(english / italiano)

Ucraina, UE: fosse comuni, stupri etnici, cecchini

1) Le fosse comuni di Kiev
2) Nel Donbass rinvenuti i corpi di centinaia di donne stuprate dai paramilitari ucraini
3) Il massacro dei cecchini sul Maidan di Kiev / The “Snipers’ Massacre” on the Maidan in Ukraine
4) I crimini di guerra commessi in Ucraina: VIDEO "Ukraine Crisis: War Crimes/Atrocities committed by Ukrainian Army"


=== 1 ===

LINKS:

PTV News 24 settembre 2014 (IIa edizione) – Scoperte fosse comuni in Ucraina / Sanzioni? contro l’Italia

Ucraina orientale, i filorussi continuano a scoprire fosse comuni (Voce della Russia, 25 settembre 2014)
http://italian.ruvr.ru/news/2014_09_25/Ucraina-orientale-i-filorussi-continuano-a-scoprire-fosse-comuni-9743/

Mass graves reveal torture and executions in eastern Ukraine (By Christoph Dreier / WSWS, 30 September 2014)

Mass graves uncovered as retreating neo-Nazis terrorize southeastern Ukraine (By Greg Butterfield / WW, on October 2, 2014)

---

http://italintermedia.globalist.it/Detail_News_Display?ID=74820&typeb=0&Loid=226&Le-fosse-comuni-di-Kiev

Le fosse comuni di Kiev

Mosca mostra le prove del genocidio compiuto nell'est dell'Ucraina dall'esercito Kiev (che ieri uccide un uomo della Croce Rossa) mentre non si ferma la corsa al riarmo

AdminSito -venerdì 3 ottobre 2014

Sono due le uniche certezze a cui la comunità internazionale oggi può fare riferimento nell'analisi della crisi ucraina. La prima è che la tregua firmata a Minsk lo scorso 5 settembre dai rappresentati dei governi di Kiev e Mosca e dai leader dei ribelli separatisti non hai mai realmente retto. La seconda è che questa guerra civile, che va avanti ormai da sei mesi e che sinora ha causato oltre 3.500 vittime - mandando al collasso l'economia ucraina e mettendo a serio rischio le forniture di gas per tutta l'Europa occidentale - non avrà fine fin quando non si farà chiarezza su una serie di questioni. 
L'ennesima prova si é avuta ieri: un nuovo bombardamento delle truppe governative ha colpito il centro di Donetsk, roccaforte dei miliziani separatisti nell'Ucraina sud-orientale e questa volta oltre a diversi civili é morto anche un operatore svizzero della Croce Rossa, Laurent Etienne Du Pasquiet. Molte responsabilità dunque sono da rideinire, acominciare dal presunto genocidio di cui secondo Mosca si sarebbero macchiate le forze di sicurezza ucraine nell'area del Donbass, tra le regioni di Donetsk e Luhansk.

Il fatto che nell'Ucraina orientale le armi non sono mai state realmente deposte è dimostrato dagli scontri a fuoco che da giorni proseguono senza sosta attorno all'aeroporto di Donetsk. Secondo l'ultimo bilancio fornito dall'esercito ucraino solo nella giornata di ieri, mercoledì 1 ottobre, i morti sono stati circa una dozzina. Nella lista dei caduti non ci sarebbero solo miliziani separatisi ma anche civili, uccisi nel corso di una sparatoria avvenuta nei pressi di una scuola. Le versioni su quanto sta accadendo, come è ovvio che sia in un'area di guerra a cui difficilmente possono accedere giornalisti stranieri, sono diametralmente opposte. L'esercito di Kiev dichiara di avere il pieno controllo dello scalo, mentre i ribelli affermano che la conquista definitiva dell'aeroporto è ormai questione di ore.

Intanto entra nel vivo il procedimento penale avviato da un comitato investigativo incaricato dal Cremlino di indagare sulla presenza di fosse comuni nel Donbass dove i militari dell'esercito di Kiev, in combutta con gruppi della destra ultranazionalista ucraina, avrebbero occultato decine di cadaveri di civili e miliziani russofoni. In cima alla lista degli indagati sono finiti tra gli altri il ministro della Difesa ucraino, Vitaly Geletey e il capo di Stato maggiore delle forze armate di Kiev ,Viktor Muzhenko

Secondo la commissione guidata da Vladimir Markin, ci sono prove inconfutabili che dimostrano la loro responsabilità per l'omicidio di centinaia di persone. Prove che sono state ottenute dalle testimonianze di centinaia di profughi fuggiti dalle zone colpite dal conflitto. Le accuse di Mosca assumono sostanza ogni giorno che passa, considerato che la presenza di almeno tre fosse comuni è stata confermata anche da funzionari dell'OSCE.. Il ministro degli Esteri, Sergei Lavrov dichiara che nella regione del Donesk sono stati esumati più di 400 corpi " E questo con tutta evidenza è un crimine di guerra : adesso speriamo che le capitali occidentali non nascunderanno questo fatto terribile ". 

Sulla questione ucraina è intervenuto ieri nel giorno del suo insediamento il nuovo segretario generale della NATO Jens Stoltenberg, ex primo ministro norvegese succeduto ad Anders Fogh Rasmussen. Stoltenberg ha dichiarato ieri che la NATO è intenzionata a ripristinare legami costruttivi con la Russia, ma solo se Mosca dimostrerà di voler cambiare atteggiamento in Ucraina rimettendosi in linea con il rispetto del diritto internazionale.

Eppure sarà quantomeno complicato per la NATO arrivare a una distensione dei rapporti con il Cremlino se a pochi chilometri dai confini russi continuano ad assembrarsi mezzi e militari degli eserciti dei Paesi alleati. Solo gli Stati Uniti sono pronti a schierare nei territori dei Paesi Baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e in Polonia altri 700 soldati e 20 carri armati M1A1 Abrams, inviati nell'est dell'Europa da una base militare situata nel Texas. Con questa operazione denominata "Ironhorse" viene dato il cambio alle brigate di paracadutisti inviate dagli USA nel marzo scorso dopo l'annessione della Crimea alla Federazione Russa.

Secondo Reuters si tratta della prima volta che gli USA inviano rinforzi corazzati pesanti in Europa dalla fine della Guerra Fredda. Non il modo migliore, insomma, per provare a stemperare gli animi e favorire una soluzione diplomatica del conflitto.

A questo quadro sconfortante si aggiungono i disastrosi effeti delle sanzioni economiche:"Le sanzioni imposte dall'occidente stanno provocando danni immensi a entrambe le parti, invito tutti ad uscire da questa spirale". l' appello proviene da una personalità che ha grande credito sia ad Est che ad Ovest, ovvero l'ex cancelliere tedesco Gerhard Schröder, che é anche un amico di Vladimir Putin e presidwente del consiglio di sorvelianza del gasdotto "South Stream". 

In una conferenza tenuta a Rostock, Schroeder si é rivolto ai 400 partecipanti ad una conferenza sulle relazioni economiche russo-tedesche. "Richiamo la politica europea e quella russa ad uscire fuori dalla spirale di sanzioni economiche sempre più dure, il diallgo rappresenta l'unico modo per ricostruire la fiducia Nel nostro continente la pace e la stabilità possono regnare solo se vi è un forte partenariato con la Russia", ha aggiunto, sottolineando che non si dovrebbe isolare Mosca. Lo scorso aprile, Gerhard Schröder aveva festeggiato il suo 70 ° compleanno in compagnia di Vladimir Putin con un'iniziativa che venne fortemente criticata in Germania, nella crisi ucraina. Schröder inoltre ha adottato due bambini russi. 

(Fonti: Lookout, Agenzie) 

---


3/10/2014

Crisi Ucraina: la finta tregua, le fosse comuni, l’espansione Nato

Le accuse di genocidio. La presenza di almeno tre fosse comuni è stata confermata anche da funzionari dell’Osce

Mosca mostra le prove del genocidio compiuto nell’est dell’Ucraina dall’esercito di Kiev. Il nuovo segretario generale della NATO Stoltenberg prova a minimizzare. L’arrivo di corazzati americani al confine con la Russia fa salire la tensione. A chi serve l’escalation e dove converrà fermarsi

La tregua firmata a Minsk tra Kiev e Mosca e dai leader dei ribelli separatisti non hai mai realmente retto. Un finzione politica utile per consentire a tutte le parti in causa di continuare a fare ciò che volevano con un po’ meno di attenzioni internazionali addosso. Sola certezza in più acquisita da allora, le oltre 3.500 vittime in sei mesi di guerra civile, e il collasso l’economia ucraina che mette a serio rischio le forniture di gas per tutta l’Europa occidentale. Poi il genocidio di cui secondo Mosca si sarebbero macchiate le forze di sicurezza ucraine nell’area del Donbass, tra Donetsk e Luhansk.
Che nell’Ucraina orientale si sia sparato già dal primo giorno di tregua è noto. Come si sa dalla battaglia ininterrotta per il controllo dell’aeroporto di Donetsk. L’esercito di Kiev dichiara di avere il pieno controllo dello scalo, mentre i ribelli affermano che la conquista dell’aeroporto è ormai questione di ore. La sola cosa certa sono le vittime che continuano a salire. Secondo l’esercito ucraino, solo mercoledì 1 ottobre -ultimo comunicato-, i morti sarebbero stati circa una dozzina. Nella lista dei caduti anche dei civili uccisi nel corso di una sparatoria avvenuta vicino a una scuola.
 
Diventa intanto molto più circostanziata ed imbarazzante per Kiev e suoi alleati, l’accusa di stragi. Le accuse di Mosca assumono sostanza ogni giorno che passa, considerato che la presenza di almeno tre fosse comuni è stata confermata anche da funzionari dell’OSCE. Si indaga su sepolture di massa nel Donbass dove i militari dell’esercito di Kiev e i miliziani della destra ultranazionalista ucraina, avrebbero occultato decine di cadaveri di civili e miliziani russofoni. In cima alla lista degli indagati, il ministro della Difesa ucraino Geletey e il capo di Stato maggiore di Kiev Muzhenko.
 
Ma le tensioni vere vengono dal riarmo della Nato ai confini con la Russia. A pochi chilometri dai confini russi stanno concentrandosi mezzi e militari degli eserciti dei Paesi alleati. Esisbizione di forza della Nato. Solo gli Stati Uniti sono pronti a schierare nei Paesi Baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) e in Polonia altri 700 soldati e 20 carri armati Abrams, inviati nell’est dell’Europa da una base militare nel Texas. Operazione “Ironhorse” con cui viene anche dato il cambio alle brigate di paracadutisti inviate dagli USA nel marzo scorso dopo l’annessione della Crimea alla Russia.
Quei carri armati dal Texas: la prima volta che gli USA inviano rinforzi corazzati pesanti in Europa dalla fine della Guerra Fredda. Non il modo migliore per provare a stemperare gli animi e favorire una soluzione diplomatica del conflitto. Ci tenta il nuovo segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, ex primo ministro norvegese succeduto a Fogh Rasmussen. Stoltenberg racconta a Mosca che la Nato è intenzionata a ripristinare legami costruttivi, ma solo se Mosca dimostrerà di voler cambiare atteggiamento in Ucraina rimettendosi in linea con regole internazionali imprecisate.

Ennio Remondino


=== 2 ===


Nel Donbass rinvenuti i corpi di centinaia di donne stuprate dai paramilitari ucraini

31 ottobre 2014

A Krasnoarmeysk, nella regione di Donetsk, durante l'occupazione delle forze di sicurezza ucraine sono scomparse circa 400 donne di età compresa tra i 18 e i 25 anni.
Recentemente in città, dove era dislocato il battaglione "Dnepr-1", e nei sobborghi sono stati trovati 286 corpi di donne: su tutti sono stati rilevati segni di violenza. Lo ha dichiarato il primo ministro del governo separatista di Donetsk Alexander Zakharchenko.


=== 3 ===

IL MASSACRO DEI CECCHINI SUL MAIDAN DI KIEV

Condividiamo questo ottimo documento di indagine realizzato da Ivan Katchanovski, Ricercatore al Dipartimento di Comunicazione dell'Università di Ottawa. 
Il documento è stato presentato presso l'Università di Ottawa il 1° Ottobre 2014. Katchanovski cerca di rispondere a molte delle logiche domande posta da chi si chiede chi ci fosse dietro "il massacro dei cecchini" avvenuto durante gli eventi del Maidan.

https://www.academia.edu/8776021/The_Snipers_Massacre_on_the_Maidan_in_Ukraine

Il documento è inglese ma speriamo possa comunque essere utile a sbugiardare le tante menzogne e le tante verità non dette in proposito anche dai media italiani.

Di seguito riportiamo la parte finale del documento di Katchanovski:

CONCLUSIONI

L'analisi e le prove presentate in questa inchiesta accademica mettono l'Euromaidan ed il conflitto in Ucraina sotto una nuova prospettiva. L'uccisione apparentemente irrazionale dei manifestanti e dei poliziotti avvenuta il 20 febbraio sembra invece essere sensata se vista sotto la prospettiva di chi ha avuto un proprio razionale interesse nel preparare questa azione. Questo include quanto segue: i capi del Maidan hanno guadagnato il potere a seguito della strage ed il presidente Yanukovich e gli altri alti funzionari del governo sono fuggiti da Kiev e poi dall'Ucraina il 21 febbraio 2014, insieme al parallelo ritiro da parte della polizia. 
Gli stessi manifestanti del Maidan venivano mandati sotto il fuoco mortale che arrivava da direzioni inaspettate. Allo stesso modo, i cecchini uccidevano i manifestanti disarmati e prendevano di 
mira i giornalisti stranieri, ma non i leader del Maidan, ne il quartiere generale dell'auto-difesa del Maidan e di Pravy Sektor. 
Mentre tali azioni sono razionalmente dettate dalla scelta di strumentalizzare la situazione, il massacro si è concluso non solo con la perdita di molte vite umane, ma ha anche minato la democrazia, i diritti umani, e lo stato di diritto in Ucraina. 
Il massacro dei manifestanti e della polizia ha rappresentato un rovesciamento violento del governo in Ucraina e una grande barbarie contro i diritti umani. Questo rovesciamento violento non ha costituito un cambiamento democratico del governo. Ha dato inizio a un violento conflitto su larga scala che si è trasformato in una guerra civile nell'Ucraina orientale, ad un intervento russo in sostegno dei separatisti in Crimea e nel Donbass e di fatto ad una distruzione dell'Ucraina. Ha anche portato ad una escalation internazionale con un conflitto tra l'Occidente e la Russia. L'evidenza indica che un'alleanza tra elementi del Maidan e l'estrema destra ucraina è stata utilizzata per compiere l'uccisione di massa sia dei manifestanti che della polizia, mentre il coinvolgimento delle unità speciali di polizia nelle uccisioni di alcuni dei manifestanti non può essere del tutto esclusa sulla base delle evidenze disponibili al pubblico. 
Il nuovo governo che è salito al potere ha in gran parte coperto e falsificato le indagini sul massacro, mentre i media ucraini hanno contribuito a mistificare il fatto. 
L'evidenza indica che l'estrema destra ha avuto un ruolo chiave nel rovesciamento violento del governo in Ucraina. 
Questa indagine accademica porta anche nuove ed importanti questioni che devono essere affrontate.

The “Snipers’ Massacre” on the Maidan in Ukraine 
by Ivan Katchanovski – Paper presented at the Chair of Ukrainian Studies Seminar at the University of Ottawa, Ottawa, October 1, 2014 

---

Vedi anche / see also:

Reuters investigation exposes ‘serious flaws’ in Maidan massacre probe (RT, October 10, 2014)
http://rt.com/news/195004-ukraine-maidan-sniper-investigation/

In Ucraina il cecchino più ricercato dai russi: «Combatto insieme a soldati italiani» [SIC] (Testo e video di Ilaria Morani e Salvatore Garzillo)
http://www.corriere.it/reportage/esteri/2014/cecchino-svedese-ucraina/

Strategia della tensione targata NATO a Kiev / "GLADIO" IN KIEV (JUGOINFO 8/3/2014)

Snipers Maidan - who hired them? (5/mar/2014)
Estonian Foreign Minister to Lady Ashton. In speaking clear - snipers on the Maidan have been hired by the reactionary forces. They shot all the people. Needed blood. This blood has been shown to the West. "Democracy". Snipers who were shooting at people on the Maidan, belonged to the organization "Ukrainian National Assembly." Organization belongs to the United States. Provocators Maidan shot by order of the United States.


=== 4 ===


Un video per mostrare i crimini di guerra commessi in Ucraina

22 settembre 2014

«È un incubo. Perché ci uccidono? Perché?». L’offensiva dell’esercito ucraino nel Donbass va avanti da cinque mesi. Bombardamenti continui sulle città che stanno mietendo migliaia di vittime. Donne, bambini, anziani. Un video ha messo insieme tante sequenze di presunti crimini di guerra.

 

di Franco Fracassi


«Che cosa abbiamo fatto di male. Siamo persone pacifiche. Non ho parole. È un incubo. Perché dobbiamo abbandonare le nostre case nel nostro Paese. Noi siamo persone come loro. Perché ci uccidono? Perché?». Mentre parla la ragazza piange a dirotto. Il suo paese (Staraja Kondrashovka) è stato appena bombardato pesantemente dall’esercito ucraino. «Qui non ci sono mai stati miliziani, né separatisti, né terroristi. Qui ci sono tutte persone pacifiche. Hanno distrutto tutta la strada», urla un vicino di casa. A Staraja Kondrashovka sotto le bombe è morto anche un bambino che aveva compiuto cinque anni il giorno prima. Si chiamava Vanya Ermilov. Sono cinque mesi che l’Ucraina orientale (conosciuta anche come Donbass) è sotto assedio da parte dell’esercito ucraino. Ufficialmente Kiev sta facendo la guerra a un manipolo di terroristi. In realtà, la stragrande maggioranza delle vittime sono civili. I morti tra i miliziani separatisti si contano a decine, a fronte di oltre duemila complessivi. I media occidentali non ne parlano mai, ma in Donbass è in corso un vero e proprio massacro.

 

«Heil Ucraina! Heil agli eroi!». Così termina il giuramento fatto dai paramilitari del battaglione Azov prima di partire per il fronte. Il ministero della Difesa ucraino ha integrato tra le fila della guardia nazionale anche diversi battaglioni composti da miliziani del partito nazista Pravy Sektor e di volontari fascisti e nazisti provenienti da tutta Europa. Sono loro a usare il pugno più duro tra i civili delle città dell’est. Esistono molti filmati che li ritraggono mentre compiono soprusi, picchiano, minacciano, uccidono persone per motivi futili.

 

Un gruppo di avvocati ucraini ha deciso di raccogliere le prove per sperare di riuscire ad aprire un processo alla Corte internazionale dell’Aja per «crimini di guerra». Finora i legali non hanno trovato nessuna sponda politica in Occidente. Gli Stati Uniti sono apertamente schierati dalla parte del governo ucraino, e quindi implicitamente alleati dei paramilitari. L’Italia e l’Europa hanno seguito Washington in questa impresa.

 

Popoff ha deciso di mostrarvi un video che raccoglie alcuni di questi presunti crimini di guerra. Giudicate voi.

VIDEO: Ukraine Crisis: War Crimes/Atrocities committed by Ukrainian Army [ENG] (Banned on mainstream media)


Alcune indicazioni sul time code del video per aiutarvi nella visione:

0’00” Giuramento del battaglione Azov: «Heil Ucraina! Heil agli eroi!».

3’12” Rastrellamento.

4’11” Arresti per strada con assassinio.

5’20” Cittadini si ribellano a una banda di paramilitari del battaglione Dnepr, che iniziano a sparare, ferendo e uccidendo due persone. Volevano impedire ai cittadini di votare al referendum.

6’50” Attacco a civili a Novoaidar. Senza motivo.

9’00” La guardia nazionale bombarda Slavyansk. Danni e vittime in città.

14’10” Civili uccisi da cecchini vicino all’aeroporto di Donetsk.

15’15” L’esercito ucraino bombarda Slavyansk con i suoi cannoni.

16’20” Il risultato bombardamenti: case a fuoco e distrutte. Un uomo: «Stare qui seduti a vedere la propria casa bruciare». Una donna piange perché la sua casa è stata distrutta: «Bastardi!».

20’20” Quarantacinquenne ucciso fuori da un caffè colpito da una granata. Un uomo: «Adesso ci proteggiamo vivendo tutti nelle cantine o nei rifugi».

21’40” Un’auto colpita da una granata. Una vittima.

22’20” Rifugio sotterraneo. «Ecco come viviamo». Un’anziana signora: «Vogliamo la pace, non la guerra. Ditelo alla gente di tutta l’Ucraina. Noi vogliamo la pace».

24’10” Centro di Kramatorsk. Una donna dilaniata da una granata, poi il cadavere di un uomo.

25’20” Bombardamenti notturni.

26’25” Ospedale psichiatrico colpito dall’esercito ucraino. Rifugio.

27’15” Soldati dell’esercito ucraino scaricano corpi da un blindato, nei pressi di Slavyansk.

28’15” Kramatorsk. Due persone morte per strada e una donna dentro un pullmino.

30’40” Kramatorsk. Un’auto bucherellata di colpi. All’interno il cadavere del conducente.

31’25” L’esercito bombarda il villaggio di Dobropillia usando missili Bm-21 Grad.

32’10” Vittime e distruzioni dopo un bombardamento aereo a Staraja Kondrashovka. Un uomo: «Qui non ci sono mai stati miliziani, né separatisti, né terroristi. Qui ci sono tutte persone pacifiche. Hanno distrutto tutta la strada». Un uomo: «Mio nipote è morto in ospedale». Un uomo piange: «Ma quali terroristi. Hanno ucciso un uomo di sessantasette anni. E laggiù altre cinque persone». Una ragazza piange: «Che cosa abbiamo fatto di male. Siamo persone pacifiche. Non ho parole. È un incubo. Perché dobbiamo abbandonare le nostre case nel nostro Paese. Noi siamo persone come loro. Perché ci uccidono? Perché?».

33’55” Un uomo sotto shock: «Hanno ucciso tre persone, tra cui un bambino di cinque anni». Vanya Ermilov aveva compiuto cinque anni il giorno prima della sua morte a Staraja Kondrashovka.

34’25” Lugansk. L’aviazione bombarda la piazza centrale della città, dove si trova la sede dell’amministrazione regionale: morti e distruzione.

36’00” Slavyansk. Un gruppo di genitori salutano i propri figli che fuggono (in pullman) in Crimea. Un’anziana: «Vorrei prendere quest seguaci di Bandera e… non so che cosa gli farei». Una donna: «In televisione fanno passare il messaggio che siamo terroristi, che tutti i bambini sono terroristi, gli adulti, gli anziani, e che bisogna spararci».

37’15” Un gruppo di persone abbandona in pullman il villaggio di Snezhnoe.

37’30” Bambini di Slavyansk raggiungono la Crimea. Una bambina: «Ho avuto molta paura. C’erano spari, esplosioni. Sono molto contenta di essermene andata. Qui siamo protetti». Testimonianze di persone fuggite perché avevano figli (mamme e bambini). Un uomo: «Per Kiev le nostre città non esistono, né Kramatorsk, né Donetsk e nemmeno Lugansk. Che cosa dobbiamo fare?». Una coppia di anziani piangenti: «È un incubo. Chiudo gli occhi, ma l’incubo non se ne va via. Tutte le cose belle sono sparite». Una bambina, piangente: «Non voglio tornare a casa. Mi manca solo il cane».

42’30” Egor Aleksandrov aveva dieci mesi quando è stato ucciso durante il bombardamento di Antratsyt. È il quinto bambino morto in zona dall’inizio del conflitto. Sua madre piange e si dispera sul cadavere del figlio.