Dalla lista di discussione del Coordinamento Naz. "La Jugoslavia
Vivra'":

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> Quale democrazia nella Jugoslavia di Kostunica?
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> Alla Zastava-automobili di Kragujevac elementi della DOS fanno saltare
> con la violenza le elezioni del 24 novembre per il rinnovo dei
> delegati sindacali del Samostalni Sindikat, il più grande sindacato
> jugoslavo.
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> Le notizie che ci vengono dalla Jugoslavia parlano di una situazione
> niente affatto ‘normalizzata’.
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> In particolare alla Zastava di Kragujevac continua l’offensiva dei
> membri della DOS per conquistare tutte le posizioni anche all’interno
> del sindacato più forte per numero di iscritti, il Samostalni
> Sindikat.
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> Com’è noto, nei giorni immediatamente successivi al 5 ottobre,
> venivano aggrediti il segretario Sekula e il vicesegretario Doncic del
> sindacato Samostalni della Zastava Iveco e costretti manu militari a
> dimettersi dalle loro cariche per essere sostituiti tre giorni dopo,
> attraverso procedure illegali contrarie allo statuto del sindacato, da
> membri della DOS - sostituzioni mai riconosciute né dalla presidenza
> del sindacato Samostalni della Zastava, né dalla segreteria nazionale
> del sindacato dei metalmeccanici.
>
> Falliva invece, il tentativo di imporre con la forza le dimissioni del
> presidente del sindacato della Zastava, Ruzica Milosavljevic, per la
> ferma e decisa risposta di quest’ultima.
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> In risposta all’ondata di violenze scatenata da appartenenti alla DOS,
> i compagni del sindacato decidevano di proporre il rinnovo di tutti
> gli incarichi sindacali all’interno del Samostalni della Zastava,
> attraverso congressi ed elezioni, secondo il regolamento statutario e
> procedure democratiche.
>
> Le elezioni vengono fissate per il 24 novembre; nelle settimane
> precedenti si svolgono le riunioni nei singoli reparti per la
> designazione dei candidati. Diversi compagni del Samostalni della
> Zastava, anche ad altissimo livello, come il segretario della
> Zastava-automobili, Sreten Milicevic, proprio per non dare adito ad
> alcuna accusa di “occupazione delle poltrone”, decidono di non
> ricandidarsi e di lasciare spazio ad altri compagni.
>
> Ma questo evidentemente non basta ai membri DOS della Zastava.
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> Da lunedì 20 novembre un gruppo di loro ha iniziato un’agitazione nei
> reparti che è divenuta sempre più violenta e aggressiva, per imporre
> ai compagni, sotto la minaccia del linciaggio e della devastazione
> degli uffici, la rinuncia alla candidatura. La DOS, insomma, accetta
> il confronto elettorale solo alle sue condizioni, che sono: nessun
> candidato della sinistra! Solo candidati della DOS! (pare che funzioni
> così la nuova democrazia in Jugoslavia...)
>
> Giovedì 23 è stata una giornata di violenze e sopraffazioni.
>
> Venerdì 24 la TV privata locale di Kragujevac, “Canale 9”, annuncia
> l’annullamento delle elezioni sindacali previste per il 24. La DOS
> probabilmente teme un successo dei compagni della sinistra e impone
> con la violenza l’annullamento delle elezioni.
>
> Cosa saranno mai, con queste premesse, le elezioni del parlamento
> serbo del 23 dicembre?
>
> La Zastava è particolarmente importante, è un test fondamentale del
> modo in cui non la Serbia “entra in Europa”, ma l’Europa - col peso
> delle sue multinazionali - penetra in Serbia.
>
> Il nuovo governo transitorio della repubblica serba e quello della
> Federazione non stanno mantenendo gli impegni assunti dal precedente
> governo, che aveva destinato molte risorse per la ricostruzione della
> grande fabbrica automobilistica.
>
> La mancata erogazione negli ultimi due mesi dei fondi previsti ha
> bloccato praticamente la produzione. Per pagare i salari sono stati
> “mangiati” i fondi destinati all’investimento: 1.100.000 DM che
> servivano a finanziare la fase 2 del programma di ricostruzione, ed
> erano destinati al reparto verniciatura.
>
> Sta saltando in tal modo il programma di ricostruzione brillantemente
> realizzato nei mesi precedenti con grandi sacrifici e lavoro degli
> operai e che faceva prevedere una produzione di 20.000 vetture entro
> la fine del 2000. Ora, invece, non si produce, e non si vende.
>
> Di questo passo, si prevede che tra qualche mese non sarà possibile
> più pagare i salari. Agitazione e malcontento diffusi tra i lavoratori
> potrebbero sfociare in clamorose azioni di lotta. E’ per questo che la
> DOS vuol buttare fuori i compagni del Samostalni?
>
> Se non c’è una chiara inversione di tendenza nella politica del
> governo serbo e della Federazione, tra qualche mese la situazione si
> farà drammatica, col rischio di bancarotta della fabbrica.
>
> Ma i segnali che sono venuti sinora dal nuovo governo vanno in senso
> opposto: la produzione e la vendita delle autovetture della Zastava
> non vengono più protette dallo Stato. Dinkic, il leader del G-17 plus
> (il gruppo di economisti neoliberisti che ha stilato il programma
> economico della DOS), dichiara di voler ridurre le tasse
> sull’importazione di autovetture straniere. E per quelle usate, il
> limite massimo di anzianità viene elevato da 4 a 6 anni. Inoltre,
> vengono fortemente abbassati i controlli sulle auto provenienti dal
> Montenegro (in sostanza, sarà più facile riciclare in Serbia le auto
> rubate...).
>
> All’aeroporto di Belgrado è esposta una fiammante Peugeot, l’impresa
> automobilistica francese, che, secondo notizie diffuse da radio e
> televisione di Kragujevac ai primi di ottobre, avrebbe acquisito gli
> stabilimenti della Zastava. Ma su di essi sembra riaffacciarsi
> l’attenzione della FIAT.
>
> Che intendono fare le multinazionali?
>
> Nel comitato di gestione (upravni odbor) della Zastava sono entrati
> due rappresentanti del minuscolo partito democristiano, conquistando
> addirittura la presidenza con Milorad Savicevic. Qualche giornale di
> Kragujevac ha anche ironizzato, con qualche preoccupazione, sul peso
> eccessivo che ha ottenuto nella grande fabbrica un partito che nella
> coalizione della DOS non conta molto. Sembra essere un cattivo segnale
> per le prospettive di sopravvivenza della grande fabbrica.
>
> In queste condizioni, con un consiglio d’amministrazione controllato
> dagli “amici” della DOS e un sindacato, i cui dirigenti più combattivi
> e vicini ai lavoratori vengono allontanati con la violenza, le
> multinazionali possono imporre prezzi stracciati per l’acquisto della
> grande fabbrica. Per farne che? Forse semplicemente comprarla per
> farla chiudere definitivamente, eliminando il più grande produttore di
> auto nell’area balcanica: è così che l’Europa “entra” in Serbia,
> imponendo le sue merci...
>
> Oppure per ristrutturarne qualche reparto, mantenendo al più un
> migliaio di lavoratori e “mettendo in libertà” - Agnelli docet - tutti
> gli altri. Vae victis!
>
> E’ per questo probabilmente che si scatena l’offensiva contro i
> compagni del sindacato: le multinazionali - è noto - tollerano al più
> un sindacato giallo, non un sindacato che si opponga alla loro
> penetrazione.
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>
> i compagni di Most za Beograd, di ritorno da Kragujevac

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