Data: 20/03/2001 19:22
Da: Massimo Zucchetti
A: Lista "Scienzaepace" <scienzaepace@...>

LA SEZIONE ITALIANA DEL TRIBUNALE CLARK ha indetto per domani
Mercoledi' 21 ore 12.00 a piazza SS. Apostoli 49, scala C, int.5
presso LIDU - Lega Internazionale per i Diritti dell'Uomo (tel.
06/6780504) una conferenza stampa
per presentare un primo rapporto redatto dalla commissione degli
scienziati che lavora con il Coordinamento per l'Abolizione delle
Armi all'Uranio e con il Tribunale Clark e per una prima risposta alle
sentenze assolutorie dell'uranio presentate lunedi' 19 dal prof.
Mandelli.

1) Segnalo articolo dell'Unione Sarda di domenica
http://www.unionesarda.it/news.asp?IDNews739&IDCategoria2

2) Intervista abortita del vostro affezionato al Tg5 di stasera alle
20:00.
E' stata cancellata quando gia' la troupe era in viaggio per registrare
il
mio minuto.
Potenza delle veline governative. Il giornalista che mi aveva
contattato
umiliato come pochi, pora stella.

3) Fra gli articoli di oggi, decente quello su Liberazione, un po'
cosi'
quello sul Manifesto, penosi gli altri.

(...)

Torino 20.3.2001

Con riferimento ai lavori della Commissione scientifica sull�uranio
impoverito nominata dal Ministro della Difesa, presieduta dal prof.
Mandelli (�Commissione�), il sottoscritto ha esaminato la Relazione
Preliminare emessa dalla Commissione in data 19.3.2001.

1) Nell�esprimere apprezzamento per il lavoro effettuato dai membri
della Commissione e per i dati messi a disposizione, si esprime stupore
tuttavia sul fatto che i risultati di questo lavoro siano stati intesi
come �Assoluzione dell�Uranio impoverito�, facendo ampio torto al reale
contenuto del rapporto stesso e alle dichiarazioni dello stesso
prof.Mandelli.
2) Inoltre, sullo specifico del metodo utilizzato nel rapporto e sui
suoi risultati preliminari, verrano espresse alcune osservazioni
critiche, atte pi� che altro, se prese in considerazione, a migliorarne
i contenuti.

1) La relazione preliminare NON � (e non poteva essere) una assoluzione
dell�uranio impoverito.
Il sottoscritto in particolare, a questo riguardo, concorda pienamente
con il prof. Mandelli ed i membri della Commissione sui seguenti punti:
- Si tratta di una relazione preliminare su un aspetto specifico
dell�intera questione, ovvero la maggior incidenza di tumori rispetto
al normale nei militari italiani in missione nei Balcani.
- La quantit� di dati a disposizione era troppo esigua per poter
permettere sia di negare sia di affermare con certezza il legame fra
uranio impoverito e certe neoplasie.
- Sar� necessario un accurato monitoraggio nel tempo, sia per quanto
riguarda l�acquisizione di eventuali nuovi casi, sia per controlli da
effettuare su altre popolazioni a rischio, sia per seguire nel tempo la
coorte dei soggetti militari esposti. E� necessario in particolare
aggiornare il numero di casi di neoplasie mediante l�acquisizione della
documentazione necessaria alla conferma diagnostica delle segnalazioni
che arriveranno alla Commissione nei prossimi mesi.
- Il ruolo di altre cause oltre all�uranio impoverito non ha potuto
essere preso in considerazione.
- Le considerazioni effettuate sul ruolo dell�uranio impoverito sono
preliminari e derivano dalla letteratura e dalle campagne recenti
dell�Unep.
- L�incidenza di alcune forme tumorali (linfoma di Hodgkin, ma anche
altre) � superiore all�atteso, anche se, viste le precedenti premesse,
erano di statistica dubbia e l�attribuzione all�uranio impoverito non �
stata possibile. Vi sono tuttavia lavori in letteratura che indicano
una possibile correlazione fra linfoma di Hodgkin e esposizione interna
da Uranio impoverito.
Se questa � una sentenza assolutoria, allora il sottoscritto qui, alla
pari dei membri della Commissione nel Rapporto, si � probabilmente
espresso in una lingua diversa dall�italiano corrente!

2) Sui seguenti punti della relazione si esprimono invece alcune
perplessit� e osservazioni. In particolare:
A) La statistica sulla normalit� o meno rispetto all�atteso del numero
di casi di malattia riscontrati dipende ovviamente da due parametri,
cio�:
a) Il numero di casi di tumore preso in considerazione.
b) La popolazione globale presa come campione statistico. Se infatti 10
casi di tumore, ad esempio, sono �sotto il normale� su una popolazione
di 1 milione di persone, sono �sopra il normale� su una popolazione di
1000 persone.
Sulla determinazione di queste grandezze il rapporto solleva dei dubbi.
Infatti:
a) L�esame dei casi di malattie e morti attribuibili all�uranio
impoverito deve prendere in esame, vista l�esiguit� del fenomeno, la
maggior base possibile di casi significativi, per migliorare la
affidabilit� dell�indagine. Allora, i molti ulteriori casi segnalati
dalle associazioni di militari colpiti (quali la AnaVafaf e altre) non
possono non essere presi in considerazione, e probabilmente, visti i
piccoli numeri, potrebbero modificare alcune delle conclusioni ora
tratte nel Rapporto.

b) La popolazione considerata �esposta� ai fini della statistica sulla
normalit� dell�insorgenza dei tumori � di ben 57164 soggetti,
includendo fra i potenzialmente esposti anche soggetti che sono stati
nei Balcani per una sola volta e per tempi brevissimi (anche fino ad un
sol giorno, in teoria!), oppure in date talmente posteriori ai
bombardamenti e/o in luoghi cos� lontani da esso da poterne escludere
con ogni probabilit� l�esposizione da uranio. La statistica stessa sui
colpiti da linfoma di Hodgkin, ad esempio, indica in 173 giorni la
durata media della permanenza, con un minimo di 64 giorni per un solo
caso.
In sostanza, se si includono nella statistica persone che all�uranio
non sono state esposte mai, da un lato, e si escludono invece casi di
patologie che potrebbero aumentare la statistica, dall�altro, risulta
ovvio come si possa giungere alle conclusioni sulla �normalit� rispetto
alle attese� dell�incidenza di tumori.

B) Per quanto riguarda lo screening dei militari esposti per accertare
l�esposizione ad uranio impoverito (ovvero gli esami da effettuare su
potenziali contaminati, ma senza patologie) � ben noto [si veda come
solo esempio la ref. 1] che esami ematologici e delle urine �standard�
non possono, a distanza di qualche anno, rilevare alcunch�, tranne il
caso di militari con proiettili ritenuti, che non si applica qui. La
tipologia di esami da effettuare risulta pi� complessa in questo caso.
E� anche improbabile, che, a distanza di anni, il meccanismo di
esposizione alla risospensione di polveri da parte di militari �alla
prima esperienza� sia in grado, a distanza di anni dai bombardamenti,
di provocare in costoro una esposizione significativamente rilevabile.
Si fa notare in ultimo che l�analisi �Whole Body Counter� � poi
inefficace alla rilevazione di contaminazioni da alfa emettitori quali
l�uranio.

C) Si concorda con la Commissione che la via di esposizione pi�
rilevante per l�uranio impoverito � l�inalazione e che, dai polmoni,
una frazione non trascurabile dell�attivit� in questi depositata si
concentri nei linfonodi del mediastino. Questo tuttavia, al di l� delle
comprensibili cautele e premesse della Commissione gi� esaminate,
appare un segnale significativo di correlazione fra l�eccesso di casi
di linfomi di Hodgkin e l�esposizione a uranio impoverito. Si concorda
per� su come occorra meglio chiarire il ruolo della contaminazione
interna da uranio nella eziologia dei linfomi, campo di ricerca sul
quale non vi sono sufficienti dati.

D) Fra le statistiche del UNSCEAR citate nel Rapporto riguardo il
linfoma di Hodgkin, risultano purtroppo di scarsa utlit� quelle legate
a esposizione a Iodio-131 e al gas Radon, mentre � interessante la
statistica del 1994 che riporta, fra i lavoratori addetti alla
lavorazione del minerale uranifero (quindi professionalmente esposti a
inalazione di polveri di uranio) casi in eccesso di linfoma di Hodgkin,
pur in presenza di normale incidenza di tumori a polmoni e ossa.

E) La citazione dei rassicuranti risultati del rapporto UNEP [2]: �non
� stata registrata una contaminazione significativa delle aree
sottoposte a mitragliamento con dardi all�uranio impoverito� non
rassicura affatto, purtroppo, a causa di forti dubbi riguardo la
liceit� di tali conclusioni. Infatti:
- Le misurazioni sono state fatte a distanza di anni dai bombardamenti.
Il sottoscritto ha gi� ampiamente spiegato in altre sedi [3] come sia
improbabile, a distanza di anni, rilevare l�inquinamento da DU con le
usuali misure di contaminazione ambientale. Occorre ricorrere a
bioindicatori/bioaccumulatori, nei quali si pu� ancora rilevare il DU
anche dopo parecchio tempo dai bombardamenti.
- Il rapporto afferma infatti di non aver trovato concentrazioni
ambientali rilevanti di DU e questo appunto non stupisce. Tuttavia,
contraddice le sue stesse conclusioni (il DU in seguito ad un
bombardamento non si sparge nell�atmosfera se non entro un piccolo
raggio dall�esplosione, ergo l�esposizione della popolazione nel suo
insieme risulta trascurabile), leggendo quanto scritto nell�Appendice
VI del Rapporto stesso.
- In essa vengono riportati i dati sui rilevamenti di DU in certi
bioindicatori (licheni e muschi). Si legge che in tutti i casi in cui
si � ricorso a questa misura si � trovato rilevante traccia di DU,
segno che esso si era polverizzato e sparso nell�atmosfera. Questo,
anche in concomitanza con rilevazioni nulle di contaminazione del
suolo. Si raccomanda nel Rapporto l�uso di questi bioindicatori in
future rilevazioni.
- Questa appare perci� una implicita affermazione di non aver
utilizzato le tecniche pi� adeguate per la rilevazione del DU.
Risultano perci� opinabili ed inficiate tutte le affermazioni del
rapporto Unep sulla pericolosit� del DU.
- Inoltre, solo in 11 siti sugli oltre 100 indicati sono state
effettuate misurazioni. Date le caratteristiche �a spot�
dell�inquinamento da DU, questo compromette la completezza ed
esaustivit� dell�indagine.

F) Si concorda con la Commissione che i coefficienti di rischio
attualmente raccomandati dall�ICRP (derivati da alte esposizioni
croniche esterne principalmente a nuclidi beta e gamma emettitori
statistiche su Hiroshima, Nagasaki e pazienti alto-irraggiati per
errate cure con raggi X negli anni quaranta) siano di difficile
applicazione al caso in esame (esposizioni interne croniche ad alfa
emettitori). Questo, tra l�altro, costituisce un ulteriore elemento di
critica a molte delle rassicuranti stime recentemente pubblicate [4].

In conclusione, il sottoscritto, al contrario di considerarlo una
sentenza assolutoria, considera il Rapporto della Commissione come un
pregevole primo risultato di una analisi che andr� ovviamente
completata. Segnala in particolare la necessit� di migliorare e
rivedere la statistica (come riportato nel punto A di questo Documento)
e di proseguire nell�interessante analisi della correlazione fra alcune
forme tumorali (linfoma di Hodgkin) e l�esposizione interna da Uranio
(punti C e D di questo Documento).

Rimanendo a disposizione per ogni eventuale chiarimento, porgo distinti
saluti,


(Prof.Ing. Massimo Zucchetti)
Professore di Ruolo di Impianti Nucleari
DENER - Politecnico di Torino
Corso Duca degli Abruzzi 24, 10129 Torino (Italy)

Tel./Fax +39.011.564.4464/4499. Email: zucchetti@...


[1] F.J.Hooper et al. "Elevated urine uranium excretion by soldiers
with retained uranium shrapnel", Health Phys. 77(5) (1999) 512-519.
[2] Unep, Depleted Uranium in Kosovo - Post-Conflict Environmental
Assessment, marzo 2001, reperibile al sito:
http://balkans.unep.ch/du/reports/report.html.
[3] M.Cristaldi, A.Di Fazio, C.Pona, A.Tarozzi, M.Zucchetti �Uranio
impoverito (DU). Il suo uso nei Balcani, le sue conseguenze sul
territorio e la popolazione�, Giano, n.36 (sett-dic. 2000), pp. 11-31.
[4] Unione Europea, Opinion of the group of experts established
according to Article 31 of the EURATOM Treaty - Depleted Uranium,
reperibile al sito:
http://europa.eu.int/comm/environment/radprot/opinion.pdf.

---

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dell'ex Coordinamento Nazionale "La Jugoslavia Vivra'",
oggi "Comitato Promotore dell'Assemblea Antimperialista":
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