Djukanovic: UE, USA, NATO, chi mi paga di più?

Notizie brevi, dal gennaio 2005 fino ad oggi:

MAFIA: DDA BARI INDAGA SU AVVOCATO SVIZZERO PER RICICLAGGIO
MAFIA E CONTRABBANDO: DDA BARI TRASMETTE 101 FALDONI A GUP
MONTENEGRO: PER DJUKANOVIC MEGLIO SOVRANITA' CHE UE / ANSA
MONTENEGRO: DJUKANOVIC A SOLANA, PUNTIAMO A UE E A NATO/ANSA
CONTRABBANDO: PROCESSO A BROKER; PALAZZO CHIGI PARTE CIVILE
SERBIA/MONTENEGRO: REFERENDUM,POLEMICA LISTA KOSTUNICA/ANSA
BALCANI: MONTENEGRO CHIEDE APPOGGIO USA PER INDIPENDENZA
CONTRABBANDO: DJUKANOVIC, TRIBUNALE NAPOLI INVIA ATTI A BARI
MONTENEGRO: VERSO ITALIA QUASI META' ESPORTAZIONI
MONTENEGRO: COMMISSIONE UE APRE UFFICIO A PODGORICA
MONTENEGRO: DETENUTI PESTATI IN CARCERE DA POLIZIA,INCHIESTA
CONTRABBANDO: CUOMO; GUP BARI, AGEVOLAZIONI DA MONTENEGRO
MONTENEGRO: DJUKANOVIC A UE, POSSIBILE RINVIO INDIPENDENZA (di tre
mesi...)
Montenegro: minacce di secessione
MONTENEGRO: REFERENDUM, GOVERNO PRONTO A SI' CLAUSOLA 55%
MONTENEGRO: UE, TROVARE RAPIDAMENTE ACCORDO SU REFERENDUM
MONTENEGRO: REFERENDUM INDIPENDENZA, SI SVOLGERA' 21 MAGGIO
MONTENEGRO: REFERENDUM, PARLAMENTO DECIDE MODALITA'/ANSA
MONTENEGRO: REFERENDUM INDIPENDENZA, PASSA DATA 21 MAGGIO
MONTENEGRO: UE; SODDISFAZIONE SOLANA PER LEGGE SU REFERENDUM
MONTENEGRO: A BARI CORONA PER ANNIVERSARIO MORTE RE NIKOLA I
MONTENEGRO: SOSPETTO CONTRABBANDO ARMI, ARRESTATO MANAGER

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MAFIA: DDA BARI INDAGA SU AVVOCATO SVIZZERO PER RICICLAGGIO

(ANSA) - BARI, 25 GEN - Indagini su un avvocato svizzero - del quale
non si e' appreso il nome - che gestirebbe notevoli capitali mafiosi
sono in corso da parte della Direzione distrettuale antimafia (Dda)
di Bari che indaga sul riciclaggio di danaro da parte di
organizzazioni delinquenziali che operano in diversi settori
economici. Tra i settori monitorati dai magistrati baresi vi e' il
contrabbando internazionale di sigarette che tra il 1996 e il 2000
e' stato particolarmente attivo tra il Montenegro e la Puglia e che
avrebbe permesso ai suoi organizzatori di riciclare danaro in banche
e agenzie di cambio svizzere. L' indagine e' affidata ai sostituti
procuratori Giuseppe Scelsi e Eugenia Pontassuglia, titolari di una
piu' ampia indagine sul riciclaggio di danaro proveniente dal
traffico internazionale di sigarette di contrabbando. A quanto si e'
potuto sapere da fonti inquirenti, al momento a carico del legale
non sono stati raccolti elementi probatori sufficienti per sostenere
l' accusa a dibattimento ma ulteriori accertamenti sono in corso da
parte della Direzione investigativa antimafia (Dia) di Bari. I
magistrati inquirenti - a quanto si e' saputo - hanno in corso esami
della documentazione giunta dalla Confederazione elvetica dopo una
rogatoria internazionale integrata dai riscontri delle
intercettazioni compiute su utenze internazionali. Inoltre - sempre
sul fronte dell' attivita' di riciclaggio di proventi del
contrabbando - sono in corso indagini bancarie nei confronti di
cinque societa' del Liechtenstein. Dell' attivita' di
riciclaggio del danaro e delle indagini in corso da parte della Dda
aveva gia' parlato il pg di Bari, Riccardo Dibitonto, nel corso
dell' inaugurazione dell' anno giudiziario. Il magistrato aveva
riferito, proprio parlando del riciclaggio, che le indagini in corso
hanno accertato che la ''stragrande maggioranza del denaro non viene
reinvestito in Italia ma viene trasferito all' estero con ogni
mezzo, spesso affidato a corrieri improvvisati, magari incontrati
casualmente in un posto di frontiera. Il denaro viene poi utilizzato
per ogni necessita' ed impegnato prevalentemente nel campo edilizio
e turistico''. (ANSA). BU
25/01/2005 16:36

MAFIA E CONTRABBANDO: DDA BARI TRASMETTE 101 FALDONI A GUP

(ANSA) - BARI, 3 FEB - Centouno nuovi faldoni contenenti i risultati
delle ultime rogatorie chieste dalla Dda di Bari a diversi Paesi, tra
cui Svizzera e Cipro, sono stati depositati dal pm inquirente Giuseppe
Scelsi all'udienza preliminare nella quale sono imputate 22 persone
tra cittadini italiani e svizzeri, alcuni dei quali sono accusati di
essere i fondatori della piu' potente associazione mafiosa che avrebbe
operato tra la seconda meta' degli anni '90 e il 2000 tra Montenegro,
Svizzera e l'Europa comunitaria trafficando in Adriatico mille
tonnellate al mese di sigarette di contrabbando. L' udienza si svolge
dinanzi al gup Marco Guida che dovra' studiare i 130 faldoni (i 101
nuovi piu' i 29 gia' trasmessi) che contengono una mole di atti - tra
cui resoconti contabili trasmessi da banche e da societa' finanziarie
straniere - in base ai quali la Direzione distrettuale antimafia
chiede al gup il rinvio a giudizio degli imputati, i quali potrebbero
anche chiedere al giudice di essere processati con rito abbreviato.
L'udienza e' stata aggiornata all'11 marzo prossimo. Tra gli imputati
il broker Franco della Torre, di 62 anni, di Mendrisio (Svizzera),
titolare della licenza di importazione rilasciata nel '95 dalle
autorita' del Montenegro per l' importazione in quel Paese di 100mila
casse di sigarette al mese, pari a mille tonnellate. La licenza,
secondo l' accusa, fu rilasciata quando l'allora presidente della
Repubblica montenegrina, Milo Djukanovic (ora premier), decise di
'allontanare' il precedente concessionario, il serbo Vladimir Bokar
(ucciso poi, nell' estate del 2000, in un agguato avvenuto in Grecia),
perche' ritenuto troppo vicino alla famiglia dell' allora leader serbo
Slobodan Milosevic dal quale il presidente montenegrino cercava di
prendere le distanze. Djukanovic e' a sua volta indagato a Bari per
associazione mafiosa finalizzata al contrabbando di sigarette e al
riciclaggio in un'altra inchiesta 'stralcio'. Secondo il pm Scelsi,
l'attivita' criminale di Della Torre e' stata messa a segno con la
complicita' di Gerardo Cuomo, di 57, di Gragnano (Napoli) - condannato
con rito abbreviato il 20 novembre 2004 per associazione mafiosa a
sette anni e quattro mesi di reclusione in un processo 'stralcio' - di
Paolo Savino, di 65, di Napoli e residente a Lugano (Svizzera), di
Michele Antonio Varano, di 51, di Centrache (Catanzaro), del cittadino
svizzero Patrick Monnier, di 51, (dimorante in Svizzera e ritenuto
socio del deceduto Gilbert Llorens), dello spagnolo Luis Angelo Garcia
Cancio, e del suo collaboratore e coimputato, il cittadino svizzero
Jurg Hermann Graf. A queste persone, secondo l' accusa, Della Torre
avrebbe affidato complessivamente quattro sub-concessioni utilizzando
le quali lui e gli altri imputati hanno rifornito di sigarette di
contrabbando le associazioni mafiose che operavano in Puglia e
Campania che ottenevano i tabacchi via mare: dal Montenegro partivano
'scafi blu' che sbarcano in Puglia le sigarette che poi venivano
caricate su auto e furgoni, e inviate in Italia, Spagna e Gran
Bretagna. Di associazione mafiosa finalizzata al contrabbando di
sigarette sono accusate 12 persone per alcune delle quali non si e'
appresa l'eta': Della Torre, Varano, Monnier, Nicola Traettino, di 44,
il brindisino Francesco Nardelli, di 35, Renato De Giorgi, Savino,
Garcia Cangio, Graf, Silverio Ferrari, Enrico Rossini e F. V. [nome omesso
su richiesta dell'interessato in base alle disposizioni GDPR e diritto all'oblio,
marzo 2021]
. Rossini, F.V. e Ferrari, nelle loro qualita' di
amministratori e gestori di fatto della 'Traex sa' e della 'Gekap sa',
sono accusati di aver riciclato le somme di danaro che provenivano da
corrieri italiani e dalla 'Intercambi sa' del cittadino svizzero
Alfred Bossert. In sostanza, i tre - ritiene l'accusa - hanno cambiato
le lire incassate per la vendita di sigarette in valuta estera in modo
da poter assicurate il progressivo occultamento della provenienza del
denaro e il reperimento di valuta estera con la quale consentire le
transazioni finanziarie sul mercato internazionale. (ANSA). BU
03/02/2005 16:17

MONTENEGRO: PER DJUKANOVIC MEGLIO SOVRANITA' CHE UE / ANSA

(Di Beatrice Ottaviano) (ANSA) - BELGRADO, 2 MAR - Meglio
l'indipendenza da Belgrado che l'adesione all'Ue: lo ha dichiarato il
primo ministro montenegrino Milo Djukanovic alla vigilia di un viaggio
a Bruxelles per un colloquio con l'alto commissario Javier Solana che
si preannuncia teso. Il Montenegro, ha detto Djukanovic in una
intervista alla radio statale, ''vuole aderire all'Unione europea, ma
non abbandonera' mai l'idea della sua sovranita' ''. E fonti filo-
governative a Podgorica hanno detto all'Ansa che l'integrazione resta
un obiettivo, ma non a costo della permanenza in uno stato comune. Nei
giorni scorsi, aveva innescato nuove polemiche un progetto del governo
montenegrino per la sostituzione dell'unione Serbia e Montenegro con
una ancor piu' blanda associazione di stati indipendenti e
internazionalmente riconosciuti: in pratica, una secessione attenuata
dalla creazione di un organismo comune a elezione indiretta, un
parlamento dalle prerogative incerte. Il progetto e' stato seccamente
respinto dal premier serbo Vojislav Kostunica, che lo giudica
incostituzionale, e dal suo governo, che oggi ha sottolineato di non
volerlo neanche discutere. Ma Djukanovic non ha abbandonato l'idea,
affermando che non si puo' parlare di incostituzionalita' quando e' in
gioco la creazione di un soggetto geopolitico del tutto nuovo: in quel
caso, anche il pensionamento della vecchia Federazione jugoslava
sarebbe stato incostituzionale. La proposta montenegrina ha suscitato
molte perplessita' nella comunita' internazionale: peraltro in base
agli accordi di Belgrado della primavera 2002 che dettero il via alla
creazione dell'unione Serbia e Montenegro, Podgorica ha il diritto di
chiedere un referendum sull'indipendenza dopo tre anni di vita
dell'unione, nel febbraio dell'anno prossimo. Ma sarebbe proprio
l'incertezza sul risultato di tale referendum, stando ai quotidiani di
opposizione montenegrini, ad aver suggerito il nuovo passo: la
popolazione della piccola repubblica balcanica (650.000 abitanti circa
per 13,812 chilometri quadrati, le dimensioni della Campania) e' da
sempre estremamente divisa sulla questione, con la parte povera e gli
abitanti del nord che si sentono e si proclamano serbi, e i piu'
ricchi abitanti della costa e parte della capitale schierati invece
per la piena secessione da Belgrado. Djukanovic ieri ha seccamente
replicato che ''Sono solo illazioni di chi ha paura dell'inevitabile
epilogo. Nel referendum del febbraio 2006 il Montenegro conquistera'
l'indipendenza''. La delicatezza degli equilibri e il piccolo margine
fra le due posizioni avevano spinto negli anni scorsi Podgorica a
varare una legge fortemente limitativa del diritto di voto per i
cittadini residenti altrove, soprattutto in Serbia, dove la comunita'
montenegrina e' numerosa, ben posizionata e schierata a favore del
mantenimento dei legami reciproci. Non possono votare nella piccola
repubblica adriatica i montenegrini che non abbiano vissuto nel paese
almeno per gli ultimi tre anni. Djukanovic, al potere in Montenegro
dal 1997, deve difendersi da una opposizione sempre piu' agguerrita,
che erode consensi anche grazie alla persistente crisi economica del
paese. Il suo governo ha fatto congelare le elezioni dirette per il
parlamento dell'unione che avrebbero dovuto tenersi a febbraio, forse
sulla spinta dei sondaggi che lo vedrebbero per la prima volta da anni
in minoranza. Cosi' il leader di un paese che ha da tempo adottato
l'euro come moneta statale - erede del marco tedesco che aveva
soppiantato nel novembre del 2000 il dinaro jugoslavo - mette in
dubbio ora la sua vocazione europeista in favore del distacco dai
'fratelli' serbi. Sempre pero' con il piede in due staffe: il
parlamento dominato dal suo partito sta varando un disegno di legge
per l'armonizzazione con i principi giuridici dell'Unione europea, nel
quale non c'e' peraltro nessun riferimento all'unione Serbia e
Montenegro e al quale l'opposizione montenegrina non partecipa. (ANSA). OT
02/03/2005 17:33

MONTENEGRO: DJUKANOVIC A SOLANA, PUNTIAMO A UE E A NATO/ANSA

(ANSA) - BRUXELLES, 3 MAR - ''I nostri due obiettivi sono l' Unione
europea e la Nato'': al termine di un incontro con l'Alto
rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza, Javier
Solana, il premier del Montenegro, Milo Djukanovic, ha in parte
ritrattato le dichiarazioni di ieri in cui sosteneva che l'
indipendenza da Belgrado era preferibile all'adesione all'Ue. ''Il
modo in cui la stampa ha presentato le mie dichiarazioni non e'
professionale'', ha detto Djukanovic a Bruxelles, precisando di
essersi limitato a dire che ''dati i nostri due obiettivi, non credo
che nessuno debba essere obbligato per raggiungerli a perdere la
propria identita' nazionale''. Nonostante questa parziale retromarcia,
in tutte le sue altre affermazioni di oggi, il premier ha ribadito le
differenze tra Belgrado e Podgorica, in linea con la posizione
pro-independenza che sostiene da tempo. Parlando per esempio
dell'accordo di associazione e stabilizzazione con l'Ue, il premier si
e' augurato che l'intesa possa essere conclusa quest'anno, precisando
che il suo Paese sta facendo del suo meglio per raggiungere lo scopo:
''Speriamo che il nostro partner nell'Unione (la Serbia, ndr) faccia
allo stesso modo per quanto e' di sua responsabilita'''. Anche il
piano di tenere in Montenegro un referendum nel febbraio del 2006 per
decidere sull'indipendenza da Belgrado - iniziativa che non e' ben
vista dalla Serbia - e' stato confermato: ''Non solo la Serbia...
anche il Montenegro ha il diritto di testare il sentimento dei suoi
cittadini sul funzionamento dell' Unione'', ha precisato Djukanovic.
Quanto all'approccio 'a doppio-binario' che la Commissione europea ha
adottato per la gestione delle relazioni con l'Unione
Serbia-Montenegro, Djukanovic lo ha definito ''un'eccellente
opportunita'''. Con questo sistema, Belgrado e Podgorica possono
infatti negoziare con l'Ue come se fossero due Stati separati e
mantenendo due differenti legislazioni. All'eventuale appuntamento per
l'adesione all'Ue, l'Unione Serbia-Montenegro figurerebbe in ogni caso
come un membro unico. Dal canto suo, Solana ha ribadito la consueta
posizione dell' Ue per cui la migliore via per Serbia e Montenegro
verso l' integrazione e' quella da condurre insieme, e non separati,
le trattative. L'obiettivo rimane quello di avvicinare ''quanto
prima'' l' Unione Serbia-Montenegro all'Ue concludendo lo studio di
fattibilita' per l'avvio di un accordo di stabilizzazione e
associazione (Asa) con lo Stato balcanico. Lo studio di fattibilita'
sull'Asa, considerato come il primo passo concreto verso l'adesione,
e' stato avviato nell'autunno del 2003 e ancora non e' stato concluso.
(ANSA). COR-RIG
03/03/2005 19:43

CONTRABBANDO: PROCESSO A BROKER; PALAZZO CHIGI PARTE CIVILE

(ANSA) - BARI, 11 MAR - La presidenza del Consiglio dei ministri si e'
costituita parte civile all'udienza preliminare in corso a Bari nella
quale sono imputate 22 persone tra cittadini italiani e svizzeri,
alcuni dei quali sono accusati di essere i fondatori della piu'
potente associazione mafiosa che avrebbe operato tra la seconda meta'
degli anni Novanta e il 2000 tra Montenegro, Svizzera e l'Europa
comunitaria trafficando in Adriatico mille tonnellate al mese di
sigarette di contrabbando e riciclando i proventi in Svizzera.
L'udienza si svolge dinanzi al gup del Tribunale di Bari Marco Guida
al quale i difensori di uno degli indagati, avvocati Luca Sirotti e
Salvatore D'Aluiso, hanno sollevato una serie di eccezioni preliminari
sulla nullita' delle intercettazioni telefoniche compiute,
l'inutilizzabilita' degli atti contenuti negli ultimi 101 faldoni (su
un totale di 130) prodotti dalla pubblica accusa nel corso
dell'udienza preliminare precedente e il difetto di giurisdizione da
parte della magistratura italiana poiche' in Svizzera - secondo i
legali - e' in corso un altro processo ''per fatti identici''. I
legali, che difendono l'imputato Luis Angel Cancio Garcia, hanno
quindi chiesto al giudice di far valutare alla commissione
italo-svizzero, prevista dalla Convenzione del 2003 tra i due Stati,
quale procedimento deve andare avanti. Al termine delle eccezioni il
pm della Dda Eugenia Pontassuglia, ha chiesto un termine per esprimere
il proprio parere e l'udienza e' stata aggiornata al 18 aprile
prossimo. Tra gli imputati il broker Franco della Torre, di 62 anni,
di Mendrisio (Svizzera), titolare della licenza di importazione
rilasciata nel '95 dalle autorita' del Montenegro per l' importazione
in quel Paese di 100mila casse di sigarette al mese, pari a mille
tonnellate. La licenza, secondo l' accusa, fu rilasciata quando
l'allora presidente della Repubblica montenegrina, Milo Djukanovic
(ora premier), decise di 'allontanare' il precedente concessionario,
il serbo Vladimir Bokar (ucciso poi, nell' estate del 2000, in un
agguato avvenuto in Grecia), perche' ritenuto troppo vicino alla
famiglia dell' allora leader serbo Slobodan Milosevic dal quale il
presidente montenegrino cercava di prendere le distanze. Djukanovic e'
a sua volta indagato a Bari per associazione mafiosa finalizzata al
contrabbando di sigarette e al riciclaggio in un'altra inchiesta
'stralcio'. Secondo l'accusa, l'attivita' criminale di Della Torre e'
stata messa a segno con la complicita' di Gerardo Cuomo, di 57, di
Gragnano (Napoli) - condannato con rito abbreviato il 20 novembre 2004
per associazione mafiosa a sette anni e quattro mesi di reclusione in
un processo 'stralcio' conclusosi dinanzi al gup di Bari - di Paolo
Savino, di 65, di Napoli e residente a Lugano (Svizzera), di Michele
Antonio Varano, di 51, di Centrache (Catanzaro), del cittadino
svizzero Patrick Monnier, di 51, (dimorante in Svizzera e ritenuto
socio del deceduto Gilbert Llorens), dello spagnolo Luis Angelo Garcia
Cancio, e del suo collaboratore e coimputato, il cittadino svizzero
Jurg Hermann Graf. A queste persone, secondo l' accusa, Della Torre
avrebbe affidato complessivamente quattro sub-concessioni utilizzando
le quali lui e gli altri imputati hanno rifornito di sigarette di
contrabbando le associazioni mafiose che operavano in Puglia e
Campania che ottenevano i tabacchi via mare: dal Montenegro partivano
'scafi blu' che sbarcano in Puglia le sigarette che poi venivano
caricate su auto e furgoni, e inviate in Italia, Spagna e Gran
Bretagna. (ANSA). BU
11/03/2005 15:28

SERBIA/MONTENEGRO: REFERENDUM,POLEMICA LISTA KOSTUNICA/ANSA

(di Beatrice Ottaviano) (ANSA) - BELGRADO, 20 GIU - Ha scatenato un
putiferio sia in Montenegro sia in Serbia l'iniziativa del primo
ministro serbo Vojislav Kostunica, che in vista del referendum sul
possibile distacco di Podgorica da Belgrado, ha consegnato alle
istituzioni dell'Unione europea una lista contenente i nomi dei
cittadini montenegrini residenti in Serbia. Nelle intenzioni del
premier montenegrino Milo Djukanovic, indipendentista che da otto anni
domina la vita politica della piccola repubblica adriatica, solo i
cittadini montenegrini residenti da almeno due anni in Montenegro
avranno diritto al voto nel referendum sull'indipendenza, che dovrebbe
tenersi nel febbraio prossimo. Djukanovic, che vede quotidianamente
erodere la sua popolarita', gia' teme che il voto si trasformi (com'e'
in parte avvenuto per il referendum francese sulla Costituzione
europea) in un negativo giudizio sulle capacita' del suo governo.
D'altro canto, la percentuale di favorevoli e contrari
all'indipendenza, in uno stato delle dimensioni del Trentino- Alto
Adige e che conta circa 650.000 abitanti, e' estremamente ravvicinata.
La lista di Kostunica comprende 260.000 montenegrini residenti in
Serbia, e fra questi la stragrande maggioranza e' favorevole al
mantenimento dei legami con Belgrado: la loro partecipazione al
referendum farebbe pendere decisamente la bilancia in favore
dell'unione. Bruxelles ha reagito freddamente alla presentazione della
lista, precisando attraverso la portavoce Christina Gallach che il
problema del diritto al voto non e' di sua competenza: e che l'unico
interesse dell'Ue e' che esso si tenga in linea con le norme, le
procedure e le raccomandazioni della comunita' internazionale. Ma allo
stesso tempo, l'alto commissario per la politica estera e di sicurezza
dell'Ue Javier Solana - fra i principali promotori dell'unione Serbia
e Montenegro - ha sottolineato che l'eventuale separazione fra i due
paesi non affretterebbe il cammino di Podgorica verso l'integrazione
europea. Se in Montenegro il governo e' infuriato e l'opposizione
(filo-serba) soddisfatta e consenziente, l'idea di Kostunica non ha
mancato di sollevare obiezioni anche fra gli alleati di governo. Il
G17 del premier Miroljub Labus, che vorrebbe una Serbia indipendente,
considera la lista ''una posizione personale del premier'' e un atto
unilaterale. Il ministro degli esteri serbomontenegrino Vuk Draskovic
ha stigmatizzato l'idea di redigere elenchi di nazionalita',
ricordando il caso dei croati di Hrtkovci (Vojvodina, Serbia del
nord), che negli anni '90, dopo che gli ultranazionalisti del Partito
radicale avevano redatto un'analoga lista delle famiglie croate, erano
stati costretti ad abbandonare le loro case. Anche il presidente
serbomontenegrino Svetozar Marovic (peraltro cittadino del Montenegro)
ha avuto parole dure verso ''le consuetudini balcaniche, che
sfortunatamente implicano conteggi, pettegolezzi malevoli e sgambetti.
Sono abitudini che riportano a divisioni etniche, al crescere
dell'irrazionalita' e delle tensioni''. In Serbia, favorevoli
all'iniziativa di Kostunica restano gli ultranazionalisti del Partito
radicale serbo - che d'altro canto si erano anche schierati a suo
tempo contro l'abolizione della Federazione jugoslava in nome della
piu' blanda unione - e i socialisti del partito a suo tempo fondato da
Slobodan Milosevic. Ma c'e' anche qualche quotidiano montenegrino di
opposizione, come Dan, che sottolinea come Djukanovic sia ''rimasto
l'ultimo ras dei Balcani'', e che forse una sconfitta al referendum,
con la quasi inevitabile dipartita del governo, darebbe spazio a nuove
forze democratiche.(ANSA). OT
20/06/2005 15:22

BALCANI: MONTENEGRO CHIEDE APPOGGIO USA PER INDIPENDENZA

(ANSA) - WASHINGTON, 21 GIU - ''Spero che gli Stati Uniti si
dimostrino sempre piu' attenti ai nostri problemi'': questo l'augurio
che il ministro degli esteri del Montenegro, Miodrag Vlahovic, ha oggi
espresso parlando presso la sede del Centro per gli studi strategici e
internazionali (Csis), a Washington. Vlahovic e' in visita negli Stati
Uniti, dove ha, in questi giorni, incontri con l'Amministrazione e al
Congresso. Il Montenegro si sta preparando a un referendum nazionale,
che, ha spiegato Vlahovic, ''abbiamo tutta l'intenzione di indire''.
Con la votazione popolare, la Repubblica di Montenegro affermerebbe la
volonta' di essere indipendente dalla Serbia a cui e' legata da un
accordo del 2003 e con cui condivide la politica estera e la difesa.
Ancora non e' stata fissata la data del referendum, ma Vlahovic,
ritiene che esso possa svolgersi tra aprile e maggio 2006. Nella
conferenza al Csis, il ministro ha pure chiesto appoggio all'Ue:
''Abbiamo ricevuto sostegno da Ungheria, Polonia, Danimarca, Austria.
Altri Stati membri si sono dimostrati poco attenti alle nostre tesi.
Spero che in futuro la situazione cambi''. L'Amministrazione
statunitense, per ora, non s'e' espressa a favore dell'indipendenza
montenegrina. (ANSA). RED*GP
22/06/2005 18:00

CONTRABBANDO: DJUKANOVIC, TRIBUNALE NAPOLI INVIA ATTI A BARI

(ANSA) - BARI, 8 LUG - E' stata inviata alla Procura presso il
Tribunale di Bari, per competenza territoriale, la posizione del capo
del governo del Montenegro, Milo Djukanovic, imputato a Napoli per
associazione per delinquere finalizzata al contrabbando di sigarette.
Lo ha deciso il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale
partenopeo, dott.ssa Capozzi, nel corso dell'udienza preliminare
celebrata nei giorni scorsi, nella quale e' stata sollevata la
competenza territoriale della Dda di Bari che ha in corso da anni
un'indagine a carico del premier montenegrino per il reato piu' grave
di associazione mafiosa finalizzata al contrabbando di sigarette e al
riciclaggio di danaro. La notizia e' stata confermata dal legale di
Djukanovic, avv.Enrico Tuccillo, del foro di Napoli. A Bari sono gia'
giunte, dal Tribunale di Napoli, tutte le altre posizioni dei
coimputati di Djukanovic, per i quali la Procura campana chiese, e in
alcuni casi ottenne, negli anni scorsi provvedimenti restrittivi. Gli
altri imputati erano gia' a giudizio, mentre la posizione di
Djukanovic (per il quale la richiesta di arresto fu respinta perche'
il gip ritenne che il premier godesse dell'immunita' diplomatica)
pendeva ancora dinanzi al gup perche' la sua posizione fu stralciata
in attesa che la Cassazione decidesse sull'immunita' diplomatica.
Decisione che la Suprema Corte ha reso nota nel gennaio 2005, quando
ha disposto che al premier montenegrino non spetta l'immunita' dalla
giurisdizione penale perche' allo Stato del Montenegro non spetta la
qualifica di Stato sovrano e di soggetto autonomo ed indipendente. Il
provvedimento della Cassazione ha consentito quindi ai magistrati di
Napoli di continuare ad esercitare l'azione penale nei confronti di
Djukanovic (arenatasi con l'invio a Bari degli atti) e consentira' ora
alla Dda di Bari di riunire il procedimento che giungera' da Napoli
con quello in indagine a Bari, a carico di una decina di persone. L'
associazione mafiosa della quale Djukanovic sarebbe stato tra i
promotori - secondo il pm barese Eugenia Pontassuglia - ha agito fino
al 2000 tra il Montenegro e la Puglia trafficando circa mille
tonnellate al mese di sigarette e riciclando il danaro in Svizzera.
L'avvocato Tuccillo ha gia' annunciato che sollevera' anche dinanzi ai
magistrati di Bari la questione relativa all'immunita' diplomatica del
presidente Djukanovic ''perche' - ha detto - in base a tutta la nuova
documentazione che abbiamo raccolto si puo' dichiarare che lo Stato
del Montenegro e' autonomo, indipendente e sovrano''. (ANSA). BU
08/07/2005 20:46

MONTENEGRO: VERSO ITALIA QUASI META' ESPORTAZIONI

(ANSAmed) - BRUXELLES, 12 LUG - Quasi la meta' delle esportazioni del
Montenegro si dirigono verso l'Italia, che e' anche la principale
fonte delle importazioni del paese, secondo i dati del 2004 della
Banca centrale del Montenegro riproposti oggi dal quotidiano
britannico 'Financial Times' in un ampio rapporto sul paese. Non
tenendo conto del volume del commercio con la Serbia, con la quale il
Montenegro e' legato in una confederazione nata dopo la guerra del
Kosovo nel 1999, l'Italia e' dunque il primo partner commerciale del
piccolo stato balcanico che ha una popolazione di oltre 600.000 mila
abitanti. Nel dettaglio il 41,9% delle esportazioni montenegrine si
dirigono in Italia, un altro 15,7% in Grecia, e un altro 9,6% in
Svizzera. Considerando i principali partner commerciali, le
importazioni provengono per il 14,4% dall'Italia, per il 12,6% dalla
Slovenia, per il 9,1% dalla Bosnia Erzegovina. Il rapporto del
Financial Times fa un'ampia panoramica del paese concentrandosi sulle
principali questioni politiche ed economiche e indicando nel turismo
il settore con i maggiori margini di crescita. In questo mese dovrebbe
infatti essere ultimata la costruzione di un tunnel che consentira' di
accedere facilmente alla costa superando l'ostacolo naturale posto
dalle montagne. Gli operatori locali, come riporta il quotidiano,
prefigurano un forte incremento del giro di affari. (ANSAmed). RED-VS
12/07/2005 19:01

MONTENEGRO: COMMISSIONE UE APRE UFFICIO A PODGORICA

(ANSAmed) - BELGRADO, 21 LUG - La Commissione Ue aprira' presto un
ufficio nella capitale montenegrina di Podgorica. Lo ha annunciato il
portavoce del Commissario all'Allargamento Olli Rehn, Krisztina Nagy.
L'ufficio, ha spiegato Nagy al quotidiano di Podgorica Vijesti, avra'
lo scopo di monitorare il livello di integrazione con l'Ue raggiunto
dal Montenegro e di allacciare legami con i rappresentanti dell'Unione
di Serbia e Montenegro.
La rappresentanza della Commissione Ue a Podgorica avra' anche la
possibilita' di avviare negoziati con le autorita' serbe e
montenegrine. (ANSAmed). KUT 21-LUG-05 13:27 NNNN
21/07/2005 16:49

MONTENEGRO: DETENUTI PESTATI IN CARCERE DA POLIZIA,INCHIESTA

(ANSA) - BELGRADO, 1 SET - Sale la tensione in Montenegro dopo
l'uccisione, avvenuta due giorni fa, del vicecapo della polizia
criminale Slavoljub Scekic, considerato dalla vox populi come uno dei
rari funzionari integerrimi delle forze dell'ordine della piccola
repubblica adriatica. Una controversa operazione di polizia
all'interno del carcere di Spuz, a Podgorica, e' degenerata in un
pestaggio di detenuti da parte degli agenti, secondo i media
elettronici di Belgrado.
L'operazione, scrivono le fonti, doveva essere una perquisizione di
alcune celle. Ma gli agenti, concordano le testimonianze, sono entrati
nella prigione con addosso dei passamontagna per non essere
riconosciuti, e senza avvertire il direttore dell'istituto. Secondo le
stesse testimonianze, non hanno subito particolari provocazioni, ma
sono semplicemente passati alle mani e hanno ferito gravemente alcuni
detenuti a suon di pugni e calci.
Particolarmente presi di mira sono stati dei sospetti criminali
arrestati a suo tempo nell'ambito delle inchieste condotte da Scekic,
come Damir Mandic - accusato dell'uccisione del giornalista ed editore
Dusan Jovanovic, proprietario del quotidiano di opposizione Dan,
freddato da sicari nel maggio del 2004 - e circa 40 persone fermate
ieri per l'uccisione dello stesso vicecapo della polizia criminale.
Il procuratore generale montenegrino Vesna Medenica ha annunciato che
contro gli agenti 'giustizieri' verranno presi duri provvedimenti. Ma
la fiducia del pubblico montenegrino nei confronti della sua polizia,
gia' minata dai tanti episodi di corruzione e di connivenza con la
criminalita' riscontrati in questi anni, e' destinata a subire un
nuovo colpo. (ANSA). OT
01/09/2005 17:11

CONTRABBANDO: CUOMO; GUP BARI, AGEVOLAZIONI DA MONTENEGRO

(ANSA) - BARI, 6 OTT - Le indagini della Dda di Bari sul contrabbando
internazionale di sigarette tra il Montenegro, la Puglia e l'Europa
comunitaria hanno consentito di ''individuare direttamente nei piu'
alti livelli istituzionali di quel Paese (il Montenegro, ndr) coloro
che hanno organizzato, diretto e regolamentato il complesso accordo
criminale in esame''. E le intercettazioni telefoniche hanno permesso
di far emergere ''chiaramente'' che, chi alla fine rilasciava ai
latitanti italiani rifugiatisi in Montenegro le autorizzazioni per
esportare tabacchi, era ''sempre ed inevitabilmente la piu' alta
carica di quel Paese''. Lo scrive il gup del Tribunale di Bari Chiara
Civitano nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato, il 20
novembre 2004, al termine di un processo con rito abbreviato, il
presunto boss Gerardo Cuomo, di 59 anni, di Gragnano (Napoli), alla
pena di sette anni e quattro mesi di reclusione per associazione
mafiosa. Cuomo e' stato riconosciuto uno dei componenti del
''direttorio commerciale'' che ha organizzato e gestito i traffici di
sigarette assieme alle ''autorita' istituzionali del Montenegro'' e a
esponenti di clan mafiosi pugliesi rifugiatisi a Bar e Zelenica tra il
1996 e il 1999. Oltre a Cuomo, su richiesta del pm inquirente Giuseppe
Scelsi, in quel processo sono state condannate altre sette persone.
Nelle circa 300 pagine della sentenza il giudice Civitano fa piu'
volte riferimento all'allora presidente della Repubblica del
Montenegro, Milo Djukanovic (ora primo ministro), indagato dalla Dda
di Bari in un procedimento 'stralcio' per associazione mafiosa
finalizzata al contrabbando di sigarette e al riciclaggio di danaro
per fatti relativi al periodo compreso tra il 1996 e gennaio 2000. In
particolare, il giudice cita i rapporti intercorsi tra il latitante
pugliese Benedetto Stano (poi divenuto collaboratore di giustizia) e
l'allora superlatitante Francesco Prudentino, tra quest'ultimo e il
''facoltoso imprenditore'' conosciuto con il nome di 'Brano' e tra
'Brano' e il presidente Djukanovic. In sostanza - a giudizio del gup
Civitano - 'Brano', che pare sia imparentato con il 'presidente', era
il punto di collegamento tra i boss del contrabbando e Djukanovic.
Nella sentenza si ricorda inoltre che il Montenegro non solo'
autorizzo' i brokers dei tabacchi ad importare 100.000 casse al mese
di sigarette ma impose una ''tangente'' di importazione di 55-70
dollari per ogni cassa. ''Questo a dimostrazione - e' scritto nella
sentenza - che si trattava di un sistema criminale, organizzato con
rigidi criteri commerciali, come ogni sistema criminale che si
rispetti''. Un sistema ben oliato - secondo il giudice - in cui le
autorita' montenegrine offrivano ''coperture e protezioni ai latitanti
italiani'' e legittimavano l'attivita' delle organizzazioni mafiose
che operavano sul proprio territorio. In sostanza, ''un vasto settore
degli apparati istituzionali montenegrini'' fece si' che tutte le
attivita' che ruotavano attorno all'importazione e all'esportazione
illegale di tabacchi costituissero ''la voce piu' rilevante del
bilancio'' del Montenegro. (ANSA). BU
06/10/2005 18:44

MONTENEGRO: DJUKANOVIC A UE, POSSIBILE RINVIO INDIPENDENZA

(ANSA) - BELGRADO, 25 NOV - Il Montenegro e' disposto a rinviare ''di
due o tre mesi'' la formalizzazione della sua progettata indipendenza
dalla Serbia, per venire incontro agli inviti alla cautela ricevuti
dall'Unione europea. Ma non a posporre la data del referendum (fissato
per l'aprile 2006) che dovrebbe formalizzare la secessione.
Lo ha ha detto il primo ministro montenegrino Milo Djukanovic, uomo
forte di Podgorica e portabandiera della strategia separatista, citato
oggi dall'agenzia belgradese d'informazioni Vip.
''L'attuazione dei risultati del referendum in Montenegro potrebbe
essere differita di uno, due o tre mesi, se l'Ue vuole'', ha affermato
Djukanovic, prospettando in sostanza il rinvio (limitato) della
proclamazione formale d'indipendenza alla scopo di non sovrapporre
questo dossier ad altri contenziosi riapertisi nella regione: primo
fra tutti il negoziato sullo status del Kosovo, dove la maggioranza
albanese pretende a sua volta il distacco dalla Serbia.
Il premier montenegrino ha illustrato la sua posizione come ''un gesto
di buona volonta' '' e ha ricordato che il Montenegro - territorio che
aveva il rango di repubblica nella defunta Jugoslavia, a differenza
del Kosovo, semplice provincia autonoma interna alla Serbia - intende
svolgere il suo referendum sull'indipendenza ''in accordo con gli
standard dell'Ue'', alla quale spera in futuro di poter aderire.
A prendere per buoni i sondaggi condotti sul posto, il Montenegro
appare profondamente spaccato sulla prospettiva dell' indipendenza
dall'etnicamente affine Serbia. Ma Djukanovic e la sua fazione sono
ritenuti in grado di potersi assicurare - seppur di misura - la
maggioranza assoluta dei consensi.
Il referendum e' tuttavia guardato con preoccupazione almeno da una
parte dell'Unione europea, che teme le conseguenze della
frammentazione dell'ultima realta' unitaria, per quanto fragile,
rimasta in piedi fra Paesi ex jugoslavi: la Serbia-Montenegro, nata
nel 2003 come erede legale della piccola Jugoslavia. Un Paese al quale
la stessa Ue ha del resto appena rinnovato implicitamente il
riconoscimento, avviando il mese scorso negoziati per l'accordo di
stabilizzazione e associazione (Asa) destinati gioco forza a essere
messi in discussione dall'eventuale secessione montenegrina.(ANSA). LR
25/11/2005 14:58

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Montenegro: minacce di secessione

Podgorica - Il primo ministro montenegrino Milo Djukanovic ha detto
che il suo Paese sarà indipendente entro l'anno prossimo e tornerà
allo status goduto prima della fusione con la Serbia alla fine della
Prima guerra mondiale.
In un discorso pronunciato in occasione del centenario della
costituzione montenegrina e all'inaugurazione di una statua del re
Nicola, Djukanovic si è rivolto alll'immagine del sovrano chiedendo
perdono "per il Montenegro, dato che la prima statua a voi dedicata
nel 1931 è in terra straniera, a Sanremo, in Italia". Allora la figlia
di Nicola, Elena, era regina d'Italia avendo sposato Vittorio Emanuele
III di Savoia.
"Questo non dovrà mai più accadere in Montenegro e per questo siamo
pronti a far rivivere il Montenegro come stato indipendente", ha detto
il premier.
La cerimonia si è svolta a Cettigne, l'antica capitale del Montenegro,
dove il 19 dicembre 1905 venne proclamata la costituzione del Paese.

FONTE: http://www.contropiano.org/doc_europa&russia.asp - 20.12.05

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MONTENEGRO: REFERENDUM, GOVERNO PRONTO A SI' CLAUSOLA 55%

(ANSA) - BELGRADO, 27 FEB - Il partito cardine del governo del
Montenegro, piccola repubblica ex jugoslava incamminata verso una
possibile separazione dalla Serbia, si e' detto oggi pronto ad
accettare la controversa clausola del 55% suggerita dall'Ue per il
riconoscimento del referendum secessionista in programma nel Paese in
primavera. Lo riferisce l'agenzia Tanjug da Podogorica, rilevando come
a questo punto appaia scontato, domani, il via libera finale del
Consiglio dei ministri. La proposta europea prevede che l'indipendenza
del Montenegro - al centro di forti dissidi in seno alla stessa
repubblica - possa essere proclamata solo se il referendum otterra' il
si' di almeno il 55% dei partecipanti e non il tradizionale 50% piu'
uno, in modo da evitare contestazioni. Una novita' che inizialmente il
governo locale montenegrino in carica - schierato a favore della
secessione in forte contrasto con le opposizioni interne - aveva
rigettato come antidemocratica, ma sulla quale alla fine sembra aver
deciso di cedere. Di qui la decisione odierna del Partito democratico
dei socialisti del Montenegro, la formazione egemonizzata dal premier
e uomo forte di Podgorica, Milo Djukanovic, di accettare la sfida,
nella convinzione di poter ottenere dalle urne il vantaggio richiesto
rispetto ai sostenitori del no: sostenitori guidati in particolare dal
Partito socialista di Predrag Bulatovic, legato all'eredita' della
defunta Jugoslavia di Slobodan Milosevic e paladino della storica
fratellanza slavo-ortodossa tra serbi e montenegrini. A dare manforte
alle speranze di un largo successo del si', si sono aggiunti
d'altronde proprio oggi i rappresentanti della minoranza albanese del
Montenegro (l'8% dei circa 650.000 cittadini locali) che hanno
formalizzato la loro adesione alla campagna per l'indipendenza. (ANSA). LR
27/02/2006 17:21

MONTENEGRO: UE, TROVARE RAPIDAMENTE ACCORDO SU REFERENDUM

(ANSA) - BRUXELLES, 27 FEB - I ministri degli esteri europei hanno
richiesto oggi alle autorita' serbe e montenegrine di trovare
''rapidamente'' un accordo sulle modalita' di svolgimento
dell'eventuale referendum per l'indipendenza del Montenegro da
Belgrado. I ministri, riuniti oggi a Bruxelles, ''esortano entrambe le
parti - si legge nelle conclusioni del Consiglio - a raggiungere un
rapido accordo sulle questioni ancora aperte (la maggioranza
richiesta, la data e la domanda da porre nel referendum), cosi' dando
al processo la necessaria legittimita'''. L'Unione europea ha
recentemente proposto attraverso il suo inviato speciale, Miroslav
Lajcak, un compromesso in base al quale l'indipendenza del Montenegro
sara' assicurata in caso di una maggioranza del 55% dei votanti e una
volta raggiunto il quorum del 50%. Le autorita' montenegrine puntano
invece ad una maggioranza minima del 50% e a un quorum al 41%, per
garantire il successo del referendum che intendono svolgere il
prossimo aprile, anche se ancora non e' stata definita la data
ufficiale. A conferma che l'Ue non e' favorevole a queste posizioni, i
ministri hanno oggi sottolineato che ''il Consiglio sostiene
pienamente gli sforzi e le iniziative dell'ambasciatore
Lajack''.(ANSA). KVW
27/02/2006 18:06

MONTENEGRO: REFERENDUM INDIPENDENZA, SI SVOLGERA' 21 MAGGIO

(ANSA) - BELGRADO, 28 FEB - La maggioranza e l'opposizione del
Montenegro, piccola repubblica balcanica ex jugoslava incamminata
verso una possibile separazione dalla Serbia, si sono accordate per la
celebrazione del referendum sulla indipendenza il 21 maggio prossimo.
Lo ha reso noto oggi il presidente montenegrino Filip Vujanovic
all'agenzia Fonet. Vujanovic ha precisato che la proposta sara'
formalizzata domani dinanzi al parlamento di Podgorica, dove a questo
punto l'approvazione appare comunque scontata. Restano da fissare
invece alcune regole della consultazione, anche se la maggioranza
legata al premier e uomo forte della repubblica, Milo Djukanovic, che
sostiene a spada tratta i progetti di secessione, ha gia' accettato
ieri di cedere sulla questione piu' spinosa: quella sulla clausola del
55% sollecitata dall'Unione Europea per scongiurare il rischio di
contestazioni. Una proposta in base alla quale il riconoscimento
dell'indipendenza - al centro di forti dissidi in seno alla stessa
societa' montenegrina e visto con malcelata irritazione dalla sorella
maggiore serba - avverra' solo se i si' corrisponderanno ad almeno il
55% di coloro che si recheranno alle urne e non al tradizionale 50%
piu' uno. Nel contempo e' stato deciso lo slittamento a dopo il
referendum, delle elezioni parlamentari locali. La clausola del 55%
sembra sgomberare il campo dall'ultimo ostacolo allo svolgimento del
voto sull'indipendenza. L'emissario dell'Ue Miroslav Lajcak, che
l'aveva suggerita nei giorni scorsi trovandosi inizialmente di fronte
a un no, ha sottolineato oggi a Podgorica che l'accettazione dell'idea
di una maggioranza qualificata ''e' in grado di dare piena
legittimazione all'intero processo referendario''. Secondo gli ultimi
sondaggi condotti in loco, il 43% dei montenegrini si dichiara oggi a
favore dell'indipendenza, mentre gli unionisti convinti sono il 31% e
gli indecisi sono pari a circa un quarto degli elettori. Nell'ultima
consultazione politica svoltasi nel Paese, le forze che oggi fanno
campagna per la secessione ottennero peraltro il 56% dei voti. A
guidare la battaglia per un distacco - sia pur amichevole - dalla
Serbia e' il Partito democratico dei socialisti del Montenegro,
formazione egemonizzata dal premier Djukanovic, appoggiato anche dalla
minoranza albanese della repubblica adriatica (l'8% dei circa 650.000
abitanti). A reggere il vessillo del no c'e' invece in prima fila il
Partito socialista di Predrag Bulatovic, legato all'eredita' della
defunta Jugoslavia di Slobodan Milosevic e soprattutto alla storica
fratellanza slavo-ortodossa tra serbi e montenegrini. (ANSA). LR
28/02/2006 19:57

MONTENEGRO: REFERENDUM, PARLAMENTO DECIDE MODALITA'/ANSA

(ANSA) - BELGRADO, 1 MAR - Il parlamento del Montenegro, piccola
repubblica balcanica ex jugoslava in odore di separazione dalla
Serbia, ha discusso oggi la legge sulle modalita' del referedum
sull'indipendenza destinato a svolgersi il 21 maggio prossimo. Il
dibattito e' stato piu' lungo del previsto e solo domani sara'
formalizzata la data di convocazione, sulla quale peraltro e' gia'
stato raggiunto un consenso unanime tra maggioranza e opposizioni
locali. Oggi, intanto, sono state fissate alcune regole: in
particolare quella che prescrive un quorum minimo di partecipazione
del 50% degli aventi diritto (invece del 41% previsto finora) e quella
che subordina la proclamazione dell'indipendenza all'approvazione del
55% dei partecipanti e non del classico 50% piu' uno. Quest'ultima
clausola, accettata dopo qualche resistenza, era stata raccomandata
dall'Ue, per dare maggiore legittimazione al voto ed evitare
contestazioni sullo sfondo di un quesito che spacca profondamente la
stessa opinione pubblica montenegrina. Il distacco dalla Serbia - 15
volte piu' popolosa del Montenegro - rappresenterebbe la fine
dell'ultimo simulacro di unita' tra repubbliche dell'ormai defunta
Jugoslavia, dopo la secessione traumatica negli anni '90 di Slovenia,
Croazia, Bosnia-Erzegovina e Macedonia. I sondaggi indicano oggi che
il 41% della popolazione del Paese (650.000 persone circa in tutto) e'
a favore dell'indipendenza, mentre 31% non vuole rompere i
tradizionali rapporti con la Serbia e il 24% appare indeciso. Le forze
di governo, schierate per il si' alla secessione sotto la guida del
premier e uomo forte montenegrino Milo Djukanovic, hanno peraltro
raccolto il 56% dei voti nelle ultime elezioni e confidano di poter
superare questa soglia anche al referendum di maggio. Esse sostengono
che un divorzio - seppure amichevole - potrebbe facilitare il cammino
di integrazione europea della piccola repubblica adriatica,
liberandola dai condizionamenti economici e politici che pesano ancora
sulla 'sorella' Serbia, frenata tra l'altro nel cammino di
riavvicinamento all'Occidente intrapreso dopo la caduta del regime di
Slobodan Milosevic (dicembre 2000) dai ritardi nella cattura e nella
consegna al tribunale internazionale dell'Aja di ricercati per crimini
di guerra come il generale Ratko Mladic. Dubbi sul vantaggio economico
della secessione vengono tuttavia espressi sia dall'Unione Europea -
che pero' evita di pronunciarsi contro il referendum - sia dai partiti
d' opposizione locali, fedeli in parte all'eredita' della Jugoslavia e
in parte alla storica fratellanza con la Serbia. Belgrado da parte sue
sembra essersi convinta alla fine ad accettare le regole referendarie
concordate dai rappresentanti montenegrini con l'Ue, e per bocca del
ministro della difesa Zoran Stankovic ha assicurato oggi che
l'esercito non interferira' ed e' anzi pronto a suddividersi
pacificamente in caso di separazione. Ma il governo serbo del premier
Vojislav Kostunica e' comunque schierato apertamente con le forze che
a Podgorica si oppongono alla rottura dell'Unione e minaccia, in caso
di vittoria dei si', di rompere i ponti col piccolo vicino e di
rivedere lo status dei montenegrini residenti in Serbia. Malgrado sia
strettamente legata alla Serbia per cultura, fede (ortodossa), lingua
e interscambio di persone, il Montenegro dispone del resto fin d'ora
di un'autonomia quasi totale da Belgrado. Le autorita' locali usano
una moneta e un sistema doganale diversi e controllano di fatto senza
alcuna limitazione a casa loro ordine pubblico e sicurezza. (ANSA). LR
01/03/2006 19:54

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Fonte: www.radioyu.org

Il presidente del parlamento montenegrino Ranko Krivokapic ha
dichiarato che il Montenegro non proclamera' la sua indipendenza
statale se al referendum l'opzione indipendentista otterra' 54,9% dei
consensi. In tal caso il vertice politico del Montenegro rendera' noto
di non avere piu' il mandato di richiedere che il Montenegro continui
a rimanere nella Comunita' di stati, e interrompera' la collaborazione
con i partiti serbi nel parlamento comune. Krivokpic ha detto che
questo modo politico sara' usato per la realizzazione
dell'indipendenza statale del Montenegro, che sara' ottenuta, secondo
le sue parole, piu' lentamente, e indubbiamente. Il presidente del
parlamento montenegrino non ha confermato che il Montenegro aspettera'
tre anni per indire il nuovo referendum, se dopo quell'imminente non
sara' proclamata l'indipendeza statale. Egli ha detto comunque che
questo problema dovranno affrontare coloro che hanno formulato
l'attuale legge referenderaia.

Il premier montenegrino Milo Djukanovic ha dichiarato che la decisione
della Comunita' Europea riguardo alla maggioranza minima per il
successo del referendum sullo status statale del Montenegro non e'
giusta, e che nonostante questo le autorita' politiche del Montenegro
l'hanno accettata. Nell'intervista rilasciata al International Herald
Tribune Djkanovic ha detto che in realta' questo significa che se per
l'indipendenza statale si pronuncera' il 54,5% delle persone
presentatesi alle urne, il Montengro rimarra' nella Comunita' di
stati, e che in tal caso la minoranza prevarra' sulla maggioranza.
Egli ha espresso comunque la convinzione che almeto il 55% dei
cittadini appoggera' il ripristino dell'indipendenza statatale del
Montenegro.

Il capo della missione del Consiglio Europeo Stefano Valenti ha
dichiarato che nel caso della separazione del Montenegro dalla
Comunita' di stati della Serbia e Montenegro, i nuovi stati dovranno
chiedere il ripristino dell'accesso e l'adesione alle istituzioni
internazionali. Parlando davanti al comitato del parlamento serbo per
le integrazioni europee, Valenti non ha precisato se questo
procedimento sara' imposto anche alla Serbia. Egli ha detto comunque
che la Carta costituzionale della Comunita' di stati prevede che se
uno stato decidera' di abbandonare la Comunita', l'altro stato
ereditera' lo status internazionale dello stato comune. Valenti ha
dichiarato che questo non vuol dire che la Serbia non dovrebbe
intraprendere le stesse attivita' politiche in questo senso, se il
Montenegro decidera' di diventare uno stato indipendente. Egli ha
detto anche che le organizzazoni internazionali condividono l'opinione
che la Comunita' di stati dovra' subire alcune modifiche a prescindere
dal risultato referendario.

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MONTENEGRO: REFERENDUM INDIPENDENZA, PASSA DATA 21 MAGGIO

(ANSA) - BELGRADO, 2 MAR - Il parlamento del Montenegro, piccola
repubblica ex jugoslava in odore di secessione dall'unione con la
Serbia, ha approvato oggi all'unanimita' nella capitale Podgorica la
convocazione del previsto referendum sull'indipendenza per il 21
maggio prossimo.
A favore della data, proposta all'assemblea dal presidente
montenegrino Filip Vujanovic, hanno votato tutti e 68 i deputati
presenti, come ha mostrato la tv locale. Il voto conclude la fase
preparatoria del processo elettorale, dopo l'approvazione avvenuta
ieri di una legge ad hoc che impone un quorum minimo del 50% degli
aventi diritto per dare validita' alla consultazione e una soglia del
55% di si' per consentire l'eventuale via libera alla proclamazione
dell'indipendenza.
Quest'ultima clausola, suggerita dall' Unione Europea per dare
legittimazione a un referendum che irrita la Serbia e spacca la stessa
societa' montenegrina, e' stata accettata alla fine sia dalle forze
governative locali - che fanno campagna a favore del si'
all'indipendenza sotto la guida del premier e uomo forte di Podgorica
Milo Djukanovic - sia dai partiti di opposizione, risolutamente ostili
alla secessione. (ANSA). LR
02/03/2006 16:54

MONTENEGRO: UE; SODDISFAZIONE SOLANA PER LEGGE SU REFERENDUM

(ANSA) - BRUXELLES, 2 MAR - Grande soddisfazione dall'Ue per
l'adozione da parte del Parlamento montenegrino della legge che
definisce i criteri per il referendum sull'indipendenza dalla Serbia,
seguendo in pieno i principi indicati da Bruxelles. ''Sono felicissimo
di sapere che il parlamento montenegrino ha adottato la legge
referendaria. Un accordo sulle modalita' del referendum era essenziale
per la legittimita' dell'intero processo'', ha commentato l'Alto
rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Javier Solana.
''L'ampio supporto per la legislazione sul referendum - ha aggiunto
Solana - pone una buona base per un processo referendario trasparente
e democratico, che avra' il pieno sostegno dell'Europa''. I criteri
sul referendum sono stati approvati oggi all'unanimita' dal parlamento
montenegrino: si votera' il 21 maggio, invece che in aprile (come
previsto inizialmente), e sara' necessario (come richiesto dall'Ue) un
quorum del 50% degli aventi diritto e una maggioranza del 55% dei
votanti per approvare la secessione del piccolo stato adriatico da
Belgrado.(ANSA). KVW
02/03/2006 18:23

MONTENEGRO: A BARI CORONA PER ANNIVERSARIO MORTE RE NIKOLA I

(ANSA) - BARI, 28 FEB - Per ricordare l' 85/o anniversario della
scomparsa del re del Montenegro Nikola I, una delegazione dell'
associazione 'Studenti Montenegrini in Europa', con il consigliere per
gli affari esteri del presidente del Montenegro, Goran Rakocevic,
deporra' domani a Bari una corona di fiori dinanzi al busto bronzeo
del re in corso Vittorio Emanuele. Il re Nicola I mori' ad Antibes, in
Francia, il primo marzo 1921, in esilio. Appartenente alla dinastia
Petrovic-Njegos, re Nikola era il padre della regina d' Italia Elena
di Savoia, consorte di Vittorio Emanuele III. Oggi e' sepolto con la
famiglia reale a Cetinje, antica capitale montenegrina. Re Nikola e',
per tutti i montenegrini, il simbolo dell' unita' nazionale. (ANSA).
COM-ZG/CIO
28/02/2006 17:12

MONTENEGRO: SOSPETTO CONTRABBANDO ARMI, ARRESTATO MANAGER

(ANSA) - BELGRADO, 10 MAR - La magistratura del Montenegro - piccola
repubblica adriatica ex jugoslava unita formalmente alla Serbia, ma
ormai alla vigilia di un referendum secessionista - ha formalizzato
oggi l'arresto del direttore di un'azienda pubblica di esportazione di
armi nell'ambito di una vicenda riguardante presunti traffici illeciti
con oscure finalita'. L'episodio, innescato ieri dal sequestro a
Bioca, vicino alla capitale montenegrina Podgorica, di un camion
carico di mitragliatrici e munizioni, ha gia' dato la stura sui media
locali a innumerevoli illazioni, piu' o meno dietrologiche. Di certo
c'e' l'arresto di Zoran Damjanovic, direttore dell'azienda
Jugoimportmont, eseguito oggi a Podgorica su ordine del giudice
istruttore Valentina Pavlicic, la stessa che aveva disposto ieri il
sequestro del camion e il fermo di tre autisti. Pavlicic contesta a
Damjanovic l'accusa di abuso d'ufficio e avanza il sospetto che la
partita di armi in questione - oltre mille mitra e circa 100
mitragliatrici - fosse destinata a mercati illegali, al di fuori delle
esportazioni ufficiali della Jugoimportmont. Un'accusa che l'azienda
nega, ammettendo solo possibili ''difetti amministrativi'' nella
documentazione che accompagnava il carico. ''Si tratta di una
transazione perfettamente lecita e non di contrabbando, di armi in
esubero (del vecchio esercito federale jugoslavo) destinate all'export
nel pieno rispetto della legge'', ha affermato un portavoce. Sulla
stessa linea il generale Ljubisa Jokic, capo di stato maggiore delle
attuali forze serbo montenegrine, il quale - citato dall'agenzia
Tanjug - si e' detto convinto che il sequestro sia stato determinato
da un malinteso. La stampa serba e quella montenegrina si
sbizzarriscono tuttavia nel ventilare scenari nebulosi. Alcuni
giornali ipotizzano che le armi fossero destinate a essere caricate su
un misterioso aereo cargo di un Paese ex sovietico e dirette sotto
banco a qualche imprecisato Paese mediorientale. Altri affermano che
la magistratura sospetta un traffico sommerso verso l'Albania o la
Tanzania. Mentre un tabloid non esclude che il sequestro sia stato
sollecitato dal governo locale di Podgorica - schierato per
l'indipendenza in vista del referendum del maggio prossimo - nel
timore che settori dell'esercito serbo- montenegrino siano pronti,
malgrado le smentite, ad armare i non pochi sostenitori locali del no
al divorzio da Belgrado.(ANSA). LR
10/03/2006 16:03