(srpskohrvatski / deutsch / italiano)
 
Segnalazioni iniziative
 
BEOGRAD 16/1: Izložba „Deca Donbasa“ u galeriji „Kvaka“
BERLIN 16/1: Klaus Hartmann über 20 Jahre nach dem NATO-Überfall auf Jugoslawien
BOLOGNA 18/1: No al revisionismo di Gianfranco Stella. Presidio
GORIZIA 19/1: Manifestazione contro il ricevimento dei reduci della Decima Mas
SULMONA (AQ) 25/1: Visita all’ex Campo di concentramento di Fonte d’Amore
 
 
Siehe auch:
Bericht von der Abschlußveranstaltung des „Torre“ Wettbewerbs (Milano 1/12/2018)
 
Segnaliamo anche le reazioni alla iniziativa, che si è tenuta a Trieste con grande successo di pubblico lo scorso 8/1 per presentare il nuovo libro di Claudia Cernigoi "Operazione Plutone":
Servizio di Tele Capodistria
https://capodistria.rtvslo.si/archivio/tuttoggi/174587711
Articolo diffamatorio del postneofascista Fausto Biloslavo
http://www.ilgiornale.it/news/spettacoli/che-foibe-sono-montatura-1626132.html
Insulti dell'assessore Lorenzo Giorgi 
https://www.facebook.com/lorenzo.giorgi/posts/10156715496965482 
 
 
=== BEOGRAD 16/1
 
[Inaugurazione a Belgrado di una mostra sui bambini del Donbass, alla presenza di Andrej Kočetov, sindacalista di Lugansk noto ai compagni italiani per l'organizzazione delle "carovane antifasciste" della Banda Bassotti]
 
 
Izložba „Deca Donbasa“ u galeriji „Kvaka“ u Beogradu
 
Sputnik / Irina Geraщenko 12.01.2019

Izložba fotografija Irine Laškevič i Dena Levija pod nazivom „Deca Donbasa“ biće otvorena 16. januara u 19 časova u galeriji „Kvaka 22“, u Ruzveltovoj 39, u Beogradu i trajaće do kraja januara.
 
Na toj izložbi su predstavljene crno-bele fotografije, portreti sedamdesetoro dece koja su preživela bombardovanja u zonama Donbasa, tokom tri godine. U njima je ubijeno više od 200 dece, a njih 500 je ranjeno. Te fotografije nisu samo portreti dece, ti portreti su poruka, stoji u saopštenju.
„Ideja projekta se rodila davno, 2014. godine. Iza Irine Laškevič i Dena Levija su stotine prepešačenih kilometara, na prvoj liniji, pod stalnom artiljerijskom i puščanom vatrom po celoj teritoriji Donbasa. Decu, koja su preko noći odrasla, stalno su sretali. Svi su nastojali da raščiste ruševine, odrasli su ridali pred kamerom, pričajući o svojoj nesreći, a kraj njih su uvek stajala deca, koja su se vrlo ozbiljno odnosila prema njihovoj molbi da ih fotografišu. Verovala su da mogu uticati na one koji svakog dana pucaju na njih“, saopšteno je povodom otvaranja izložbe.
Irina Laškevič je po obrazovanju arhitekta. Od 2014. godine živi u Donjecku i radi kao ratni dopisnik i fotoreporter. Autor je nekoliko dokumentarnih filmova. Stalni je saradnik Anatolija Šarija, jednog od najpopularnijih ruskih blogera. Den Levi (pravo ime Danil Bogdan) je rođen u Donbasu. U Donjecku je radio od 2015. do 2017, a sada živi i radi u Moskvi kao fotograf i video montažer.
Izložbu fotografija „Deca Donbasa“ Irine Laškevič i Dena Levija će otvoriti Andrej Kočetov, sindikalni lider iz Luganska, pukovnik Ljubinko Đurković, komandant odbrane Košara, koji je nedavno posetio Donbas, i dečiji vokalni ansambl Blagodar. U saradnji sa galerijom „Kvaka 22“, izložbu je organizovala likovna umetnica Snežana Vujović Nikolić.
 
 
=== BERLIN 16/1
 
 
Berlin 16.01.2019: 20 Jahre nach dem NATO-Überfall auf Jugoslawien 

Einladung

Vortrag von Klaus Hartmann
(Bundesvorsitzender des Deutschen Freidenker-Verbandes)

20 Jahre nach dem NATO-Überfall auf Jugoslawien –
Die neokoloniale Neuaufteilung der Welt und der Kampf für die multipolare Weltordnung

Mittwoch, 16. Januar 2019, 18.00 Uhr 
ND-Gebäude, Franz-Mehring-Platz 1, 10243 Berlin
In welchem der Seminarräume die Veranstaltung stattfindet, wird auf der Tafel an der Pforte angegeben

In Wort und Tat hat der Nordatlantikpakt widerlegt, ein „Verteidigungsbündnis“ zu sein. Der Überfall auf Jugoslawien am 24. März 1999 war ein völkerrechtswidriger Aggressionskrieg – ohne UN-Mandat, ohne „Bündnisfall“, außerhalb des Bündnisgebiets. Bei ihrem Jubiläumsgipfel am 24. April 1999 ermächtigte sich die NATO im neuen Strategischen Konzept zu solchen Kriegen „außerhalb der Charta“, also unter Verstoß gegen sie.
Die Aggression gegen Jugoslawien diente als Vorlage für die völlige Entgrenzung der NATO-Kriegsmaschine und für die Umwandlung in ein international agierendes Aggressionsbündnis.
Mit dem Putsch in der Ukraine 2014 und dem Vorrücken der NATO direkt an die russische Westgrenze wird eine Zuspitzung der unmittelbaren Konfrontation betrieben.
Wer hofft, durch die NATO-Mitgliedschaft werde der deutsche Imperialismus gewissermaßen gezähmt, verkennt die Realität. Der deutschen Bourgeoisie dient die NATO als Instrument, um seine militärischen Kräfte auszuweiten. Deutschland hat seit 1999 alle US- und NATO-Aggressionskriege unterstützt.
Der Austritt Deutschlands aus der NATO bedeutet eine entscheidende Schwächung aller Kriegstreiber und Militaristen; nicht zuletzt in der deutschen Bourgeoisie.
Durch Kündigung des Abkommens über den Aufenthalt ausländischer Streitkräfte in Deutschland wird man die Kriegsdrehscheibe Air Base Ramstein mit der Befehlszentrale des Aegis-Raketensystems los, die 40 US-Stationierungsorte wie Kalkar, Wiesbaden-Erbenheim und Grafenwöhr, das US-European und das Africa-Command in Stuttgart sowie die Atomwaffen in Büchel. Die Kündigungsfrist beträgt nur zwei Jahre.

Flyer zur Veranstaltung im PDF-Format ansehen oder herunterladen: https://www.freidenker.org/fw17/wp-content/uploads/2019/01/Vortrag_Hartmann_Berlin_2019-01.pdf
 
 
=== BOLOGNA 18/1
 
No al revisionismo
Venerdì 18 presidio a Bologna
Gentilissimi,
vi informiamo che venerdì 18 gennaio, dalle ore 17 alle ore 20, faremo un presidio con la distribuzione di volantini in via Santo Stefano 119 presso l’edificio del Quartiere Santo Stefano di Bologna, in occasione della presentazione del libro di Gianfranco Stella “Compagno Mitra”.
Poiché riteniamo che il volume non sia né un saggio storico e né rispetti i crismi della ricerca scientifica, ma sia chiaramente un’operazione politica volta a gettare fango e offendere la storia e la memoria della Resistenza e dell’antifascismo bolognese e italiano, vi invitiamo calorosamente a partecipare al presidio per diffondere il nostro pensiero e sottolineare il nostro dissenso.
Cordialmente
Anna Cocchi (ANPI prov. Bologna)
 
 
=== GORIZIA 19/1
 
ANPI in piazza contro l'ennesima provocazione.

Il 19 gennaio alle ore 10 a Gorizia
 ANPI chiama tutti gli antifascisti e i democratici alla manifestazione indetta per protestare contro il ricevimento dei reduci della Decima Mas da parte dell'amministrazione comunale della città. Nonostante le proteste, i presidi, le denunce dopo la gazzarra di inni e saluti romani dell'anno scorso, il sindaco accoglierà comunque gli eredi di coloro che hanno combattuto in queste terre agli ordini dei nazisti. La Decima non ha difeso affatto l'italianità della città, in quanto totalmente sottoposta agli ordini dei tedeschi. Quest anno inoltre il questore ha impedito ad ANPI il presidio davanti al comune, autorizzando contemporaneamente in altra piazza un raduno di Casa Pound. Purtroppo ancora una volta le autorità non si rendono conto che la presenza in Comune dei seguaci del golpista Junio Valerio Borghese è una inaccettabile provocazione così come equiparare chi si batte in difesa della Costituzione ai fascisti del terzo millennio. Partecipate dunque numerosi in piazza
 
 
 
=== SULMONA (AQ) 25/1
 
LETTERA-INVITO ALLE ISTITUZIONI, AGLI ISTITUTI SCOLASTICI E ALLA CITTADINANZA TUTTA.

Venerdì 25 gennaio 2019: Visita all’ex Campo di concentramento per prigionieri di guerra n. 78 di Fonte d’Amore, Sulmona

In ricordo degli ebrei internati in Abruzzo e dei deportati di Sulmona al campo di sterminio di Dachau.

Il 27 gennaio è il giorno della commemorazione della Shoah, la memoria dell’Olocausto, il genocidio perpetrato dai nazisti nei confronti degli ebrei e di tutti coloro che erano ritenuti “indesiderabili” dal regime, principalmente a causa dell’ “origine razziale”, dell’orientamento politico e religioso. L’Abruzzo fu luogo di confino e internamento per ebrei, palestinesi, siriani, cittadini stranieri dei Paesi Alleati e antifascisti, oltre a essere sede di importanti campi di concentramento per prigionieri di guerra. Così Sulmona.
Una mattina di ottobre del 1943, i soldati tedeschi irruppero nel carcere dell’Abbazia di Santo Spirito al Morrone e deportarono circa 400 detenuti nel campo di sterminio di Dachau, con la collaborazione dei fascisti e delle autorità locali. Da qui, poi, i deportati furono trasferiti negli altri campi dell’universo concentrazionario tedesco. Molti di loro non fecero mai più ritorno a casa. La maggior parte di loro, tra cui due giovanissimi ragazzi di Roccacasale, Erminio Spadino e Michele Scarpone, fu eliminata con il gas.
A Sulmona, diversi ebrei furono nascosti dalla popolazione e in questo modo riuscirono a sfuggire ai pericolosi rastrellamenti nazisti e fascisti. Tra loro la famiglia Fuà. Oscar, uno dei componenti più giovani, si arruolò tra i patrioti della Brigata Maiella con l’obiettivo di contribuire alla liberazione d’Italia. Dopo pochi mesi, il 4 dicembre 1944, fu ucciso in battaglia a Brisighella, in provincia di Ravenna. 
A Scanno, si nascose con la madre l’ebreo Beniamino Sadun, aiutato dall’amico Carlo Azeglio Ciampi, futuro Presidente della Repubblica, che a riguardo scrisse: “Io qui passai alcuni mesi con alcuni amici, in particolare con un amico ebreo, un vecchio amico livornese”. (cfr. E si divisero il pane che non c’era, Liceo Statale Fermi di Sulmona, Sulmona, 1995). 
A Pizzoli, in provincia di L’Aquila, fu confinato l’ebreo Leone Ginzburg, con la moglie Natalia, e i figli. Morì nel carcere di Regina Coeli, a Roma, il mattino del 5 febbraio 1944. 
A Navelli, paese dell’Aquilano, si rifugiò la famiglia Fleischmann, con padre internato perché ebreo. Uno dei componenti, allora ragazzo, ne raccolse la storia in un libro autobiografico dal titolo Un ragazzo ebreo nelle retrovie, La Giuntina, Firenze, 1999.
A Montereale e in altre città abruzzesi, fu confinata la famiglia Pirani. 
Ad Atessa, trovò accoglienza e nascondimento, la famiglia Finzi Contini. Il figlio Giovanni, divenuto ingegnere, ricordò la permanenza in Abruzzo, con queste parole: “Un legame come tra madre e figlio”. 
A Casoli, ci fu uno dei più importanti e famosi campi di internamento per ebrei, al Palazzo Tilli. Oggi è uno tra i campi più documentati in Abruzzo. 
A Lanciano c’era un campo di internamento femminile. La testimonianza più preziosa è quella di Maria Moldawer, un’ebrea polacca, sposata Eisenstein, nel libro L’internata numero 6, Mimesis, Milano 2015. Maria riuscì a salvarsi fuggendo in America. 
Si tratta di un elenco provvisorio; un punto di partenza per conoscere i protagonisti di queste storie, approfondirle, custodirne la memoria e cercare di coglierne gli insegnamenti.

L’appuntamento è per venerdì 25 gennaio 2019, a partire dalle ore 09.30, all’ex Campo di concentramento per prigionieri di guerra in località Fonte d’Amore, Sulmona.

Ass. Il Sentiero della Libertà/Freedom Trail
Ass. TerraAdriatica
Ass. Una fondazione per il Morrone
 
 
[Sui prigionieri jugoslavi di Fonte d'Amore e della limitrofa prigione della Badia ricordiamo la documentazione ai link: