Ascoltando recentissime dichiarazioni di Emir Kusturica, impegnato a
pubblicizzare il suo ultimo film, sulla situazione nel suo paese,
abbiamo
pensato necessario riproporre questa intervista a Mirjana Jakelic,
comunista croata esule a Belgrado, ricca di riflessioni e note critiche
sul contraddittorio "jugoslavismo" di Emir Kusturica.
Segue una nostra nota di commento.
(Coordinamento Romano per la Jugoslavia)


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I SOTTERRANEI DELLA VERITA'

Intervista a Mirjana Jakelic, comunista croata rifugiata politica
a Belgrado, sul film "Underground" di Emir Kusturica

NOTA DEL TRADUTTORE

Dopo aver rivisto il film di Kusturica "Underground", e letto le varie
recensioni approntate dai critici dei diversi giornali, ho avuto la
certezza che la vera chiave di lettura di questo film sia un dichiarato
anti-jugoslavismo, oltre all'antisocialismo ed all'antititoismo. Mi
riferisco in particolare all'idea che per circa 50 anni, fino alla morte
del "Vecchio", il popolo jugoslavo sia vissuto "al buio".

Personalmente dissento con fermezza da queste posizioni del regista,
visto
che tra l'altro ho avuto modo di vivere la realta' jugoslava, nel corso
della quale quelli della mia generazione e delle generazioni precedenti
si
sono adoperati per la ricostruzione del paese nell'unita' e nella
fratellanza. Una meravigliosa comunita' civile, un tempo agli occhi del
mondo intero esempio di dialogo fra le culture degli Slavi del sud, fra
nazioni e nazionalita'... Io stesso, orfano di padre e figlio di una
semplice operaia, pur senza essere tesserato del partito, ho potuto
studiare alla Universita' di Zagabria senza alcun condizionamento
ideologico, bensi' nella piena consapevolezza di poter distinguere "la
luna dal sole". Abbiamo vissuto il clima di un paese aperto al mondo,
dove
lo stesso Kusturica ha potuto vivere spensieratamente la sua vita di
giovane anticonformista suonatore in un complesso rock, i cui
comportamenti non erano certo dissimili da quelli dei suoi coetanei del
"libero" e "democratico" Occidente. (Ivan Pavicevac)

INTERVISTA A MIRJANA JAKELIC

D: Qual e' il significato, il messaggio che si puo' trarre da questo
film,
per un militante comunista?

R: Sono andata a vedere il film con due aspettative. Precedentemente
avevo
visto un bel film, "Prima della pioggia", di Manchevski, candidato anche
al premio Oskar (questa e' stata una mia premonizione!). Dopo aver visto
un bel film, umano, esteticamente valido, e, per non usare aggettivi
molto
piu' forti, in linguaggio cinematografico un film "ben girato", che
parla
d'amore per questa nostra terra, mi aspettavo qualcosa d'altro dunque da
questo film di Kusturica. Per di piu', prima di aver visto questo film
sapevo che Emir Kusturica si era esplicitamente definito "jugoslavo", ed
a favore di una Jugoslavia integra...

D: Ma Kusturica e' un antititoista...

R: Si, questo lo sapevo, ma avevo lo stesso simpatia per Kusturica,
tifavo
per ogni suo film. Ho visto tutti i suoi film precedenti, eccetto
"American Dream", anche se era in programmazione nei cinematografi a
Belgrado, ed aspettavo un certo miracolo da quest'ultimo. Devo dire che
a
meta' del film ho pianto di tristezza, se si puo' piangere anche di
gioia... Mi sono sentita umiliata, mi sono vergognata perche' uno che si
dice "jugoslavo", come Kusturica, ha inveito cosi' duramente contro la
propria patria. Non e' necessario essere titoista, nemmeno comunista, ma
la verita' si deve dire. Quando vedete il film, o mente l'opera, oppure
mente Kusturica. Vedete, lui la Jugoslavia (parlo della seconda parte
del
film, e della parte centrale) l'ha rappresentata come uno Stato nel
quale
la gente viveva "al buio", un sotterraneo, uno Stato controllato a
livello
individuale e collettivo, osservato costantemente dall'alto, soggetto ad
un controllo poliziesco, per quanto ho potuto capire... La musica di
sottofondo e' sempre la canzone tedesca "Lili Marlene", si sentono i
passi
dello stivale tedesco, dunque si rappresenta un popolo instupidito e
manipolato, un popolo che contemporaneamente produce armi... Ma lasciamo
tutto questo per un attimo. Ricordiamo che Kusturica ha mostrato
falsamente
la Guerra di Liberazione Popolare ed il movimento clandestino a Belgrado
ed in Jugoslavia! Dobbiamo "levare tanto di cappello" a quest'uomo
perche' ha avuto il coraggio di fare una cosa simile alla propria
patria.
E' raro. Io non conosco nessun regista, in Europa ne' altrove, che abbia
pugnalato alle spalle la propria terra come ha fatto Kusturica.

D: Come e' stato accolto a Belgrado?

R: Mah, all'inizio si e' fatta tanta pubblicita', poi non ho piu' letto
nessuna critica seria. Sicuramente per questa attesa che si era creata
in
anticipo, per un film che parla della Jugoslavia, non si e' potuto piu'
fare marcia indietro...

D: Un film che poi e' stato premiato a Cannes...

R: Si... pero' presto dovranno apparire cenni di critica, in particolare
per quello che riguarda il movimento popolare di Liberazione, e per
quella
parte che parla dei 50 anni di convivenza "nei sotterranei"... Voglio
proprio chiedere a Kusturica, al signor Kusturica, che non so in questo
momento dove si trovi (e non e' nemmeno importante), ma che spero un
giorno possa leggere o sentire cio' di cui stiamo ora parlando... Gli
vorrei fare questa domanda: di quale Jugoslavia lui nostalgicamente
parla,
se proprio lui, in base al suo film, in quel "sotterraneo" non ha mai
visto il sole, i cavalli, la realta', insomma il mondo? Ma in che mondo
si
e' istruito allora, in quale realta' ha potuto lavorare, diventare
quello
che e' diventato, cioe' uno dei principali nomi del cinema
contemporaneo?...
La parte finale del film e' la migliore, ma a quel punto non
m'interessava
piu'... Percio', devo ripeterlo: o mente Kusturica, o mente il film!

(Belgrado, fine agosto 1995. Intervista a cura di I.Pavicevac,
pubblicata su "Assalto al cielo" dell'11 gennaio 1996)

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SPUTARE NEL PIATTO DOPO AVER MANGIATO

Quando usci' "Underground" fu per molti una rivelazione. Anche noi da
una
parte fummo risollevati, e ci divertimmo. Tra l'altro il bel film, che
contiene riferimenti espliciti alle responsabilita' storiche ed attuali
dell'Occidente rispetto ai drammi vissuti dalla Jugoslavia, nel
momento in cui usciva rappresentava comunque un salutare stravolgimento
di
prospettiva rispetto all'immagine falsa e standardizzata di quanto stava
succedendo, specialmente in Bosnia.

Tuttavia, lo "jugoslavismo" proclamato da Kusturica era e resta ben
strano. Una idea delle posizioni poliche piuttosto paradossali di
questo autore si puo' avere ad esempio leggendo una sua intervista
riprodotta alla URL http://marx2001.org/crj/INTELL/kusturica.html
In varie occasioni, oltreche' nello stesso film "Underground", Kusturica
ha voluto gettare il ridicolo sulla Guerra di Liberazione e sui
partigiani, dipingendo tanti episodi di eroismo come colossali montature
della propaganda "bolscevica". Dimostrazioni di incredibile, quasi
infantile ingratitudine nei confronti di chi ha costruito il paese
moderno
e civile nel quale Kusturica si e' formato ed affermato, oppure semplici
riflessi della montante cultura revisionista di destra (quella dei pope,
dei Kostunica e dei Djindjic, tanto per intenderci)?

Ovviamente, le idee di un autore non inficiano il valore della sua
opera.
Tuttavia se l'artista usa tutte le ribalte per ribadire opinioni
infamanti
sul paese nel quale ha vissuto, e per lanciare giudizi superficiali
anche
sulla attuale situazione in Serbia, allora ci indignamo. In quanto
incensata e ben pagata star dello spettacolo, Kusturica porta anche
grandi
responsabilita' per ogni dichiarazione rilasciata alla stampa interna ed
internazionale.
Non vorremmo che finisse per unirsi definitivamente alla purtroppo gia'
folta schiera di intellettuali opportunisti - di tutte le nazionalita' -
che nessun contributo hanno dato in questi anni per frenare la
distruzione del loro paese. Questi hanno preferito piuttosto aggregarsi
a qualcuna delle cordate nazionaliste e filooccidentali, magari
tardivamente, oppure arroccarsi nella propria posizione di osservatori
privilegiati, che possono gettare dall'alto in basso sguardi pieni di
sarcasmo, magari "in absentia", dalle comode poltrone di qualche
conferenza stampa a New York oppure a Parigi. Occasioni d'oro per
guadagnarsi tanto successo in un mondo che la Jugoslavia l'ha squartata
volentieri.

Coordinamento Romano per la Jugoslavia, 4 maggio 2001

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