(italiano / srpskohrvatski / english.
Izvori / fonti: Comitato contro la guerra di Milano, Beogradski Forum za Svet Ravnopravih )

World Peace Council in London, June 2018

1) La riunione regionale europea del Consiglio Mondiale della Pace si è tenuta con successo a Londra dal 26 al 27 maggio / Il contributo del Comitato contro la guerra di Milano
2) Le Risoluzioni del WPC: 
– No al vertice di Bruxelles della NATO 2018
– Risoluzione per Cipro
– No alla guerra contro l’Iran
3) Учешће Београдског форума на регионалном састанку Светског савета за мир, Лондон, 26. мај 2018. / Belgrade Forum's Address to the european assembly of the WPC [Il saluto del Forum di Belgrado alla riunione regionale europea del WPC]


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https://comitatocontrolaguerramilano.wordpress.com/2018/06/07/la-riunione-regionale-europea-del-wpc-consiglio-mondiale-della-pace-si-e-tenuta-con-successo-a-londra-dal-26-al-27-maggio/

La riunione regionale europea del WPC (Consiglio Mondiale della Pace) si è tenuta con successo a Londra dal 26 al 27 maggio

L’incontro regionale del WPC in Europa si è svolto con successo a Londra, il 26 e il 27 maggio 2018. L’incontro è stato ospitato dall’Assemblea britannica per la pace (BPA) dopo oltre 30 anni dall’ultima occasione. Il Meeting ha avuto luogo in una sede significativa, la Marx Memorial Library, a 200 anni dalla nascita di Karl Marx, le cui opere continuano a ispirare milioni di persone nel mondo.
L’incontro è stato presieduto dal Coordinatore regionale CPPC Portogallo (Felipe Ferreira) e dall’Assemblea britannica per la pace (Liz Payne), mentre era presente anche il segretario esecutivo WPC Iraklis Tsavdaridis.. I movimenti di pace dalla Gran Bretagna, dal Portogallo, dalla Grecia, da Cipro, dalla Turchia, dalla Spagna, dall’Italia, dal Belgio, dalla Repubblica Ceca, dalla Serbia, dalla Germania, dall’Irlanda, dalla Svizzera e dagli ospiti dei movimenti di pace degli Stati Uniti e dell’Iran, hanno discusso della crescente aggressività dell’imperialismo in tutto il mondo, si sono scambiati punti di vista ed esperienze sulla lotta in ogni paese e si sono coordinati. L’incontro regionale del WPC ha ribadito il suo impegno a lottare contro la NATO per il suo scioglimento e a lottare in ogni stato membro per disimpegnarsi da essa, contro i piani e le azioni imperialiste dell’UE attraverso la PESCO,i gruppi di battaglia e l’esercito dell’UE ,ad esprimere serie preoccupazioni riguardo l’escalation delle minacce e degli interventi imperialisti in Medio Oriente che aumentano i pericoli di una guerra generalizzata di dimensioni globali. L’Assemblea ha approvato risoluzioni sulla situazione dell’ Iran , di Cipro e un appello regionale in vista del vertice NATO a Bruxelles.
La discussione del WPC in Europa si è sviluppata sulla base del piano d’azione globale del WPC, sulle attività anti-NATO che si terranno il 6 e 7 luglio a Bruxelles in collaborazione con INTAL Belgio e nel quadro della campagna WPC “Yes to Peace – No to NATO” (“SI alla pace – NO alla NATO “). Inoltre il WPC  ha espresso il proprio sostegno allo svolgimento della Conferenza internazionale contro le basi militari straniere degli Stati Uniti e della NATO che si terrà a Dublino / Irlanda il 16-18 novembre 2018.




Contributo del CCLGM al WPC – Londra, 26 – 27 maggio



In questi ultimi anni il Comitato Contro La Guerra Milano sta facendo lavoro di informazione, accompagnato dalla formazione dei suoi militanti sulla politica internazionale, nel tentativo di rivitalizzare un movimento sinceramente anti imperialista, che nel nostro paese è ridotto ai minimi termini. Organizziamo iniziative,presidi e manifestazioni in solidarietà ai popoli aggrediti in Medio oriente, in America Latina, nell’Europa Orientale, che non si vogliono piegare all’imperialismo occidentale di USA, UE, NATO e dei loro alleati. In particolar modo contro la guerra in Siria, a favore della resistenza in Donbass al governo filo nazista di Kiev, in difesa dell’ autodeterminazione del popolo venezuelano e di quelli dell’America Latina.

Il “pacifismo idealistico”, che in Italia è maggioritario, si sta rivelando incapace di mobilitare ed essere incisivo.

È un pacifismo non dialettico, che non fa i conti con le contraddizioni, non sapendo individuarle, e soprattutto non riconosce il nemico principale. È contro tutte le guerre, mette sullo stesso piano la guerra imperialista e la guerra di resistenza all’imperialismo o di liberazione; è il cosiddetto pacifismo che non distingue tra aggrediti e aggressori, soggiace alla disinformazione del mainstream ed a livello internazionale ha affinità con Amnesty InternationalHuman Rights Watch, così come con l’International Peace Bureau.

Molto spesso i fatti si incaricano di descrivere una realtà ben diversa, quando i popoli devono combattere per la propria sovranità e indipendenza..

Gran parte della “sinistra” strumentalmente è vicina a questo tipo di pacifismo, con il risultato di avere posizioni che spesso e volentieri sconfinano in un filo atlantismo non dichiarato, ma ben praticato; un caso per tutti è quello della Palestina: non si può al tempo stesso stare con i Palestinesi, denunciando i crimini di Israele, e con i Curdi, dei quali si sta discutendo proprio in questi ultimi giorni, nella Knesset (parlamento israeliano), circa una legge che preveda l’aiuto di Israele alla nascita di uno stato curdo. La motivazione di tutto ciò sta nel fatto che le minoranze curde sono presenti, partendo da est, in Iran, Iraq, Siria e Turchia, paesi considerati ostili da Israele. Se questo non bastasse, è palese l’alleanza militare tra le milizie curde con gli USA, i quali fanno fare loro il lavoro militare più impegnativo e, come usualmente fanno, li scaricheranno nel momento in cui non servissero più, o fosse poco conveniente stare al loro fianco come nel caso di Afrin.

In tutto questo sta anche una insufficienza di analisi del fenomeno migratorio di massa. Per esempio, la Libia di Gheddafi aveva una riserva  corrispondente a 140 tonnellate di oro e 140 tonnellate di argento, la voleva impiegare  per costituire un fondo che consentisse di iniziare a stampare moneta per le 14 ex colonie africane che attualmente usano ancora il Franco CFA, garantito dalla Banca Centrale Francese e legato all’Euro. Inutile dire che il Franco CFA è una delle cause, se non quella decisiva, per la guerra mossa dai francesi per primi alla Libia, e dello svuotamento dell’ Africa Sub Sahariana da cui si emigra verso l’Europa. Questo genere di “pacifismo” non ha mosso un dito per la difesa della Libia, ed anzi, spesso e volentieri lo ritroviamo al fianco di chi, come durante il Regime Change libico, tesseva le lodi dei “liberatori” occidentali.

COMITATO CONTRO LA GUERRA MILANO


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Appello 

Sì alla pace! No alla NATO!

No al vertice di Bruxelles della NATO 2018


Facciamo appello a tutte le organizzazioni e ai militanti in Europa che difendono la causa della Pace, per promuovere azioni contro la NATO e il suo vertice che si terrà a Bruxelles, per la dissoluzione di questo blocco politico-militare e in favore della lotta di ogni popolo all’interno di ogni stato membro della NATO per il ritiro da questa organizzazione militare. Sappiamo che la NATO esiste ormai da quasi 70 anni e che durante questo intero periodo ha continuato ad aumentare i suoi membri, espandendo la sua sfera di influenza, la sua aggressività e le sue pretese contro i popoli. Sappiamo che la NATO ha continuato a esistere, senza  interruzioni del suo ruolo, attraverso i cambiamenti dei governi in tutti i suoi stati membri, compresi gli Stati Uniti. Sappiamo che è importante concentrarsi sull’aumento della pressione e dell’attenzione pubblica nei confronti della NATO e della sua natura imperialista, invece di concentrarsi su un particolare leader. Riaffermando e portando avanti la campagna del WPC “Yes to Peace! No to NATO! “, mettendo i governi dei paesi membri della NATO di fronte alle loro responsabilità, facciamo appello alla mobilitazione e alle iniziative in ogni paese, sostenendo:
  • No all’aumento delle spese militari per la guerra, Si alla redistribuzione della ricchezza per il progresso sociale e per la Pace:
  • Ritiro di tutte le forze della NATO coinvolte nell’aggressione e nell’occupazione militare;
  • La fine del ricatto, della destabilizzazione e della guerra imperialista di aggressione contro Stati e popoli sovrani;
  • Supporto ai rifugiati e alle altre vittime di guerre che la NATO, gli USA e l’UE promuovono e perseguono;
  • Chiusura delle basi militari in territorio straniero e smantellamento dei sistemi anti-missile USA e NATO;
  • Abolizione delle armi nucleari, delle altre armi di distruzione di massa e disarmo generale;
  • Opposizione all’ulteriore allargamento della NATO, in particolare nei paesi nordici, nei Balcani, nell’Europa orientale e a Cipro;
  • Scioglimento della NATO;
  • Rispetto dei principi della carta fondativa delle Nazioni Unite per la sovranità e l’uguaglianza dei popoli e degli stati.

Sì alla pace! No alla NATO!


Risoluzione per Cipro
PACE  E GIUSTIZIA PER CIPRO

La riunione regionale del Word Peace Council che si è tenuta a Londra il 26 maggio 2018 ha discusso, oltre alle altre questioni cruciali che minano la pace in Europa e nel mondo, anche gli sviluppi riguardanti la situazione di Cipro. I movimenti europei di pace del WPC riconoscono la regione del Mediterraneo orientale come una delle aree più appetibili per gli imperialisti perché qui coesistono le vie di trasporto e le stazioni di transizione per gas e petrolio. La Turchia considera importante Cipro per i suoi interessi. La NATO ha Cipro nei suoi piani. Dobbiamo tenerlo in mente.
Noi, le forze che amano la pace in Europa, condanniamo l’ occupazione illegale del 37% di Cipro in corso da 44 anni da parte della Turchia. Denunciamo la divisione di Cipro e affermiamo chiaramente che per noi la divisione permanente dell’isola è una catastrofe. Non smetteremo di esprimere in tutti i modi possibili la nostra solidarietà al Consiglio di pace di Cipro e alla lotta antimperialista del popolo di Cipro, sia greco-ciprioti che turco-ciprioti, contro l’occupazione per arrivare ad una soluzione giusta e praticabile, al fine di riunire il Paese e il popolo di Cipro affinché torni ad essere il padrone assoluto della propria terra e della propria ricchezza. Sottolineiamo che l’unico modo per risolvere la questione di Cipro è attraverso un processo pacifico. I negoziati bilaterali tra ciprioti devono essere pienamente rispettati da tutti e lasciati procedere senza interferenze esterne nel pieno rispetto del diritto internazionale e delle risoluzioni ONU per Cipro. I Movimenti europei per la pace del WPC sono solidali con il popolo di Cipro che lotta per un Paese e un popolo riuniti in una Federazione bi-zonale e bicomunitaria con una sola sovranità, cittadinanza unica e una singola rappresentanza internazionale e con uguaglianza politica. Sosteniamo una soluzione che può essere raggiunta al di fuori delle scadenze soffocanti e libera da custodi e garanti, una soluzione che libererà Cipro da tutti gli eserciti e basi militari. Sosteniamo la lotta del Consiglio di pace di Cipro per lo smantellamento delle basi britanniche a Cipro e contro il loro uso nelle operazioni militari contro i popoli della regione. Chiediamo a tutti i combattenti per la pace di sostenere il Consiglio di pace di Cipro e partecipare alla marcia per la pace che sarà organizzata il 10 giugno 2018, nella base britannica di Akrotiri con lo slogan «Stiamo marciando sulla via della pace».


Per la pace
No alla guerra contro l’Iran

L’incontro delle organizzazioni dei membri europei del WPC, tenutosi a Londra il 26 maggio 2018, ha denunciato la pericolosità creata in Medio Oriente in seguito all’annuncio irresponsabile del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, del ritiro unilaterale dell’amministrazione statunitense dall’ accordo sul nucleare con l’Iran. In linea con una recente dichiarazione del WPC del 7 maggio riguardante la possibilità di una nuova guerra in Medio Oriente che coinvolga l’Iran, l’incontro delle organizzazioni membre europee  ha espresso la sua profonda preoccupazione per le conseguenze delle azioni e delle dichiarazioni dell’amministrazione statunitense concernente l’accordo sul piano d’azione globale congiunto (JCPoA) con l’Iran. Siamo preoccupati che durante gli ultimi due mesi l’esercito israeliano abbia, illegalmente, impunemente e in violazione della Carta delle Nazioni Unite, attaccato obiettivi all’interno della Siria.
Vi è una preoccupazione fondata sul fatto che se l’attuale ondata di eventi non venisse immediatamente arrestata, ci sarebbe il pericolo reale ed enorme di una nuova guerra disastrosa, con conseguenze imprevedibili per la pace e la stabilità della regione.
Lunedì 21 maggio, il Segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha annunciato l’intenzione dell’amministrazione statunitense di applicare più ampie e incisive sanzioni contro l’Iran – la cui portata sarebbe, nelle sue parole, “senza precedenti nella storia”. Tutti i segnali ci dicono che gli Stati Uniti – incoraggiati e sostenuti dai loro alleati chiave in Medio Oriente, Israele e Arabia Saudita, con quest’ultimo che sembra essere il finanziatore di questa avventura molto pericolosa – sono decisi a compiere passi verso il “cambio di regime” in Iran.
Nella nostra valutazione, questi passi e questo obiettivo finale sono illegali e completamente contrari alla Carta delle Nazioni Unite e al diritto internazionale. Data questa situazione, l’incontro delle organizzazioni dei membri europei del WPC rifà suo l’appello del WPC alle forze di pace a livello internazionale per la campagna per la pace in Medio Oriente con l’obiettivo di arrestare immediatamente la spinta USA / Israele / Arabia Saudita verso una nuova guerra nella regione. Riaffermiamo il nostro sostegno alla lotta per la pace e il progresso in Medio Oriente.
Riaffermiamo che qualsiasi guerra all’Iran minerà la lotta del popolo iraniano per la pace, la sovranità, i diritti delle persone, i diritti democratici e la giustizia sociale.
Il futuro dell’Iran e del suo sistema politico è una questione che spetta solo ed esclusivamente al popolo iraniano, che respinge l’intervento straniero nel suo paese, qualunque sia il pretesto.


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Под окриљем Светског савета за мир (World Peace Council), у организацији Британске скупштине за мир (British Peace Assembly), а у координацији са Португалским саветом за мир и сарадњу (Portuguese Council for Peace and Cooperation), одржан је регионални састанак европских организација - чланова Светског савета за мир, у суботу, 26. маја 2018. године у Лондону. 

Београдски форум за свет равноправних представљала је Сандра Давидовић, докторанткиња Факултета политичких наука у Београду и чланица Управног одбора Београдског форума. На састанку су учествовали представници организација из више од 15 европских држава (Велика Британија, Португалија, Грчка, Швајцарска, Немачка, Ирска, Шпанија, Италија, Кипар, Турска, Белгија и др.), укључујући и госте из САД, као и са Блиског Истока. У конструктивној атмосфери, учесници сасатанка разменили су информације о протеклим активностима, као и предстојећим иницијативама и плановима. На састанку је изражена заједничка забринутост поводом растућег тренда милитаризације Европе и света, агресивне ратне реторике, хистеричне пропаганде, као и једностраних војних мера који стварају атмосферу страхa и неизвесности. Размењена су мишљења и о предстојећим активностима Савета, на Кипру, у Бриселу и у Даблину. 

Представница Форума је указала на актуелне безбедносне проблеме у региону Балкана, посебно проблем Косова и Метохије и у том контексту подсетила да се наредне године обележава 20. годишњица од почетка агресије НАТО на Србију (СРЈ) и формирања НАТО војне базе ,,Бондстил'' на територији Србије, без пристанка домаћих власти. С тим у вези, састанак је искоришћен за упознавање Светског савета за мир са активностима у вези са припремом велике међународне конференције Београдског форума, којом ће бити обележна ова годишњица, као и за анимирање свих мировних организација за што шире учешће и подршку у овој иницијативи Београдског форума. 

У наставку је текст њеног излагања на енглеском:

 

World Peace Council
WPC European member organizations meeting
London, May 2018

 

           Dear friends and comrades,
           Ladies and gentlemen,

    Allow me to begin with warmest greetings on behalf of the Belgrade Forum for a World of Equals and to convey our sincere appreciation for this initiative to organise today’s regional meeting of European members of the World Peace Council. I am especially grateful to the hosts of this significant gathering for their successful organization and hospitability. As an independent, non-profit and non-partisan organisation committed to the peace, the Belgrade Forum for a World of Equals finds this meeting to be a convenient occasion that provides constructive atmosphere for exchanging thoughts on our joint activities in the struggle for peace, as the peace is getting increasingly endangered by the forces of imperialism and domination.

    This is also a fine opportunity to recall the successful and constructive cooperation between the Belgrade Forum and the World Peace Council, whose activities strengthened the Council’s reputation and influence in the world and, as such, became an irreplaceable platform for rallying all organisations and individuals genuinelly committed to peace, justice and equality. The Belgrade Forum for a World of Equals gives our full support to all initiatives the WPC raised, as we find them timely and particularly important for all of us.

    Just like in previous years, the Belgrade Forum has been working intensively to promote the idea of peace and equality, both in Serbia and abroad, with a view to contributing to the critical reviewing of the ongoing political processes and the spreading of truth at the times of universally prevailing propaganda, war rhetoric, and global tensions. We share a huge concern of all peace movements caused by the growing trend of militarisation of Europe and indeed the entire world. War rhetoric, hysterical propaganda, unilateral military measures and global uncertainty, combined, leave no room for indifference of any person. The arms race, not dissimilar to one at times of the Cold War -- as evidenced by SIPRI data that world military expenditure has risen to $1,739 billion in 2017, with an upward trend – is an imminent threat to global peace and security. All this was followed by the transformation of economy in Europe, from civilian to military, namely, by the trend of militarisation of the entire system of the EU. Europe has become a channelled direction of NATO action, as revealed by intensive tendencies to establish European military, primarily by means of establishing the Permanent Structured Cooperation that envisages the increase of military budgets and the Member States’ coordinated cooperation with NATO actions in its drive to the East. Once a peace project, as the European Union has defined itself, nowadays its military component is becoming ever more visible. This shift should be viewed in the context of geostrategic ambitions of the USA and NATO, rather than as a stand-alone response of the Brussels administration to security threats to the Continent. This aligning of European capabilities to the military needs is the outcome of a subservient attitude of Brussels administration vis-à-vis the USA and NATO. The Balkana, acting as a precise seismologist of global changes, has invariably been the stage in which such changes could be felt most accurately. Given the price paid by Serbia in World War II, we are particularly concerned that these trends are coupled by increasingly widespread revival of Fascism and Nazism, especially in Europe.

    We hold that the present global instability and degradation of the principles of the international system have their roots in NATO military aggression against Serbia (the Federal Republic of Yugoslavia) of 1999. Expansive spreading of NATO military potential Eastwards began with this aggression and the establishment of the US military Camp “Bondsteel” erected on a part of Serbian territory devoid of consent of the home authorities, after the end of the aggression and forcible occupation of Kosovo and Metohija. The establishment of this camp, one of largest US military camps in the world, has triggered formation of other military bases in Europe, such as: four US camps in Bulgaria, four in Romania, and thereafter in Poland, Czech Republic, and the Baltic states. This is why we are extremely concerned by recent information that instead of closure, plans are to expand Camp “Bondsteel” most notably by constructing a military airport and by substantial increasing of landing capacities for military helicopters, thus making this base fit to serve as a coordinating centre for other US/NATO bases in this part of the world. This all compels us to constantly remind of NATO aggression on Serbia, because understanding this aggression is the key to understanding the continuity of intensified escalation in international relations, the purpose of the military build-up at the East of Europe, of an accelerated militarization and proliferation of military bases, unilateral military campaigns in the Middle East, under a series of false pretexts. The analysis of NATO aggression against Serbia helps better understand why the world of today is in the single most unstable state of affairs since WWII, abounding with tensions, deeply rooted distrust and overall fear.

    With all these extremely dangerous processes and phenomena, the Belgrade Forum for a World of Equals sincerely welcomes initiative to create Global Coalition against US/NATO Military Bases.   With our congratulation to this very important initiative, we fully support and subscribe to it, and we intend to give our input to the common efforts.

    Please allow me to use this venue to inform you that last March, within the marking of 19th anniversary of NATO aggression on Serbia, the Belgrade Forum sent public Appeal for Peace, which was met with great attention of both domestic and international public. Further, the Belgrade Forum requested the closure of Camp “Bondsteel” and other military bases, since all developments that unfolded over the recent years in the Balkans demonstrated that NATO is not a partner for peace but rather a direct threat to the peace and stability of the region. In addition, the Belgrade Forum has recently endorsed the Appeal for Moratorium on Military Exercises with NATO during 2019, in a gesture honouring all civilian and military victims of 78-day NATO aggression, and submitted to relevant state authorities of Serbia. We intend to keep you informed in more detail about all the above in the coming period, so to enable you to support the Forum in our plans to dedicate the next year not only to marking the 20th anniversary of NATO aggression on Serbia but also to take is as an additional impulse in our joint efforts in the struggle against the expansionist US/NATO strategy, against their policy of domination and endangering peace and security.

    19 years since NATO aggression, the leading members of this Treaty continue the original aggression with other means. Key members of both NATO and EU are sponsors of unilateral secession of Kosovo of 2008, they were the first ones to recognize this illegal act, and ever since they seek to steal a part of Serbia’s territory to create another Albanian state in the Balkans, as a stepping stone to the creation of Greater Albania. Nowadays, the additional request these countries demand from Serbia is to accept a deal by trading the recognition of Kosovo for a promise of a possible EU membership. It is most cynical to offer such deal to Serbia, despite five EU member states have not, and do not intend to, recognize Kosovo. The ongoing negotiation format for resolving the Kosovo issue, unfolding under the Brussels auspices, is being misused for the expansion of geopolitical interests of the mightiest members of EU plus the USA, to the detriment of the Serbian people. The evidence thereof is almost two decades long preventing the expelled Serbs and other non-Albanians from Kosovo and Metohija to exercise their universal human right to free, safe, and dignified return to their homes, to their legally guaranteed property.

    The Belgrade Forum advocates the reverting the process of resolving this complex problem to the framework of fundamental principles of international law and the UN Charter, namely, within the framework of the United Nations and UNSCR 12244. We are convinced that only thus brokered resolution is capable of preserving peace and stability in the Balkans, and of creating structural preconditions for a safe and prosperous development of the region.

    I am also using this opportunity to inform you that the Belgrade Forum has already started preparations for the marking of 20th anniversary of NATO aggression on Serbia next March. The central event of these activities is going to be International Conference on 22 March 2019 in Belgrade.  The basic information about this conference and other activities are contained in the preliminary invitation you received. We hold it vital that, on this occasion, from Serbia as the victim of the aggression and of the first war waged in Europe after WWII, should be circulated strong messages voicing energetic appeals for peace, for the observance of the fundamental principles of international law, for equality, for the principles of sovereignty and territorial integrity that underpin the contemporary international order.

    Peace and progress in Europe and the world are presently endangered more than ever before since the end of World War II. The sources of menace are the imperialistic centres of power which refuse to accept the loss of their privileges and the end of a unipolar world order. This is why is necessary to redouble our efforts, and reinforce our unity and coordination, to help the humanity stand against the neo-Fascist and neo-colonial trends. The Belgrade Forum stands ready to provide its full support to this endeavour.
    Thank you.

Sandra Davidović,

Member of the Steering Board of the Belgrade Forum for a World of Equals