(english / italiano)
 
Niente è più come venti o settanta anni fa
 
0) Altri link
1) Lettera dell’Ambasciatore russo al “Corriere della Sera” (8.4.2019)
2) Dalla Jugoslavia al Venezuela (V. Brandi, aprile 2019)
3) documentazione dal convegno "i 70 anni della nato: quale bilancio storico? uscire dal sistema di guerra, ora" (Firenze, 7 aprile 2019) 
 
 
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Il «partito americano» nelle istituzioni Ue (di Manlio Dinucci, su Il Manifesto del 19.03.2019)
Una risoluzione approvata dal Parlamento europeo il 12 marzo sostiene che «la Russia non può più essere considerata un partner strategico e l’Unione europea deve essere pronta a imporle ulteriori sanzioni se essa continua a violare il diritto internazionale»...
 
Stiglitz, il Bibitaro (di Giuseppe Masala, 26 Marzo 2019)
... “Se l’Italia esce causa una tragedia in Europa, se rimane la causa in Italia“... Chi nel 1992 avrebbe immaginato la Grande Crisi del 2007, il sorgere della potenza cinese, il risorgere della Russia? Quelle regole sono state studiate per un mondo che si pensava per sempre liberista dove gli USA avrebbero dominato e l’Europa avrebbe fatto da ancella privilegiata. Viviamo un’altra epoca. Si può andare avanti imponendo dosi di austerità mortale per raggiungere un non sense come il 60% di rapporto debito/pil (e perché non il 15% raggiungendo l’invidiabile primato del Congo?) e lo 0% strutturale di rapporto deficit/pil? Una follia, utile solo alla Germania per consolidare il suo dominio sull’Europa riducendo gli altri soci a mero lebensraum di infausta e tragica memoria...
 
Come uscire dalla UE e dalla NATO? (di Francis Arzalier, Collettivo Comunista Polex. Traduzione di Massimo Marcori per Marx21.it, 1 aprile 2019)
... fissare “un’altra Europa” come obiettivo politico come ha fatto da decenni la direzione del PCF è un’illusione, un inganno politico. Occorre dire chiaramente che non vi sarà un maggiore progresso per il nostro popolo nel quadro dell’Unione europea, senza conquistare la sovranità economica e monetaria che non esiste con l’Euro, controllato dalla Banca Europea di Francoforte, senza ritrovare un’indipendenza militare e diplomatica che non esiste nella NATO, strumento dell’imperialismo occidentale.

In altri termini, il nostro obiettivo non può essere che quello di lottare fino all’uscita della nazione francese dall’Unione Europea, dall’Euro e dalla NATO (e dall’Alleanza Atlantica suo corollario)...

 
Le 70 candeline (esplosive) della Nato (di  Manlio Dinucci, su Il Manifesto del 02.04.2019)
Il 70° anniversario della NATO verrà celebrato a Washington nel momento in cui il presidente Donald Trump, avendo perso la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti, è stato costretto a stringere un’alleanza con lo Stato Profondo USA. Ci si aspetta quindi di conoscere i loro comuni obiettivi, o per lo meno i mezzi che saranno messi in atto per raggiungerli...
 
The Resurgence of the "German Question" (GFP, 9.4.2019)
The flagship foreign policy periodical of the United States is warning of a resurgence of the "German question." Following the outbreak of the euro crisis and Germany's imposition of austerity dictates, distinct front lines crystallized within the EU, where there was much talk of creating a coalition in opposition to German dominance, reported the globally read specialized periodical "Foreign Affairs" a few days ago. Germany, on the other hand, sees itself under attack in its prosperity by allegedly "weak economies." This article was published just prior to last week's NATO anniversary summit in Washington, where the conflict between Berlin and Washington again escalated. The Trump administration has repeated its demand not only for a rapid increase in the German military budget, but also for an end to construction on the Nord Stream 2 pipeline. This conflict is flanking German-European efforts to gain greater "strategic autonomy" in relationship to the United States...
https://www.german-foreign-policy.com/en/news/detail/7911/
 
 
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La lettera dell’Ambasciatore della Federazione Russa in Italia Sergey Razov alla redazione del quotidiano “Corriere della Sera” dell'8 aprile 2019 in merito all’articolo dell’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia L..Eisenberg “Russia e Cina agressive. La NATO decisiva” del 31 marzo 2019

 

"Caro Direttore,

Ha attirato la nostra attenzione un articolo dell’Ambasciatore degli Stati Uniti in Italia apparso sul Suo autorevole quotidiano in data 31 marzo 2019, pretenziosamente intitolato “Russia e Cina aggressive. La Nato decisiva” A quanto pare l’occasione commemorativa – il settantesimo anniversario della costituzione dell’Alleanza – ha spinto il rappresentante americano a superare nelle sue valutazioni pubbliche i limiti della moderazione e dell’avvedutezza proprie della nostra professione. A questo proposito non possiamo non condividere con i lettori del giornale alcune riflessioni.

Salta immediatamente agli occhi un’affermazione alquanto dubbia che si può riassumere con: la NATO a guida USA sono gli unici “garanti della pace e della sicurezza”. Si crea l’impressione che meccanismi internazionali e regionali quali ONU, OSCE, Consiglio d’Europa e altri, neanche menzionati nell’articolo, semplicemente non esistano.

Siamo sicuri che anche l’affermazione secondo la quale la Nato sarebbe “l’alleanza di maggiore successo nella storia” susciti dubbi in molti osservatori obiettivi. In realtà il blocco politico militare creato durante la “guerra fredda” con l‘unico scopo di contrapporsi all’URSS non ha saputo, neanche dopo la scomparsa dell’Unione Sovietica, adattarsi alla realtà del mondo moderno, non di rado preferendo agire con interventi armati, aggirando il diritto internazionale e le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU. È sufficiente ricordare un altro anniversario – stavolta tragico – 20 anni dai bombardamenti della Jugoslavia che hanno provocato tante vittime e macerie nel centro dell’Europa. Oppure l’operazione NATO contro la Libia nel 2011 il cui carattere distruttivo è oggi riconosciuto anche da alcuni membri del blocco.

L’Ambasciatore degli Stati Uniti oggi parla della Russia come “principale minaccia alla sovranità e all’indipendenza dei paesi europei” e invita a incrementare il potenziale militare della NATO. Fatti universalmente noti tuttavia testimoniano che le spese militari complessive dei paesi NATO (oltre un trilione di dollari nel 2018) superano di 22 volte il bilancio militare russo (46 miliardi di dollari). Con una certa durezza Washington esige che gli alleati aumentino le spese militari fino al 2% del PIL (naturalmente non sta a noi decidere per quali scopi sarebbe più ragionevole investire tali considerevoli risorse). Il numero complessivo degli organici delle forze armate degli stati NATO è oltre tre milioni di unità. Sono cresciute in frequenza e portata le esercitazioni e le attività delle forze dell’Alleanza nelle regioni prossime alla Russia, ai confini della Russia è dislocato un raggruppamento avanzato con rotazione permanente. A proposito, nulla di simile avviene sul fianco sud della NATO da dove provengono le vere (terrorismo, migrazione ecc…) e non artificiali minacce e sfide alla sicurezza.

È assurdo sentire accusare il nostro paese di violare la stabilità nucleare globale e i relativi trattati da parte del rappresentante di uno stato che unilateralmente nel 2002 ha intenzionalmente denunciato il fondamentale Trattato a tempo indeterminato sulla limitazione dei sistemi di difesa antimissile del 1972 e oggi, rifiutando ogni forma di dialogo e ignorando le fondate preoccupazioni russe, distrugge un’altra pietra angolare dell’architettura della sicurezza: il Trattato sui missili a medio e corto raggio.

Non meno prive di fondamento, alla maniera accusatoria oggi popolare del “Highly likely”, (Altamente probabile) sono le parole del rappresentante americano a proposito dei presunti “attacchi cibernetici russi all’Agenzia Mondiale antidoping e all’Organizzazione per la Proibizione delle Armi chimiche” e del famoso incidente in Gran Bretagna. La Russia ha fornito più volte spiegazioni esaustive su tali questioni.

Una delle poche tesi contenute nell’articolo che non suscitano obiezione è quella secondo la quale per la NATO sarebbe preferibile “avere Mosca come amico piuttosto che come nemico”. La Russia per parte sua ha più volte dichiarato di restare disponibile alla collaborazione e all’interazione, anche con i paesi NATO. A questo fine esistono tutti i meccanismi necessari, per esempio il Consiglio Russia-NATO. In ogni modo bisogna guardare al futuro, costruendo rapporti nello spirito della parità dei diritti e del dialogo basato sul reciproco rispetto."

Sergey Razov

 

L'articolo è stato pubblicato sulle pagine del quotidiano "Corriere della sera" l'8 aprile 2019

Russian Foreign Ministry - МИД России
Corriere della Sera
#Russia #Italia #USA

 
 
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L'articolo che segue appare sul numero di Aprile 2019 de La Voce del G.A.MA.DI.
 
DALLA JUGOSLAVIA AL VENEZUELA

Il 24 marzo del 1999 – esattamente 20 anni fa – gli aerei della NATO, partendo dalle basi in Italia, iniziarono a martellare il territorio della Serbia e Montenegro, ultimo lembo di quello che rimaneva della gloriosa Repubblica Federale della Jugoslavia. Negli anni precedenti la Federazione jugoslava era stata fatta a pezzi incoraggiando, riconoscendo ed assistendo militarmente i movimenti nazionalisti ed etnici locali. Le campagne militari erano state precedute ed accompagnate da un’incredibile valanga di menzogne, in cui gli aggrediti diventavano aggressori e venivano invocate motivazioni “umanitarie” per gli interventi armati, denunciando presunti massacri, stragi mai avvenute, stupri etnici e quanto di peggio possa inventare la propaganda imperialista occidentale.

Nell’aggressione del 1999, perpetrata con la complicità del governo italiano guidato da D’Alema il cui vice era l’attuale Presidente Mattarella, la scusa iniziale fu la presunta strage di Racak, in cui cadaveri di tagliagole dell’UCK caduti in combattimento vennero spacciati per civili inermi fucilati dall’esercito serbo. Nei mesi precedenti i miliziani dell’UCK appartenenti all’etnia kosovara albanese erano stati scatenati dai servizi segreti occidentali, soprattutto americano e tedesco, in azioni di provocazione e sabotaggio. I bombardamenti durarono oltre 2 mesi uccidendo più di 2000 civili, distruggendo strade e ponti, 33 ospedali, 23 raffinerie, ed i grandi complessi chimici di Pancevo i cui resti  inquinarono il Danubio. Durante le otre 30.000 missioni furono sganciate oltre 20.000 tonnellate di esplosivi tra cui centinaia di tonnellate di Uranio impoverito che hanno causato un enorme inquinamento permanente dei terreni ed un aumento di tre volte dei casi di cancro tra i giovani. Nel 2000 il movimento “Otpor”, organizzato dalla CIA, ma sostenuto anche da finti esponenti di “sinistra” come Luca Casarini che ora si fa bello traghettando migranti, fu parte attiva nel colpo di stato che depose il Presidente regolarmente eletto Milosevic. Questo difensore della sovranità serbo-jugoslava fu trascinato all’Aja e sottoposto ad un processo-farsa. E’ stato beffardamente  riconosciuto innocente dopo la sua morte in prigione.

Nei giorni scorsi si è tenuto a Belgrado un convegno che ha ricordato questi fatti ed auspicato una difesa della sovranità serba minacciata nuovamente oggi dopo che le forze migliori del paese hanno cercato di riprendersi dalla sconfitta, anche grazie all’aiuto della Russia. L’ex Ministro degli Esteri nel Governo Milosevic, Zivadin Jovanovic, è stato intervistato da Enrico Vigna (vedi info@... N. 142) e da Fulvio Grimaldi (www.fulviogrimaldicontroblog.info) che erano presenti in rappresentanza dei movimenti di solidarietà italiani. Anche  sulla rivista Marx21 è stato pubblicato un articolo sull’argomento.

La vicenda jugoslava si inquadra perfettamente nello scenario di guerre di aggressione e colpi di stato organizzati dall’imperialismo statunitense e dai suoi alleati e vassalli della NATO per il dominio del mondo dopo la caduta dell’URSS. Lo stesso copione di menzogne “umanitarie” e aggressioni è stato usato in Iraq, Afghanistan, Libia, Siria, Yemen, Somalia, Georgia, Ucraina, Sudan, Honduras, Costa d’Avorio, e tanti altri luoghi. La tecnica è stata spesso quella di presentare i fenomeni sovversivi dell’indipendenza e della sovranità come azioni democratiche, come nel caso delle fantomatiche “primavere arabe” o delle “rivoluzioni colorate”.

Oggi sotto attacco è il Venezuela di Chavez e di Maduro, dopo che colpi di stato striscianti hanno eliminato i Governi amici del Venezuela in Brasile ed Argentina. E’ stato inventato e mandato avanti il fantoccio Guaidò, già stipendiato dai servizi statunitensi quando era inviato a Belgrado quale membro dell’organizzazione CANVAS, legata alla CIA attraverso la più vasta organizzazione NED (National Endowment for Democracy) creata ai tempi di Reagam. I vassalli degli USA e della NATO hanno addirittura riconosciuto Guaidò come Presidente (al contrario della grande maggioranza dei paesi del mondo che riconoscono il Presidente legittimo Maduro). Anche nella Commissione per i Diritti Umani dell’ONU gli USA e i paesi della NATO (tra cui vergognosamente anche l’Italia) hanno votato per il mantenimento delle sanzioni contro il Venezuela, nel tentativo di prendere il paese per fame, dopo che l’esercito ed il popolo venezuelani avevano chiaramente fatto intendere che avrebbero resistito con ogni forza ad eventuali aggressioni armate. La maggior parte dei paesi del mondo – tra cui molti paesi africani, asiatici e sudamericani – ha votato contro le sanzioni. In Italia il 13 aprile a Roma, ed in altre città, è prevista una manifestazione anti-imperialista in difesa dell’indipendenza del Venezuela.
 
Vincenzo Brandi
 
 
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DOCUMENTAZIONE DAL CONVEGNO 
promosso dal Comitato "No Guerra NO NATO" e da "Global Research", Firenze, 7 aprile 2019
 
Di seguito alcuni link – il documento-analisi distribuito al convegno; la versione video della stessa analisi; l'articolo-saggio di Michel Chossudovsky; l'articolo di M. Dinucci per il Manifesto – e il testo della Dichiarazione finale. Seguirà su Pandora tv il filmato integrale della giornata.
 
 
I 70 ANNI DELLA NATO: DI GUERRA IN GUERRA
DOCUMENTAZIONE PRESENTATA DAL CNGNN AL CONVEGNO INTERNAZIONALE SUL 70° DELLA NATO, FIRENZE, 7 APRILE 2O19
GRUPPO DI LAVORO: Francesco Cappello, Giulietto Chiesa, Franco Dinelli, Manlio Dinucci, Berenice Galli, Germana Leoni von Dohnanyi, Jeff Hoffman, Giuseppe Padovano, Marie-Ange Patrizio, Jean Toschi M. Visconti, Luisa Vasconcelos, Fernando Zolli
INDICE
1. La NATO nasce dalla Bomba
2. Nel dopo-guerra fredda la NATO si rinnova
3. La NATO demolisce lo Stato Jugoslavo
4.  La NATO si espande ad Est verso la Russia
5. USA e NATO attaccano l’Afghanistan e l’Iraq
6. La NATO demolisce lo Stato libico
7. La guerra USA/NATO per demolire la Siria
8.  Israele ed emiri nella NATO
9. La regia USA/NATO nel colpo di stato in Ucraina
10. L’escalation USA/NATO in Europa
11.  La  portaerei Italia sul fronte di guerra
12. USA E NATO bocciano il Trattato ONU e schierano in Europa nuove armi nucleari
13. USA e NATO affossano il Trattato INF
14. L’Impero Americano d’Occidente gioca la carta dellla guerra
15. Il sistema bellico planetario USA/NATO
16. Per uscire dal sistema di guerra uscire dalla NATO
 
Versione video: I 70 ANNI DELLA NATO: DI GUERRA IN GUERRA (PandoraTV, 7 apr 2019)
- La NATO nasce dalla Bomba
- Jugoslavia: la guerra fondante della nuova NATO
- L’espansione della NATO ad Est verso la Russia 
- USA e NATO attaccano e invadono l’Afghanistan e l’Iraq
- La NATO demolisce lo Stato libico
- La guerra USA/NATO per demolire la Siria 
- La regia USA/NATO nel colpo di stato in Ucraina
- La  portaerei Italia sul fronte di guerra
- USA E NATO bocciano il Trattato ONU e schierano in Europa nuove armi nucleari
- USA e NATO affossano il Trattato INF 
- L’Impero Americano d’Occidente gioca la carta della guerra
- Per uscire dal sistema di guerra uscire dalla NATO
 
NATO-Exit: Dismantle NATO, Close Down 800 US Military Bases, Prosecute the War Criminals – By Prof Michel Chossudovsky (Global Research, April 04, 2019)
This text prepared in the context of the April 7 2019 Florence International Conference: No War, No NATO will centre on the key relationship between US-NATO military operations directed against targeted countries and the imposition of  far-reaching neoliberal economic reforms both before and in the wake of US-NATO military interventions. This article will also address the dangers and consequences of a Third World War as well the nature of advanced weapons systems deployed by the broader US-NATO coalition...
 
Contro-celebrazione a Firenze del 70° della Nato (di Manlio Dinucci, su Il Manifesto del 09.04.2019)
... È quindi lo stesso Dipartimento di Stato a dirci chiaramente che la Nato è uno strumento degli Stati uniti. Nessuna reazione politica in Italia. L’unica risposta è venuta dal Convegno che, promosso dal Comitato No Guerra No Nato e da Global Research, centro di ricerca diretto da Michel Chossudovsky, ha riunito al cinema-teatro Odeon di Firenze il 7 aprile circa 600 partecipanti. Le conclusioni sono esposte nella «Dichiarazione di Firenze», riportata qui di seguito...
 
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IN ENGLISH: The Florence Declaration: The Creation of a “NATO-Exit” International Front
 
 

DICHIARAZIONE DI FIRENZE

PER UN FRONTE INTERNAZIONALE NATO EXIT

 

Il rischio di una grande guerra che, con l’uso delle armi nucleari potrebbe segnare la fine dell’Umanità, è reale e sta aumentando, anche se non è percepito dall’opinione pubblica tenuta all’oscuro dell’incombente pericolo.

 

È di vitale importanza il massimo impegno per uscire dal sistema di guerra. Ciò pone la questione dell’appartenenza dell’Italia e di altri paesi europei alla NATO.

 

La NATO non è una Alleanza. È una organizzazione sotto comando del Pentagono, il cui scopo è il controllo militare dell’Europa Occidentale e Orientale. 

 

Le basi USA nei paesi membri della NATO servono a occupare tali paesi, mantenendovi una presenza militare permanente che permette a Washington di influenzare e controllare la loro politica e impedire reali scelte democratiche.

 

La NATO è una macchina da guerra che opera per gli interessi degli Stati Uniti, con la complicità dei maggiori gruppi europei di potere, macchiandosi di crimini contro l’umanità.

 

La guerra di aggressione condotta dalla NATO nel 1999 contro la Jugoslavia ha aperto la via alla globalizzazione degli interventi militari, con le guerre contro l’Afghanistan, la Libia, la Siria e altri paesi, in completa violazione del diritto internazionale.  

 

Tali guerre vengono finanziate dai paesi membri, i cui bilanci militari sono in continua crescita a scapito delle spese sociali, per sostenere colossali programmi miiitari come quello nucleare statunitense da 1.200 miliardi di dollari. 

 

Gli USA, violando il Trattato di non-proliferazione,  schierano armi nucleari in 5 Stati non-nucleari della NATO, con la falsa motivazione della «minaccia russa». Mettono in tal modo in gioco la sicurezza dell’Europa. 

 

Per uscire dal sistema di guerra che ci danneggia sempre più e ci espone al pericolo imminente di una grande guerra, si deve uscire dalla NATO, affermando il diritto di essere Stati sovrani e neutrali. 

 

È possibile in tal modo contribuire allo smantellamento della NATO e di ogni altra alleanza militare, alla riconfigurazione degii assetti dell’intera regione europea, alla formazione di un mondo multipolare in cui si realizzino le aspirazioni dei popoli alla libertà e alla giustizia sociale.

 

Proponiamo la creazione di un fronte internazionale NATO EXIT in tutti i paesi europei della NATO, costruendo una rete organizzativa a livello di base capace di sostenere la durissima lotta per conseguire tale obiettivo vitale per il nostro futuro.

 

COMITATO NO GUERRA NO NATO    /    GLOBAL RESEARCH

 

Firenze, 7 Aprile 2019