Atene 10 - 13 maggio

Assemblea del Consiglio Mondiale per la Pace

Dal 10 al 13 maggio scorso nella capitale greca si è tenuta - ospitata
dall'Associazione greca per la Distensione internazionale e la Pace
(EEDYE) - la Conferenza internazionale e l'Assemblea del Consiglio
Mondiale per la Pace (CMP), con la partecipazioni di delegazioni dei
movimenti per la pace di tutto il mondo, dai cinesi della Associazione
per la Pace e il Disarmo ai cubani del Movimento per la Pace, dai
vietnamiti, ai coreani, dagli statunitensi dell'International Action
Center alle numerose delegazioni europee. Per l'Italia era presente la
Fondazione Pasti, che è entrata ufficialmente a far parte del direttivo.
Nella situazione caratterizzata dall'estrema aggressività
dell'imperialismo, l'Assemblea ha rappresentato anche un momento di
necessaria verifica politica dell'attività passata dell'organizzazione,
e ha visto la messa sotto accusa dell'associazione francese facente capo
al PCF per la responsabilità del governo francese a partecipazione
comunista nella guerra contro la Jugoslavia e l'immobilismo in cui è
stato tenuto il CMP. Riportiamo l'intervento di Thanassis Pafilis ,
segretario generale dell'EEDYE e già coordinatore dei movimenti per la
pace europei, sulla nuova dottrina NATO e il rapporto tra NATO e UE. Il
movimento greco, molto attivo nell'opposizione alla guerra, è stato
incaricato del coordinamento internazionale


La NATO principale nemico della pace

Intervento di Thanassis Pafilis, segretario generale dell'EEDYE
(Associazione greca per la Distensione internazionale e la Pace)
pronunciato all'Assemblea del Consiglio Mondiale per la Pace, Atene
10-13 maggio.
La NATO, la sua espansione e la sua nuova dottrina strategica sono stati
giustamente al centro dell'attenzione mondiale perchè tutti gli sviluppi
degli ultimi anni dimostrano che la nuova NATO del XXI secolo sarà una
macchina repressiva su vasta scala. E' una potente organizzazione
militare e politica che cercherà di imporre il nuovo ordine
internazionale imperialista con il terrorismo, la minaccia di guerra e
la guerra, schiacciando ogni resistenza.
Dal 1990, e in particolare dopo lo scioglimento del Patto di Varsavia, è
iniziata l'attività volta ad attribuire alla NATO la possibilità di
intervenire al di là della sua area di azione. La prima questione sorta
fu: chi è il nemico e che cosa costituisce una minaccia per l'Alleanza?
Nel testo fondamentale sul nuovo punto di vista strategico della NATO
formulato nell'incontro di vertice del 7-8 novembre 1991 a Roma, il
punto 13 afferma che la sicurezza dell'Alleanza deve essere considerata
in un contesto globale. Vi si dice anche che gli interessi di sicurezza
dell'Alleanza possono essere messi in questione da una serie di minacce
di varia natura, compresa la proliferazione delle armi di distruzione di
massa, l'interruzione del flusso di risorse vitali e atti di "terrorismo
e sabotaggio".
Si è aperta così la strada all'emendamento dell'articolo 4 dello statuto
della NATO, che limitava il suo raggio d'azione al territorio dei paesi
dell'Alleanza, ratificato a Washington (punto 4). In questo modo cinico
e provocatorio vengono "legittimate" operazioni come l'intervento nel
Kosovo perchè si pretende che la sicurezza dell'Europa sarebbe
minacciata. Se poi si considera per esempio il punto sull'interruzione
del flusso di risorse vitali, si vede bene che si ritengono
"legittimati" a intervenire dovunque, con il pretesto del petrolio o di
altre fonti energetiche.
Il primo intervento della NATO in Jugoslavia col pretesto di imporre la
pace ha costituito in realtà l'estensione di fatto della sua area di
azione. Si è trattato di un intervento condotto con l'approvazione
dell'ONU, benchè violasse il diritto internazionale.
Ma la guerra NATO contro la Jugoslavia nel marzo 1999 ha rappresentato
l'applicazione piena della nuova dottrina proprio in forza del fatto che
è stata condotta senza l'approvazione dell'ONU.
La questione fondamentale dell'ONU e della responsabilità di questo
organismo nel mantenimento della pace e della sicurezza viene trattata
nella dichiarazione della NATO firmata a Washington il 23 aprile 1999 al
punto 38, in cui si afferma che i paesi della NATO auspicano lo sviluppo
di ulteriori contatti e lo scambio di informazioni con l'ONU finalizzate
alla prevenzione dei conflitti, al governo delle crisi e agli interventi
(!) in risposta alle crisi. Si conclude poi dicendo che l'Alleanza
stabilirà le possibilità di cooperazione futura in questo senso caso per
caso. Quest'ultima frase, attribuendosi la possibilità di decidere di
fare la guerra, abolisce di fatto il Consiglio di Sicurezza e l'ONU.
Parallelamente a queste decisioni, la NATO ha iniziato a espandersi ad
altri paesi con le seguenti modalità: - Con trattative dirette e la
decisione di accettare nuovi membri (Repubblica Ceca, Polonia,
Ungheria).
- Con la creazione della "Partnership for Peace" (gennaio 1994) tra la
NATO e i paesi ex socialisti.
- Con la creazione del Consiglio di Cooperazione Nordatlantico che
comprende i paesi della NATO più 28 altri paesi dell'Europa centrale e
orientale e dell'ex Unione Sovietica e altri paesi neutrali.
- Iniziando trattative e collaborazioni con paesi del Medio Oriente e
dell'Africa settentrionale (Egitto, Israele, Giordania, Tunisia,
Marocco, Mauritania).
La NATO si sta così allargando ad est verso l'Asia e a sud, in Africa,
diventando così una forza globale. Nel 1999 anche l'Argentina è stata
designata interlocutore privilegiato dell'Alleanza, ponendo così le
premesse per un'espansione in Sudamerica. La NATO sta già pensando a una
formula che le consenta di partecipare all'intervento in Colombia.
Il nuovo ruolo della NATO va di pari passo con la sua rustrutturazione,
i cui tratti essenziali sono stati tracciati nell'incontro dei ministri
della difesa del 2 dicembre 1997 a Bruxelles. Il concetto fondamentale
della nuova struttura militare è la realizzazione delle forze di
intervento, le Combined Joint Task Forces (CJTF). Si tratta di forze
militari puramente offensive, con partecipazione multinazionale, che
combinano in modo flessibile diverse specialità. La ristrutturazione
procede contemporaneamente a promuovere la Identità Europea di Sicurezza
e di Difesa [European Security and Defense Identity (ESDI)] nel quadro
della NATO che comporta il coordinamento con le forze della Unione
dell'Europa Occidentale (UEO).
Oltre a queste strutture militari, ne vengono create altre che
consistono di forze NATO e unità di paesi appartenenti alla Partnership
for Peace (ex paesi socialisti). Un esempio è la creazione della Brigata
Balcanica.
Un altro aspetto importante è il rapporto tra la NATO e l'Unione
Europea.
Se constatiamo, come è necessario, che la guerra contro la Jugoslavia ha
dissolto qualsiasi illusione circa il ruolo della NATO, dobbiamo anche
aggiungere che ha fatto cadere la maschera dall'Unione Europea. L'Unione
Europea non è stata trascinata in una guerra lanciata dagli Stati Uniti.
No! I governi degli USA e dell'UE hanno deciso insieme di fare questa
guerra e perciò l'UE è una delle cause della guerra.
La responsabilità criminale di entrambi i soggetti è dimostrata anche
dal fatto che i ministri degli esteri dell'UE si sono subito affrettati
ad approvare a adottare le decisioni della NATO e hanno preso anche
misure unilaterali come l'embargo, il congelamento dei conti, ecc. La
posizione unitaria dei dirigenti dell'UE - dal conservatore Aznar al
laburista Blair, dal socialdemocratico Schroeder al "socialista"
Simitis, fino al cosddetto centro-sinistra di D'Alema - dimostra che
alla base della UE c'è la costruzione di un'Europa aggressiva e
imperialista delle multinazionali, un'Europa di guerra, di povertà e di
ingiustizia sociale.
Il rapporto tra la NATO e l'UE è chiaramente delineato al punto 9 della
dichiarazione di Washington, in cui si dice che i firmatari salutano la
nuova spinta verso il rafforzamento della politica comune europea di
sicurezza e di difesa venuta dal Trattato di Amsterdam e le riflessioni
fatte in seguito in sede UEO e poi con la Dichiarazione di Saint Malo
nell'UE, comprese le conclusioni del Consiglio Europeo di Vienna. Si
tratta di un processo che ha ripercussioni per tutti gli alleati. Essi
affermano che un più forte ruolo dell'Europa contribuirà alla vitalità
dell'Alleanza, base della difesa collettiva dei suoi membri, nel XXI
secolo.
A questo proposito il testo:
a. Riconosce la ferma decisione dell'UE di mettersi in grado di agire
autonomamente, per poter prendere decisioni e approvare azioni militari
nelle situazioni in cui non ci sia l'impegno di tutta l'Alleanza.
b. Afferma che, con l'avanzare di questo processo, la NATO e l'UE devono
assicurare un efficace sistema di consultazione reciproca, cooperazione
e trasparenza da costruire a partire dai meccanismi già esistenti tra
NATO e UEO.
c. Applaude alla ferma decisione dei membri della UE e di altri alleati
europei di prendere le misure necessarie al rafforzamento delle loro
capacità di difesa, particolarmente in vista di nuove missioni, evitando
inutili duplicazioni.
d. Attribuisce la massima importanza a che venga assicurato, nelle
operazioni condotte dalla UE in risposta a una crisi, il più ampio
coinvolgimento possibile degli alleati europei non appartenenti alla UE
sulla base dei regolamenti e dei progetti discussi in sede UEO.
Per dare un'immagine chiara dell'Europa e dell'Unione Europea che si sta
costruendo vorrei illustrare la nuova struttura della NATO in Europa:
- Comando strategico per l'Europa (sede a Mons, Belgio).
- Due comandi centrali per il Nord e per il Sud.
- La regione Sud (con sede centrale a Napoli, Italia, a cui è
subordinata la Grecia) è suddivisa in due comandi generali: Air Force e
Navy South (anch'essi a Napoli) e quattro comandi subregionali:
Sud-ovest (sede a Madrid, Spagna), Sud (sede a Verona, Italia),
Centro-Sud (sede a Larissa, Grecia) e Sud-est (sede a Izmir, Turchia).
I cambiamenti nela struttura NATO hanno reso necessari anche cambiamenti
nella struttura degli eserciti dei paesi membri e l'avvio di nuovi
programmi di armamento. La grecia per esempio si è impegnata per un
programma di armamenti del valore di 20 miliardi di dollari. Somme
simili e anche molto maggiori saranno spese da altri paesi. Vorrei
richiamare la vostra attenzione sulla azione della NATO in Jugoslavia, e
in particolare in Bosnia, perchè è considerata, come dissero il ministro
della difesa tedesco Volker Rühe e anche esponenti americani, un modello
"pilota" di intervento in situazioni di crisi.
In che cosa è consistito l'intervento della NATO?
1. Attacchi aerei, bombardamenti, intervento militare.
2. Imposizione dell'accordo di Dayton con metodi terroristici.
3. Invasione, presa e occupazione del territorio con un esercito di
60.000 uomini.
4. Imposizione di un sistema politico e scelta delle forze autorizzate a
partecipare alle elezioni.
5. Elezioni sotto tutela armata della NATO.
6. Repressione delle manifestazioni di massa che protestavano contro la
presenza delle truppe straniere.
Il culmine della "democrazia" di marca NATO è stato poi raggiunto con la
rimozione del presidente eletto della Repubblica Serba di Bosnia da
parte del comandante NATO.
La nuova guerra della NATO contro la Jugoslavia e l'occupazione del
Kosovo sono una ripetizione del primo intervento e dimostrano la piena
applicazione della nuova dottrina strategica.
Cari amici, tra il 1991 e il 1998 la NATO ha posto le basi per il nuovo
ruolo che si prepara a svolgere nel XXI secolo. Il 23 e 24 aprile 1999
al vertice di Washington il nuovo concetto strategico e la nuova
dottrina sono stati adottati formalmente.
La nuova strategia, che comporta ufficialmente il rovesciamento di
disposizioni fondamentali del diritto internazionale, è stata approvata
all'unanimità. I principi del non intervento negli affari interni di uno
stato e dell'astensione dalla minaccia o dall'uso della violenza sono
stati abrogati. Al loro posto è stato collocato il nuovo principio per
cui la politica e la diplomazia sono efficaci se sorrette dalla minaccia
della guerra e dalla guerra.
Si ritorna così a una situazione in cui nelle relazioni internazionali
domina il principio per cui tutto è consentito al potente.
Noi pensiamo che la NATO sia oggi il principale nemico per un futuro di
pace dell'umanità, un nemico che tutti i movimenti per la pace e tutti i
popoli si trovano di fronte.
La NATO è sempre più strettamente correlata con la militarizzazione
crescente delle relazioni internazionali e con il rovesciamento del
diritto internazionale. Prima o poi i popoli, nel tentativo di costruire
una società giusta, si troveranno a combattere contro questa
organizzazione imperialista.
Ecco perchè la lotta per l'abolizione della NATO e di tutte le alleanze
militari è più decisiva e necessaria che mai.
Thanassis Pafilis

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ATENE, 23-25 GIUGNO 2000

INCONTRO INTERNAZIONALE DEI PARTITI COMUNISTI ED OPERAI

Dal 23 fino al 25 Giugno 2000 il Partito Comunista di Grecia (KKE),
ospiterà per il terzo anno consecutivo l'incontro internazionale dei
partiti comunisti ed operai.
L'incontro avrà come tema centrale di discussione: "Le esperienze di
lotta, le alleanze e le collaborazioni dei comunisti oggi."
L'iniziativa costituisce un impegno comune, mirante all'obiettivo di
contribuire al rafforzamento dell'identità comunista, della solidarietà
e dell' azione comune dei partiti comunisti ed operai.
Al centro del dibattito, si porranno le grandi mobilitazioni e le lotte
a Seattle e a Washington, le lotte contro la NATO e la guerra in
Yugoslavia, le grandi lotte operaie in Sud Africa, America Latina,
India, Corea del Sud, Portogallo, la situazione nei Balcani e negli
ex-paesi socialisti, la sempre maggiore contestazione di massa
dell'imperialismo in Palestina, Colombia, Venezuela, Equador e in altri
paesi, ed i passi necessari da intraprendere per affrontare tale
situazione.
Le questioni riguardanti le zone del Mediterraneo Orientale e del Medio
Oriente occuperanno una sessione specifica.
Fino ad oggi hanno dichiarato la loro partecipazione 64 partiti
comunisti ed operai, provenienti da 53 paesi di tutto il mondo.
Si tratta dei seguenti partiti:

ALBANIA: P.C d'Albania
ALGERIA: Partito Algerino per la Democrazia ed il Socialismo(PADS)
ARMENIA: P.C d'Armenia
AUSTRALIA: P.C d'Australia
AUSTRIA: P.C d'Austria
BAHREIN: Fronte di Liberazione Nazionale del Bahrein
BELGIO: -Partito dal Lavoro di Belgio(PTB)
-P.C del Belgio
BIELORUSSIA:P.C della Bielorussia
BRETAGNA:-Nuovo P.C di Bretagna(NCPB)
-P.C di Bretagna(CPB)

BULGARIA: -P.C Bulgaro-"Georghi Dimitrov"
-P.C di Bulgaria
-Piattaforma Marxista del Partito Socialista
Bulgaro
CANADA: P.C del Canada
CATALOGNA: Partito dei Comunisti della Catalogna
CIPRO: Partito Progressista del Popolo Lavoratore(AKEL)
COLOMBIA: P.C di Colombia
COREA-RPD: Partito Coreano del Lavoro
CUBA: P.C di Cuba
DANIMARCA:P.C in Danimarca
EGITTO: P.C d'Egitto
FILIPPINE: P.C delle Filippine
FINLANDIA: P.C di Finlandia
GERMANIA: P.C Tedesco(DKP)
GIORDANIA: P.C Giordano
GRECIA: P.C di Grecia(KKE)
INDIA: P.C Indiano
IRAK: -P.C Irakeno
-P.C Curdo/Irak
IRAN: Tudeh
IRLANDA: Partito Irlandese del Lavoro
ISRAELE: P.C d'Israele
ITALIA: -Partito della Rifondazione Comunista
-Partito dei Comunisti Italiani
LETTONIA: Partito Socialista di Lettonia
LIBANO: P.C Libanese
MOLDAVIA: Partito dei Comunisti della Repubblica Moldava
NEPAL: P.C del Nepal
NORVEGIA: P.C di Norvegia
OLANDA: Nuovo P.C d'Olanda
PALESTINA: P.C di Palestina
PORTOGALLO: P.C Portoghese
REP.CECA: P.C di Boemia-Moravia
ROMANIA: P.C Romeno
RUSSIA: -Unione dei P.C-PCUS
-P.C della Federazione Russa
-P.C Operaio della Russia
SIRIA: -P.C Siriano
-P.C di Siria
SLOVACHIA: P.C della Slovachia
SPAGNA: -P.C dei Popoli di Spagna(PCPE)
-Sinistra Unita(IU)
SRI-LANKA: P.C Sri-Lanka
SUD AFRICA: P.C Sudafricano
SUDAN: P.C del Sudan
SVEZIA: P.C di Svezia
TURCHIA: Partito del Lavoro(EMEP)
UCRAINA: -P.C d'Ucraina
-Unione dei Comunisti d'Ucraina
USA: P.C Usa
UNGHERIA: Partito dei Lavoratori (MUNKASPART)
VIETNAM: P.C Vietnamita
YUGOSLAVIA: Nuovo Partito Comunista di Yugoslavia

Dal quotidiano "RIZOSPASTIS"-organo del C.C del Partito Comunista di
Grecia (KKE)

Traduzione:Giorgio Apostolou
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23.6.2000
Fonte:
Macedonia Press Agency
www.mpa.gr

ATENE, 23-25 GIUGNO 2000
INCONTRO INTERNAZIONALE DEI PARTITI COMUNISTI ED OPERAI

Con la relazione introduttiva della segretaria generale del C.C del
Partito Comunista di Grecia(KKE), Aleka Papariga, sono stati aperti i
lavori dell'incontro internazionale al quale partecipano 64 partiti
provenienti da 53 paesi di tutto il mondo.
Alcuni stralci dalla relazione introduttiva:
" Sì alla politica delle alleanze ma la questione di fondo è: con chi,
in quale direzione e per quale obiettivo? "
"Ogni giorno ci convinciamo sempre più, dalle nostre esperienze e da
quelle internazionali, che la base minima d'unità deve esprimere la
decisione e la volontà di controbattere le scelte del capitale
monopolistico e delle unioni imperialiste e la contrapposizione ,fino al
livello del conflitto, al regime dei monopoli."
" La Grecia non fa parte semplicemente di un processo di adattamento
alle organizzazioni imperialiste, Unione Europea e NATO; è già
incorporata e partecipa attivamente ai piani imperialisti riguardanti la
zona Balcanica."
In seguito, la segretaria generale del KKE ha fatto riferimento a
"l'internazionalizzazione della lotta contro l'imperialismo, la quale
non può raggiungere dei risultati positivi, se non esiste a livello
nazionale, un forte movimento popolare, un movimento operaio con
orientamento di classe, un forte Partito Comunista con un'adeguata
politica delle alleanze che conduce alla soluzione della questione del
potere ed allo strappo del paese dal sistema imperialista
internazionale."

Traduzione di Giorgio Apostolou


--------- COORDINAMENTO ROMANO PER LA JUGOSLAVIA -----------
RIMSKI SAVEZ ZA JUGOSLAVIJU
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