Altre iniziative, per la Giornata della Memoria e non solo

ROMA 26 GENNAIO: DRUG GOJKO
AVIANO (PN) 27 GENNAIO: IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI GONARS 1942-1943
ROMA 30 GENNAIO: ROM E SINTI IN EUROPA. DALLO STERMINIO NAZISTA ALLA DIFFICILE INTEGRAZIONE DI OGGI
MONZA 31 GENNAIO: GONARS 1941-1943. IO ODIO GLI ITALIANI
COMO 1 FEBBRAIO: LAGER ITALIANI. PULIZIA ETNICA E CAMPI DI CONCENTRAMENTO FASCISTI PER CIVILI JUGOSLAVI 1941-1943
MILANO 9 FEBBRAIO: INCONTRO PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA 2014
APPENDICE: PERCHE' NON E' APPROPRIATO IL TERMINE "PORRAJMOS" PER IL GENOCIDIO DEI ROM

vedi anche:

GORIZIA 22 GENNAIO: IL LAGER DI SAN SABBA 
TORINO 26 GENNAIO: LA VALLE DEI SOSPIRI - PER RICORDARE L'OLOCAUSTO ROM
TRIESTE 26 GENNAIO: DAN SPOMINA / IL GIORNO DELLA MEMORIA IN RISIERA DI SAN SABBA

UDINE 29 GENNAIO: CONVEGNO STORICO "I CAMPI DI CONCENTRAMENTO FASCISTI"


=== ROMA 26 GENNAIO ===

http://www.fanfulla.org/event/teatro-drug-gojko-con-pietro-benedetti-regia-elena-mozzetta/

TEATRO | Drug Gojko con Pietro Benedetti regia Elena Mozzetta

Roma 26/01/2014 
ore 21:00, presso: Forte Fanfulla
via Fanfulla da Lodi 5, Roma, RM,00176, Italia

Lo spettacolo Drug Gojko  narra, sottoforma di  monologo, le vicende di Nello Marignoli, classe 1923, gommista viterbese, radiotelegrafista della Marina Militare italiana sul fronte greco-albanese nei giorni intorno all’8 Settembre del 1943 e combattente partigiano nell’Esercito popolare di liberazione jugoslavo. Lo spettacolo che nasce da una ricerca di Pietro Benedetti e si avvale della testimonianza diretta di Marignoli è di notevole interesse per la storia locale, nazionale ed, infine, europea, nel dramma individuale e collettivo della seconda guerra mondiale. Una storia militare, civile e sociale, riassunta nei trascorsi di un artigiano, vulcanizzatore del Novecento rievocata con un innato stile narrativo ed emozionante quanto privo di retorica. 

---

Sullo spettacolo DRUG GOJKO vedi anche: https://www.cnj.it/CULTURA/druggojko.htm


=== AVIANO (PN) 27 GENNAIO ===

Aviano - lunedì 27 gennaio 2014 
alle ore 20.30 presso la Casa dello Studente

CIO’ CHE SI DEVE SAPERE: IL CAMPO DI CONCENTRAMENTO DI GONARS 1942-1943 

conferenza di Alessandra Kersevan 

in occasione degli eventi organizzati dal Comune di Aviano – Commissione cultura e dai “Giovani in Movimento”  - per la Giornata della Memoria 2014.



=== ROMA 30 GENNAIO ===

Rom e Sinti in Europa

Casa della Memoria e della Storia - giovedì 30 gennaio, h. 17:30
ore 10/13 – Rom e Sinti in Europa: dallo sterminio nazista alla difficile integrazione di oggi
Introduzione storica di Irma Staderini (IRSIFAR) sul Porrajmos  

 
il genocidio dimenticato che ha provocato la morte di centinaia di migliaia di zingari nei lager nazisti, con proiezione di brani dal documentario “Porrajmos. Parole in musica” di Fabio Parente, Matteo Parisini, Luca Ricciardi (2010). Intervento della prof.ssa Simona Vannini sulla condizione attuale degli zingari in Europa.

Iniziativa a cura di IRSIFAR per le scuole


=== MONZA 31 GENNAIO ===

Monza - venerdì 31 gennaio 2014 
ore 20.30, presso il teatro Binario 7 in via Turati 

GONARS 1941-1943: IO ODIO GLI ITALIANI
spettacolo teatrale prodotto da La Danza Immobile e a cura di Valentina Paiano. Ingresso €10,00.

A seguire: conferenza di Alessandra Kersevan sul lager di Gonars. 



=== COMO 1 FEBBRAIO ===

Como, sabato 1 febbraio 2014 
alle ore 15.30 presso la Sala della Circoscrizione 1 (quartiere di Albate) in via S.Antonino 4

LAGER ITALIANI. PULIZIA ETNICA E CAMPI DI CONCENTRAMENTO FASCISTI PER CIVILI JUGOSLAVI 1941-1943 
conferenza di Alessandra Kersevan

Evento organizzato dalla sezione ANPI di Como “Perugino Perugini” con la partecipazione dell’Istituto di storia contemporanea “Perretta” di Como.


=== MILANO 9 FEBBRAIO ===

MILANO, DOMENICA 9 FEBBRAIO 2014
ORE 16 - PRESSO LA CASA ROSSA DI VIA MONTELUNGO 2 MILANO
(MM1 fermata TURRO)

GIORNATA DELLA MEMORIA 2014

INCONTRO PUBBLICO CON RELAZIONI DI:
PIERINO MARAZZANI (alcuni recenti testi sulle stragi nazi-fasciste e le deportazioni antisemite)
BRUNO SEGRE
(storico e saggista, testimone oculare)
ROBERTO CENATI
(segretario dell'ANPI di Milano)

con la partecipazione di JEAN TOSCHI MARAZZANI VISCONTI

LA CITTADINANZA E' INVITATA

(organizzano Circolo Giordano Bruno e Casa Rossa)

per info: Pierino Giovanni Marazzani" <pierinogiovannimarazzani @ gmail.com>


=== APPENDICE ===

La Memoria che verra'

di Jovica Jovic - Cari amici, c'è una cosa che da tempo mi fa stare molto male, soprattutto di questo periodo. E non è la salute, non sono i soldi... è quella parola: PORRAJMOS.

Ogni anno, l'ultima settimana di gennaio ci incontriamo, voi a sentirmi e io a suonare, per la Giornata della Memoria, e quella parola ritorna puntuale. Voi, magari, la dite perché l'avete sentita da qualcuno istruito e, come noi Rom, la ripetete perché quello che è accaduto allora fu di una tale violenza, che dopo tutti cercarono un termine per descriverlo. Gli Ebrei trovarono la parola Olocausto, tra i Rom cominciò a diffondersi "porrajmos".

Quello che molti di voi non immaginano, è che la parola nella mia lingua significa STUPRO (si può usare solo per gli organi sessuali), quindi è estremamente violenta, ma del tutto inadatta ed offensiva ad essere pronunciata per descrivere gli stermini della seconda guerra mondiale. Può andare bene per qualcuno di voi, ma io non potrò mai dirla di fronte alle mie figlie, di fronte a una qualsiasi famiglia rom.

Ecco, parlerò a qualcuno di voi, sperando che mi capiate. Tenterò di essere calmo e comprensibile, e per questo devo spiegarvi alcuni termini della mia lingua (i termini in lingua romanés sono stati adattati alla grafia italiana, ndr.) :

  • PORADJOS: donna, apri le gambe.
  • PORAVESLES tu
  • PORAVASLES noi
  • PORAJMOS in tanti, assieme, come fare un'ammucchiata.

Per essere completi, esiste nella nostra lingua anche (due parole staccate) PO RAJMOS, che si può tradurre con "la signorilità", ma è ovvio che questo non ha alcuna relazione con l'uso che si dovrebbe fare della parola.

Quello che ho detto vale per la maggioranza dei Rom e dei Sinti - non pensate che il mio sia un capriccio: ho 60 anni, e sono figlio di una famiglia che ha partecipato alla II guerra mondiale, lì sono morti mio nonno, mio zio e poco dopo mio fratello che aveva contratto il tifo. La storia è raccontata nel libro Niente è più intatto di un cuore spezzato. Per me ricordare oggi quegli anni, usando quella parola, è come mancare di rispetto a loro e ucciderli nuovamente.

Tra i Rom, c'è chi non parla più il romanés, e altri che lo parlano per sentito dire, magari adattandolo alla lingua del paese dove vivono. Anche loro parlano allora di "porajmos" senza sapere di cosa si tratti. A loro non posso rimproverare molto. Ma quando ho parlato di questi miei sentimenti a Rom influenti e di cultura, mi è stato risposto pressappoco così: "Jovica, tu hai ragione. Ma ormai è tardi, è una parola che sta circolando da tempo e quello che tu chiedi non ha un valore pratico, anzi sarebbe anche impopolare". Avrà poco valore e sarà impopolare forse per loro, per me è una questione di rispetto per me e per l'affetto alla mia famiglia.

Con voi gagé le cose non sono andate molto diversamente. Ho scritto a molte persone di cultura, a molti che vivono nel mondo dell'informazione e della divulgazione. Le stesse persone che mi chiamano a suonare. Non ho avuto risposta. Durante i concerti, chiedo che se ne parli, ma non c'è mai il tempo pratico per farlo. Solo Moni Ovadia, durante la presentazione milanese del libro "La meravigliosa vita di Jovica Jovic", che ha scritto con Marco Rovelli, ha rotto infine il muro del silenzio.

Allora che termine usare, mi chiederete? Ultimamente, ho sentito adoperare SAMUDARIPEN, viene dalla parlata dei Rom Khorakhané, significa "totale omicidio". Anche i Rom Abruzzesi hanno un termine simile: MUNDARIPE'. Il termine esatto da adoperare sarebbe BARO MUNDARIMOS LE MANUCHENGO, cioè:

  • BARO = grande
  • MUNDARIMOS = omicidio totale
  • LE MANUCHENGO = dell'umanità.

Si sarebbe potuto dire LE RROMENGO, ma in questo caso si sarebbe reso omaggio solo alle vittime rom, con MANUCHENGO invece io ricordo anche gli Ebrei, gli omosessuali, i Testimoni di Geova...

Questo è tutto. Non mi importa di quanti sono stati zitti sinora, io andrò avanti finché campo a difendere le mie idee e i miei ricordi. Se volete, se avete capito, datemi una mano a far circolare questi pensieri, anche sulla stampa, anche su Facebook, dovunque. E forse, riusciremo assieme a fare un po' di luce, su tutti i defunti uccisi dal razzismo e dal fascismo

Grazie.


(fonte: blog Mahalla - http://networkedblogs.com/SYXnw )