SREBRENICA NON È NEI BALCANI


La sconfinata e colpevole ignoranza di Walter Veltroni sulle
questioni internazionali si è palesata una volta di più nel corso di
un intervento pubblico tenuto pochi giorni orsono.
"Tra il 1991 e il 1992 - ha spiegato Veltroni - le speranze nate con
la caduta del muro di Berlino si sgretolarono: nel 1994 con il
genocidio in Ruanda, poi con i settemila musulmani massacrati a
Srebrenica e piu' tardi i Balcani."

Parlando di fronte alla lobby di Diplomatia, club esclusivo che
riunisce esponenti del mondo dell'imprenditoria e del ceto politico
attorno alle tematiche dei rapporti internazionali, Veltroni ha
nuovamente rivendicato la aggressione armata contro i popoli jugoslavi:
"In Kosovo abbiamo fatto nostro il principio che se uno stato viola i
diritti umani cio' non puo avvenire nell'indifferenza della comunita'
internazionale".

Se potesse, Veltroni tornerebbe a lanciare un "adeguato"
bombardamento "umanitario" anche in Myanmar: "un paese nel quale anni
ininterrotti di dittatura militare e la repressione delle
mobilitazioni di questi giorni hanno trovato una posizione della
comunita' internazionale assolutamente e totalmente inadeguata".
Se solo ci fossero grandi petrolchimici anche nei pressi di Rangoon,
ah! Che goduria che sarebbe, per Walter Veltroni!

(a cura di Italo Slavo. Fonte: AGI, 8 ottobre 2007)