Linta: decisione della Corte costituzionale della Croazia è scandalosa 

13. 01. 2015. - 20:04 -- MRS – Il presidente della coalizione delle associazioni dei profughi serbi Miodrag Linta ha detto che è scandalosa la decisione della Corte costituzionale della Croazia di annullare la sentenza contro Branimir Glavas nei processi „Garage” e “Nastro adesivo”. Quella corte non difende più la Costituzione della Croazia, ha detto Linta. La coalizione ha comunicato che il nuovo Presidente della Croazia Kolinda Grabar Kitanovic dovrebbe chiedere pubblicamente che siano processate tutte le persone che hanno commesso crimini di guerra, a prescindere dalla loro nazionalità. La Corte costituzionale della Croazia ha annullato le sentenze nei processi „Garage” e “Nastro adesivo” contro Branimir Glavas, con le quali egli è stato condannato a otto anni di carcere per i crimini che ha commesso contro i civili serbi a Osijek nel 1991. Sono state annullate anche le sentenze contro altre sei persone che hanno preso parte a quei delitti.


Linta: vittime serbe sono state offese e umiliate ancora una volta 

22. 01. 2015. - 12:18 -- MRS – Il presidente della coalizione delle associazioni dei profughi serbi Miodrag Linta ha dichiarato che le vittime serbe sono state offese e umiliate ancora una volta con la decisione delle autorita’ croate di rilasciare in liberta’ Branimir Glavas, il quale e’ stato condannato per crimini di guerra contro la popolazione serba a Osijek in Croazia. Ci auguriamo che la Cassazione della Croazia esaminera’ di nuovo le accuse e le prove contro Glavas e che egli sara’ condannato alla pena piu’ pesante, 20 anni di carcere. Se non sara’ presa una decisione simile sara’ ovvio che la Croazia abbia deciso di proteggere i suoi criminali di guerra. L’Unione europea deve chiedere alla Croazia di rispettare gli obblighi che ha assunto durante le trattative sull’adesione all’Unione, ha detto Linta. Glavas e’ stato rilasciato ieri in liberta’ dal carcere a Mostar. La Corte costituzionale della Croazia ha annullato la sentenza della Corte suprema, la quale ha condannao Glavas per crimini di guerra, ed ha chiesto che sia condotto nuovo processo.


Linta: Croazia è l’unico membro dell’Unione europea che protegga i suoi criminali di guerra

28. 01. 2015. - 19:29 -- MRS – Il presidente della Coalizione delle associazioni dei profughi serbi Miodrag Linta ha dichiarato che la decisione della Corte circondariale di Zagabria di annullare il mandato di cattura contro Branimir Glavas, il quale è stato recentemente rilasciato in liberà, è l’ennesima offesa contro le vittime serbe in Croazia. Linta ha invitato l’Unione europea, l’Osce e il Consiglio europeo a esercitare pressioni sulla Croazia, la quale deve finalmente cominciare a processare e condannare le persone che hanno commesso crimini di guerra. Le persone condannate non devono essere rilasciate in libertà, ha detto Linta. Egli ha ricordato che la Corte circondariale ha spiccato il mandato di cattura contro Branimir Glavas una decina di giorni fa, dopo che la Corte costrituzionale della Croazia ha deciso di annullare la sentenza con la quale egli è stato condannato per i crimini che ha commesso contro i civili serbi in Osiejak nel 1991 e il 1992. E’ innaccettabile la decsione della corte croata di liberare una persona che ha commesso pesanti crimini di guerra. In questo modo la corte croata ha comunicato ai serbi che quei crimini potranno ripetersi in futuro. La Croazia è l’unico membro dell’Unione europea che protegga i suoi criminali di guerra, ha dichiarato Linta.

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(ovaj tekst na s-h-om: 
Glavaš na slobodi, hoće li biti i oslobođen krivnje? - Drago Hedl  30 januar 2015


Glavaš libero, sarà anche assolto?

Drago Hedl | Osijek  30 gennaio 2015

Una sentenza della Corte costituzionale croata ha permesso a Branimir Glavaš di uscire dal carcere bosniaco dove scontava una pena per crimini di guerra. Martedì scorso il Tribunale di Zagabria ha tolto il mandato di cattura che gli impediva di fare ritorno in Croazia. Domenica 1 febbraio è atteso il suo rientro a Osijek
Branimir Glavaš, ex generale dell’esercito e un tempo uno dei più potenti politici della Croazia, condannato nel 2008 a dieci anni di reclusione per gravi crimini di guerra commessi a Osijek, è tornato in libertà a seguito di una decisione della Corte costituzionale croata.
Fino a tre giorni fa la sua libertà era limitata al solo territorio della Bosnia Erzegovina, paese dove stava scontando la pena. Martedì scorso, tuttavia, il Tribunale di Zagabria ha revocato il mandato di cattura nei suoi confronti, dando seguito alla decisione della Corte Costituzionale, e Branimir Glavaš potrà dunque rientrare in Croazia. L'arrivo dell'ex generale a Osijek è previsto per il prossimo 1 febbraio.
La Corte suprema della Croazia, obbligata ora dalla decisione della Corte costituzionale a riaprire il caso, potrebbe confermare la precedente condanna, ma anche ridurla o aumentarla. Potrebbe inoltre ordinare al Tribunale della contea di Zagabria di avviare un nuovo processo, oppure annullare la sua sentenza e in questo modo assolvere Glavaš da tutte le accuse. La Corte costituzionale - dopo più di quattro anni trascorsi senza alcuna azione sul caso Glavaš - ha infatti ora stabilito che nel procedimento a suo carico ci sarebbero stati difetti procedurali che avrebbero violato i diritti dell'imputato.
Alcuni giuristi contattati da OBC ritengono che la Corte suprema probabilmente deciderà di confermare la decisione precedente (che nel frattempo era stata ridotta a otto anni di reclusione) o, nello scenario migliore per Glavaš, ridurre ulteriormente la pena al numero di anni già scontati in carcere: cinque.

Euforia, vendetta e paura

La liberazione di Glavaš, e la possibilità che in un nuovo processo possa essere assolto da ogni accusa, ha suscitato reazioni opposte in Croazia, e soprattutto a Osijek.
Tra i suoi sostenitori (amici di guerra e membri del suo partito) si è diffusa una vera e propria euforia, ma anche un desiderio di vendetta. Sulla sua pagina Facebook, Glavaš ha pubblicato una fotografia di cinque persone impiccate, accompagnata dal testo dell’ottavo comandamento – "Non pronunciare falsa testimonianza contro il tuo prossimo" – aggiungendo che la punizione di Dio è arrivata per coloro che hanno violato i suoi comandamenti. In seguito si è scusato per tale comportamento ma il messaggio - molto chiaro - è ormai stato mandato.
Le famiglie delle vittime sono invece rimaste sconvolte dal fatto che Glavaš sia in libertà e che, in un nuovo processo, il sistema giudiziario croato potrebbe assolverlo da tutte le accuse. Ritengono che la giustizia in quel caso non sarebbe soddisfatta poiché, in caso di assoluzione, nessuno risulterà colpevole per i gravi crimini di guerra innegabilmente commessi.

I fatti

Nel 2008, insieme ad altri cinque membri dell’Esercito croato, Glavaš è stato accusato di crimini commessi contro civili, per la maggior parte appartenenti alla minoranza serba. Durante il processo, due di questi crimini sono emersi per la loro particolare crudeltà, i media li hanno definiti come il caso “Garage” e il caso “Nastro adesivo”.
Nel primo caso, civili serbi venivano condotti nei garage situati a poca distanza dall’ufficio militare di Glavaš e in seguito interrogati, torturati, bastonati, alcuni anche costretti a bere l’acido solforico delle batterie delle auto. Il caso “Nastro adesivo” era invece relativo all’assassinio di civili serbi, portati nella cantina di una casa nel centro di Osijek dove, dopo essere interrogati e fisicamente torturati, venivano legati col nastro adesivo e in seguito portati sulle sponde della Drava per essere uccisi con un colpo alla nuca.
Il processo a Glavaš, e l’inchiesta che l’ha preceduto, si è svolto tra molte difficoltà. Glavaš e i suoi sostenitori, nonché gli avvocati che l’hanno rappresentato in tribunale, sostenevano che si trattava di un processo politico montato dietro il quale stava l’allora premier Ivo Sanader e il vertice del suo HDZ. Fino al 2005, Glavaš è stato uno dei più potenti politici in Croazia: generale dell’Esercito (il grado gli è stato cancellato dopo la condanna per crimini di guerra), più volte eletto al parlamento e inoltre prefetto di una circoscrizione. Tuttavia, la sua vera forza risiedeva nel fatto che era stato uno dei fondatori dell'HDZ di Franjo Tuđman, il partito che ha vinto le prime elezioni pluripartitiche nel 1990. In più, Glavaš è riuscito a costruire il mito di se stesso come comandante della difesa di Osijek a cui più di tutti si dovrebbe il fatto che la città non ha sperimentato il destino di Vukovar.
Tuttavia nel 2005 Glavaš è entrato in conflitto con Ivo Sanader e, insieme ai suoi collaboratori più vicini, è stato espulso dall'HDZ. Subito dopo ha fondato un proprio partito ottenendo i voti sufficienti per entrare in parlamento. Non molto tempo dopo, è stata avviata l’inchiesta sui crimini di guerra commessi a Osijek.
Nel maggio 2008, dopo essere stato condannato a 10 anni di carcere, Glavaš fugge in Bosnia Erzegovina dove vive tranquillamente in una casa di famiglia fino al 2010 quando, in base ad un accordo vigente tra Croazia e Bosnia, viene incarcerato e inizia a scontare la pena comminata nel carcere di Zenica. A breve riesce poi ad essere trasferito nel carcere di Mostar, dove ottiene un trattamento meno duro e nel quale rimane fino al 20 gennaio scorso, quando la Corte costituzionale croata gli ha di fatto restituito la libertà.

Tutte le opzioni aperte

Nel frattempo, la Corte suprema gli aveva ridotto la pena da dieci a otto anni. Mentre si aspettava la decisione della Corte costituzionale, la Croazia è stata scossa dallo scandalo riguardante un presunto tentativo dei sostenitori di Glavaš di corrompere alcuni giudici. Tre persone tra i suoi sostenitori sono state condannate, ma l’indagine non ha mai rivelato chi erano i giudici coinvolti.
La stessa Corte suprema adesso dovrebbe avviare la revisione del caso. Date tutte le peripezie legate all’inchiesta e al processo a Glavaš, nonché quanto accaduto dopo la pronuncia della sentenza di primo grado, tutte le opzioni restano aperte, inclusa la possibilità che Glavaš venga assolto da ogni accusa.