Si vedano anche le foto al link dell'articolo originale (in lingua norvegese):


Noen av krigens grusomme dødsleirer var på norsk jord
TROMSØ (Aftenposten.no): 400 nordmenn var fangevoktere sammen med tyske SS, og mange av dem overgikk SS i brutalitet og drap.
Ole Magnus Rapp - Publisert: 15.nov. 2012 23:39 Oppdatert: 16.nov. 2012 12:23

Titolo dell'articolo: 

"Alcuni dei più crudeli campi di concentramento si trovarono in suolo norvegese"

Parti salienti:

Su oltre 4000 prigionieri politici jugoslavi, 1600 sopravvissero.
Nei campi di Narvik e Karasjok (al nord) oltre l'80% degli jugoslavi lì internati morì. Il più giovane aveva 15 anni. Questi furono campi di sterminio all'altezza di quelli in Polonia.
Oltre alle SS che comandavano i campi del nord, c'erano 400 guardie norvegesi che spesso superavano le SS in brutalità, arrivando spesso ad uccidere i prigionieri a sangue freddo. In genere nel dopoguerra furono condannati a pene detentive di medio-lunga durata (spesso 12 anni), che vennero presto (nel 1948) dimezzate. A rendere i processi più difficili furono la nutrita presenza di ex membri del Nasjonal Samling (il partito collaborazionista di Quisling, ndt) tra gli avvocati degli imputati.
La notte tra il 17 e 18 luglio 1942 avvenne il più grande massacro su suolo norvegese della storia. Nel campo di Beisfjord vicino a Narvik 278 prigionieri jugoslavi vennero arsi vivi o mitragliati, quando le SS dettero fuoco alla baracca dei malati, che credettero fosse infestata di tifo.
Il primo a parlarne fu il professor Nils Christie alla sua tesi di laurea nel 1952, che ricevette pochissima attenzione. 'Era troppo difficile per la nostra società credere che cose del genere fossero accadute anche qui da noi. Col tempo ho capito che in Norvegia non c'era interesse per questo tema' disse Christie, che nel 1972 pubblicò anche un libro in merito, il quale ricevette anch'esso poca attenzione.

(a cura di A. Degobbis)