Iniziative segnalate

1) Parte il corso di lingua serbo-croata a Torino
2) Parma 17/10: Europa tedesca? Germania, Trattati europei e neocolonialismo
3) Trieste 19/10: Le violenze per Trieste italiana


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Parte il corso di lingua serbo-croata a Torino

Il martedì dalle h 18,30 alle 20,30. Pridruzite se :) 

A soli 6,25 euro ... 20% di sconto.

Questa settimana si chiudono le iscrizioni ai corsi della scuola popolare di Red House. 

Per info: Red House Collegno
Via Bendini 11, Collegno (TO)
+39 3315899460



Il corso di lingua serbo-croata si tiene tutti i martedì h 18.30 alle h 20.30.

La lingua serbo-croata (o serbocroata) (srpskohrvatski/cрпскохрватски) è una lingua slava meridionale.

Era una tra le principali lingue ufficiali della Jugoslavia, parlata nelle repubbliche socialiste di Serbia, Croazia, Bosnia-Erzegovina e Montenegro, insieme allo sloveno e al macedone (rispettivamente nelle repubbliche socialiste di Slovenia e Macedonia).

Questa denominazione non è più ufficialmente usata dopo i tragici fatti del periodo 1992–1995 nella Jugoslavia ed il progressivo, vicendevole allontanamento dei Paesi interessati.

Oggi possiamo dire che la definizione di lingua serbo-croata non si usi più, sebbene la lingua sia perfettamente viva e parlata. Le persone oggi riconoscono la propria lingua come serbo parlato in Serbia, come croato parlato in Croazia, come bosniaco parlato in Bosnia-Erzegovina e come montenegrino parlato in Montenegro.



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Parma, sabato 17 ottobre 2015
alle ore 16.30 presso la Sala Civica Cittadella – Bizzozero, via Antonio Bizzozero 15/A

Europa tedesca? Germania, Trattati europei e neocolonialismo

ROSS@ ne discute con
Vladimiro Giacché – economista, autore di Anschluss. L’unificazione della Germania e il futuro dell’Europa e di Costituzione italiana contro trattati europei. Il conflitto inevitabile
Alessandro Somma – docente di diritto pubblico comparato all’Università di Ferrara, autore di La dittatura dello spread e L’altra faccia della Germania.

Dopo il referendum greco del luglio scorso la maschera della governance neoliberale europea è definitivamente calata, mostrando il cinico volto delle aggressive politiche austeritarie antipopolari che il nuovo sistema di regole targate UE sta imponendo in tutta Europa. Sventola vittoriosa la bandiera del fondamentalismo monetarista, che assume competitività e mercato come principi fondanti. In questo nuovo scenario l’astratta retorica dell’unione paritaria e solidale dei paesi membri, uniti nella diversità e foriera di pace fra i popoli, non è che una favola. L’Europa è, ed è sempre stata, un pluralità conflittuale in cui alcuni stati contano più di altri e oggi l’egemone è la Germania. Lo è da un punto di vista geopolitico ed economico, quando instaura protettorati attraverso un neo-mercantilismo che permette di guadagnare interessi dai prestiti erogati dalle proprie banche ai paesi del sud e che crea surplus commerciali grazie ad un euro che avvantaggia artificialmente la propria produzione nazionale. Lo è da un punto di vista ideologico, quando impone l’ordoliberalismo e la cosiddetta economia sociale di mercato come dottrina dominante che assegna valore costituente alla concorrenza, a scapito del lavoro, principio fondante della Carta costituzionale italiana.

Diventa quindi di cruciale importanza comprendere il ruolo della Germania nella UE e della sua evoluzione interna a partire dalla “riunificazione”, dagli anni cruciali ’89 - ’90 in cui le veloci tappe verso una realizzazione dell’unione monetaria, facevano presagire più ad un’annessione della ex-DDR nella Germania Ovest. Si tratta di un laboratorio politico che con le riforme “Hartz” dei primi anni duemila – basate su una forte spinta alla flessibilizzazione del lavoro e continuate con i governi Merkel – non ha cessato di essere fonte ispiratrice delle politiche europee, determinando scelte di governance che si sono sedimentate nei trattati stessi e che sono divenute, quindi, regole per tutti. 

www.rossa.red



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Trieste, Lunedì 19 ottobre 2015
alle ore 17:30 presso il Circolo della Stampa, Corso Italia 13

Presentazione del dossier 
"Le violenze per Trieste italiana" 
di Claudia Cernigoi.

Con la partecipazione di Luciano Santin e dell'autrice.
Ingresso libero, seguirà dibattito

... Le violenze per Trieste italiana, ovvero la strategia della tensione a Trieste sotto il Governo militare alleato (1945-1954): i finanziamenti dell’Ufficio Zone di Confine alle organizzazioni paramilitari fasciste e xenofobe, le squadre di teppisti organizzate dagli ex dirigenti del CLN giuliano e futuri gladiatori, il ruolo della Osoppo, l’invio dall’Italia di armi per preparare la destabilizzazione della Zona A, il ruolo dei neofascisti negli scontri del 1953 prima del ritorno dell’amministrazione italiana in città...