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DOSSIER UCRAINA ed altri aggiornamenti

0) NEWS + LINKS. Il nostro DOSSIER UCRAINA
1) "L'MH17 è stato colpito da un aereo". Lo scrive la stampa della Malaysia citando analisti Usa (M.G. Bruzzone, La Stampa)
2) Chi parla di terza guerra mondiale? (Giulietto Chiesa)
3) Gli aerei che bombardano Donezk partono dalle basi NATO in Romania
4) Banda Bassotti: “Andiamo in Donbass a portare solidarietà e rompere il blocco mediatico”
5) La "libertà d'informazione" nell'Ucraina golpista / Journalists killed and abducted in Eastern Ukraine


=== 0: NEWS + LINKS ===

Segnaliamo la messa online di un nostro dossier con link, foto e video sulla escalation della crisi Ucraina:

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Dalla pagina FB "Con l'Ucraina antifascista", 13/8/2014 - https://www.facebook.com/ucrainaantifascista/
Aleksandr Stefanovskij, membro del Partito Comunista della Federazione Russa, è caduto il 5 agosto nei pressi di Lugansk, dove si trovava a combattere come volontario per aiutare le milizie popolari grazie alla sua esperienza in Cecenia. La morte di Aleksandr è stata comunicata oggi dall'ufficio stampa del PCFR. Aleksandr lascia moglie e tre figli.

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Pioggia di bombe su Donetsk: uccisi 74 civili (Marco Santopadre, 14 Agosto 2014)

The fascist atrocities in east Ukraine and the fraud of “humanitarian” war (By Alex Lantier / WSWS, 14 August 2014)

Dichiarazione del Dipartimento Sinodale per l’Informazione in relazione all’uccisione di un sacerdote ortodosso e alle minacce alla pace religiosa in Ucraina (14/8/2014)

Bulgarian government commits itself to more aggressive policy against Moscow (By Markus Salzman / WSWS, 14 August 2014)

Donetsk: guerriglieri intercettano e distruggono convoglio neonazista (Marco Santopadre, 13 Agosto 2014)

Srbija, Vučić najavio: Kazna za ratni turizam (Miloš Teodorović, 13.08.2014)
http://www.slobodnaevropa.org/content/vucic-najavio-kazna-za-ratni-turizam/26528993.html

Quando il male sorride (Nicolai Lilin, 12 agosto 2014)
http://lilin.blogautore.espresso.repubblica.it/2014/08/12/quando-il-male-sorride/

Mosca sfida Ue e Usa e invia convoglio umanitario in Donbass
Marco Santopadre, 12 Agosto 2014 
http://contropiano.org/internazionale/item/25746-mosca-sfida-ue-e-usa-e-invia-convoglio-umanitario-in-donbass

Peskov: la Russia utilizzerà tutte le possibilità per una decisione del WTO riguardo le sanzioni straniere (12/8/2014)
http://comunicati.russia.it/peskov-la-russia-utilizzera-tutte-le-possibilita-per-una-decisione-del-wto-riguardo-le-sanzioni-straniere.html

In Russia si ricordano i marinai vittime del "Kursk" (12/8/2014)
http://comunicati.russia.it/in-russia-si-ricordano-i-marinai-vittime-del-kursk.html

US-backed Ukrainian regime shells civilians in Donetsk, Luhansk (WSWS, 12/8/2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/08/12/dolu-a12.html

Kiev deploys fascist militias against Donetsk (Niles Williamson / WSWS, 12 August 2014)
http://www.wsws.org/en/articles/2014/08/12/udfm-a12.html

Ukrainian National Guard to get squadron of drones (Interfax-Ukraine, August 11, 2014)
http://en.interfax.com.ua/news/general/217752.html

Army to continue advancement in east Ukraine, residents should leave - NSDC (Interfax-Ukraine, August 11, 2014)
http://en.interfax.com.ua/news/general/217827.html

Some 250,000 Luhansk residents have no power for two weeks, city has no food, medication, fuel supplies (Interfax-Ukraine, August 11, 2014)
http://en.interfax.com.ua/news/general/217799.html

Gunfire, explosions heard in Donetsk (Interfax-Ukraine, August 11, 2014)
http://en.interfax.com.ua/news/general/217804.html

PM Yatseniuk: Some 50,000 military participate in ATO (Ukrinform, August 11, 2014)
http://www.ukrinform.ua/eng/news/pm_yatseniuk_some_50000_military_participate_in_ato_325180

Three planeloads of Ukrainian Jews expected in coming weeks (By SAM SOKOL, 08/10/2014)
http://www.jpost.com/Jewish-World/Three-planeloads-of-Ukrainian-Jews-expected-in-coming-weeks-370680

--- VIDEOS:

Pandora TV Speciale – Perché la Russia non deve intervenire in Ucraina
Quello che vedete è un pezzo di propaganda, per giunta fatta bene. Si rivolge a un pubblico di nazionalisti russi (milioni di spettatori), ma colpisce anche chi non è il destinatario diretto. Mentre Obama e Cameron aizzano alla russofobia, in Russia si dice ai nazionalisti: “non diffondete il panico!”
La banda di avventurieri che massacra i russi d’Ucraina rischia di trascinarci tutti in guerra. Questa è la posta in gioco…
http://www.pandoratv.it/?p=1587
VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=u8LcSHWQJKw

Ukraine Crisis: Death and destruction continues in Eastern Ukraine
27/lug/2014 - Extensive war crimes in Donbass from July 2 to July 24, 2014. Kiev's warmongers/Zionists continue genocide of civilian population and deliberate destruction of Eastern Ukraine's infrastructure - schools, hospitals, kindergartens, power plants, train stations, factories, etc. The majority of the footage and interviews you will see in this documentary film have never been shown on TV…
VIDEO: https://www.youtube.com/v/NE18iPQ1Euk


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http://www.lastampa.it/2014/08/12/blogs/underblog/lmh-stato-colpito-da-un-aereo-lo-scrive-la-stampa-della-malaysia-citando-analisti-usa-YqIvBk8AmzrC4WavpYOgeN/pagina.html

12/08/2014

"L'MH17 è stato colpito da un aereo". Lo scrive la stampa della Malaysia citando analisti Usa. 

MARIA GRAZIA BRUZZONE  @MAR__BRU

 

  “Analisti Usa concludono che l’MH 17 è stato buttato giù da un aereo”: così titola un articolo  a firma Haris Hussain apparso il 7 agosto sul News Straits Times Online, non un blog ma il  primo giornale in lingua inglese della Malaysia e il principale del sud est asiatico. Dato lo stretto controllo sui media, l’articolo sembrerebbe avere l’avallo del governo che peraltro, nello stesso giorno, attraverso il ministro dei Trasporti Liow Tion Lai annunciava che un report preliminare sul disastro del 17 luglio scorso in cui sono morte 298 persone dovrebbe uscire in settimana.  

  

“Analisti dell’ intelligence degli Stati Uniti hanno già concluso che il volo MH17 è stato abbattuto da un missile aria-aria e che il governo ucraino ha a che vedere con la faccenda.  Ciò corrobora la teoria che va emergendo tra gli investigatori locali secondo la quale il Boeing 777-200 è stato colpito da un missile aria-aria e poi e finito con il cannone di bordo di un caccia che gli stava dietro”, esordisce il post. Che continua: “L’esercito russo ha presentato immagini e dati dettagliati che mostrano un caccia Sukhoi-25 in coda al Boeing MH 17 prima del crash. Il regime di Kiev tuttavia nega che vi fossero caccia in volo”.  

  

Un’accusa netta nei confronti di Kiev, e una versione che contraddice in pieno la narrazione dei media occidentali che, sull’onda delle dichiarazioni dell’amministrazione americana, hanno quasi immediatamente parlato di un missile terra-aria lanciato dai “ribelli” separatisti dell’Est Ucraina e accusato senza mezzi termini il presidente russo Valadimir Putin, pur senza presentare alcuna prova. Anzi.  

  

La sollecitazione di Mosca del 20 luglio di un’inchiesta internazionale con la supervisione dell’ ICAO – International Civil Aviation Organization – è stata lasciata cadere. Né ha avuto risposta la pubblica richiesta fatta agli americani dai militari russi di mostrare le foto e i dati di un loro satellite, che quel fatidico pomeriggio transitava proprio su quell’area parte, a quanto risulta.   

  

Da parte loro i militari russi già il 21 luglio mostravano immagini satellitari e tracciati radar che provano la presenza di almeno un caccia ucraino Sukhoi-25 in volo a 3-5 km di distanza dal MH17. Presenza che può essere confermata dai video del centro di controllo di Rostov, sostenevano.   

  

Un’evidenza che oggi verrebbe comprovata, secondo il giornale di Singapore.   Che cita una serie di fonti.  

  

1. Una è la testimonianza di un monitor dell’OSCE canadese-ucraino, Michael Bociurkiw che, grazie anche al fatto di parlare ucraino e russo, è riuscito ad essere tra i primissimi investigatori ad arrivare sul luogo del disastro, dove i rottami del relitto “erano ancora fumanti”, spiegava la giornalista presentandolo alla tv canadese CBC il 29 luglio (anche qui youtube). Secondo l’intervistato:  

  

  “C’erano due o tre pezzi di fusoliera letteralmente crivellati da quel che sembra essere il fuoco di una mitragliatrice, un fuoco di mitragliatrice molto molto forte” .  

  

2. Le sue parole sono sembrate confermare le affermazioni del tedesco Peter Haisenko, pilota della Lufthansa in pensione, che ha analizzato con molta attenzione le fotografie del relitto cercate pazientemente sul web subito dopo il crash.  Concludendo che i pannelli della cabina di pilotaggio sono stati attraversati da proiettili di mitragliatrice provenienti sia da destra che da sinistra, come proverebbero i fori di entrata e uscita su entrambi i lati.  Un’osservazione che nessun altro aveva fatto prima di lui e che porta ad escludere un missile sparato dal basso – riferisce il giornale malaysiano.  

  

Nel post in inglese del blog The Slog su Haisenko   ( qui l’originale in tedesco/inglese, del 24/7) – che ha twittato subito le sue “scoperte” – si cita anche la testimonianza di Berdn Biederman, colonello in pensioneoriginario della Germania Est, specialista di missili, familiare con la tecnologia russa e sovietica. “Il boeing non può essere stato abbattuto da un missile terra-aria”. Si sarebbe incendiato immediatamente in volo, perché anche solo una singola scheggia di quel tipo di missile contiene una quantità di energia cinetica enorme (sintetizziamo aprossimativamente), mentre l’MH17 ha preso fuoco toccando il suolo entrando in contatto col combustibile. Alla fine il post osserva che sul web cominciano ad apparire articoli controcorrente, effetto del “malumore (e della stanchezza) di Angela Merkel per l’incessante propaganda Usa nei confronti dell’agenda energetica tedesca…e del tentativo di creare un blocco alternativo a quello americano”. Sarà vero?  

  

I fori sul relitto sarebbero compatibili con le mitragliatrici da 30mm di cui sono dotati i Su-25 ma il fatto che sembrino essere entrati e usciti da entrambi i lati   farebbero pensare a due jet – non uno solo - alle costole del Boeing 777-200malaysiano.  Come del resto ha raccontato a caldo un controllore di volo spagnolo ma al lavoro all’aeroporto di Kiev. Sollevato dall’incarico subito dopo il crash, così come le registrazioni radar, ha raccontato,   sarebbero state immediatamente requisite. Vedi questo post del sito canadese Global Research , che a tutte le tappe della vicenda ha dedicato vari articoli , in calce l’elenco.  

  

Lo stesso post – firmato dallo storico-investigativo (sic) Eric Zuesse riferisce che secondo il Financial Times quelle foto – qui dei campioni  in rete – sarebbero al contrario compatibili con un missile terra-aria.  

  

Ma precisa che le foto del frammento di carlinga tirate giù dal web da Haisenko – una in particolare - è stata poirimossa da Internet.   Così come sono state subito sequestrate le registrazioni della torre di controllo. Lo ricorda anche il giornale di Singapore, che ha intervistato l’ambasciatore ucraino in Malaysia Igor Humenniy, che ha risposto: “ Non ci sono prove che i nastri stai stati confiscati dallo SBU – i Servizi di Kiev. L’ho letto sul giornale”. Dopo di che ha detto di non sapere dove siano quei nastri, se sono stati consegnati o meno agli autori dell’indagine tecnica sul disastro.  

  

3. La terza citazione del News Straits Times è un interessante articolo postato il 3 agosto suConsortiumNews.comda Robert Parry,  noto giornalista investigativo americano già reporter dell’Associated Press che ha avuto modo di sentire direttamente esponenti della Intelligence Community, sia pure sotto anonimato.
 

 
Secondo Parry, “ Al contrario di quanto afferma pubblicamente l’amministrazione Obama, alcuni analisti dell’Intelligence americana hanno concluso che i ribelli e la Russia non possano verosimilmente essere   incolpati e che la colpa sia invece da attribuire a forze del governo ucraino - secondo la fonte sentita su questi temi” .  

  

“ Questo giudizio è basato largamente sull’assenza di prove da parte del governo americano che la Russia abbia fornito ai ribelli il sistema missilistico anti aereo Buk, indispensabile per colpire un aereo civile a 33.000 piedi, ha spiegato la fonte”, aggiunge Parry, che si era già occupato della vicenda in un post del 20 luglio, tre giorni dopo il fatto, e poi ancora il 22. Già allora sorpreso dalla mancanza di prove di cui nessun collega sembrava curarsi.  

  

“Nessun giornalista domanda cosa mostrano le immagini satellitari”di fronte alla crescente “isteria” contro i ribelli russo-ucraini e Putin – osservava nel primo post - biasimando la stessa “assenza di sano scetticismo professionale riscontrata sull’Irak, la Siria e altrove”. “ Ci saranno anche dei limiti a quel che i satelliti vedono, ma i missili del sistema Buk sono lunghi 16 piedi (circa 5 metri), le batterie sono montate su un camion, e quel pomeriggio la visibilità era ottima”.  

  

Di qui la cautela dell’ intelligence, a cui non fa riscontro la stessa prudenza da parte dell’amministrazione Obama, del segretario di stato Kerry e dello stesso presidente, aggiunge Parry.  

  

  Se gli analisti dell’intelligence hanno ragione e non sono da incolpare ribelli e Russia, il sospetto non può che cadere su i militari del governo Ucrainoi soli a possedere le batterie di Buk – come risulta all’intelligence.    

  

“ L’ipotesi di lavoro degli analisti Usa, riferisce Parry, è che una batteria Buk di missili SA-11 e uno o più aerei militari abbiano potuto operare insieme andando a caccia di quello che credevano fosse un aereo russo, forse addirittura l’aereo presidenziale che riportava in patria Putin dal Sud America, secondo una fonte” (in effetti  Putin ritornava da un incontro coi paesi BRICS Belo Horizonte, la coincidenza è sottolineata anche da Haisenko).  

  

  La fonte dell'Intelligence “non punta il dito sui vertici del governo di Kiev, il presidente Poroshenko o il primo ministro Yatsenyuk”, precisa Parry. Suggerisce che “ l’attacco può essere stato il lavoro di fazioni estremiste, magari di uno degli oligarchi ucraini con un approccio particolarmente aggressivo verso i ribelli dell’est” . Timoshenko aveva pubblicamente espresso il desiderio di uccidere Putin, ricorda il giornalista.    

  

Il Boeing della Malaysian Airlines che volava da Amsterdam a Kuala Lumpur del resto non avrebbe dovuto essere su quella rotta sopra l’est dell’Ucraina al confine con la Russia, vi era stato dirottato per sfuggire al maltempo. 

  

  Sia l’idea di un errore involontario, ventilata inizialmente, sia quella di un disertore – emersa quando si parlava di immagini satellitari di uomini  in divisa intorno alle batterie di missili SA-11 – sono state abbandonate.L’intelligence è oggi su un’altra pista, quella di un attacco volontario, anche se non sa o non dice di chi.   

  

Parry nei suoi post avanza indirettamente l’ipotesi che le “fazioni estremiste” indicate dall’Intelligence Community siano i neo nazisti di Pravy Sector – “che derivano direttamente dai gruppi che affiancarono le SS di Hitler”, ricorda. In particolare cita Andrei Parubiy, promosso dal nuovo governo ucraino da capo di miliziani decisivi nel buttar giù Yanukovich a segretario dell’importante Consiglio per la Sicurezza e la Difesa.  

  

E se fosse stato davvero Parubiy a organizzare l’attacco a Putin, tramutatosi in tragedia civile? Parry non lo scrive, ma lascia immaginare che uno come lui di una “bravata”   del genere sarebbe stato capace. Ed è un fatto che pochi giorni dopo il crash il primo ministro Yatseniuk – il banchiere, faccia   rispettabile del governo di Kiev, fortemente spinto dall’assistente del segretario di Stato Kerry,  il “falco” neocon Victoria Nuland – ha improvvisamente e inspiegabilmente annunciato le sue dimissioni.  

 
Ma alla fine a dimettersi è stato, pochi giorni fa, proprio Parubiy.  
Potrebbe essere che Yatseniuk non volesse in alcun modo essere messo di mezzo, ma il governo abbia “coperto” la cosa.  

  

  Parry dubita che si verrà mai a capo della faccenda: troppo avanti si è spinta la politica americana nelle sue accuse alla Russia per smentirsi.  E, al contrario di quando gli Stati Uniti accusarono il regime di Assad dell’attacco chimico alla periferia di Damasco, minacciando un intervento in Siria, questa volta non c’è un Putin “moderato” in grado di proporre una via di uscita, come fece il presidente russo offrendo l’arsenale chimico della Siria per disinnescare la miccia.  
  (Qualcuno dice anzi che proprio quella mossa del Kremlino e l’enorme popolarità che dette al presidente  russo, arrivato ad apparire sul NewYorkTimes, avrebbe indispettito una parte dell’ establishment americano, provocando una netta svolta politica, a cui assistiamo).  

  

Negli Stati Uniti si moltiplicano le voci che chiedono chiarezza: dai Veterani dell’Intelligence che hanno rivolto al presidente Obama un memorandum-appello a presentare le prove di un coinvolgimento della Russia. All’anziano senatore Ron Paul, repubblicano libertario noto per le sue idee estreme e scandalose (e per questo mai ripreso dai media), che sul suo sito ha apertamente dichiarato che “gli Stati Uniti stanno nascondendo la verità”. Prontamente ripreso dal sito russo di news RT dove è diventato virale.  
 
E il fatto che la Comunità di Intelligence faccia filtrare certe informazioni che contrno quelle ufficiali ha un significato, una specie di "avviso" al governo statunitense. 
 

  

Il giornalista che a suo tempo svelò tante trame, a cominciare dall’affare Iran-Contras, non è tuttavia ottimista. Critica i comportamenti della politica e ancor più del giornalismo, a suo dire appiattito su quel che i politici vogliono far passare, la “narrazione mainstream”. E avvisa:  

  

  “In passato questo giornalismo sciatto ha condotto al mattatoio di massa dell’Irak e contribuito alle guerre in Sria e Iran. Oggi la posta è molto più alta. Se può essere divertente accumulare disprezzo verso dei “cattivi” designati come Saddam Hussein, Bashar al Hassad , Ali Khamenei, Vladimir Putin, questa avventatezza sta oggi conducendo il mondo verso un momento molto pericoloso,  forse l’ultimo”.  


=== 2 ===

http://contropiano.org/documenti/item/25656-la-guerra-alle-porte-2-chi-parla-di-terza-guerra-mondiale

Chi parla di terza guerra mondiale?

I neocon, tramite Victoria Nuland, volevano fare dell'Ucraina una crisi di valenza internazionale, o addirittura mondiale. Ma perché la fretta? 

di Giulietto Chiesa, mercoledì 6 agosto 2014

Della crisi ucraina ho già scritto a più riprese. La prima cosa che mi colpì, nel momento in cui Viktor Yanukovic fu rovesciato da un colpo di stato plateale, appoggiato patentemente dagli Stati Uniti (meglio dire da loro promosso) con l'attiva partecipazione della Polonia, della Lituania e dell'Estonia, e dei fantocci al potere a Bruxelles, fu la sua apparente inutilità. Perché mettere in atto un golpe se Yanukovic poteva essere tranquillamente tolto di mezzo tra un anno con regolari elezioni?
E altre domande portavano tutte a conclusioni analoghe.
Perché rovesciare il tavolo quando l'Ucraina era già nelle mani degli americani, completamente - Yanukovic o non Yanukovic - da diversi anni? Sicuramente dai tempi della cosiddetta "rivoluzione arancione di Yushenko-Timoshenko? Che consegnarono nelle mani della CIA gli ultimi rimasugli di sovranità nazionale, dopo quelli svenduti dai precedenti presidenti dell'Ucraina "indipendente": Kravchuk e Kuchma?
Perché infine rovesciare Yanukovic quando lo stesso quarto e ultimo presidente dell'Ucraina aveva già venduto il Donbass alla Chevrone alla Shell: la bellezza di quasi 8000 chilometri quadrati di territorio per la durata di 50 anni, un accordo segreto in gran parte valutato 10 miliardi di dollari alla ricerca del gas da scisti bituminosi che avrebbe liberato "per sempre" l'Ucraina dalla dipendenza energetica dall'odiata Russia?
Insomma: Yanukovic - presentato come l'«uomo di Mosca» da tutti i media occidentali - non era poi quel grande amico di Putin.
Perché farlo fuori così brutalmente? Che bisogno c'era? Solo perché non aveva firmato a Vilnius il documento giugulatorio di"associazione" all'Unione Europea? Ma, fino al novembre dell'anno precedente Viktor Yanukovic aveva negoziato, lasciando sperare in un successo europeo totale. Il documento era già pronto, anche se in parte assai segreto. Bastava aspettare qualche mese e sarebbe stato imposto, con le buone o con le cattive.
No, tutti questi interrogativi non avevano risposte adeguate. Doveva esserci qualcos'altro. La fretta con cui Washington aveva premuto, e Varsavia aveva agito ai suoi ordini, indicava qualche altraimpellente necessità.
A me fu subito chiaro che il golpe - non a caso un golpe con lestigmate naziste così visibili -  era diretto non contro Yanukovic, pedina di nessun peso, ma contro la Russia.
neocon, tramite la esecutrice Victoria Nuland, volevano una crisi di valenza internazionale, se non addirittura mondiale. Ma perché la fretta? Perché accelerare lo scontro e portare la NATO praticamente sul portone del Cremlino? Era, in fondo, uno scenario che io stesso avevo previsto sarebbe accaduto. Ma assistevo a un'improvvisa e drammatica accelerazione.  Doveva esserci qualcos'altro a spiegare la fretta. E le dimensioni della rottura che si stava creando. Non si trattava di una crisi regionale, non un episodio passeggero. Le potenziali ripercussioni erano evidenti: uno scontro di portata non minore di quello della crisi dei missili a Cuba del 1962.
Bisognava spiegare il senso e le ragioni dell'accelerazione. Io non sono un economista (lo ripeto sempre per non eccitare le rimostranze degli scopritori dell'aria calda). Non sono neanche un esperto dei sotterfugi della finanza mondiale. Credo poco o nulla ai numeri che arrivano da quella parte, convinto ormai da tempo che sono in gran parte falsi o comunque molto manipolati. Ma tutto il nervosismo che da tempo leggo nei commenti di coloro che dicono d'intendersene (anche perché su quei trucchi ci hanno vissuto e ci vivono), mi ha fatto pensare che qualcosa non funzionava nei ragionamenti sopra esposti. Così mi sono trovato, con qualche sorpresa, in buona compagnia a parlare di "inizio della Terza Guerra Mondiale".
Devo prima di tutto esprimere i miei ringraziamenti a Roberto Savio, ideatore di quel fondamentale bollettino che si chiama "Other News", con sottotitolo esplicativo: "L'informazione che i mercati eliminano". Il primo di agosto "Other News" ha pubblicato una rassegna, che riprende numerosi spunti dal Washington's Blog, così intitolata: «Un gruppo di esperti finanziari ai massimi livelli afferma che la Terza GuerraMondiale è in arrivo, a meno che non la fermiamo». Saccheggerò questa rassegna, che mi pare estremamente istruttiva. In primo luogo i nomi sono effettivamente grossi calibri, a giudicare dalla frequenza con cui i mercati li citano.
Prendiamo per esempio Nouriel Rubini che a gennaio di quest'annotwittava da Davos: «Molti oratori qui paragonano il 2014 con il 1914, quando la Prima Guerra Mondiale esplose e nessuno se l'aspettava. Siamo di fronte a un cigno nero nella forma di una guerra tra Cina e Giappone?» Fuochino. Ma gli fa eco Kile Bass, multimiliardario manager di hedge funds, che prima cita un «influente analista cinese» e poi lo stesso premier giapponese Abe, che «non escludono un confronto militare tra Cina e Giappone». Aggiungendo previsioni molto ben descritte, che, in bocca a un gestore finanziario di quel calibro, non possono essere trascurate. «Miliardi di $ di depositi bancari saranno ristrutturati - ci informa Kile Bass - e milioni di prudenti risparmiatori finanziari perderanno grandi percentuali del loro reale potere d'acquisto esattamente nel momento sbagliato delle loro vite [sempre che ci sia un momento giusto per perdere i propri averi, ndr]. Neanche questa volta il mondo finirà, ma la struttura sociale delle nazioni affluenti sarà posta in acuta tensione e in qualche caso fatta a pezzi. (..) Noi crediamo che la guerra sia un'inevitabile conseguenza dell'attuale situazione economica globale».
Gli fa eco l'ex capo dell'Office for Management and Budget ai tempi di Reagan, David Stockman. Anche per lui lo scontro in atto tra America e Russia condurrà alla terza guerra mondiale. Un po' più generico sulle modalità, ma convinto anche lui che si sta andando verso una "grossa guerra" (a major war) è l'ex analista tecnico di Goldman Sachs, Charles Nenner, che, ora in proprio, vanta tra i suoi clienti numerosi importanti hedge funds, banche, e un certo numero di ricchissimi investitori internazionali. Altrettanto, con qualche variazione, pensano investitori americani di primo piano come James Dines e Marc Faber. Quest'ultimo afferma apertamente che il governo americano comincerà nuove guerre in risposta alla crisi economica in atto. «La prossima cosa che il governo farà per distrarre l'attenzione della gente dalle cattive condizioni economiche - scrive Marc Faber - sarà di cominciare una qualche guerra da qualche parte».
Tutto chiaro, ma allora come mai i giornali e le tv ci dicono che l'America va fortissimo?
Pochi giorni fa Martin Armstrong - un gestore di fondi d'investimenti sovrani multimiliardari - dice la stessa cosa: «Occorre distrarre la gente dall'imminente declino economico». Gli ultimi due pezzi che ha scritto li ha intitolati così: «Andremo in guerra contro la Russia» e «Prepariamoci alla terza guerra mondiale». Non è ben chiaro se tutti questi profeti stiano enunciando prognosi sincere o siano semplicemente festeggiando in anticipo i futuri successi economico-finanziari che si aspettano dalla guerra, essendo evidente, da sempre, che le guerre ingrassano prima di tutto i banchieri e poi i produttori di armi. Ma l'insistenza con cui il tema viene sollevato indica comunque che il puzzo di bruciato tutti costoro lo sentono in anticipo.
Altri, per esempio la presidentessa del Brasile, Dilma Roussef, osservano che il mondo è attraversato da una «guerra delle valute» che sta diventando globale, cioè di tutti contro tutti. Da non dimenticare che la seconda guerra mondiale arrivò dopo una serie violenta di svalutazioni competitive. Sta accadendo ora la stessa cosa, quando le nazioni svalutano per rendere più competitive le loro merci e per incentivare le esportazioni. E molti si stanno accorgendo che la nuova banca, creata dal BRICS, con capitale iniziale di 100 miliardi di dollari, basata in Cina, costituisce una novità impressionante nel panorama globale, dove un numero crescente di transazioni avviene in yuan, in rubli, invece che in dollari USA. Come scrive Jim Rickards - che nel 2009 partecipò ai primi "giochi di guerra finanziari" organizzati dal Pentagono - c'è il rischio che gli Stati Uniti si trovino "trascinati" in «guerre asimmetriche» di valute, in grado di accrescere le incertezze globali. È evidente che Rickards sta dalla parte americana. Ma, se il Pentagono - e non la Federal Reserve - organizza questo tipo di "giochi" vuol dire che ci siamo già dentro fino al collo e che il loro carattere militare è fuori discussione.
Del resto (questa volta parla il multimiliardario Hugo Salinas Price) «sono molti a chiedersi quali siano state le ragioni vere che hanno portato all'eliminazione di Gheddafi. Egli stava pianificando una valuta pan-africana. La stessa cosa accadde a Saddam Hussein. Gli Stati Uniti non tollerano alcun'altra solida valuta in grado di competere con il dollaro».
Altri mettono il dito sulla crescente scarsità di risorse, soprattutto energetiche. Altri ancora guardano alla Cina come a un avversario bisbetico e sempre più incontrollabile. Forse il protagonista di quella guerra asimmetrica citata da Jim Rickards. Gerald Celente, autore di accurate previsioni finanziarie e geopolitiche da molti anni, va anche lui seccamente alla conclusione: «Una terza guerra mondiale comincerà presto».
Jim Rogers, un altro investitore internazionale miliardario, punta gli occhi sull'Europa: «Se si continua a salvare uno stato dietro l'altro si finirà in un'altra guerra mondiale». Dunque continuiamo a strozzare i popoli europei, con l'obiettivo di evitare la guerra. Un pacifismo molto sospetto, ma comunque allarmato. Ovviamente sarà utile guardarsi da certi "pacifisti".
Ma questa rassegna è utile per capire che l'allarme è in aumento. La Cina, senza fare troppo rumore, fa provvista di risorse, energetiche e territoriali, solo che invece di mandare le proprie cannoniere (non è il tempo), quelle risorse se le compra, con i denari del debito americano.
Putin deve fronteggiare la prima offensiva e non ha tempo da perdere. Tra l'altro un tribunale olandese, senza alcuna autorità o potere, ha decretato che la Russia dovrà pagare 50 miliardi di dollari, più gl'interessi, alla Yukos, cioè a quel bandito di Mikhail Khodorkovskij che la Russia ha scarcerato qualche mese fa con un gesto di distensione verso l'Europa (si noti che il tribunale sedeva nello stesso paese che aveva avuto il più alto numero di vittime nell'abbattimento del Boeing delle linee aeree malaysiane). Sarà stato un caso?
Comunque uno dei più vicini consiglieri di Putin, di fronte alla domanda: cosa farà la Russia di fronte a quella sentenza?, ha risposto stringendosi nelle spalle: «C'è una guerra alle porte in Europa. Lei pensa realmente che una tale decisione abbia qualche importanza?».
Giuridicamente non ce l'ha, ma sarà usata dai centri di comando dell'Occidente per colpire i beni russi all'estero, per sequestrare e congelare conti bancari, proprietà azionarie. Ecco una guerra asimmetrica appena iniziata senza essere stata nemmeno dichiarata.
Un influente settimanale americano ha dedicato la sua copertina a Vladimir Putin, con questo commento: "Il Paria". Un titolo che è, invece, una dichiarazione di guerra. Solo che non e stata pronunciata dal Dipartimento di Stato, bensì dal "ministero della propaganda", cioè dai media occidentali. È stato Paul Craig Roberts a usare questa definizione in un articolo di qualche giorno fa. Chi è Paul Craig Roberts? È stato Assistente Segretario al Tesoro durante la presidenza Reagan, ex editore del Wall Street Journal, considerato dal "Who's Who" americano come uno dei mille pensatori politici più influenti del mondo.  L'articolo era intitolato:"La guerra sta arrivando (War is Coming)".


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http://comunicati.russia.it/gli-aerei-che-bombardano-donezk-partono-dalle-basi-nato-in-romania.html

Gli aerei che bombardano Donezk partono dalle basi NATO in Romania


13 agosto 2014

Cacciabombardieri che hanno bombardato obiettivi civili in Ucraina orientale e che volano con contrassegni dell'aviazione ucraina, sono stati associati alle basi militari aeree che si trovano in Romania e Moldavia e possono essere pilotati da piloti polacchi e israeliani.
 
Un giornalista canadese, Geoffrey West, lavorando con gruppi di informatori delle reti sociali ha notato che "un certo numero di aerei militari" sorvolando lo spazio aereo ucraino, si levano in volo dalle basi NATO e da altre strutture. "Giovedì ho scoperto in un monitoraggio di un sito web ... che erano elencati è una serie di voli" senza sigla identificativa "nell'area di Ucraina / Mar Nero. Il mio amico mi ha fatto notare che si sono alzati dall'area di Bucarest. Avevo già notato che erano vicini a Chisinau in  Moldavia ".
 
E' più che un tentativo di evitare il rilevamento da parte del radar della difesa aerea russa, in grado di avvisare i separatisti filo-russi che si oppongono alla giunta di Kiev. Si tratta di una grave violazione del diritto internazionale e della sovranità nazionale degli Stati membri così come l'uso non autorizzato delle forze NATO, alcune delle quali sono sotto il diretto comando del generale Breedlove, una guerra terroristica clandestina contro i civili, molti dei quali con passaporto russo
 
Questa settimana, due cacciabombardieri Su-25 sono stati abbattuti sopra l'Ucraina dopo un bombardamento con bombe al fosforo bianco di una piccola città nella regione filo-russa dell'Ucraina orientale. C'è una parte più interessante e spaventosa di questo attacco.
 
Gli aerei coinvolti nell'attacco sono partiti dalle basi in Ucraina, ma da basi in Romania e sono stati visti all'interno del radar nei pressi della base aerea americana. L'Agenzia informativa NBC ha utilizzato i siti web del monitoraggio radar per verificare la loro versione sull'aereo abbattuto MH17, ma le immagini fatte dal satellite militare degli Stati Uniti, confermate solo in base alla distanza di 25 miglia, hanno anche mostrato tutte le operazioni missilitiche controllate dalla giunta di Kiev nella regione.
 
Nei fatti nel briefing informativo il Pentagono ha suggerito che l'antiaerea della giunta è stata sabotata "e poi sabotata una seconda volta" - un'ipotesi stravagante, che supera ogni teoria del complotto.
 
Gli Stati Uniti hanno scorte di armi illegali in tutto il mondo, alcune delle quali sono convenientemente situate per l'impiego contro obiettivi civili in Ucraina. La scorta di armi immagazzinate negli Stati Uniti per Israele, è stata significativamente impoverita negli attacchi contro insediamenti civili nella Striscia di Gaza.
 
Altri centri di stoccaggio armi si trovano in Italia ad Aviano, Camp Darby negli Stati Uniti, (Leghorn army) Depot nei pressi di Pisa in Italia, nella base di Diego Garcia nell'Oceano Indiano e nella base aerea MK in Romania. Nella rivista "Stripes and Stars" il maggiore generale John O'Connor, comandante del Comando Air 21, ha delineato in questo modola base in Romania: "Questo è il posto perfetto per noi in termini di possibilità".
 
Gli Stati Uniti ha costruito 85 edifici che possono ospitare circa 1.500 persone presso la base aerea MK, ha detto O'Connor. Iniziando dal 21 dicembre l'infrastruttura è stata ampliata per ospitare fino a 2.000 soldati e 400 comandanti militari che sovraintendono alle operazioni. "Queste operazioni sono concepite principalmente come trasporto truppe, di ritorno dall'Afghanistan" probabilmente in maniera regolare visti gli enormi Boeing C 17 che atterrano e decollano dalla base.
 
Anche in Azerbajzhan si trovano scorte di armi degli Stati Uniti, sono state scaricate nel porto georgiano di Poti dalla USS Grayfer nel giugno 2010 e trasportate secondo fonti georgine, in Azerbajzhan su camion.
 
Sembra abbastanza ragionevole utilizzare le basi al di fuori dell'Ucraina, sia per le armi moderne, il carburante e la manutenzione, così come per i piloti e gli aerei, soprattutto se di provenienza NATO ed "altra". I fatti in base alla testimonianza del radar suggerisce che questo potrebbe essere fatto.
 
http://www.novorossia.su/node/5092


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http://contropiano.org/internazionale/item/25767-andiamo-in-donbass-a-portare-solidarieta-e-rompere-il-blocco-mediatico

“Andiamo in Donbass a portare solidarietà e rompere il blocco mediatico”

Argia*, 13 Agosto 2014

Il gruppo italiano Banda Bassotti ha organizzato la carovana antifascista in Donbass. Sulla scia di questa iniziativa è nata nel Paese Basco l'idea di portare solidarietà in Donbass. La rivista ARGIA ne ha parlato con uno degli organizzatori dell'iniziativa con l'obiettivo di conoscere i dettagli del progetto.


Cosa vi ha portato a organizzare questa iniziativa in Euskal Herria?

Pensiamo sia arrivata l'ora di passare dalle parole ai fatti. Euskal Herria deve riprendere l’iniziativa nel conflitto in Europa. Il primo motivo non è mettere la bandierina di Euskal Herria sulla mappa ma portare la solidarietà diretta in Donbass, fargli sapere che il popolo basco non li lascerà soli. Anche portare sostegno economico, farmaci e aiuto um

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