(pagine in costruzione)

SLOBODAN MILOŠEVIĆ (1941-2006):
UN LEADER JUGOSLAVO

Milosevic


L'ASSASSINIO IN CARCERE

I LINK


Nota (settembre 2009): le trascrizioni ufficiali del "processo" non si trovano più ai siti
http://www.un.org/icty/transe54/transe54.htm (IN ENGLISH)
http://www.un.org/icty/transf54/transf54.htm (EN FRANCAIS)
Esse non sono sparite, ma è diventato più complicato reperirle.
Dalla pagina iniziale bisogna cliccare "The cases" - http://www.icty.org/action/cases/4 - poi si può cercare il nome dell'accusato; da lì si apre una pagina da cui si accede a "Legal documents" e da qui finalmente a "Transcripts".

"Trial" trascriptions have not disappeared, but it has become more difficult to find them.
From the home page it is necessary to click on "The cases" then one has to look for the name of the accused: from there, through another page one gets access to "Legal documents" and from there, finally, to "Transcripts".
MORE "TRIAL" LINKS:
http://www.milosevic-trial.org/trial/index.htm ("Trial" Resources)
http://www.slobodan-milosevic.org/trial.html

ARCHIVIO DOCUMENTAZIONE ICDSM-ITALIA
contenente le cronache dal "Tribunale ad hoc" censurate dai media
e le prove che la morte di Milošević è stata perseguita lucidamente dalla "Corte" per anni
http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/

Milosevic's death: political assassination blamed on victim       
By Sara Flounders (Co-Director, International Action Center, NYC, 16/3/2006)
http://www.workers.org/2006/world/milosevic-0330/


The Milosevic Case
John Catalinotto Interviews Sara Flounders (Swans - March 27, 2006)  
http://www.swans.com/library/art12/zig090.html

VIGLIACCHI, GRAN VIGLIACCHI
di Aldo Bernardini (5 aprile 2006)
http://www.pasti.org/bernar36.html




MILOSEVIC MOSCOW REQUEST DENIED
IWPR'S TRIBUNAL UPDATE No. 441, February 24, 2006
http://www.iwpr.net/?p=tri&s=f&o=259870&apc_state=henitrid4ab88b49ca8808cb98cf38658e3c2db

RUSSIAN REACTION TO HAGUE TRIBUNAL'S DENIAL OF MEDICAL TREATMENT
Russian Ministry of Foreign Affairs / Russian Press - February 25, 2006
http://www.slobodan-milosevic.org/news/rus022506.htm

TRIBUNAL SAYS DUTCH MEDICAL CONFIDENTIALITY LAW PREVENTED THEM FROM TELLING MILOSEVIC THE DISTURBING RESULTS OF HIS OWN BLOOD TESTS - May 31, 2006
http://www.slobodan-milosevic.org/news/smorg053106.htm

BORISLAV MILOSEVIC INTERVIEWED BY BELARUSIAN TELEVISION
Belarus TV - June 30, 2006
http://www.slobodan-milosevic.org/news/btv062806.htm

 


LE LIVRE



Maître Jacques Vergès et Docteur Patrick Barriot

Comment le Tribunal de La Haye a éliminé Slobodan Milosevic
ou
L'assassinat judiciaire médicalement assisté

L'Age d'Homme, 2006
prix : 3 euros




2004


« Sarebbe meglio se Milosevic morisse in cella, perché se il processo seguisse il suo corso, potrebbe essere condannato solo per delle accuse di poca rilevanza. »
JAMES GOW, « esperto in crimini di guerra » e sostenitore del Tribunale dell'Aja, intervistato a Channel 4, 2004.
http://www.csotan.org/textes/texte.php?art_id=180&type=TPI
http://it.groups.yahoo.com/group/crj-mailinglist/message/4832


6 marzo 2006


http://www.pasti.org/bernar33.html

Roma, 6 marzo 2006

S.E. Fausto Pocar
Presidente dell'International Tribunal
for the former Yugoslavia
Churchillplein 1
2517JW The Hague
The Netherlands

Illustre Presidente, caro Pocar,

perdonami se mi rivolgo a Te personalmente per una questione delicata che attiene al Tuo Ufficio. Di questo Ufficio do per scontata e rispetto dunque l'indipendenza, anche se, come penso Tu sappia, mantengo dubbi sul fondamento giuridico del Tribunale che Tu con forte prestigio comunque presiedi e dubbi anche su specifiche decisioni e modi di operare dello stesso Tribunale. Se menziono qui questi particolari, è perché intendo parlarTi con schiettezza e lealtà assolute.

Come componente del Comitato internazionale per la difesa di Slobodan Milosevic e come modesto studioso ho le mie idee sulla personalità di Milosevic e sulla sua complessiva azione nella tragedia balcanica. Ricordo solo il decisivo contributo da parte sua agli accordi di Dayton e la sua battaglia, da lui vinta, perché la Costituzione serba del 1990 e quella jugoslava successiva non fossero ispirate a criteri etnicistici, a differenza di quelle della maggioranza delle Repubbliche secessioniste.

Desidero anche ricordare il modo, non so quanto conforme ai criteri dello stato di diritto, in cui Milosevic è stato "trasferito" da Belgrado all'Aja. Si trattava comunque di un ex Capo di Stato, il modo ancor mi offende. Or volge il quinto anno che questo Capo di Stato, al quale non può disconoscersi grande dignità, è incarcerato, direi ad irrisione della presunzione di innocenza. Si obietterà che questa sorte è comune a quella di altri jugoslavi detenuti all'Aja. Ma forse il suo caso presenta peculiarità tutte proprie: inevitabilmente, attraverso di lui, non si giudicano fatti specifici, ma, al di là di questi, linee politiche generali, la decisione e l'azione per resistere contro la disgregazione della Jugoslavia e mantenere questa patria non per i Serbi, bensì per tutti coloro che vi si riconoscessero. E in ciò, nel sottoporre quel dirigente a giudizio, risulta implicito lo sgravio di chi, anche all'esterno di quello Stato, ha invece voluto, pianificato, attuato la disgregazione della Jugoslavia.

Un quadro del genere impone a Milosevic un impegno e uno sforzo sovrumani con evidenti ricadute sulla salute. Anche in ragione di tale quadro, e non solo per motivi di principio, sarebbe stato impossibile per Milosevic farsi sostituire da un legale.

In un contesto come quello accennato, la decisione di negare a Slobodan Milosevic la possibilità di farsi curare, in una situazione senza dubbio piuttosto grave della sua salute, da istituti e medici di fiducia, sotto garanzia internazionale e precisamente di uno Stato membro permanente del Consiglio di sicurezza, come la Federazione russa, mi pare non rappresenti un momento felice nell'attività del Tribunale. Certamente, la responsabilità forse non solo storica di quanto potrà accadere a Milosevic ricadrà sugli autori di una decisione che non appare ispirata a principi di giustizia e di umanità. Essa contrasta, senza bisogno qui di entrare in particolari, con evidenti principi dei diritti dell'uomo che tanto ci affanniamo a proclamare. Ricordo solo la dichiarazione di Lisbona sui diritti del paziente, adottata dalla 34° Assemblea medica mondiale del settembre-ottobre 1981, che va proprio nel senso della richiesta di Slobodan Milosevic.

I popoli non dimenticheranno.

Io mi rivolgo a Te, senza nulla chiederTi né attendermi, perché su ciò si rifletta. Un Tribunale che procedesse sulla strada di una "giustizia" unilaterale in un quadro, e come strumento, di doppi standard, oggi fin troppo evidenti sulla scena internazionale, non favorirebbe la pace e la comprensione fra i popoli. Esso, lungi dal pronunciare decisioni con valore esemplare, raggiungerebbe l'esito infausto di fomentare nuovi odi, ostilità e i tragici fenomeni di quelle reazioni della disperazione che il mondo che si proclama civile rigetta, ma di cui esso porta responsabilità chiare ed incancellabili.

Perdonami queste parole, che - ripeto - non attendono risposte ma riflessione serena e umana sulla condizione di Slobodan Milosevic.

Aldo Bernardini


10 marzo 2006


LETTERA INVIATA AI MEMBRI DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL’ONU E AL PRESIDENTE DELLA CORTE DI APPELLO DEL TRIBUNALE DELL’AJA.  

Noi siamo costernati e profondamente preoccupati per il rigetto altezzoso e dilatorio da parte della Corte del Tribunale ICTY della richiesta dell’ex  Presidente Slobodan Milosevic, come raccomandato dal Centro Bakoulev di Mosca di rinomanza internazionale nel campo della Chirurgia Cardiovascolare, per essere trasferito in questo Centro per ulteriori indagini e un possibile periodo di cure, viste le sue condizioni cardiovascolari con pericolo della vita. Tutto si basava sulle indagini cliniche condotte sul Presidente Milosevic da parte di tre medici, il 4 novembre 2005, fra cui il Dr. M.V. Shumilina, un angiologo del Centro Bakoulev, e il Dr. L.A. Bockeria, Direttore e Presidente del Centro Bakoulev, che riscontravano le condizioni del Presidente Milosevic “critiche”.  La Corte ha acquisito questi responsi medici il 15 novembre 2005. 

Ancor più crea costernazione e preoccupazione la totale mancanza da parte del Tribunale di indirizzarsi verso la reale conoscenza delle condizioni cliniche del Presidente Milosevic e di predisporre le indagini necessarie e il trattamento di cure che sono di diritto per ogni prigioniero.
Il diritto Internazionale, e in particolare la Convenzione Internazionale per i Diritti Civili e Politici, prescrive, e le stesse norme dell’ICTY sulla detenzione garantiscono, il diritto dei prigionieri ad essere “trattati con umanità e con rispetto della dignità che è insita nella persona umana”. Per tutto il periodo del procedimento di legge, gli accusati sono presunti innocenti, e quelli che sono privati della loro libertà devono essere trattati in una maniera “consona al loro stato, come persone non riconosciute colpevoli”.
Il Presidente Milosevic remane deprivato di cure, pur in presenza delle conclusioni del Dr. Shumilina, che definiva il trattamento sanitario presso l’Unità di Detenzione delle Nazioni Unite come “inadeguato”. Incredibilmente, malgrado la sua storia di problemi cardiaci e di ipertensione, prima del 4 novembre 2004 non gli era stata fatta alcuna diagnosi vascolare. In più la salute del Presidente Milosevic ha suscitato una preoccupazione continua nel corso di tutto il processo per gli ultimi tre anni. Lo stress dei dibattimenti, le cure non adeguate e le condizioni della detenzione hanno pesantemente peggiorato i suoi precedenti problemi di salute, mettendo in pericolo la sua vita.  

Il Tribunale non ha assunto alcun provvedimento per proteggere la vita di un prigioniero le cui condizioni fisiche sono state constatate essere critiche.  Al contrario, ha considerato trascurabile il suo dovere di assicurare cure mediche adeguate ed indispensabili per una persona sotto processo presso la sua Corte. Detenuti che hanno necessità di cure speciali, come nel caso del Presidente Milosevic, devono essere trasferiti in istituti specializzati per quelle cure, come stabilito dai Protocolli Standard Minimi per il Trattamento dei Prigionieri adottati dal Primo Congresso delle Nazioni Unite sulla Prevenzione del Crimine e il Trattamento dei Condannati.    

Il Tribunale sorprendentemente dichiara:

1.   “Che ne’ il Dr. Shumilina e nemmeno il Dr. Bockeria hanno stabilito che il Centro di Bakoulev è la sola possibile struttura per una diagnosi appropriata e un trattamento di cure relative alle condizioni dell’accusato”. Che atteggiamento presuntuoso potrebbe indurre quei medici ad una tale vanteria? Loro, di sicuro pensano che il loro Centro sia il migliore e questa conclusione è giustificata. 
Invece, nessuna fiducia può essere riposta nelle scelte mediche delle autorità della Corte dopo anni di negligenze e dopo la scelta, nel dicembre 2005, del Dr. Aarts, un radiologo neurologico Olandese, che non ha riscontrato nel Presidente Milosevic alcuna condizione patologica e non ha fatto alcuna raccomandazione per un trattamento urgente di cure. 

2.    Che “...accoglie la proposta del Procuratore di Accusa che, se l’Accusato desidera essere curato da specialisti che non si trovano in Olanda, allora questi medici possono venire qui a curarlo.” Persone ricche e famose si recano da ogni parte del mondo per raggiungere centri medici del tipo Bakoulev, spesso anche se lo stesso viaggio costituisce per loro un rischio. Nessuno di loro pensa che le prestazioni di cure della stessa qualità possano essere fornite da teams sanitari itineranti dei migliori medici del mondo e se questo potesse avvenire, il numero di pazienti da loro curati sarebbe drasticamente ridotto.

Entrambe le risoluzioni sono assurde in un procedimento, dove la vita e i diritti fondamentali sono una scommessa. E allora, come fa l’organo giudicante collegiale a giustificare le sue autorizzazioni a Pavle Strugar per essere ripetutamente rilasciato per recarsi in Montenegro, un’entità che non è membro dell’ONU, per un’operazione chirurgica sostitutiva al femore, una procedura abbastanza sicura, semplice e di minor gravità?          
Procuratore di Accusa v. Pavle Strugar, IT-01-42- A, 3 dicembre 2001, 16 dicembre 2005.

La conclusione finale del Tribunale afferma che “ la Corte non è soddisfatta…che è cosa più probabile che l’Accusato, se rilasciato, non faccia più ritorno per la continuazione del suo processo.” Che la Corte abbia più fiducia nel governo del Montenegro o nell’amministrazione ad interim del Kosovo che nella Federazione Russa, che ha dato la sua parola per il ritorno del Presidente Milosevic, è cosa inspiegabile, ma l’insulto ad un membro permanente del Consiglio di Sicurezza è inevitabile. 

Il negare le cure mediche necessarie al Presidente Milosevic risiede nella fiducia del Tribunale che il processo si trovi “nelle sue fasi conclusive…alla fine delle quali…l’Accusato può trovarsi di fronte alla possibilità di un imprigionamento a vita”,  e questo, al meglio, è irrazionale. 
Cosa significa, che in tali circostanze per un prigioniero può essere cosa migliore morire? È troppo tardi per un trattamento medico necessario urgentemente?
Significa che “la possibilità di ergastolo” è più alta nelle ultime fasi del processo che all’inizio? Allora bisogna sottoporre a critiche l’importanza e la pesantezza delle prove per le quali si è iniziato a giudicare!
Un imputato che ritiene sarebbe stato imprigionato e condannato a vita avrebbe atteso le ultime fasi del processo per cercare dei mezzi per fuggire?  Una Corte imparziale sarebbe obbligata ad esaminare tutte le prove testimoniali prima di raggiungere una decisione, prima di credere che l’imputato preferisca fuggire nelle ultime fasi di un processo che non al suo inizio, salvo che la Corte non abbia già ritenuto che le prove supportino una pesante sentenza? La Corte ha messo in luce i suoi pregiudizi con questo suo grottesco affidamento su un presumibile timore di una sentenza di carcere a vita da parte dell’Accusato nelle ultime fasi di questo processo?      
In fatto e in diritto, la decisione del Tribunale è insopportabile. Rivela la strategia della Corte, senza tante scuse, di mantenere il suo pregiudizio e mette in piena luce le sue insufficienze per proteggere la salute di questo prigioniero. 
La decisione è tanto irragionevole e completamente ingiusta, tanto da dimostrare l’apparenza e la sostanza del pregiudizio processuale. 

La Corte ha stabilito che il Presidente Milosevic deve affrontare la eventualità di morire, visto che esiste la possibilità di una sentenza di carcere a vita.
Questa decisione, da sola, se confermata dalla Corte di Appello, procurerà un grande vulnus all’ICTY e al diritto internazionale umanitario. La morte, o le serie limitazioni al Presidente Milosevic di avvalersi di cure mediche, imporranno la medesima sentenza all’ICTY e al diritto internazionale, come strumenti di pace.
Noi vi esortiamo a rovesciare la decisione della Corte e di ordinare l’immediato trasferimento del Presidente Milosevic al Centro Bakoulev per gli esami e il trattamento clinico, sotto le condizioni proposte. 

(Conclusione per il Consiglio di Sicurezza) 

Noi vi esortiamo a rivolgervi all’ICTY per decretare l’immediato trasferimento del Presidente Milosevic al Centro Bakoulev per gli esami e il trattamento clinico, sotto le condizioni proposte.  

Ci rimettiamo rispettosamente,

Ramsey Clark, ex Procuratore Generale degli Stati Uniti, USA

Professor Velko Valkanov, dottore in legge, Presidente del Comitato per i Diritti Umani, ex MP, Bulgaria

Professor Alexander Zinoviev, filosofo, scrittore, Federazione Russa

Professor Sergei Baburin, dottore in legge, Vice Presidente della Duma di Stato dell’Assemblea Parlamentare della Federazione Russa 

Vojtech Filip, dottore in legge, Vice Presidente della Camera dei Deputati del Parlamento della Repubblica Ceca. 

Thanassis Pafilis, Membro del Parlamento Europeo, Segretario Generale del Comitato per la Pace nel Mondo, Grecia 

Tiphaine Dickson, giurista di criminologia internazionale, Quebec

Professor Aldo Bernardini, dottore di diritto internazionale, Italia 

Christopher Black, giurista di criminologia internazionale, Canada

Klaus Hartmann, Vice Presidente dell’Unione Mondiale dei Liberi Pensatori, Germania 

(trad. di Curzio Bettio)


11 marzo 2006


GRAVE LUTTO PER I SINCERI DEMOCRATICI, PER I COMPAGNI, PER I PROGRESSISTI, PER GLI ANTIFASCISTI

In veste di Presidente dell' ICDSM sezione Italia ed altresì come già partigiana nella Lotta di Resistenza contro il nazifascismo esprimo profondo cordoglio per la perdita del Presidente Slobodan Milosevic più volte eletto dal suo popolo al quale ha dedicato intelligenza, affetto, difesa. Le oscure ragioni della sua drammatica fine ci inducono a richiamare l'attenzione sull' atroce comportamento del cosiddetto civile mondo occidentale che non ha né limiti né scrupoli ad impegnarsi per la salvaguardia dell'imperialismo monopolare per il quale troppi popoli pagano prezzi altissimi.
In carcere si muore solo per assassinio.

Miriam Pellegrini Ferri

***

Dichiarazione

Il presidente Slobodan Milosevic, il più grande combattente per la libertà e la dignità della gente della Serbia ed il maggiore simbolo internazionale della lotta per i diritti dei popoli, è stato assassinato questa mattina nell'unità di detenzione in Scheveningen.
Di questo crimine, il "Tribunale dell'Aia" è direttamente responsabile, attraverso il diniego di permettere il suo trattamento medico a Mosca, nonostante il suo stato di salute critico.
Richiediamo al Segretario Generale dell' ONU di sospendere immediatamente i lavori di questa istituzione criminale, ed al Consiglio di Sicurezza dell'ONU chiediamo di abolirla.
Richiediamo alle autorità della Serbia di tagliare immediatamente ogni cooperazione con il "Tribunale" e di rendere possibile alla gente di esprimere cordoglio al presidente Milosevic. Se rifiuteranno, ne risponderanno davanti al popolo.
Chi era, e perchè lottare per Slobodan Milosevic, lo sanno meglio di chiunque altro la gente della Serbia e quelli che nel mondo amano la libertà. La sua morte deve contrassegnare la fine delle politiche perfide e servili che conducono il paese ed il popolo alla rovina.
Invitiamo la gente ad unirsi in difesa della propria libertà e dignità, come ha sempre fatto Slobodan Milosevic.
Il libro delle condoglianze sarà aperto domenica, il 12 marzo, a partire dalle ore 9 nei locali dell'associazione Sloboda/Libertà, in Via Rajiceva 16 a Belgrado.

Associazione Sloboda/Libertà
Comitato nazionale di per la liberazione di Slobodan Milosevic



Riproduciamo a fianco la lettera inviata da Milošević l'8 marzo 2006, e ricevuta l'11 marzo all'Ambasciata russa in Olanda; traduzione originale: AP; fonte: quotidiano junge Welt (Germania) del 15 marzo 2006; versione italiana a cura di ICDSM-Italia.

Tomanovic i pismo

MILOSEVIC: CONSIGLIERE, MI PARLO' DI TENTATIVI AVVELENAMENTO (2)

(ANSA-AFP) - L'AJA, 11 MAR - ''Insisto su questa richiesta. Ne ho anche informato l'ambasciata di Russia'', ha aggiunto Tomanovic, a proposito della domanda per far fare l'autopsia a Mosca. La salma di Slobodan Milosevic e' stata trasportata a fine giornata all'Istituto medico-legale olandese (Nfi) all'Aja, dove l'esame autoptico dovrebbe cominciare domattina. All'autopsia - ha annunciato stasera il Tpi - partecipera' un medico serbo, nella fattispecie il medico-capo del Consiglio nazionale serbo di cooperazione con il Tribunale penale internazionale sulla ex Jugoslavia. Il Tpi, per contro, non si e' pronunciato sulla richiesta di Tomanovic di eseguire l'autopsia a Mosca. Annunciando l'autopsia e l'esame tossicologico, una portavoce del Tribunale ha detto che ''non vi sono segni che (Milosevic) si sia suicidato''. Per conoscere le cause della morte - ha aggiunto - occorre attendere i risultati dell'esame autoptico. (ANSA-AFP). DIG
11/03/2006 22:17


autografa
   
L'ULTIMA LETTERA DI MILOSEVIC

Gentili signore e signori,

Vi invio i miei ringraziamenti per la solidarietà che avete manifestato dichiarandovi pronti ad accettarmi per una cura medica. Vorrei informarvi della cosa seguente: credo che l'ostinazione con cui mi hanno rifiutato un trattamento in Russia sia motivata, in primo luogo, dal timore che in occasione di esami approfonditi, si scoprirebbe che sono stati effettuati interventi attivi e maliziosi allo scopo di nuocere alla mia salute. Questi interventi non possono restare nascosti a specialisti russi.

Per giustificare le mie accuse, vi presento un semplice esempio che troverete in allegato. Questo documento, che ho ricevuto il 7 marzo, mostra che il 12 gennaio una medicina particolarmente forte fu individuata nel mio sangue e che, come dichiarano loro stessi, essa è utilizzata per trattare la tubercolosi e la lebbra, benché io non abbia preso, durante questi cinque anni nella loro prigione, alcun antibiotico.

Durante tutto questo tempo, non ho mai avuto, a parte l'influenza, alcuna malattia contagiosa. Anche il fatto che i medici hanno impiegato due mesi (per informare sui risultati dell'esame, N.d.Red) può essere spiegato soltanto da una manipolazione. I responsabili di questi atti non possono realmente curare la mia malattia, e neppure quelli contro i quali ho difeso il mio paese in tempo di guerra e che hanno un interesse a farmi tacere.

Cari signori, voi sapete che medici russi sono giunti alla conclusione che l'esame ed il trattamento dei problemi dei vasi sanguigni nella mia testa sono necessari ed urgenti. Ecco perché mi rivolgo a voi, nella speranza che mi aiutiate a difendere la mia salute contro le attività criminali in questa istituzione che lavora sotto l'egida dell'ONU, e che io riceva prima possibile un trattamento adeguato nel vostro ospedale dai medici in cui nutro fiducia totale, come nella Russia.

Vi prego di accettare, signore e signori, l'espressione del mio rispetto profondo.

Slobodan Milosevic


12 marzo 2006


MILOSEVIC: TV, IN PASSATO TRACCE SOSTANZE INSOLITE IN SANGUE

(ANSA) - L'AJA, 12 MAR - Da un'analisi del sangue realizzata su Slobodan Milosevic tra novembre e gennaio e' risultata la presenza di tracce di sostanze inconsuete. Lo ha detto la tv statale olandese Nos, citando fonti non identificate. Nel sangue c'erano tracce di sostanze spesso utilizzate per pazienti malati di lebbra o tubercolosi, ha aggiunto l'emittente tv olandese. Oggi uno dei consiglieri giuridici di Slobo Zdenko Tomanovic aveva detto alla stampa che Milosevic aveva venerdi' denunciato, con una lettera inviata all'ambasciata russa all'Aja, che c'erano stati tentativi di avvelenarlo facendogli assumere forti farmaci contro queste due malattie. La fonte della tv potrebbe essere lo stesso Tomanovic. (ANSA). RIG
12/03/2006 19:41


13 marzo 2006


MILOSEVIC: VEDOVA, SLOBODAN ERA TERRIBILMENTE DEBILITATO

(ANSA-AFP) - BELGRADO, 13 MAR - Mira Markovic, vedova di Slobodan Milosevic, ha affermato che suo marito, negli ultimi tempi, era ''terribilmente debilitato'', sembrando cosi' accreditare la tesi di una morte naturale per arresto cardiaco. In una intervista al quotidiano belgradese Vecernje novosti, oggi in edicola, la Markovic ha affermato che il Tribunale Penale Internazionale ''non gli ha permesso di ricevere il trattamento di cui aveva bisogno, né si e' pensato di fare una pausa al processo per permettergli di riprendersi''. Secondo la vedova ''non sono state prese adeguate misure e percio' gli e' stata accorciata la vita''. Una equipe internazionale di medici ''aveva constatato che Slobodan soffriva di guai vascolari alla testa che avrebbero consigliato un arresto di tutte le attivita' e una ospedalizzazione. Ma non e' stato consentito'', ha aggiunto la Markovic. ''Si e' trattato -ha dichiarato ancora la vedova- di una liquidazione fisica pianificata'', organizzata ''perché non potevano rilasciarlo pur non avendo trovato prove per condannarlo''. Intanto gli esperti serbi che hanno supervisionato l'autopsia di Slobodan Milosevic a L'Aja si sono dichiarati soddisfatti dell'''alta professionalita''' dei medici legali olandesi. Lo hanno annunciato nella tarda serata di ieri le autorita' di Belgrado. Secondo un comunicato del Consiglio Nazionale per la cooperazione con il Tpi ''gli esperti serbi che hanno supervisionato l'autopsia hanno ritenuto che l'intera procedura e' stata realizzata in maniera molto professionale''.(ANSA-AFP). KTA
13/03/2006 00:36


"Milosevic era ridotto malissimo nei giorni antecedenti"...

Un imputato dalla Croazia all'Aja (Kordic) ha riferito di avere avuto un breve incontro con SM il giorno prima che è morto. SM andava frequentemente al bagno; camminava con grande fatica, dondolando. Era ridotto male, non rasato, con le gote rientrate, le occhiaie nere.

"Slobodana Miloševica vidio sam dan uoci njegove smrti. Nekoliko je puta išao u toalet. Jedva je hodao, gegao se. Bio je oronuo, neobrijan, vidno upalih obraza i tamnih podocnjaka. Gledao je kroz staklo u veliku prostoriju u kojoj smo sjedili, kao da je nekoga tražio..."
(Fonte: http://www.vecernji-list.hr/newsroom/news/croatia/503322/index.do )

Sul "Glas Javnosti" di Belgrado si legge invece che erano stati riscontrati anche altri farmaci nelle analisi (tra cui il diazepam, un banalissimo e bruttissimo farmaco ansiolitico), non dichiarati nel registro delle cure mediche. Il diazepam non è stato rilevato durante la prima analisi del sangue, mentre sul test ripetuto sul medesimo campione, poco dopo, è stato riscontrato.
(Fonte: http://www.glas-javnosti.co.yu/danas/srpski/P06031402.shtml )

(a cura di Dk)



Ci sono molti indizi che la morte di Milosevic fu pianificata

Efraín Chury Iribarne intervista James Petras - Lunedi 13 marzo 2006 - Fonte: CX36 Radio Centenario

    Efraín Chury Iribarne:
    Ha preso corpo la notizia della morte di Milosevic, si parla della somministrazione di una medicina non indicata dai medici e ci si chiede: Questo può esser vero? Si può trattare di un omicidio? Perchè e chi sarebbe interessato ad ucciderlo?

    Petras:
    Bene, stiamo considerando la sua morte e ci sono molti indizi che ci sia stato qualcosa di pianificato. Per due motivi: primo, lui sospettava che gli stavano mettendo del veleno nel cibo e si sentiva male, lo stesso avvocato di Milosevic ha detto che la vittima sospettava che volevano liquidarlo. Secondo, era ben noto che aveva problemi di salute, soffriva di pressione alta, ipertensione. Si fece richiesta che gli dessero il permesso per andare in Russia a curarsi, anche lo stato russo si offrì di averlo in cura e di rimadarlo in tribunale quando sarebbe finita la cura, ed il giudice Robertson, benché sapesse dei suoi problemi di salute, compresi i rapporti dei medici del tribunale, non lo permise. Anche recentemente, quando Milosevic dovette interrompere la propria difesa perchè aveva terribili dolori alla testa, gli negarono tutte le cure mediche affinchè morisse.
    E perchè volevano ucciderlo? Per un fatto molto grave, e cioè che Milosevic avrebbe chiesto che i giudici presentassero a Clinton ed ai funzionari del Dipartimento di Stato la richiesta di testimoniare in tribunale, e questo mi sembra che rivelasse i molti interessi degli USA nelle aggressioni alla Jugoslavia. C'era il rischio che si richiedesse la presenza di leader come Tony Blair e altri fra i più colpevoli delle atrocità perpetrate durante al guerra, idem per i tedeschi.
    E se questa linea fosse passata e i testimoni non fossero comparsi era inevitabile che dovessero finire il processo e liberare Milosevic, perchè avrebbe interferito con la difesa e non era possibile continuare con il procedimento se gli implicati non fossero comparsi. Allora erano di fronte a due opzioni molto sfavorevoli: o la testimonianza dei leader occidentali in tribunale o la fine del processo e la liberazione di Milosevic.
    Questo vuol dire che i governi inglese, tedesco e nordamericano avevano un grande interesse ad assassinare Milosevic, perchè si stava creando una situazione molto svantaggiosa e altamente rischiosa. Per questa ragione io credo che l'unico modo di trattare l'affare sia un'indagine patologico-forense realizzata da persone completamente indipendenti.
    Ora, il problema è che i tossicologi devono agire in fretta perchè ci sono dei veleni che possono scomparire in tempi brevi, dopo 24 ore già non si rilevano più. E invece di consentire un'indagine patologico-forense rapida, hanno consegnato il cadavere ad alcuni personaggi olandesi e dopo di loro passerà ad altri, e in questo lasso non si possono rilevare questo tipo di sostanze tossiche che hanno una tendenza a dissolversi e scomparire.
    Allora io credo che per lo meno rimane chiaro che le autorità hanno permesso il peggioramento della malattia affinchè morisse e perchè apparisse, per usare l'eufemismo che loro usano, che fu per cause naturali, che è un'altra cosa molto opinabile.
    Per questo, Chury, dico che Milosevic era un testimome altamente importante per tutto il mondo perchè mostrava che la politica di accuse false e omicidi non è solo un problema dell'Irak e dei paesi arabi musulmani, ma che ci sono anche funzionari occidentali invischiati.  (...)


14-15 marzo 2006


Fonte: http://www.resistenze.org/sito/te/po/se/pose6c17.htm
dal Giornale"Novosti", 14-03-2006

Intervista alla Dr. Mirjana Markovi´c Milosevic

VOGLIO CHE TORNI A CASA

- Non ho ancora deciso sul luogo della sepoltura di mio marito. Se fossi nella posizione di decidere, sarei per Požarevac. Purtroppo, sono ancora ostaggio del mandato di cattura dell’Interpol - ha detto la moglie di Slobodan Miloševi´c, dr Mirjana Markovi´c.
Lei ha ribadito una sua affermazione al nostro giornale: "Il Tribunale dell’Aja ha ucciso mio marito", ed ha aggiunto un suo chiarimento: - Questo perchè si sono trovati nei guai in quanto per il processo erano rimaste soltanto 37 ore di dibattimento, e loro non avevano prove per condannarlo legalmente, ma al contempo non potevano neanche liberarlo – in quanto è ormai chiaro che avevano creato questo tribunale apposta per lui!

Su che cosa basa le sue affermazioni?

- Slobodan ormai era malato da lungo tempo e lo diventava sempre di più. Lui richiamava l'attenzione della corte sul fatto che si sentiva male, però non gli permettevano di curarsi. Non gli hanno neanche dato la possibilità di avere una pausa per una convalescenza. In realtà, non sarebbe bastata una convalescenza, servivano delle cure appropriate. L'ultimo consulto internazionale di medici da Francia, Russia, Jugoslavia, ha constatato certi cambiamenti vascolari nella testa, per i quali un'urgente interruzione di tutte le attività sarebbe stata indispensabile, nonché delle cure ospedaliere. Loro, però, non gli hanno consentito neanche questo. La pausa che gli è stata concessa non prevedeva un ciclo di cure. Gli hanno vietato il viaggio per curarsi a Mosca. Sappiamo che stare sdraiati in una cella non cura nessuno.

Lui come reagiva a questo?

- Anche a voi è noto che dopo la pausa, lui ha continuato con l'enorme lavoro, di cui era ormai esausto, e le conseguenze ci sarebbero state anche per qualsiasi uomo più giovane e fisicamente sano; mentre lui, come sapete, non lo era più.
L'anno scorso passava tre giorni alla settimana nell'aula del tribunale. Negli anni precedenti, ci stava anche quattro, cinque giorni in aula. In queste situazioni succedeva molto spesso che il mezzo di trasporto che doveva portarlo al Tribunale tardava anche per due ore, e lui trascorreva questo tempo in una stanza fredda: esausto, affamato e malato. Tornando dal processo alla cella, stante la mole delle cose da fare per l’udienza successiva, non aveva neanche più  la lucidità di decidere che cosa doveva fare per primo: mangiare, oppure prepararsi per la giornata successiva. Aveva cinque milioni pagine da leggere! Mi diceva che non era mai riuscito ad avvicinarsi a questa mole di materiali con un qualche metodo e ad utilizzarla a dovere. Neanche per questo godeva delle condizioni minime necessarie!

Su che cosa si basano i vostri dubbi che sia stato ucciso?

- Devo dire anche che gli capitava di non uscire all’aria aperta per mesi interi. Le sue domande di mettersi in contatto con il medico trovavano risposta nella visita settimanale del medico del carcere - che era al servizio per tutto il carcere! Fosse per una infiammazione del fegato, per la rottura di una gamba o un controllo della vista... questo medico era "universale" per tutte le malattie; uno diverso non veniva preso neanche in considerazione. Questo era  il sistema del Tribunale. Nonostante tutte queste circostanze, Slobodan lavorava tantissimo, intellettualmente era molto preso, ma molto stanco. Queste situazioni senza riposo si susseguivano quasi ogni giorno, con una alimentazione pessima, privato dell'aria aperta... Semplicemente, lo si portava verso  un esaurimento profondo, verso quella fine sopraggiunta l'altro ieri. Non posso dire se questo che ho fin qui esposto si potrebbe descrivere con il termine di assassinio indiretto. Forse sono state aggiunte altre misure fisiologiche al livello del suo fisico che gli hanno accorciato la vita.

Quali sono le "misure" a cui allude, ha degli esempi concreti di cui suo marito si è lamentato?

- Mi diceva, per esempio, che nelle cuffie c'era qualcosa che creava danni alle vene capillari nella testa. Lui aveva richiamato l'attenzione su questo. Questo è stato un ammonimento che lui ha fatto al tribunale dell’Aja, voglio dire che non vi sto rivelando alcun segreto. In tutte le situazioni quando chiedeva la parola per i problemi di salute, il presidente della Corte gli toglieva la parola. Tutti lo potevano constatare. A partire da tutto questo, si  può parlare di eliminazione fisica, 37 ore (di dibattimento, ndt) prima della fine del processo.

Per quale motivo il Tribunale avrebbe voluto evitare di portarlo ad una condanna?

- Come potevano condannarlo, quando non avevano accertato alcuna prova di colpevolezza? Nelle 37 ore rimanenti non avrebbero potuto stabilire nulla che non gli era stato possibile provare in questi cinque anni. Il loro problema era che non riuscivano a condannarlo legalmente. Nello stesso tempo, come avrebbero potuto metterlo in libertà, quando avevano creato un Tribunale apposta per lui! Hanno impiegato tanta fatica, e portato lì a testimoniare così tanti farabutti, ladri e bugiardi... Si sono trovati in difficoltà ed hanno deciso che sarebbe stato meglio che lui fisicamente non ci fosse più. Secondo la loro opinione questa era una soluzione "elegante". L'hanno perciò ammazzato gli assassini dell'Aja. Assieme a loro sono responsabili coloro che hanno partecipato, ideato e finanziato quest’apparato mostruoso del mondo moderno. Non elenco chi sono loro di persona. Ma quelli che hanno compiuto questo atto si riconosceranno da soli in queste parole.

Quando ha visto suo marito per l'ultima volta?

- Ci siamo visti esattamente tre anni e due mesi fa. Le mie visite sono state rese impossibili per via dell'operazione "Sciabola" (ndt: una retata di migliaia di oppositori  in conseguenza dell’omicidio dell’allora primo ministro Z. Djindijc, poi quasi tutti rilasciati dopo qualche mese di carcere), quando emisero un mandato di cattura contro di me. Questo era del tipo "rosso", il più pesante che c’è, perché avevo messo in contatto - cito esattamente: una certa donna, segretaria del Governo, con la baby sitter di mio figlio, per cui questa aveva chiesto ad una segretaria del Governo se poteva fargli assegnare un appartamento monolocale per lei e per il suo figlio piccolo. Per questo crimine, per averle messe in contatto, perché la baby sitter potesse ottenere un appartamento poco più grande di una grossa scrivania, è stato emanato un mandato di cattura Interpol del tipo "rosso". Mio marito mi aveva detto che la metà dei paesi non avevano mai accettato questo mandato, poiché non è possibile che sia formulato per un tale "crimine". Per dire la verità: non ero affatto intervenuta per quell’appartamento! Non ho avuto alcun ruolo in tutto ciò. Naturalmente, è chiaro non solo a me che quest’appartamento non aveva proprio un bel niente a che fare con un qualche presunto gravissimo crimine, ma si trattava soltanto di un disegno in modo che Slobodan avesse ulteriori problemi laggiù e soffrisse di più.

Quando vi siete sentiti con lui per l'ultima volta?

-    Nella serata di venerdì scorso. Di solito ci sentivamo di sera verso le otto e mezza, prima della chiusura della cella. Di solito, mi chiamava verso le otto di sera. Mi ha detto: "Dormi bene, mia cara! Quando mi sveglio domattina, ti chiamerò".
Ed è successo quello che è successo.

Avete l'intenzione di ritirare la salma all'Aja? E, secondo lei, queste circostanze avranno un ruolo sulla determinazione del luogo di sepoltura?

- Non ho ancora deciso niente. Come posso andare all’Aja per ritirare la salma, con il mandato di cattura sulla mia testa?

Spera in un'abolizione del mandato di cattura? Nel caso Belgrado lo revocasse, l'accetterebbe?

- L'accetterei, naturalmente. Come potrei non accettarlo, visto che vivo come un ostaggio da tre anni, dall'apertura dell’operazione "Sciabola" fino ad oggi.

(...) E’ al corrente del fatto che il mandato di cattura su suo figlio Marko è stato ritirato...

- So che Marko può andare...

La gente di Požarevac chiede che venga sepolto là, l'SPS è dell'opinione che la cerimonia si dovrebbe svolgere nel Viale degli Eroi a Belgrado, subentra anche l’ipotesi  Montenegro: cosa ne pensa lei di tutto ciò? (...) Se fosse lei da sola a decidere, sceglierebbe Požarevac o Belgrado?

- Se decidessi io da sola? Požarevac, senz'altro. (...)
Per mesi nella cella di Slobodan tenevano accese le video-camere senza interruzione, le luci erano accese costantemente, tutto affinchè non potesse dormire. Questa è una delle note forme di tortura, il cui scopo consiste nel disintegrare nei nervi la persona, non permetterle di dormire, lavorare, ragionare, cosicchè diventi irritata, incapace di agire...
Nell'occasione di una mia visita in  Olanda dovetti firmare un documento, che non avrei mai rivelato queste informazioni, proprio queste di cui la sto informando ora. Dovevo tacere su tutto ciò. Che orrore! Naturalmente, è tremendo il fatto che nessuno abbia denunciato che lo sottomettevano a questo, mentre ne erano informati. E' tremendo che nessuno abbia mai protestato contro tutto questo.

In alcuni media si insinua un dubbio che il suo marito abbia fatto un gesto autolesionista contro di se'.

- Dovrebbero inventare qualcosa di più originale. Potete discutere su questo tema con Zdenko Tomanovi´c, penso (ndt.: consigliere legale di fiducia di Milosevic). E' stato lui a vederlo sempre, anche subito dopo il decesso. Queste insinuazioni sono talmente teatrali, come dire... sono il frutto di gente perversa.

Milena MARKOVI´C, Novosti
Da: www.novosti.co.yu (14/03/06)

Traduzione di D. Kovacevic, revisione ed adattamento del testo a cura di ICDSM-Italia.

Protesta all'Aia, 14.3


Mistero Milosevic? Non è stato curato

di Igor Fiatti
su Il Manifesto del 14/03/2006
http://www.lernesto.it/index.aspx?m=77&f=2&IDArticolo=8401

Funerali a Belgrado, dopo le condizioni dei socialisti serbi che minacciavano di non sostenere più il governo. Si rincorrono voci di gialli e «farmaci presi apposta». La verità è una sola: ogni volta che era malato il Tribunale e i media dubitavano

(...) Intanto è ancora mistero sulle cause dell'infarto che ha provocato la morte del superimputato dell'Aja. Secondo il tossicologo olandese Donald Uges, Milosevic è deceduto perché ha preso volontariamente medicinali sbagliati. Alla base di questa teoria ci sarebbero le sue analisi del sangue e delle tracce di un antibiotico che non gli era stato prescritto. «Con la Rifampicina, si possono prendere altre pillole, ma il fegato comincia a metabolizzare tanto da renderle del tutto inefficaci» ha detto Uges. Insomma, un lento suicidio. Ma non è dello stesso avviso il cardiologo italiano Alessandro Boccanelli: «L'ipotesi più plausibile è che Milosevic sia deceduto a causa di un infarto la cui insorgenza però non può essere correlata all'uso della Rifampicina». E le responsabilità sulla scomparsa dell'ex presidente jugoslavo riportano dei toni quasi da guerra fredda. «Con una migliore assistenza medica potevano salvarlo». «L'hanno ucciso perché dopo cinque anni di processo non riuscivano ad arrivare ad una condanna ben argomentata». «La sua morte è un crimine dell'imperialismo». Voci di Russia. Da Mosca arrivano commenti non troppo teneri per il Tribunale penale internazionale dell'Aja. Persino il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha rivendicato «il diritto di non aver fiducia» nella perizia medico-legale fatta al corpo di Milosevic, e ha annunciato che il Cremlino invierà in Olanda un gruppo di dottori per verificare di prima mano l'attendibilità dei risultati dell'autopsia. Per il Cremlino, l'ex uomo forte di Belgrado poteva essere salvato.
Ne è convinto il rinomato cardiologo Leo Bokeria, che era pronto ad accoglierlo a braccia aperte nella rinomata clinica moscovita da lui diretta: il Centro cardio-vascolare Bakuliev. «Milosevic - ha accusato il professor Bokeria - è deceduto perché non è stato ben seguito. Se aveva manifestato sintomi di infarto bisognava fare una coronarografia. Si sarebbe così scoperto quanto le sue arterie si erano ristrette e si poteva allora intervenire con i bypass, come si fa in dozzine di paesi». (...)



MILOSEVIC: DEPUTATI RUSSI PER INCHIESTA INTERNAZIONALE

(ANSA) - MOSCA, 14 MAR - Con una risoluzione approvata all' unanimita' i deputati russi hanno chiesto oggi l'apertura di una inchiesta internazionale ''indipendente'' sulle circostanze della morte dell'ex presidente jugoslavo Slobodan Milosevic e hanno definito ''inopportuna'' l'ulteriore esistenza del Tribunale internazionale dell'Aja sull'ex Jugoslavia (Tpi). In aula al momento del voto della risoluzione erano presenti 432 deputati. Si intitoli una strada di San Pietroburgo a Slobodan Milosevic, ''caduto tragicamente dietro le sbarre del cosidetto tribunale dell'Aja'': lo chiedono a gran voce i comunisti dell'ex-capitale zarista, in una lettera aperta alla governatrice della regione Valentina Matvienko e al presidente Vladimir Putin. Principale forza di opposizione, i comunisti russi stanno difendendo a spada tratta l'ex-presidente jugoslavo al punto da inserirlo nello stesso Pantheon dove venerano Gramsci, Allende, Lenin e Che Guevara. Hanno anche individuato la strada da ribattezzare cosi' da ''immortalare la memoria'' del defunto leader serbo: via Belgrado. Nell'appello a Putin e alla Matvienko si chiede anche che nel parco vicino all'attuale via Belgrado sia eretto un busto di Milosevic. I comunisti di San Pietroburgo si dicono convinte che la loro proposta sara' sostenuta da ''tutte le persone oneste della Russia e dell'Europa''. (ANSA). LQ (ANSA). LQ
15/03/2006 10:48

 MILOSEVIC: DEPUTATI RUSSI PER INCHIESTA INTERNAZIONALE (2)

(ANSA) - MOSCA, 15 MAR - A giudizio dei parlamentari russi il tribunale dell'Aja ha emesso sentenze ''completamente politicizzate e di parte'' e ha usato ''il doppio standard come norma del suo lavoro''. La risoluzione della Duma chiede che i casi sotto esame vengano chiusi ''nel piu' breve tempo possibile'' e che ''l'ulteriore esistenza del tribunale sia dichiarata inopportuna''. I deputati russi manderanno la risoluzione ai Paesi della Nato e al tribunale, che ''sono responsabili di gravi violazioni delle leggi umanitarie internazionali commesse sul territorio del'ex Jugoslavia dopo il 1991''. (ANSA). LQ
15/03/2006 10:49

www.radioyu.org
15.03.2006. 17:07     

La Duma statale russa ha approvato unanimemente un documento in cui si è adoperata per un'urgente abolizione del Tribunale dell'Aja e per l'interruzione di tutti i processi davanti a questo tribunale. Nel documento, approvato dopo la morte dell'ex presidente della Serbia e della Repubblica Federale di Jugoslavia Slobodan Milosevic, i deputati hanno valutato che il Tribunale non ha dimostrato la necessità della propria esistenza e che il suo ulteriore funzionamento ha perso ogni senso. La Duma russa valuta che le decisioni prese dal Tribunale siano caratterizzate da un assoluta politicizzazione ed imparzialità e che duplici standard siano diventati la norma lavorativa di questo tribunale. È assolutamente inaccettabile la grave trasgressione dei diritti umani nella detenzione del Tribunale, cosa che si è dimostrata anche attraverso nell'insufficiente assistenza medica ai detenuti, viene sottolineato nel documento. I deputati della Duma ricordano che la morte di Milosevic non è la prima fra i detenuti serbi.



Discorso pronunciato da Ralph Hartmann
a Berlino durante la commemorazione di Slobodan Milosevic
il 15 marzo 2006-03-23


Traduzione dal quotidiano tedesco JUNGE WELT

“Non mi piegheranno. Riuscirò ad affrontarli ed a vincerli”; queste le ultime dichiarazioni che Slobodan Milosevic ha rilasciato il giorno 10 marzo nel corso di una telefonata con Milorad Vucelic,  segretario pro-tempore del Partito Socialista Serbo (SPS). Milosevic, presidente in carica del SPS, aveva telefonato al suo vice per parlare di alcuni problemi interni di partito. In relazione al processo del cosiddetto “Tribunale dell’Aia” egli si era limitato ad osservare di aver preparato, congiuntamente a Momir Bulatovic (ex-presidente del Montenegro)  che si apprestava a comparire in veste di testimone della difesa, una documentazione che “avrebbe costituito per il tribunale il colpo sin qui più duro che mai gli sia stato assestato”.

Ma così non è stato. Nel corso di quella stessa notte quello che per lunghi anni fu presidente  della Serbia e della Jugoslavia è deceduto nella sua cella. La notizia è stata accolta con costernazione  da amici e sostenitori, mentre i suoi avversari all’Aia e nelle metropoli della NATO, dopo le prime ipocrite reazioni di sorpresa, hanno ripreso a cantare le sperimentate litanie contro “il mostro di Belgrado”. Non gli hanno mai perdonato di esser stato l’ultimo governo in Europa a non voler ammainare la bandiera rossa, per aver difeso ad oltranza il diritto all’esistenza dello stato jugoslavo federato e multinazionale, e per aver dato sino all’ultimo del filo da torcere alla Banca Mondiale, al Fondo Monetario Internazionale ed alla NATO. Questa era ed è rimasta la ragione che spiega l’odio profondo di questi signori. I loro canali d’informazione hanno ripetuto con convinzione esattamente quelle stesse menzogne che l’accusato aveva  smontato in modo più che convincente, e cioè la favola del “nazionalismo grande-serbo senza scrupoli”, della “sistematica pulizia etnica”, dei “massacri” consumati in Croazia, Bosnia e Cossovo, degli stupri di massa…

Non pochi commentatori respinsero in modo sdegnato l’accusa di omicidio che venne sollevata  a Belgrado ed altrove. Ma se non di un omicidio, di che cosa mai dovremmo parlare?

Un uomo può venir ucciso in diversi modi; può venir abbattuto a colpi di mazza, oppure fucilato, annegato o strozzato, ma ci sono anche dei metodi più sottili e raffinati per raggiungere lo stesso obiettivo. Slobodan Milosevic, che già durante i criminali bombardamenti della NATO  contro il suo paese era stato posto sotto accusa dal tribunale (illegale) internazionale dell’Aia per presunti crimini contro l’umanità,  fu arrestato per ordine della NATO dal governo di Djindjic il 1° aprile del 2001, rinchiuso in completo isolamento nella prigione centrale di Belgrado durante 89 giorni,  trasferito successivamente e in modo illegale all’Aia, e lì rinchiuso in una  cella  per quattro anni e nove mesi. Nella la prima fase del processo, egli venne confrontato –durante 250 giorni di dibattimento-  con le dichiarazioni dei 300 testi d’accusa citati dal pubblico ministero Carla del Ponte, fra i quali spudoratamente brillavano i responsabili per la conduzione della criminale campagna di guerra contro la Jugoslavia: i generali della NATO Wesley Clark e Klaus Naumann,  e fu inoltre letteralmente sommerso con oltre un milione di pagine contenenti la trascrizione di nastri e video. Il tribunale approfittò di ogni possibile occasione per tiranneggiarlo: le fasi di riposo e di preparazione della sua autodifesa vennero ristrette oltre ogni limite, si tentò di imporgli dei difensori d’ufficio di nazionalità britannica, lo si minacciò di vietare le visite della moglie Mira e dei familiari a lui più vicini con l’obbiettivo di minare la sua resistenza  psichica.

Malgrado questo il tribunale non è riuscito a metterlo in ginocchio. Egli dimostrò in maniera convincente, con atteggiamento sicuro e con cognizione di causa, punto per punto,  l’inconsistenza dell’accusa e la falsità delle testimonianze. Egli accusò con veemenza le ingerenze della NATO, e soprattutto della Germania, tendenti a creare le condizioni per lo  scoppio di una guerra civile, il loro sostegno ai terroristi e separatisti  del Cossovo ed infine l’aggressione brutale ed aperta da parte dell’alleanza di guerra.

Persino alcuni osservatori della NATO dovettero riconoscere che Milosevic, da accusato, si era trasformato in accusatore; Carla del Ponte e con lei l’intero tribunale insieme ai loro mandanti stavano alla vigilia di una sconfitta .Influenti personalità negli USA dichiararono che bisognava seppellire il “tribunale-Frankestein” e mandare al diavolo la signora Carla del Ponte. Di fronte a questo pericolo i nemici di Milosevic non esitarono a minare la sua già precaria salute.

Già nel 2002 un cardiologo olandese di fiducia del tribunale aveva diagnosticato una pressione estremamente alta accompagnata da danni organici secondari e dall’allargamento dell’alveolo cardiaco sinistro. Il suo referto affermava esplicitamente  che la pressione psichica del processo comportavano per Milosevic il rischio di ictus, di infarto ed anche di morte.

Ma tribunale la pensava diversamente e non soltanto rifiutò di permettere al suo medico curante di Belgrado di curarlo, ma  giunse al punto di proibirgli l’assunzione delle medicine che il medico gli aveva  prescritto. La totale mancanza di scrupoli di questi  signori viene confermata dal rifiuto di permettere al detenuto di sottoporsi alle cure degli specialisti del centro cardiaco Bakuljew, noto a livello internazionale...

Poco prima del decesso,  egli aveva dichiarato al proprio consigliere legale, Zdenko  Tomanovic,  che lo si voleva avvelenare (1). Immediatamente Tomanovic avvertì  il ministero olandese della giustizia, la polizia e l’ambasciata russa, cui fu recapitata una lettera autografa di Milosevic per il ministro degli esteri Lawrow. L’autopsia ha confermato questa accusa. Il tentativo del tribunale e dei suoi complici di insinuare il dubbio che fosse stato proprio l’incrollabile Milosevic ad aver assunto dei medicinali che avrebbero aumentato il rischio d’infarto dimostra soltanto di quali infami e stupide bassezze questi signori siano capaci. Questo maldestro tentativo completa in certo qual modo l’immagine che il tribunale dell’Aia,  ha offerto fin dall’inizio di sé e del processo penale che i suoi mandanti gli hanno commissionato contro il presidente del paese da loro aggredito.

Slobodan Milosevic ha avuto sino all’ultimo ragione: “non mi piegheranno” aveva affermato recentemente. E in effetti non lo hanno piegato, lo hanno soltanto portato alla morte.


(Ralph Hartmann è stato ambasciatore della DDR a Belgrado)

(1)    Nota: già due anni or sono Milosevic aveva denunciato al tribunale di aver casualmente assistito, durante la distribuzione del cibo, ad un frettoloso cambio della pietanza che gli era stata in un primo tempo servita con un’altra, apparentemente del tutto uguale alla prima.

(Il tribunale reagì a questa denuncia con sovrana indifferenza)

(a cura di G. Zambon)


19 marzo 2006


Sulla morte del presidente Milosevic

Io non ho prove che il presidente Milosevic sia stato assassinato nella sua cella. So che l'autopsia ha escluso la presenza nel suo corpo di veleni, e ha osservato a livello del suo cuore i segni di un infarto.
Come medico non posso però escludere che di omicidio si sia trattato. Un uomo sofferente di ipertensione e di stress estremo, può essere ucciso in vari modi che non possono essere dimostrati dall'autopsia.
Il primo modo è quello di curarlo in maniera inadeguata e di impedirgli di accedere a strutture sanitarie in grado di risolvere al meglio i suoi problemi. Se aveva una cardiopatia perchè non è stato sottoposto a coronarografia e poi eventualmente a by pass coronarico?  Ho letto che la sua ipertensione era difficile da trattare; è stato fatto il possibile per controllarla?
E poi ci sono tanti modi per uccidere un uomo senza lasciare tracce; non è certo il caso di descriverli qui, per evitare di dare consigli a qualcuno che sarebbe tentato di usarli. Per esempio un modo per far venire un infarto ad un cardiopatico è quello di usare un farmaco che aumenta la pressione, un ormone naturalmente presente nel corpo umano, che all'analisi tossicologica non verrebbe rilevato.
Quindi ribadisco che non ho dati per sospettare si sia trattato di un crimine, a parte quello di averlo imprigionato per tanti anni, senza una sentenza; ma l'ipotesi del delitto non cade per il solo dato dell'autopsia.

Marino Andolina (medico primario, Trieste)


31 marzo 2006


TPI: SVEZIA FARA' INCHIESTA SU CARCERE DOVE MORTO MILOSEVIC

(ANSA) - L'AJA, 31 MAR - Sara' fatta un'inchiesta indipendente sul funzionamento del carcere del Tribunale penale internazionale (Tpi) per la ex Jugoslavia, dove l'11 marzo scorso e' morto Slobodan Milosevic. L'indagine e' stata affidata alla Svezia, ha annunciato oggi il Tpi. Milosevic, 64 anni, e' stato trovato morto nella sua cella ed il decesso, sulla base dei risultati dell'autopsia e' stato attribuito ad infarto del miocardio. Nell'ambito degli accertamenti e' pero risultato che medicine non prescritte al detenuto sono state portate nella cella. ''Il governo svedese ha accettato di compiere un'indagine indipendente sul centro di detenzione'', e' detto in un comunicato, senza ulteriori precisazioni. Sulla morte dell'ex presidente jugoslavo sono in corso due inchieste: una della magistratura olandese ed una interna, ordinata dal presidente del Tpi, l'italiano Fausto Pocar. Slobodan Milosevic era rinchiuso nel carcere di Scheveningen, un quartiere dell'Aja, da oltre quattro anni. Accusato di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanita', quando e' morto era impegnato nella sua autodifesa, avendo rifiutato di essere patrocinato dagli avvocati. La sentenza era prevista entro la fine dell'anno. Il processo e' rimasto incompiuto. (ANSA). RED-VS
31/03/2006 19:56



31 maggio - 1 giugno 2006


MILOSEVIC: RAPPORTO TPI CONFERMA, MORTO PER CAUSE NATURALI

(ANSA) - L'AJA, 31 MAG - La scelta di Slobodan Milosevic di gestire personalmente la sua difesa davanti al Tribunale penale internazionale (Tpi) per la ex Jugoslavia ha provocato ''falle nella sicurezza della prigione'' ed in particolare ha consentito all'imputato di avere accesso a medicinali non prescritti. E' quanto segnala il rapporto ufficiale presentato oggi a conclusione dell'inchiesta fatta dallo stesso Tpi, che conferma inoltre che l'ex presidente jugoslavo e' morto l'11 marzo scorso, a 64 anni, per cause naturali. Nel documento, di 42 pagine, redatto dal vicepresidente della corte Kevin Parker, si sottolinea che le procedure adottare per dare a Slobo le maggiori garanzie possibili di autodifesa gli hanno permesso di ricevere anche medicinali che i sanitari del carcere non gli avevano prescritto. Il rapporto smentisce che Milosevic non abbia ricevuto cure appropriate durante gli anni passati nelle carceri dell'Aja, in risposta alle polemiche sollevate dai familiari che, insieme allo stesso imputato, avevano sollecitato il trasferimento in un ospedale in Russia. Giungendo alle stesse conclusioni degli investigatori olandesi e di esperti indipendenti nominati dalla Svezia, l'inchiesta del Tpi stabilisce che Milosevic e' morto per cause naturali, a seguito di un attacco cardiaco, e precisa che ''non e' stato trovato nulla che possa suffragare le accuse riportate da alcuni media secondo le quali sarebbe stato avvelenato''. Il rapporto precisa che alcuni accertamenti sono stati resi difficili dal fatto che molti medici olandesi che trattavano l'ex presidente jugoslavo hanno invocato il segreto professionale. Scartata anche l'eventualita' del suicidio in merito alla quale il rapporto Parker sostiene che ''le circostanze in cui Milosevic e' stato trovato'' e gli esami medici dettagliati ''non forniscono elementi per sostenere tale ipotesi''. Infine in merito alle richieste dell'imputato di farsi operare a Mosca l'inchiesta riferisce che ci sono state divergenze di opinione tra gli esperti per cui ''non si puo' concludere che ci siano state carenze nel trattamento garantito a Milosevic''. L'ex presidente jugoslavo era sotto processo dal febbraio del 2022, accusato di genocidio, crimini di guerra e contro l'umanita' per il ruolo avuto nella guerra dei Balcani. E' morto quando mancavano poche udienze per concludere la sua difesa. La sentenza era prevista entro la fine dell'anno.(ANSA). VS
31/05/2006 11:59


MILOSEVIC: TPI REVOCA SEGRETO SU DOCUMENTI MEDICI

(ANSA) - L'AJA, 1 GIU - Il Tribunale penale internazionale (Tpi) per la ex Jugoslavia ha accolto la richiesta fatta dagli avvocati d'ufficio e dai familiari ed oggi ha deciso di togliere il segreto su certi documenti medici e su altri documenti concernenti Slobodan Milosevic, morto nelle carceri dell'Aja l'11 marzo scorso. Lo ha reso noto una fonte del Tpi precisando, peraltro, che si tratta di documenti confidenziali ma in gran parte gia' utilizzati nei rapporti pubblicati sulla morte di Milosevic. Ieri la Corte dell'Aja ha reso noto un rapporto, di 42 pagine, con i risultati dell'inchiesta interna che, come quella fatta dalle autorita' olandesi e da investigatori svedesi ribadisce che l'ex presidente jugoslavo e' morto per un attacco cardiaco. Il rapporto riconosce che per non ridurre le possibilita' di autodifesa di Milosevic ci sono state nelle carenze nella sicurezza della prigione che hanno permesso all' imputato di ricevere medicinali che non gli era stati prescritti dai sanitari che lo stavano curando. Il documento sostiene inoltre che Slobo, che aveva 64 anni e soffriva di scompensi cardiaci e ipertensione, e' stato curato correttamente. (ANSA). RED-VS
01/06/2006 19:42



17 agosto 2006


SERBIA: MILOSEVIC, FIGLIO CHIEDE A ONU D'AMMETTERE COLPE TPI

BELGRADO - Il figlio dell'ex uomo forte di Belgrado Slobodan
Milosevic - morto nel marzo scorso in una cella del tribunale
internazionale dell'Aja (Tpi) che lo stava giudicando per i crimini
di guerra commessi nella ex Jugoslavia degli anni '90 - e' tornato ad
accusare lo stesso Tpi di aver ordito con premeditazione la fine del
padre.
Marko Milosevic, secondogenito di Slobodan, lo ha fatto attraverso
una lettera aperta inviata ai vertici dell'Onu e pubblicata oggi
sulle colonne del giornale belgradese Vecernje Novosti. Una lettera
nella quale Milosevic junior - rifugiato in Russia da diversi anni e
inseguito da inchieste giudiziarie nella nuova Serbia odierna -
contesta i risultati del rapporto ufficiale sugli eventi di marzo
presentato di recente dal vicepresidente del Tpi, Kevin Parker.
A suo giudizio, il rapporto in questione sarebbe infatti pieno di
ombre e contraddizioni e rappresenterebbe in sostanza un tentativo di
nascondere le colpe attribuite fin dall'inizio alla giustizia
internazionale dai seguaci e dalla famiglia di Milosevic, secondo cui
i giudici dell'Aja avrebbero deliberatamente negato le cure mediche
necessarie all'ex leader temendo di non avere abbastanza elementi per
condannarlo.
Su queste basi Marko Milosevic chiede dunque che l'Onu avvii
d'autorita' una nuova indagine e piu' approfondita sull'accaduto,
affidandone peraltro la responsabilita' a figure indipendenti ed
estranee al Tpi.
17/08/2006 17:01


MARKO MILOSEVIC'S LETTER TO THE ORGANS OF THE ICTY AND THE UNITED NATIONS REGARDING JUDGE PARKER'S INVESTIGATION INTO THE DEATH OF SLOBODAN MILOSEVIC


July 17, 2006
 
This is an open letter and is to be distributed to
The President of the ICTY
The Chairman of the Security Council of the OUN
The Secretary General of the OUN

It represents an official reaction of the family of Slobodan Milosevic to the report of ICTY concerning the causes of his death.
 
Mr. Parker,
 
I received your report concerning the causes of my father’s sudden and untimely death. Unfortunately, it is exactly as I expected it would be, and as I warned your deputy, the French judge with whom I spoke in The Hague, that it should not be.
 
First of all, I must note that your investigation was not initiated because of “media speculation that Slobodan Milosevic had been poisoned” as you put it. Your report's continuous justifications before media are both inadequate and insulting.
 
Although illegal, the ICTY owes explanations to the family of the deceased, the Security Council as the organ which founded ICTY, the General Assembly, the Secretary General, and to the public.
 
Secondly, neither we the family, nor the expert team of pathologists, which was familiar with my father’s health and was given the findings of the Dutch team, ever alleged the possibility of poisoning. To the contrary, I accepted the diagnosis of a heart attack (infarction) from the moment I heard it in The Hague. I warned both your deputy and the Dutch prosecutor not to vulgarize the investigation by setting-up a "straw man" accusation such as a violent murder or poisoning. The lines you have chosen to describe the “scene of crime” are naïve, vulgar and insulting. The report itself, if made by an independent institution, would have been at the very least disappointing. But, since it’s being issued by the Tribunal, the very institution which had a monopoly over my father’s health during his time in UN custody, it is shocking. It contains an unexpected number of contradictions. Its contents and conclusions are absolutely unacceptable to the sane mind.
 

Even if we had suspicions of poisoning, it would be pointless to try and prove them in conditions where the only possible culprit is the investigator. It is as if an accused committed a crime, leads the investigation, and comes to the expected conclusion that he is innocent. An accused may defend himself, but it is quite unusual that the accused himself leads the investigation, as was the case with your investigation and your report.
 

Should I mention the fact that the autopsy was conducted without the presence of the independent expert team sent by our family, even though we insisted on it? Or that the Russian doctors were denied the access to the body and the tissue samples? Or that we have been denied his blood samples? Now it happens that the Dutch medical institutions and doctors, which have already been gravely compromised in the eyes of the public through their involvement with the ICTY Prosecution in numerous manipulations with my father’s health, medical treatment, and respective diagnosis, were the only ones to manage the toxicology tests and announce their results?! Here I must remind you of my father's letter addressed to the Russian Minister of Foreign Affairs, in which he wrote just hours before his death that he suspected he was being poisoned in the UNDU. So here we have a situation where we are witnessing numerous speculations regarding his blood samples, he expresses his worry about it, then he suddenly dies. Now comes this mysterious autopsy conducted by the very same people that he accused in his last hours, and they conclude that there was no poisoning. How credible does this sound even to you Mr. Parker? It is a pity that I am not in a position to ask Ms. Del Ponte an even simpler question – if he was ill, then why he wasn’t he given medical treatment when he asked for it? And if he wasn’t ill, then why did he die?
 
I understand that the you have set-up this straw-man accusation of poisoning, and now by finding that there was no poisoning you assert that the ICTY has been relieved of all responsibility for my father's death. Nevertheless, an unquestionable truth remains before the public, the image of my father addressing your so-called "trial chamber" and asking to be allowed medical treatment, and the "presiding judge" responding that he will not listen to him.
 
The question isn’t whether or not my father was murdered or poisoned. The point is that a former head of state, being held in UN custody, was gravely ill and constantly complaining of his medical condition. His health condition was assessed many times by medical experts as dire. He was denied adequate (if any) medical treatment, and then he died. At the same time those who denied him treatment were undeniably aware of what the consequences would be. He asked for provisional release to receive medical treatment. Dr. Shumilina warned on November 6th that his condition was so critical that he could die at any moment. Although you claim in your report (among many other contradictions, which I will not quote by number in this letter) that there was no suggestion by my father’s doctors that cardiac surgery was needed, even in your own report, in paragraph 65., you write:
 


«On 20 December 2005 a formal motion was filed seeking Mr. Milošević’s provisional release to enable medical treatment at the Bakoulev Scientific Centre for Cardiovascular Surgery in Moscow.  In addition to the reports of the three visiting doctors from November, a further email of Dr Shumilina dated 19 December 2005 to an assigned counsel for Mr. Milošević was relied on. In this email Dr Shumilina recommended the following additional tests: a complex ultrasonic of the vascular pathology, especially brachiocephal arteries and veins; echocardiography and stress echocardiography; Holter monitoring and daily monitoring of the blood pressure; “estimation” of the homeostasis: investigation of the brachiocephal and coronary vessels with contrast media; and PEI (position-emission imaging) of the brain and of the heart.  Her email also indicated that endovascular or surgical decompression of the right vertebral artery, the stenting of brachiocephal or cardial arteries, carotid endarterectomy, or even bypass surgery may be necessary to perform
 



The guaranties had been granted, and the ICTY ignored all of it. Obviously deliberately for they were aware of all the facts, both general and subtle. So he died.
 

The Tribunal, and everyone in charge, has committed a deliberate murder. They condemned him to death on February 24th when they rejected his request for provisional release, ignoring everything: his health condition, his rights, and the warnings of  his doctors, which unlike the jail physician hired by the ICTY, had both – unquestionable competence and expertise, as well as his confidence. Ignoring even the guarantees of The Russian Federation (by the explanation that those guarantees lacked credibility, it seems that the Tribunal has given itself the mandate to evaluate the credibility of even the Security Council's permanent member states). The ruling handed down on February 24th came into effect on March 11th. That is the fact and the truth. Any other speculation is just evasive political maneuvering.
 

The statements and opinions of the ICTY Prosecution and the Dutch doctors have been completely disqualified. The Dutch doctors are going to be criminally prosecuted before the courts of their country. Ms Del Ponte was so keen to qualify my father as a guilty even though the trial had not been completed as to insist on his "suicide" before the autopsy had even taken place. In such circumstances, both the Dutch doctors and the entire Office of the Prosecutor lack any credibility for matters concerning my father, from responsibility for the crimes he was accused of to the circumstances of his death.
 
It is obvious that even without poisoning, murder, or anything similar, but with heart failure which you consider to be a "natural" death that the ICTY and the UN who created it bears the sole responsibility for my father’s death.
 
That “court” had already committed a series of violations against my father. It violated every rule and regulation known to modern civilization, both East and West. It failed to even comply with its own statute and rules. It ignored the guaranties given by permanent members of the UN Security Council, the very organ which created the ICTY. And finally, it deliberately led my father to his “natural” death.
 
As if that wasn’t enough, you produced this grotesque “investigation” which found that “he was not murdered”! With all this, it is clear that the Organization of United Nations will have to take the responsibility for the death of former President of Federative Republic of Yugoslavia and that the ICTY will have to be disbanded, as I told your deputy four months ago. I do not accept the explanations offered in your report. I find it visibly tuned to suit the ICTY Prosecutor’s Office, and most importantly it is obvious that it was produced to relieve the ICTY of responsibility, not to show the truth or bring justice.
 

I expect the superior organs of the Organization of the United Nations to reject your report and reconsider the legitimacy of ICTY, as well as the behavior and performance of its staff. I also expect that, for the sake of the integrity and credibility of OUN, that the ICTY will be brought to end.
 
Marko Milosevic
July 17, 2006

Source : http://www.slobodan-milosevic.org/news/mm071706.htm
LETTERA DI MARKO MILOSEVIC (figlio di Slobodan - N.d.T.) AGLI ORGANI DELL’ICTY (Tribunale internazione sui crimini in Jugoslavia – N.d.T.) E ALLE NAZIONI UNITE RIGUARDO ALL’INDAGINE DEL GIUDICE PARKER SULLA MORTE DI SLOBODAN MILOSEVIC

17 luglio 2006

Questa è una lettera aperta da consegnare a:
Il Presidente dell’ICTY
Il Presidente del Consiglio di Sicurezza dell’ONU
Il Segretario Generale dell’ONU

Essa rappresenta la reazione ufficiale della famiglia di Slobodan Milosevic al rapporto dell’ICTY sulle cause della sua morte.

Signor Parker,

Ho ricevuto il suo rapporto sulle cause della morte improvvisa e prematura di mio padre. Sfortunatamente, è esattamente come mi aspettavo che fosse e, come misi in guardia il suo delegato – il giudice francese con cui parlai all’Aia – che non sarebbe dovuta essere.

In primo luogo, devo notare che la sua indagine non fu avviata a causa della “illazione dei media che Slobodan Milosevic fosse stato avvelenato”, come ha detto lei. Le continue giustificazioni del suo rapporto davanti ai media sono sia inadeguate sia offensive.

Benché illegale, l’ICTY deve delle spiegazioni alla famiglia del deceduto, al Consiglio di Sicurezza in quanto organo che ha istituito l’ICTY, all’Assemblea Generale, al Segretario Generale e al pubblico.

In secondo luogo, né noi familiari, né l’esperta equipe di patologi, che conosceva bene la salute di mio padre e aveva ricevuto i risultati dell’equipe olandese, abbiamo mai insinuato la possibilità di avvelenamento. Al contrario, io accettai la diagnosi di attacco cardiaco (infarto) appena ne venni a conoscenza all’Aia. Misi in guardia sia il suo delegato sia il procuratore olandese di non divulgare l’indagine mettendo in piedi un’accusa “inconsistente” come una morte violenta o l’avvelenamento. Le frasi che ha scelto per descrivere “la scena del crimine” sono ingenue, volgari e offensive. Lo stesso rapporto, se redatto da un organo indipendente, sarebbe come minimo deludente. Ma essendo stato rilasciato dal Tribunale, l’istituzione che ha avuto il monopolio sulla salute di mio padre durante il suo periodo sotto la custodia delle Nazioni Unite, è sconcertante. Esso contiene un numero inaspettato di contraddizioni. Il suo contenuto e le sue conclusioni sono assolutamente inaccettabili per una mente sana.

Anche se nutrissimo il sospetto di avvelenamento, sarebbe inutile tentare di dimostrarlo nella circostanza in cui l’unico possibile colpevole è l’investigatore. È come se un accusato commettesse un reato, conducesse le indagini e giungesse alla conclusione scontata che egli è innocente. Un accusato può difendere se stesso, ma è alquanto insolito che l’accusato stesso conduca le indagini, come nel caso della sua investigazione e del suo rapporto.

Dovrei accennare al fatto che l’autopsia fu condotta senza la presenza dell’equipe di esperti inviata dalla famiglia, nonostante le nostre insistenze? O che ai medici russi fu negato l’accesso al cadavere e ai campioni di tessuto? O che ci hanno negato i campioni del suo sangue? Si dà il caso che i dottori e le istituzioni mediche olandesi, che erano già fortemente compromessi agli occhi del pubblico per il loro coinvolgimento con il procuratore dell’ICTY nelle numerose manipolazioni della morte di mio padre, delle sue cure mediche e delle rispettive diagnosi, furono gli unici a gestire i test tossicologici e ad annunciarne i risultati! Ora devo ricordarle la lettera di mio padre indirizzata al Ministero per gli Affari Esteri russo, in cui scrisse – solo poche ore prima di morire – che sospettava di essere avvelenato nell’UNDU. Pertanto, abbiamo qui una situazione in cui si assiste a numerose speculazioni sui campioni del sangue mio padre, egli esprime preoccupazione al riguardo, e poi muore all’improvviso. In seguito arriva la misteriosa autopsia condotta dalle stesse identiche persone che egli accusò nelle sue ultime ore, ed esse concludono che non si tratta di avvelenamento. Persino a lei, pare credibile tutto questo, signor Parker? È un peccato che io non sia nella posizione di poter rivolgere alla signora Del Ponte una domanda anche più semplice: se mio padre era malato, allora perché non ricevette le cure mediche che aveva richiesto? E se non era malato, allora perché è morto?

A mio avviso, siete voi che avete montato questa accusa e adesso, scoprendo che non si è trattato di avvelenamento, potete asserire che l’ICTY è sollevato da qualsiasi responsabilità per la morte di mio padre. Ciò nonostante, resta in piedi davanti al pubblico una verità indiscutibile: l’immagine di mio padre che si rivolge alla vostra cosiddetta “corte” in tribunale chiedendo il permesso di cure mediche, e quella del “giudice” che risponde di non volerlo ascoltare.

La domanda non è se mio padre sia stato o non sia stato ucciso o avvelenato. Il punto è che un ex capo di stato, trattenuto in custodia dalle Nazioni Unite, era gravemente malato e si lamentava continuamente delle sue condizioni fisiche. Il suo stato di salute fu dichiarato disastroso molte volte dai medici. Gli negarono le adeguate (se mai concesse) cure mediche, e poi è morto. Allo stesso tempo, coloro che gli negarono le cure erano innegabilmente consapevoli di quali sarebbero state le conseguenze. Mio padre chiese un rilascio provvisorio per sottoporsi a cure mediche. Il 6 novembre, la dottoressa Shumilina dichiarò che le sue condizioni di salute erano talmente critiche che egli poteva morire da un momento all’altro. Benché nel suo rapporto lei asserisca (tra le altre contraddizioni che non citerò per brevità in questa lettera) che non c’era alcuna indicazione da parte dei medici di mio padre che era necessario un intervento al cuore, persino nel suo stesso rapporto, al paragrafo 65, lei scrive:

“Il 20 dicembre 2005 è stata inoltrata una formale richiesta di rilascio provvisorio del signor Milosevic per sottoporsi a cure mediche presso il Cento Scientifico Bakoulev per la Chirurgia Cardiovascolare di Mosca. In aggiunta ai rapporti di novembre dei tre medici esaminatori, si è fatto assegnamento sull’ulteriore mail della dottoressa Shumilina in data 19 dicembre 2005, inviata ad un consulente del signor Milosevic. In questa mail, la dottoressa Shumilina raccomandava le seguenti analisi aggiuntive: esame ultrasonico complesso della patologia vascolare, specialmente arterie e vene brachiocefale; eco-cardiogramma ed eco-cardiogramma sotto stress; monitoraggio Holter e monitoraggio quotidiano della pressione sanguigna: “valutazione” dell’omeòstasi; indagine dei vasi sanguigni brachiocefali e coronarici con mezzo di contrasto e una PEI (position-emission imaging: immagine posizione-emissione) del cervello e del cuore. La sua mail indicava inoltre la necessità di una decompressione endovascolare o chirurgica dell’arteria vertebrale destra, lo “stenting” delle arterie brachiocefale o cardiache, “endarterectomy” della carotide o addirittura l’applicazione di un bypass.”

(nota bene:  quest’ultima parte è in neretto corsivo nel testo originale – N.d.T.)

Le garanzie erano state concesse e l’ICTY le ha ignorate tutte. Deliberatamente, è ovvio, perché erano tutti consapevoli dei fatti, sia evidenti sia oscuri. E così, è morto.

Il Tribunale e tutti gli incaricati hanno commesso un omicidio volontario. L’hanno condannato a morte il 24 febbraio, quando respinsero la sua richiesta di rilascio provvisorio, ignorando tutto: il suo stato di salute, i suoi diritti e gli avvertimenti dei suoi medici che, al contrario del medico della prigione assunto dall’ICTY, avevano sia l’esperienza sia un’indiscutibile competenza, e godevano della sua fiducia. Ignorando persino le garanzie della Federazione Russa (con la spiegazione che i garanti mancavano di credibilità) sembra che il Tribunale si sia arrogato il diritto di valutare la credibilità  persino dei membri permanenti del Consiglio di Sicurezza. L’ordinanza, emessa il 24 febbraio, entrò in vigore l’11 marzo. Questi sono i fatti e questa è la verità. Qualunque altra speculazione è solo una manovra politica evasiva.

Le dichiarazioni e le opinioni del procuratore dell’ICTY e dei medici olandesi sono stati completamente dequalificati. I medici olandesi subiranno un processo penale nei tribunali del loro paese. La signora Del Ponte si era accanita tanto nel dichiarare mio padre colpevole nonostante il processo non fosse terminato, quanto nell’insistere sul suo “suicidio” ancor prima che avesse luogo l’autopsia. In tali circostanze, sia i medici olandesi sia l’intero Ufficio del procuratore mancano di qualsiasi credibilità per le questioni che riguardano mio padre, dalla responsabilità per i crimini di cui era accusato alle circostanze della sua morte.

È ovvio che anche senza l’avvelenamento, o cose simili, ma con il collasso cardiaco -  che lei considera una morte “naturale” - l’ICTY, e le Nazioni Unite che l’hanno creato, sono i soli responsabili della morte di mio padre.

Quel “tribunale” aveva già commesso una serie di violazioni contro mio padre. Ha violato ogni legge e regolamento conosciuti dalla civiltà moderna, sia in Oriente sia in Occidente. Ha fallito addirittura nel rispettare il suo stesso statuto e le sue stesse regole. Ha ignorato le garanzie offerte dai membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, lo stesso organo che ha creato l’ICTY. E alla fine, ha deliberatamente condotto mio padre ad una morte “naturale”.

Come se ciò non bastasse, lei ha avviato questa grottesca “indagine” per scoprire che “non è stato assassinato”! Dopo tutto ciò, è chiaro che l’Organizzazione delle Nazioni Unite dovrà assumersi la responsabilità per la morte dell’ex Presidente della Repubblica Federale di Jugoslavia e che l’ICTY dovrà essere sciolto, come dissi al suo delegato quattro mesi fa. Non accetto le spiegazioni offerte dal suo rapporto. Lo trovo visibilmente in sintonia con l’Ufficio del procuratore dell’ICTY e, soprattutto, è ovvio che è stato redatto per sollevare l’ICTY da ogni responsabilità, e non per appurare la verità o fare giustizia.

Mi aspetto che gli organi supremi dell’Organizzazione delle Nazioni Unite respingano il suo rapporto e riprendano in esame la legittimità dell’ICTY, così come il comportamento e l’operato del suo personale. Mi aspetto inoltre che, per salvaguardare la credibilità e l’integrità dell’ONU, l’ICTY venga soppresso.

Marko Milosevic
17 luglio 2006

(La traduzione che abbiamo qui riportato è stata effettuata da G.A.MA.DI. ed ICDSM-Italia ed appare in un opuscolo dal titolo:
"Le lettere che raccontano... del Presidente Slobodan Milosevic e della sua tragica fine"
edito nell'agosto 2006 a cura di M. Pellegrini Ferri. Esso costa 3 euro e si può richiedere a:
ICDSM - Sezione Italiana c/o GAMADI, Via L. Da Vinci  27 -- 00043 Ciampino (Roma) -- email: icdsm-italia @ libero.it)



2009: President Slobodan Milosevic. In memoriam


The Hague ICTY Tribunal killed Yugoslavia's President Slobodan Milosevic

Global Research, March 10, 2009
Strategic Cultural Foundation

President Slobodan Milosevic. In memoriam

On 11 March 2006 the Hague Tribunal killed Yugoslavia's President Slobodan Milosevic

On 11 March 2006 the UN`s International Tribunal for the Former Yugoslavia (ICTY) reported that Slobodan Milosevic had been “found dead in his cell”. On 14 March the court stopped all trial procedures on the case. While reporting on the causes of Milosevic`s death, the Tribunal's Vice-President Kevin Parker said “Milosevic died a natural death as a result of a heart attack”. But there is evidence that Slobodan Milosevic was killed, and that the ICTY was responsible for the murder.

This is how it all happened. First, Milosevic was placed in prison, where his health deteriorated. Then he was refused to be treated in a heart surgery center and when his heart condition worsened, he did not receive urgent medical help. The Tribunal did so deliberately as they knew about his health problems.

One should just read the following medical reports to understand that Milosevic had not received necessary medical treatment. Dr. Aarts: “Atherosclerosis is typical for people of his age”. Dr. De Laat: “Over the past 6 months Milosevic suffered strong head noise and tension and a partial hearing and sight loss. Probably, poor hearing was caused by cardiovascular problems”. Dr.Spoelstra knew that Milosevic had been wearing earphones for five years but still suggested “just to regulate volume level for the earphones”. The ICTY prison doctor Paulus Falke: “I discussed the issue with an otolaryngologist from the Bronovo hospital. He told me Milosevic`s poor hearing was normal for people of his age”. Could all these reports be just a medical mistake? No.

Milosevic was diagnosed correctly, and all the rest doctors were aware of it. On 4 November 2005 Slobodan Milosevic said he wanted to be examined by doctors. There were three of them: Doctor of Medicine, Professor Shumilina M.(Russia), Professor Leclerc (France) and Professor Andric (Serbia). Doctor Shumilina said Milosevic had not received proper medical treatment and insisted on urgent thorough medical examination and treatment. She also warned there was a risk of serious brain problems. Cardiologist Leclerc was not given an opportunity to familiarize himself with the results of Milosevic` previous medical examinations. He said an ECG test he did to Milosevic was “extremely anomalous”. In their joint report, the international group of doctors warned the Tribunal that the patient's condition was very grave and he was at risks. They said Milosevic had to be examined more throughly to get a precise diagnosis. The doctors asked for a 6-week rest for Milosevic`s body and mind so that he could feel at least some kind of relief.

Shumilina`s opinion caused much annoyance. It was the first time when a group of independent doctors proved that Milosevic`s poor health condition had been caused by improper medical treatment. Shumilina was criticized and even accused of being involved in conspiracy with Milosevic. On 14 December 2005 she wrote a letter to the Tribunal to express her annoyance at the attempts made by some of doctors to play down the importance of her resolution on Milosevic`s health. Among other things, she wrote that not the age of 64 had caused Milosevic`s atherosclerosis but the lack of proper treatment for his arterial hypertension.

In December 2005 Leo Bokeria, Director of Moscow's Bakulev Heart Surgery Center, wrote to the ICTY President Fausto Pokar that Milosevic`s health had deteriorated due to wrong treatment. Bokeria said the aim was to “prevent cardiovascular catastrophe”, so the Tribunal`s President should hardly have any doubts about it. In December 2005 Slobodan Milosevic asked the court to let him be hospitalized in Moscow. Despite the fact that all the regulations were observed, Milosevic was refused.

The ICTY accused Milosevic of deliberately taking unprescribed drugs to worsen his health condition in order to leave for Moscow and there escape from court.

Timothy McFadden, the prison governor responsible for Milosevic, wrote a letter to the Tribunal on 19 December 2005, in which he said he had long doubted whether Milosevic was taking prescribed drugs. McFadden also reported that the ICTY prison doctor could no longer hold responsibility for Milosevic`s health, neither the Tribunal's secretary was going to do it. Obviously, conclusions made by McFadden were not based on the results of medical treatment. Actually, Milosevic`s blood tests showed “low levels of prescribed and unprescribed medicines”. And without having any solid evidence, McFadden described the blood tests as the result of Milosevic`s deliberate actions.

In his letter of January, 6, 2006 the ICTY prison doctor Paulus Falke repeats McFadden: “The tests showed that he had been taking prescribed medicines not as regularly as he should. Besides, he took drugs neither me nor other doctors have prescribed him”. Toxicologist Donald Uges added: “I have reasons to believe Milosevic had been taking unprescribed drugs. This is what could have caused his high blood pressure”.

Dr. Tou was the only one to name a few possible reasons for low concentration of prescribed drugs in Milosevic`s blood: weak gastrointestinal absorption, inaccurate use of prescribed medicines, interaction with other substances, lowered absorption of enzymes and quick metabolism for CYP2D6. All these conclusions were based on elementary medical tests. The question is how other doctors failed to be aware of this. Obviously, it could have been done only deliberately. However, before Dr. Tou`s report was published, Falke ruled out any other causes except non-use of prescribed drugs. Falke lacked competence to make conclusions like he did. He wanted the court to have a negative image of Milosevic.

On 12 January 2006 Slobodan Milosevic demanded a sample of his blood to be taken for analysis. The procedure took place after he had been taking the medicines prescribed by Falke. The test showed the same level of medicines as before. Thus Falke`s and McFadden's allegations were refuted. Falke insisted that Milosevic had been taking “unprescribed drugs”. But toxicologist Uges said only two medicines were spotted in Milosevic`s blood- Diazepam and Nordazepam. Appointed attorneys found out that Diazepam had been prescribed to Milosevic by Falke in the middle of October 2005. According to Dr. Tou, who did a repeated expertise, the metabolism of Nordazepam is possible only with participation of Diazepam. Dr. Uges added that “concentration of both medicines in blood was too low to have any pharmacological effect”. Even if these two medicines are found in a patient's blood for months, they will not do any harm and cause high blood pressure in any way. In view of this, all the reports presented at the Tribunal are nothing but a provocation.

The appointed attorneys noted: “It was mentioned in none of the reports that Diazepam had been repeatedly prescribed to Milosevic by Dr. Falke: a) during a whole period of his imprisonment; b) particularly, during three days in mid October 2005. On 7 March 2006, three days before Milosevic`s death, the judges were reported that Milosevic`s blood taken for analysis on 12 January contained unprescribed Rifampicin, which could neutralize the effects of the heart medicine Milosevic was required to take.

The report published after Milosevic`s death by the ICTY Vice-President Kevin Parker read: “Autopsists diagnosed a grave heart condition which caused death”. If investigators were objective, they would have been noted that grave heart condition was diagnosed long before by Shumilina and Bokeria. In any case, diagnosis should be made when a patient is alive but Milosevic was refused to undergo necessary medical examination. Unbiased investigation should have been focused on the reasons of a heart attack. However, nothing of the kind was discussed.

Instead of investigating the situation with rifampicin in Milosevic`s blood, Parker was busy justifying Dr. Falke. But he was doing it so clumsily that even members of the Tribunal were puzzled. The information about rifampicin appeared two months after the medicine had been spotted in blood. “Dr. Falke and his colleagues discussed a possibility to reveal the information without Milosevic`s permission”, Parker explained. But such explanation is absurd since nothing prevented Falke from disclosing all information. It was even more absurd to say that the information about rifampicin was hidden from Milosevic. Firstly, this explanation itself refutes all the previous (if Milosevic did not know about rifampicin, why should he be against this information be disclosed?). Secondly, in his report Parker lies when he says “Dr. Falke did not informed Milosevic on rifampicin in his blood in accordance with the Dutch regulations on anonymity in medicine”.

Three days before his death Slobodan Milosevic wrote in a letter to the Russian Foreign Ministry: “the fact that my blood contains rifampicin, an antibiotic that is normally used to treat leprosy and tuberculosis, proves that none of these doctors have the right to treat me... I defended by country from them and now they want me to keep silence for ever”. The fact that the court stopped all trial procedures without investigating the causes of Milosevic`s death makes us think that the ICTY either organized the murder or sheltered the criminals.

Today there is hardly anyone who believes that Milosevic`s killers may be found and tried. But I am confident that such mission should exist, no matter how impossible it is. Well, now those criminals enjoy power in the Hague and worldwide but it won't last for ever. Slobodan Milosevic proved resistance is possible. Men of such strength are rare nowadays. That is why their death is perceived as personal tragedy.

Never forget President Slobodan Milosevic!




Sintesi in lingua italiana (una traduzione completa è leggibile qui)


Presidente Slobodan Milosevic. In memoriam

L'11 marzo 2006 il tribunale de L'Aia ha ucciso il presidente della Jugoslavia Slobodan Milosevic

(Alexander Mezayev - Strategic Cultural Foundation - 11.03.2009)


L'11 marzo 2006 il Tribunale Internazionale dell’ONU per l'ex Jugoslavia (ICTY) ha comunicato che Slobodan Milosevic “era stato trovato privo di vita nella sua cella”. Il 14 marzo la Corte ha sospeso tutte le indagini sul caso. Mentre segnalava le cause della morte di Milosevic, il vice presidente del Tribunale Kevin Parker ha detto che “Milosevic è morto per cause naturali in conseguenza di un attacco di cuore”. Ma vi è prova che Slobodan Milosevic è stato ucciso e che l’ICTY è responsabile dell'omicidio. Ecco cos’è veramente accaduto.
In primo luogo Milosevic è stato costretto in prigione, dove la sua salute s’è deteriorata. Allora gli è stata rifiutata la possibilità d’essere curato in un centro di cardiologia e quando lo stato del suo cuore è peggiorato, non ha ricevuto un aiuto medico urgente. Il tribunale ha agito in tal modo deliberatamente, sapendo dei suoi problemi di salute. Basta leggere solo i seguenti rapporti medici per capire che Milosevic non ha ricevuto il trattamento medico necessario.
Dott. Aarts: “L'arteriosclerosi è tipica per gente della sua età”. Dott. De Laat: “In questi ultimi 6 mesi Milosevic ha sofferto un forte mal di testa, tensioni e una perdita parziale della vista e dell’udito. Probabilmente, il calo dell'udito è stato causato dai problemi cardiovascolari”. Il Dr. Spoelstra sapeva che Milosevic portava i trasduttori auricolari da cinque anni ma ha suggerito solo “di regolare il livello del volume per i trasduttori auricolari”. Il dottor Paulus Falke della prigione dell’ICTY: “Ho discusso la cosa con un otorinolaringoiatra dell'ospedale di Bronovo. Mi ha detto che il calo d’udito di Milosevic era normale per persone della sua età”.
Potevano essere tutti questi rapporti solo un errore medico? No. Milosevic ha avuto la diagnosi corretta e, del resto, tutti i medici erano informati di ciò. Il 4 novembre 2005 Slobodan Milosevic ha detto che voleva essere esaminato da alcuni medici. Erano tre: la professoressa Shumilina M. (Russia), il professor Leclerc (Francia) ed il professor Andric (Serbia). La dottoressa Shumilina disse che Milosevic non aveva ricevuto il trattamento medico adeguato e insistette per un esame medico e un trattamento completo urgente. Inoltre avvertì che c’era il rischio di problemi seri al cervello. Il cardiologo Leclerc non ha avuto l’occasione di familizzare con i precedenti risultati degli esami medici di Milosevic. Ha detto di avere eseguito un test ECG su Milosevic e che esso era stato “estremamente anomalo”. (...)

Nel dicembre 2005 Leo Bokeria, direttore del centro di cardiochirurgia Bakulev di Mosca, ha scritto al presidente Fausto Pokar dell’ICTY, dicendo che la salute di Milosevic era deteriorata a causa del trattamento errato. Secondo Bokeria bisognava “impedire la catastrofe cardiovascolare”, dunque il presidente del tribunale non avrebbe dovuto avere alcun dubbio su ciò.
Nel dicembre 2005 Slobodan Milosevic ha chiesto alla Corte di lasciarlo ospedalizzare a Mosca. Malgrado il fatto che tutte le norme fossero osservate, la richiesta è stata rifiutata.
L’ICTY ha accusato Milosevic di aver deliberatamente preso farmaci non prescritti per peggiorare il suo stato di salute per andare a Mosca e, da lì, sottrarsi alla Corte. Timothy McFadden, il direttore della prigione responsabile di Milosevic, ha scritto una lettera al Tribunale il 19 dicembre 2005, in cui ha detto che da tempo dubitava del fatto che Milosevic stesse prendendo i medicinali prescritti. McFadden inoltre ha segnalato che il medico della prigione dell’ICTY non aveva più la responsabilità dello stato di salute di Milosevic, né se ne curava la segreteria del Tribunale.
Ovviamente, le conclusioni di McFadden non sono basate sui risultati del trattamento medico. Realmente, le analisi del sangue di Milosevic hanno mostrato “bassi livelli di medicine prescritte e non prescritte”. E senza avere alcuna prova solida, McFadden ha descritto le analisi del sangue come risultato di azioni intenzionali di Milosevic. Nella sua lettera del 6 gennaio 2006 il dottore della prigione dell’ICTY Paulus Falke segue McFadden: “Gli esami hanno provato che stava prendendo regolarmente le medicine prescritte come doveva. Inoltre, ha preso medicine che né io né alcun altro medico ha prescritto”. (...)

Il 7 marzo 2006, tre giorni prima della morte di Milosevic, i giudici hanno avuto la segnalazione che il sangue di Milosevic prelevato per l'analisi il 12 gennaio conteneva Rifampicin non prescritta, in grado di neutralizzare gli effetti della medicina per il cuore di Milosevic, che era stata prescritta.
Nel rapporto pubblicato dopo la morte di Milosevic dal vice presidente dell’ICTY Kevin Parker, si legge: “L’autopsia ha diagnosticato il grave stato del cuore che ha causato la morte”. Se i ricercatori fossero obiettivi, avrebbero notato che lo stato grave del cuore era stato diagnosticato già molto prima da Shumilina e da Bokeria. Comunque, la diagnosi dovrebbe essere fatta quando un paziente è vivo ma a Milosevic è stato rifiutato l'esame medico necessario.

Una indagine imparziale dovrebbe concentrarsi sui motivi dell’attacco di cuore. Tuttavia, niente del genere è stato discusso. Invece dello studio della situazione con il Rifampicin nel sangue di Milosevic, Parker è stato occupato a giustificare il Dott. Falke. Ma lo ha fatto in modo così impacciato che persino i membri del Tribunale erano imbarazzati. Le informazioni sul Rifampicin sono comparse due mesi dopo che la medicina era stata rintracciata nel sangue.
Il Dott. Falke ed i suoi colleghi hanno discusso la possibilità di rivelare le informazioni senza il permesso di Milosevic, Parker ha spiegato. Ma tale spiegazione è irragionevole poiché niente ha impedito a Falke di rivelare tutte le informazioni. Era ancor più irragionevole dire che le informazioni sul Rifampicin sono state nascoste da Milosevic. In primo luogo, questa spiegazione, in se, confuta tutte quelle precedenti (se Milosevic non a sapeva del Rifampicin, perché avrebbe dovuto essere contrario a che queste informazioni fossero rivelate?). Secondariamente, nel suo rapporto Parker dice che il Dott. Falke non ha informato Milosevic sul Rifampicin nel suo sangue, in conformità con le regole olandesi sull’anonimato in medicina”.

Tre giorni prima della sua morte Slobodan Milosevic ha scritto in una lettera al Ministero degli Esteri russo: “il fatto che il mio sangue contenga Rifampicin, un antibiotico che è usato normalmente per trattare la lebbra e la tubercolosi, dimostra che nessuno di questi medici ha diritto a curarmi... Ho difeso il paese contro di loro ed ora vogliono che taccia per sempre”. Il fatto che la corte ha sospeso tutte le indagini senza studiare le cause della morte di Milosevic, spinge a pensare che l’ICTY abbia organizzato l'omicidio o abbia coperto i criminali.

Oggi è per chiunque difficile credere che gli assassini di Milosevic possano essere presi e giudicati. Ma sono sicuro che tale missione dovrebbe esistere, non importa se sia impossibile. Bene, ora quei criminali si godono il potere a L'Aia,  ma non sarà per sempre. Slobodan Milosevic ha dimostrato che la resistenza è possibile. Gli uomini di tale tempra sono rari al giorno d'oggi, ecco perché la loro morte è percepita come una tragedia personale.

Non dimenticate mai il presidente Slobodan Milosevic!


2011: rivelazioni Wikileaks


In base a rivelazioni Wikileaks, il direttore del carcere dell'Aia Tim McFadden riferiva all'ambasciata USA in Olanda i dettagli delle conversazioni telefoniche private di Milosevic e del suo stato di salute. Perché?

Riportiamo (a) una intervista a Christopher Black, giurista canadese e avvocato di fiducia di Mira Markovic, vedova di Slobodan Milosevic.
L'intervista, che è apparsa sul quotidiano berlinese Junge Welt, riguarda l'inchiesta a proposito delle circostanze della morte di Milosevic. Black commenta in particolare le recenti rivelazioni di Wikileaks (b), secondo cui il direttore del carcere Tim McFadden ascoltava le telefonate di Milosevic e ne comunicava i contenuti riservati all'ambasciata USA, cioè a Washington.
Seppure in molte carceri l'ascolto delle telefonate, come dei colloqui, sia previsto e legale, i loro contenuti non andrebbero divulgati a terzi. Viceversa, spiega Black,

<< McFadden ha divulgato conversazioni tra Milosevic e sua moglie, in cui si toccavano questioni relative alla strategia di difesa ed a testimoni, discussioni interne al team della difesa, il punto di vista di Milosevic su queste questioni, la mancanza di mezzi finanziari per la difesa, le influenze politiche, eccetera. E [McFadden] ha trasmesso agli USA dettagli strettamente confidenziali sullo stato di salute di Milosevic. Peraltro io temo che McFadden si sia incontrato anche con rappresentanti dell'Accusa. (...) McFadden ed il governo USA in questo modo di sono immischiati in un processo in corso, violando il dovere di neutralità. (...)
[Le rivelazioni di Wikileaks] possono seriamente influenzare il corso dei processi all'ICTY [il "tribunale ad hoc" dell'Aia]. Ogni accusato si deve adesso chiedere se è sottoposto ad un processo imparziale, quando il governo USA viene informato di tutto ciò che egli fa o dice. Se l'ICTY è indipendente e super-partes, che ragione hanno gli USA per incontrarsi con McFadden e raccogliere tutte queste informazioni? Quali informazioni vanno all'Accusa? Forse la controparte conosce ogni passo successivo previsto? Radovan Karadzic perciò, subito dopo la comparsa di queste rivelazioni, ha richiesto la fine delle intercettazioni ai suoi danni. (c)
(...) Ci dobbiamo anche chiedere quale origine abbia questo rapporto tra McFadden e gli USA, e come si è sviluppato. L'intero quadro cambia a seguito di questi nuovi dati di fatto. >>


Queste rivelazioni - nel carosello delle tante di Wikileaks, che ad osservatori attenti appaiono comunque parziali, incomplete ed orientate solo a scopi geostrategici piuttosto precisi, cioè a mettere in imbarazzo alcuni alleati poco affidabili per gli USA - sono passate sostanzialmente sotto silenzio. In Italia ne ha riferito solamente un lancio AGI (che riportiamo di seguito), nel quale tuttavia tra i tanti sciocchi pettegolezzi sui rapporti di Milosevic con i famigliari (d) si omette di sollevare lo scandalo più grosso: e cioè il fatto stesso che l'ex direttore della galera dell'Aia era un informatore di Washington.

(a cura di Italo Slavo)

NOTE:
(a) http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/281 .
(b) Si veda il documento Wikileaks: https://wikileaks.org/plusd/cables/03THEHAGUE2835_a.html oppure http://www.scribd.com/doc/47385121/Wikileaks-Serbia-Milosevic (anche .doc sul nostro sito).
(c) Sulle reazioni nelle aule del "Tribunale ad hoc" dell'Aia, a proposito di queste rivelazioni Wikileaks, in particolare da parte degli "imputati" Karadzic e Seselj, si vedano i testi riportati in http://it.groups.yahoo.com/group/icdsm-italia/message/281 .
(d) I pettegolezzi sulle abitudini di Milosevic in carcere e sui suoi rapporti telefonici con collaboratori e famigliari erano già stati fatti trapelare, proprio dal direttore della galera McFadden, allo scopo di deviare l'attenzione pubblica dai contenuti del "processo"-farsa per mezzo di << una pioggia ben dosata di rivelazioni minori intrise di sarcasmo >> - si veda: http://archiviostorico.corriere.it/2002/febbraio/09/Milosevic_cella_con_Sinatra_Hemingway_co_0_0202096992.shtml .

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http://www.ristretti.org/Le-Notizie-di-Ristretti/olanda-su-wikileaks-documento-che-racconta-la-vita-di-milosevic-in-carcere

Olanda: su Wikileaks documento che racconta la vita di Milosevic in carcere

Agi, 6 febbraio 2011


Un cablogramma diplomatico statunitense, svelato oggi dal sito Wikileaks, ha fornito uno spaccato unico sulla vita dell’ex presidente serbo, Slobodan Milosevic, nella prigione del Tribunale penale internazionale (Tpi) dell’Aia in cui è morto. Il documento descrive Milosevic come un appassionato lettore di thriller giudiziari di qualità mediocre, un ascoltatore delle canzoni di Frank Sinatra e un detenuto che non mancava di godere della sua ora d’aria nel cortile della prigione.
L’Ambasciata statunitense all’Aia ha inviato al Dipartimento di stato Usa la sua informativa nel novembre 2003, quando il processo a Milosevic entrava nel suo secondo anno. L’autore del documento aveva avuto un colloquio col capo dell’unità di detenzione del Tpi Tim McFadden. Quest’ultimo era in contatto quotidiano con Milosevic e aveva accesso al contenuto delle sue conversazioni con la sua famiglia e i suoi amici, oltre che al dossier medico dell’ex presidente serbo. Nei colloqui con i rappresentanti dell’ambasciata, McFadden ha spiegato che Milosevic chiamava ogni giorno la moglie, Mira Markovic, e descriveva la loro relazione come “straordinaria”.
Markovic è descritta come una donna dalla personalità fortissima. “Milosevic poteva manipolare tutta una nazione, ma finiva a mal partito quando deve gestire sua moglie che, al contrario, sembrava esercitare una forte ingfluenza su di lui”.
Milosevic aveva problemi cardiaci e d’ipertensione, problemi che l’hanno angustiato durante tutto il corso del processo in cui doveva rispondere per genocidia e crimini di guerra relativi ai conflitti balcanici degli anni 90. Si trattava di sintomi “seri e difficilmente controllabili con i farmaci”. McFadden, inoltre, descrive Milosevic come un “narcistista” che si credeva “circondato da matti” nel tribunale. Eppure era convinto di controllare l’andamento del processo. “Ha una grande fiducia nelle proprie capacità e pensa che riuscirà a vincere di fronte al tribunale, un atteggiamento che rafforza il suo stato di salute stabile attuale”. Tuttavia, nel documento, c’è la previsione che le sue condizioni cliniche sarebbero peggiorate. Previsione che s’è avverata tre anni dopo, quando - il 14 marzo 2006 - l’ex presidente è morto.




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