"Le radici socialiste non saranno estirpate dalla Serbia"

Intervista con il Professor Mihailo Markovic
Filosofo e membro dell’ala critica di sinistra dell’SPS

a cura della Corrente Leninista Internazionale
(un grazie e Luca per la traduzione)

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(CLI) Quali sono state le ragioni del cinque di ottobre?



(MARKOVIC) Per spiegare il 5 ottobre si deve tener conto di fattori
interni ed esterni. Quelli esterni sono la crescente pressione della
NATO e dell’occidente venuta dopo un’intera decade di sanzioni
finanziarie e commerciali, di interventi militari e di un blocco quasi
totale della Jugoslavia. Ma si deve considerare anche della debolezza
interna del partito socialista. Per prima cosa si evidenzia la crescente
corruzione, specie negli ultimi anni, sia dell’SPS sia della JUL. Quindi
la corruzione è molto legata all’embargo esterno perché era necessaria
per comprare merci, materiali ed energia con ogni mezzo e sviluppò un
gruppo d’individui molto ricchi che collaborarono col governo,
corrompendo le autorità e facendo un sacco di soldi. Questi affaristi
ebbero una notevole influenza sui politici al comando e ad un certo
punto essi furono addirittura dei loro familiari, ad esempio figli di
politici. Il secondo fattore è che da quando il partner di coalizione
dell’SPS era lo JUL, il popolo notava una totale discrepanza tra cosa lo
JUL rappresentava con la retorica di sinistra e dall’altro lato un
comportamento autoritario dei suoi leaders e l’enorme corruzione dei
suoi funzionari. Così la gente provava sempre più antipatia per lo JUL
che non godeva più del supporto delle masse. Per questo lo JUL non è mai
andato alle elezioni da solo ma sempre in coalizione con l’SPS in modo
che non ci si accorgesse quanto debole fosse. D’altro lato legittimando
Milosevic hanno fatto la parte del leone nel governo e nelle
istituzioni.
La terza debolezza era il crescente carattere autoritario della
leadership del partito socialista. Gli ultimi due congressi, il terzo ed
il quarto, furono semplici manifestazioni ed elezioni di liste preparate
completamente in precedenza. Ci fu molto meno dibattito. Ci furono
persone che volevano la discussione e che furono rimosse dai loro
incarichi o perfino espulse. E fu sempre peggio.
Il quarto importante fattore fu qualcosa che i nemici dei socialisti
enfatizzarono in ogni momento. Il modo in cui Milosevic ha guidato la
difesa del paese, cioè molto risolutamente e coraggiosamente all’inizio
e poi improvvisamente crollando non solo facendo concessioni ma
capitolando completamente. Questo era già successo nel passato per
esempio quando i Croati attaccarono le Kraijne non ci fu alcun tentativo
di difesa. E poi ancora in Bosnia con gli accordi di Dayton: Sarajevo,
Brcko e Goradze furono abbandonate; Ci furono delle improvvise
concessioni che forse non erano necessarie. Dopo un certo periodo di
coraggiosa e risoluta difesa venne improvvisamente il momento in cui
questa difesa collassò. Abbiamo motivato queste scelte del passato con
il fatto che difendendosi troppe persone sarebbero morte o, nel caso di
Dayton che la Republika Srpska era già sfinita e perciò era necessario
salvare il salvabile perché c’era il pericolo che Banja Luka, Priedor ed
altre città potessero soccombere. L’ultimo caso, il Kosovo, ha sorpreso
un po’ tutti. Abbiamo difeso le nostre posizioni molto strenuamente e
queste riflettevano appieno l’alto morale del popolo in quel periodo.
Durante i bombardamenti il popolo si concentrava nel centro della città
e cantava canzoni patriottiche. Ciò colpiva molto. Poi vennero Artisari
e Chernomyrdin e minacciarono Milosevic che la Serbia sarebbe stata
completamente abbattuta. Sebbene noi sapessimo che all’interno della
NATO c’erano molti problemi, che c’erano disaccordi tra Americani ed
Europei, Milosevic capitolò improvvisamente e stipulò un patto con
Artisari e Chernomyrdin e successivamente ci furono gli accordi di
Kumanovo e le nostre forze abbandonarono completamente il Kosovo, il che
significava abbandonare la gente del Kosovo mandandoli incontro a molti
patimenti e privazioni. Già questo la gente non lo accettò. Cominciarono
a pensare che ci fosse qualcosa che non andasse nella personalità di
Milosevic a causa dei suoi repentini cambiamenti da un’attitudine
coraggiosa ad una capitolatrice. Forse la NATO avrebbe concluso
l’operazione Kosovo in dieci giorni. Ma, in effetti, in questi dieci
giorni avrebbero potuto uccidere molte persone e distruggere la nostra
economia. Ovviamente adesso molte persone lo hanno capito . Ma al cinque
di Ottobre la maggioranza non capì cosa realmente accadde. Milosevic si
era davvero arreso o c’era stato un tradimento dell’esercito e della
polizia? Secondo le nostre informazioni sembra che dopo le elezioni del
25 settembre, quando arrivarono i primi risultati, ci fu una grande
delusione nel vedere che Milosevic aveva dieci punti meno di Kostunica e
che noi avessimo perso le elezioni locali ovunque. In quel momento in
molti lo raccomandarono, perfino i suoi più fedeli seguaci, di
abbandonare le elezioni presidenziali e di riconoscere la vittoria di
Kostunica perché questo avrebbe lasciato l’assemblea e il governo
federale e l’assemblea ed il governo della repubblica in mano ai
Socialisti. Così si sarebbe trattato di perdere solo la carica di
presidente che secondo la nostra costituzione non ha molti poteri.
L’idea era di difendere le nostre istituzioni, il governo ed il
parlamento federali e della repubblica. Ma a sorpresa Milosevic dichiarò
di voler andare al secondo turno. Aveva ancora dieci punti di distacco e
tutti sarebbero stati contro di lui. L’SPO, i sostenitori di Mihailovic
ed i radicali avrebbero votato contro di lui perché prima delle elezioni
radicali e socialisti andarono incontro ad una rottura. I radicali
andavano raccontando di quanto saggia fosse stata la politica cetnica di
Draza Mihailovic durante il secondo conflitto mondiale. Seselj attaccò
il governo socialista. Ma Milosevic insistè nel voler combattere: a quel
punto nemmeno l’esercito e la polizia vollero seguirlo. Si resero conto
che ci sarebbe stato un grande scontro e che per la prima volta
l’opposizione era unita. L’unione è stata imposta dagli Stati Uniti; da
soli non sarebbero mai stati in grado di riunirsi in quel modo. Di
fronte a una grossa ondata di disaffezione che da Belgrado attraversò
tutta la Serbia, esercito e polizia non seguirono più i suoi ordini. Si
può vedere quanto sia stato testardo!



(CLI) Cosa ha proposto a Milosevic per cambiare la direzione degli
eventi?



(MARKOVIC) Non l’ho visto; non ci ho parlato. Ma lui ha proposto un
comitato per la preparazione di un congresso straordinario invitando me
ed un'altra trentina di persone. Io aderii alla commissione ed
immediatamente espressi il mio punto di vista affermando che nei
documenti del congresso ci dovrebbe essere prima di tutto una parte che
analizzi le cause principali del cinque Ottobre; secondariamente ho
proposto l’idea su come riformare il partito e su come partire
nuovamente, in merito al rinnovo dei quadri ed al ritorno ai principi
originari socialisti, un rinnovamento morale semplicemente per dirci
realmente la verità su quello che è realmente successo e basare la
nostra politica su quella verità. E poi c’era un terzo aspetto
riguardante nuove prospettive del partito socialista, dove c’era una
parte in cui si spiegava che il concetto socialista è ancora attraente
in campo internazionale ed un'altra parte nella quale si analizzava la
tradizione serba a cominciare da Svetozar Markovic ad oggi ed alla fine
ho detto come fosse inevitabile che il DOS farà un numero tale di mosse
che alienerà la gente da loro, di come debbano cominciare con una
terapia d’urto che saranno costretti ad applicare. E come già stiamo
vedendo, l’inizio di questa terapia è la cosiddetta liberalizzazione dei
prezzi, che sono immediatamente saliti.
Il livello di vita della gente era notevolmente peggiorato e molti si
sono accorti che ci sono stati dei cambiamenti, ma in peggio e quindi
molte persone hanno votato contro il partito socialista e per il DOS
poiché non potevano più sopportare i patimenti. Volevano cambiamenti
subito. Questo è il motivo per il quale hanno deciso di votare
l’opposizione sperando che forse ci sarebbero stati cambiamenti. Il
popolo avrebbe tollerato le privazioni se tutti fossero stati nelle
stesse condizioni, ma purtroppo loro dovevano soffrire e morire di fame
mentre vedevano altri vivere nel lusso. A queste condizioni il popolo
non poteva più tollerare. In quella occasione dissi anche che la frase
“società aperta” significava tra le altre cose una terapia shock e che
gli stranieri possano entrare, che molte imprese autogestite sarebbero
state messe in vendita a poco prezzo e sarebbero state chiuse come
abbiamo visto in molte altre nazioni dell’est europeo. L’interesse del
capitale straniero non è di sviluppare la nostra economia ma
semplicemente di guadagnare mercati per imporre l’importazione delle
loro merci. Offriranno crediti per l’importazione di merci straniere e
noi dovremmo costruire debiti come successe negli altri stati est
europei, compresi quelli che, a quanto si dice, “ce l’hanno fatta”, per
esempio la Polonia, la Repubblica Ceca e l’Ungheria, che in un breve
periodo hanno accumulato più di cento milioni di dollari di debito,
cosicché già ora sono costretti a pagare un terzo delle loro entrate
solo per coprire gli interessi. Tale somma potrebbe anche aumentare e
così quei paesi perderebbero il loro futuro restando in uno status
coloniale. Anche la Serbia potrebbe diventare una colonia. Questa è una
situazione ben accetta nel comitato e la gente dice apertamente di
pensarla come Radko Markovic. Il mio testo originale è più o meno
rimasto invariato sebbene ci sono stati dei tentativi da parte di membri
del comitato esecutivo di ammorbidire ed offuscare alcune parti
critiche. La spiegazione data era che Milosevic non vorrebbe essere un
candidato per la presidenza del partito e questo ci aiuterebbe
moltissimo. Ma d’altra parte non dovremmo farlo arrabbiare perché sennò
lui vorrebbe ribaltare questa posizione e se noi criticassimo lui si
arrabbierebbe. Quindi dovemmo stilare un documento senza critica o
perlomeno con meno critiche possibile. Ma il testo iniziale espresse
un’aspra critica anche se era stata ammorbidita. I membri del comitato
esecutivo (Mimic, Milotinovic, e Andjelkovic) portarono il testo a
Milosevic per l’approvazione. Ma lui nonostante tutto si arrabbiò
moltissimo. Disse che “è orribile, come se fosse stato redatto da un
quartier generale di riserva del DOS. Non può essere preso in
considerazione. Vedrò di trovare un testo differente!”. Non abbiamo
ancora saputo chi ha preparato il testo attuale che non contiene
critiche. Io ho aspramente criticato il nuovo testo ed ho immediatamente
chiesto di mettere ai voti le due versioni. Milotinovic, che presiedeva
la seduta, non sentì la mia proposta ed anche quando questa fu ripetuta
da altri membri del comitato lui non rispose perché evidentemente ha
ricevuto ordini di non consentire modifiche al testo. Io me ne andai ed
il testo fu accettato con venti voti a favore e dieci contrari. A me non
fu più permesso di partecipare al congresso.



(CLI) Come autore del programma dell’SPS, che è ancora valido, lei
sosteneva la causa dell’uguaglianza delle forme di proprietà. Cosa
intende con questo e cosa significa per il futuro della Jugoslavia?



(MARKOVIC) Inizialmente, prima della riforma del 1988/89, c’erano due
comitati: uno per la riforma del sistema politico e uno del sistema
economico. Nel comitato per le riforme economiche (nel quale erano
presenti numerosi membri dell’accademia delle scienze di Serbia che
inizialmente furono respinti, ma con Milosevic le cose cambiarono)
girava l’idea che ogni impresa dovrebbe essere responsabile del proprio
successo economico. Non dovrebbe dipendere dal costante aiuto dello
stato. Dovrebbero essere in grado di provvedere agli operai ed avere
successo sul mercato. Ovviamente ci dovevano essere alcune imprese che
offrono dei servizi di base per il popolo alle quali avremmo dovuto
provvedere noi per coprire le spese.
La riforma del sistema politico contiene il riconoscimento dei diritti
politici della gente ed il pluralismo, che nel 1990 fu posto in essere
come sistema multipartitico.
Avevamo proprietà statali e qualcosa di unico che nessun altro paese
socialista aveva: la maggior parte dell’economia era composta di
proprietà sociale, il che significa che i lavoratori sarebbero stati
responsabili della proprietà che essi stessi hanno creato. Avevano il
diritto di partecipare alla fase decisionale e di dividersi gli utili.
Ci sono poi le cooperative che sono diverse dalla proprietà socializzata
ed infine abbiamo la proprietà privata. E’ noto che la gente che ha
risparmiato può non solo spendere i soldi, ma anche investire nella
produzione. Questo avrebbe incrementato l’occupazione. Ai tempi la
proprietà privata copriva circa il 15% dell’economia, salendo poi al
30%. L’idea era che tutte queste forme di proprietà coesistessero. Nelle
imprese autogestite i lavoratori che possiedono una certa percentuale di
capitale hanno il diritto di partecipare all’amministrazione, secondo la
propria quota. Si pensava in ogni caso che la proprietà sociale avrebbe
prevalso. Nel 1995, quando abbandonai il partito socialista, furono
fatti dei passi verso la privatizzazione. In molte imprese i lavoratori
si opposero a questo piano ed il processo non è partito. In quel periodo
non fu privatizzato molto, tanto è vero che ancora oggi la proprietà
privata non supera la metà del totale.



(CLI) Riguardo all’alleanza con il partito radicale molte critiche sono
state mosse contro l’SPS. Pensa che questa alleanza era necessaria per
conservare l’unità del paese o la considera un errore?



(MARKOVIC) I partiti possono essere classificati in conformità a due
principi: uno è quello di destra e sinistra e l’altro è quello di
partiti patriottici e di partiti pronti a collaborare con la NATO e le
cosiddette organizzazioni internazionali. Se si incrociano questi
criteri si ottengono quattro combinazioni: la prima è di una sinistra
patriottica come il partito socialista. Poi ci sono i patrioti di destra
come i radicali ed anche Kostunica. L’SPO non è realmente patriottico
come loro sostengono. Troviamo poi i globalisti non patrioti di sinistra
come lo JUL. In effetti, lo JUL non è di sinistra, anche se loro
sostengono il contrario. E per ultimo c’è il DOS che è un movimento
globalista non patriottico di destra. Perciò i radicali sono chiaramente
di destra ma d’altro canto sono nemici della NATO e delle sanzioni e
bisogna riconoscere loro una certa coerenza. Sono odiati in tutto il
mondo per questo. I socialisti vinsero agevolmente le elezioni del 1990
ma in seguito ebbero appena poco più del 30%. Bisognava perciò
cominciare a formare coalizioni governative. Prima con Nuova Democrazia,
che è un partito di destra, poi con l’SPO di Draskovic che aderì volta
per volta ed infine nel 1996 con i radicali. Non erano solamente molto
patrioti, ma utilizzavano anche una forte demagogia sociale. Nascosero
le loro intenzioni destrorse per il futuro e parlarono anche a favore
dell’uguaglianza sociale e le misure contro la povertà. Così poterono
conquistare molti socialisti delusi dal SPS. Ma in altri momenti
espressero le loro reali opinioni per esempio quando dissero che erano a
favore di una privatizzazione obbligatoria persino per i mezzi di
comunicazione. Non vedevano che questo cozzava con il loro patriottismo,
poiché se si vendono i mezzi di comunicazione questi potrebbero essere
acquistati dal capitale straniero e questo non si adegua agli interessi
patriottici. Solo prima delle ultime elezioni i radicali sono divenuti
molto sleali perché dissero che avrebbero potuto vincere le elezioni e
che quel momento sarebbe arrivato. Hanno sperato di raccogliere i voti
dell’SPO e dei cetnici poiché Draskovic sembrava aver perso una grossa
fetta di sostenitori. Questo è il motivo per cui hanno voltato le spalle
all’SPS in maniera spregevole.



(CLI) Lei ha criticato apertamente gli accordi di Dayton. Ora molte
persone paragonano Dayton a Kumanovo. Crede che la difesa nazionale
sarebbe potuta continuare ed evitare, di fatto, la perdita del Kosovo?



(MARKOVIC) Quando si paragona Dayton agli accordi di Lisbona del marzo
1992, prima della guerra, che avrebbero potuto evitare il conflitto se i
musulmani non si fossero ritirati, si vede che i secondi erano persino
più sfavorevoli. Si prevedeva che la Bosnia Erzegovina sarebbe diventata
un paese indipendente al di fuori della Jugoslavia, che i tre popoli
croati, serbi e musulmani dovevano avere uguali diritti, che lo stato
doveva essere organizzato come un associazione di cantoni e che il
popolo che deteneva la maggioranza in un dato cantone poteva prevalere
sugli altri.
Secondo questo trattato i serbi non avrebbero avuto nessun territorio
unificato mentre Dayton concedeva un territorio unificato per i serbi di
Bosnia che avrebbe potuto, in futuro, unirsi alla Serbia.
Benché Dayton significhi tre terribili perdite (Sarajevo, Brcko e
Goradze), è considerato da alcuni leader della repubblica Sprska come
uno dei migliori accordi per i serbi. Perdipiù Dayton arrivò quando la
republika Sprska era esausta e cominciava a perdere la guerra. Tutto ad
ovest di Brcko era in pericolo e poteva essere perduto. Quindi anche se
si è critici su Dayton non può essere considerato un totale fallimento.
Gli accordi di Kumanovo furono molto sfavorevoli perché significano il
completo ritiro dal Kosovo. Questi accordi si basano sul fatto che il
Kosovo è parte della Jugoslavia ma non della Serbia. E questo de-jure e
non de-facto. Vennero in un momento in cui la NATO non aveva molte
possibilità. Chiaramente in un breve periodo la guerra doveva finire.
Quindi, secondo me sarebbe stato meglio resistere altri dieci giorni che
firmare. Ma non posso esserne sicuro perché ciò dipende se la NATO e gli
USA erano in grado di continuare la distruzione del paese. In dieci
giorni avrebbero distrutto parecchio, come le centrali idroelettriche
che non erano ancora state attaccate. Mi sembra che la maggioranza della
gente che è stata così risoluta nella difesa del paese cominciò ad
essere esausta a quei tempi.



(CLI) Come si sono sviluppate le relazioni tra Kostunica e Djindjic
giacché è ovvio che il DOS è riuscito a vincere grazie alla retorica
nazionalista di Kostunica mentre l’uomo forte del DOS è Djindjic che
oltretutto è un agente dell’occidente?



(MARKOVIC) In base alle precedenti classificazioni Kostunica e Djindjic
appartengono a due differenti settori politici. E’ vero che Kostunica
era la sola persona in grado di vincere le elezioni. E’ stata una mossa
molto astuta degli Stati Uniti. Lo imposero come leader dell’opposizione
perché gli altri non l’avevano mai accettato. Era conosciuto come un
uomo onesto, considerato un nazionalista serbo, si era fortemente
opposto all’aggressione NATO ed ai bombardamenti ed aveva anche
dichiarato che il tribunale dell’Aja non era un istituzione legale e che
non avrebbe mai fatto estradare Milosevic. Tutto ciò è molto diverso dai
discorsi di Djindjic e sin dal principio ci furono dei contrasti tra di
loro che divennero pubblici nei giorni immediatamente successivi al
cinque ottobre, quando Djindjic nominò un suo amico a capo della dogana
e Kostunica si oppose finché l’uomo se ne andò. Ci sono molti altri
episodi simili, come quello sul prossimo primo ministro o sul
governatore della banca della federazione o ancora del ministro degli
esteri. Spesso prevale Kostunica, alcune volte Djindjic. Si pensa che i
contrasti tra i due continueranno. Djindjic è molto ben visto dagli
europei, ma non dagli americani che lo ritengono un uomo della Germania
anche perché li è stato educato.Ma d’altro canto loro hanno in grande
considerazione Kostunica che difficilmente sulla stampa americana è
definito nazionalista, critico verso gli USA e non desideroso di
collaborare con il tribunale dell’Aja (è solito dire che non è una sua
priorità).
Le mie sensazioni subito dopo il cinque ottobre erano che Kostunica non
sarebbe stato tollerato a lungo dagli americani, forse solo un paio di
mesi. Lui stesso dice che non ci metterà più di un anno ad apportare dei
cambiamenti.



(CLI) Mettiamola così: non è stata una vera e propria controrivoluzione
come in Russia, ma ci sono ancora degli equilibri. Per fermare Djindjic
Kostunica è obbligato a contare sul supporto parziale dell’SPS. Sta
facendo l’arbitro tra l’SPS da una parte e le forze pro occidente
dall’altra.



(MARKOVIC) Beh, non c’è per niente equilibrio. Speravamo che ci fosse
equilibrio perché c’era una coalizione socialista di Serbia e Montenegro
tanto che pensavamo di aver vinto le elezioni federali. Ma poi i
socialisti montenegrini si sono accordati con il DOS. Così ci siamo
ritrovati fuori dal governo federale, mentre potevamo avere il controllo
del governo Serbo tramite il parlamento. Poi Milutinovic, il presidente
della repubblica, fece anch’egli un patto con il DOS. Probabilmente
l’hanno ricattato conoscendo qualcosa riguardo le origini delle sue
ricchezze. Gli hanno permesso di restare alla presidenza della
repubblica e lui in cambio ha indetto nuove elezioni per il 23 dicembre
al posto che l’anno prossimo. Benché non siano ancora arrivati molti
aiuti stranieri e la gente comincia a risentire della terapia d’urto,
anche se il DOS perderà molti voti, le elezioni verranno troppo presto
per noi.



(CLI) Pensa che l’esercito, che ha una grande reputazione per la sua
eroica difesa della patria, sia passato totalmente nelle mani del nemico
o al suo interno ci sono ancora forze patriottiche e di sinistra?



(MARKOVIC) Sicuro! Ci sono ancora molti patrioti educati con spirito
socialista nell’esercito. Quanti ne siano restati è un'altra questione.
Kostunica non ha permesso i cambiamenti che Djindjic voleva apportare
all’esercito, ha insistito che nessun cambiamento riguardasse esercito e
polizia. Il cuore dell’esercito rimane a sinistra ma non si sa cosa è
successo a Pavkovic che era enormemente famoso. Fu promosso da Milosevic
ma non ha fatto nulla il cinque ottobre anche se disse di averci
provato.Non sappiamo quanto questo sia vero ma chiaramente ha cercato di
sopravvivere ed ora è un fedelissimo di Kostunica.



(CLI) Pensa che la Jugoslavia e l’SPS sì “evolveranno” in elementi del
nuovo ordine mondiale come negli altri paesi est europei e partiti un
tempo al governo o rimarrà un elemento antagonista?



(MARKOVIC) Ovviamente rimarrà un elemento antagonista. Il popolo non è
pronto a dimenticare cosa ha fatto la NATO ed è avverso all’idea di
nuovo ordine mondiale. Interessante in questo senso è stata la reazione
di Kostunica ai tentativi di normalizzazione portati avanti dagli USA.
Madeleine Albright voleva incontrare ad ogni costo Kostunica, ma lui non
volle e tentò di rimandare più a lungo possibile. Ora il comportamento
di Kostunica è buono, anche se con qualche eccezione. Ho visto il suo
comizio di ieri a Zabreb: nessun sentimento di vendetta, nessuna parola
contro Milosevic. Ha criticato invece l’occidente, sia europeo sia
americano. Se durerà si può supporre che potrebbe evolversi come un
sostenitore dei socialisti. Purtroppo il suo passato è sempre stato di
destra ed è stata proprio questa la sua forza contro le altre
opposizioni: lui è sempre stato lo stesso, un borghese liberale.



(CLI) Qual è il suo parere riguardo le forze di sinistra ed
antimperialiste dopo che si è costatato che l’SPS non potrà recuperare
questo spirito?



(MARKOVIC) L’SPS lo recupererà presto. Non credo che sarà permesso a
Milosevic di continuare a guidare il partito. Con la sua fuoriuscita le
cose cambieranno. Lui è un leader carismatico. Ieri l’altro metà del
congresso era contro di lui ma ieri in qualche modo è riuscito a vincere
di nuovo con un sostegno totale. Un problema è che Milosevic può essere
preso in considerazione solo in coppia con sua moglie che è immensamente
impopolare ed odiata. Perciò avrà vita breve. Ma l’idea socialista non
sarà abbandonata come è successo in altri paesi. Qui ha radici profonde.
In milioni hanno partecipato alla guerra di liberazione ed anche prima
c’era una grande tradizione.



Belgrado, 26 Ottobre 2000

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