Il Congresso ANPI e le questioni del Confine Orientale italiano
 
1) CONGRESSO A.N.P.I. 2021-22: PROPOSTA DI OdG PER LA SOSPENSIONE DELLA LEGGE SUL “GIORNO DEL RICORDO”
2) Un commento di Giovanni Caggiati (Comitato Antifascista-Antimperialista per la memoria storica di Parma)
3) Link a due articoli di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale ANPI, sul "Giorno del Ricordo"
4) I RECENTI SEMINARI DI ANPI NAZIONALE SU CONFINE ORIENTALE E CRIMINI ITALIANI
– "IL FASCISMO DI CONFINE E IL DRAMMA DELLE FOIBE" (Roma, 4 febbraio 2020)
– "1941, L'AGGRESSIONE - L'ITALIA FASCISTA IN JUGOSLAVIA" (online, 19 gennaio 2021)
5) BRESCIA: ANPI CONTRO ANPI
6) Due conferenze di ANPI Francoforte
 
 
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CONGRESSO A.N.P.I. 2021-22: PROPOSTA DI OdG PER LA SOSPENSIONE DELLA LEGGE SUL “GIORNO DEL RICORDO”
18 Ottobre 2021
 

[In vista dell’imminente Congresso dell’A.N.P.I. condivido la mia proposta di Ordine del Giorno, che potrebbe essere presentato identico in più Sezioni per essere infine discusso al Nazionale. Andrea Martocchia]

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PER LA SOSPENSIONE DEGLI EFFETTI DELLA LEGGE ISTITUTIVA DEL “GIORNO DEL RICORDO”

Il congresso nazionale A.N.P.I. impegna gli organi dirigenti, che da esso scaturiranno, a dare seguito al documento della Segreteria Nazionale del 2 Aprile 2015 (1) rilanciando la richiesta di sospensione della applicazione della Legge n.92/2004 istitutiva del “Giorno del Ricordo in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale e concessione di un riconoscimento ai congiunti degli infoibati“.
Tale sospensione deve specialmente valere per quanto riguarda l’attribuzione delle onorificenze, e si deve procedere al riesame di quelle finora attribuite. I materiali istruttori della Commissione che se ne è occupata devono essere resi pubblici.

Benché il termine entro cui si potevano presentare le domande per tali riconoscimenti fosse stato fissato dalla Legge n.92/2004 in 10 anni, e fosse perciò scaduto nel 2015, nel 2016 il Parlamento lo ha prorogato al 2025. Eppure, il documento della Segreteria Nazionale, richiamandosi alle giuste dichiarazioni dell’allora presidente nazionale Carlo Smuraglia (Newsletter ANPI n. 155 e 156), aveva già evidenziato che le oltre 300 onorificenze fino allora attribuite erano “in netto contrasto con valori, princìpi e norme della Costituzione“. Tuttavia, da allora una unica onorificenza è stata revocata – quella al repubblichino parmense Paride Mori – mentre il numero totale dei nominativi di “infoibati” si è attestato a 384 (2) dei quali più dell’80% sono appartenenti a formazioni militari e collaborazioniste, 6 sono criminali di guerra conclamati, per almeno 61 persone la scomparsa non è attribuibile alle formazioni della Resistenza e/o jugoslave, per molti non esistono dati certi su circostanze e luogo della scomparsa ed appena 33 sono stati effettivamente rinvenuti in qualche “foiba”. (3)

La Segreteria Nazionale chiedeva “con forza alla presidenza del Consiglio di sospendere temporaneamente l’applicazione della legge suddetta e di dar luogo ad una indagine accurata, non solo sulla medaglia concessa di recente a Paride Mori (…) ma anche a quelle concesse negli anni precedenti a persone ritenute meritevoli del riconoscimento previsto dalla legge citata e che, invece, risulterebbero assolutamente in contrasto con le norme e lo spirito della legge e della Costituzione. In ogni caso, nessun riconoscimento – né per questa legge né per altre – può essere attribuito a chi militò per la Repubblica Sociale Italiana, in nome di una presunta pacificazione. Non c’è nulla da “pacificare”; c’è solo da rispettare la storia e la Costituzione, nata dalla Resistenza.
L’ANPI svolgerà ogni azione necessaria per ottenere i risultati più sopra indicati, in nome della verità e della giustizia; considerandosi fin d’ora mobilitata, in tutti i suoi organismi, per la difesa di princìpi e valori assolutamente imprescindibili.

Considerata la gravissima deriva cui abbiamo tutti assistito ed assistiamo fino ad oggi, con intimidazioni ai danni di storici ed esponenti antifascisti, censure nei confronti di case editrici e istituti di ricerca, pressioni sulle istituzioni scolastiche, produzione di opere di propaganda fascista di pessimo gusto sotto forma di fumetti distribuiti nelle scuole (Foiba Rossa), film per la televisione (Red Land / Rosso Istria) e altro, la preoccupazione espressa dalla Segreteria nazionale ANPI nel 2015 si è dimostrata oltremodo fondata e impone azioni conseguenti.

Note:
(1) https://www.anpi.it/articoli/1327/sospendere-la-legge-che-assegna-medaglie-a-chi-non-le-merita
(2) http://www.diecifebbraio.info/elenco-dei-premiati-per-il-giorno-del-ricordo/ 
(3) http://www.diecifebbraio.info/2017/01/truffe-fuffe-e-fascisti-i-premiati-del-giorno-del-ricordo-un-bilancio-provvisorio/

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Un commento di Giovanni Caggiati sulle posizioni dell'ANPI 
 
Il 10 febbraio "giorno del ricordo" solennità civile nazionale, ovvero la legge 92/2004 che l'ha istituito, non sono un momento di rievocazione storica, corretta e completa, sono, con la ricostruzione rovesciata della realtà storica, un fatto politico tendente a sminuire l'antifascismo e a rivalutare il fascismo. Il rovesciamento storico è insito innanzitutto nell'attribuzione di riconoscimenti e medaglie a persone (loro congiunti) che sono state fascisti, collaborazionisti, appartenenti alle forze armate dell'Italia fascista, le quali durante la RSI nelle zone del Litorale Adriatico (OZAK) erano addirittura sotto il diretto comando tedesco. Tali sono in gran parte le biografie dei 385 morti - trecentoottantacinque, per altro non più di trecentoottantacinque a fronte dei numeri sbandierati dalla propaganda di decine di migliaia e centinaia di migliaia di morti delle foibe - che il 10 febbraio dal 2005 ad oggi hanno avuto l'onorifenza dello Stato che li riconosce ufficialmente come vittime delle foibe. In queste condizioni non ci può essere un giorno del ricordo "intero", non ci può essere memoria condivisa. L' Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, ANPI, porti avanti la richiesta formulata dalla sua Segreteria Nazionale il 2 aprile 2015, la richiesta al Governo di sospendere la legge 92/2004. 
 
Giovanni Caggiati, 12.2.2021
(Comitato Antifascista-Antimperialista per la memoria storica di Parma)
 
 
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Link a due articoli di Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale ANPI, sul "Giorno del Ricordo"

“Apriamo una nuova pagina del Ricordo”
(Gianfranco Pagliarulo, 10 febbraio 2021)
Il presidente nazionale Anpi sul 10 Febbraio: “senza nulla togliere alla gravità degli eventi delle foibe e dell’esodo, restituire nella sua interezza il dramma delle terre di confine e del più ampio territorio slavo” ...
 
Il lunghissimo secolo breve (Gianfranco Pagliarulo, 31 agosto 2021)
La scommessa persa di chi puntava su di una destra liberale. Il “Giorno del ricordo” e l’avvio, da parte di personalità delle istituzioni, di una campagna di rilegittimazione del fascismo. L’urgenza di una controffensiva democratica rigorosa e unitaria ...
 
 
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I RECENTI SEMINARI DI ANPI NAZIONALE SU CONFINE ORIENTALE E CRIMINI ITALIANI
 
--- "IL FASCISMO DI CONFINE E IL DRAMMA DELLE FOIBE" 
 
Roma, 4 febbraio 2020 – Seminario promosso dall'ANPI nazionale e dal Coordinamento regionale ANPI Friuli Venezia Giulia in vista del Giorno del ricordo (10 febbraio):
 
SALUTO: FABRIZIO DE SANCTIS - Presidente ANPI provinciale di Roma
INTRODUZIONE: DINO SPANGHERO - Coordinatore regionale ANPI FVG
RELAZIONI:
“1919-1922: NASCITA DEL FASCISMO” – GIOVANNI DE LUNA - Professore emerito di storia contemporanea all'Università di Torino
“IL FASCISMO DI CONFINE: LABORATORIO E STATO D'ECCEZIONE” – ANNA MARIA VINCI - Storica, Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea nel FVG
“IL DRAMMA DELLE FOIBE” – FRANCO CECOTTI - Storico, già Presidente dell'Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell'Età contemporanea nel FVG
“I CRIMINI DEI FASCISTI (1919-1945)” – MARTA VERGINELLA - Storica, Università di Lubiana
CONCLUSIONI:
GIANFRANCO PAGLIARULO - Vice Presidente nazionale ANPI
 
Annuncio del seminario:
FASCISMO DI CONFINE (Redazione, 28.1.2020)
Il 4 febbraio un seminario in occasione del Giorno del ricordo sulle drammatiche vicende del confine italo sloveno dal primo dopoguerra e, in questo contesto, la tragedia delle vittime nelle foibe
Leggi a https://www.patriaindipendente.it/cronache-antifasciste/fascismo-di-confine/
 
A seguito del seminario "IL FASCISMO DI CONFINE E IL DRAMMA DELLE FOIBE" organizzato dall'ANPI nazionale il 4 febbraio a Roma: https://www.anpi.it/articoli/2278/il-fascismo-di-confine-e-il-dramma-delle-foibe
LE FOIBE AL TEMPO DEL «POPULISMO STORICO» (di Davide Conti, 05.02.2020)
Si è tenuto ieri un seminario, presso la Sala degli Atti Parlamentari della Biblioteca del Senato della Repubblica, con storici di rigore e professionalità, riconosciuti a livello nazionale e internazionale. Come Giovanni De Luna, Franco Ceccotti e Anna Maria Vinci e Marta Verginella, e che, per il solo motivo di essersi svolto, è stato «contestato» da esponenti dell’estrema destra italiana che lo hanno definito «un oltraggio agli esuli istriani e dalmati infoibati vittime dell’odio comunista» ed un’iniziativa «dal chiaro obbiettivo negazionista». L’episodio esprime in modo visibile l’emersione di un fenomeno che le «politiche memoriali», organizzate attorno all’istituzione di leggi ad hoc finalizzate all’uso pubblico della storia, hanno finito progressivamente per alimentare fino alla sua tracimazione nel discorso pubblico: il populismo storico... Sul piano della comunicazione nella società il populismo storico è organizzato su una reciprocità dialettica con ciò che si definisce «senso comune»... La contestazione dei «populisti storici» agli storici, e alla storia stessa, si incardina così in quello «spirito dei tempi» che la società contemporanea si trova a vivere oggi, nel pieno di una delle sue crisi più profonde...
UN CARICO DI STORIA E MEMORIA DEMOCRATICA (Redazione, 28.1.2021.)
Fascismo di confine e dramma delle foibe, ora disponibili sul sito dell’Anpi gli atti del convegno promosso lo scorso anno dall’associazione. Gianfranco Pagliarulo, presidente nazionale dei partigiani: “Oggi l’argomento è quanto mai attuale” ...
 
"IL FASCISMO DI CONFINE E IL DRAMMA DELLE FOIBE": gli atti del convegno
 
 
--- "1941, L'AGGRESSIONE - L'ITALIA FASCISTA IN JUGOSLAVIA"

online, 19 gennaio 2021 – Convegno promosso dal Comitato nazionale ANPI e dal Coordinamento regionale Friuli-Venezia Giulia e svoltosi sulla pagina Fb dell’ANPI nazionale:
 
Programma
Introduce e coordina Dino Spanghero - coordinatore ANPI Friuli-Venezia Giulia
Saluti:
Marjan Križman - presidente della ZZB NOB (Unione delle associazioni combattenti per la liberazione nazionale) della Slovenia
Franjo Habulin - presidente della SABA (Alleanza delle associazioni combattenti antifasciste della Croazia)
Relazioni:
Jože Pirjevec - docente all'Accademia delle Scienze Slovena - “L'invasione della Jugoslavia”
Ivo Goldstein - storico, docente universitario a Zagabria e diplomatico - “La Croazia nel ‘900”
Eric Gobetti - comitato scientifico Istituto storico della Resistenza di Torino - “Lo Stato indipendente croato e i rapporti fra Ustascia e fascismo italiano (1942-1943)”
Carlo Spartaco Capogreco - docente di Storia Contemporanea all'Università della Calabria - “I Campi di concentramento italiani per civili jugoslavi”
Anna Di Gianantonio - ricercatrice storica - “Il movimento operaio triestino nella Resistenza”
Borut Klabjan - Science and Research Centre Koper, Institute for Historical Sciences - "1941, Attacco alla Jugoslavia e politica italiana di occupazione in Slovenia"
Federico Tenca Montini - ricercatore universitario - "La questione del confine italo/jugoslavo 1945-1975"
Conclusioni:
Gianfranco Pagliarulo – Presidente nazionale ANPI
 
“Confine orientale”, primum non omettere (Valerio Strinati, 4.2.2021)
Il convegno “1941. L’aggressione – L’Italia fascista in Jugoslavia”, promosso dall’Anpi nell’80°, è stata occasione di un’ulteriore riflessione a un mese dal Giorno del ricordo. Storici italiani, sloveni e croati insieme per colmare una memoria parziale e lacunosa su una dolorosa vicenda transnazionale...
 
 
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BRESCIA: ANPI CONTRO ANPI
 
Fonte: pagina FB di Claudia Cernigoi, 11.2.2021
 
ANPI CONTRO ANPI

Ho letto con estremo stupore e rammarico la presa di posizione dell'Anpi di Brescia che intende "prendere provvedimenti" contro la sezione "Caduti di piazza Rovetta", che sarebbe "colpevole" di avere detto nulla di più che la sacrosanta verità storica. 
Che la foiba di Basovizza sia in realtà un pozzo di miniera dovrebbe essere risaputo, e che da essa non siano stati estratti più di "una decina di corpi smembrati e irriconoscibili", per citare il giornalista Pietro Spirito che nel 1995 scrisse un articolo per "il Piccolo" di Trieste in cui rendeva noti i documenti angloamericani che descrivevano le ispezioni nel pozzo, svoltesi nell'autunno del 1945. Ispezioni abbandonate nel gennaio successivo perché si riteneva che non ci fosse altro da recuperare.
Quindi, dove sta lo scandalo? Ribadire una verità storica a fronte di tante bufale e menzogne che vengono veicolate ad ogni piè sospinto da associazioni e da politici, privi di cognizione storiografiche, ma che hanno sposato le tesi nazionaliste ed anticomuniste il cui solo scopo è quello di denigrare la Resistenza jugoslava è diventato "negazionismo"?
Il presidente della Regione FVG, il leghista Fedriga, ha parlato di "rigurgito negazionista" relativamente al tweet in questione, con toni decisamente arroganti e forcaioli nei confronti degli autori. E di fronte a questo attacco ai propri compagni e consoci, che fa l'Anpi di Brescia? Emette un comunicato di condanna, esattamente come aveva chiesto Fedriga, invece di esprimere la propria solidarietà ai compagni messi sotto attacco.
Tale atteggiamento (che ripete quanto accaduto un paio di anni fa, quando fu la sezione Anpi di Rovigo ad essere stata isolata dall'Anpi nazionale per avere postato un comunicato critico della propaganda nel Giorno del Ricordo), è gravissimo. 
Se è normale che da parte dei fascisti e di chi considera criminali gli antifascisti ed i partigiani vi sia una intolleranza nei confronti di chi fa ricerca storica per ripristinare la reale consistenza di ciò che è accaduto, è invece inaccettabile che via sia una dirigenza dell'Anpi, la sede storica dell'antifascismo e di chi si riconosce nei valori della lotta di liberazione internazionale, che si permetta di proporre una sorta di "purghe staliniane" nei confronti dei propri iscritti che hanno semplicemente ribadito una verità storica.
Da parte mia, ribadisco la mia piena solidarietà a tutti i compagni che sono messi sotto accusa perché dicono il vero, andando contro la vulgata menzognera che calunnia un intero movimento di liberazione, che fu internazionalista, come quello jugoslavo, che non commise i crimini che gli si attribuiscono. Ed è gravissimo che su quelle che fino a pochi anni fa erano le posizioni dei nostalgici del vecchio regime si stiano ora adagiando anche gli esponenti storici dell'antifascismo, pur in presenza di studi storici e di documentazione resa pubblica, che dimostrano cosa sia realmente accaduto alla "foiba" di Basovizza nel maggio '45.

Qui si può liberamente consultare e scaricare la documentazione relativa alla "foiba" di Basovizza:
 
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La reazione di Fedriga:
 
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Due conferenze di ANPI Francoforte
 
 
1) Pubblicazione conferenza: “IN FONDO A LA FOIBA…” (20/2/2021)
Sono intervenuti: Eric Gobetti, Stojan Spetic. Organizzato da ANPI Deutschland
 
 
2) Pubblicazione conferenza “FASCISMO DI CONFINE E PERSECUZIONE DEGLI SLAVI” (13/3/2021)
 
 
In Venezia Giulia il fascismo ebbe un inizio precoce e assunse da subito un feroce carattere anti-slavo oltreché antisocialista, sostenuto da un’incendiaria retorica nazionalista e razzista. In quelle regioni di confine a stragrande maggioranza slava il regime fascista al potere perseguì una violenta politica di italianizzazione forzata costringendo le popolazioni slave a una sistematica umiliazione sociale, politica e culturale. La resistenza che pure si sviluppò precocemente, e non venne mai meno, fu repressa con la massima violenza. 
Durante la Seconda guerra mondiale l’Italia, aiutata dalla Germania, estese ulteriormente la sua presenza nei territori sloveni e croati esercitando una pesante occupazione militare. L’esercito dell’Italia fascista si rese responsabile di crimini di guerra contro le popolazioni sottomesse, con razzie, deportazioni, uccisioni indiscriminate e stragi di civili ordinate dalle gerarchie politiche e militari per sopprimere la resistenza.
I responsabili italiani di crimini di guerra in Jugoslavia (e altrove) non furono mai processati, e molti anzi assumeranno ruoli importanti nelle strutture statali dell’Italia repubblicana. L’impunità dei protagonisti di quegli eventi e una certa congiura del silenzio consolidatasi nel dopoguerra hanno contribuito ad alimentare il mito degli ‘italiani brava gente’ in funzione autoassolutoria, e a lasciare per contro spazio indebito alle ricostruzioni unilaterali e vittimistiche delle vittime italiane delle foibe e dell’esodo postbellico di italiani dall’Istria.
L’ANPI di Francoforte ha organizzato un incontro online di riflessione sulle vicende storiche sopra richiamate del fascismo di confine e dell’occupazione militare nazifascista della Jugoslavia, con il contributo di tre storici autorevoli che negli ultimi anni hanno considerevolmente esteso e approfondito la conoscenza di quel tragico periodo storico.

L’incontro si è tenuto lo scorso Sabato 13 marzo 2021.

Sono intervenuti:

Filippo Focardi professore di storia contemporanea presso l’Università di Padova, direttore scientifico dell’Istituto Ferruccio Parri, specialista di storia della memoria, autore del saggio Il cattivo tedesco e il bravo italiano. La rimozione delle colpe della seconda guerra mondiale, Laterza (2016) e Nel cantiere della memoria. Fascismo, Resistenza, Shoah, Foibe, Viella (2020)

Alessandra Kersevan saggista e editrice, specialista di storia della Venezia Giulia, autrice del libro Lager italiani. Pulizia etnica e campi di concentramento fascisti per civili jugoslavi 1941-1943, Nutrimenti (2008)

Anna Maria Vinci professoressa di storia presso l’Università di Trieste, specialista di storia del Friuli, Venezia Giulia e del confine orientale, autrice del libro Sentinelle della patria. Il fascismo al confine orientale 1918-1941, Laterza (2011)

 
[SI VEDANO SOPRATTUTTO I COMMENTI DI FOCARDI ALLA MOZIONE DELLA REGIONE VENETO]