[hrvatskosrpski / italiano]
 
Giuseppina Martinuzzi
 
In occasione del Centenario della Repubblica di Albona approfondiamo in questa sede la figura della grande pedagogista e marxista istriana
 
1) Stralci dal libro "LA REPUBBLICA DI ALBONA" di Giacomo Scotti e Luciano Giuricin
2) 177. obljetnica rođenja Giuseppine Martinuzzi (Vladimir Kapuralin)
 
 
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Stralci dal libro 
"LA REPUBBLICA DI ALBONA e il movimento dell'occupazione delle fabbriche in Italia
di Giacomo Scotti e Luciano Giuricin
 
 
[p.28] << In quest'epoca, proprio ad Albona, operano due personaggi che lasceranno profonde tracce nel movimento socialista: il barone Lazzarini, detto il <<barone rosso» e Giuseppina Martinuzzi. Nel 25.esimo anniversario (1896) della Società di mutuo soccorso fra gli operai albonesi, la Martinuzzi offre in omaggio alla società la sua raccolta di poesie "Sempre vivi" e com­pone l'inno per la celebrazione dell'avvenimento. >>
 
[p.30] << Le condizioni dei minatori sono tali che la socialista Giuseppina Martinuzzi scrive in una poesia dal titolo « Presente a avvenire » questi versi:

Scava! La negra gallina discende
cento metri sotterra e il lume fioco
che dalla volta gocciolante pende,
narra che l'aria va mancando al loco. Scava indefesso! La città gentile
vuol che salga la luce ai lampadari,
che l'azzurro calor alto, sottile
circoli ne' superbi focolari.
Umil ti piega al fato: il minerale
che ti aspetta giù, giù, di vena in vena, si noma - Su' Eccellenza il capitale - e innanzi ad esso io Ti discerno appena. Figliol della miseria, al cristallino
fonte ammollisci il negro pane, e sia questo il dritto che leghi il tuo destino all'imper dell'astuta borghesia.
 
E continua, sognando l'avvenire in cui

... il volgo sfruttato che a tempo scavò, in piè s'è levato
e un mondo crollò.
>>
 
[pp.35-36] << Non sarà casuale l'apertura, avvenuta il 16 febbraio 1921 , a Sterma­zio, del Circolo operaio «Giuseppina Martinuzzi», presieduto dal comunista Giovanni Giorgiutti. La Martinuzzi, nativa di Albona, a quel tempo ancora vivente e attivissima a Trieste era stata sulla breccia fin dalla fine del secolo Decimonono, prima quale esponente socialista e poi aderente alla sezione comunista. Nei giorni del settembre 1920 e dopo, rimase in stretto contatto con i minatori inviandogli messaggi di incoraggiamento e di stimolo a insistere nella lotta contro lo sfrut­tamento e l'oppressione. Era stata soprattutto lei a gettare il seme del socialismo in Istria divulgandone infaticabilmente gli ideali con l'esempio, la parola e gli scritti, difendendo più di ogni altra cosa la fratel­lanza e l a convivenza delle diverse stirpi. Ed il movimento rivoluzionario albonese aveva attinto vigore anche dall'unità di intenti e d'azione esistente fra le varie nazionalità che costituivano il proletariato di questo bacino minerario. Ancora nel settembre del 1911 , la Martinuzzi aveva scritto:

« Da oltre 12 secoli due popoli diversi di lingua coabitano l'Istria, eppure un sì lungo periodo di convivenza non fece perdere né agli Italiani, né agli Slavi il loro carattere nazionale, perché la lingua materna ha le sue radici nell'intimità della famiglia ed è connaturata alle leggi del pensiero ... Il socialismo, impostato saldamente com'è sulla piattaforma internazionale, non riconosce a nessuna nazione il diritto di tenersi l'altra sotto i piedi, sia essa più forte di numero o più antica per civiltà ... Il socialismo sa compiere mirabilmente la sua funzione civilizzatrice anche su queste terre nostre: esso attira a sé i proletari dell'una e dell'altra stirpe; li affratella, ma non li snazionalizza; le due lingue del paese vengono usate, specialmente a Trieste, in tutte le adunanze del partito, in tutti i comizi, ogni qualvolta vi partecipa un pubblico di nazionalità mista; e così fa in seno alle organizzazioni di mestiere, così ovunque. Il socialismo, avversato, calun­niato atrocemente, è l'amico leale di ambe le nazioni ... Il vero demolitore delle due nazioni conterranee è il nazionalismo morboso ». 
 
E si potrebbero fare moltissime citazioni ancora. Questa fu e sarà sempre la linea dei socialisti e comunisti nella Venezia Giulia, soprattutto nei centri operai.
 
A proposito della Martinuzzi e dei suoi legami con gli avvenimenti albonesi del 1921, la pubblicista Marija Cetina di Pola, autrice di uno studio sulla vita e le opere della rivoluzionaria istriana, ha dichiarato:
 
« Non si può parlare dello spirito rivoluzionario dei minatori di Albona senza ricordare l'influsso esercitato da G. Martinuzzi. Sebbene residente a Trieste, essa mantenne costanti legami con le organizzazioni progressiste operaie dell'Albonese. Aveva lasciato ai minatori quanto le era più caro: la sua biblioteca. Aiutava i minatori con sussidi in denaro, li ricordava nei suoi discorsi e articoli, li esortava a combattere contro i nemici della classe operaia. Durante la "Repubblica" non venne personalmente ad Albona, ma il suo nome si fece sentire. La Casa di cultura di Stermazio fu intitolata al suo nome il 16 febbraio 1921 ed era stato previsto che fosse lei a far da madrina alla bandiera della "Repubblica di Albona". In quei giorni G. Martinuzzi fu attiva a Trieste quale membro del PCI e si battè con coraggio nel suo settantesimo anno di età contro il terrore fascista » ... >>
 
 
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177. obljetnica rođenja Giuseppine Martinuzzi

https://www.glasistre.hr/istra/obiljezena-177-obljetnica-rodenja-giuseppine-martinuzzi-pedagoginja-spisateljica-novinarka-i-socijalistkinja-ispred-svog-vremena-700395

https://istarski.hr/node/70303-martinuzzi-je-bila-iredentistkinja-koja-je-evoluirala-u-socijalistkinju

 

Na današnji dan 1844. godine rođena je Giuseppina  Martrinuzzi, pionirka među ženama onog vremena, koja je svojim djelovanjem ostavila neizbrisiv trag iza sebe i osigurala svoje mjesto u povijesti Istre, Italije, ali i puno šire.

Rođena je u imućnoj porodici, otac joj je bio ugledni pripadnik gradskog društva, u nekoliko navrata i na poziciji gradonačelnika. Porodica vuče porijeklo iz Furlanije,  prvi predak se naselio u Labinu negdje sredinom XVII. st.

Želja joj je bila postati učiteljicom što je i uspjela. Osim pedagoškog rada bavila se i pisanjem i novinarstvom.

Radila je u školi u Labinu, Galižani, Mugi, Trstu. U sklopu svog pedagoškog opusa, pisala je i priručnike  i udžbenike. Poznat je njen rad na mnemoničkom priručniku kao pomagalu za praćenje programa učenja. U svom radu nailazila je na nerazumijevanje austrijskih vlasti jer radovi  „ne sadrže nikakve događaje ni povijesne činjenice koji bi u djeci izazivali divljenje i ljubav prema Austrijskom domu“.

Osim pedagoškog rada bavila se pisanjem proze, poezije, surađivala je s velikim brojem dnevne i periodičke štampe iz Istre i Italije, a pokrenula je i vlastiti časopis, „Pro patria“.

Iako je od samog početka ispoljavala visoku dozu senzibiliteta za djecu siromašnih socijalnih slojeva, djecu radnika, koju će zadržati do kraja, iako njena idejna i ideološka nadgradnja u mladosti još nije bila ono po čemu je danas pamtimo, u to vrijeme pripadala je republikanskom pokretu i iredentizmu, njezin rad s djecom iz siromašnih radničkih obitelji senzibilizirao ju je za društvenu nepravdu i predstavljao osnovu za njeno kasnije političko djelovanje.

Prema vlastitom kazivanju, socijalistkinjom je postala 1900. godine, dakle u zrelim godinama, što je vrlo zanimljivo u segmentu razumijevanja evolutivnih procesa u čovjeku i razvoju ljudske svijesti, a 1921.godine pristupa i novoosnovanoj Komunističkoj partiji Italije. Surađivala je i s pokretom labinskih rudara.  Razumljivo je da je transformacija posljedica empirijskog iskustva,  ali i teorijske dopune. Naime, u njenoj biblioteci pronađena su djela Marxa i Engelsa. Svojim političkim i teorijskim radom jasno je pokazala kako borba protiv fašizma nužno podrazumijeva borbu protiv kapitalizma.

Nakon odlaska sa životne scene, o Giuseppini se nije puno govorilo, jer je to bilo razdoblje fašističke okupacije. Interes za nju krenuo je 50-ih godina prošlog stoljeća do 70-ih, objavljena su mnoga njena dijela, a Giacomo Scotti napisao je o njoj biografsku knjigu.

Bila je među prvim ženama socijalistkinjama, uz rame Rose Luxemburg i Clare Zetkin.

 

Vladimir Kapuralin