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> COMITATO PER IL RICONOSCIMENTO E LA CONDANNA
> DEI CRIMINI E DEI CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI
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> Manifesto per la Costituzione del Comitato
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> PREMESSA
> Poche cose sono cosi' importanti per l'identita' e le scelte di un popolo
> come l'onesta memoria storica di se.
> Onesta e' la memoria che assieme ai meriti della storia nazionale non ne
> nasconde gli errori e le vergogne. Poiche' soltanto la consapevolezza
> consente di non rinnovarli, e di cancellarne per quanto possibile le
> macchie sull'onore del popolo e dello Stato.
> Vi sono grandi paesi che, come la Germania, hanno saputo acquisire questa
> consapevolezza fino in fondo, e comportarsi di conseguenza.
> Vi sono invece altri grandi e piccoli paesi, come il nostro, l'Italia,
> che continuano a nascondere a se stessi le pagine oscene della propria
> storia ed a pretendere, o pensare, che le ignorino pure gli altri.
> Il risultato e' una condizione di immaturita' permanente della nostra
> visione politica e internazionale, che da luogo alla facile confusione
> dei valori fondanti sia della democrazia che della stessa italianita'
> correttamente intesa, ed a politiche estere - anche militari - quantomeno
> avventate.
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> I CRIMINI DI GUERRA DEL FASCISMO
> Siamo il solo paese dell'Unione Europea che non abbia ancora preso
> seria coscienza critica dei crimini contro l'umanita' commessi nelle
> guerre, annessioni ed occupazioni che hanno segnato dalle sue origini la
> nostra storia di Stato.
> Siamo i soli a nascondere o sminuire ancora persino i delitti, le
> politiche genocide ed i crimini di guerra dell'Italia fascista e
> collaborazionista, compresa la persecuzione atroce inflitta anche in
> Italia agli Ebrei attraverso le leggi razziali e la cooperazione allo
> sterminio nazista.
> I soli a non sottoporre i nostri colpevoli a una Norimberga ed anzi a
> "perdonare" e giustificare loro e quei crimini con ambigue revisioni a
> rovescio.
> I soli a coltivare un mito come quello del "buon italiano", che
> corrisponde certamente all'essere ed al sentire generale della
> popolazione, troppo spesso ignara o indottrinata, o travolta dalle
> vicende politiche, ma che viene usato pero' per coprire i delitti di
> schiere di aguzzini e delinquenti politici, civili e militari, grandi e
> piccoli, che rimangono la vergogna dell'Italia.
> Dall'interno di una storia ufficiale costruita cosi' su una serie
> continua ed a suo modo coerente di rimozioni, non e' peraltro facile
> percepire quanto ci e' stato nascosto. Anche quando si abbia la
> sensazione che pure siano dei vuoti di conoscenza ad impedirci la
> percezione esatta di problemi fondamentali, a far dilagare dalla destra
> alla sinistra politica le propagande del revisionismo storico spacciato
> per revisione serena della storia alimentando la diffusione impunita del
> neo-nazifascismo, dell'antisemitismo e delle intolleranze. E neppure
> quando si abbia la percezione, e spesso la prova, che su tutto cio'
> operano forze ed interessi deteriori attuali e particolarmente pericolosi,
> come quelli che hanno impedito a Trieste la prosecuzione del processo per
> il campo di sterminio nazista della Risiera di San Sabba proprio quando
> avrebbe affrontato , dopo le responsabilita' naziste, quelle dei criminali
> collaboratori italiani.
> O come quelli che hanno rinnovato di fatto il protettorato italiano
> sull'Albania, e tentano di approfittare delle conseguenze della spaventosa
> guerra civile nell'ex-Jugoslavia per avanzarvi non solo interessi
> economici, ma anche, verso la Slovenia e la Croazia, rivendicazioni morali
> e politiche che si fondano proprio sul nascondere gli atroci crimini
> programmati di Stato, che vi furono commessi nel nome di Italia tra il
> 1918 e il 1945, e sull'incolpare le vittime di aver reagito. Od ancora, e
> piu' generalmente, quelli che supportano ormai da anni in tutto il paese
> ed in quasi tutto l'arco politico, la rivalutazione ufficiale del fascismo
> e del collaborazionismo, sino a voler consolidare le loro propagande e
> rimozioni sui libri di scuola e nella cultura istituzionale, riuscendo
> invece ad imporre censure stampa sui crimini di guerra nazionali, sino ad
> impedire da undici anni sia l'edizione italiana del libro dello storico
> Michael Palumbo che la diffusione sulla rete televisiva di stato del
> documentario trattone dalla BBC.
>
> IL REVISIONISMO STORICO MATRICE DEL NEONAZISMO
> In queste nostre condizioni da banco di prova europeo del revanscismo di
> destra, sarebbe persino dubbio, non fosse per il vincolo antifascista
> imposto dalla costituzione nata dalla Resistenza, il titolo del nostro
> paese a schierarsi tra gli stati democratici che insorgono contro la
> svolta di destra nostalgica della piccola Austria. Perche' mentre quel
> focolaio minore e' ormai sotto stretta (e per alcuni aspetti persino
> controproducente nei confronti della parte migliore di quel paese)
> vigilanza internazionale, e' da quello maggiore italiano inspiegabilmente
> sottovalutato e tollerato che il contagio puo' diffondersi nel resto
> d'Europa.
> E' dunque interesse primario d'Italia e d'Europa rifondare la memoria
> storica, e dunque la coscienza, nazionale e democratica italiana,
> attraverso una lettura finalmente corretta, approfondita, e priva di
> censure o omissioni, della nostra storia.
> Noi riteniamo che questo difficile processo debba iniziare riportandone in
> luce i fatti nascosti piu' immediatamente traumatici e simbolici: i
> crimini italiani commessi in tutti i territori invasi e contro tutte le
> popolazioni aggredite dal nazifascismo. Questi sono infatti tra i crimini
> di guerra piu' tenacemente nascosti all'opinione pubblica, eppure i meglio
> documentati sia presso le Nazioni Unite che negli archivi dei paesi
> vittima e nelle testimonianze dei superstiti, mentre molti dei criminali
> di vario grado sono vivi ed in salute e persino in attivita' politica, al
> punto che il revisionismo storico italiano li ripropone come vittime
> anziche' carnefici, patrioti ed eroi, anziche' traditori della patria, per
> fini di politica interna ed estera.
>
> LA LEZIONE DI NORIMBERGA
> Noi non intendiamo tuttavia perseguitare dei vecchi, o comunque ormai
> prossimi all'estinzione materiale di se e dei propri rimorsi, o ad altro
> maggior Giudizio, intendiamo invece affermare tre esigenze per noi sacre
> ed essenziali della giustizia.
> La prima e' la distinzione morale, inequivoca e definitiva tra persecutore
> e vittima.
> La seconda e' che la giustizia per divenire modello di vita si deve
> realizzare soprattutto negli animi e nella memoria delle persone,
> qualunque sia la distanza temporale dai fatti e la possibilita' di punire
> concretamente i colpevoli.
> La terza e' che i delitti contro l'umanita' si prevengono stabilendo che i
> responsabili non avranno mai dalla societa' civile alcuna indulgenza ne'
> amnistia: ne' materiale, poiche' in vita dovranno essere sempre e dovunque
> condannati dalla legge, ne' morale, poiche' anche dopo la morte dovranno
> essere sempre e comunque condannati dalla memoria.
> Questa era la vera lezione di Norimberga; e' a questa lezione che anche
> noi italiani ed il nostro paese dobbiamo finalmente avere l'onesta' ed il
> coraggio di sottometterci senza riserve e l'onore di farlo di nostra
> stessa iniziativa:
> SI CELEBRINO I PROCESSI AI CRIMINALI DI GUERRA ITALIANI IMPUNITI
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> Trieste, 6 febbraio 2000
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> Primi firmatari:
> C. Cernigoi, giornalista (Trieste)
> L. Grimaldi, scrittore (Udine)
> A. Kersevan, ricercatrice storica (Udine)
> A. Montella, ricercatore storico (Milano)
> P.G. Parovel, giornalista (Trieste)
> G. Velliscig, operatore culturale (Udine)
> G. Vignali, giornalista di "Ultime Notizie" (Reggio Emilia)
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> Per contattare il gruppo promotore e per aderire:
> fax: 040-577316
> tel: 0432-236046; 0339-6846871
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