CRIMINALI ERZEGOVESI E LORO PROTETTORI

Riportiamo la traduzione italiana integrale, suddivisa in due parti,
dell'ampio articolo apparso nel 1997 sulla rivista musulmano-bosniaca
DANI, nel quale si traccia una dettagliata topografia degli ambienti
criminali ustascia della Erzegovina e dei loro protettori sia nella
cosiddetta "Repubblica Croata di Erzeg-Bosnia" (la zona di Mostar, che
tuttora - nonostante gli accordi di Dayton - e' sottoposta al governo
parallelo dei nazionalisti croati) sia nella Repubblica di Croazia.

E' di questi giorni il fallimento elettorale dell'HDZ e dei suoi
candidati in Croazia. Esso esprime palesemente l'insoddisfazione della
popolazione per una politica che ha portato devastazioni, isolamento,
violenza politica strutturale. Tuttavia, i nuovi governanti croati - che
sono ancora espressione di diktat provenienti da paesi terzi e che molto
spesso sono "nati" politicamente negli stessi ambienti ultranazionalisti
- a nostro avviso non hanno le carte in regola per condurre il paese al
di fuori delle sabbie mobili di una democrazia solo apparente, meno che
mai per restituire alla popolazione i tesori della sicurezza sociale,
della proprieta' collettiva, della laicita' delle istituzioni e della
convivenza multinazionale - cioe' del socialismo.

Siamo proprio curiosi di vedere quale dei criminali piu' sotto elencati
sara' punito per quello che ha fatto, sia da parte di questi nuovi
governanti, sia da parte delle varie "polizie internazionali" - e
facciamo notare che nessuno dei grandi capi-banda erzegovesi e' ancora
mai apparso dinanzi al Tribunale dell'Aia: il pietoso tira-e-molla nel
caso di Martinovic "Stela" e Naletilic "Tuta" e' viceversa un esempio
eclatante della mancata volonta' di quel Tribunale di giudicare tanti
criminali "politicamente utili" per la distruzione della RFS di
Jugoslavia. Forse anche Arkan, mai catturato e da varie parti indicato
come "collaboratore" del Tribunale, faceva parte di questa categoria...

CRJ, gennaio 2000


NOTE: nel testo ci si riferisce spesso ad un diagramma (organigramma
della mafia erzegovese) che accompagna l'articolo e che cercheremo
quanto prima di riprodurre sul nostro sito internet.
In vari punti vengono espresse valutazioni discutibili, che tuttavia
riportiamo senza commento. Gli acronimi ed i termini piu' oscuri sono
spiegati via via nel testo; tra parentesi quadre tutte le note a cura
dei traduttori.


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Da "DANI" ["I Giorni", rivista musulmano-bosniaca], settembre 1997

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GUERRA DI MAFIA

DANI possiede documenti riservatissimi dell'OSCE con i quali la
comunita' internazionale, dopo la Repubblica Serba [RS], dichiarera'
guerra alla mafia dell'HDZ [Comunita' Democratica Croata] e
dell'"Erzegbosnia" [E-B].

ESCLUSIVO

OSCE - Mission to Bosnia-Herzegovina [BiH] - Regional Center Mostar

"Le politiche della Federazione [croato-musulmana] e gli elementi
croati responsabili di attivita' sovversive nella Erzegovina
sudoccidentale"

Giugno 1997 - Riservato - Solo per uso interno OSCE - Riservato

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Per primo DANI pubblica del materiale esclusivo che era atteso
gia' da molto tempo nei circoli politici e diplomatici. I nostri
lettori gia' all'inizio si convinceranno che si tratta di un
documento scioccante nelle cui pagine si indaga del passato bellico,
del ruolo nei crimini e della criminalita' organizzata dei
politici, dei funzionari di polizia e militari attuali e passati
in Erzegovina e a Mostar occidentale. Quelli cui e' dedicata la
maggior parte di questo materiale gia' da molto sono indicati come
un punto nero [una vergogna] della Federazione. Nelle pagine che
seguono e' scritto chiaramente il perche' di questo. Alcuni dei
crimini piu' gravi della guerra trascorsa hanno avuto luogo a Mostar:
la politica dell'assassinio, delle torture bestiali, dei lager,
delle persecuzioni, del furto, della corruzione, e' praticata nella
parte occidentale della citta' [sotto il controllo croato, a differenza
della parte orientale che e' abitata prevalentemente da musulmani; i
circa 20mila serbi di Mostar hanno completamente abbandonato la citta'
all'inizio del conflitto] ma anche a Capljna, Stolac,
Zitomislici... [localita' dell'Erzegovina]. Il materiale completo
consiste di piu' di 70 pagine. Saltando le parti introduttive dove si
spiega la struttura dell'"Erzegbosnia" e la genesi dello scontro tra
croati e bosgnacchi [cioe' i musulmano-bosniaci, nella
traslitterazione del termine "bosnjak", da non confondere con
"bosanac" che indica semplicemente chi viene dalla Bosnia], DANI
pubblica i fatti riguardanti gli attori "responsabili delle attivita'
sovversive nella Erzegovina sud-occidentale". Alcune informazioni
sono vecchie (niente di nuovo, viviamo in un territorio in cui le
informazioni invecchiano molto rapidamente), alcuni soprannomi sono
riportati male, ma questo non muta l'importanza del documento.

*** LA POLITICA IN "ERZEG-BOSNIA": I SINGOLI RESPONSABILI
(PASSATI ED ATTUALI) DELLE ATTIVITA' SOVVERSIVE NELLA
ERZEGOVINA SUD-OCCIDENTALE

Scopo di questo capitolo e' rendere noti ai lettori
i personaggi-chiave che costituiscono la struttura di potere
croata a Mostar occidentale e nei territori erzegovesi
limitrofi. Questi rapporti sono indicati nell'Appendice 1
di questa relazione, e si possono suddividere genericamente in
quattro parti: in cima [al grafico] la leadership zagrebese;
la parte intermedia indica i funzionari federali e regionali (questi
che conducono la politica dell'HDZ con una relativa decisionalita'
propria); la colonna di sinistra rappresenta
la criminalita' organizzata e la rete paramilitare, che lavora in
accordo e talvolta di concerto con il governo; la colonna destra
descrive le Forze dell'Ordine e la ramificazione regionale del
servizio segreto militare, che lavora seguendo le istruzioni di
Zagabria e quelle dei funzionari regionali e spesso collabora
(ma talvolta non volontariamente) con la mafia e le forze
paramilitari.
Il diagramma dell'Allegato 1 e' una valutazione abbastanza precisa di
quello che rappresentano le gia' note relazioni - sociali, finanziare
e politiche - tra gli individui concreti il cui scopo e' conservare
il controllo croato nella parte occidentale di Mostar e nei
territori della cosiddetta "Erzegbosnia".

*** LE RETI MAFIOSE E NON UFFICIALI NELL'ERZEGOVINA
SUD-OCCIDENTALE

# MLADEN NALETILIC "TUTA"

PROVENIENZA
Nato a Siroki Brijeg [vera e propria "centrale" storica del
movimento ustascia], Erzegovina occidentale, l'1/12/1946.
Due anni di studio all'Universita' di Sarajevo, dove ha problemi
con l'UDBA jugoslava [servizio segreto] per aver stampato e
distribuito dei volantini. Lascia la Jugoslavia nel 1973, dopo aver
finito il militare. Nei ventidue anni trascorsi in Europa occidentale
diventa figura di primo piano nel mondo criminale; si e' impegnato
per la lotta armata contro lo Stato socialista jugoslavo. Per tutto
il tempo e' stato in contatto con diversi estremisti di sinistra come
anche con i gruppi dell'emigrazione ustascia. Per un periodo
vicepresidente dell'"Unione dei Croati d'Europa", si e' vantato in
una intervista: "se definiscono terrorismo le sparatorie in Europa,
allora l'Unione dei Croati d'Europa si differenzia dalle altre
organizzazioni proprio per il terrorismo. Ma se spariamo lo facciamo
per la Croazia. Il nostro obiettivo e' la distruzione della
Jugoslavia e la creazione di uno Stato croato libero...
Oggigiorno i terroristi sono considerati dannosi per l'immagine
dello Stato croato, e nessuno li vuole. Ma come si fa senza di
noi?" A causa della sua presunta cooperazione con il governo jugoslavo
nel 1989 fu concesso il suo rientro in Croazia per l'anno successivo.
Insieme a lui sono arrivati 7 milioni di marchi tedeschi ed i suoi
vecchi amici Vice Vukojevic (ora membro del Sabor [il parlamento]
croato) ed Ivan Andabak (la sua mano destra). Naletilic ha tre
figli: Mato e Udo dal matrimonio con la tedesca Gabrielle, che
era componente del gruppo terrorista tedesco Baader-Meinhof [sic!],
e il figlio Kristian dal rapporto con la figlia di un alto funzionario
delle isole Barbados.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Nei momenti iniziali della guerra in Croazia (1991) organizza la
difesa contro la JNA [esercito federale jugoslavo], in cui forma e
comanda la famigerata "Squadra Punitiva" dell'HVO di Siroki Brijeg.
Ex-criminali compongono in toto questa sua unita', che e' attiva
sulla linea del fronte di Dubrovnik, Zadar, Stolac, Mostar. Questa
unita' viene concepita come unita' principale a cui appoggiarsi
nella realizzazione di quelle operazioni che altre unita' poco
radicali dell'HVO erano meno propense a svolgere. Tra queste:
le persecuzioni brutali di civili, l'incendio di case non croate,
la distruzione di oggetti culturali e religiosi non croati e
provocazioni o istigazione del conflitto tra le parti
nelle aree e sulle linee dove non c'erano scontri. Benche'
secondo il grado militare Tuta non appartenesse a nessuna delle
strutture principali di comando dell'HVO, la sua enorme influenza
e aura leggendaria tocca la sua reputazione di estremista e
l'amicizia con Gojko Susak, cui, si ritiene, faceva da consigliere
informale nelle questioni militari dell'"Erzegbosnia". Egli non e'
membro dell'HDZ ma alcune fonti ritengono che abbia viaggiato
con un passaporto diplomatico croato, che il governo di Zagabria gli
avrebbe messo a disposizione come premio per i successi in guerra.
Si ritiene che questi sia in qualche maniera coinvolto nella uccisione
di Blazo Kraljevic, che ebbe luogo nell'agosto 1992 a Kruscevo, a
sud di Mostar. Naletilic ha dichiarato in una intervista:
"Sapevo che lui (Kraljevic) doveva essere ucciso, e pensavo che
fosse giusto." Sia durante sia dopo la guerra si ritiene che
egli sia stato coinvolto in grosse operazioni di traffico di
stupefacenti. Le droghe furono portate in Europa attraverso
la Grecia, la Bulgaria, la Macedonia e la Serbia, e tramite la
sua organizzazione sono passate attraverso la "Erzegbosnia" e la
Croazia (Stolac-Mostar-Imotski-Split) in direzione dell'Europa
Occidentale.
POSIZIONE ATTUALE
Dopo la guerra e' stato eletto presidente a vita dell'HVIDRA (Veterani
ed Invalidi Croati della Guerra Patriottica), che ha usato talvolta
per le attivita' terroristiche contro i non-croati a Mostar
occidentale. E' considerato padrino della criminalita' organizzata
nella Erzegovina occidentale: e' immischiato in molte operazioni
criminali in questa regione ed e' temuto ancora sia dai non croati
che da politici croati e dalla polizia di Mostar occidentale.
Si ritiene che i veterani delle sue unita' speciali dell'HVO siano
ancora fedeli al loro ex-comandante, il che rappresenta una forza
che egli puo' sempre mobilitare. Si ritiene che le sue relazioni con
Gojko Susak dopo la guerra si siano un po' allentate a causa
di scontri sempre piu' accesi riguardo all'influenza ed al controllo
sulla regione dell'Erzegovina occidentale. Alla recente riunione
della HVIDRA Naletilic ha criticato apertamente l'amico di lunga
data Susak per aver portato al potere molti membri dell'HDZ che
prima erano comunisti - Zubak, Prlic, Soljic e altri. Lo accusano
di essere implicato nella uccisione di Robert Nosic, un militare
di ventritreenne dell'HVO di Ljubuski, il 24/11/1993.
Naletilic e' momentaneamente al reparto medico del carcere Remetinec
a Zagabria. Ci sono state speculazioni sui motivi del suo arresto:
il primo aprile 1997 si tenevano le elezioni comunali in Croazia,
e l'HDZ doveva dimostrare agli elettori che era giunto il momento
di dare un taglio alla corruzione; nel periodo tra dicembre ´96 e
gennaio ´97 il Tribunale dell'Aia ha richiesto al governo croato
di consegnare i documenti dell'HVO, e la leadership zagrebina ha
ritenuto che fosse piu' prudente prendere delle misure preventive
"liberandosi" della persona che potrebbe accusare i principali
esponenti dell'HDZ; il governo della Croazia, sotto le grandi
pressioni internazionali, ha dovuto intraprendere passi verso la
stabilizzazione della situazione nella "Erzegbosnia", soprattutto dopo
l'incidente avvenuto il 10/2/1997 quando la polizia di Mostar Ovest
ha sparato su di un gruppo di civili bosgnacchi venuti a visitare
le tombe dei loro parenti; infine, si dice che Naletilic si sia
scontrato con Miroslav Tudjman [il figlio di Franjo, vedi oltre]
quando ha cercato di monopolizzare l'importazione di materie prime
attraverso Mostar occidentale per la fabbrica di alluminio in questa
citta'. Egli, a causa dei "meriti" bellici, gode del rispetto dei
nazionalisti croati nella Erzegovina occidentale e di un piccolo
numero di personalita' locali che si permettono di criticare
la leadership dell'HDZ perche' questo non sostiene abbastanza il
progetto della "Erzegbosnia". In una intervista Naletilic dichiara
che "se l'obiettivo di Zagabria di portare al governo persone senza
spina dorsale, ex-comunisti jugoslavisti fino a poco tempo fa,
allora questa e' una vergogna per tutti quelli che permettono
che l'Erzegbosnia sia una pallina da ping-pong per la Croazia".
Il suo arresto ha provocato tanto malcontento tra i nazionalisti
croati erzegovesi, dei quali molti ritengono che in gran parte
questa azione dipenda dai membri (ex-comunisti) dell'HDZ che sono
diventati nazionalisti croati solamente per rimanere al potere.
Molti sono scontenti e furiosi contro Gojko Susak e Mate Boban,
per i quali ritengono che avrebbero potuto adoperare di piu' la loro
influenza a Zagabria per impedire l'arresto di "Tuta". L'arresto di
Naletilic in gran misura dimostra il "matrimonio per interesse"
contratto tra l'HDZ e la mafia durante la guerra. La "pulizia etnica"
era la continuazione dell'obiettivo politico dell'HDZ di
ripulire il territorio dell'Erzegbosnia dai non-croati mentre le
bande e le formazioni paramilitari si arricchivano depredando
i non-croati e sottraendo i loro beni. Questa convergenza di
comuni "mire" belliche ha cancellato la linea che delimitava
le parti che vi partecipavano, e la loro responsabilita'
per i crimini commessi. L'arresto di Naletilic accentua
ulteriormente la giusta sfiducia ed il senso di tradimento
potenziale tra individui che hanno partecipato a tutte queste
attivita', cosi' che quasi tutti quelli che erano su posizioni di
potere sono diventati "vittime potenziali" del processo di
pace. Questa relazione di dipendenza reciproca e di sfiducia
tra l'HDZ e criminali come Naletilic, che tuttora persiste, e'
molto significativa per la contraddittoria politica estera di
Franjo Tudjman, che vorrebbe raggiungere l'Europa Unita
mentre al contempo lavora alla creazione della Grande Croazia,
sia formalmente sia all'interno della struttura federale.
L'elemento problematico in tutta questa faccenda e' che
finora nessun fattore internazionale ne' alcun giornalista
e' riuscito a verificare la reale presenza di Naletilic in prigione
in Croazia. Cio' a causa del fatto che la sua partecipazione
al conflitto e la sua relazione con la leadership di Zagabria
non saranno mai chiarite ne' portate al cospetto della giustizia.

# IVAN ANDABAK

PROVENIENZA
Nato all'estero, sembra in Uruguay, alla fine degli anni '50.
A 16 anni gia' attivo nella comunita' emigrata ustascia, poi
attivo in un gruppo paramilitare paraguaiano. Andabak e'
stato rilasciato dalla prigionia in Germania (dove era rinchiuso
a causa di un incendio provocato in un ufficio della JAT
[linee aeree jugoslave] in quel paese) e poi si e' incontrato ed
ha stretto amicizia con Naletilic.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Era alle dipendenze del comando di Naletilic nella famigerata
"Squadra Punitiva" ed e' rimasto come braccio destro di "Tuta"
durante tutto il conflitto. Insieme a Naletilic sembra
implicato nell'uccisione di Blaza Kraljevic. Si dice sia stato
capo dei servizi segreti dell'HVO a Mostar. Piu' tardi nominato
aiutante in capo dello Stato Maggiore HVO con il grado di
Generale Maggiore.
POSIZIONE ATTUALE
Malgrado le autorita' dell'"Erzegbosnia" nel gennaio 1996
lo avessero messo in "pensionamento", Andabak ora mentre
"Tuta" si trova in galera gioca ancora il ruolo principale.
Anche se non e' tanto influente quanto Naletilic, le sue
posizioni politiche, la sua esperienza bellica e la stretta
collaborazione con Naletilic l'hanno portato naturalmente
alla posizione di suo vice, il che l'ha portato a seguire le
operazioni finanziarie di "Tuta" conservando tutta la rete
di relazioni con gli operativi ed i simpatizzanti.
Andabak possiede una casa lussuosa a Siroki Brijeg,
un grande appartamento a Mostar occidentale e si dice
che stia pensando di aprire un ristorante a Ilici, sempre
a Mostar occidentale. Adesso e' presidente del
consiglio per la difesa di Mladen Naletilic "Tuta", che
e' organizzato dalla HVIDRA.

# MARIN TOPIC - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato a Mostar, ha terminato la scuola d'architettura e fino
alla guerra lavorava come pittore. E' ritenuto intelligente e
preparato. Alla fine degli anni Ottanta viene inviato in
Canada per aiutare l'organizzazione dei circoli degli emigranti
nazionalisti in sostegno all'HDZ nella lotta per l'indipendenza
della Croazia. Si ritiene sia buon amico di Gojko Susak.
Sarebbe un croato estremista e sostenitore della ideologia
ustascia.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Era implicato in molte attivita' propagandistiche, compreso
il sostegno al revisionismo storico per le mire politiche
dell'HDZ. Ci sono molti indizi che sia implicato nella
uccisione di un gruppo di intellettuali bosgnacchi a Mostar
nel 1993. Si ritiene che sia lui la persona che ha iniziato la
"croaticizzazione" di Mostar occidentale, compresi i
cambiamenti di denominazione delle vie, la distruzione degli
edifici islamici e l'appoggio all'idea che l'HVO debba
distruggere il "vecchio ponte". Tiene rapporti stretti con i
francescani erzegovesi politicamente influenti, e
particolarmente con Tomislav Pervan (estremista
politico sospettato di essere a capo della IKA segreta -
Agenzia Cattolica d'Informazione), come anche fra
Andrija Nikic (esponente del revisionismo storico) e
fra Ivan Sega (che era incaricato per le questioni
religiose nella polizia [militare] dell'HVO e della
"Erzegbosnia" ).
POSIZIONE ATTUALE
Non ha una posizione ufficiale ma e' ugualmente ritenuto
assai influente nell'HDZ, ed ha relazioni con la HVIDRA.
E' noto per essere pronto a criticare, talvolta, Franjo
Tudjman, quando e' sotto l'influenza dell'alcool.
Si pensa sia responsabile per avere organizzato il carnevale
vicino al cimitero nella Ulica [via] Liska, che serviva come
copertura per l'attacco contro i civili bosgnacchi, giunti da
Mostar Est per visitare le tombe dei loro defunti.
Pubblicamente sostiene che i bosgnacchi (in quanto nazione)
non esistono.

# JADRAN TOPIC "CELA" - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato a Mostar nel 1950, non e' particolarmente istruito e
presumibilmente non ha neanche finito la scuola superiore.
E' stato calciatore del Velez di Mostar e del Cosmos di
New York. Noto anche prima della guerra come grande
nazionalista.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Intimo amico di Mate Boban, che nel 1992 fu nominato
Presidente dell'HVO di Mostar. Quando il 9.5.1993 l'HVO attacco'
Mostar lui era quello che attraverso la Radio croata intimo' a tutti i
soldati della BiH, membri del MUP [Ministero degli Interni] della
BiH ed ai civili bosgnacchi di consegnare le armi all'HVO. Si ritiene
che fosse un funzionario locale che in questa parte del territorio
consenti' l'attacco contro i bosgnacchi, e percio' responsabile delle
numerose vittime civili. Ora vive a Spalato.
POSIZIONE ATTUALE
Si ritiene che sia proprietario di alcuni appartamenti illegalmente
sottratti, di un ristorante, una casa a Spalato, una casa di
villeggiatura sull'Isola di Hvar ed uno yacht di lusso.
Attivo a Mostar occidentale finche' non ha perso come candidato
interno dell'HDZ la candidatura per l'incarico di sindaco di
Mostar occidentale, per il quale e' stato invece scelto Mijo
Brajkovic. Allora si e' trasferito a Spalato.

# SRECKO VUCINA

PROVENIENZA
Nato a Mostar alla fine degli anni Quaranta, ha terminato lo
studio dell'elettrotecnica. Grande credente, si ritiene che abbia
forti relazioni con la setta di San Pietro della Chiesa
cattolica e con il vescovo cattolico di Mostar Peric.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Capo di gabinetto di Mate Boban nel 1992 e 1993, per un
periodo ha lavorato anche alla radio come portavoce e
rappresentante della stampa dell'HVO. E' uno dei pochi alti
funzionari dell'HDZ e della "Erzegbosnia" a non essere
direttamente implicato in crimini o speculazioni di guerra.
E' una figura politica controversa perche' era contrario alla
distruzione dei monumenti storici a Mostar senza riguardo per
l'origine storica, culturale o religiosa.
POSIZIONE ATTUALE
Alto funzionario dell'HDZ, subito dopo Bozo Raijc,
e' il legame principale del partito con la setta di San Pietro
nell'ambito della Chiesa cattolica. Rappresentante effettivo
del "centro" politico di questo partito, piu' pro-croato che
pro-Erzegbosnia. Ha buone relazioni con Zagabria. Gia' indicato
come premier del Cantone della Neretva [il fiume che passa per
Mostar], poi dato a Mijo Brajkovic che secondo alcune
fonti Zagabria potrebbe rimuovere dalla posizione a causa del
suo esagerato ostruzionismo contro il lavoro della Assemblea
Cantonale. Vucina sarebbe un potenziale sostituto.


*** COLLEGAMENTI PARAMILITARI CON LA MAFIA
DELL'ERZEGOVINA MERIDIONALE

# PETAR ZELENIKA "PERO"

PROVENIENZA
Nato a Mostar negli anni '50. Lavora prima della guerra
come esperto di esplosivi del MUP [Ministero dell'Interno]. Si da'
all'estremismo politico, ideologicamente molto vicino a Boban
ed ai fratelli Topic.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Attivo sin dall'inizio degli scontri sia nell'HDZ che nell'HVO.
E' collegato all'unita' per gli esplosivi dell'HVO, specializzata
nella distruzione dei ponti e delle moschee. Nella prima fase
degli scontri, secondo le istruzioni del SIS-HV, ha presumibilmente
piazzato bombe nei locali i cui proprietari erano serbi, al cimitero
partigiano di Mostar, alla Chiesa ortodossa serba e nel monastero
di Zitomislici. Molto attivo nella guerra contro i serbi, in servizio
come Generale d'Assalto nel Korpus Sud dell'HVO durante il 1992
e come comandante del Korpus HVO di Mostar nel 1993. Mentre
era nel comando HVO di Mostar si ritiene che sia stato collegato
strettamente con molti individui che attivamente partecipavano
ai vari crimini di guerra, come al esempio Lasic "Mica",
Rade Bosnjak, Dinko Slezak e probabilmente con i
mebri del SIS Ivan Skutora e Branko Kvesic.
Collaborava strettamente con l'ufficiale di collegamento dell'HV
"Frigula", di Vukovar, ed il suo luogotenente
"Roabo", di Zagabria. Si ritiene che detenga un alto rango
nella struttura SIS dell'HVO [Servizio Informativo di Sicurezza dell'HVO].
POSIZIONE ATTUALE
Prediletto tra i membri dell'HVO, influente nell'HDZ locale e stimato
quale persona di fiducia nella laedership dell'HDZ a Zagabria.
Non molto presente in pubblico durante la guerra, anche oggi appare
di rado. Al momento e' deputato dell'HDZ nell'assemblea del
Settimo Cantone. Possiede una boutique vicino al caffe' Papagai
di Mostar occidentale. Alla fine del 1993 e' diventato presidente della
HVIDRA a Mostar, ma ora e' capo dell'UDiVDRA, una associazione
che molti ritengono sia di copertura per le operazioni SIS nella regione.
I suoi principali collaboratori sono un gruppo di ex-ufficiali della
Polizia militare dell'HVO, attivi nella caccia contro i non-croati e contro
i croati piu' moderato da Mostar occidentale, secondo gli ordini di
Naletilic e/o Ivan Andabak. Molti implicati nelle
attivita' di HVIDRA e UDiVDRA si ritrovano nella pizzeria Papagai
e al caffe' "Hrvatska Ruza" [La Rosa Croata] di Mostar Ovest.

*** ALTRI OPERATIVI DELLA MAFIA E PARAMILITARI

# VINKO ZULJEVIC "KLITSKO"

PROVENIENZA
Nato nella meta' degli anni 50 a Gornji Vakuf. Prima della guerra era
co-proprietario di un ristorante in Svizzera, ed era pugile
semi-professionista.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Si e' aggregato alla brigata HV a Spalato nel 1991. Ha combattuto
a Zara e poi con la HVO a Teslic, Bugojno, Gornji Vakuf e Kupres.
Dopo gli scontri a Bogojno reclutava le persone che riteneva piu'
adatte, dichiarando in una intervista che non escludeva "quelli
con una pessima reputazione o che erano pure stati contannati per
crimini." Cosi' e' diventato comandante di una propria unita' HVO,
conosciuta con il nome "Garavi" ["gli sporchi"], che aveva la sua
base stazionata a Gornji Vakuf ed era sotto il controllo di
Naletilic. Questa unita' era impiegata nella esecuzione di una gran
parte dei lavori "sporchi" dell'HVO durante la guerra (...). "Klicko"
e' stato ferito da una mina ed ha perso la gamba destra nella
operazione di assedio di Kupres, nel 1995, e da allora la
maggior parte della sua unita' si e' trasferita a Mostar. Dei 102
membri della sua unita', 34 sono morti, 17 feriti e 58 smobilitati
nell'autunno del 1996.
POSIZIONE ATTUALE
Alla fine della guerra egli ha di fatto legalizzato la sua ex-unita'
costituendo la famigerata ditta "Ad matricem", a Mostar occidentale,
che si occupa dell'assicurazione delle persone e dei beni. La
maggior parte del loro lavoro si svolge prestando servizi di
sicurezza agli uomini d'affari locali, ma questa e' soprattutto
una copertura per rapinare soldi ai privati di Mostar Ovest. Ci sono
prove documentate che "Ad matricem" sia implicata nella cacciata dei
cittadini non-croati, di solito cosi' che i profughi croati
pagavano a questa ditta alcune migliaia di marchi tedeschi perche'
"trovasse" loro una casa o un appartamento. La ditta ha ottimi
rapporti con la polizia e con le autorita' dell'"Erzegbosnia";
cooperava anche con la polizia speciale in alcune operazioni;
impiegava circa 75 guardie del corpo ed e' confermato che ha circa
400 uomini armati a disposizione.

# DAMIR GLAVINA "DADO" - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato il 17 settembre 1971 a Mostar, ha terminato solo le otto classi
della scuola dell'obbligo e non e' proprio noto per la sua
intelligenza. E' forte, violento, culturista, estremista e criminale.
Ha un fratello piu' grande, Slaven, che e' anche attivo nella
ditta "Ad matricem".
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Attivo nella polizia militare dell'HVO. Quando gli scontri aperti
a Mostar si sono fermati e' diventato membro della polizia speciale.
Piu' avanti diventa una delle figure-chiave dell'attentato ad Hans
Koschnik, amministratore UE di Mostar, nel 1995. Durante
l'incidente venne ripreso mentre spingeva e picchiava i poliziotti
dell'UEO [Unione Europea Occidentale].
POSIZIONE ATTUALE
Al momento non ricopre alcun incarico formale, anche se guida un
gruppo di criminali che sono attivi nei maltrattamenti, negli
attacchi e nei pestaggi dei bosgnacchi che percorrono il Viale -
da Mostar Est ad Ovest. Partecipa alla cacciata dei non-croati da
Mostar. Nel febbraio-marzo 1997 guida il gruppo armato
"Ad matricem" nell'occupazione della centrale idroelettrica
di Mostar. Qualcuno ritiene che lavori, secondo le direttive del
SIS-HVO, per provocare incidenti nella citta' e destabilizzare
la situazione. Proprietario della pizzeria "Papagaj", come
anche del lussuoso edificio prima appartenente alla JNA [Armata
Popolare Jugoslava] di fronte all'edificio di Chirurgia, a
Mostar Ovest. Si dice che questi appartamenti siano usati per gli
incontri dei mafiosi di "Stela" e "Dado", come anche dell'HVO
e del SIS-HVO. Secondo alcune fonti. Secondo alcune fonti avrebbe
talvolta incontrato Susak [ex Ministro della Difesa della
Croazia, pure lui erzegovese]. Si crede che sia implicato pure nella
serie di furti di automobili, una catena che attraverso Zagabria
arriva fino all'Italia. Si presume che sia in contrasto con
"Stela" sul predominio e l'egemonia sulla mafia di Mostar
Ovest. Ha una BMW rossa ed una nera, a due porte (targata
MO 092 EA). Lo si e' visto guidare anche una Audi nera (targata
RA 080 DA).

# MIRO LUKENDA "LUKI" - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato il 28/7/1961 a Trebinje, cresciuto a Rudnik vicino a Mostar.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Attivo nel HOS, nella fase iniziale degli scontri, e' poi passato
nella polizia militare dell'HVO e durante il 1992-1993 e' stato
comandante di un gruppo antiterrorismo (ATG). Implicato in
molti crimini contro i civili non-croati.
POSIZIONE ATTUALE
Tiene insieme ad altri il caffe' "Hrvatska Ruza" [La Rosa Croata].

# MATE ANICIC - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato il 14/12/1954 a Mostar. Si presume che fosse implicato nel
contrabbando ed in varie attivita' di borsa nera.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
E' stato nella polizia militare dell'HVO.
POSIZIONE ATTUALE
Ha aperto un ristorante nella via Splitska, a Mostar,
vicino alla "Hrvatska Ruza" (proprieta' di uno dei fratelli
Topic o di Miro Lukenda "Luki").

# ROMEO BLAZEVIC - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato il 9/1/1962 a Mostar, cresciuto nella localita' di Donja Mahala
a Mostar. Criminale anche prima della guerra e ben noto estremista.
La moglie e' bosgnacca.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Membro della polizia militare HVO.
POSIZIONE ATTUALE
Ha un caffe' regalatogli dalle autorita' di Mostar Ovest come
"premio" per i suoi servizi.

# DRAGAN MARTINOVIC - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato il 2/10/1958 a Mostar, cresciuto a Krusevo, nella periferia
di Mostar. Arriva in citta' all'inizio della guerra servendo nella
polizia militare dell'HVO.
POSIZIONE ATTUALE
Durante la guerra in qualche modo "acquisisce" l'edificio di
fronte al caffe' "Papagaj", che sarebbe poi stato affittato ad
una banca.

*** ALTRI OPERATIVI DELLA MAFIA E PARAMILITARI

# VINKO MARTINOVIC "STELA"

PROVENIENZA
Nato il 21/9/1965, cresciuto a Mostar - Gornja Djikovina, prima
della guerra lavorava come tassista a Mostar. Basso, stempiato e
grasso.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Nelle fasi iniziali degli scontri era un alto ufficiale dell'HOS,
passato di grado da colonnello a comandante anche per i crimini
effettuati contro i serbi nel 1992. Voci ufficiose lo vogliono implicato
nella uccisione del Comandante dell'HOS Blazo Kraljevic
nell'agosto del 1992, in quanto era presumibilmente presente alla
riunione dalla quale Blazevic e' uscito prima di essere ammazzato, e
si ipotizza che egli abbia informato l'HVO di dove si dirigesse
Kraljevic. Subito dopo l'assassinio si e' inserito nell'HVO ed e' diventato
comandante dell'ATG "Mrmak" che faceva parte della Unita'
Punitiva di "Tuta", interna all'HVO. Ha giocato un importante
ruolo nella pulizia etnica di Mostar occidentale, nel depredare gli
appartamenti delle banche, delle ditte, nel rubare automobili e persino
antichita'. La sua unita' e' ritenuta responsabile dell'uccisione di almeno
50 civili bosgnacchi, alcuni dei quali uccisi da lui personalmente. La sua
unita' portava alcuni bosgnacchi prigionieri nel campo di concentramento
"Rodoc/Helijodrom" a scavare trincee. Ha ottenuto la
reputazione di criminale freddo e spietato. Per alcuni anni "Stela" e'
stato braccio destro di Naletilic a Mostar occidentale, dove
conduceva operazioni di racket contro privati. I politici locali
e la polizia di Mostar lo temono molto e lo ritengono quasi intoccabile,
anche se la sua autorita' e' considerata esplicitamente criminale e non
politica. E' ritenuto uno dei maggiori criminali di guerra a Mostar,
una reputazione non facile da conquistare...
POSIZIONE ATTUALE
Sembra che abbia un grandissimo appartamento, cinque lussuose
automobili, un caffe' a Mostar occidentale ed un servizio lavaggio
macchine a Ilidja. La maggiorparte del suo tempo la passa nel suo
caffe' sul vecchio stadio Velez e raramente si allontana da Mostar
(certo per paura della vendetta degli uomini che furono vicini a
Blazo Kraljevic). La sua guardia del corpo durante tutta
la guerra e' stato un bosgnacco di Mostar, tale Samir Bosnjak,
dal quale non si separava mai e che presumibilmente partecipava ai
tanti crimini di "Stela" contro altri bosgnacchi. "Stela" e' stato arrestato
dalla polizia della Croazia il 26/2/1997 e rispedito in "Erzeg-bosnia" dove le
autorita' locali non poterono o non vollero arrestarlo. Come anche
Naletilic, egli e' incriminato per l'assassinio di Robert Nosic,
ventitreenne soldato dell'HVO di Ljubuski, ucciso il 24/11/1993. Dal
luglio 1997 pero' ci sono dichiarazioni ufficiose da parte di funzionari
locali ed internazionali secondo i quali "Stela" sarebbe stato visto
nuovamente in giro a Mostar Ovest.


*** SINGOLI AFFILIATI CON LA "AD MATRICEM" E CON "STELA"

# DUBRAVKO PEHAR "DUBI" - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato il 21/5/1961 a Mostar, e' cresciuto come "Stela" nel quartiere
Gornja Djikovina. Prima della guerra lavorava come autista presso la
Assicurazione "Croatia".
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Membro attivo dell'ATG-HVO di "Stela" denominata "Mrmak",
ha partecipato a molte razzie militari e azioni di pulizia etnica.
POSIZIONE ATTUALE
Vive presumibilmente nella localita' di Bijeli Brijeg a Mostar,
nell'appartamento di un bosgnacco scacciato, e tiene un caffe'
nel centro della citta', nell'edificio della ditta "Projektant".

# NINO PEHAR "DOLMA" - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato il 6/11/1966 a Mostar.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Come membro attivo dell'ATG-HVO "Mrmak" di "Stela", ha partecipato a
molte razzie militari e campagne di pulizia etnica. POSIZIONE ATTUALE
Informazioni non ancora disponibile.

# MISO RADOVAN - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Vive da molto tempo a Mostar.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Funzionario locale dell'HDZ e comandante dell'HVO nella localita'
di Podhum/Zahum, a Mostar, dove ha guidato la cacciata in massa
dei bosgnacchi.
POSIZIONE ATTUALE
Informazioni non ancora disponibili.

# ERNEST TAKAC "BRADA" - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Nato il 23/5/1964 a Mostar.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Membro attivo della "Mrmak" di "Stela",
partecipava alle razzie militari ed alla pulizia etnica.
POSIZIONE ATTUALE
Informazioni ancora non pervenute.

# ROBERT PERIC "BOBO" - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Informazioni ancora non pervenute.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Attivo nel gruppo "Mrmak"... [vedi sopra].
POSIZIONE ATTUALE
Passa la maggior parte del suo tempo al caffe' "Raj",
nella via Kalemova, e nel caffe' "Ciao" nella via
Stjepan Radic.


*** SINGOLI AFFILIATI CON MARIO MILICEVIC "BAJO"

# BOZO SAIN - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Da Sarajevo.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
A capo di una unita' speciale HVO, e' vice-comandante della
unita' a capo della quale era il famigerato criminale Juka
Prazina.
POSIZIONE ATTUALE
Vice-comandante del XXII reparto d'attacco dell'HVO.

# PREDRAG MANDIC - non e' nel diagramma

PROVENIENZA
Natio di Siroki Brijeg.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Informazione non disponibile.
POSIZIONE ATTUALE
Comandante del XXII reparto d'attacco HVO.

*** RIMANENTI OPERATIVI DELLA MAFIA E PARAMILITARI

# MLADEN MISIC "DEDO"

PROVENIENZA
Nato il 21/9/1929 nel villaggio Ljuti Dolac del comune di Siroki Brijeg,
prima della guerra viveva a Gornja Djikovina, un quartiere di Mostar.
Duro estremista croato, ha passato 13 anni in galera per aver
sostenuto il regime del cosiddetto NDH [lo Stato Indipendente
Croato di Pavelic] durante la II Guerra Mondiale.
Ha avuto molti problemi con la polizia jugoslava dopo la galera
per aver cantato canzoni degli ustascia. Tre figli: Ivan, il
piu' grande, e' stato tassista e gommista prima della guerra, ha
combattuto nell'HVO ed e' morto nel 1994 per una malattia al fegato
causata dall'alcool; Zdravko, anche veterano dell'HVO,
adesso lavora come gommista nella officina di famiglia;
Tihomir, che prima della guerra faceva il cameriere,
e' morto in combattimento nel 1992, come soldato dell'HVO.
Tutti e tre erano implicati nell'organizzazione dell'HVO nel
loro distretto. Mladen Misic porta sempre l'uniforme nera,
secondo le sue convinzioni ustascioidi.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Comandante del Quarto Battaglione dell'HVO, che ora porta
il nome di suo figlio Tihomir Misic. Il piu' alto ufficiale
di questa unita' era Gojko Bunic "Goja". Il Misic e'
ritenuto infame come soldato, fanatico come religioso,
e la sua unita' era tristemente nota per le sevizie contro i
non-croati. Facevano base a Balinovac, Panjevina, Djikovina
e Podhum, dove hanno derubato ed ammazzato molti serbi e
poi anche bosgnacchi - civili. Impegnato anche a minare
appartamenti e case dei non-croati, si presume che abbia
distrutto due moschee.
POSIZIONE ATTUALE
Misic dirige il cimitero di Masline, a Mostar occidentale, dove
fa pagare assai cari i servizi funebri. Ha aperto anche un
panificio con i soldi rubati durante la guerra. Non ha una
funzione ufficiale e nemmeno di un qualche rango, ma e'
sempre pronto a sostenere le mire estremiste croate nei
pubblici raduni e sui media di Mostar. Certe volte, sui media
locali, ha sostenuto l'idea che i croati dovrebbero andare fieri
della NDH e degli ustascia della II Guerra Mondiale.
Ha minacciato pubblicamente le forze spagnole presenti nella
regione: "Se saranno contro di noi, siate certi che per loro
qui non ci sara' posto... Nessuno garantira' per la loro vita..."
Qualche volta ha annunciato che i croati erzegovesi potrebbero
rivoltarsi contro Zagabria (cioe' contro Tudjman e Susak), se
questi si dovessero azzardare a "svendere" il progetto
secessionista [della "Erzegbosnia" dalla Bosnia-Erzegovina].


*** LA POLIZIA DELL'"ERZEG-BOSNIA"

# JOZO LEUTAR

PROVENIENZA
Poliziotto a Livno e Tomislavgrad [Duvno, nella nuova
denominazione nazionalista croata].
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
In gran parte responsabile dell'organizzazione della polizia civile
nell'"Erzeg-bosnia".
POSIZIONE ATTUALE
Capo dell'HDZ a Sarajevo, vice-Ministro del MUP [Ministero degli
Interni] della Federazione [croato-bosniaca], si ritiene che sia il
primo uomo di polizia e forze dell'Ordine della "Erzeg-bosnia".

# VALENTIN CORIC

PROVENIENZA
Nato nel 1954-'55 in un villaggio vicino a Citluk, in Erzegovina.
Nessun dei suoi famigliari fu attivo nel movimento ustascia durante
la II Guerra mondiale, mentre suo padre fu l'unico nel villaggio ad
aggregarsi ai partigiani di Tito. Valentin e' ingegnere benche' fosse
pessimo studente, tanto da impiegare 9 anno a concludere gli studi
nelle Universita' di Rijeka/Fiume e Mostar. E' cintura nera di karate
ed era attivo nel Club "Student" a Mostar dal 1985. Prima della guerra
lavorava nella fabbrica di biciclette "Thunis" a Zitomislici. Poi
segretario del Partito Comunista a Citluk. In questo periodo era
buon amico di Vladimir Solic, l'attuale Ministro Federale
della Difesa, che in quel periodo era segretario della organizzazione del
Partito a Siroki Brijeg (prima nota come Listica). Tra i primi ad allinearsi
all'HDZ a Citluk. E' considerato molto pericoloso. Benche' abbia una
scarsa intelligenza, si dice che e' molto determinato e testardo, bramoso
di potere, uomo che si tiene sempre un po' in disparte. Il padre si
occupa di viticoltura e pare che detenga il monopolio nella attivita'
di imbottigliamento del vino nella Erzegovina Occidentale. Oltre alla
casa di famiglia vicino a Citluk ha un appartamento nel suo villaggio e
sicuramente uno a Mostar Ovest, che usa quando arriva in citta' per
affari. Lo ritengono molto devoto e fidato per l'HDZ e la sua politica.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Comandante della Polizia Militare HVO-Mostar durante l'attacco a
Mostar Est, nel maggio 1993. Trovandosi in un'alta posizione
nella gerarchia militare e poliziesca durante la guerra si ritiene che fosse
molto implicato nei crimini di guerra e nella trasgressione del diritto
umanitario internazionale, ad esempio nell'uccisione dei prigionieri e nella
pulizia etnica dei territori sotto il controllo della "Erzegbosnia" dai
cittadini non croati.
POSIZIONE ATTUALE
Dopo la firma dell'accordo a Washington e' diventato Ministro degli
affari interni della "Erzegbosnia". Dalla fine del 1996 e' vicepresidente
del governo della "Erzegbosnia". Ed ancora oggi riveste questo incarico,
ma ora con l'incarico di Ministro degli Affari Interni del Settimo Cantone.
Presumibilmente assai consapevole di essere colpito a causa delle sue
passate attivita'. Sussistono elementi che attestano che dopo la
estradizione dell'ufficiale HVO Tihomir Blaskic Valentin sia
diventato molto nervoso, e che ad alcuni amici intimi abbia confidato
che lo avrebbe atteso la stessa sorte.

# IVAN PENIC

PROVENIENZA
Informazioni ancora non pervenute.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Idem.
POSIZIONE ATTUALE
Ministro degli Interni della Croazia.

# IVAN BRZOVIC

PROVENIENZA
Nato nel villaggio Sujice, vicino Tomislav-Grad [ex-Duvno] nel 1957.
La casa natale e' vicino alla casa natale di Ivic Pasalic,
membro dell'ala destra dell'HDZ, che sostiene fermamente la
"Erzeg-Bosnia" ed e' uno dei piu' prossimi consiglieri e collaboratori
di Franjo Tudjman. Laureato in Giurisprudenza. Quale candidato
dell'HDZ alle elezioni del 1990 fu nominato funzionario del
Consiglio cittadino di Sesvete (vicino Zagabria) e lavorava nell'ufficio
del Pubblico Ministero quando questi era Vladimir Seks.
Poi ha lavorato nella Guardia di Finanza.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Membro del Comando Supremo a Zagabria durante il 1999 e' stato
alto ufficiale nella HV [Esercito Croato].
POSIZIONE ATTUALE
Al momento e' a capo del SZUP [Servizio per la Difesa della
Costituzione], guidato da Smiljan Reljic, ex poliziotto
nato a Drnis. Consigliere del capo del SZUP e' Franjo
Vugrinec, ex dirigente della UDBA jugoslava [vecchi servizi
segreti].

# IVICA LUCIC

PROVENIENZA
Viene da una ricca famiglia di Ljubuski. Lavorava a Sarajevo
per la SDB jugoslava, che ha preso il posto della UDBA.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Molto attivo nella organizzazione dell'intelligence.
POSIZIONE ATTUALE
Capo dell'UNS [Ufficio per la Sicurezza Nazionale] della
"Erzeg-Bosnia" con il grado di generale. Si ritiene che sia
molto amico di Miroslav Tudjman e Ljubo Cesic "Rojs". Crnjak e'
consigliere personale di Tudjman sulle questioni militari in
"E-B" (?) [cosi' nel testo].

# SLOBODAN BOZIC

PROVENIENZA
Originario di Siroki Brijeg, era a capo della SDB a Mostar.
ATTIVITA' DURANTE LA GUERRA
Ancora nessuna informazione disponibile.
POSIZIONE ATTUALE
Lavora come ufficiale di collegamento della "Erzeg-Bosnia"
con organizzazioni internazionali. Secondo informazioni
ufficiali e' a capo della SZUP. Si ritiene sia uno dei piu'
alti funzionari della intelligence della "Erzeg-Bosnia".


(1. continua)