IN KOSMET PIU' MORTE DOPO CHE NON PRIMA DELL'INIZIO DEI BOMBARDAMENTI


Questo articolo di Giuseppe Zaccaria e' stato pubblicato su "La Stampa"
del 17/02/2001.
Ringraziamo Massimo per la segnalazione.

> "LA PACE NON FERMA IL MASSACRO"
> Più sangue nel dopoguerra che nel periodo prebellico
>
> C'è un piccolo dato che forse merita considerazione anche se appare
> quasi come uno scherzo della storia, che per una volta con l'arido
> linguaggio delle statistiche sembra voler soverchiare trombe e
> tromboni delle propagande.
> Dunque la tragica notizia è questa: in Kosovo i "morti di pace" hanno
> superato i "morti di guerra", o meglio coloro in nome dei quali la
> guerra venne proclamata "a scopi umanitari".
> Si tratta di un dato sconvolgente ma incontestabile, a qualsiasi fonte
> ci si rivolga. Le ultime stime provengono dal ministero degli interni
> serbo, che da quando si è trasformato in "democratico" (almeno secondo
> i parametri occidentali) stila periodicamente rapporti contenenti
> numero, identità delle vittime e circostanze delle uccisioni.
> Alla vigilia del 24 marzo '99, quando il presunto massacro di Racak
> stava per trasformarsi in definitivo pretesto per i "bombardamenti
> umanitari", un anno e mezzo di guerriglia degli albanesi contro i
> serbi aveva provocato 1007 morti. Anche quelle furono cifre consegnate
> alla storia, accettate da ogni sorta di fonte (compresa l'OSCE). Ma
> non impedirono che la tragedia avesse luogo.
> Qui si parla di Kosovo e di persone ammazzate : non dunque di punti di
> vista nè di ricostruzioni storiche più o meno parziali. In questo
> momento considerare ciò che accadeva in quei luoghi come guerriglia,
> pulizia etnica, provocazione pagata dagli americani (è la tesi di
> Milosevic) o scontro finale fra civiltà in guerra da secoli avrebbe
> poco senso.
> Piuttosto, i numeri dimostrano come sia giunto il momento di
> ricondurre il discorso alla semplicità dei bilanci ed al linguaggio
> delle cifre.
> Allora: fino al marzo del '99 un anno e mezzo di scontro armato aveva
> provocato 1007 morti (il 58% dei quali di etnia serba, sostengono
> fonti di Belgrado). Quanti sono stati i morti della guerra? E quanti
> quelli della fase successiva, l'era della "ricostruzione"?.
> Quanto alla prima domanda, l'unico riferimento possibile risiede
> ancora in una stima del Tribunale internazionale per i crimini di
> guerra basato all'Aja,che nel amrzo dello scorso anno, valutò le
> vittime kosovare della guerra in Kosovo in 10-11 mila.
> Questa dichiarazione non ha mai trovato supporto, anche perche'
> seguita da un'affermazione ("gente interrata in 550 fosse comuni") mai
> confermata dal mancato ritrovamento delle fosse.
> Se però si considerassero fondate simili stime, la "guerra
> umanitaria"avrebbe provocato direttamente o no - cioè non solo a
> causa dell'intervento NATO, ma soprattutto per via delle reazioni
> serbe- un numero di morti dieci, undici volte superiore a quello che
> avrebbe dovuto giustificare i "bombardamenti umanitari".
> Ma lasciamo da parte il
> passato. ...............................................................................
> Nel Kosovo "pacificato" i morti superano quelli provocati dall'intera
> "pulizia etnica" d'anteguerra. Le ultime cifre già parlavano di 1055
> assassinati e di 1022 feriti, ma tra fonti serbe ed ufficiali della
> NATO c'era discordanza su una quarantina di casi che i serbi
> consideravano "assassinii" e gli atlantici semplici
> "sparizioni"......................................................
> La stupefacente notizia d'oggi sta nel fatto che la pace fa più morti
> della guerra: meglio che il Dopoguerra risulta molto più cruento del
> Pre. Anche senza voler considerare quel che è successo in mezzo.
> Forse mai una pace così costosa in termini di vite e d'interventi
> militari aveva condotto ad un risultato talmente grottesco,
> soprattutto se commisurato all'intensità, al volume ed al costo degli
> interventi di "pacificazione".
> Una stima ancora molto azzardata valuta il costo complessivo delle
> "campagna del Kosovo"in 350 milioni di dollari.......................
> Sulle condizioni economiche della regione non esiste neanche spazio
> per un dibattito: come in Bosnia non è stata riavviata una sola, seria
> attività produttiva, se si escludono poche iniziative-pilota utili
> soprattutto come esempi di facciata.
> Al contrario, tutte le attività collegate ai traffici di droga, di
> armi e di corpi umani stanno vivendo una fioritura fino a tre anni fa
> sconosciuta a tutte le polizie europee. Erano questi gli obiettivi
> della "guerra umanitaria"? Il dibattito è aperto.

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