Il nostro terrorismo contro la Siria

1) Siria, esplosioni a catena nel cuore di Damasco: decine di morti
2) Ecco come il ministro Terzi fomenta la guerra in Siria
3) Siria: appello del Partito Comunista Unificato sulle gravi conseguenze dell'ingerenza imperialista


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http://www.corriere.it/esteri/13_febbraio_21/siria-damasco-attentato_4d1e8f78-7c0e-11e2-9e78-60bc36ab9097.shtml

Siria, esplosioni a catena nel cuore di Damasco

Colpita caserma vicino al quartier generale di Assad 
Decine di morti, danni anche all'ambasciata russa


Esplosioni a catena giovedì mattina a Damasco. Decine di persone sono rimaste uccise.

IN CENTRO - Nel cuore di Damasco è scoppiata un'autobomba che ha causato la morte di 53 persone, in gran parte civili. E oltre 237 feriti, di cui molti in gravi condizioni. Tra loro anche studenti di una vicina scuola. Subito dopo, due colpi di mortaio sono piovuti su una caserma dell'esercito, nei pressi del quartier generale del partito Baath del presidente Assad. Anche l'ambasciata russa a Damasco è rimasta danneggiata, con i vetri andati in frantumi. Altre esplosioni in serie sono avvenute a breve distanza l'una dall'altra anche nei quartieri periferici.

TRATTATIVE - Intanto la Coalizione nazionale siriana, il principale organo dell'opposizione, è disposta a negoziare un accordo di pace per mettere fine alla sanguinosa crisi nel Paese, ma ritiene che il presidente Bashar al-Assad non possa far parte di alcuna ipotesi di accordo. È quanto enunciato in un documento che sarà discusso nella riunione dell'organismo, che prende il via al Cairo. Il comunicato non chiede la rimozione di Assad e ha toni più morbidi rispetto ai precedenti in cui si chiedeva l'allontamento del presidente come precondizione per qualsiasi tipo di negoziato. Il documento, che sarà discusso nella «due giorni» di lavori, aggiunge comunque che Assad e i suoi accoliti [SIC! SIC!] debbono rispondere del bagno di sangue e che qualsiasi tipo di accordo debba realizzarsi sotto gli auspici di Usa e Russia.

DAL QATAR 100 MILIONI A OPPOSIZIONE - Giovedì mattina arriva anche la notizia che il Qatar ha consegnato 100 milioni di dollari all'opposizione siriana affinché venga fornita assistenza umanitaria [SIC! SIC!] alla popolazione. Lo scrive la stampa di Doha.


Redazione Online
21 febbraio 2013


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http://www.sibialiria.org/wordpress/?p=1306

21 febbraio 2013

Ecco come Terzi fomenta la guerra in Siria

di Marinella Correggia

Il ministro italiano dimissionario Terzi come l’emiro del Qatar e il re dell’Arabia Saudita. In prima linea nel fomentare la guerra in Siria e nel boicottare soluzioni negoziali sostenibili. Al Corriere della Sera il responsabile della Farnesina ha dichiarato che ospiterà il prossimo 28 febbraio a Roma la riunione degli “undici paesi più coinvolti nella gestione della crisi siriana” (una versione concentrata del gruppone degli “Amici della Siria” riunitosi a Parigi a fine gennaio), più la “Coalizione di Doha”, opposizione  che incorpora una parte degli armati).

Mentre a Damasco un ennesimo attentato terroristico uccide civili in gran numero, Terzi afferma che proporrà  maggiori aiuti militari (“assistenza tecnica, addestramento, formazione”) ai gruppi armati di quell’opposizione che appunto annovera terroristi e jihadisti, guida nei combattimenti. Il 18 febbraio a Bruxelles il Consiglio dei ministri degli Esteri dell’Unione Europea aveva già deciso di rinnovare le sanzioni commerciali e militari contro la Siria (decise nel 2011 in funzione antigovernativa), ma emendandole per fornire all’opposizione un “maggiore supporto non letale” (?) e “assistenza tecnica per la protezione dei civili” (protezione, in realtà, degli armati contro i civili, che sono vittime degli scontri e di attacchi mirati).

Sarà contento il Qatar che giorni fa ha protestato contro la posizione non abbastanza netta dall’Ue. A gennaio l’emiro Al Thani aveva chiesto un intervento militare esterno diretto, per “fermare le uccisioni”. Arabia Saudita e Qatar forniscono armi che passano dai paesi confinanti con la Siria, e secondo il New York Times la maggior parte delle forniture sarebbero finite nelle mani di gruppi jihadisti. Del resto sul terreno questi non sono separabili dai gruppi più graditi a quell’Occidente che “combatte gli islamisti” in Mali e in Afghanistan.

L’Ue ha poi mantenuto ben saldo l’embargo commerciale che contribuisce ad aumentare le sofferenze del popolo siriano preso nella guerra. Una lettera delle suore trappiste siriane pubblicata su Avvenire domenica scorsa parla delle sanzioni come di un’altra guerra, “diretta da grandi potenze e grandi interessi”, una guerra che ha azzerato i posti di lavoro e provocato miseria; “il popolo siriano vuole la sua libertà e i suoi diritti, ma non così, non in questo modo. Così si uccide la speranza, la dignità, e anche la vita fisica di un popolo”.

Comunque l’operato della Farnesina non solo fomenta gli scontri ma sembra violare leggi italiane e internazionali. La legge italiana 185/1990 sul commercio delle armi prevede all'articolo 1 comma 6(a) che l'esportazione, il transito, il trasferimento intracomunitario e l'intermediazione di materiali di armamento sono vietati verso i paesi in stato di conflitto armato (come è la Siria), salvo diverse deliberazioni del Consiglio dei Ministri, da adottare però previo parere delle Camere. Sarà sentito davvero il nuovo Parlamento?

C’è peraltro il rischio che la legge non si applichi se il governo vuole regalare armi, perché non si tratta di vendita da ma “supporto politico”. 

Ma c’è il diritto internazionale. Non solo la Carta dell’Onu impone ai paesi di perseguire politiche estere di pace anziché fomentare guerre,  ma la fornitura di armi e risorse a forze che combattono contro un governo riconosciuto dall’Onu, ha detto al manifesto mesi fa il giurista internazionalista Curtis Doebbler, è illegale ed è una grave violazione del diritto internazionale. Uno stato che sostiene l’uso della violenza contro un altro stato è responsabile sulla base della legge internazionale per il danno arrecato. Si viola il dovere di non ingerenza negli affari interni di altri stati sulla base dell’articolo 2 comma 7 della Carta dell’Onu e l’astensione dall’uso della forza nell’art. 2 comma 4, uno dei principi più importanti del diritto internazionale”. Qualcuno ricordi a Terzi che il 27 giugno 1986 gli Stati Uniti furono condannati dalla Corte internazionale di giustizia dell’Aja per aver violato questi principi in Nicaragua sostenendo gli armati della contra



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http://www.marx21.it/internazionale/medio-oriente-e-nord-africa/21832-siria-appello-del-partito-comunista-unificato-sulle-gravi-conseguenze-dellingerenza-imperialista.html


Come sapete il nostro Paese, la Siria, subisce da oltre venti mesi una guerra scatenata contro di noi da diversi paesi imperialisti ed altri che ruotano attorno ad essi come satelliti. Il loro scopo è distruggere lo stato Siriano che costituisce un ostacolo al piano di costruzione di un grande Medio Oriente, da costruire dopo aver sbriciolato gli Stati della regione, dividendoli in entità più piccole e in costante guerra tra loro, al fine di imporre un dominio assoluto sulle risorse petrolifere e del gas, eliminando inoltre il problema palestinese in una maniera interamente opposta agli interessi del popolo palestinese.

Questi paesi hanno da un lato appoggiato i difetti e gli errori del regime, dall’altro sostenuto i suoi oppositori. I movimenti anti regime erano inizialmente del tutto pacifici. Solo in seguito alcuni di essi si trasformano in movimenti armati, attraverso il sostegno di una vasta rete di alleanze, che include gli Stati Uniti, la Turchia, il Qatar e l’Arabia Saudita.

La Turchia ha occupato la frontiera con la Siria per favorire il contrabbando di armi e l’ingresso di militari e mercenari detti “Jihadisti”. Essi hanno istituito campi di addestramento sostenuti anche dagli alleati. Diversi miliardi di petrodollari americani sono stati dispensati a tale scopo. Si è fatto ricorso ad ogni forma di guerra, anche psicologica, alimentando l’azione di un centinaio di stazioni TV per seminare settarismo e fomentare conflitto etnico in seno al popolo. Infine, i sedicenti Jihadisti si sono messi a distruggere l’economia siriana, attraverso l’embargo economico e le sanzioni. Attacchi armati sono stati scagliati contro i patrimoni pubblici e privati, utilizzando esplosivi e veicoli carichi di esplosivi.

Sono state distrutte e incendiate centrali elettriche e pozzi petroliferi, e taniche per il trasporto del petrolio estratto. Migliaia di tonnellate d’acciaio sono state derubate e trasportate in Turchia grazie al contrabbando. Un migliaio di officine e manifatture sono state sequestrate e i macchinari disassemblati e venduti in Turchia a basso costo. Sono stati attaccati egualmente i progetti di irrigazione e gli allevamenti di animali, i collegamenti ferroviari tra villaggi e città interrotti. Ospedali, scuole e università occupati. Scienziati e medici minacciati, catturati, e a volte assassinati. 

Militari e civili sono stati catturati. Le bande armate hanno posto in essere massacri. I cadaveri gettati nei fiumi. Alcune vittime sono state decapitate, altre mutilate. Questi crimini appartengono al medio evo. Pochi giorni più tardi i criminali pongono in essere una serie di attentati con mezzi carichi di esplosivi in particolare ad Aleppo dove 85 studenti sono stati uccisi e centinaia feriti.

Oggi la Siria è direttamente attaccata dalla Turchia, che ha ammesso pubblicamente di aver fornito ai criminali, assassini provenienti da 20 paesi, ogni sorta di armamenti. 

Queste azioni violano in modo palese il diritto internazionale che interdice a qualunque nazione di utilizzare il proprio territorio per favorire attacchi a Paesi vicini. Noi sappiamo che la Turchia non avrebbe posto in essere tali azioni se non con il sostegno degli Stati Uniti, dei Paesi d’Europa e del Golfo. Ad ogni modo, la Siria sta resistendo all’aggressione, infliggendo pesanti perdite alle bande armate, così che i criminali non sono in grado di raggiungere i propri obiettivi. Ma i Siriani stanno pagando un alto prezzo per la loro resistenza.

La Siria non crede che la soluzione del problema debba essere militare. Al contrario si è pronunciata fina dal suo nascere per una soluzione pacifica e politica attraverso un dialogo nazionale di larghe intese. Nel contempo, gli attacchi armati rendono impraticabile il dialogo ed impossibile la soluzione politica. 

Il governo siriano ha fatto un’importante dichiarazione lanciando una nuova iniziativa pacifica in totale accordo con il diritto internazionale che vieta l’ingerenza negli affari dei paesi confinanti. Le iniziative sottolineano la necessità di riforme democratiche, di una nuova Costituzione a fronte di un patto di unità nazionale tra tutte le forze di Governo e di opposizione. Il Patto sarà incentrato sulla fine delle azioni militari da parte del Governo e per la fine delle infiltrazioni mercenarie in Siria. Sfortunatamente l’iniziativa è stata immediatamente respinta dai gruppi armati terroristici e da parte di coloro che fomentano e incitano al proseguire della violenza e del terrorismo. La situazione ha conosciuto nuovi sviluppi in grado di mutare il corso degli eventi in Siria. Cosa significa l’aggressione da parte di Israele di centri di ricerca presso la frontiera siriana e libanese? Israele ha rivelato i propri obiettivi di manipolazione degli attuali avvenimenti in Siria in funzione dell’apertura di nuovi fronti. Il popolo siriano sta pagando un prezzo altissimo di decine di milioni di civili uccisi. La Siria è oggi esposta ad una catastrofe umanitaria. Oltre tre milioni di cittadini siriani sono fuggiti ed assumono la condizione di rifugiati nei paesi vicini vivendo in condizioni miserabili ed avendo bisogno di cibo e medicinali. Questi rifugiati premono sull’opinione pubblica di USA ed Europa sul Qatar e l’Arabia Saudita al fine di allentare il morso delle sanzioni economiche imposte alla Siria. Inoltre essi chiedono che cessi il sostegno alle bande armate che costituiscono una minaccia non solo per la Siria ma pper un gran numero di regioni nel mondo.

La vostra solidarietà e il vostro sostegno al nostro popolo saranno altamente apprezzati in questa congiuntura, e più ancora rappresentano la prova dell’unità e della solidarietà delle forze rivoluzionarie nel mondo intero.


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