PULIZIA ETNICA A MEZZO DEPORTAZIONE NELLA ROMA DEL GIUBILEO


>
> Interrogazione a risposta orale e urgente
>
>
>Al Ministro dell'Interno
>
>premesso che:
>
>in relazione alla operazione di polizia, condotta dalla Questura di Roma il
>3 marzo scorso al Campo Nomadi comunale di Tor de' Cenci, il deputato
>on.le Rosanna Moroni ha presentato l'interrogazione parlamentare 5-07498
>indirizzata al Ministro dell'Interno;
>
>nella risposta del 9 marzo scorso,in sede di 1° Commissione, il
>Sottosegretario di Stato sen. Alberto Maritati ha affermato "che non è
>stato separato alcun nucleo familiare e non era quindi necessario avvisare
>il Tribunale dei Minori", e inoltre che " nessuna signora ha dichiarato di
>essere in stato interessante e nessuna era in condizioni apparenti di
>gravidanza";
>
>
>chiede di sapere con urgenza :
>
>se il Ministro dell'Interno era a conoscenza delle specifiche condizioni
>soggettive delle seguenti persone espulse:
>
>Sejdovic Sanela, nata il 1° marzo '84, minorenne, espulsa assieme alla
>figlia minore Seli, nata a Roma il 15 febbraio 2000. La giovane Sanela è
>figlia di Sejdovic Cazim, regolarmente soggiornante in Italia, trasferito
>nella notte del 3 marzo scorso nel Campo temporaneo comunale di via
>Carucci, a Roma. Anche il padre della neonata Seli, il giovane Hrustic
>Sejad, minorenne, è stato trasferito nel campo temporaneo succitato;
>
>Omerovic Mirsa, nato il 30 giugno '84, minorenne, espulso assieme alla zia
>Sevala, mentre la madre Devleta si trova a Roma presso il Campo temporaneo
>di via Carucci;
>
>Sejdic Sahira, nata il 12 dicembre '86, minorenne, è stata espulsa, essendo
>al momento dell'operazione a Tor de' Cenci assieme al convivente Omerovic
>Semir, nonostante entrambi i suoi genitori risiedano al Campo nomadi di
>Vicolo Savini a Roma.
>
>Omerovic Behara, è stata espulsa, nonostante si trovasse in evidente stato
>interessante al 3 marzo scorso, come risulta evidente dal video girato a
>Kladanj da un operatore dell'ICS- Consorzio Italiano di Solidarietà;
>
>quale ufficio abbia fornito al sottosegretario Maritati informazioni false
>o gravemente lacunose, tali da indurlo a dichiarazioni non corrispondenti
>al vero in una sede parlamentare;
>
>
>perchè mai il Ministro non fosse informato della reale situazione delle
>persone Rom suindicate, che sembrano chiaramente appartenere alle categorie
>protette dalla espulsione, ai sensi dell'articolo 19, comma 2, lettere a) e
>d) del decreto legislativo 25 luglio 1998, n.286 ( Testo unico
>sull'immigrazione e sulla condizione dello straniero), a quale ufficio
>dell'Amministrazione e a quali motivi debbano attribuirsi queste gravissime
>inadempienze della legislazione vigente.
>
>sen. Luigi Manconi
>

ZINGARI: ESSERI UMANI DI SERIE "B"

Ieri, 3/03/2000 alle ore 01.30 di notte, è iniziata un'imponente
operazione di polizia nei confronti del
popolo ROM abitante a TOR DE' CENCI, nel campo "attrezzato" del Comune
di Roma.

Gli abitanti in questione dovevano essere spostati temporaneamente, in
collaborazione con l'ARCI
Solidarietà del Lazio, per permettere alcune migliorie e la tanto attesa
installazione dei container
al posto delle roulotte ormai fatiscenti. Non erano previste espulsioni
fino al rientro al campo
finalmente riattrezzato (?) di Tor de' Cenci.

Alle ore 7.30, all'inizio del turno di accompagno scolastico, gli
operatori dell'ARCI, arrivati al
campo, si sono trovati la sorpresa: un numero sconsiderato di forze
dell'ordine, tante ruspe che
demolivano tutto ciò che c'era al campo e nessun abitante.

Gli operatori si sono subito diretti nel luogo individuato in
precedenza, dalla XII circoscrizione, per
l'eventuale spostamento ma anche lì le sorprese non sono mancate: non
hanno trovato un campo
accogliente, con luce, acqua e roulotte dignitose come promesso, ma un
piccolo lager contenente
un pugno di roulotte con dentro topi morti, 8 bagni chimici,
un'autocisterna e 114 persone
mancavano all'appello (38 maggiorenni, 76 minorenni di cui 24 iscritti e
frequentanti per l'anno
scolastico in corso).

Per tutto il giorno sono corse voci terrorizzanti di deportazioni in
massa verso la Bosnia.

La polizia smentiva la possibilità di rimpatrio immediato ma dichiarava
che tutti i fermati (50
secondo la questura), senza permesso di soggiorno o con reati, sarebbero
stati espulsi.

Venivano espulse e deportate 37 persone (13 maggiorenni, 24 minorenni di
cui 6 iscritti e
frequentanti per l'anno scolastico in corso, 4 iscritti alle scuole
elementari e materne per l'anno
scolastico 2000/2001, 15 nati a Roma e 1 a Parigi). Deportate in Bosnia,
loro "terra natale", in
realtà terra di origine solo dei più anziani. Ora le loro case, in un
paese di montagna a nord di
Saraijevo, sono occupate dai Serbi in base agli accordi di DAYTON (dove
la Bosnia venne divisa
"etnicamente").

Esulta il Sindaco Rutelli, esultano le destre forcaiole e razziste per
l'espulsione di pericolosi
criminali.

Piangono i bambini senza colpa, si disperano uomini e donne ai quali a
fatica si stava aprendo una
strada dignitosa (scuola, palestra, lavoro in cooperative), scacciati là
da dove sono stati già
scacciati, dove non hanno più nulla se non il terrore della
persecuzione.

E' l'Italia del centrosinistra (la destra farebbe peggio?), dove si
costruiscono lager per stranieri,
dove sindaci, prefetti e questori hanno la licenza di riconsegnare ai
boia chi li fugge.

E' la Roma del Giubileo, la capitale di uno dei 7 paesi più ricchi del
mondo che non trova pochi
spiccioli per un'accoglienza dignitosa a chi fugge guerra, miseria, e
persecuzione ma si abbellisce
per l'evento eliminando, senza "differenziarla", la spazzatura.

SONO ZINGARI, BRUTTI, SPORCHI E LADRI, A CHI IMPORTA?

Gli educatori e gli accompagnatori dell'ARCI e i volontari A.G.E.S.C.I.
del campo ROM di Tor de' Cenci

---

ARCI SOLIDARIETÀ LAZIO ONLUS
Via Goito 35/B 00185 Roma - Italy
Tel. +39 06 44701008 Fax +39 06 44701017
e-mail: lazio@...


RAPPORTO SULL'ESPULSIONE E IL RIMPATRIO COATTO
DEI ROM DI CITTADINANZA BOSNIACA DEL CAMPO DI TOR DE' CENCI - ROMA.

PREMESSA:

ARCI Solidarietà Lazio è una Associazione di promozione sociale che
svolge
fin dal 1992 attività in favore delle comunità rom presenti a Roma. In
particolare l'Associazione gestisce dal 1996 per conto dell'Assessorato
alle Politiche Educative del Comune di Roma un progetto di inserimento
scolastico dei minori di numerose comunità rom della città tra le quali
quella di "Khorakhané Cergarija" stanziata presso il Campo sosta di Tor
de'
Cenci. Tale comunità è composta nella quasi totalità da Rom di religione
musulmana provenienti dalla cittadina bosniaca di Vlasenica. Nume-rosi
nuclei familiari sono arrivati in Italia all'inizio degli anni ottanta,
altri sono giunti a Roma nel 1992 fuggendo dalla guerra esplosa in
Bosnia e
in particolare a causa dell'occupazione di Vla-senica ad opera delle
milizie serbo-bosniache. Dopo la fine della guerra gli accordi di pace
di
Dayton hanno sancito la divisione del paese in due "entità" etniche e
Vlasenica è rimasta sotto il controllo dei Serbi di Bosnia e appartiene
quindi al territorio della "Republika Srpska". Le case una volta di
proprietà dei Rom sono ancor oggi occupate da sfollati di etnia serba
fuggiti dai terri-tori appartenenti alla "Federazione di Bosnia
Erzegovina"
controllata da Musulmani e Croati.

GLI EVENTI A ROMA:

All'incirca all'1.30 della notte tra il 2 e il 3 Marzo 2000 il Campo
sosta
di Tor de' Cenci è stato sgomberato mediante un'operazione congiunta che
ha
visto impiegato sul terreno un numero ele-vatissimo di agenti di polizia
giudiziaria della Questura di Roma, agenti della polizia municipale e
funzionari del Comune di Roma (400 uomini in tutto, secondo quanto
riportato in data 4 Marzo dagli organi di stampa). Tale operazione era
stata precedentemente decisa dal Comitato Provin-ciale per l'ordine
pubblico e la sicurezza, un organismo di coordinamento presieduto dal
Prefetto di Roma e di cui fanno parte, tra gli altri, il Sindaco e il
Questore di Roma.
Le testimonianze rilasciate agli operatori ARCI dai bambini e dagli
adulti
del campo fanno rife-rimento ad un uso eccessivo della forza e ad
episodi
di violenza psicologica e fisica da parte degli agenti nel corso
dell'operazione di sgombero (Allegato nr.1).
A seguito dell'operazione, secondo quanto riportato dagli organi di
stampa
presumibilmente sulla base di informazioni fornite dalla stessa
Questura,
114 persone venivano fermate e trasferite in Questura per controlli.
Nelle
ore successive, gli agenti di polizia giudiziaria provvedevano
all'identificazione dei fermati anche con la collaborazione del Console
di
Bosnia Erzegovina appo-sitamente giunto da Milano. Al termine delle
procedure 82 persone venivano rilasciate mentre le altre 32, alcune
delle
quali munite di un lasciapassare appositamente emesso dal Console,
subi-vano il procedimento di espulsione dal territorio italiano con
accompagnamento immediato alla frontiera. I Rom venivano quindi
trasferiti
sotto scorta all'aeroporto di Fiumicino dove li atten-deva un aereo
appositamente noleggiato da una compagnia aerea civile con fondi del
Ministero dell'Interno. Sul volo venivano imbarcati, secondo quanto
riportato dalla stampa, 56 Rom in quanto nella stessa notte una analoga
operazione, sia pure di dimensioni ridotte rispetto a quella eseguita a
Tor
de' Cenci, era stata condotta presso il Campo sosta di "Casilino 700".
Il volo è decollato da Fiumicino alle 14.50 ed è atterrato all'aeroporto
di
Sarajevo intorno alle 17.00.
Dei 32 Rom rimpatriati provenienti dal campo di Tor de' Cenci 12 sono
maggiorenni e 20 mino-renni, di questi ultimi: 6 iscritti e frequentanti
le
scuole del territorio e altri 4 già iscritti dagli operatori ARCI alla
scuola materna o alla prima elementare per il prossimo anno scolastico.
Quindici di questi minorenni sono nati in Italia, uno in Francia; molti
di
loro non erano mai stati in Bosnia. Tra gli espulsi vanno segnalati i
seguenti casi:
1) Serbo Hrustic: un ragazzo nato a Parigi 14 anni fa, convivente presso
il
campo di Tor de' Cenci con la nonna Hajria Hrustic di 67 anni, anch'ella
espulsa. Il padre è detenuto e la ma-dre, convivente con un altro uomo
presso il Campo sosta di Vicolo Savini, non si occupa più di lui da
tempo.
Non risulta comunque che esista un provvedimento legale di affidamento
alla
nonna ragione per cui l'esecuzione dell'espulsione ha di fatto prodotto
la
separazione del figlio minorenne da coloro che legalmente tuttora
detengono
la potestà genitoriale;
2) Sanela Sejdovic: una ragazza di 16 anni espulsa con la figlia Shelli
Hrustic nata da poco più di 15 giorni. Il padre della ragazza è in
possesso
di regolare permesso di soggiorno e infatti è tra le 83 persone
rilasciate
dopo esser state sottoposte ai controlli di polizia. Anche in questo
caso,
quindi, un soggetto minorenne è stato separato da chi detiene legalmente
la
potestà ge-nitoriale;
3) Behara Omerovic: una ragazza di 19 anni al quinto mese di gravidanza
espulsa con la figlia Madalena Hrustic di un anno
4) Mirsad Omerovic: un ragazzo di 15 anni che al momento del
trasferimento
in Questura è stato separato dalla madre Omerovic Devleta. Conclusi gli
accertamenti, la madre è stata rilasciata mentre il ragazzo è stato
identificato erroneamente dal Console bosniaco come figlio di Ome-rovic
Sevala, iscritto sul lasciapassare di quella che in realtà è una zia, e
con
lei espulso;

Mentre le operazioni di controllo presso la Questura erano ancora in
corso
il Sindaco di Roma, Francesco Rutelli, diramava un comunicato stampa,
citato il 4 mattina da alcuni quotidiani, nel quale si complimentava con
le
forze dell'ordine per quella che definiva una "brillante operazione" e
"rispettosa dei diritti umani".



GLI EVENTI IN BOSNIA:

Sbarcati dall'aereo a Sarajevo, i 32 Rom di Tor de' Cenci espulsi non
hanno
potuto disporre di al-cuna forma di assistenza né da parte delle
autorità
bosniache né, ovviamente, da parte dell'Ambasciata italiana. Non avendo
alcuna possibilità di sistemazione a Sarajevo, 29 di loro hanno tentato
di
raggiungere le loro case a Vlasenica. Qui sono stati vittima di
un'aggressione fi-sica da parte degli occupanti le case e sono quindi
fuggiti trovando riparo a Kladanj, nella casa abitata dalla madre di uno
di
loro, Osman Omerovic. I dettagli di quanto avvenuto sono stati
co-municati
per telefono agli operatori ARCI la mattina di Sabato 4 Marzo. Una
famiglia
composta da 3 persone si è invece distaccata dal gruppo dei 29 e si è
diretta verso l'abitazione di parenti a Gracanica.
In considerazione della situazione di gravissima difficoltà nella quale
si
sono trovati gli espulsi, da Roma è stato immediatamente allertato
l'ufficio di Sarajevo dell'ICS - Consorzio Italiano di Solidarietà, ONG
di
cooperazione internazionale alla quale ARCI Solidarietà Lazio aderisce e
della quale ARCI direzione nazionale è tra i soci fondatori.
Il responsabile dell'ufficio ICS di Sarajevo si è recato a Kladanj nel
primo pomeriggio di Lunedì 6 Marzo e ha potuto verificare che:
1. I Rom di Tor de' Cenci ospitati a Kladanj presso la casa di Osman
Omerovic sono 29, 14 dei quali minori di 14 anni (Elenco all'Allegato
nr. 2);
2. Le loro condizioni sono critiche dal momento che vivono stipati in
due
sole stanze, non hanno cibo né denaro né vestiario di ricambio;
3. Alcuni di loro portavano ancora i segni delle percosse subite a
Vlasenica;
4. Solo a 4 di loro l'Ufficio Stranieri della Questura di Roma aveva
consegnato un decreto di espulsione, 13 di loro sono in possesso del
lasciapassare rilasciato dal Console bosniaco in Italia.

Al momento l'Ufficio ICS di Sarajevo sta contattando le agenzie
internazionali per organizzare una qualche forma di assistenza.
Mercoledì 8
marzo dei funzionari della Protection Unit dell'Ufficio UNHCR di
Sarajevo
si sono recati a Kladanj per valutare la situazione ed intervistare il
gruppo. È importante segnalare che sull'aereo erano stati imbarcati
anche
Rom provenienti dal campo di Casilino 700, sembra fossero 24. Non si
hanno
notizie certe sulla loro sorte una volta ar-rivati in Bosnia: secondo
informazioni raccolte ma non ancora verificate dovrebbero essere
stan-ziati
a Ilias - Sarajevo, presumibilmente presso le abitazioni di parenti o
amici.

CONCLUSIONI:

Le valutazioni dell'ARCI su quanto avvenuto sono le seguenti:

a) Nel corso dell'operazione di sgombero del campo vi è stato un uso
eccessivo della forza da parte della polizia, anche nei confronti di
bambini, con una evidente responsabilità in tal senso del/dei
funzionario/i
incaricato/i dalla Questura di Roma di organizzare e coordinare
l'operazione stessa;
b) Le espulsioni sono state eseguite in flagrante violazione del Decreto
Legislativo 25 luglio 1998 n. 286 "Testo unico delle disposizioni
concernenti la disciplina dell'immigrazione e norme sulla condizione
dello
straniero" e in particolare: 1) nel caso di tutti gli espulsi:
violazione
dell'art. 19 comma 1 ("In nessun caso può' disporsi l'espulsione o il
respingimento verso uno Stato in cui lo straniero possa essere oggetto
di
persecuzione per motivi di razza, di sesso, di lingua, di cittadinanza,
di
religione, di opinioni politiche, di condizioni personali o sociali");
2)
nei casi di Serbo Hrustic, Sanela Sejdovic e Mirsad Omerovic: violazione
dell'art. 19 comma 2 lettera a ("Non è consentita l'espulsione, (…)
degli
stranieri minori di anni diciotto, salvo il diritto a seguire il
genitore o
l'affidatario espulsi"); 3) nei casi di Behara Omerovic e Sanela
Sejdovic:
violazione dell'art. 19 comma 2 lettera d ("Non è consentita
l'espulsione,
(…) delle donne in stato di gravidanza o nei sei mesi successivi alla
nascita del figlio cui prov-vedono"). Considerando inoltre che, come
verificato dall'inviato ICS, solo 4 persone hanno ri-cevuto il decreto
di
espulsione, sono stati altresì violati l'art. 13 comma 3 ("L'espulsione
è
di-sposta in ogni caso con decreto motivato") e comma 7 ("Il decreto di
espulsione (…), nonché ogni altro atto concernente l'ingresso, il
soggiorno
e l'espulsione, sono comunicati all'interessato unitamente
all'indicazione
delle modalità di impugnazione e ad una traduzione in una lingua da lui
conosciuta, ovvero, ove non sia possibile, in lingua francese, inglese o
spagnola") dello stesso decreto legislativo; tale violazione sarebbe
tanto
più grave se compiuta con il fine di pregiudicare il diritto degli
espulsi
di ricorrere legalmente contro il provvedi-mento;
c) Le espulsioni sono state eseguite in modo tale da violare l'art. 4
del
protocollo aggiuntivo n. 4 alla Convenzione Europea dei diritti Umani
che
vieta l'espulsione collettiva di stranieri
d) Le procedure di identificazione svolte dal Console bosniaco sono
state
quanto meno superfi-ciali ed inesatte, come dimostrato evidentemente dal
caso di Mirsad Omerovic e dal fatto che sui lasciapassare di alcuni
degli
espulsi figuri come luogo di ultima residenza in Bosnia Kla-danj invece
di
Vlasenica;
e) In tutta la vicenda dello sgombero e delle espulsioni vi sono delle
chiare, gravissime respon-sabilità politiche del Sindaco di Roma, sia in
quanto componente del Comitato per l'ordine pubblico e la sicurezza che
ha
deciso l'operazione, sia per le pesanti dichiarazioni rilasciate alla
stampa a commento di quanto avvenuto.

Le responsabilità di Comune e Questura sono tanto più gravi considerando
la
censura espressa nel Marzo 1999 dal CERD - Comitato delle Nazioni Unite
per
l'Eliminazione delle Discrimina-zioni Razziali - sul trattamento
riservato
ai Rom in Italia, in particolare da parte delle forze di Polizia..
L'esecuzione dell'espulsione secondo le modalità adottate è inoltre un
atto
chiaramente irrespon-sabile che ha innescato a Vlasenica un episodio di
scontro etnico che compromette gli sforzi pa-zienti delle istituzioni
internazionali presenti in Bosnia per rasserenare gli animi e
consentire,
attraverso la concertazione con le autorità delle diverse entità
etniche,
la realizzazione dei rientri di sfollati e profughi nelle loro località
di
origine anche in zona etnicamente non omogenea. È del tutto evidente che
episodi simili rischiano di danneggiare il prestigio internazionale
dell'Italia compromettendo la sua immagine di paese rispettoso dei
diritti
umani, garante del rispetto delle norme di legge sia interne che
internazionali e dotato di una politica estera responsabile ed
equi-librata
rispetto ai delicati processi di ricostruzione della convivenza civile
in
Bosnia.


Attualmente l'impegno dell'ARCI in Italia è concentrato a garantire un
adeguato supporto legale per la presentazione dei ricorsi contro le
espulsioni, mentre l'impegno in Bosnia, attraverso le strutture di ICS e
in
stretta collaborazione con l'UNHCR, mira a fornire un'immediata ed
efficace
assistenza umanitaria agli espulsi per il periodo, che si spera il più
breve possibile, che li separa dal loro rientro in Italia.
È doveroso segnalare come alle attività di denuncia dell'accaduto, di
supporto legale, di sensibiliz-zazione dell'opinione pubblica e di
raccolta
fondi in favore degli espulsi si stiano attivamente de-dicando anche
l'AGESCI (Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani),
l'Associazione
……. .


Roma, 10 Marzo 2000




--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
e-mail: crj@... - URL: http://marx2001.org/crj
http://www.egroups.com/group/crj-mailinglist/
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