilibrio numerico della popolazione non-serba (nonostante i serbi siano proprietari del 4/7 del territorio della provincia). Questo si rifletterà nelle strutture di potere e decisionali in quanto le decisoni devono essere prese, secondo il piano, in base al principio proporzionale.

7)  Il 48 %  dei serbi è stato lasciato fuori dalle province serbe. La percentuale dei musulmani bosniaci è drasticamente inferiore, quella dei croati ancora di più.

8)  Secondo le cartine, le province serbe sono ridotte alla povertà, private delle industrie, di linee di comunicazione ed energetiche. [Rivedere l'articolo su Contropiano, n.d.t.] Solo il 10 % della richezza totale della ex Bosnia-Erzegovina è situata nelle province serbe. Esempi: Tutti i fiumi importanti e i loro bacini (la Bosnia, la Drina, la Neretva, Una e la Sava), incluse le linee di comunicazione, non appartengono ai serbi, cosi come le raffinerie di petrolio di Bosanski Brod e Modrica, e neanche TUTTE le centrali sulla Neretva, la Drina e il Vrbas. Le miniere più importanti (Ljubovija, Omarska, Kamengrad), che si trovano nel territorio tradizionalmente serbo della Krajina, sono strappate ai serbi e date ai musulmani.

9)  Nel disegnare le mappe, i loro autori hanno usato principi diversi a seconda delle aree. Essi hanno utilizzato il principio etnico, o geografico, o economico ad esclusivo vantaggio dei croati e musulmani, e sempre a svantaggio dei serbi. (Lasciamo ad altri stabilire il perchè).

10) I musulmani e i croati hanno firmato il piano e da allora non hanno fatto altro che combattere. Questa è la prova della „vitalità“ del piano. I serbi hanno smesso di combattere con i croati più di un mese fa ed hanno firmato una cessazione delle  ostilità con i musulmani, che continua esser rispettata. Nonostante ciò, il mondo sta ancora considerando un intervento militare di un tipo o dell'altro.

11) Il signor Owen ha pubblicamente dichiarato che il suo compito era quello di dividere i serbi e di metterli uno contro l'altro. Niente di buono può venire ai serbi dal piano proposto da questo gentiluomo!

12) Che cosa vogliono i serbi? Deve esser chiaro per tutti che il piano e la pace non sono sinonimi. I serbi vogliono la pace attraverso negoziati diretti con gli avversari. Il problema è che le altre due parti, specialmente i musulmani, non vogliono parlare, in quanto sperano nell'intervento. Noi siamo pronti a rispettare gli interessi degli altri ma chiediamo che siano rispettati anche i nostri. Il mondo dovrebbe fare pressione su di loro perchè comincino a dialogare con noi riguardo la soluzione definitiva della crisi. Altrimenti dovremo farlo a modo nostro. Una volta raggiunta la pace deve esser duratura e stabile. Tutti gli altri tipi di pace finiranno prima o poi, per condurre a un'altra guerra.


Elaborato dalla Signora Marina Ratković, Capo del Protocollo di Pale
Pale, 16 maggio 1993

                                                                    Raccolto da Ivan Pavičevac
                                                                    Tradotto da Milena Čubraković