Di seguito le prese di posizione di M. Zucchetti (Comitato Scienziate/i
contro la guerra) e Giorgio Cortellessa (Tribunale Clark)


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Torino 14.3.2001

Sono stati resi pubblici recentemente due rapporti di organismi
internazionali, riguardanti il problema della pericolosità dell’Uranio
depleto (DU) usato per scopi militari nei Balcani.
Il primo è un rapporto dell’Unione Europea (Opinion of the group of
experts established according to Article 31 of the EURATOM Treaty -
Depleted Uranium), reperibile al sito:
http://europa.eu.int/comm/environment/radprot/opinion.pdf.
Il secondo è il Rapporto dell’Unep (Depleted Uranium in Kosovo -
Post-Conflict Environmental Assessment), reperibile al sito:
http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html.
Ad una prima lettura dei documenti, emergono i seguenti punti critici,
che spiegano
ampiamente le conclusioni rassicuranti alle quali i due documenti
giungono.

RAPPORTO UNIONE EUROPEA
In esso, che non considera tra l’altro la questione della pericolosità
chimica, si arriva ad
escludere qualunque pericolosità radiologica del DU. Si afferma che,
considerando tutte le
possibili realistiche vie di esposizione, il DU non può arrivare a
causare detrimento sanitario
(cioè malattie o morte).
Cercando la ragione di queste conclusioni, davvero peculiari per un
materiale radioattivo, si
evince che:
- Il rapporto considera che il DU nelle munizioni non prenda
praticamente fuoco, se non
in piccolissima parte e quindi non vada praticamente in aerosol.
Escludendo o minimizzando
così la via di esposizione preponderante (inalazione), è facile giungere
a queste conclusioni. In
realtà, questa assunzione non è per nulla giustificata e realistica.
- Il rapporto afferma che dosi fino a 100 mSv (circa 50 volte il
fondo naturale) non
provocherebbero rilevante aumento nella popolazione degli effetti
sanitari dovuti alle
radiazioni ionizzanti. Questa affermazione si commenta da sola:
ricordiamo come i limiti di
legge in Italia parlino di 1 mSv come dose massima per la popolazione
(cento volte di meno
del valore che il rapporto afferma essere irrilevante). Se l’intera
popolazione italiana fosse
esposta a questa dose “irrilevante”, ne risulterebbero 300.000 nuovi
casi di tumore all’anno,
una cifra evidentemente ritenuta trascurabile dagli esperti
dell’Euratom.

RAPPORTO UNEP
Il rapporto dei tecnici dell’Unep contiene molti dati e rilevazioni
interessanti e pregevoli.
Tuttavia:
- Le misurazioni sono state fatte a distanza di anni dai
bombardamenti. Il sottoscritto ha
già ampiamente spiegato in altre sedi [1] come sia improbabile, a
distanza di anni, rilevare
l’inquinamento da DU con le usuali misure di contaminazione ambientale.
Occorre ricorrere a
bioindicatori/bioaccumulatori, nei quali si può ancora rilevare il DU
anche dopo parecchio
tempo dai bombardamenti.
- Il rapporto afferma infatti di non aver trovato concentrazioni
ambientali rilevanti di DU
e questo appunto non stupisce. Tuttavia, contraddice le sue stesse
conclusioni (il DU in seguito
ad un bombardamento non si sparge nell’atmosfera se non entro un piccolo
raggio
dall’esplosione, ergo l’esposizione della popolazione nel suo insieme
risulta trascurabile),
leggendo quanto scritto nell’Appendice VI del Rapporto stesso.
- In essa vengono riportati i dati sui rilevamenti di DU in certi
bioindicatori (licheni e
muschi). Si legge [2] che in tutti i casi in cui si è ricorso a questa
misura si è trovato rilevante
traccia di DU, segno che esso si era polverizzato e sparso
nell’atmosfera. Questo, anche in
concomitanza con rilevazioni nulle di contaminazione del suolo. Si
raccomanda nel Rapporto
l’uso di questi bioindicatori in future rilevazioni.
- Questa appare perciò una implicita affermazione di non aver
utilizzato le tecniche più
adeguate per la rilevazione del DU. Risultano perciò opinabili ed
inficiate tutte le affermazioni
del rapporto sulla pericolosità del DU.
- Inoltre, solo in 11 siti sugli oltre 200 indicati sono state
effettuate misurazioni. Date le
caratteristiche “a spot” dell’inquinamento da DU, questo compromette la
completezza ed
esaustività dell’indagine.
- Ci si chiede infine perchè non siano state prese in
considerazione le misure degli
scienziati jugoslavi fatte al tempo giusto (subito dopo i
bombardamenti), e che avevano
rilevato concentrazioni di DU anche ordini di grandezza oltre il normale
[1]

I pochi esempi qui citati, frutto di una prima lettura dei rapporti,
permettono di
concludere come siano del tutto azzardate ed ingiustificate le sentenze
assolutorie
sulla pericolosità dell’uranio impoverito.
Per quanto riguarda l’imminente probabile ulteriore sentenza assolutoria
che verrà emessa
dalla Commissione Governativa (presieduta dal prof. Mandelli), il
sottoscritto si riserva di
commentarla quando sarà disponibile il rapporto, e non le indiscrezioni
pubblicate in questi
giorni. Tuttavia, concorda pienamente con le dichiarazioni del dott.
Giorgio Cortellessa
(ANSA, 13.3.2001, h.18:21) della Contro-Commissione del Tribunale Clark.

(Prof.Ing. Massimo Zucchetti)
Comitato “Scienziate e Scienziati contro la guerra”
Email: zucchetti@...

[1] M.Cristaldi, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti “Uranio
impoverito (DU). Il suo
uso nei Balcani, le sue conseguenze sul territorio e la popolazione”,
Giano, n.36 (sett-dic.
2000), pp. 11-31.
[2] "The presence of DU in these samples (Lichens, nota di M.Zucchetti)
indicates the earlier
presence of DU in the air, which means that at least some of the
penetrators have hit hard
targets and shattered into dust and dispersed in air. In fact, in some
locations such as Vranovac
Hill, Bandera/Podzhar and Belebrod there was no measurable widespread
ground
contamination. This underlines the possibility of using in the future
lichens and barks as
sensitive bio-indicators in areas in which DU ammunition has been used."

***************************

TRIBUNALE RAMSEY CLARK
sezione italiana del tribunale indipendente
contro i crimini della NATO.
tel.0338/7963539 - fax 068174010
e-mail: tribunaleclark@...

Dichiarazione del portavoce della Commissione scientifica del Tribunale
Clark, riportata
dall'ansa oggi pomeriggio.
Riportiamo il lancio dell'ANSA sulla dichiarazione del Prof.
Cortellessa, nei prossimi giorni
vi informeremo sulla documentazione completa elaborata dalla nostra
Commissione.
Stefano de Angelis
Tribunale Clark in Italia

URANIO: CONTRO-COMMISSIONE, E' STATO CAUSA DI MOLTE LEUCEMIE

(ANSA) - ROMA, 13 MAR - ''Dagli elementi a nostra disposizione emerge un
evidentissimo
eccesso di leucemie: e' un dato enormemente al di fuori di qualsiasi
possibile situazione
statistica. E la causa e' l'uranio''. Lo ha affermato il fisco nucleare
Giorgio Cortellessa, che fa
parte della cosiddetta ''contro-commissione'' sugli effetti dell'uranio
impoverito nei reduci dai
Balcani.
Cortellessa e' uno degli esperti incaricati dalla sezione italiana del
Tribunale Clark - il
movimento per i diritti civili che prende il nome
dall'ex ministro Usa della Giustizia, Ramsey Clark - e dal comitato
''Scienzati e scienziate
contro la guerra'', di condurre un'indagine sulla
''sindrome dei Balcani'' alternativa a quella della commissione
istituita dal ministro della
Difesa e presieduta dal prof. Mandelli.
Quest'ultimo organismo - secondo indiscrezioni di questi giorni -
avrebbe escluso un nesso di
causalita' tra le patologie che hanno interessato alcune decine di
militari italiani impegnati in
Bosnia e in Kosovo e l'uranio impoverito contenuto nei proiettili;
avrebbe inoltre accertato che
le malattie tumorali sono perfino al di sotto della media nazionale
attesa, tranne che per un
linfoma.
Per la contro-commissione non governativa, invece - che ha esaminato
diversi casi, in base a
segnalazioni autonome rispetto a quelle giunte alla commissione Mandelli
- il nesso tra uranio
e le patologie tumorali sarebbe ''scontato''. ''E' fuori discussione -
afferma Cortellessa - che
l'uranio sia la causa, ma non e' detto che non si sommino altre cause.
Di sicuro, comunque,
l'uranio e' il principlae responsabile di quanto avvenuto, non solo ai
danni dei militari, ma
anche della popolazione civile''.
Il professor Cortellessa, poi, sottolinea che anche il recente rapporto
degli esperti dell'Unione
Europea, ''lungi dall'escludere un collegamento
tra uranio e malattie, come si e' voluto far credere, fornisce invece
dei dati estremamente
importanti, ad esempio sulla sua permanenza a lungo termine nel corpo
umano e sui possibili
effetti nocivi''.
Riguardo, infine, ai risultati del lavoro della Commissione Mandelli -
che dovrebbero essere
ufficializzati nei prossimi giorni - Cortellessa afferma che ''ci sara'
da da ridere se qualcuno,
di fronte ad un picco di una certa malattia, affermasse che non e'
l'uranio la causa, senza pero'
dire quale sia questa causa. Si tratta di un'affermazione ridicola,
buona forse per dei politici,
ma non adatta ad un ragionamento scientifico. Infatti, se non ho
elementi per dire che cosa
provoca una certa patologia, a rigore non posso escludere nulla.
Comunque - conclude il
fisico - questa non e' una vicenda che si concludera' in tempi brevi:
sono convinto che con gli
esperti della Commissione Mandelli ci scontreremo nei dettagli per un
lungo periodo''.
(ANSA). SV 13-MAR-01 18:21 NNNN
13/03/2001 19:16

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Peccato che la Bonino si sia dimenticata di citare i "molti scienziati
americani e molti autorevoli e non isolati colleghi italiani" che non
pensano che l'uranio 238 (completo di plutonio, uranio 236 e altre
schifezze che gli americani non sapevano dove buttare) "non ha effetti
rilevabili sulla salute umana" e che hanno dimostrato il contrario.
Quanto ai "livelli limitati di esposizione" se può essere vero per i
militari non lo è di certo per i civili (a meno che si voglia
considerare 4,5 mld di anni un tempo limitato). Ciò dimostra l'ipocrisia
con la quale i radicali hanno difeso il popolo kosovaro (cioè i
terroristi dell'UCK): adesso che il Kosovo è una colonia NATO
monoetnica, covo di prostitute e scalo privilegiato del traffico di
droga, di uomini e del contrabbando non gliene frega più un cazzo se la
gente muore di cancro.
La cara Emma si è anche dimenticata di citare gli altri paesi
beneficiati dalle armi all'uranio: Bosnia, Somalia, Iraq nonché tutti i
paesi sedi di basi militari oggetto di esercitazioni (tra cui l'Italia).
Quanto all'inquinamento dei rapporti con la NATO mi viene da ridere
pensando al finto tentativo dell'Italia di chiedere la moratoria delle
armi
all'uranio e all'ennesimo calcio in culo preso, che dimostra il ruolo
subalterno del nostro paese se ce ne fosse bisogno.
E che la mitica "Commissione Mandelli" ci illumini...

Pino

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URANIO IMPOVERITO: DICHIARAZIONE DI EMMA BONINO

Roma, 7 marzo 2001. "Ora che anche gli scienziati cui si è appellata
l' Unione europea sono giunti alla conclusione (come già molti americani
ed alcuni autorevoli ma isolati colleghi italiani) che l'uranio
impoverito "non ha effetti rilevabili sulla salute umana" a livelli
limitati di esposizione (quali quelli registrati durante le operazioni
della Nato in Kossovo) dove sono finiti tutti coloro - politici,
giornalisti e presunti esperti di varia natura - che intorno alla
questione uranio impoverito misero in scena una irresponsabile
sceneggiata che confuse l'opinione pubblica e rischiò persino di
inquinare i rapporti fra l'Italia e la Nato e quelli fra l'Unione
europea e le nuove autorità di Belgrado?
Altrettanto interessante sarebbe sapere se, e a quali conclusioni sono
giunti gli scienziati italiani della cosiddetta "Commissione
Mandelli", cui il governo ha affidato il compito di chiarire i termini
della
questione".

---

Questa lista e' provvisoriamente curata da componenti
dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista".

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