(francais / deutsch / italiano)

Liberare Auschwitz. Di nuovo.

1) MAE: "Il memoriale realizzato dall’Aned non è più risultato conforme allo spirito del sito di Auschwitz, dedicato esclusivamente alla memoria della Shoah"
2) GHERUSH92: NO ALLA DEPORTAZIONE DEL MEMORIALE ITALIANO. Conferenza Stampa al Senato
3) Interrogazione a Renzi, Gentiloni, Franceschini: Il Memoriale italiano ad Auschwitz non va rimosso
4) Jean-Marie Chauvier: AUSCHWITZ : MENSONGE ET … RIDICULE


Sulla ignobile gestione del sito di Auschwitz da parte del regime europeista polacco si veda anche:

Verso la Giornata della Memoria: la UE dalla parte dei nazisti

Auschwitz: Befreiung ohne Befreier (Il presidente russo Putin non è invitato alle celebrazioni per il 70.mo della Liberazione del lager di Auschwitz...)

Befreiung ohne Befreier (II) (Auschwitz-Gedenken): http://www.german-foreign-policy.com/de/fulltext/59041

Appello per la conservazione in situ del Memoriale italiano ad Auschwitz: http://www.gherush92.com/news_it.asp?tipo=A&id=3019

Nostra pagina sulla chiusura-censura del Memoriale italiano di Auschwitz: https://www.cnj.it/INIZIATIVE/Auschwitz.htm 


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L’Italia non c’è ad Auschwitz perchè si sta rinnovando

29 Gennaio 2015 – La Repubblica

Con riferimento alla rubrica di Augias “Quando le regole urtano il buon senso” (Repubblica del 27 gennaio), la Farnesina precisa che la questione relativa al padiglione italiano presso il Museo di Auschwitz, non è dovuta a problematiche di natura finanziaria. L’opera fu realizzata nel 1980 dall’Associazione nazionale esuli e deportati (Aned). Dopo la caduta del muro di Berlino, il Museo di Auschwitz ha introdotto una nuova normativa per effetto della quale il memoriale realizzato dall’Aned non è più risultato conforme allo spirito del sito di Auschwitz, dedicato esclusivamente alla memoria della Shoah. È la presenza nell’opera di richiami artistici al comunismo, oggi considerati fuori legge in Polonia, ad aver indotto la chiusura del Blocco 21. L’opera rientrerà in Italia ed è stata avviata la realizzazione di una nuova per il “Blocco 21”. Il Governo ha inserito nella legge di stabilità un milione di euro in favore del Fondo perpetuo per la conservazione della memoria storica di Auschwitz.

Stefano Verrecchia, ministero Affari Esteri e Cooperazione Internazionale



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 "70° DELLA LIBERAZIONE DI AUSCHWITZ. 
NO ALLA DEPORTAZIONE DEL MEMORIALE ITALIANO
SI ALLA RESISTENZA DELLA MEMORIA" 


Questo il messaggio chiaro emerso da una conferenza stampa al Senato cui  hanno partecipato i senatori Erica D'Adda, Anna Maria Bernini, Loredana De Petris, Paolo Corsini, e il deputato Marco Bergonzi che hanno espresso la loro contrarietà a che il Memoriale sia spostato dal Blocco 21 di Auschwitz e hanno fatta esplicita richiesta al Governo Italiano di adoperarsi, insieme al Governo Polacco, per il mantenimento del Memoriale nel Blocco 21. 

E’stato evidenziato che non esistono motivazioni ufficiali della rimozione del Memoriale e si sono messi in evidenza i rischi e le conseguenze del trasferimento dell’opera d’arte e di testimonianza di valore eccezionale, come la frantumazione e dispersione della memoria, il revisionismo storico e il percolo di nuove forme di persecuzioni. Il Sen. Paolo Corsini ha ribadito il valore altamente educativo dell’opera che invita all’esercizio della memoria perché quanto avvenuto in quel luogo non si ripeta mai più, cioè lo sterminio di ebrei, rom, sinti, omosessuali, deportati politici, slavi, portatori di handicap. La Sen. Erica D’Adda ha ricordato l’interrogazione presentata al Senato di cui si aspetta una risposta scritta. La Sen. Anna Maria Bernini ha messo evidenza la trasversalità dell’iniziativa grazie alla presenza di forze politiche differenti unite nel riconoscere il valore di un monumento nazionale che è fondante dei valori di libertà e democrazia. L'On.le Marco Bergonzi ha specificato che la questione va posta a livello europeo per mantenere l'integrità della memoria e della resistenza. Massimo Pieri presidente COBASE -ha menzionato il valore dei liberatori che sono morti per liberare il campo di sterminio e che devono essere onorati, come tutte le altre vittime della follia nazifascista. 

Gherush92 e l’Accademia di Belle Arti di Brera hanno presentato il documento internazionale, sottoscritto da circa mille fra università, organizzazioni, politici, per la conservazione nel Blocco 21 di Auschwitz che sarà presentato nelle sedi ONU e Comunità Europea affinché si adoperino per salvare il Memoriale. Lo smantellamento rappresenta una chiara lesione delle Convenzioni Internazionali sui Diritti Umani per quanto riguarda il diritto al libero accesso e fruizione delle opere d’arte e dell’ingegno. 

“Mentre – afferma Valentina Sereni, presidente di Gherush92 – in un clima di indifferenza culturale e per motivazioni mai ufficialmente espresse e ancora non chiare, è emersa una volontà di trasferire l’opera in Italia, sono arrivate numerose e qualificate le adesioni di chi si oppone allo smantellamento e trasferimento del monumento.
Autorevoli Istituzioni quali il Consiglio Superiore dei Beni Culturali del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, oltre settanta parlamentari - fra i senatori che hanno sottoscritto l’interrogazione parlamentare presentata dalla Sen. Erica D’Adda e i deputati che hanno sottoscritto l’interrogazione  alla Camera presentata dall’On.le Serena Pellegrino -, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e la Federazione Internazionale della Resistenza, l’Accademia di Belle Arti di Brera, l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori, insieme ad organizzazioni non governative accreditate al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite – prosegue la Sereni - come Gherush92 e COBASE, l’Associazione Familiari Vittime della Strada, l’Unione Donne in Italia, associazioni culturali e di consumatori, decine e decine di accademici, intellettuali, artisti, giornalisti, professionisti, artigiani, studenti, cittadini si sono espressi per il mantenimento, il restauro e la conservazione in situ del Memoriale Italiano e per il suo adattamento e integrazione secondo rinnovati criteri storiografici e museali.

Il Governo – prosegue Massimo Pieri, presidente COBASE - deve prendere in mano la situazione e avviare una seria trattativa diplomatica con il governo polacco non solo volta al mantenimento dell'opera ma anche a rimuovere tutti i tentativi che ciò possa essere fonte di strumentalizzazione politica e ideologica delle sorti del socialismo reale che rimangono estranee al Memoriale. 

Durante la conferenza è stata data lettura della lettera di Paolo Portoghesi e visione di un appello di Moni Ovadia che hanno l'uno ribadito il valore artistico e culturale dell'opera solo se inserita nel suo drammatico e naturale contesto e l'altro sottolineato come la rimozione del memoriale rischi la rimozione della memoria.

Accademia di Belle Arti di Brera 
Gherush92 Committee for Human Rights

 Se intendi partecipare o ricevere informazioni scrivi a gherush92@...  

HANNO ADERITO  all'appello per la conservazione in situ del Memoriale italiano ad Auschwitz: http://www.gherush92.com/news_it.asp?tipo=A&id=3019



--- L'ANNUNCIO DELLA CONFERENZA STAMPA di cui sopra:

 COMUNICATO STAMPA

"70° DELLA LIBERAZIONE DI AUSCHWITZ. 
NO ALLA DEPORTAZIONE DEL MEMORIALE ITALIANO" 

Roma, 9 aprile 2015, ore 14,00  
Senato della Repubblica, Sala Caduti di Nassiria
Piazza Madama 11

Presentazione del documento internazionale 
per la conservazione in situ del Memoriale Italiano ad Auschwitz.
E’ nato un Movimento di Resistenza della Memoria 

La vicenda della paventata rimozione del Memoriale italiano ad Auschwitz assume, sempre di più, aspetti che vanno oltre l’opera materiale e riapre un dibattito sulla Storia, sulla Resistenza, sul Razzismo, sui Diritti Umani, sul valore sociale dell’Arte e un rinnovato concetto di Patria.

Mentre, in un quadro di indifferenza culturale e per motivazioni mai ufficialmente espresse e ancora non chiare, è emersa una volontà di trasferire l’opera in Italia, si è creato un qualificato e composito Movimento che si oppone allo smantellamento e al trasferimento del monumento.

Autorevoli Istituzioni quali il Consiglio Superiore dei Beni Culturali del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, oltre settanta parlamentari fra senatori e deputati, l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia e la Federazione Internazionale della Resistenza, l’Accademia di Belle Arti di Brera, l’Istituto per la Storia della Resistenza e dell'Età Contemporanea, il Consiglio Nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori, insieme ad organizzazioni non governative accreditate al Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite come Gherush92 e Cobase, l’Associazione Familiari Vittime della Strada, associazioni culturali e di consumatori, decine e decine di accademici, intellettuali, artisti, giornalisti, professionisti, artigiani, studenti, cittadini si sono espressi per il mantenimento, il restauro e la conservazione in situ del Memoriale Italiano e per il suo adattamento e integrazione secondo rinnovati criteri storiografici e museali.

Una proposta di buon senso che unisce importanti Istituzioni e cittadini. Spinti da retroterra compositi, dai movimenti di lotta partigiana alla incontrovertibile necessità di salvaguardare in situ un’opera d’arte e di testimonianza nazionale della deportazione italiana, i firmatari si sono riuniti in un Appello rivolto ad Istituzioni Internazionali come l’Onu e la Comunità Europea e ad Istituzioni Nazionali, come la Presidenza della Repubblica, la Presidenza del Consiglio, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale. L’Appello intende sottolineare che la chiusura del Memoriale al pubblico e il suo trasferimento in Italia (nella periferia di Firenze), con conseguente perdita del valore artistico e simbolico del monumento, equivale a distruggere l’opera ideata per il blocco 21 di Auschwitz ed ivi realizzata; rappresenta una chiara lesione delle Convenzioni Internazionali sui Diritti Umani per quanto riguarda il diritto al libero accesso e fruizione delle opere d’arte e dell’ingegno.

Tutti hanno dato il loro contributo, chi ha esaltato il valore artistico e profetico dell’opera e la sua intrinseca modernità, fino a chi ravvede nella volontà di rimozione una forma di revisionismo strisciante, tesa ad occultare il valore della Resistenza e dell’Antifascismo, a cancellare il ruolo dei liberatori del campo, e, cosa ancor più triste, a considerare l’opera stessa, con i richiami artistici al comunismo, inadatta o datata, che non è che un suggello di una grave mistificazione revisionista, storica e culturale. 

La presenza nell’ opera di richiami artistici al comunismo, come la bandiera rossa e la falce e martello o il volto di Gramsci, oggi considerati fuori legge in Polonia, sembrerebbe, come da fonti del Ministero degli Affari Esteri, mai palesate ufficialmente dal Governo Polacco, ad aver indotto la chiusura del Blocco 21. 

Chi vuole eliminare la bandiera rossa con la falce e martello da Auschwitz, che rappresenta l’Armata Rossa che a seguito di una durissima battaglia contro i nazisti con centinaia di morti, libera il campo di Auschwitz il 27 gennaio 1945, vuole in realtà cancellare, dalla storia e dalle coscienze, il ricordo del sacrificio degli uomini  e delle donne che hanno dato la vita per la liberazione. Questo ricordo, che fa parte non soltanto della memoria delle vittime e dei loro liberatori, ma è ormai un dato storico acclarato, dovrà rimanere ben presente ed essere perennemente onorato. 

Su queste motivazioni è nato un Movimento di Resistenza per la salvaguardia del Memoriale con la capacità di farsi fonte di Memoria, di creare un dibattito sulla Storia dei deportati italiani nei campi di concentramento. E’ un Movimento fondato sulle solide basi intellettuali, storiche e metastoriche dei Padri della Resistenza e dell’Italia Democratica, fra i quali gli stessi artisti Autori del Memoriale, ex deportati come Primo Levi e Lodovico Belgiojoso, che proprio in quest’opera commemorativa, hanno indicato la strada della consapevolezza, della responsabilità, della lotta. Questo movimento esprime il suo dissenso nei confronti di chi, con squallide operazioni di Palazzo, tenta di far passare sotto silenzio, o nell’alveo di un pragmatico buon senso o del compromesso al ribasso, il trasferimento dell’opera.

Artisti, intellettuali, professionisti e politici vedono nella nascita di tale coalizione le ragioni per manifestare nuovamente il proprio fermo NO allo smantellamento del Memoriale. Per questo motivo è convocata il 9 aprile 2015 al Senato la Conferenza Stampa, per presentare lo stato dell’arte sulle azioni civili di lotta, nazionali e internazionali, volte alla salvaguardia della più importante opera d’arte italiana del Novecento e alla riapertura di un dibattito sulla Memoria in contrasto ad ogni forma di revisionismo.

Prof. Arch. Sandro Scarrocchia, Accademia di Belle Arti di Brera

Arch. Valentina Sereni, Gherush92 Committee for Human Rights


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Il Memoriale italiano ad Auschwitz non va rimosso. Interrogazione a Renzi, Gentiloni, Franceschini.

Inserito da Gigi Bettoli il 27 gennaio 2015 – 15:262 Commenti

Il Memoriale italiano ad Auschwitz non va rimosso, è opera d’arte e documento storico che deve restare dov’è, quale testimonianza del nostro Paese nel campo di sterminio di sterminio nazista nella Polonia occupata. Auschwitz non è paragonabile ad una periferia di Firenze.

Il Memoriale italiano nel Blocco 21 del campo di sterminio di Auschwitz non va rimosso, nemmeno per trasferirlo a Firenze; al contrario, il Governo italiano si adoperi affinchè esso sia conservato e riaperto stabilmente al pubblico in Polonia. Non solo perché opera d’arte che costituisce parte integrante del sito riconosciuto dall’Unesco Patrimonio dell’umanità ma anche perché costituisce la testimonianza irrinunciabile delle responsabilità storiche e politiche delle deportazioni e dello sterminio nazista e della liberazione.
Questa la richiesta dell’interrogazione presentata dalla deputata Serena Pellegrino (SEL) e altri 50 parlamentari al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, al Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo: l’iniziativa è stata illustrata oggi a Milano, nell’ambito di “L’insegnamento della Memoria. Storia, Arte. Razzismo. Diritti umani”, incontro organizzato da Gherush92 Committee for Human Rights e dall’Accademia di Belle Arti di Brera per ricordare la liberazione del campo di sterminio di Auschwitz da parte dell’Armata Rossa e proseguire la campagna di sensibilizzazione per la conservazione del Memoriale italiano di Auschwitz, riaperto solo oggi dopo 4 anni.
“I motivi ideologici e politici – ha dichiarato Pellegrino – che hanno portato alla censura e alla chiusura del Memoriale e che spingono verso la sua rimozione, sono anacronistici ed inammissibili: con essi si cancellano i dati incontrovertibili di cui il Memoriale stesso è un documento. Il suo significato artistico e storico impone che esso rimanga nel luogo dove è stato creato: Auschwitz non è in alcun modo paragonabile alla periferia di Firenze, dove si è suggerito di trasferire l’installazione.”
“Con questa interrogazione – ha concluso la parlamentare – abbiamo inteso sottolineare chiaramente che la rimozione del Memoriale comporta una violazione dei diritti umani, del diritto Internazionale, del diritto di proprietà intellettuale e della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo nonché una violazione della Convenzione internazionale per la Salvaguardia del Patrimonio Culturale dell’UNESCO e un crimine di distruzione di beni culturali ed artistici.”



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From: Marc van Campen 
Sent: Tuesday, January 27, 2015 5:39 PM
Subject: AUSCHWITZ : MENSONGE ET … RIDICULE par Jean-Marie Chauvier
 
 
AUSCHWITZ : MENSONGE ET … RIDICULE
 
 
A plusieurs reprises, un  journaliste radio belge a rapporté l’opinion (polonaise) selon laquelle les derniers prisonniers d’Auschwitz auraient été libérés par « les Ukrainiens », présentés comme distincts de l’Armée Rouge, dont le rôle serait ainsi minimisé.
C’est scandaleusement mensonger mais surtout ridicule : les armées soviétiques faisaient toutes partie de l’Armée Rouge et rassemblaient les soldats russes, ukrainiens, biélorusses et autres de l’Union soviétique . Il n’y avait pas d’unité « ethniquement » distincte. Ce qui n’empêche qu’un général et des soldats ukrainiens aient fait partie des troupes soviétiques qui découvrirent « par hasard » le camp nazi.
Sept millions d'Ukrainiens soviétiques ont combattu au sein de l'Armée Rouge, quatre millions sont morts. Quelque 200.000 ont servi au sein de la Wehrmacht et d'armées alliés à l'Allemagne.
Mais le mensonge précité a pour source le gouvernement polonais qui croit, par ce biais, encourager l’actuel pouvoir ukrainien et discréditer la Russie, dont le président n'a pas été "expressément" invité à Auschwitz, contrairement aux années précédentes.
C’est probablement le signe avant-coureur de la grande manœuvre idéologique qui, à l’occasion des 70 ans de la « Victoire sur le fascisme », parachèvera la disqualification de l’URSS contre laquelle étaient pourtant mobilisés les trois quarts de la machine militaire nazie, battue devant Moscou (octobre 1941-janvier 1942), à Stalingrad (juillet 1942-février 1943) et à Koursk (été 1943). 
La propagande occidentale tend à mettre en valeur le débarquement en Normandie - 6 juin 1944- et en général les seuls exploits des armées américaine et britanniques, alliées de l'Armée Rouge.
Le comble de la provocation vient d’être atteint par le premier ministre de Kiev, Arseni Yatseniouk, qui a évoqué « l’invasion de l’Allemagne et de l’ Ukraine » par les Soviétiques.
Quant au président Petro Porochenko, présent à Auschwitz en cet anniversaire du 27 février, il a récemment valorisé « l’héroïsme » des soldats de Stepan Bandera, l’une des armées pronazies des nationalistes ukrainiens. En février 1945, ils avaient été refoulés dans les Carpathes.
Il est bon de rappeler qu’outre les Juifs exterminés dans les camps et, avant cela, dans les territoires, occupés en URSS, le génocide nazi a également frappé les tsiganes, que plus de trois millions de prisonniers de guerre soviétiques ont été mis à mort (dont deux millions liquidés dans les six premiers mois de la guerre), que les pertes civiles soviétiques dans les territoires occupés par les nazis s’élèvent à plus de dix millions, s’ajoutant aux huit millions de combattants de l’Armée Rouge tués sur les champs de bataille. Au total, plus de 26 millions de Soviétiques ont perdu la vie au cours de la seconde guerre mondiale, toutes catégories de mortalité confondues. Sans parler des millions de blessés, estropiés, des dizaines de millions de sans logis dans les villes et les villages détruits… Mais qui le sait, chez nous ?
Ce sont ces « Untermenschen » (sous-hommes dans le vocabulaire nazi) que certaine propagande occidentale et néofasciste entreprend d’injurier !

Jean-Marie Chauvier