Rispetto alla nostra recensione della rivista BALKAN (si veda:
http://www.egroups.com/message/crj-mailinglist/164?&start=145 )
abbiamo ricevuto una replica dalla redazione di un'ALTRA rivista,
che riportiamo di seguito premettendo che:

1. il CRJ non appoggia altro che l'idea jugoslavista, cioe'
dell'unione tra tutte le popolazioni serbo-croate e le altre
balcaniche, contro i secessionismi di derivazione nazista
sponsorizzati dalla NATO;

2. il CRJ condanna la disinformazione strategica attuata dai
servi della NATO con il concorso di settori "pacifisti" che in
questi anni hanno montato campagne di stampa vergognose per
giustificare da una parte le secessioni e dall'altra la
necessita' della presenza imperialista sul territorio balcanico;

3. nell'ambito della sua analisi di quanto avvenuto nella RFS
di Jugoslavia, il CRJ intravvede gli stessi meccanismi e li
denuncia rispetto a scenari quali, ad esempio, quello ceceno;

4. il CRJ non ha usato alcun "epiteto" ne' alcuna "insinuazione"
nella sua recensione di BALKAN, ma ha viceversa ricordato alcuni
fatti incontrovertibili, ad esempio rispetto al sito ECN;

5. il CRJ nella recensione ha cercato di discutere, pure se in forma
breve e non sempre approfondita, le tesi e l'ideologia che caratterizza
gli autori di BALKAN sulla base di quanto da questi ultimi prodotto
in questi anni e portato a nostra conoscenza;

6. il CRJ prende atto della presa di distanza di "Guerre&Pace" e della
non-volonta' della redazione di questa di fare chiarezza su alcune
questioni di fondo quali quella dell'uso strumentale della questione
della "autodeterminazione dei popoli" o del carattere strategico della
disinformazione.

Ci resta tuttavia un po' ostico usare, come vorrebbe la redazione di
"Guerre&Pace", "TONI PACATI" mentre da 10 anni e' in atto lo
squartamento della terra natia di alcuni di noi ad opera,
tra gli altri, di mafiosi e tagliagole che alcuni "pacatamente"
cercano di accreditare come romantici guerriglieri.


BRATSTVO I JEDINSTVO
I POSLJE TITA, S TITOM
SMRT FASIZMU - SLOBODA NARODU
BASTA CON LO SQUARTAMENTO DELLA JUGOSLAVIA


----- Original Message -----
From: peruzzi <wa.peruzzi@...>
To: <cipb@...>; <balkan@...>; <kosova@...>; <est@...>;
<snd@...>; <movimento@...>; <inr@...>;
<bandierarossa@...>;
<internazionale@...>
Sent: Saturday, April 15, 2000 9:36 PM
Subject: A PROPOSITO DI UNA RECENSIONE UN PO' STRANA


> All'attenzione di
> cipb@..., balkan@..., kosova@..., est@..., snd@...,
> movimento@..., inr@..., bandierarossa@...,
> internazionale@...
>
> invio per conto di Guerre&Pace
>
> -----------------------------------------
>
> A PROPOSITO DI UNA RECENSIONE UN PO' STRANA
>
> Il 10 aprile scorso il Coordinamento Romano per la Jugoslavia (CRJ) ha
> diffuso una recensione della rivista "Balkan" ("La BALKAN-izzazione della
> ragione") che - benché introdotta da una citazione di Mao secondo cui "la
> critica richiede l'analisi scientifica e un'argomentazione esaustiva e
> convincente" - è tutto fuor che scientifica e argomentata, essendo
> intessuta di epiteti contro il "sedicente" Centro di Iniziativa Politica
> dei Balcani o gli autori tradotti dalla rivista (senza discuterne le
tesi);
> di velate insinuazioni verso il sito che li ospita; e di bugie (si veda il
> riassunto distorto dell'articolo di Salucci su Rambouillet o le accuse a
> Ferrario di non parlare più della presenza imperialista in Albania). Il
> tutto concluso da un'invettivaS
> Di tale recensione, tuttavia, ci occupiamo qui solo per rilevare lo
> "strano" accostamento con quella comparsa nel marzo scorso su "G&P", che
il
> CRJ riproduce in coda alla sua, non si capisce bene a che scopo: se per
> "rimbrottarci" (ma indirettamente, senza dirlo) di avere segnalato
"Balkan"
> come degna di attenzione; o se per rafforzare le proprie tesi con lo
> strumentale riferimento ad alcuni nostri rilievi critici, fatti con
spirito
> del tutto opposto, nell'ambito di un pacato confronto con posizioni anche
> diverse.
> Lo scopo, deplorevolmente non dichiarato e non chiarito, è forse l'uno e
> l'altro. Il che ci consiglia di rimarcare ad ogni buon conto la totale
> distanza dal CRJ e dalle posizioni di cui è il più solerte esportatore,
> benché non l'unico.
> Lo "stanco panorama della cultura politica della sinistra nostrana" (come
> lo ha definito Ida Dominijanni con scandalo del CRJ), lascia infatti
spazio
> da qualche tempo a tentativi di accreditare come "realmente di sinistra,
> marxista, anticapitalista, internazionalista" chi vede i crimini della
Nato
> (da noi costantemente e ovviamente denunciati) ma nega o copre quelli di
> Milosevic o di Putin, in Kosovo o in Cecenia. Posizioni che a noi sembrano
> speculari all'imperialismo e di grave ostacolo a una sinistra che voglia
> costruire il futuro, dentro e fuori la "rete".
>
> La redazione di "Guerre&Pace"
>
> 15 aprile 2000
>


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