-Ora sappiamo, dopo aver letto le carte, che la trappola che ha portato
all’arresto del compagno Jaime Yovanovic Prieto (Professor J.), era
scattata il 20 aprile, quando la polizia cilena inviò a quella italiana
una nota con la richiesta della sua cattura in quanto “pericoloso
terrorista”.

La Polizia italiana sapeva dunque che Jaime sarebbe arrivato in Italia
per partecipare al Campo antimperialista di Assisi. Ma non l’ha fermato
all’aeroporto Leonardo da Vinci, né ha osato farlo durante i lavori del
Campo. La DIGOS di Perugia, sicuramente sulla base di una direttiva
UCIGOS, ha atteso che il Campo fosse finito, colpendoci tutti alle
spalle e ritenendo, a torto, di coglierci un un momento di debolezza.

- E invece la risposta nostra è stata pronta e massiccia. Abbiamo
lanciato una campagna nazionale e internazionale di controinformazione
grazie alla quale sono giunti centinaia di messaggi di solidarietà.
Dalle dieci di questa mattina, in duecento, eravamo sotto il carcere di
Perugia, mentre Jaime veniva interrogato dal Giudice di Corte d’Appello.
sapevamo che Jaime avrebbe non solo rifiutato di essere estradato in
Cile, ma anche di essere rispedito in Brasile dove vive da anni. La sua
e la nostra battaglia è stata per la libertà immediata e incondizionata
e l’asilo politico. Durante l’interrogatorio è giunto in carcere un fax
del Ministro di Grazia e Giustizia Fassino col quale si chiedeva di
mettere in libertà il compagno Jaime in quanto: 1. il reato ascritto ad
Jaime è reato politico e come tale non è perseguibile dalla legge
italiana; 2. in caso di estradizione in Cile (dove vige non la
democrazia ma come dicono i cileni la democradura, un ibrido tra
democrazia e dittatura!
) Jaime sarebbe giudicato non da un tribunale civile ma da quello
Militare, e ciò confligge col codice penale italiano; 3. Il Tribunale
militare cileno condannerebbe Jaime alla pena capitale e ciò è
incompatibile con la nostra Costituzione.

- Quando gli avvocati Innamorati e Crisci (che ringraziamo per il loro
appassionato lavoro) verso le ore 14,00 sono usciti dal carcere
annunciando questo esito straordinario, c’è stata in strada una gioia
incontenibile. A tutti era chiara la dimensione della vittoria ottenuta.
La nostra mobilitazione, la solidarietà internazionale hanno obbligato
il Ministro Fassino ha scarcerare Jaime, che ora è non è solo un libero
cittadino, ma gli è riconosciuta la sua dignità come combattente
antifascista.
E’ una vittoria anzitutto per tutti gli esuli cileni nel mondo, per
tutti i perseguitati dalla “Giustizia” militare di Santiago; è una
vittoria per tutti i militanti che nel mondo combattono per la
democrazia e la giustizia; è infine una vittoria nostra, organizzatori
del campo antimperialista contro la globalizzazione, che da anni veniamo
perseguitati, controllati (spesso illegalmente), umiliati, trattati da
terroristi.

- Abbiamo vinto una battaglia ma non finisce qui. Come i democratici
cileni che vogliono giustizia e per giustizia intendono anche il castigo
e la punizione assieme a Pinochet dei responsabili dei massacri compiuti
dalla dittatura militare; noi chiediamo che vengano puniti qui in Italia
i responsabili ai più alti livelli che hanno arrestato Jaime Yovanovic
Prieto a partire dal capo della Criminalpol, dal capo dell’UCIGOS
Andreassi per finire col Ministro dell’Interno G. Bianco che hanno
calpestato la legge italiana, violato la Costituzione repubblicana e
compiuto un gravissimo abuso di potere.
I responsabili dei crimini fascisti compiuti in Cile debbono pagare,
come debbono pagare per l’affronto portatoci i responsabili della
polizia italiana.


Moreno Pasquinelli e Alessandro Folghera
per il comitato del Campo Antimperialista contro la Globalizzazione
Assisi 2000

10 agosto, ore 16,30

Campo Antimperialista
www.antiimperialista.com
campo@...