(francais / english / italiano)

Gheddafi lo aveva detto

0) Ciliegina
1) 2011, Gheddafi da Tripoli: «Il Mediterraneo sarà invaso. La scelta è tra me o Al Qaeda» 
2) Daniel S. Schiffer: La France bafoue ses droits de l'homme. Pitoyable et déshonorant !


See also:

I'm Sorry Libya - Marcel Cartier & Agent of Change (with lyrics) (Marcel Cartier, 11 ago 2015)

Migrants morts : on paie le désastre de la politique de Sarkozy et BHL en Libye (D.S. Schiffer, 21-04-2015)


=== 0: CILIEGINA ===

Angelino Alfano (Ministro dell'Interno): << L'Italia sta pagando due volte il conto alla comunità internazionale, la prima l’ha pagato in Libia quando è finito il regime di Gheddafi e la seconda la sta pagando adesso sull’inerzia della comunità internazionale... La crisi libica rappresenta un vulcano acceso davanti all’Europa. >>


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La versione originale francese di questa intervista, censurata e condita di insulse ridicolaggini tipiche del giornalismo di guerra dei paesi colonialisti, appare online con il titolo:

Kadhafi: "C'est moi ou Al-Qaïda" (par Laurent Valdiguié - Le Journal du Dimanche - dimanche 06 mars 2011)
En exclusivité mondiale, deux journalistes du JDD ont pu rencontrer Mouammar Kadhafi, samedi, sous la tente du dictateur, à Tripoli. Récit...

A voir aussi:

Laurent Valdiguié (JDD): "Mon interview avec Kadhafi (leJDDfr, 5 mar 2011)
Envoyé spécial du JDD à Tripoli, Laurent Valdiguié raconte au JDD.fr sa rencontre avec Mouammar Kadhafi. Propos recueillis par Laurent Guimier...

et aussi:

Interview exclusive de Mouammar Kadhafi sur FRANCE 24 (FRANCE 24, 7 mar 2011)
Dans une interview à FRANCE 24, Mouammar Kadhafi accuse de nouveau Al-Qaïda d'être à l'origine de la "crise" libyenne et dénonce l'ingérence de la communauté internationale après le soutien de Paris au Conseil national libyen formé par les insurgés. http://www.france24.com/fr/
L'interview a été réalisée à Tripoli, Libye, le soir du dimanche 6 mars. Elle a été diffusée lundi 7 mars au matin sur les antennes de FRANCE 24 en français, en anglais et en arabe...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=teY6ChozpzI

English version: Exclusive - Libya : Muammar Gaddafi speaks to FRANCE 24 (FRANCE 24 English, 7 mar 2011)
In an exclusive interview with FRANCE 24, Libyan leader Muammar Gaddafi repeated his claim that al Qaeda was responsible for plunging the country into chaos and denied media reports of mass killings...
VIDEO: https://www.youtube.com/watch?v=mCuZeKB19iQ


http://www.corriere.it/esteri/11_marzo_07/o-me-o-al-qaeda-l-europa-tornera-ai-tempi-del-barbarossa_db774cfc-4884-11e0-b2f1-0566c0fae1de.shtml#.VOBavrucSAR.facebook

«Il Mediterraneo sarà invaso»


Gheddafi da Tripoli: «La scelta è tra me o Al Qaeda. L'Europa tornerà ai tempi del Barbarossa»


TRIPOLI - Qual è la situazione oggi?

«Vede... Sono qui...».

Cosa succede?
«Tutti hanno sentito parlare di Al Qaeda nel Maghreb islamico. In Libia c'erano cellule dormienti. Quando è esplosa la confusione in Tunisia e in Egitto, si è voluto approfittare della situazione e Al Qaeda ha dato istruzioni alle cellule dormienti affinché tornassero a galla. I membri di queste cellule hanno attaccato caserme e commissariati per prendere le armi. E' successo a Bengasi e a Al-Baida, dove si è sparato. Vi sono stati morti da una parte e dall'altra. Hanno preso le armi, terrorizzando la gente di Bengasi che oggi non può uscir di casa e ha paura».

Da dove vengono queste cellule di Al Qaeda?
«I leader vengono dall'Iraq, dall'Afghanistan o anche dall'Algeria. E dal carcere di Guantanamo sono stati rilasciati alcuni prigionieri».

Come possono convincere i giovani di Bengasi a seguirli?
«I giovani non conoscevano Al Qaeda. Ma i membri delle cellule forniscono loro pastiglie allucinogene [si tratta del Fénétylline chlorhydrate o Captagon, cfr. http://www.theguardian.com/world/shortcuts/2014/jan/13/captagon-amphetamine-syria-war-middle-east http://www.voltairenet.org/article183119.html prodotto nella Bulgaria sotto il controllo della NATO, ndCNJ], vengono ogni giorno a parlare con loro fornendo anche denaro. Oggi i giovani hanno preso gusto a quelle pastiglie e pensano che i mitra siano una sorta di fuoco d'artificio».

Pensa che tutto questo sia pianificato?
«Sì, molto. Purtroppo, gli eventi sono stati presentati all'estero in modo molto diverso. E' stato detto che si sparava su manifestanti tranquilli... ma la gente di Al Qaeda non organizza manifestazioni! Non ci sono state manifestazioni in Libia! E nessuno ha sparato sui manifestanti! Ciò non ha niente a che vedere con quanto è successo in Tunisia o in Egitto! Qui, gli unici manifestanti sono quelli che sostengono la Jamahiriya».

Quando ha visto cadere, in poche settimane, i regimi di Tunisia e Egitto, non si è preoccupato?
«No, perché? La nostra situazione è molto diversa. Qui il potere è in mano al popolo. Io non ho potere, al contrario di Ben Ali o Mubarak. Sono solo un referente per il popolo. Oggi noi fronteggiamo Al Qaeda, siamo i soli a farlo, e nessuno vuole aiutarci».

Quali opzioni le si offrono?
«Le autorità militari mi dicono che è possibile accerchiare i gruppuscoli per lasciare che si dileguino e per portarli pian piano allo sfinimento. Questa è gente che sgozza le persone. Che ha tirato fuori i prigionieri dalle carceri, distribuendo loro le armi, perché andassero a saccheggiare le case, a violentare le donne, ad attaccare le famiglie. Gli abitanti di Bengasi hanno cominciato a telefonare per chiederci di bombardare quella gente».

Le inchieste delle organizzazioni umanitarie parlano di 6.000 morti. Contesta questa cifra?
(Risata). «Le porto un esempio. C'è un villaggio abitato da meno di mille persone, compreso il segretario del comitato popolare. E' stato detto che lui era in fuga verso l'estero. Invece, era qui, con me, sotto la mia tenda! E' stato detto che c'erano stati 3.000 morti in questo villaggio che ne conta 1.000, e resta un luogo tranquillo, dove la gente non guarda nemmeno la tv».

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha preso una risoluzione contro la Libia...
«Non è competente per gli affari interni di un Paese. Se vuole immischiarsi, che invii una commissione d'inchiesta. Io sono favorevole».

Dal 1969 lei ha conosciuto 8 presidenti americani. L'ultimo, Barack Obama, dice che lei deve «andarsene» e lasciare il Paese...
«Che io lasci cosa? Dove vuole che vada?».

La Cirenaica è una regione dove lei ha sempre avuto dei detrattori. Non c'è richiesta di una più grande autonomia, di federalismo?
«E' una regione poco popolata, che rappresenta il 25% della popolazione. Nel piano attuale, le abbiamo accordato 22 miliardi di dollari di investimenti. E' una regione della Libia un po' viziata».

Cosa si aspetta oggi?
«Che Paesi come la Francia si mettano al più presto a capo della commissione d'inchiesta, che blocchino la risoluzione dell'Onu al Consiglio di sicurezza e che facciano interrompere gli interventi esterni nella regione di Bengasi».

Quali interventi?
«So che esistono contatti semi-ufficiali, dei britannici o di altri europei, con personaggi di Bengasi. Abbiamo bloccato un elicottero olandese atterrato in Libia senza autorizzazione».

I piloti sono vostri prigionieri?
«Sì, ed è normale».

A sentir lei, tutto va bene».
«Il regime qui in Libia va bene. E' stabile. Cerco di farmi capire: se si minaccia, se si cerca di destabilizzare, si arriverà alla confusione, a Bin Laden, a gruppuscoli armati. Migliaia di persone invaderanno l'Europa dalla Libia. Bin Laden verrà ad installarsi nel Nord Africa e lascerà il mullah Omar in Afghanistan e in Pakistan. Avrete Bin Laden alle porte».

Lei agita lo spettro della minaccia islamica...
«Ma è la realtà! In Tunisia e in Egitto c'è il vuoto politico. Gli estremisti islamici già possono passare di lì. Ci sarà una jihad di fronte a voi, nel Mediterraneo. La Sesta Flotta americana sarà attaccata, si compiranno atti di pirateria qui, a 50 chilometri dalle vostre frontiere. Si tornerà ai tempi di Barbarossa, dei pirati, degli Ottomani che imponevano riscatti sulle navi. Sarà una crisi mondiale, una catastrofe che dal Pakistan si estenderà fino al Nord Africa. Non lo consentirò!».

Lei sembra pensare che il tempo giochi in suo favore...
«Sì, perché il popolo è frastornato per quel che accade. Ma voglio farle capire che la situazione è grave per tutto l'Occidente e tutto il Mediterraneo. Come possono, i dirigenti europei, non capirlo? Il rischio che il terrorismo si estenda su scala planetaria è evidente».

Alle democrazie non piacciono i regimi che sparano sulla propria popolazione...
«Non ho mai sparato sulla mia gente! E voi non credete che da anni il regime algerino combatte l'estremismo islamico facendo uso della forza! Non credete che gli israeliani bombardano Gaza e fanno vittime fra i civili a causa dei gruppi armati che si trovano lì? Non sapete che in Afghanistan o in Iraq l'esercito americano provoca regolarmente vittime fra i civili? Qui in Libia non abbiamo sparato su nessuno. Sfido la comunità internazionale a dimostrare il contrario».

Gli americani minacciano di bloccare i suoi beni bancari...
«Quali beni? Sfido chiunque a dimostrare che io possegga un solo dinaro! Questo blocco dei beni è un atto di pirateria, fra l'altro imposto sul denaro dello Stato libico. Vogliono rubare denaro allo Stato libico e mentono dicendo che si tratta di denaro della Guida! Anche in questo caso, che ci sia un'inchiesta, affinché sia dimostrato a chi appartengono quei soldi. Quanto a me, sono tranquillo. Posseggo solo questa tenda».


Laurent Valdiguié 
Journal du Dimanche
(traduzione di Daniela Maggioni)


07 marzo 2011



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Aussi dans http://www.agoravox.fr/tribune-libre/article/la-tragedie-des-migrants-libyens-170862

http://leplus.nouvelobs.com/contribution/1408473-migrants-libyens-la-france-bafoue-ses-droits-de-l-homme-pitoyable-et-deshonorant.html

Migrants libyens : la France bafoue ses droits de l'homme. Pitoyable et déshonorant !

Par Daniel Salvatore Schiffer, Philosophe
Publié le 16-08-2015

137 000 personnes, tel est l'astronomique chiffre des migrants afflués, durant les seuls six premiers mois de cette année 2015 (un nombre presque deux fois supérieur à celui de 2014), sur les îles méditerranéennes, dont celle désormais tristement célèbre de Lampedusa, du sud de l'Italie.

 

Ainsi, ce samedi 15 août 2015, jour de fête chrétienne pour nos sociétés occidentales, sont-ce encore près de 350 migrants, presque tous en provenance de Libye, que l'héroïque marine italienne, dont on ne sait si c'est la générosité d'âme ou le sens du devoir qu'il faut vanter le plus, a sauvé de la noyade au large des côtes de la Mer Méditerranée.

 

Il faut saluer la solidarité italienne

 

Horreur, par-delà cet énième acte de bravoure, toutefois ! Car, dans l'hermétique et nauséabonde cale de ce modeste bateau de pêche auquel elle prêtait ainsi vaillamment secours, ce sont 40 cadavres d'hommes et de femmes entassés les uns sur les autres, tous morts par asphyxie, faute de pouvoir respirer à l'air libre, que cette même marine italienne, comble d'un spectacle particulièrement macabre, a découverts.

 

D'où, dépité, scandalisé en même temps qu'indigné, cette juste et opportune déclaration, pas plus tard que ce même 15 août, du Ministre italien de l'Intérieur, Angelino Alfano :

 

"quand les pays de l'Union Européenne, sinon l'ONU elle-même, se décideront-ils donc à se pencher enfin sérieusement, afin de la solutionner, sur la question libyenne ?"

 

A cet appel, aussi pressant qu'urgent, je ne peux, bien sûr, que m'associer. Et ce d'autant plus solennellement que, bien que de culture française, je suis moi-même, de naissance et de passeport, un citoyen de nationalité italienne.

 

Mais que fait la France ? Nous devons aider

 

Ainsi, nombreux sont aujourd'hui mes compatriotes à m'appeler, depuis Rome ou Milan, Venise ou Palerme, pour me demander avec raison, mais également aussi déçus qu'inquiets face à l'indifférence générale, ce que mon pays d'adoption, la France, fait concrètement, ne fût-ce que par solidarité européenne, pour alléger ce fardeau, par-delà même cette immense tragédie humaine.

 

Un fardeau que porte pratiquement à elle seule en ce moment, quoique depuis quelques années déjà et quasi quotidiennement désormais, l'Italie. La Grèce, autre important pays européen du bassin méditerranéen, est en train de se voir confronté, par ailleurs, à ce même genre de drame.

 

Cette question que n'ont de cesse de me poser mes concitoyens italiens, ils me l'adressent d'autant plus légitimement, à moi qui ai fait de Paris ma ville de prédilection, et du Siècle des Lumières ma période de référence sur le plan intellectuel, qu'ils considèrent la France, précisément, comme le principal responsable, par le rôle que l'ancien président de la République, Nicolas Sarkozy (aiguillonné en cela par l'inénarrable Bernard-Henri Lévy), joua dans la chute de Kadhafi, de l'actuel chaos libyen et,  partant, de ses désastreuses conséquences, y compris donc pour l'Italie, quant à la nécessaire mais difficile gestion de l'aide humanitaire à apporter à ces désespérés.

 

L'Europe paie le naufrage de Sarkozy

 

Ainsi, s'il est exact que le naufrage de ces miséreux se révèle être effectivement "le naufrage de l'Europe", comme bon nombre d'observateurs vont le proclamant à longueur de tribunes dans la presse internationale, il est encore bien plus vrai qu'il s'avère être tout d'abord, par cette manifeste imprévoyance, le naufrage de Sarkozy dont le bellicisme alors mené tambours battant, afin de déloger Kadhafi de son tyrannique pouvoir, ne se préoccupa jamais, parallèlement, de la reconstruction d'un pays aussi instable, politiquement, que la Libye.

 

D'où, en guise de conclusion à ce tragique et pourtant implacable constat : combien de temps l'Italie, et le reste de l'Europe, devront encore payer sur le plan économique et social, bien que l'Italie ne rechigne certes pas pour autant à accomplir jusqu'au bout son devoir moral (sorte d'"impératif catégorique kantien" qui s'ignore) en matière d'aide humanitaire, pour cette coupable irresponsabilité de la France ?

 

Et les droits de l'homme dans tout ça ? 

 

La moindre des choses, en l'occurrence, serait que le pays de Voltaire vienne enfin véritablement en aide, sinon à la Libye elle-même (dont elle se fout apparemment, après cette catastrophe annoncée mais qu'elle a pourtant causée, comme d'une guigne), du moins à la patrie de Dante !

 

Mais non, bien au contraire : la France, pour aggraver son cas, se cantonne là, ajoutant ainsi la lâcheté, sinon l'infamie, à l'irresponsabilité, de bloquer ces mêmes clandestins libyens (et autres) à sa frontière, comme elle le fit récemment du côté de Menton, les laissant ainsi macérer, pendant de longues et cruelles heures, sous le soleil cuisant d'Italie, à même les plages rocailleuses et peu hospitalières de Vintimille.

 

Et là, toute honte bue, c'est ce sacro-saint principe des "droits de l'homme" dont elle s'enorgueillit tant, depuis que les Lumières en firent l'illustre quoique illusoire dépositaire, que la France trahit ainsi, au mépris de toute humanité, bafouant ses propres valeurs morales, en premier lieu. Pitoyable et déshonorant !