E' uscito il nuovo video di Fulvio Grimaldi
"POPOLI DI TROPPO" Guerre e embarghi dell'imperialismo negli ultimi 50
anni
Videoesperienze "VisioNando"
50 minuti 30.000 lire
per ordinazioni: fax 06 5896991

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Venerdì 24 Novembre alle ore 18 presso la casa della Pace in via di
monte Testaccio 22 Dibattito su: GOLFO, MEDIORIENTE, BALCANI-QUALE PACE
NELLE AREE DI CRISI?
Interverranno:
- Haissam Elhussain (dell'associazione Palestinese "fedeltà all'uomo e
alla terra)
- Aldo Bernardini (docente di diritto Internazionale)
- Claudio Moffa (Università di Teramo)
- Convoglio di Solidarietà internazionalista Giorgiana Masi
- Contropiano
- Campo Antimperialista

Al termine del dibattito Cena Palestinese

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29. XI 1943. 29. XI 2000.
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GIORNATA DELLA REPUBBLICA
Anniversario della Conferenza di Jajce, fondazione della
REPUBBLICA FEDERATIVA SOCIALISTA DI JUGOSLAVIA
valore attuale di un'esperienza per il comunismo
e la fratellanza tra i popoli

MERCOLEDI 29/XI/2000
Casa del Popolo "G. Canciani"
Sottolongera, Via Masaccio 24
ore 18:30

Smrt fasizmu, sloboda narodu
Smrt fasizmu, svoboda narodu
Morte al fascismo, libertà ai popoli

ASSOCIAZIONE/DRUSTVO JOSIP BROZ TITO
josipbroztito@...

(vedi allegato per il comunicato in sloveno e
serbocroato in caratteri latini e cirillici)

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(...) mi giunge notizia che all'ospedale di Pancevo, reparto per la
transfusione del centro "juzni banat" c'è urgentissimo bisogno
di materiali, per test sul gruppo sanguigno e altro.
ecco quanto richiesto da Pancevo

>> > 1. anti D monoclonal IgM 100 ml (10 x10)
>> > 2. anti D monoclonal polyclonal IgG 100 ml (10 x 10ml)
>> > 3. ELISA TESTS na syphillis
è molto importante ricordare che i test si fanno con
l'attrezzatura organon e macler.

chi ha denunciato la assoluta necessita di tali materiali è la signora
Beba
Stepanoff, segretaria della Sindaca di Pancevo dott. Borke Kruske,
durante
i contatti che stiamo tenendo con Pancevo, grazie a cittadini di Pancevo
attualmente in Italia.
Chiunque sappia qualcosa sul come ci si possa procurare questi materiali
con urgenza e spedirli a Pancevo lo puo' segnalare al municipio di
Pancevo
(Beba Stepanoff), all'indirizzo mail sotto indicato, gliene saranno
grati.

pancevo@...

alberto tarozzi.

Project title MEDICAL EQUIPMENT DONATION

Recipients Organization Blood Transfusion Center, GENERAL HOSPITAL
Address Pancevo, Milosa Trebinjca
11
Contact Persons Dr. Jelena Pesic, manager
Dr. Mirjana
Grujic-Arsenovic, specialist
Tel 013 511 645 [presumo che dall'italia il numero sia 0038113 511645.]

Fax 013 381 13, 317 956 [presumo che dall'italia il numero sia 0038113
317956].

Background and history of the organization
Transfusion center was founded 1967. Since than it became large center
that
provides blood and blood components for Regional General Hospital with
750
beds, within well developed departments of all basic surgical branches,
maternity department, department for eternal diseases for adults and
children, neonatalogy, hemodialisis, surgical intensive care. The stuff
consists of 4 specialists and 14 tehnicians. The equipment in center is
15
years old, but still in order.

They provide safe blood transfusion as well as blood components only
from
voluntary donors from municipalities Pancevo, Bela Crkva and Alibunar
(territory of South Banat).
Mobile crew collects in transfusion center or in local ambulances in
surrounding villages twice a week the blood. In 1999. There were 4835
voluntary donors only in Pancevo, which make 96,5 percents of estimated
number according to world standard. The hospital is public, and blood
for
users is free. They ought to have in every moment enough, sufficient all
necessary materials which should ensure safety blood program.

Reasons for the project

Due to the present circumstances, Blood Service Center is facing
constant
lack of necessary material for blood collecting and testing, and it is
not
able anymore to ensure enough quantity of safe blood from voluntary
donors,
which put their patients in critical conditions. Recently they were in
the
position to call off all further surgery because of such circumstances.
The
hospital is in the town that is largest industrial center, known for
being
severely polluted with chemicals that are considered carcinogenic and
mutagenic (mercury, VCM, EDC and similar), and huge amount of that was
spilled into water and soil after targeting. It is to be expected that a
number of lethal disease will increase, and it is already high.
Therefore
we ask for help.

Goals and expecting results

Speaking of terms and market value, unfortunately this donation is not
long
lasting like any other possible since it is disposable, but it is
precious
because it will for sure save life several persons including children.
From
that point of view the significance of this donation exceeded this
value.

Target groups

As previously mentioned, the estimated number of voluntary donors in
area
that this center covers with its work is 7019 per a year (last year). In
addition to this, Blood Transfusion Center is testing blood in blood
types,
serious diseases and presence of the anti body elements that causes
severe
health problems on patients. Their work includes the same regular
testing
in healthy people. Besides, patients who need blood after surgery
treatments in all of the surgical sections mentioned above, are also
target
group. Blood giving and receiving in this hospital is completely free of
any charge.

The following list is a summary for the monthly need for regular use.
IMPORTANT: All testing is done on MACLER and ORGANON equipment .

article

1. double blood bags 350 ml x 7
2. double blood bags 450 ml x 7
3. triple blood 350 ml x 5
4. quadriple blood bags 450 ml x 1

ELISA TESTS

1. anti HIV x 9
2. anti HCV x 9
3. HBs AG x 9

TEST SERUMS

1. anti A 10 x 10 ml
2 anti B 10 x 10 ml
3. anti AB 10 x 10 ml
4. anti D 10 x 10 ml
5. anti D IgM 10 x 10 ml x 10 x pack
6. Anti M 2 ml x 2
7. Anti N 2 ml x 2
8 Anti Kell 5 ml x 2
9. Anti Cellano 5 ml x 2

Aproximate value of the listed articles is 30.000 DEM in domestic
market.
Since the blood testing is *chain process* we kindly advise to lessen
the
listed articles in percentage in the case that your donation can not
cover
the whole budget.

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PRESENTAZIONE DEL LIBRO "CONTRO LE NUOVE GUERRE" (Odradek, 2000)

A distanza di un anno dal seminario tenutosi a Roma (21 giugno 1999) da
cui ha avuto luce "Imbrogli di guerra" (Odradek, 1999), il Comitato
"Scienziate e scienziati contro la guerra" ha promosso presso il
Politecnico di Torino un convegno scientifico sul tema:
"CULTURA, SCIENZA E INFORMAZIONE DI FRONTE ALLE NUOVE GUERRE"
(22 e 23 giugno 2000). Informazioni sul convegno si trovano al sito
web: http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/convegni/index.html

L' iniziativa ha da un lato ripreso ed aggiornato alcune delle analisi
gia' presentate durante l'incontro tenutosi a Roma, circa i rischi per
la salute umana e per l'ambiente dovuti all'uso di uranio impoverito e
all'inquinamento chimico causato dai bombardamenti della recente guerra
di aggressione della NATO contro la Repubblica Federale Jugoslava, e
dall'altro e' tornata sulle connessioni fra la guerra nei Balcani e gli
scenari delle crisi ambientali globali.
L' evoluzione dello scenario internazionale ha reso pero' necessario un
contributo piu' ampio al dibattito sulle implicazioni di pace e di
guerra
insite nei modi di produrre informazione, di costruire rappresentazioni
storiche, di definire norme e valori.
Non ci si e' quindi soltanto soffermati sullo specifico caso jugoslavo
(che peraltro e' stato approfondito grazie anche al contributo di
colleghe
e colleghi jugoslavi presenti al convegno), ma si è cercato di
continuare
un ragionamento piu' ampio circa le responsabilita' degli operatori
della
cultura, della scienza e della tecnologia nel rendere possibili le
guerre:
per poterle fare, occorre prima di tutto attrezzarsi e predisporre la
societa' mentalmente e materialmente a volerle fare.

I responsabili della cultura di guerra risiedono in tutti i campi del
sapere, da quelli umanistici - dove concorrono a costruire i pregiudizi,
rafforzando sensi di identita' in conflitto ed etiche intrinsecamente
discriminanti -, a quelli scientifico-tecnologici che forniscono anche
in
concreto non solo le armi ma i sistemi essenziali all'organizzazione e
al
funzionamento degli apparati militari.

Il convegno ha permesso di allargare lo scambio tra esperte ed esperti
di
discipline diverse intorno ai temi della guerra, nella consapevolezza
che,
nonostante taluni scienziati abbiano spesso collaborato in modo
determinante
alla realizzazione di strumenti di distruzione e di morte, l'impegno di
chi opera nei campi della ricerca e dell'informazione puo' contribuire a
prevenire l'insorgere di nuove guerre. Tale assunzione di
responsabilita'
appare tanto piu' urgente per chi intreccia ai compiti di ricerca anche
funzioni didattiche e di formazione, perche' con il proprio lavoro puo'
aprire spazi orientati a relazioni di pace anziche' di scontro violento.
E' stato quindi un secondo tentativo di attrezzarsi piu' adeguatamente
per operare alla ricerca del dialogo, della tolleranza e della
accettazione del diverso da se'.

Durante questo incontro le differenze su modi, strumenti di analisi e
paradigmi di riferimento sono emersi anche fra i partecipanti: il
confronto
tra diversi approcci sia al sapere scientifico che alle tematiche della
guerra
e della pace sono stati elementi molto importanti dell'incontro di
Torino.
I partecipanti hanno riscoperto che cosa li accomuna: l'insoddisfazione
per
la certezza assoluta del sapere e, all'opposto, il piacere del dubbio
sistematico, dell'accettare la sfida del confronto, del dibattito anche
polemico ma finalizzato ad ampliare costantemente le capacita' di
comprensione
di quanto ci circonda, dei problemi che esaminiamo e che decidiamo di
affrontare; infine, il rifiuto di aderire alle schiere dei dominatori,
di
coloro, cioe', che usano le scienze e le tecnologie per proiettare sul
nostro pianeta inquietanti scenari di guerra.

E' stato, insomma, un ulteriore segno della vivacita' del Comitato
scienziate
e scienziati contro la guerra che da oltre un anno affronta appassionate
discussioni in rete (scienzaepace@...) sui temi della pace,
degli
armamenti, delle crisi ambientali, come pure delle biotecnologie, della
genetica, delle vittime della guerra e degli ultimi scenari, come la
Palestina.

Si spera ovviamente che quanto viene qui presentato sia nuovamente uno
strumento per promuovere dibattiti anche oltre i confini del mondo
scientifico
dando, a noi come ad altre/i, occasioni di confronto, riflessione ed
elaborazione
culturale e scientifica per la costruzione della pace e di modalita'
diverse di
comunicazione tra i saperi e di risoluzione dei conflitti.

Gli atti del Convegno si trovano dunque nel libro "Contro le Nuove
Guerre", a
cura di Massimo Zucchetti , edito da Odradek, pagine 282, lire 24000.

Vi si trovano i contributi degli autori:
Angelo D'Orsi, Giovanni Salio, Ivan Grzetic, Mica Saric Tanaskovic,
Carlo Pona,
Alberto Di Fazio, Angelo Baracca, Francesco Polcaro, Giulia Barone,
Franco Marenco, Andrea Martocchia, Adriana Valente, Enrico Peyretti,
Antonino
Drago, Cristina Giannardi, Daniele Dominici, Mauro Cristaldi,
Associazione "Medici contro la Tortura", Natasa Lazovic, Luciano
Vasapollo,
Francesco Iannuzzelli, Lucas Gualdron, Marcella Delle Donne.

Il prezzo d'acquisto del volume e' destinato a coprire in parte le spese
di
pubblicazione, nonchè a finanziare le future attivita' del Comitato
"Scienziate e Scienziati contro la guerra", che sono ampie
e, purtroppo, sempre piu' attuali e necessarie.


Per informazioni e per ordinare il libro:
Massimo Zucchetti
DENER - Politecnico di Torino
Corso Duca degli Abruzzi, 24
10129 Torino
Tel: +39.011.564.4464
Email: zucchetti@...

Per informazioni sul Comitato:
Sito web: http://www.iac.rm.cnr.it/~spweb/

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Il Comitato contro la guerra e la NATO - Ravenna
vi invita ad aderire alla campagna:

"MADE IN IRAQ"
PER NATALE DATTERI IRACHENI CONTRO L'EMBARGO

Chi è stato in Iraq ha potuto ammirare enormi distese di palme che si
allungano a perdita d'occhio sotto il sole. Uno spettacolo unico,
soprattutto al tramonto in riva ai due grandi fiumi che attraversano il
paese. Sono piantagioni di datteri che hanno fatto dell'Iraq il primo
produttore mondiale di questo frutto del deserto arrivando a coprire, il
30%
della produzione. I datteri, sono coltivati in Mesopotamia fin dal 4.000
avanti Cristo, ed ancora oggi viene effettuata la impollinazione manuale
(la
palma da dattero è una pianta sessuata, in una piantagione si trovano un
maschio ogni 50 femmine) secondo una antica tecnica consistente nel
legare
un fiore maschile rovesciato su un bocciolo di fiore femminile. Essi
sono
parte integrante della dieta irachena, vengono consumati sia freschi che
secchi (come li conosciamo in Italia). Con essi viene prodotto una
dolcissima marmellata che si trova al mattino su tutte le tavole.
Prima della Guerra del Golfo con 400.000 tonnellate di esportazioni
costituivano la seconda voce nell'export iracheno. Oggi vengono
coltivati
solo per il consumo interno.
La importazione di datteri dall'Iraq organizzata da Un ponte per. in
violazione dell'embargo, sarà la prima rottura dell'embargo commerciale
contro l'Iraq da parte del nostro paese.

23 DICEMBRE 2000
GIORNATA NAZIONALE DI DISOBBEDIENZA CIVILE CONTRO L'EMBARGO
VENDIAMO E COMPRIAMO I DATTERI IRACHENI IN TUTTE LE PIAZZE
PER PARTECIPARE: 066780808 (FRANCESCA)


SI' VOGLIO I DATTERI "MADE IN IRAQ"
Sostengo così la azione di rottura unilaterale dell'embargo commerciale
all'
Iraq promossa da Un ponte per.
Sono consapevole che l'embargo internazionale la vieterebbe, ma
l'embargo ha
già ucciso oltre un milione di civili, ed anche questo sarebbe vietato
dalle
convenzioni internazionali sui diritti umani.

IMPORTATE PER ME N. confezioni di datteri
NOME E COGNOME
INDIRIZZO
CAP _____________ CITTA'______________________________________ TEL
_____________________
Riceverò i datteri per il prossimo Natale e pagherò in contrassegno la
cifra
di Lit. 10.000 per ogni confezione ordinata.
Data ___________ Firma __________________

inviare al fax 06.6793968 o lettera a "made in iraq" via della guglia
69/a
00186 roma

---

Sono a disposizione, per chi lo ritenesse opportuno,
due testi molto utili per approfondire la "questione
Jugoslavia":

1° Jugoslavia una guerra del capitale

a lire 10.000 più spese di spedizione. E'un testo
d'indaggine approfondita sulle cause dei conflitti
balcanici, al di fuori delle false ricostruzioni di
comodo della disinformazione ufficiale.

2° Il metallo del disonore:l'uranio impoverito

a lire 15.000 più spese di spedizione. Esso contiene
la denuncia documentata,scientifica, militante della
guerra condotta con armi all'D.U.:il nuovo tipo di di
guerra totale che il pentagono ,la nato,l'Occidente
tutto hanno innagurato dieci anni fa sperimentandola
sulle carni del popolo irakeno,ed hanno poi
gloriosamente replicato in Bosnia ,in Kosovo ed in
Serbia contro i popoli jugoslavi.
possono essere richiesti al Centro di documentazione
sul movimento operaio Wilhelm Wolff di Marghera sito
in P.le Radaelli , 3 (VE)
e-mail wilhelm_wolff@...

---

Committee for Peace in the Balkans (UK)
Update No 13 - October 2000

MARK LITTMAN QC PAMPHLET AVAILABLE
Neither legal nor moral:
How NATO's war against Yugoslavia breached international law
By Mark Littman QC
with an introduction by Alice Mahon MP Mark Littman QC's pamphlet
deconstructs NATO's war on Yugoslavia, explaining why it was illegal and
why one should doubt the 'moral' justifications for the intervention.

Published by the Committee for Peace in the Balkans, price £3 plys 50p
p&p.

Please note: the CfPiB's telephone no. is now 020 7582 6263.

Anyone who contacts the previous number will be redirected to the above
number.

---

>> Friday 20 October, 2000 at 2:00 pm
>> Metro Cinema, Rupert Street, nr Picaddily Circus;
>> phone: 020-7734-1506
>> Entrance: £6.50 Concessions: £4.00
>>
>>
>> Raindance Film Festival presents the screening of:
>>
>> "Yugoslavia: The Avoidable War"
>> Documents a Decade of Foreign Intervention In The Balkans
>>
>>
>> Could the violent break up of Yugoslavia have been avoided? What role
did
>> Western intervention play in the tragedy that consumed the multi-ethnic
>> country? "Yugoslavia - The Avoidable War," a two hour and forty-five
>minute
>> film, addresses these questions in a well-documented, powerful indictment
>of
>> misguided intervention in the region.
>>
>> The documentary which took four years to produce, and which was updated
>> following NATO intervention in Kosovo, investigates how serious errors
and
>> misjudgments made by Western powers - particularly Germany and the United
>> States -- helped spark the violent break up of the former Yugoslavia in
>1991
>> and continue to destabilize the region in the new millennium. Produced
by
>> Frontier Theatre and Film Inc., "Yugoslavia the Avoidable War" documents
>the
>> role of Western intelligence agencies in providing aid to armed
>separatists
>> and reveals how Western governments supported different sides in an
ethnic
>> conflict while portraying themselves as peacemakers. Most compelling are
>> the candid statements of the decision-makers themselves, including former
>EC
>> Mediator Lord Peter Carrington, former US Secretaries of State James
Baker
>> and Lawrence Eagleburger, as well as Germany's former foreign minister,
>Hans
>> Dietrich Genscher.
>>
>> "What the international community -- the Europeans, the Americans the
>N --
>> did, made it sure there was going to be conflict," states Lord Peter
>> Carrington, the EC mediator, who along with UN envoy Cyrus Vance warned
>> against diplomatic recognition of separatists states such as Croatia and
>> Bosnia, before a political settlement could be achieved. "US
intelligence
>> agencies were unanimous in saying that if we recognize Bosnia it will
blow
>> up," says former State Department official George Kenney. Yet, according
>to
>> former acting US Secretary of State Lawrence Eagleburger, domestic
>political
>> considerations -- the 1992 election campaign between William Clinton and
>> George Bush - led to the tragic decision to recognize Bosnia without a
>> political settlement between the Muslims, Serbs and Croats. The film
>makes
>> a powerful argument that the US drew the wrong lesson of from the Bosnian
>> conflict to justify intervention in the civil war that simmered in
Kosovo.
>>
>> The manipulation of news coverage by the warring sides is explored in
>> compelling footage and in interviews with veteran journalists such as
>David
>> Binder of the New York Times and John MacArthur, columnist and publisher
>of
>> Harper's Magazine, as well as authors Susan Woodward and Ted Galen
>> Carpenter. The documentary offers powerful evidence of US involvement in
>> "Operation Storm" the Croatian army's violent expulsion of the ethnic
>> Serbian minority in 1995, an action which offered an eerie parallel with
>the
>> expulsion of Albanian refugees in Kosovo by Serbian forces following NATO
>> intervention on the side of the Kosovo Liberation Army (KLA).
Compelling,
>> candid interviews from military officers including UN Commanders Sir
>Michael
>> Rose, Lewis MacKenzie and former Pentagon Chief of Staff General Colin
>> Powell elucidate how Western policymakers blundered by taking sides and
by
>> relying on military means to settle political problems.
>>
>> Co-producers of "Yugoslavia: The Avoidable War" are George Bogdanich New
>> York based documentary film maker and Martin Lettmayer a German
>television
>> producer based in Munich, who is currently working on a documentary in
>> Central America. An earlier version of the film, completed prior to the
>> conclusion of NATO's intervention against Kosovo, was named the "Best
>Social
>> Documentary" by the New York International Independent Film and Video
>> Festival in September of 1999. In April of this year, the LA Weekly
>called
>> the film "truly accomplished," adding: "The numerous strategic missteps
>by
>> the West and the endless political doublesspeak are carefully detailed.
>The
>> tragedy of the situation seems to multiply before your eyes as the film
>> clearly proves that so much of the bloodshed could have easily been
>> prevented."
>>
>> ENDS
>>

---

BALKANIKA 2000

BALKANIKA è un progetto di produzione di eventi artistico-culturali
legati alle vicende e alle tradizioni dei popoli che abitano e hanno
abitato le regioni sud-orientali dell'Europa, con il principale intento
di promuovere tra i giovani lo sviluppo e la scoperta di radici
culturali di una parte dell'Europa poco conosciuta. La regione dei
Balcani ha prodotto nei tempi tinte, suoni e musicalità che possono
diventare l'oggetto di nuove contaminazioni creative tra le nuove
generazioni, attraverso l'occasione di incontro di gusti e mode che, per
la loro specifica diversità, possono, riconoscendosi, proporre fertili
integrazioni.
Crocevia di incontri e scontri tra razze e antropologie culturali
differenti, tale parte del nostro continente è stata attraversata da una
storia diversa da quella delle popolazioni dell'Europa occidentale,
sviluppando sensibilità umane ed espressive ricche di una loro propria
autentica originalità.
Tra i giovani di quei Paesi le matrici culturali e musicali tradizionali
sono state più a lungo conservate e rielaborate, anche a seguito degli
effetti di isolamento dovuti a quei regimi totalitari che non
permettevano alle influenze musicali ed alle culture giovanili di
matrice occidentale e "borghesi" di raggiungere il pubblico dei giovani
dell'area balcanica. Molte sono le band musicali che fin dall'inizio si
sono concentrate proprio tra i giovani ad offrire le proprie locali
musicalità, in sé già ricche di storia e tradizioni, spesso ispirate da
influenze ancora più orientaleggianti.
Tra i giovani dell'area balcanica si sono così consolidati valori e
patrimoni musicali assai specifici ed ancor oggi quasi sconosciuti ai
coetanei dell'Europa occidentale. Tali mode musicali hanno continuato
nei Balcani a produrre spettacolo e ad alimentare di atmosfere uniche e
caratteristiche le feste ed i ritrovi giovanili.
Il primo evento con cui si inaugura "Balkanika", è dedicato soprattutto
alla musica, in particolare quella zingara che si è adattata e si è
lasciata contaminare dai ritmi caratteristici del folclore locale, di
quei popoli autoctoni e originari dell'area dei Balcani.
Al Palalido di Milano, dal 30 novembre al 3 dicembre del 2000, una sera
dopo l'altra, si alterneranno i migliori gruppi musicali della
tradizione "gipsy" di quei Paesi. In particolare suoneranno per la prima
volta in Italia gruppi che nel proprio Paese hanno un successo e una
fama consolidati.
Dalla Bulgaria la band di Ibro Lolov, il maestro della fisarmonica, e la
voce splendida di Stefka Sobotinova. Dalla Turchia la cantante canadese
Brenna McCrimmon, appassionatasi delle tonalità zingare dell'Anatolia,
accompagnata da una band di ottimi musicisti turco-gitani . Dalla
Romania il gruppo zingaro di ottoni dei "Fanfara Çiocarlie" proporrà
pirotecnici sbalzi di note e dalla Bulgaria Peter Bonev, un rocambolesco
suonatore di "gajda" e compositore sulla base dei temi musicali
tradizionali, attraverserà le vie del centro città e si immergerà tra il
pubblico dei concerti; e ancora dagli USA la band gitano-bulgara del
sassofonista Yuri Yunakov, proporrà temi e melodie tradizionali con
strumenti più moderni.
Le atmosfere riprodotte saranno la vera novità. Queste musiche ci
condurranno a danze spontanee e sensuali, quelle che i giovani
dell'Europa orientale tra loro hanno sempre continuato a ballare con
ritmi sinuosi alternati da allegria e malinconia.
Il sapore della festa, della sapiente festosità zingara, attraverserà
una grande pedana da ballo, dove giovanissime ma esperte danzatrici del
ventre suggeriranno tempi e movimenti.
Per tutta la durata della Festa saranno in funzione due punti ristoro.
Un ristorante di cucina balcanica, con tipiche proposte gastronomiche e
suggestive atmosfere. Un servizio di self-service che propone i piatti
più diffusi di quell'area del mondo.
Un angolo del Palalido sarà riservato a una mostra di giovani pittori
bulgari. Verranno riservati degli spazi nel gran salone, all'esposizione
e alla vendita di prodotti alimentari ed artigianali dei Balcani.
Ogni sera suoneranno due o tre gruppi diversi, talvolta in
contemporanea, e nei momenti di pausa, tra un concerto e l'altro, il
suonatore di "gajda" (tipica cornamusa dei Balcani) scorrerà attraverso
il pubblico, mentre un giovane D.J.specialista nel genere zingaro
balcanico delle cosiddette "Tchalghe", vivacizzerà le cene nel
ristorante.
Per avvicinare e conoscere più a fondo questi diversi ritmi e suoni, si
organizzeranno nell'ambito della Festa alcuni seminari per giovani
musicisti italiani, che potranno condividere le specificità degli
strumenti tradizionali dei Balcani, come la "gajda" e il "kaval", oltre
alla rara ritmica del tempo sincopato dei 7/8, tipico delle espressioni
musicali balcaniche.
Alle giovani danzatrici italiane saranno invece offerti dei corsi
intensivi di danza del ventre e "kutchek".
La nostra idea e il nostro progetto puntano diritto alle emozioni ed
alle atmosfere di una nuova splendida contaminazione tra giovani di
culture diverse, a lungo separati e divisi da vicende politiche e
storiche spesso sconfinate nel dramma, e che oggi possono ritrovarsi,
incontrarsi e proporre gli uni agli altri un'idea davvero autentica di
sé e nel contempo carica di identità.

---

Questo e' il bollettino di controinformazione del
Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'".
I documenti distribuiti non rispecchiano necessariamente le
opinioni delle realta' che compongono il Coordinamento, ma
vengono fatti circolare per il loro contenuto informativo al
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