Quella che segue è la traduzione di un documento, a mio modo di vedere, cruciale per una proficua discussione sulla questione "Kosovo". Si tratta della relazione della Commissione della Unione Europea sullo status attuale del Kosovo, in cui viene fatto il punto sul funzionamento di tutte le istituzioni di governo messe in piedi dall'UNMIK, dalla NATO e dall'Unione Europea da tanto tempo, in preparazione delle condizioni per l'aggregazione del nuovo stato indipendente del Kosovo all'Unione Europea. Il Kosovo, nel documento, viene in effetti considerato come una enclave già indipendente, senza tenere in nessunissimo conto che la pace di Kumanovo considera ancora il Kosovo parte integrante della Serbia.  Siamo in presenza di uno stravolgimento totale del diritto internazionale, iniziato con la disgregazione della Jugoslavia, continuato con i bombardamenti criminali sulla Serbia, e che si concluderà con la destabilizzazione di tutta l'area Balcanica, e forse dell'Europa intera, a tutto vantaggio dell'ultraliberismo imperialista.
Curzio Bettio (gennaio 2008)

 



Commissione della Unione Europea

Brussels, 6.11.2007

SEC(2007) 1433

 

Documento della Commissione sullo stato di avanzamento al 2007
della Risoluzione 1244 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul Kosovo
,


in allegato alle Comunicazioni della Commissione al Parlamento e al Consiglio d’Europa
sulle strategie di allargamento e sulle sfide cruciali per il 2007-2008.

{COM(2007) 663 final}

 

(Traduzione di Curzio Bettio di Soccorso Popolare di Padova)

 

Elenco dei contenuti

1. Relazione sui progressi; Introduzione

1.1.  Prefazione

1.2.  Contesto

1.3. Relazioni tra Unione Europea e Kosovo soggetto alla UNSCR 1244

 

2. Criteri politici

2.1. Democrazia e il principio di legalità

2.2. Diritti umani e protezione della minoranze

2.3. Problematiche regionali ed obblighi internazionali

 

3. Criteri economici

3.1. L’esistenza di una economia di mercato funzionante

3.2. La capacità di affrontare la pressione della competizione e le tensioni del mercato all’interno dell’Unione

 

4. Standard Europei


4.1. Mercato interno

4.1.1. Libero movimento di beni

4.1.2. Movimento di persone, servizi e diritto d’impresa

4.1.3. Libero movimento di capitali

4.1.4. Organismi doganali e fiscali e tassazione

4.1.5. Concorrenza

4.1.6. Commesse pubbliche

4.1.7. Normativa sulle proprietà intellettuali

4.1.8. Politiche sociali e per l’occupazione

4.1.9. Istruzione e ricerca

4.1.10. Problematiche relative all’Organizzazione Mondiale del Commercio WTO

 

4.2. Politiche di settore

4.2.1. Industria e Piccole e Medie Imprese (SME)

4.2.2. Agricoltura e pesca

4.2.3. Ambiente

4.2.4. Politica dei trasporti

4.2.5. Energia

4.2.6. Mondo dell’informazione e media

4.2.7. Controllo finanziario

4.2.8. Settore statistico

 

4.3. Giustizia, libertà e sicurezza

4.3.1. Visti, confine, controlli, asilo politico ed umanitario, migrazione

4.3.2. Riciclaggio di denaro

4.3.3. Droghe

4.3.4. Polizia

4.3.5. Lotta al crimine organizzato e al terrorismo

4.3.6. Protezione dei dati personali

 


Documento della Commissione
sullo stato di avanzamento al 2007 della Risoluzione 1244 (UNSCR 1244) del Consiglio di Sicurezza dell’ONU sul Kosovo

 

1. Introduzione

 

1.1. Prefazione

 

Dal marzo 2002, la Commissione ha riferito con regolarità al Consiglio e al Parlamento Europeo sugli sviluppi in atto nei paesi della regione Occidentale dei Balcani.

Questo documento segue strettamente la stessa struttura come negli anni precedenti.

Il documento:

– descrive brevemente le relazioni fra il Kosovo (sottoposto alla UNSCR 1244) e l’Unione;

– analizza la situazione politica in Kosovo in termini di democrazia, di potere della legge, di diritti umani, della protezione delle minoranze, e delle problematiche regionali;

– analizza la situazione economica del Kosovo;

– passa in rassegna le capacità del Kosovo di implementare gli standard Europei, vale a dire di adeguare gradualmente la sua legislazione e le sue politiche a quelle di chi lo dovrebbe “riconoscere”, in linea con le priorità della Partnership Europea.

 

Il periodo preso in esame da questo documento va dall’1 ottobre 2006 ai primi di ottobre 2007.

 

Gli sviluppi in atto vengono misurati sulla base di decisioni assunte, di legislazioni adottate e da provvedimenti messi in esecuzione. Di regola, la legislazione o le misure che sono in corso di preparazione o di approvazione Parlamentare non sono state prese in considerazione. Questo metodo assicura uguale trattamento in senso trasversale per tutte le relazioni e consente una valutazione obiettiva.

Il documento si basa sulle informazioni raccolte e analizzate dalla Commissione. In più, sono state utilizzate diverse fonti, compresi i contributi da parte delle autorità del Kosovo e degli Stati Membri, la documentazione del Parlamento Europeo, e le informazioni di organizzazioni varie, internazionali e non-governative.

Nella sua comunicazione sull’allargamento all’Unione Europea, separatamente allegata, che si basa sull’analisi tecnica contenuta in questo rapporto, la Commissione delinea dettagliate conclusioni che concernono il Kosovo.

 

1.2. Contesto

 

Gli accordi istituzionali sul Kosovo sono governati dalla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite (UNSCR) 1244, che instaura una amministrazione civile internazionale ad interim, definita come Missione delle Nazioni Unite per l’Amministrazione ad Interim in Kosovo (UNMIK).

L’autorità legislativa ed esecutiva al livello più alto è investita della Rappresentanza Speciale del Segretario. Il referente Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG) per il Kosovo è il Signor Joost Lagendijk.

 

Secondo la UNSCR 1244, la partecipazione del Kosovo ai forum regionali e ai negoziati per accordi internazionali cade sotto l’autorità della UNMIK.

La struttura costituzionale di autogoverno provvisorio del Kosovo ripartisce le responsabilità fra la UNMIK e le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG), per lo sviluppo dell’autogoverno

in Kosovo, fino ad una risoluzione finale.

Il trasferimento di competenze dall’UNMIK alle PISG è stato di larghe dimensioni.

Le valutazioni della Commissione in questo documento fanno riferimento a tutte le autorità del Kosovo, senza tener conto delle loro specifiche competenze.

Il sistema giuridico in Kosovo è regolato dall’insieme di norme adottate dalle PISG, da regolamentazioni e direttive amministrative della UNMIK, e da leggi Jugoslave in vigore prima del 22 marzo 1999.

Nel novembre 2005, all’ex Presidente Finlandese Martti Ahtisaari veniva assegnato lo speciale mandato da parte del Segretario Generale dell’ONU per approntare una proposta per il futuro status del Kosovo.

In seguito a numerose consultazioni ufficiali e ad un incontro finale ad alto livello tra Belgrado

e Pristina a Vienna il 10 marzo 2007, il 15 marzo 2007 il Signor Ahtisaari trasmetteva al Segretario Generale dell’ONU una Proposta Globale per la Risoluzione dello Status del Kosovo.

Il 26 marzo, il Segretario Generale dell’ONU faceva pervenire la proposta del Signor Ahtisaari al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, appoggiando completamente la raccomandazione del Signor Ahtisaari per una indipendenza sotto supervisione.

La proposta del Signor Ahtisaari comprendeva l’attribuzione di autogoverno, la possibilità di concludere accordi internazionali e di richiedere di far parte di organizzazioni internazionali, come pure di dare corso a simboli nazionali ben specifici che riflettano il carattere multi-etnico del Kosovo. Venivano individuati provvedimenti ad ampio raggio per proteggere le comunità minoritarie, in particolar modo i Serbi del Kosovo.

Secondo la proposta di decentramento, alle municipalità a maggioranza Serba veniva offerta una considerevole autonomia nella conduzione dei loro affari e collegamenti privilegiati con Belgrado, inclusa la possibilità di sostegno finanziario da parte di Belgrado.

Belgrado e Pristina hanno mantenuto posizioni divergenti, se il Kosovo abbia la possibilità di diventare indipendente o restare parte autonoma della Serbia.

Il gruppo di negoziazione per il Kosovo, il cosiddetto "Unity Team", dopo avere riunito attorno ad un tavolo i membri dell’attuale governo di coalizione e l’opposizione, ha espresso la sua soddisfazione per il pacchetto di proposte; il 14 marzo 2007 l’Assemblea del Kosovo ha dato il suo parere favorevole con un voto.

La Serbia ha respinto la proposta. Fino ad oggi, nessun accordo è stato raggiunto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.

L’1 agosto 2007, il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha appoggiato una nuova iniziativa per determinare il futuro status del Kosovo attraverso ulteriori negoziati, con la mediazione di una troika costituita da Russia-Unione Europea-Stati Uniti.

In questa cornice, è avvenuta tutta una serie di incontri separati e di colloqui diretti, con conversazioni dirette fra Pristina e Belgrado, a New York, a partire dal 28 settembre 2007. È stato previsto che la troika relazioni al Segretario Generale dell’ONU, il 10 dicembre 2007.

 

1.3. Relazioni tra Unione Europea e Kosovo soggetto alla UNSCR 1244

 

Il Kosovo secondo la UNSCR 1244 sta partecipando al “Processo di Stabilizzazione e di Associazione”. Nel novembre 2006 e nel marzo 2007, a Pristina, si sono tenuti incontri sul Dispositivo per Percorrere il Processo di Stabilizzazione e di Associazione (STM).

Nel marzo 2007, veniva programmato un nuovo assetto di incontri settoriali negli ambiti del buon governo, dell’economia, del mercato interno, delle innovazioni ed infrastrutture.

Questa nuova struttura fornisce il metodo per una più dettagliata analisi della conformità della legislazione, delle pratiche e delle politiche in Kosovo con gli standard Europei.

 

L’Unione Europea fornisce indicazioni alle autorità sulle riforme prioritarie che interessano la “Partnership Europea”. I progressi relativi a queste riforme prioritarie vengono incoraggiati e monitorati attraverso il Dispositivo per Percorrere il Processo di Stabilizzazione e di Associazione (STM).

Nell’agosto 2006, le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) hanno approvato un Piano di Azione di Partenariato Europeo (EPAP).

L’Agenzia per l’Integrazione Europea (AEI) è sempre più in grado di adempiere al suo ruolo di struttura di coordinazione per le questioni di integrazione all’Unione Europea.

La AEI riferisce alla Commissione Europea su base trimestrale relativamente alla applicazione del Piano di Azione di Partenariato Europeo (EPAP).

L’EPAP è discusso regolarmente in incontri di governo ed è strettamente sotto controllo.

I rappresentanti dell’Agenzia relazionano con regolarità ai segretari permanenti sulle loro attività e discutono congiuntamente le azioni per realizzare l’EPAP. Attualmente sono diciassette i gruppi di lavoro che si interessano dell’EPAP completamente operativi e che si incontrano in modo del tutto regolare.

Dal dicembre 2006, le strutture di integrazione Europea nell’ambito delle istituzioni provvisorie di autogoverno (PISG) sono state considerevolmente rafforzate e sviluppate. È stato nominato il direttore esecutivo dell’Agenzia per l’Integrazione Europea di nuova istituzione ed è stato assunto un addizionale gruppo di lavoro. I punti focali dell’Integrazione Europea sono stati stabiliti in concerto con tutti i ministeri.

Comunque, la capacità amministrativa della AEI non si è ancora pienamente sviluppata. Il turnover del personale rimane una sfida. La AEI continua a fare assegnamento in modo pesante sull’assistenza tecnica di vari donatori, cosa che limita la sua sostenibilità. In particolare, i meccanismi per assicurare i controlli di compatibilità giurisdizionale su tutta la nuova rilevante legislazione sono solo parzialmente operativi.

Il 2007 è il primo anno di un nuovo programma di assistenza finanziaria, lo Strumento di Pre-Accesso (IPA).

Un documento Pluri-annuale di Pianificazione Indicativa, che stabilisce le priorità programmatiche per il Kosovo per il periodo 2007-2009, è stato approvato nel giugno 2007. Per il 2007, l’assistenza finanziaria per il pre-accesso all’Unione Europea del Kosovo ammonta a 68,3 milioni di euro.

Le priorità chiave che devono essere finanziate nel 2007 includono il consolidamento della capacità amministrativa a tutti i livelli, l’accrescimento del principio di legalità, i diritti umani e il buon governo, il miglioramento delle condizioni economiche per tutte le comunità, e lo sviluppo per la co-operazione regionale.

La preparazione del programma di Pre-Accesso dell’IPA è stata intrapresa in stretta collaborazione con i gruppi di pianificazione della Commissione (EUPT, European Union Planning Team for Kosovo e ICO, International Civil Office) per assicurare la complementarietà con le attività di una futura missione politica di sicurezza e difesa Europea, ESDP (European Security and Defence Policy) in Kosovo e di un ufficio internazionale civile.

L’assistenza in corso della Commissione Europea, che si fonda sullo strumento del programma CARDS (N.d.tr.: il programma CARDS è volto a fornire assistenza comunitaria ai paesi dell'Europa Sud-Orientale in vista della loro partecipazione al processo di stabilizzazione e di associazione con l'Unione europea.), si aggira intorno ai 170 milioni di euro ed implica più di 80 progetti.

I programmi attuali, fra gli altri, forniscono l’assistenza finanziaria alle organizzazioni della “società civile”. Un numero di organizzazioni della società civile sono state selezionate per ricevere concessioni dalla Commissione Europea attraverso un processo di selezione attraverso concorsi.

L’assistenza del programma CARDS è resa effettiva dall’Agenzia Europea per la Ricostruzione, e le preparazioni si stanno sviluppando attraverso il trasferimento di questa responsabilità all’ufficio Relazioni della Commissione Europea a Pristina.

L’assistenza per il Pre-Accesso sarà realizzata dall’ufficio Relazioni della Commissione Europea. L’amministrazione degli aiuti su basi di decentramento è un obiettivo di medio termine per il Kosovo.

La Commissione ha assunto la decisione di mettere a disposizione 50 milioni di euro per una assistenza finanziaria eccezionale della Comunità sotto forma di assistenza macro-finanziaria al bilancio del Kosovo. Questi finanziamenti verranno rilasciati se le condizioni descritte nel memorandum di intesa saranno onorate.

Nel febbraio 2007, le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno PISG hanno insediato un comitato per la direzione del co-ordinamento dei donatori, per definire le politiche strategiche di co-ordinamento delle donazioni. Il comitato si è riunito subito a livello ministeriale, costituendo un centro per il co-ordinamento dei donatori nell’ufficio del Primo Ministro. Il compito del centro è di assicurare il co-ordinamento fra i ministri e di fungere da segretariato del comitato.

L’Agenzia per l’Integrazione Europea (AEI) assume la responsabilità del co-ordinamento dell’assistenza in Kosovo per il Pre-Accesso all’Unione Europea.

 


2. Criteri Politici

 

Questa sezione esamina i progressi fatti in Kosovo per un avvicinamento ai criteri politici di Copenhagen, che esigono la stabilità di istituzioni a garanzia della democrazia, il principio di legalità, diritti umani e il rispetto e la protezione delle minoranze. Inoltre sottopone ad esame la cooperazione regionale, le buone relazioni sociali con i paesi in fase di ingresso nell’Unione Europea e con gli Stati Membri, e il rispetto degli obblighi internazionali, come la co-operazione con il Tribunale Internazionale per i Crimini nella ex Jugoslavia.

 

2.1. Democrazia e il principio di legalità

 

Costituzione

La struttura costituzionale per un autogoverno provvisorio del Kosovo ripartisce le responsabilità

tra la Missione delle Nazioni Unite per l’Amministrazione ad Interim in Kosovo (UNMIK) e le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) per lo sviluppo dell’auto-governo in Kosovo.

In anni recenti, le PISG sono subentrate di continuo nelle funzioni dell’UNMIK, sebbene alcune aree siano di sola competenza dell’UNMIK.

Il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG) in Kosovo mantiene ancora la responsabilità finale legislativa ed esecutiva.

Data la larga presenza militare internazionale a guida NATO e la presenza permanente di strutture parallele Serbo-Kosovare, le PISG non esercitano il completo controllo su tutto il territorio. La mancanza di una risoluzione sullo status finale per il Kosovo comporta l’impossibilità dell’acquisizione di certi standard Europei.

Un gruppo di lavoro di costituzionalisti, che comprende anche membri dell’opposizione, rappresentanti delle minoranze etniche e della società civile, si è insediato nel febbraio 2007 per preparare il disegno della costituzione futura del Kosovo. Comunque, la comunità Serbo-Kosovara non ha delegato una rappresentativa in questo gruppo.

Nel giugno 2007, si è costituito un gruppo di lavoro specifico sui futuri simboli del Kosovo. In

parallelo a questo, l’Unity Team ha indetto un concorso pubblico per il disegno di una nuova bandiera che rappresenti il carattere multi-etnico del Kosovo. Sono stati organizzati dibattiti pubblici in tutto il Kosovo per discutere i diritti delle minoranze nella costituzione futura.

 

Parlamento

L’Assemblea ha rafforzato la sua amministrazione e ha perfezionato i suoi metodi di lavoro, in particolare nelle sue commissioni. Molte commissioni hanno nominato referenti e alcune commissioni hanno insediato sottocommissioni, in modo da razionalizzare il loro operato.

Nel giugno 2007, si è insediata una unità per la standardizzazione della lingua.

La Commissione per i Diritti e gli Interessi delle Comunità continua a sottoporre a revisione tutte le norme quadro per proteggere i diritti delle comunità.

Nella primavera del 2007, l’Assemblea ha approvato, in primis, un programma di lavoro annuale. La procedura per il bilancio finanziario è diventata più trasparente e il numero delle pubbliche udienze è aumentato, con un consolidamento del ruolo dell’Assemblea. Nel giugno 2007 è stato costituito l’ufficio di informazione pubblica dell’Assemblea.

Alcuni membri della comunità Serba hanno fondato un nuovo partito politico con sede a Pristina.

Comunque, i dieci membri Serbo-Kosovari dell’Assemblea del Kosovo rifiutano di partecipare alle sessioni plenarie.

L’Assemblea necessita di uno staff di specialisti, in particolare su problematiche legali, e quindi risulta dipendente da esperti internazionali. Questo attiene particolarmente ai processi legislativi e al monitoraggio della messa in applicazione delle leggi.

La Commissione sulle relazioni Internazionali e l’integrazione Euro-Atlantica non è stata coinvolta nel controllo delle norme quadro rispetto alla loro compatibilità con quelle dell’Unione Europea (EU). Argomenti relativi all’integrazione nella EU sono stati raramente dibattuti. In realtà, la Commissione non è in co-ordinazione con l’esecutivo per quel che concerne materie relative all’integrazione Europea.

Il programma annuale di lavoro per il 2007 non è messo in esecuzione con modalità conformi. Vi è una scarsa interazione fra l’Assemblea e la società civile.

L’Assemblea non è riuscita a discutere la relazione annuale per il 2005-2006 sul difensore civico nel corso di un anno dalla sua pubblicazione o di eleggere il primo difensore civico.

L’ufficio per le informazioni pubbliche non sempre fornisce informazioni al pubblico in maniera imparziale.

Non esiste una commissione parlamentare che tratti nello specifico di problematiche sui diritti umani.

L’unità per la standardizzazione della lingua non è all’oggi funzionante.

Nell’Assemblea non esistono in grado di operare linguisti con conoscenze giuridiche, e questo è causa spesso di traduzioni incoerenti e di ambiguità nelle diverse versioni ufficiali pubblicate nella Gazzetta Ufficiale. L’Assemblea non fornisce istruzioni linguistiche ai suoi gruppi di lavoro per migliorarne la fluidità nelle lingue ufficiali.

Sono state programmate elezioni municipali ed assembleari per il 17 novembre 2007.

Nell’agosto 2007 sono state promulgate revisioni al regolamento della commissione elettorale centrale e alle norme per le elezioni municipali in Kosovo. Sono state nominate Commissioni Elettorali Municipali in 27 su 30 municipalità.

Nel complesso, l’Assemblea ha fatto qualche progresso in campo legislativo, ma le sue capacità amministrative e di sviluppo politico rimangono limitate.

La maggior parte dei membri Serbo-Kosovari dell’Assemblea continuano a non occupare i loro seggi. I principali partiti politici Serbo-Kosovari non si sono registrati per concorrere alle elezioni programmate per il 17 novembre 2007, dopo un appello del governo di Belgrado di boicottare queste elezioni.

 

Governo

La coalizione tra la Lega Democratica del Kosovo (LDK) e l’Alleanza per il Futuro del Kosovo (AAK) ha conservato la sua stabilità. Durante il periodo interessato da questa relazione si sono dimessi due ministri. Entrambi sono stati sostituiti nel febbraio 2007. Si è mantenuta la stabilità del governo, pur in presenza di difficili circostanze.

La risoluzione di status è rimasta il principale punto focale dell’attenzione del governo. Nell’aprile 2007 i partiti della coalizione di governo e i principali partiti di opposizione rappresentati nell’ Unity Team hanno sottoscritto la Dichiarazione di Pocantico, impegnandosi in politiche unitarie durante il periodo di transizione.

All’inizio del 2007, il governo ha convenuto su una lista di 18 leggi prioritarie.

La capacità di coordinamento centrale dell’ufficio del primo ministro è stata ulteriormente migliorata. Nel gennaio 2007, sono state adottate nuove norme di procedura di governo, che regolano la struttura, i meccanismi della coordinazione e l’organizzazione di governo e forniscono linee guida sulla presa di decisioni, comprese questioni di ordine legislativo.

A partire dal gennaio 2007, il governo si è riunito una volta al mese per discutere argomenti relativi all’integrazione Europea e alla realizzazione del Piano di Azione di Partenariato Europeo.

Nel maggio 2007, è stata approvata una strategia di informazione e di comunicazione sul processo di integrazione Europea del Kosovo (2007-2010) per il periodo dal gennaio al giugno 2007.

Sempre nel maggio 2007, è stata approvata una disposizione sui principi e le procedure per la classificazione di documenti ufficiali.

Ai segretari permanenti e ai direttori generali di agenzie e municipalità veniva assegnato un ruolo più decisivo nella valutazione dell’applicazione delle norme.

Il governo ha dato impulso alle sue attività, comprese quelle concernenti le minoranze etniche ed in particolare i Serbi del Kosovo.

Il Primo Ministro e ministri designati hanno fatto un numero significativo di visite agli insediamenti Serbi, rivolgendosi al pubblico in Serbo e indirizzando il messaggio che il Kosovo appartiene a tutti i suoi cittadini.

Durante i negoziati sullo status, il governo ha adottato una posizione costruttiva e ha profuso un suo sostanziale impegno per comunicare e giustificare le concessioni fatte alle minoranze etniche.

Nel maggio 2007, è stato nominato il direttore dell’Ufficio del Buon Governo presso l’Ufficio del Primo Ministro, con il compito di coordinare il governo e le varie unità sui diritti umani. L’Ufficio progressivamente ha assolto ai suoi compiti di responsabilità di coordinazione e di pubbliche relazioni.

È continuato il recupero di rappresentanti delle minoranze in ambito governativo. Questi costituiscono l’11.5% degli impiegati civili a livello centrale e il 12% a livello locale, contro un obiettivo complessivo del 16.6%.

318 dei 3.300 Serbi del Kosovo che avevano richiesto formalmente di essere rimossi dai ruoli paga delle Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG), dopo una direttiva emanata nel dicembre 2005 da Belgrado, hanno richiesto il loro reinserimento e hanno ricevuto tutti i loro salari che erano stati accantonati e custoditi dalle PISG.

Il Ministro per il governo locale ha giocato un ruolo costruttivo nella preparazione dell’accordo sullo status, con particolare riguardo al piano di realizzazione del decentramento. Il governo ha insediato una struttura di coordinamento – la commissione ad interim sul decentramento - per organizzare la messa in opera della proposta di Ahtisaari sul decentramento.

In generale, le municipalità sono riuscite a conseguire un ottimale livello esecutivo. Tutte le municipalità sono rimaste all’interno dei limiti di bilancio per il 2007 per quanto riguarda il loro numero di impiegati civili. Il numero complessivo di uffici postali si è ridotto di poco sopra l’1% rispetto il 2006. Le norme sull’acceso ai documenti a livello locale sono state realizzate in modo soddisfacente.

Comunque, il fulcro dell’attenzione sullo status ha ridotto significativamente gli sforzi sulle riforme. La cooperazione fra i dipartimenti governativi, fra il governo e l’Assemblea e tra i livelli centrale e periferico è rimasta difficoltosa. Le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno non sempre sono state in grado di individuare le priorità politiche.

L’obiettivo dello stesso governo di rappresentare anche le minoranze non è stato ancora conseguito. La norma sulle lingue ufficiali non è stata completamente realizzata. La insufficienza delle competenze, soprattutto a livello locale, rimane problematica. In diverse occasioni, il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG), con l’appoggio del Ministero per l’Amministrazione del Governo Locale, ha usato del suo diritto di annullare decisioni prese dalle municipalità.

Le responsabilità dell’Ufficio per il Buon Governo nell’ambito dell’Ufficio del Primo Ministro sono veramente diffuse. Spesso è mancata la capacità di adempiere ai compiti e di collaborare con i partner locali. La co-operazione con l’Istituto del Difensore Civico è carente. Ne risulta che le raccomandazioni del Difensore Civico spesso non vengono recepite.

Il Difensore Civico è la sola istituzione che mantiene il governo soggetto alle norme di legge. Le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno non hanno la competenza di fare indagini su proteste presentate contro la Missione delle Nazioni Unite per l’Amministrazione ad Interim in Kosovo (UNMIK).

L’avere posposto le elezioni locali dall’autunno 2006 all’autunno 2007 ha avuto un effetto contrario sulla percezione della legittimità e dell’efficacia delle autorità locali. La proposta di decentramento nella struttura statuale ha creato forzature fra il governo centrale e molte delle municipalità più condizionate dal decentramento previsto e dalla creazione di nuove municipalità. Ora, quelle municipalità sono meno disposte a farsi coinvolgere costruttivamente nel processo.

Complessivamente, sono stati fatti decisivi progressi nel consolidare il governo. Sono state poste le basi per gli strumenti di un governo efficace, ma esiste la necessità di consolidarle per una applicazione completa.

 

Pubblica amministrazione

Nel marzo 2007 venivano approvati dal governo la Strategia e il piano di azione per la Riforma della Pubblica Amministrazione. Nel giugno 2007 venivano insediati un gruppo di lavoro inter-istituzionale e una struttura centrale di co-ordinamento per verificare la loro attuazione. Il governo metteva a disposizione 6 milioni di euro per la realizzazione di questo piano di azione per il 2007-

2009 e costituiva gruppi di lavoro per numero di aree di interesse. Questi gruppi di lavoro sono operativi.

Nel novembre 2006 veniva adottata una direttiva per aumentare l’efficienza della pubblica amministrazione. Questa direttiva regola le procedure per la valutazione, il trasferimento e la promozione degli impiegati pubblici.

Nel febbraio 2007 la responsabilità per la messa in applicazione della strategia costruttiva di competenze delle Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) veniva trasferita dall’Ufficio del Primo Ministro al Ministero dei Servizi Pubblici (MPS).

Dal giugno 2007 il MPS definiva la revisione dei ruoli paga per tutti gli impiegati civili del Kosovo.

La Direzione Indipendente di Tutela, una organizzazione indipendente, che informa il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG), è una delle importanti strutture per assicurare un servizio civile professionale, imparziale e responsabile.

Nel 2006 ha ricevuto 186 ricorsi, risolvendo 129 controversie. Tra il gennaio e il maggio 2007, sono stati risolti 115 casi. Nel dicembre 2006, sono state approvate le regole procedurali della Commissione per le Nomine Pubbliche di Grado Superiore. Tra il giugno 2006 e il maggio 2007 questa Commissione ha preso in esame 32 casi.

Fatta eccezione per un caso, sono state designate tutte le segreterie permanenti nei vari ministeri. Commissioni disciplinari e comitati rivendicativi si sono insediati in tutti i ministeri e in 26 di 30 municipalità. In tutte le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) sono stati aperti al pubblico uffici per presentare appelli.

Comunque, i funzionari pubblici sono ancora vulnerabili, per le interferenze politiche, da pratiche corruttive e da nepotismo. Il gruppo di lavoro inter-istituzionale, la struttura centrale di co-ordinamento per tenere sotto osservazione la pubblica amministrazione, ha fatto un unico incontro. Non sono ancora state messe in atto queste regole procedurali.

La Commissione per le Nomine Pubbliche di Grado Superiore, responsabile della nomina dei segretari permanenti e dei direttori delle agenzie esecutive, non è ancora operativa in modo efficace. La Direzione Indipendente di Tutela non è stata ancora trasformata in un organismo autonomo che relaziona all’Assemblea. Il codice di comportamento per i servizi civili non è assolutamente osservato.

Il governo locale rimane debole a livello amministrativo. La divisione delle responsabilità tra il livello centrale e quello periferico necessità di ulteriori puntualizzazioni.

Le strutture amministrative parallele con l’appoggio di Belgrado continuano ad operare nelle municipalità a predominanza Serbo-Kosovara. Ancora tanti Kosovari fanno riferimento a questi servizi.

In conclusione, è l’amministrazione pubblica in Kosovo che rimane debole ed inefficiente. Qualche progresso è stato fatto per riformarla, ma le riforme si arrestano ad uno stadio iniziale.

 

Sistema giuridico

Il Ministero di Giustizia e il Consiglio della Magistratura del Kosovo continuano a rafforzare le competenze per implementare i poteri loro trasferiti dalla UNMIK.

Il Ministero ha adottato un piano Strategico quinquennale per il periodo 2007-2012, e nel marzo 2007 ha dato inizio ad un progetto operativo annuale per il 2007, attraverso piani dipartimentali.

L’Unità per le Inchieste Giudiziarie, sotto la responsabilità dell’UNMIK, ha continuato ad esaminare denunce per fatti di cattiva amministrazione imputati a giudici e a pubblici accusatori delle Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG). Fino al gennaio 2007, questa Unità ha accolto 51 denunce, di cui 21 sono state ammesse ad ulteriori indagini. Due giudici sono stati trovati colpevoli di corruzione. Un totale di 20 casi disciplinari sono stati presi in oggetto dalla Commissione Ministeriale di Disciplina. Questa ha prodotto due sospensioni, quattro conclusioni del rapporto di lavoro, e 14 ammonizioni scritte. Sono in corso ancora 16 procedimenti disciplinari.

Nell’aprile 2007, il Consiglio della Magistratura del Kosovo ha approvato una strategia per il 2007-2012, disponendo compiti prioritari ed azioni chiave per l’affermazione di una magistratura Kosovara completamente funzionante.

Nel marzo 2007, il Consiglio aveva approvato l’assegnazione di 326 posizioni magistrali per la Corte Suprema, le corti distrettuali, le corti municipali e tribunali per reati minori. Dal gennaio 2007, il Consiglio della Magistratura del Kosovo è responsabile per la raccolta di dati statistici dalle corti e dagli uffici processuali.

Nel novembre 2006, altre 12 persone sono state nominate alla magistratura del Kosovo, di cui 5 di provenienza dalle comunità sotto-rappresentate. È continuato il trasferimento di personale giudiziario dai tribunali con poco lavoro alle corti oberate di lavoro.

Secondo la struttura giudiziaria dell’aprile 2006, sono stati messi nei ruoli della magistratura una quota del 15% di giudici e pubblici accusatori dalle comunità non Albanesi e dell’8% dai Serbi del Kosovo.

Nell’amministrazione pubblica vi sono soglie da raggiungere anche per la rappresentanza delle minoranze: attualmente più del 13% del personale del Ministero della Giustizia appartiene alle comunità non Albanesi e il 9% di questo fa parte della comunità Serba del Kosovo.

L’Ufficio Speciale del Pubblico Ministero per il Kosovo è divenuto operativo nella primavera del 2007. Sono stati nominati sei pubblici ministeri. Attualmente è il Ministero della Giustizia il responsabile per l’amministrazione degli uffici generali della pubblica accusa.

L’Istituto Giudiziario del Kosovo, l’istituto per l’aggiornamento dei giudici, continua nelle sue funzioni. Salvo poche eccezioni, l’ufficio per la libertà vigilata e il servizio correzionale per il Kosovo sono attualmente sotto il controllo del Ministero della Giustizia.

È stata perfezionata la cooperazione tra il Ministero della Giustizia, il Ministero del Tesoro e il settore privato bancario, fattore che ha migliorato l’esecuzione dei processi. Ora possono essere trattenute ammende pecuniarie da riscuotere senza il consenso della persona dichiarata colpevole.

La creazione di un sistema automatizzato per la gestione del tribunale è stato completato in tutte le cinque corti distrettuali per la conduzione di cause penali. Il Ministero della Giustizia e il Consiglio della Magistratura del Kosovo hanno compiuto sforzi considerevoli per fare in modo che l’uso del sistema diventi quasi obbligatorio.

I processi per crimini di guerra domestici sono condotti esclusivamente da giudici ed accusatori internazionali, con o senza il coinvolgimento del Tribunale Internazionale per i Crimini nella ex Jugoslavia (ICTY). Sono in corso otto processi per crimini di guerra e 48 altri casi sono oggetto di inchiesta.

In tutti i tribunali distrettuali sono state collocate attrezzature per la protezione dei testimoni e collegamenti di rete digitale di servizi integrati (ISDN) per rendere possibili video conferenze. Ora, i tribunali dei distretti di Pristina e Prizren hanno la possibilità di consentire a testimoni di deporre attraverso video conferenza, anche se lontani dal Kosovo.

Le norme di diritto amministrativo sono entrate in vigore nel novembre 2006.

Comunque, l’assenza di una Corte Costituzionale genera incertezza giuridica nell’interpretazione delle norme.

Nelle regioni con una maggioranza di abitanti Serbo-Kosovari continuano a funzionare tribunali paralleli che applicano le leggi della Serbia.

Le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) non sono in grado di compilare, stampare e trasmettere leggi su scala costante. Copie della Gazzetta Ufficiale vengono fatte recapitare con difficoltà ai tribunali e agli uffici dei procuratori in maniera consistente e in giusto tempo. Dato che in Kosovo si parlano tre idiomi ufficiali, l’assenza di esperti linguistici specifici per le questioni giuridiche nelle PISG spesso dà luogo a versioni contrastanti di documenti legali.

Attualmente, la capacità amministrativa del Ministero della Giustizia è debole, e la sua struttura non è stata portata a completezza. Le condizioni generali del personale di servizio indeboliscono le sue motivazioni e il suo impegno. L’uso di un edificio del ministero per azioni in appoggio ad un leader di partito formalmente in stato di accusa genera sconcerto.

Vi sono preoccupazioni rispetto agli equilibri fra indipendenza e responsabilità dei membri del Consiglio della Magistratura del Kosovo. La strategia adottata dal Consiglio della Magistratura del Kosovo non è stata seguita da un piano operativo e da specifici provvedimenti di bilancio.

Tuttora è scarsa e inattendibile la raccolta di dati dai tribunali e dagli uffici della pubblica accusa.

Il trasferimento di personale giudiziario da tribunali con pochi procedimenti a tribunali oberati di lavoro non è stato proprio completato.

L’obiettivo di una equa rappresentanza delle comunità minoritarie nella magistratura non è stato conseguito al pieno. Mentre circa il 12% del personale di tutte le istituzioni giudiziarie appartiene a minoranze etniche e circa l’8% sono Serbi del Kosovo, solo l’1% dei giudici appartengono a gruppi minoritari e meno dello 0.5% alla minoranza Serba. Solo 6 su 88 pubblici ministeri appartengono a gruppi di minoranza.

Il reclutamento di pubblici accusatori ancora necessari per l’Ufficio Speciale del Pubblico Ministero del Kosovo deve continuare. Il lavoro arretrato di cause è in aumento, con più di 50.000 procedimenti civili e più di 36.000 procedimenti penali pendenti. La capacità del personale, l’efficienza del sistema e l’attuale legislazione risultano insufficienti. Scarsa rimane l’esecuzione di processi. Questo è parzialmente dovuto al fatto che non esiste un registro civile, in molti casi sono andati perduti gli indirizzi esatti e non vi sono Serbi Kosovari fra i messi dei tribunali. Le investigazioni di polizia non sempre vengono condotte con professionalità.

Per quello che riguarda i processi per crimini di guerra domestici, vi è un arretrato di diverse centinaia di casi. Questi sono impediti dall’indisponibilità delle popolazioni locali a testimoniare. Le attività di aggiornamento dell’Istituto Giudiziario del Kosovo rimangono limitate a causa di restrizioni di bilancio. Scarse rimangono anche le risorse umane di questo Istituto.

Esiste la necessità di promulgare leggi per i tribunali e gli uffici della pubblica accusa, e inoltre di razionalizzare il sistema giudiziario.

Sebbene il concetto di forza di polizia giudiziaria sia stato respinto da tutti gli attori coinvolti, questo concetto appare ancora nella legislazione.

Il sistema automatizzato di conduzione dei casi non viene usato da tutti i tribunali. In particolare, i giudici del Tribunale Distrettuale di Pristina sono ancora recalcitranti ad usarlo.

Molti giudici sono poco disponibili ad usare il sistema di protezione dei testimoni. Date le ridotte dimensioni del Kosovo e il tessuto sociale quasi impenetrabile, e quindi le limitate possibilità di ricollocare testimoni che attualmente si trovano all’esterno del Kosovo, la quantità di prove rese da testimonianze è assolutamente irrilevante, specialmente nei casi di crimini di guerra. Non esiste una specifica legislazione sulla protezione dei testimoni in loco. La protezione dei testimoni riceve copertura solo dal codice di procedura penale provvisorio. Di conseguenza, il progetto di protezione dei testimoni rimane debole.

La Corte Suprema è l’unico istituto delegato alla revisione di atti amministrativi. Ma vi sono solo due giudici specializzati per la revisione di atti amministrativi, e questi hanno un arretrato di 2.000 cause da trattare. Per quel che concerne il diritto amministrativo, rimangono incertezze sul suo ambito di azione, visto che la legislazione Jugoslava del 1986 sulle procedure amministrative non è stata revocata. Restano ancora vive le raccomandazioni sulla possibilità di rivedere giuridicamente, come richiesto, gli atti amministrativi.

L’evidente inosservanza delle norme del 2004 sull’edificabilità, e la diffusa ignoranza dei permessi di costruzione e di pianificazione urbanistica, che vedono coinvolti un certo numero di politici e di funzionari civili di alto ruolo, pongono seriamente a rischio la fiducia dei cittadini del Kosovo sul ruolo della legge. In particolare, l’inconsistente applicazione di queste norme da parte delle più importanti municipalità è causa di preoccupazione.

In conclusione, le istituzioni giuridiche hanno fatto pochi progressi durante il periodo considerato. Il sistema rimane debole.

 

Politiche anti-corruzione


A causa della mancanza di una chiara volontà politica di combattere la corruzione, e di insufficienti misure legislative ed esecutive, la corruzione è ancora ampiamente diffusa e resta il problema maggiore.

L’Agenzia Anti-corruzione del Kosovo (KAA) è divenuta operativa nel febbraio 2007. Ora possiede una sede e 15 funzionari. La KAA è la prima agenzia ad essere stata insediata nella sua interezza dalle Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) e a possedere un alto grado di controllo locale.

Al presente, la KAA sta prendendo in esame 80 casi di corruzione da comprovare, 37 dei quali sono stati posti all’attenzione della pubblica accusa e della polizia. Questi casi vedono implicati funzionari delle istituzioni provvisorie di auto-governo. Comunque sono veramente poche le cause per corruzione ad essere portate alla sentenza finale di un tribunale.

Nel marzo 2007, 732 politici e impiegati civili di alto livello dovevano dichiarare le loro disponibilità finanziarie alla KAA. Dopo che la scadenza veniva prorogata al maggio 2007, 692 soggetti si conformavano a questa richiesta. I nomi dei funzionari rimanenti venivano pubblicati nella stampa e iniziava nei loro confronti un procedimento disciplinare.

La messa in esecuzione delle norme e del piano anti-corruzione sono continuate.

Nel dicembre 2006 il governo aveva condotto una campagna anti-corruzione e per innalzare il livello di consapevolezza dell’opinione pubblica. In particolare, venivano pubblicizzate linee telefoniche dirette per denunciare i casi sospetti di corruzione. In molti uffici pubblici venivano installate cabine telefoniche per le proteste, e veniva lanciata una campagna anti-corruzione.

Venivano tenuti molti corsi di aggiornamento per impiegati pubblici su argomenti contro la corruzione.

Ciononostante, la corruzione è ancora prevalente, e rende poco credibile che il funzionamento delle istituzioni in Kosovo segua i canoni della giustizia.

L’Agenzia Anti-corruzione del Kosovo (KAA) non è ancora del tutto al completo di personale. Ripetutamente ha dovuto difendere la sua indipendenza contro le pressioni politiche esercitate dall’interno del governo e dell’Assemblea.

Risulta necessario un ulteriore addestramento del suo personale.

Le norme attuali sulle dichiarazioni dei beni non consentono alla KAA di rendere pubbliche queste dichiarazioni o di compiere inchieste sull’origine delle ricchezze dichiarate. La correttezza delle dichiarazioni non viene controllata da altre importanti strutture.

La composizione del governo della Commissione contro la corruzione non fornisce sufficienti garanzie di imparzialità. La Commissione non è proprio attiva nella definizione e nell’esecuzione di politiche contro la corruzione. La non chiara definizione di responsabilità fra la KAA e l’Ufficio del Buon Governo, i cui dirigenti sono deputati alla testa della Commissione anti-corruzione, ha prodotto frizioni e necessita ancora di indirizzi.

Le diversità di definizione di corruzione nella legge penale e nelle norme amministrative contro la corruzione generano incertezza legale. La realizzazione del piano di azione contro la corruzione risulta considerevolmente in ritardo rispetto al piano di marcia.

Per concludere, sono stati fatti alcuni progressi nella lotta contro la corruzione, ma questa risulta ancora molto diffusa e costituisce un problema assolutamente serio.

 

2.2. Diritti umani e protezione delle minoranze

 

Osservanza delle norme internazionali sui diritti umani

Dal momento che non possiede una struttura statuale, il Kosovo non può ratificare atti giuridici sui diritti umani. Secondo la struttura costituzionale del Kosovo per l’autogoverno provvisorio, in Kosovo sono direttamente applicabili i fondamentali atti giuridici internazionali sui diritti umani e sulle libertà fondamentali.

I giudici e i pubblici accusatori del Kosovo sono stati informati nella giurisprudenza della Corte Europea sui Diritti Umani (ECtHR).

Solamente due cause relative al Kosovo sono state portate davanti al tribunale. Nel maggio 2007, queste sono state dichiarate inammissibili dai giudici dell’EctHR.

Comunque, raramente giuristi e giudici Kosovari fanno riferimento alle norme del caso dell’EctHR. Il grado di conoscenza professionale dei giuristi, dei giudici e dei procuratori sulla Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo e sulla giurisprudenza dell’EctHR rimane veramente limitato.

 

Nell’area della promozione e del rafforzamento dei diritti umani, il gruppo di lavoro consultivo sui diritti umani, il cui compito è di esaminare le istanze di ogni singola persona o gruppi di individui, che affermano di essere vittime di una violazione dei diritti umani da parte della Missione delle Nazioni Unite per l’Amministrazione ad Interim in Kosovo (UNMIK), non è ancora operativo.

Il Comitato di Controllo sui Diritti insediato nel 2002, come struttura consultiva per il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG) in materia di diritti umani, non si è più incontrato dal 2004. Denunce contro violazioni dei diritti umani presso le Istituzioni Provvisorie di autogoverno (PISG) sono affrontate con il sistema giuridico locale.

Rispetto alla realizzazione dell’Accordo Quadro sulla protezione delle minoranze, l’Ufficio del Buon Governo non aveva ancora incominciato ad accogliere le raccomandazioni formulate dal Consiglio di Europa nel giugno 2006. Finalmente, a metà del 2007, è stato istituito un gruppo di lavoro per considerare le misure richieste.

Si sono insediate in tutti i ministeri unità per i diritti umani. Ma queste sono completamente operative solo in cinque ministeri. Il loro compito è di monitorare, in collegamento con l’Ufficio del Buon Governo, la messa in opera nel modo migliore di pratiche che riguardano il rispetto dei diritti umani e delle minoranze, come pure nell’ambito della non-discriminazione.

In definitive, sono stati fatti piccolo progressi nel campo della promozione e del rafforzamento dei diritti umani. L’amministrazione non è in grado di assicurare la piena realizzazione degli standard sui diritti dell’uomo.

 

Diritti Civili e Politici

Per quel che concerne la prevenzione della tortura, dei maltrattamenti e la lotta contro l’impunità, unità professionali standard, che prendono in esame presunti e minori illeciti penali da parte della polizia, sono operative nei quartier-generali del Servizio di Polizia del Kosovo (KPS) e in quelli regionali, sotto la supervisione dell’UNMIK.

Ogni residente ha il diritto di presentare denuncia a qualsiasi posto di polizia. Le denunce vengono esaminate secondo le procedure standard. In molti casi, come risultato di tali denunce, sono stati fatti dimettere anche funzionari di polizia. Una unità ispettiva di polizia indipendente, ma che relaziona al Ministro degli Interni, è responsabile per le denunce di illeciti penali più rilevanti, compresi quelli avvenuti in centri di detenzione della polizia. Il Dipartimento per le risorse umane del Ministero della Giustizia è la struttura principale che si dovrebbe interessare delle denunce di maltrattamenti in prigione e in centri di detenzione.

Nel marzo 2007, su invito della UNMIK e della KFOR, una delegazione della Commissione del Consiglio di Europa per la Prevenzione della Tortura e delle Punizioni o Trattamenti Inumani e Degradanti ha visitato il Kosovo. La delegazione ha esaminato il trattamento dei detenuti e le condizioni di detenzione in tutta una serie di stabilimenti penali.

Finora, l’UNMIK e la NATO non hanno reso pubblicamente disponibili i risultati di queste visite.

Per quel che riguarda le persone scomparse, sono stati risolti 240 casi straordinari.

Comunque, non sono molti i cittadini che sono informati dell’esistenza di questi meccanismi accusatori, e il Servizio di Polizia del Kosovo (KPS) non fa nulla per informare i residenti sull’esito di tali denunce.

Il Dipartimento per le risorse umane del Ministero della Giustizia non è ancora del tutto operativo.

Rimangono scomparse 2.047 persone. L’impegno delle autorità a tutti i livelli non è consono ad ottenere risultati da indagini obiettive ed efficienti in questo campo, indifferentemente all’appartenenza etnica delle persone scomparse.

In conclusione, è accresciuto il bisogno fra i leader politici di prevenire la tortura e i maltrattamenti e di combattere l’impunità, ma ancora non hanno preso piede inchieste o procedimenti processuali per casi di torture o maltrattamenti. Sono necessari ulteriori sforzi per investigare e addestrare investigatori che trattino dei casi di persone scomparse.

 

Nel campo del diritto di accesso alla giustizia, nel luglio 2007 è stata istituita dal Primo Ministro la Commissione per l’Assistenza Legale con l’incarico di amministrare e controllare il sistema di assistenza legale. Oltre a questa Commissione, l’ente comprende un ufficio a Pristina e cinque dipartimenti distrettuali per il coordinamento dell’assistenza legale. Questa Commissione si è insediata nel settembre 2007. Ne risulta che l’autorità nel campo dell’assistenza legale viene trasferita dall’UNMIK alla Commissione.

L’assistenza legale è stata garantita in alcune cause penali.

Il direttore dell’ufficio di coordinamento per l’assistenza legale, che serve come segretariato alla Commissione, è stato designato nel maggio 2006, come pure altri otto funzionari nel settembre 2007.

Tuttavia, il sistema per l’assistenza legale non funziona opportunamente nelle cause civili ed ancor meno efficacemente nelle cause penali.

L’Ufficio di Coordinamento e i Dipartimenti Distrettuali per l’Assistenza Legale non si sono ancora insediati. Dal 2006 al 2007, gli stanziamenti di bilancio per l’assistenza legale sono stati ridotti più del 23%. Per giunta, la validità del patrocinio legale nelle transazioni di beni non viene controllata in modo consistente. Le prestazioni dei patrocini legali sono modeste e quindi intralciano il diritto di accesso alla giustizia, in particolare in caso di assenza delle parti.

Esiste una crescente necessità di addestrare giuristi. Molto spesso, giuristi infrangono il codice di eticità e non vengono puniti. La legalizzazione della partecipazione dell’Istituzione del Difensore Civico in procedure processuali dovrebbe portare l’attuale sistema di assistenza legale a più alti livelli.

Comunque, piccoli progressi sono stati ottenuti. Il sistema di assistenza legale non è ancora completamente funzionante.

 

Per quel che riguarda il sistema carcerario, nel 2006 il servizio correzionale è stato trasferito al Ministero della Giustizia, ma molte funzioni sono ancora sotto la supervisione dell’UNMIK. Inoltre, l’UNMIK mantiene un ruolo di intervento nel caso di un incidente importante nella Prigione di Dubrava, la più grossa struttura carceraria in Kosovo.

Sono continuate le attività di addestramento del personale penitenziario. Circa il 14% del personale penitenziario proviene dalle comunità minoritarie, di cui il 10% dalla comunità Serba, e il 17% del personale è femminile. È stato ridotto il personale carcerario internazionale. Lo standard generale delle prigioni del Kosovo è soddisfacente. Programmi di addestramento professionale per i prigionieri sono stati messi in attuazione nel carcere di Dubrava e nel centro carcerario minorile di Lipjan, e per i prigionieri sono state introdotte opportunità di istruzione in entrambi gli stabilimenti. Comunque, gli standard di sicurezza del carcere di Dubrava non sono ancora sufficienti, come dimostrato dalla fuga di detenuti da reparti di massima sicurezza nell’agosto 2007.

Il personale carcerario non è ancora in grado di rispondere a situazioni di crisi e le dotazioni per la sicurezza hanno bisogno di ulteriori miglioramenti. Vi sono poco strutture specializzate per prigionieri di minore età o mentalmente disabili. Strutture carcerarie per la detenzione prima del processo sono veramente limitate.

Tutti i carcerati Serbo-Kosovari sono in attesa di giudizio nel centro detentivo di Mitrovica, che non è adeguato per lunghe detenzioni. Ancora, non esistono strutture per carcerati in attesa di giudizio nei pressi della città più grande, Pristina.

Il numero totale dei posti nelle carceri in relazione alla popolazione complessiva è sotto la media Europea.

In definitiva, sono stati fatti certi progressi nel fornire al Kosovo un sistema penitenziario. Ma le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG), fino ad oggi, non hanno una completa competenza per il sistema carcerario.

 

Nel campo della libertà di espressione, la Commissione sull’Indipendenza dei Media ha iniziato a tenere incontri regolari del suo consiglio direttivo e ad emanare regolamenti secondo norma di legge. Ha continuato nei suoi sforzi per dare effettuazione al codice di comportamento dei media. Nel febbraio 2007 è stata promulgata una legge sulla diffamazione e sull’insulto a mezzo stampa.

È stata depenalizzata la diffamazione, in linea con le raccomandazioni del Consiglio di Europa e della Rappresentanza OSCE sulla libertà dei media.

Esistono contraddizioni legali fra le nuove norme e il codice penale provvisorio, in cui la diffamazione rimane un illecito penale.

La legge sui diritti d’autore e quella sull’accesso ai documenti ufficiali non sono state applicate pienamente. Secondo la norma ultima, devono essere ancora assunti funzionari addetti all’informazione. Persistono indebite pressioni sui media, che limitano in modo serio il dibattito pubblico. Non sempre procedimenti giudiziari contro attivisti politici seguono le procedure stabilite e le leggi vigenti.

Comunque, la Commissione sull’Indipendenza dei Media deve far fronte ai limiti degli stanziamenti che costituiscono l’impedimento ad un suo sostanziale buon funzionamento

Per concludere, sono stati fatti dei progressi nella struttura istituzionale per proteggere la libertà di espressione, ma la volontà politica di supportare la libertà di espressione rimane debole.

 

Le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) hanno lavorato per garantire il rispetto in generale della libertà di Assemblea e di associazione. Comunque, la polizia e le forze armate sono sempre comandate di esercitare la vigilanza nel supervisionare manifestazioni organizzate da gruppi delle minoranze. Le leggi sulla libertà di associazione, adottate dall’Assemblea all’inizio del 2005, non sono state ancora promulgate. Queste norme sono in contraddizione con la Convenzione Europea sui Diritti dell’Uomo. Attivisti della società civile hanno trasmesso all’Assemblea le loro proposte di emendamenti.

Tuttavia si sono ottenuti alcuni progressi, ma le minoranze e altri gruppi vulnerabili devono affrontare restrizioni ad esercitare il loro diritto di libertà di Assemblea e di associazione in tutto il Kosovo.

 

Rispetto alle organizzazioni della società civile, l’unità per la registrazione e il collegamento delle Organizzazioni Non-Governative ONG, in collaborazione con il Ministero dei servizi pubblici, è responsabile della registrazione e della supervisione delle organizzazioni della società civile. In Kosovo, esistono registrate più di 3.000 organizzazioni della società civile. Solo le organizzazioni della società civile con uno status di contributi pubblici sono controllate e sono obbligate a presentare relazioni annuali sulle loro attività e sullo status finanziario.

Attualmente sono presenti circa 270 ONG.

Per la prima volta, una sezione Kosovara di una ONG Serba, che tratta del ritorno delle minoranze, ha aperto un ufficio a Pristina.

Nel settembre 2007, l’uccisione di un funzionario di polizia ha provocato una marcia di protesta contro il crimine e la corruzione e questa manifestazione è stata organizzata da organizzazioni della società civile.

Circa un terzo delle organizzazioni della società civile hanno personale di diverse etnie, compreso il Civil Society Network di Mitrovica.

Tuttavia, non si è lontani dal vero nel credere che vi siano ben poche ONG attive rispetto a quelle registrate. Il panorama delle organizzazioni della società civile è costituito da organizzazioni piuttosto piccole che spesso dipendono da finanziamenti a breve termine di un singolo donatore.

In Kosovo, le organizzazioni della società civile sono quasi del tutto esclusive dal punto di vista etnico e continua ad esserci quasi una assenza di cooperazione tra ONG etnicamente separate.

Le potenzialità amministrative, finanziarie e manageriali delle organizzazioni della società civile sono veramente discontinue, e a livello di municipalità particolarmente deboli, cosa che ostacola il loro sviluppo. La cooperazione fra le autorità e le organizzazioni della società civile rimane irregolare.

Quindi, in questo campo non si sono fatti quasi progressi. Le organizzazioni della società civile rimangono deboli.

 

È stata promulgata la legge sulla libertà di culto. Inter alia, la legge prevede l’esenzione dagli obblighi di tassazione per le istituzioni religiose. Quindi, alle comunità religiose è concesso di ottenere una rendita dalle loro proprietà e dalle loro attività e dai contributi caritatevoli e di volontariato.

La legge proclama la non-discriminazione su basi religiose e l’assenza di una religione ufficiale.

Alcune chiese cattoliche ed ortodosse sono state edificate o ricostruite. Il governo, con il contributo finanziario dell’Unione Europea, ha predisposto un significativo capitolo di bilancio per la ricostruzione dei monumenti e chiese Ortodossi distrutti.

Comunque, la legge non stabilisce un dialogo formale fra le comunità religiose. Non vi è stata alcuna ricaduta dalla conferenza inter-religiosa dell’ultimo anno e nessun incontro ufficiale tra la Chiesa Serbo-Ortodossa e la comunità Mussulmana. Le relazioni tra le comunità religiose, in particolare fra la comunità Mussulmana e la Chiesa Serbo-Ortodossa in Kosovo, continuano ad essere tese. Atti di vandalismo e aggressioni contro monumenti religiosi, perfino con l’uso di mortai, costituiscono un problema. In tutti i casi non sono state condotte inchieste con professionalità.

Alla fine, in questo campo si sono riscontrati solo limitati progressi, a parte lo sviluppo legislativo in merito. La libertà religiosa non è rispettata pienamente.

 

Diritti Economici e Sociali

Nel campo dei diritti delle donne, l’Agenzia per le Parità di Genere inclusa nel Gabinetto del Primo Ministro applica e controlla la legge sulla parità di genere. Il 2007 è stato dichiarato dal Primo Ministro “Anno del Programma contro la Discriminazione della Donna in Kosovo”.

In questo quadro è stata emessa un’ordinanza amministrativa sulle misure per rendere fattiva durante il 2007 l’uguaglianza di genere nelle istituzioni della pubblica amministrazione.

Nel giugno 2007, il governo del Kosovo ha nominato sei gruppi di lavoro con il compito di delineare un programma per la parità di genere. Sono state messe in atto misure di aggiornamento per realizzare il progetto di eliminare tutte le forme di discriminazione contro le donne. La cruciale presenza femminile è stata rafforzata sia a livello ministeriale che municipale. 36 sui 120 membri dell’Assemblea del Kosovo sono donne. Però, solo uno dei 14 ministri è donna.

Tuttavia, il Direttore dell’Agenzia per le Parità di Genere ha rassegnato le dimissioni nel giugno 2007, dal momento che l’Ufficio del Primo Ministro mancava di dettagliare con chiarezza ruoli e competenze, e da allora non è stato più rimpiazzato.

Le capacità amministrative e professionali del personale dell’Agenzia sono veramente scadenti.

Il programma per la parità di genere e per l’aumento dei poteri delle donne in Kosovo non è stato ancora elaborato. La legittimazione dell’Agenzia è compromessa dalla non chiara ripartizione di responsabilità fra l’Agenzia e l’Ufficio del Buon Governo.

L’influenza di funzionari donne a livello municipale è limitata, dato il loro incerto mandato e le limitate risorse. Questi funzionari donne relazionano solo al Ministero dei Servizi Pubblici e non all’Agenzia per le Parità di Genere.

La legislazione sulle violenze domestiche non è efficace, e necessita di chiare norme di applicazione. La scarsa conoscenza della legislazione da parte di giudici e procuratori costituisce un ostacolo aggiuntivo. La legislazione sulla parità di genere ha bisogno di essere ulteriormente adattata alla reale situazione in Kosovo. L’Agenzia per la Parità di Genere necessita di maggiori competenze, di legittimazione e di uno status più chiaro.

Questi problemi istituzionali hanno un impatto avverso alla situazione delle donne in

Kosovo, che è caratterizzata da violenza domestica e discriminazione economica.

In conclusione, nel campo delle parità di genere sono stati conseguiti certi progressi, ma per il loro conseguimento bisogna accelerare il processo. La consapevolezza dei diritti delle donne nella società è bassa.

 

Nel maggio 2007, le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) hanno insediato la Commissione Iter-ministeriale sui diritti dell’infanzia, sotto la presidenza del Primo Ministro. Questa Commissione è costituita dai ministri competenti, l’Ufficio del Buon Governo, l’UNICEF e da tre rappresentanti del Forum sui Diritti dell’Infanzia. È stata nominata una Commissione per il Controllo del Lavoro Minorile, composta da 12 ministeri e da organizzazioni non governative.

Nel giugno 2007 le municipalità di Pristina, Prizren e Mitrovica hanno raggiunto un accordo per monitorare le politiche sul lavoro minorile.

La legge del gennaio 2007 sull’Incoraggiamento e la Difesa dell’Allattamento al Seno incoraggia e difende l’allattamento al seno e obbliga le istituzioni sanitarie a diffondere informazioni e a dare sostegno alle madri in allattamento. La legge prevede tutta una serie di sanzioni contro i datori di lavoro che vanno contro questa norma.

Tuttavia, i finanziamenti messi a disposizione per proteggere i diritti dell’infanzia sono insufficienti allo scopo. Il tasso di mortalità infantile in Kosovo resta alto. I meccanismi di protezione per i bambini sono inadeguati. Sono necessarie ulteriori misure per proteggere l’infanzia Kosovara dalle violenze, per intensificare l’inclusione dei bambini con particolari bisogni e dei bambini dei gruppi minoritari, in modo particolare, nel sistema scolastico, e di proteggerli dal lavoro minorile e dal traffico di bambini. Non è obbligatoria l’istruzione pre-scolastica e spesso è di cattiva qualità; la frequenza è solo del 10%.

Le norme per la famiglia e i servizi sociali non sono messe in applicazione; in qualche caso sono contraddittorie, specialmente per quel che riguarda l’adozione e l’affidamento.

In conclusione, non sono stati fatti progressi concernenti il rispetto per i diritti dell’infanzia e la legislazione per proteggere i bambini. Il rispetto per i diritti dell’infanzia non è del tutto garantito.

 

Nel campo delle persone socialmente vulnerabili e/o disabili, è stata istituita una Commissione inter-ministeriale sulla disabilità. Questa prevede la partecipazione di personale disabile. L’Ufficio del Buon Governo ha continuato a promuovere i diritti delle persone disabili, sottolineando la problematica in un dibattito all’Assemblea del Kosovo. Il Kosovo ha partecipato a fora internazionali in appoggio alla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con limitate abilità, adottata dall’Assemblea dell’ONU nel dicembre 2006. Conseguentemente al suo status, il Kosovo non può sottoscrivere la Convenzione.

La tipologia delle strutture per la salute mentale in Kosovo è appropriata per far fronte al numero dei pazienti. La riforma del settore sta procedendo a partire dal 2001, a seguito del piano strategico per il Kosovo sulla salute mentale.

Comunque, la situazione delle persone socialmente vulnerabili, in modo particolare quella delle comunità Rom, Ashkali ed Egiziana, delle persone disabili, dei rientrati e delle persone all’interno profughe, rimane preoccupante.

La cura della salute è da sottosviluppo e gravi carenze sono presenti in tutto il Kosovo. Resta difficoltoso l’accesso alle cure per la salute, specialmente per i gruppi vulnerabili, come le minoranze e i poveri.

La corruzione è ancora un modo abituale e l’accesso alle cure specialistiche, specialmente nelle zone rurali, è inadeguato. La realizzazione del piano strategico sulla salute mentale non è andata a completamento e le richieste di finanziamenti e di risorse umane, sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, non sono adeguate a rendere le nuove strutture operative. La scarsa integrazione e la debole coordinazione delle differenti strutture con il Ministero del Sistema Sanitario danno luogo ad un sovraccarico per alcune strutture e ad una sotto-utilizzazione per altre.

I servizi di base per la comunità non sono sufficientemente sviluppati come alternativa alla istituzionalizzazione, e le risorse finanziarie messe a disposizione per le cure della salute mentale sono scarse.

In definitiva, in questo campo sono stati fatti piccoli progressi. Non viene completamente assicurata l’integrazione e la protezione dei gruppi socialmente vulnerabili.

 

Per quel che riguarda i diritti sul lavoro e i sindacati, nel 2004 il governo ha adottato uno nuovo statuto dei lavoratori e nel 2005 ha proposto disegni di legge sul diritto di sciopero e di organizzazione in sindacato, ma da allora l’Assemblea non è riuscita ad approvare alcuna di queste norme.

Fatta eccezione per l’Unione dei Sindacati Indipendenti del Kosovo, in tutto il paese la sola altra organizzazione che presta la sua attenzione alla situazione dei lavoratori dipendenti è la Confederazione Indipendente dei Sindacati, di recente formazione.

Nel 2004 è stato sottoscritto un Accordo Collettivo Generale fra il governo, i sindacati e la Camera di Commercio per regolare le loro relazioni dal punto di vista legale, sociale ed economico e i diritti e gli obblighi fra datori di lavoro e lavoratori. I finanziamenti per dare voce a questo accordo sono insufficienti. L’amministrazione pubblica non può sempre assicurare l’opportuna applicazione della esistente legislazione sul lavoro. Data la natura abbastanza estesa di una economia informale, (al limite dell’illegalità), molti lavoratori spesso non sono consapevoli o non sono in una posizione tale da reclamare i loro diritti sul lavoro.

Il movimento sindacale rimane debole e i diritti dei lavoratori non sono generalmente rispettati.

 

La struttura legale contro la discriminazione incorpora parti importanti delle direttive Comunitarie. Nel marzo 2007 il governo ha deciso di rendere operative unità sui diritti umani all’interno dei ministeri che sono impegnati nel controllo dell’applicazione della legislazione contro la discriminazione.

Comunque, l’istituzione di unità sui diritti umani nell’ambito dei ministeri risulta non idonea ad assicurare che tutti i cittadini possano beneficiare delle politiche contro la discriminazione nella vita quotidiana. Le attività per aumentare le informazioni non hanno dato luogo a risultati concreti. Le capacità amministrative delle principali istituzioni responsabili dell’applicazione delle legislazione contro la discriminazione, l’Ufficio del Buon Governo, i tribunali e le unità per i diritti umani nell’ambito dei ministeri, rimangono deboli. Vi è un bisogno di promuovere più attivamente i diritti dei gruppi, come quello degli omosessuali, per combattere il pregiudizio e le violenze verbali e fisiche.

In definitive, il quadro legislativo è quasi raffrontabile con gli standard Europei, ma sono stati fatti pochi progressi nell’applicazione delle norme contro la discriminazione.

 

Rispetto ai diritti sulla proprietà, nel febbraio 2007 è stata approvata la legge sulle espropriazioni, ma non è stata ancora promulgata, e nel gennaio 2007 è stata approvata la legge sull’arbitrato. Nel giugno 2007, si è insediata la Commissione sulle Rivendicazioni di Proprietà in Kosovo. Questa fa parte dell’Agenzia sulle Proprietà in Kosovo (KPA), che da allora ha accolto più di 28.300 rivendicazioni, 90% delle quali relative a beni agricoli. Sono stati effettuati almeno 288 sfratti contro occupanti che si rifiutavano di patteggiare un contratto di affitto che mettesse in grado gli occupanti illegali di regolarizzare la loro posizione.

È iniziato il processo di trasferimento di 20.000 cause relative al diritto di proprietà dai tribunali alla Agenzia KPA. Nel luglio 2007, in prima lettura l’Assemblea approvava la norma sulla vendita degli appartamenti con diritto di proprietà. Questa legge quadro prendeva in esame il diritto di proprietà sui beni di proprietà sociale, come venivano definiti secondo il diritto di possesso nella ex Jugoslavia.

Tuttavia, la legge quadro sulla vendita degli appartamenti non considera le decisioni della Commissione sulle Rivendicazioni di Proprietà Abitative. Questi provvedimenti poco precisi creano il rischio di interpretazioni contraddittorie e di conseguenti ingiustizie, in particolare contro i Serbi Kosovari e i Rom. Le recenti vendite di proprietà private in un certo numero di piccole municipalità hanno consolidato la segregazione di comunità etniche.

L’accoglimento del contratto di affitto è non soddisfacente. Di 4.628 proprietà regolate dall’Agenzia KPA, per più di 2.550 è stato previsto un contratto di affitto. Per più di 647 proprietà sono stati sottoscritti contratti di affitto, ma veramente pochi degli affitti dovuti sono stati ricevuti. L’Agenzia KPA deve affrontare difficoltà nel rendere esecutive le decisioni che regolano la proprietà, specialmente nel caso di sfratti relativi all’occupazione illegale delle proprietà.

Molte municipalità hanno rifiutato di collaborare con l’Agenzia.

Vi è ancora confusione sul tipo e lo scopo dei reclami che presentano i requisiti per un trasferimento all’attenzione dell’Agenzia KPA. Non sono state trovate soluzioni per un largo numero di rivendicazioni non aggiudicate, che dovranno ritornare ai tribunali, dopo che il mandato dell’Agenzia KPA scadrà alla fine del 2008.

Per l’Agenzia sulle Proprietà in Kosovo (KPA) la principale sfida è di conseguire un diritto equilibrato fra giustizia ed efficienza.

Inoltre, la diffusa ignoranza dei permessi di costruzione e dei sistemi di pianificazione urbanistica va a ledere i diritti di proprietà. Le procedure di esproprio adottate dalle municipalità in ordine alla costruzione di infrastrutture pubbliche raramente coincidono con le procedure ufficiali, e spesso le municipalità mancano di informare e di compensare in modo adeguato i proprietari.

Dall’Agenzia KPA è stato registrato e verificato un totale di 10.405 casi di abitazioni distrutte non ricostruite.

Sono state raccolte dai tribunali qualcosa come 21.000 rivendicazioni contro l’UNMIK, la KFOR e le PISG per mancata protezione della proprietà privata in caso di saccheggi. Questi si riferiscono ai tumulti del marzo 2004. Queste richieste di risarcimento sono tuttora pendenti.

In conclusione, in questo campo dei diritti sulla proprietà sono stati acquisiti pochi progressi.

 

Diritti delle minoranze, diritti culturali e protezione delle minoranze.

Nel campo dei diritti culturali, nel novembre 2006 è stata promulgata la legge sul patrimonio culturale. Con il delinearsi di una legislazione attuativa, su queste questioni è stato realizzato un buon progresso.

Il lavoro della Commissione per la Realizzazione della Ricostruzione, con l’appoggio della Chiesa Serba Ortodossa e il ministero della cultura, ha avuto un positivo impatto sulla ricostruzione del patrimonio ortodosso in tutto il Kosovo.

Nel dicembre 2006, i Ministri della Cultura della Serbia e del Kosovo si sono incontrati a Tirana per sottoscrivere un accordo per la restituzione di molti archivi al Kosovo.

Il Ministero della Cultura ha promosso una campagna informativa indirizzata agli studenti della scuola elementare con l’obiettivo di sottolineare l’esistenza di un patrimonio culturale Kosovaro condiviso fra tutte le comunità.

Nell’ottobre 2006, è stata promulgata la legge sulle lingue ufficiali. Nel febbraio 2007, sono state adottate due disposizioni amministrative del governo, una per determinare la composizione e i poteri consultivi della Commissione sulle Lingue e la seconda per dare copertura alle sanzioni amministrative in caso di violazioni.

L’Assemblea di Mitrovica ha adottato per l’uso ufficiale la lingua Turca.

Nel maggio 2007, il Ministero dell’Istruzione, della Scienza e Tecnologia ha messo in campo una strategia per l’educazione pre-universitaria con misure comprensive e progressive per le minoranze

in Kosovo.

Nel marzo 2007, la Missione delle Nazioni Unite per l’Amministrazione ad Interim in Kosovo UNMIK ha riaccreditato l’Università di Mitrovica, che prevede ufficialmente la lingua Serba.

Comunque, le strategie per l’insegnamento pre-universitario e di grado più elevato, in modo particolare per le minoranze, non sono state supportate da finanziamenti, e le comunità minoritarie continuano ad affrontare restrizioni per accedere al sistema educativo, particolarmente quando devono ricevere insegnamento nella loro lingua madre.

Il Ministero dell’Istruzione e l’Università di Mitrovica, che prevede ufficialmente la lingua Serba, ufficialmente non comunicano e non sono in grado di impegnarsi per relazioni future tra università pubbliche in Kosovo.

Incidenti che minano la sicurezza dei siti culturali sono ancora causa di preoccupazione.

Per concludere, sono stati fatti alcuni progressi nel campo della protezione e della promozione del patrimonio culturale, ma veramente scarsi nel campo dell’educazione.

 

I leader governativi hanno fatto un certo numero di tentativi per entrare in sintonia con le comunità minoritarie.

Le minoranze mostrano una crescente fiducia nell’istituzione del Difensore Civico. Almeno il 25% delle istanze accolte da questo istituto sono state presentate da comunità minoritarie. Molte di queste istanze si riferiscono a problemi sulla proprietà, sulla ricostruzione di abitazioni e su discriminazioni nell’ambiente professionale.

L’istituto del Difensore Civico ha reso possibile la conferma e l’imposizione del diritto in più di un terzo di queste cause.

Nel luglio 2007, il Ministero dell’Istruzione ha adottato una strategia educativa nei riguardi dei Rom, Ashkali ed Egiziani. Questo va di concerto con il memorandum tripartito sulla cultura, sottoscritto dal Primo Ministro, dalla Missione OSCE in Kosovo e dalla Fondazione per una Società Aperta in Kosovo, per lo sviluppo di una Strategia in Kosovo per l’Integrazione dei Rom, Ashkali ed Egiziani. Questo memorandum è in linea con gli obiettivi del “Decennio Rom”.

Comunque, specialmente la comunità Serbo-Kosovara vede ancora limitata la sua libertà di movimento, per ragioni di sicurezza. Le abitazioni di coloro che sono ritornati sono ancora fatte oggetto di violente aggressioni.

Non esiste ancora una strategia di integrazione a largo raggio per le genti Rom, Ashkali ed Egiziane. Il Kosovo non sta partecipando al “Decennio 2005-2015 per l’Inclusione dei Rom”. Per migliorare la situazione sono necessari contatti fra funzionari delle municipalità e i rappresentanti degli insediamenti di molte minoranze in tutto il Kosovo.

I programmi per le minoranze della Radio Televisione Kosovo (RTK) costituiscono ancora solo meno del 15% della programmazione prevista per legge. Non sono state erogate le rilevanti risorse finanziarie dal fondo per i mezzi di informazione delle minoranze.

Infine, in Kosovo i diritti delle minoranze sono garantiti per legge, ma in pratica le comunità vedono ancora limitata la loro libertà di movimento per motivi di sicurezza. Non sono state migliorate le condizioni di vita di molte comunità minoritarie.

 

Vi sono più di 250.000 rifugiati e persone profughe all’interno del Kosovo, di cui è stato previsto il ritorno alle loro case. In tutte le municipalità, sono stati insediati commissioni municipali per la sicurezza delle comunità, consigli in sede locale per la sicurezza pubblica, così come comunità e comitati di mediazione.

Nel maggio 2007 è stata adottata una strategia per il rimpatrio dei richiedenti asilo respinti dai paesi dell’Europa Occidentale.

Tuttavia, sono veramente poche le persone che ritornano spontaneamente in Kosovo. Dato che per il Kosovo non esiste ancora una risoluzione di status, molti rifugiati e persone profughe sono riluttanti a ritornarvi.

Le risorse umane del Ministero per il Ritorno e le Comunità, le sue capacità complessive e le dotazioni di bilancio sono insufficienti alla prosecuzione della realizzazione di documentati progetti sul ritorno. Il mandato ministeriale richiede più chiarezza, visto che i gruppi municipali che trattano del ritorno stanno rapportandosi solamente al Ministero per l’Amministrazione del Governo Locale. Questi gruppi municipali non sono propriamente preparati a mettere in atto le politiche sul ritorno. Il Kosovo non possiede archivi informatici per rendere effettivo e tenere sotto controllo il processo di ritorno. Non esistono relazioni ufficiali tra il Ministero per il Ritorno e il Centro di Coordinamento per il Kosovo sostenuto da Belgrado, e così viene ostacolato il processo di ritorno.

Le persone profughe all’interno del paese, di tutte le comunità, devono affrontare problemi abitativi dovuti alle insufficienti assegnazioni di bilancio. Inoltre incontrano difficoltà nell’essere inseriti nei registri civili.

Rispetto alle politiche del ritorno, le strutture disposte nel manuale del riesame dei ritorni sostenibili non sono operative, e si trovano difficoltà nell’effettuare visite di orientamento ed informazione.

Il Kosovo manca ancora di una strategia di reintegrazione e di finanziamenti per trattare il problema dei richiedenti asilo respinti dai paesi dell’Europa Occidentale.

Insomma, non è stato compiuto quasi nessun progresso. Il processo di ritorno rimane la maggior sfida d’ora in avanti, dal punto di vista politico, istituzionale ed anche finanziario.

 

Il Governo ha mostrato il suo impegno per inquadrare e dare una soluzione alle inadeguate condizioni di vita negli insediamenti illegali dei Rom.

Nel dicembre 2006, è stata approvata in via di principio dall’Assemblea, in prima lettura, la legge sul trattamento delle costruzioni illegali.

Nel marzo 2007, sono stati apportati in prima lettura dall’Assemblea emendamenti alla legge sulla pianificazione dell’uso del territorio, per fornire le basi legali a regolare gli stanziamenti abitativi irregolari.

Sono state integrate con successo 65 famiglie Rom nel quartiere Rasadnik di Mitrovica, la cosiddetta Mahalla Rom. Il campo a nord di Mitrovica, contaminato da piombo, è stato chiuso e la popolazione ricollocata.

Tuttavia, le comunità Rom, Ashkali ed Egiziana sono ancora largamente miserevoli e soggette di fatto a discriminazione. Non sono state messe in atto le misure opportune al completamento entro sei mesi delle pendenti registrazioni civili dei membri delle comunità Rom, Ashkali ed Egiziana. Esistono ancora molti insediamenti illegali, che presentano condizioni di vita non salutari. La gente che vive nel campo di Plementina, o che è stata spostata dal campo inquinato da piombo a nord di Mitrovica, in particolare, deve ancora sopportare condizioni igieniche veramente precarie.

La prima fase della ricostruzione della Mahalla Rom ha ricevuto diverse reazioni negative dalle comunità Rom, Ashkali ed Egiziana dall’estero.

La frequenza scolastica da parte dei bambini delle comunità Rom, Ashkali ed Egiziana è scarsa a tutti i livelli educativi, con meno del 10% dei bambini Rom frequentanti la scuola primaria.

Il programma per le comunità Rom, Ashkali ed Egiziana non è stato finalizzato, e la gente di queste comunità che vive all’estero non è stata coinvolta in questa strategia.

Il livello di disoccupazione nelle comunità Rom, Ashkali ed Egiziana è ancora molto alto, molto più dei valori di media. Per di più, queste comunità, più frequentemente di altre, vengono impiegate nell’economia irregolare, fuori delle norme.

In definitiva, sono stati fatti piccoli progressi nell’affrontare la situazione delle comunità Rom, Ashkali ed Egiziana, che continuano ad affrontare condizioni di vita veramente difficili e discriminatorie, specialmente nei settori dell’istruzione, della protezione sociale, della cura della salute, della casa e del lavoro regolare.

 

2.3. Problematiche regionali ed obblighi internazionali

 

Le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) hanno dato appoggio continuo alla Missione delle Nazioni Unite per l’Amministrazione ad Interim in Kosovo (UNMIK) nella collaborazione con il Tribunale Internazionale per i Crimini nella ex Jugoslavia (ICTY).

Nel febbraio 2007, l’ex Primo Ministro Ramush Haradinaj ha accettato di venire processato all’Aja per crimini di guerra, raccomandando all’opinione pubblica di mantenersi calma.

Comunque, un testimone chiave nel processo Haradinaj è morto e altri testimoni sono stati minacciati. È necessario intensificare la protezione dei testimoni.

A ben vedere, qualche progresso è stato acquisito nella cooperazione con l’ICTY.

Non esiste un quadro legislativo per congelare i beni di coloro che sono messi in stato di accusa dall’ICTY.

I processi per crimini di guerra domestici sono condotti esclusivamente da giudici ed accusatori internazionali. Sono in fase di svolgimento otto processi per crimini di guerra e 48 altri casi sono sotto indagine. Tuttavia, vi è un arretrato di diverse centinaia di cause. Sussiste l’ostacolo della scarsa volontà delle popolazioni locali a testimoniare.

Misure opportune per la protezione dei testimoni sono all’oggi deficitarie.

 

Il Kosovo continua a partecipare attivamente e con successo a diverse iniziative di cooperazione regionale, secondo la Risoluzione ONU 1244 (UNSCR 1244).

Nel dicembre 2006, l’UNMIK ha sottoscritto il migliorato Patto d’Area per il Libero Commercio nell’Europa Centrale (CEFTA) in favore del Kosovo. L’accordo è stato successivamente ratificato dall’Assemblea del Kosovo. Si sono insediati gruppi di lavoro per assicurare la piena esecuzione dell’accordo.

Inoltre il Kosovo partecipa all’Iniziativa per la Rimozione delle Barriere Doganali, sotto gli auspici del Patto di Stabilità. Questa iniziativa andrà ad integrarsi nel CEFTA.

Nel novembre 2006, una delegazione congiunta UNMIK-PISG ha partecipato alla promozione del primo Indice delle Riforme e degli Investimenti nel Sud-Est Europeo organizzato dalla Convenzione sugli Investimenti, un programma del Patto di Stabilità e dell’Organizzazione per lo Sviluppo e la Co-operazione Economica (OECD), proposto per migliorare il clima degli investimenti ed incoraggiare lo sviluppo del settore privato nella regione.

Il Kosovo è impegnato nell’opera del Patto di Stabilità e nel processo di transizione nell’ambito di un quadro di co-operazione regionalmente più riconosciuta.

Nel maggio 2007, il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG) e il Primo Ministro hanno partecipato a Zagabria al summit del Processo di Co-operazione del Sud-Est Europeo (SEECP).

Il Kosovo sta partecipando all’Osservatorio sui Trasporti nel Sud-Est Europeo (SEETO).

Il Kosovo continua a mettere in pratica i provvedimenti derivanti dal Trattato Comunitario sull’Energia e dall’Accordo di Area sull’Aviazione Comunitaria Europea (ECAA), entrambi sottoscritti nel 2006.

Il Kosovo partecipa agli incontri della Carta Europea per le Piccole Imprese e nell’ottobre 2006 ha ospitato la riunione regionale.

Quindi, il Kosovo partecipa attivamente e costruttivamente, quando possibile, alle iniziative di cooperazione regionale.

 

Per quel che concerne le relazioni bilaterali con le altre nazioni dell’allargamento all’Unione Europea e con gli Stati membri confinanti, l’Autorità della Banca Centrale ha firmato un memorandum di intesa operativo nel dicembre 2006 con l’Agenzia per la Vigilanza Assicurativa della Slovenia in modo da perfezionare la co-operazione nel campo assicurativo e nel controllo dell’assicurazione pensionistica.

Nel febbraio 2007, il Kosovo e l’Albania hanno firmato un memorandum di intesa nel campo della standardizzazione e dell’accreditamento. Questo facilita l’Agenzia per la Standardizzazione del Kosovo ad accedere agli standard tecnici dell’Unione Europea sviluppati dalla Commissione Europea per la Standardizzazione (CEN).

L’Autorità della Banca Centrale del Kosovo ha sottoscritto un memorandum di intesa con l’Ufficio Assicurativo Albanese sul mutuo riconoscimento delle polizze assicurative domestiche per la responsabilità conto terzi per gli autoveicoli con libretto di circolazione Albanese o Kosovaro.

Il confine con la Macedonia, Repubblica della ex Jugoslavia, non è stato ancora definitivamente

demarcato.

 

3. Criteri economici


Prendendo in esame gli sviluppi economici del Kosovo, l’approccio della Commissione Europea è stato guidato dalle conclusioni del Consiglio Europeo a Copenhagen nel giugno 1993, in cui si stabiliva che l’appartenenza all’Unione richiede l’esistenza di una economia di mercato funzionante e la capacità di affrontare le pressioni della concorrenza e le tensioni del mercato all’interno dell’Unione.

 

3.1. L’esistenza di una economia di mercato funzionante

 

Fondamenti di politica economica

La speciale situazione politica in Kosovo, combinata con la divisione di responsabilità fra le Istituzione Provvisorie di Autogoverno (PISG) e la Missione delle Nazioni Unite per l’Amministrazione ad Interim in Kosovo (UNMIK), produce effetti sulla politica economica.

L’incertezza sul futuro status politico del Kosovo influenza ogni campo della politica economica.

Sono stati fatti alcuni progressi verso la creazione di un ambiente che renda possibile una positiva transizione ad una economia di mercato funzionante.

Il bilancio del 2006, come pure quello attuale, sono andati in una buona direzione, e il governo si è impegnato di continuo a mantenere le politiche fiscali su percorsi sostenibili.

Il Kosovo ha adottato un quadro di spesa a medio termine per il periodo 2008-2010 che quantifica le sue necessità di spesa e definisce le scelte politiche e gli investimenti in molti settori chiave.

Tuttavia, le priorità delle spese importanti non sono state impostate in un modo ordinato. Le difficoltà nell’assicurarsi un consenso politico generale, tale da rispettare gli impegni politici, sono parzialmente dovute alla carenza di co-ordinazione all’interno del governo, in particolare fra il Ministero dell’Economia e Finanze e gli altri Ministeri collaterali, sia durante la fase di strategia che in quella della realizzazione. Inoltre è stata rinviata un’intesa con il Fondo Monetario Internazionale (IMF) su un Memorandum sulle Politiche Economiche e Finanziarie, visto che il governo non ha fatto progressi rispetto ad una azione prioritaria richiesta dal Fondo.

Per concludere, l’economia e le politiche economiche sono condizionate dall’incertezza sul futuro status del Kosovo. All’interno di questo contesto, le politiche in atto sono decisamente valide ed orientate nettamente al mercato. Anche così, la coordinazione politica sull’economia è rimasta debole.

 

Stabilità macroeconomica

La produttività effettiva è aumentata di un 3.8%, valutato nel 2006, dopo una crescita dello 0.6% nel 2005. [I valori di conto aggregati nazionali (Prodotto Interno Lordo PIL e suoi componenti) sono basati su stime del Fondo Monetario Internazionale IMF del giugno 2007].

La diminuzione degli aiuti dall’estero è stata compensata dalla crescita in altri settori. I consumi delle famiglie sono aumentati di quasi il 5% in termini nominali, mentre il prodotto nominale, misurato come PIL, è cresciuto solamente di circa il 2%. La spesa pubblica ha mostrato un quadro differenziato, dato che i salari statali sono aumentati in linea con i consumi privati delle famiglie, mentre è rimasto debole l’aumento della spesa pubblica per beni e servizi.

La diminuzione delle donazioni ha toccato tutte le categorie (le rimesse degli emigranti, le entrate delle persone localmente impiegate, la diminuzione di beni e servizi).

La spesa generale per investimenti statali è diminuita di più di un terzo, dato che solo il 70% della spesa per investimenti messa in bilancio è stato realmente impiegato.

Nel 2006, gli investimenti finanziati dalle donazioni si sono ridotti del 15% e, di conseguenza, la loro percentuale negli investimenti totali è caduta all’11%, dal 14% nel 2005.

Gli investimenti privati hanno continuato a crescere a passo veloce – fino al 32% nel 2006, a partire dal 24% del 2005. Nell’ambito di questa categoria, gli investimenti privati sull’edilizia abitativa sono passati al 9.4% dopo l’8.8% nel 2005, mentre gli investimenti privati non in questo campo sono cresciuti in modo netto, dal 50% del 2005 al 60% nel 2006. Quindi, per la prima volta, gli investimenti privati non nella proprietà immobiliare hanno superato gli investimenti sull’edilizia in termini relativi, arrivando al 12.6% del PIL nel 2006, con investimenti complessivi, sia pubblici che privati, attestati al 31.3% del PIL nel 2006, dal 29.1% nel 2005.

Si può concludere che vi è stata una ripresa della crescita, quantunque moderata.

 

Dopo il 3.7% nel 2005, le importazioni di beni e servizi sono cresciute del 10.4%. All’interno delle importazioni nel settore privatistico, i beni finali di consumo sono aumentati al 12.9%, mentre nel 2006 le importazioni dei beni di investimento sono passate al 36.5% nel 2006.

Il deficit commerciale (solamente per i beni) si è allargato ulteriormente al 53% del PIL

nel 2006, dal 48% del 2005, e questa tendenza è continuata anche nella prima metà del 2007.

Il rapporto fra le esportazioni e le importazioni dei beni è aumentato, rimanendo comunque basso all’8.5% nel 2006, e riflette le carenze di capacità e di competitività nelle esportazioni, le due principali debolezze dell’economia del Kosovo.

Il deficit di conto corrente – non prendendo in considerazione gli aiuti dall’estero – è rimasto, grosso modo, stabile attorno al 19% del PIL nel 2006, dopo il 18.5% nel 2005.

Il livello degli aiuti dall’estero è diminuito dal 21% del PIL del 2005 al 18% nel 2006 e il trasferimento di capitali privati è rimasto sostanziale (attorno al 20% del PIL nel 2006).

L’afflusso degli investimenti esteri diretti (FDI), sul ritorno di una accelerata attività di privatizzazioni, è aumentato di circa il 10% del PIL nel 2006, dopo solo un 3.5%

nel 2005.

La maggior parte dell’afflusso degli investimenti esteri diretti finanzia le privatizzazioni. I profitti derivati dalle privatizzazioni sono depositati correntemente in un conto destinato a garanzia ed investiti all’estero in titoli, e non finanziano ancora le effettive attività economiche in Kosovo (nel campo degli investimenti o dei consumi).

Comunque, i conti con l’estero del Kosovo sono rimasti precari.

 

Alla fine del 2006, il numero delle persone disoccupate ufficialmente è aumentato del 2.4%

rispetto al 2005, ed è aumentato ulteriormente nel 2007.

Il 47% delle persone disoccupate sono donne.

La scarsa affidabilità dei dati ufficiali sulla disoccupazione rende difficoltosa l’analisi sugli sviluppi del mercato del lavoro. L’insufficienza delle statistiche economiche e sociali è una condizione generale dell’economia del Kosovo.

Secondo un’indagine sulla forza lavoro, nel 2006 la disoccupazione si è attestata al 44.9% della forza lavoro attiva. Certamente, un largo numero di disoccupati ufficiali risulta attivo nell’economia irregolare. Tuttavia, la disoccupazione ufficiale rimane alta ed è costantemente in crescita. Però, e questo è parzialmente dovuto alle valutazioni sulla natura delle zone d’ombra dell’economia, la disoccupazione ufficiale non riflette sistematicamente le dinamiche dell’economia.

 

L’inflazione dei prezzi al consumo nel 2006 è stata dello 0.6%, leggermente positiva, dopo due anni di calo dei prezzi. Dal gennaio all’agosto 2007, l’inflazione media annuale si è attestata all’1.9%, dovuta ad una netta accelerazione nei prezzi degli alimentari in agosto.

In generale, l’inflazione è stata guidata dalla tendenza dei prezzi mondiali, mentre nel caso dei beni e servizi prodotti domesticamente la crescita dell’inflazione ha avuto un andamento negativo.

Il saldo di bilancio del 2006 ha registrato un surplus del 3.6% del PIL, invece di un deficit programmato del 2.0%. Da un canto, questo surplus era dovuto all’aumento delle entrate più alto di quello previsto, derivato principalmente da una più efficiente raccolta delle tasse, e, d’altro canto, al tasso di esecuzione di spesa in conto capitale di solo il 70%, che riflette una limitata capacità amministrativa nel settore delle pubbliche commesse e della conduzione progettuale.

Con la spesa corrente sotto controllo e le straordinarie entrate fiscali, alla fine di settembre 2007 il bilancio ha registrato un avanzo dell’8.6% di PIL. La quota di spesa statale è diminuita dal 31.1% di PIL nel 2005 al 29.2% nel 2006.

Secondo classificazione funzionale, la gestione economica ha corrisposto per il 24% a spesa pubblica (in questa categoria il 29% consiste di stipendi, soprattutto per imprese di pubblica proprietà, e il 59% di investimenti), per il 21% alla previdenza sociale, per il 18% alla pubblica istruzione, per il 12% alla sicurezza e all’ordine pubblico (gli stipendi in questa categoria ammontano ad un quinto di tutti gli stipendi statali), per l’11% ai servizi pubblici in generale e per il 10% alla sanità.

In conclusione, l’atteggiamento fiscale si è dimostrato più restrittivo di quello programmato all’inizio, ma altamente volatile, con una spesa al di sotto dei limiti di bilancio imposti e prestazioni di entrate migliori di quelle anticipate.

Dato il suo attuale status politico, il Kosovo non può assumere un qualche debito pubblico esterno. In assenza di una politica monetaria, visto che il Kosovo usa l’euro come moneta corrente, il bilancio è il solo strumento utilizzabile in Kosovo per una politica macroeconomica.

A parte il forte consolidamento fiscale non previsto, il mix di politica nel complesso è risultato inadeguato.

 

Interazione delle forze di mercato

Nel 2006, i consumi nel settore privato sono stati valutati come il 74% dei consumi complessivi. La quota degli investimenti privati è cresciuta dal 62% degli investimenti totali nel 2005 al 75% e la percentuale delle importazioni private è passata dal 74.2% nel 2005 all’80.2%.

Sono stati fatti sostanziali progressi nelle privatizzazioni di imprese, un tempo di proprietà sociale (SOE). Comunque, alcune grandi SOE, specialmente fra le SOE nelle enclavi Serbe, restano ancora da privatizzare.

Nel luglio 2007, l’Agenzia delle Finanze del Kosovo (KTA) ha deciso di lanciare la 28.esima ondata di privatizzazioni, che vedeva interessati principalmente centri commerciali e terreni agricoli. Al 30 giugno 2007, dalle privatizzazioni sono pervenuti in conto garanzia 315 milioni di Euro, dei quali più di 60 milioni di Euro sono stati destinati per essere distribuiti ai lavoratori delle imprese un tempo di proprietà statale. Il 20% degli introiti dalle privatizzazioni è stato programmato per essere versato ai lavoratori delle imprese un tempo di proprietà statale. Fino ad oggi sono stati versati 12 milioni di Euro all’Unione Indipendente dei Sindacati del Kosovo, incaricata della distribuzione dei fondi ai lavoratori.

Una larga parte di questi fondi attualmente si trova bloccata, rimanendo pendenti le sentenze relative a rivendicazioni.

Nel dicembre 2006, il governo ha dato inizio alla costituzione in società di sette compagnie regionali dell’acqua e nel marzo 2007 alla privatizzazione dei servizi per l’irrigazione e per il trattamento delle acque di scarico.

Tuttavia, la Serbia ha continuato ad opporsi al processo di privatizzazione in atto guidato dalla Missione delle Nazioni Unite per l’Amministrazione ad Interim in Kosovo (UNMIK), con le motivazioni che questo processo infrange i diritti di proprietà, e i cittadini Serbi presentano numerose istanze di protesta su questo argomento.

Per concludere, l’espansione in atto del settore privato nel 2006 è un riflesso dell’accelerazione del processo di privatizzazioni.

 

Entrata ed uscita dal mercato

Nel 2006, il numero delle aziende registrate in Kosovo è salito del 13% nel 2006, più di 57.000.

Sono pervenute informazioni più dettagliate e più affidabili sugli impedimenti all’entrata e all’uscita dal mercato.

Più del 50% delle imprese hanno dichiarato che ottenere una licenza di attività o un permesso di commercio, oltre alla conformità con i regolamenti doganali, ha posto un problema quando si sono dovuti fare affari.

Inoltre creano problemi l’incertezza delle politiche che regolano le questioni d’impresa e i costi per accedere ai finanziamenti. Più dell’80% dei nuovi investimenti vengono finanziati con risorse proprie. La ragione principale riportata per non avere fatto ricorso ad un prestito ufficiale è stata che i tassi di interesse erano troppo alti.

Il 70% delle imprese ha ritenuto le aliquote di tassazione troppo alte e i regolamenti di lavoro sono considerati troppo restrittivi.

L’uscita dal mercato costituisce ancora un lungo processo: l’Agenzia delle Finanze del Kosovo (KTA) ha da tempo approvato 84 liquidazioni di imprese un tempo di proprietà sociale (SOE).

Il 5 ottobre 2006, il Ministero dell’Economia e Finanze aveva inviato al governo un disegno di legge sulla bancarotta e la liquidazione d’impresa, ma da allora si è sempre in attesa della sua approvazione finale e della promulgazione.

In conclusione, il limitato accesso ai finanziamenti, la burocrazia e le incertezze legislative (fra le altre cose, il possesso dei beni) continuano a pesare negativamente sull’accesso al mercato. Ora che sono state rese possibili indagini esaurienti sulla situazione delle piccole e medie imprese (SME) in Kosovo, si verifica che per le SME i risultati ottimistici di un precedente studio sulle condizioni di fare impresa con la prospettiva di larghi investimenti provenienti dall’estero non si sono ottenuti.

 

Sistema legale

L’uso dei tribunali per dirimere questioni legate alla proprietà rimane sotto valorizzato. La corruzione e l’incertezza sui diritti di proprietà costituiscono il maggior impedimento alle attività economiche, e questo è dovuto sia allo status politico finale del Kosovo ancora in fase di risoluzione, sia alle contestazioni sulle registrazioni delle terre in contestazione o alle mappe catastali andate perdute.

In generale, la carenza di norme di legge sta ostacolando lo sviluppo economico.

 

Sviluppo del settore finanziario


Il livello dell’intermediazione finanziaria si è innalzato ulteriormente, seppure da una base minima, dato che i prestiti bancari al settore privato sono arrivati al 26.1% del PIL alla fine del 2006. Anno per anno, l’aumento del credito si è aggirato fra il 20% e il 25%. Quasi tutto questo è stato prodotto dalla crescita dell’attività creditizia durante il 2006 da parte di due grandi banche, di proprietà straniera, che stanno operando in Kosovo.

Il 77.1% dei rilevanti prestiti è indirizzato a imprese non finanziarie, la maggior parte delle quali sono piccole e medie imprese (SME).

Nel 2007, una banca Slovena ha comprato la maggioranza delle azioni di due importanti banche del Kosovo: il 51.4% della KasaBank e il 75% della Banka e Re e Kosoves (BRK). Inoltre, la Banca nazione del commercio di Albania ha ricevuto una (preliminare) licenza che le consente di operare in Kosovo. Dopo questo consolidamento, le cinque più importanti banche gestiscono il 98% delle attività complessive delle istituzioni di credito domestiche, con le tre grandi banche di proprietà straniera che da sole ne controllano il 91%. Quindi, il settore finanziario si è ulteriormente espanso e consolidato in un contesto di crescente proprietà straniera.

L’utile lordo dai tassi di interesse è rimasto veramente alto al 10.4%, dato che, alla fine del 2006, sui depositi venivano pagati interessi su una media del 3% e i prestiti concessi al 13.4%. Più di metà degli utili si devono mettere in relazione a costi di operazioni, mentre il rimanente riflette i premi da rischio dovuti ai diritti di proprietà non ancora determinati.

Alla fine del 2006, il rapporto prestito-contro-deposito si è attestato sul 68.7%, e i prestiti non resi si sono aggirati sul 4.1% dei prestiti complessivi.

Di conseguenza, nessuno di questi indicatori prudenziali nel settore bancario si è orientato a qualche maggior rischio sistemico. Nemmeno il ritiro di una licenza bancaria nel 2006 ha scatenato una qualche negativa ripercussione.

In definitiva, il rischio sistemico nel settore bancario si presenta basso, ma l’intermediazione finanziaria continua a soffrire per l’estensione di alti tassi di interesse, per procedure conseguenti a carenze catastali, accompagnate da costose registrazioni e per procedure informative sul credito deboli.

 

3.2. La capacità di affrontare la pressione della competizione e le tensioni del mercato all’interno dell’Unione

 

Esistenza di una economia di mercato funzionante

In generale, il Kosovo ha sviluppato una appropriata legislazione e una struttura istituzionale per una economia di mercato funzionante. Tuttavia, l’implementazione e il rafforzamento di questa struttura rimangono deboli. Il Kosovo ha acquisito un certo grado di stabilità macroeconomica, dato che le entrate fiscali hanno visto un flusso migliore di quello previsto e l’inflazione è rimasta contenuta. La crescita economica valutata intorno al 4% del PIL effettivo nel 2006 è dovuta alla capacità di ripresa del settore privato in un ambiente di crescita negativa della spesa pubblica e di un ulteriore declino degli appoggi dei donatori.

Nel complesso, le incertezze relative allo status del Kosovo, i rischi fiscali e lo squilibrio della bilancia dei pagamenti continuano a pesare negativamente sulla prevedibilità del clima economico e sulla affidabilità dei meccanismi di allocazione del mercato.

 

Capitale umano e fisico

Circa un quinto della popolazione è stato coinvolto nel sistema educativo, di cui il 78% nell’istruzione pre-scolastica e primaria, il 16% nell’istruzione secondaria e il 6% in quella terziaria. L’iscrizione scolastica in Kosovo rimane bassa, con sotto il 90% del gruppo di età nell’anno terminale dell’istruzione obbligatoria (secondaria inferiore). Ancora sotto il 55% si iscriverà al 12.esimo grado dell’istruzione secondaria superiore (necessario per le qualifiche professionali o l’ingresso all’università). Le scuole continuano ad operare su avvicendamenti multipli (fino a quattro) dovuti a carenza delle classi. Il governo ha continuato ad investire, con il sostegno di donatori, nell’aggiornamento e nella riqualificazione, con massima attenzione nei confronti dei giovani, delle minoranze, delle donne e dei disabili. Soprattutto, sono stati registrati progressi rispetto al miglioramento dell’istruzione.

Tuttavia, le condizioni fisiche delle infrastrutture scolastiche restano carenti, visto che le scuole mancano di edifici adeguati, di materiale e strutture didattiche. Per giunta, la scarsa capacità di aggiornamento ha continuato a rallentare lo sviluppo di un opportuno sistema educativo necessario per migliorare il capitale umano.

La penetrazione della telefonia mobile è rapidamente in crescita. Nel marzo 2007, l’autorità per la regolazione delle telecomunicazioni ha assegnato la seconda licenza per operare sulla telefonia mobile ad un consorzio formato da Ipko-Net e Telecom Slovenije/Mobitel.

L’Aeroporto Internazionale di Pristina ha ricevuto un prestito di 13,5 milioni di euro che verrà usato per migliorare le infrastrutture dell’aeroporto, fattore necessario ad ottenere una licenza ad operare 24 ore su 24.

Pochi progressi sono stati fatti nel campo della rete stradale, ferroviaria e delle infrastrutture per telecomunicazioni ad alta velocità. Le insufficienti infrastrutture per i trasporti impediscono l’espansione delle attività del settore privato, e le piccole e medie imprese soffrono per un limitato accesso ai servizi on-line. Le deficienze infrastrutturali per i trasporti e per internet sono di ostacolo all’accesso delle imprese del Kosovo al mercato dell’Unione Europea e limitano i benefici di una integrazione commerciale nella regione.

Le basi tecnologiche dell’economia sono rimaste estremamente fragili. Quindi, le basi tecnologiche fragili, (combinate con una perdita di competitività sui prezzi), e la scarsa disponibilità di capitale umano qualificato rimangono gli impedimenti più importanti alla capacità del Kosovo di far fronte alla pressione della concorrenza e alle tensioni di mercato.

 

Strutture di settore e di impresa

Le autorità hanno preso le misure preparatorie ad una futura liberalizzazione delle industrie per la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica e hanno dato corso alla separazione fra la produzione e la distribuzione dell’energia elettrica. È stata costituita la KOSTT, una compagnia indipendente che opera nel sistema della trasmissione, nella rete distributiva e nella commercializzazione di energia elettrica.

Sono state istituite autorità con compiti differenziati di regolamento per l’aviazione civile, l’energia, le miniere e i minerali, le telecomunicazioni, la gestione delle frequenze, l’acqua e i rifiuti.

Alla fine del 2006, l’ente regolatore delle miniere e dei minerali ha concesso 72 licenze (15 per l’esplorazione e 57 per attività minerarie) e ha dato inizio alla promozione delle potenzialità nel settore, in modo da attrarre investimenti diretti dall’estero (FDI).

La struttura d’impresa resta dominata dalle microimprese (98% di tutte le imprese), che impiegano non più di nove persone, ma fanno registrare il 56.1% dell’occupazione complessiva. Esistono solo 36 grandi imprese (con 250 occupati o più). A questa categoria appartengono le imprese pubbliche e un tempo di proprietà sociale, con un numero di impiegati pari al 28.4% dell’occupazione complessiva.

Quasi metà (47.8%) di tutti i commerci sono relativi alla vendita al minuto e all’ingrosso, seguiti da un 9.3% nella trasformazione alimentare, da un 5,3% nel campo dell’edilizia e ancora da un 5,3% nei servizi sociali privati.

L’economia irregolare rimane consistente, ed influenza negativamente la competitività in economia. L’agricoltura continua ad essere in difficoltà per problemi irrisolti sui diritti di proprietà e per i bassi livelli di investimenti di capitali.

Di conseguenza, il Kosovo è risultato incapace di incanalare le sue potenzialità per rimpiazzare le importazioni di alimenti lavorati e non lavorati, perciò non riuscendo ad utilizzare un potente meccanismo per ridurre il suo deficit nella bilancia dei pagamenti.

In definitiva, vi sono state poche variazioni nelle strutture settoriali dell’economia.

 

Influenza del governo sulla competitività

Sussidi e trasferimenti pubblici, eccezion fatta per le pensioni e l’assistenza sociale, sono diminuiti dal 4.3% del PIL nel 2005 al 2.9% nel 2006.

Un importante capitolo in questo capitolo di spesa era costituito dai sussidi alle imprese pubbliche (3.6% del PIL nel 2005), fra cui la KEK, la compagnia titolare di elettricità, ha continuato ad essere la maggior beneficiaria (2.5% del PIL), con la TREPCA-Miniere per seconda (0.5%).

Nel 2006, più di metà delle imprese del Kosovo si lamentava per pratiche anti-competitività.

Rimane pronunciata l’interferenza politica nella selezione dei membri del personale direttivo e superiore delle imprese pubbliche.

Inoltre, il governo è intervenuto per respingere un aumento nei prezzi dell’energia elettrica proposto dall’ente di regolamentazione dell’energia, incoraggiando le famiglie a non pagare le bollette se l’ente non ritornava alle vecchie tariffe. Bisogna dire che l’intervento governativo non ha creato pesanti barriere alla competitività nel settore privatistico.

Comunque, data l’insufficienza di ambizioni nell’area delle privatizzazioni, la carente direzione delle società di impresa pubbliche, e l’interferenza statale nella regolamentazione dei servizi pubblici, il governo non è stato in grado di portare a compimento totale le sue politiche, in modo da raccogliere i potenziali frutti della competitività.

 

Integrazione economica con l’Unione Europea EU

L’apertura dell’economia, misurata dal valore delle importazioni-plus-le-esportazioni in beni e servizi come percentuale del PIL, è arrivata al 77.9% nel 2006, a partire dal 71.4% nel 2005.

Metalli essenziali e prodotti della metallurgia di base hanno continuato a costituire quasi la metà dei beni esportati nel 2006 e nella prima metà del 2007.

Sulla scia della forte attività di investimenti, nel 2006 sono aumentate di molto le importazioni di macchinari, spostando la struttura delle importazioni dai beni di consumo finiti a beni per investimenti. Però, questa tendenza si è bloccata nella prima metà del 2007.

L’Unione Europea EU è il principale partner commerciale del Kosovo.

La percentuale di esportazioni legate all’EU è diminuita dal 38% nel 2005 al 34% nel 2006. La percentuale di importazioni complessive dell’EU ha mostrato un andamento quasi identico, decrescendo dal 38% nel 2005 al 34% nel 2006.

È aumentata l’integrazione commerciale con i paesi confinanti, tale che le esportazioni verso la regione Balcanica nel complesso sono aumentate del 58% nel 2006 (con le importazioni del 2.5%). L’indice dei prezzi al consumo basato su un effettivo rapporto di cambio è continuato a deprezzarsi, ma ad una velocità più modesta del 3.9% rispetto al 5% nel 2005.

Per concludere, il deficit commerciale è rimasto considerevole e la base delle esportazioni decisamente debole. Secondo le valutazioni del Fondo Monetario Internazionale, il PIL pro capite si aggira grosso modo sui 1.100 euro che corrisponde ad appena il 5% della media dei 27 paesi membri dell’EU.

 

4. Standard Europei

Questa sezione esamina la capacità del Kosovo ad accostare gradualmente la propria legislazione e le proprie politiche a quelle per l’“ammissione” , relativamente al mercato interno, alle politiche di settore e alla giustizia, alla libertà e sicurezza, in linea con il Processo di Stabilizzazione ed Associazione e con le priorità di Partnership con l’Europa.

Inoltre analizza le capacità amministrative del Kosovo.

 

4.1. Mercato interno

 

4.1.1. Libero movimento di beni

Un certo progresso è stato ottenuto nel campo della standardizzazione.

L’Agenzia Kosovara per la Standardizzazione (KSA) ha aumentato il suo personale, da 4 a 5 funzionari. In assenza di uno status del Kosovo, la KSA non può diventare membro delle organizzazioni sulla standardizzazione Europea ed internazionale. In considerazione di questo, il Kosovo ha sottoscritto un memorandum di intesa con il Ministero per l’Economia, il Commercio e l’Energia dell’Albania che permetterà alla KSA di adottare e diffondere gli standard tecnologici. Ad oggi, sono stati acquisiti come standard in Kosovo 171 standard Europei (ENs). Si sono insediate quattro commissioni tecniche nei campi dei prodotti per l’edilizia, dei combustibili liquidi, dei sistemi per il controllo di qualità, dei trasporti e telecomunicazioni.

L’accreditamento non è vincolante per designare le strutture per la valutazione di conformità. Dodici laboratori di analisi sono in fase di accreditamento, ma al presente in Kosovo non sono state ne’accreditate ne’individuate strutture per la valutazione di conformità.

La legge sulla metrologia prevede un dipartimento di metrologia in qualità di agenzia esecutiva all’interno del Ministero dell’Industria e Commercio. L’applicazione della legge ha avuto corso con l’adozione delle necessarie norme esecutive, e nel dicembre 2006 un primo laboratorio privato è stato autorizzato alla predisposizione delle unità di misura di riferimento. Queste preparazioni hanno lo scopo di costruire un laboratorio centrale di metrologia per la calibrazione e la verifica, nell’ambito del Ministero dell’Industria e Commercio.

Rispetto alle attività di sorveglianza del mercato, è stato costituito un Ispettorato Centrale per il Commercio (CTI) come agenzia esecutiva basata sulle norme di controllo del mercato.

Per quel che concerne il settore specifico della normativa sui prodotti, è stata trasferita nella legislazione del Kosovo solo l’acquisizione sui prodotti da costruzione e sulla strumentazione a basso voltaggio.

Comunque, l’Agenzia Kosovara per la Standardizzazione (KSA) ha un personale insufficiente e quindi non è al meglio operativa. All’ Ispettorato Centrale per il Commercio (CTI), solo l’ispettorato per il commercio è del tutto operativo. Le risorse umane e finanziarie del CTI non sono adeguate ad assicurare l’opportuna coordinazione delle attività delle diverse autorità di sorveglianza del mercato, e il CTI ha uno staff di sole sette persone.

Sono richiesti sforzi considerevoli per sviluppare ulteriormente questa infrastruttura e per aumentare la sua capacità amministrativa per mettere in esecuzione ed imporre le normative.

Per di più, la conformità delle normative, (inclusa la legislazione su prodotti di settori specifici), agli standard Europei necessita di una verifica.

La sorveglianza del mercato si trova in una fase preliminare e resta molto lavoro da fare per creare un sistema di sorveglianza del mercato indispensabile ad acquisire un libero movimento delle merci.

Non sono stati fatti particolari progressi nel campo della protezione dei consumatori.

Tuttavia, un qualche progresso è stato ottenuto nel costituire le necessarie infrastrutture orizzontali per acquisire un libero movimento dei beni. Sono ancora indispensabili considerevoli sforzi per sviluppare queste infrastrutture e per innalzare la capacità amministrativa.

Un problema comune a tutte le autorità ed istituzioni del Kosovo coinvolte nell’adozione e nella realizzazione delle norme per acquisire un libero movimento delle merci è la non adeguata capacità umana e le scarse risorse finanziarie.

 

4.1.2. Movimento di persone, servizi e diritto di impresa

Nel campo del libero movimento di servizi, sono state riviste le norme di controllo sulle pensioni, emendate e emanate in modo da rendere effettiva la normativa sulle pensioni. La struttura legislativa sulla libertà di fornire servizi e il diritto di impresa sono ancora veramente frammentari. In definitiva, a questo riguardo si sono ottenuti piccoli progressi.

 

4.1.3. Libero movimento di capitali

Nel febbraio 2007, l’Autorità della Banca Centrale del Kosovo (CBAK) ha adottato un regolamento bancario sulle concessioni a banche straniere e su restrizioni rispetto a loro affiliate.

Comunque, il trasferimento del dinaro Serbo nelle zone Serbe deve essere più trasparente. Nel Kosovo settentrionale, i pagamenti avvengono ancora principalmente in dinari Serbi piuttosto che in euro. Le strutture finanziarie e doganali dell’UNMIK giocano ancora un ruolo importante nel controllare i movimenti del dinaro Serbo.

Quindi, in questo campo si sono realizzati ben scarsi progressi.

 

4.1.4. Organismi doganali e fiscali e tassazione

Il Protocollo Fiscale per il Kosovo, entrato in vigore dal marzo 2004, è ampiamente compatibile con la legislazione dell’Unione Europea EU.

Sono entrati in vigore nuovi articoli, come le restrizioni sul commercio delle armi e sui prodotti controllati dalla Convenzione sul Commercio Internazionale delle Specie in Via di Estinzione

(CITES), un nuovo regime di sanzioni amministrative e un Codice Etico (è stato dato il via a 63 procedimenti disciplinari e una Unità sugli Standard Professionali sovrintende all’applicazione degli articoli del Codice).

Il Servizio Finanziario e Doganale dell’UNMIK ha aumentato le sue potenzialità assumendo e addestrando nuovo personale, e con l’installazione di un sistema di videocamere per la sicurezza. Nel nord sta operando una unità per la conformità doganale, che comprende un certo numero di funzionari internazionali. Inoltre è operativo il Dipartimento Anti-Contrabbando, che comprende 47 funzionari delle dogane. Dal marzo 2007 è stato messo in funzione un sistema televisivo a circuito chiuso, che fornisce un contatto diretto e permette di controllare tutti i punti del confine.

Esiste una speciale linea telefonica per tutti i cittadini, uomini di affari e altre istituzioni di rilievo che serve per riferire su possibili casi di corruzione, contrabbando o altre informazioni relative ad abusi di natura finanziaria.

Nel febbraio 2007, il servizio doganale ha partecipato al progetto di pagamento “Kos-giro”, che consente la standardizzazione e l’automazione del processo di emissione, di esecuzione e di conciliazione di ordini di pagamento di tasse, amministrato dal Servizio Finanziario e Doganale dell’UNMIK.

Il Servizio Finanziario e Doganale dell’UNMIK sta raccogliendo più introiti del previsto, e attualmente quasi il 75% di tutte le entrate per tassazioni viene raccolto alle frontiere.

Il Sistema per l’Amministrazione delle Tariffe Unificate permette agli operatori di mercato di fare il 90% delle loro dichiarazioni elettronicamente sulla base dell’informativa sulle Tariffe Unificate(TARIK), assolutamente tempestiva e opportuna.

Le note esplicative per armonizzare il sistema sono disponibili solo in inglese.

Il Piano di Azione Strategico per l’Amministrazione della Fiscalità in Kosovo (TAK) è sulla buona direzione e nel febbraio 2007 è stata adottata la strategia per il periodo 2007-2010.

Tuttavia, l’elaborazione del Sistema Informatico per l’Amministrazione è stata demandata al 2008 a causa di carenze di professionalità chiavi sulle Tariffe Unificate.

La TAK sta procedendo nei suoi sforzi di modernizzazione, ma i risultati rimangono deboli.

La raccolta delle tasse domestiche si attesta solo per un 25% delle complessive entrate fiscali, mentre il resto viene raccolto alle frontiere. Per di più, l’andamento è negativo, visto che la TAK ha raccolto nella prima metà del 2007 il 10.4% in meno di tasse rispetto ai primi sei mesi dell’anno precedente.

La raccolta domestica dell’Imposta sul Valore Aggiunto (VAT) è inefficiente e vi è una certa reticenza da parte delle imprese a riferire sulle loro vendite. La VAT viene pagata solamente dalle imprese con un movimento annuale al di sopra dei 50.000 euro o con un proprio patrimonio di almeno 50.000 euro. Secondo la normativa esistente, le imprese possono stare al di sotto di queste entrate in modo da evitare di pagare le tasse.

Per intensificare la raccolta delle imposte e per rafforzare la sua capacità, il Kosovo dovrebbe creare le condizioni necessarie per assicurare la registrazione delle attività commerciali ed aumentare la buona disposizione dei contribuenti.

Alla fine, nel campo delle entrate da dazi doganali possono essere registrati buoni progressi, mentre si sono avuti piccoli progressi nel campo della fiscalità.

 

4.1.5. Concorrenza

La Commissione sulla Concorrenza non è ancora operativa. Mentre l’Assemblea sta esaminando i candidati alla Commissione sulla Concorrenza, il metodo di nomina dei membri della Commissione potrebbe indurre alla sua politicizzazione.

Il Kosovo ha bisogno di finalizzare l’insediamento della Commissione sulla Concorrenza, e di destinare le necessarie risorse alla Commissione per il suo funzionamento.

Non è ancora stata adottata una norma sugli Aiuti di Stato, che dovrebbe prevedere un ufficio per gli Aiuti di Stato all’interno del Ministero dell’Economia e Finanze.

Non vi sono stati rilevanti progressi nel campo delle politiche sulla concorrenza.

 

4.1.6. Commesse pubbliche

Nel giugno 2007, è stata promulgata una norma che emendava la legge del 2004 sulle commesse pubbliche (PPL). La legge emendata PPL si propone di migliorare le conformità delle attività di commesse pubbliche con le esigenze dell’Unione Europea EU e con gli standard e le procedure meglio riconosciute internazionalmente, introducendo inter alia un numero di nuove definizioni.

Inoltre la legge cambia le strutture istituzionali relative alla richiesta di commesse pubbliche, migliorando le regole per il reclutamento dei funzionari specifici e il loro aggiornamento, e indicando una nuova normativa per la Commissione di Controllo delle Commesse Pubbliche (PPRC), per il Consiglio di Revisione sulle Commesse Pubbliche (PPRB) e per l’Agenzia per le Commesse Pubbliche (PPA).

La legge emendata PPL rimuove la richiesta di una previa approvazione per la procedura riservata, che sarà molto più facile da usare in pratica.

L’Agenzia per le Commesse Pubbliche (PPA) al momento ha tredici funzionari. La sua principale funzione è relativa alle commesse centrali, ed inoltre svolge alcune funzioni tecniche e di controllo nei casi in cui le commesse pubbliche sono direttamente condotte dalle autorità contraenti. L’Agenzia ha sviluppato un data-base che controlla i dati relativi alle commesse provenienti dalle organizzazioni preventivate. Questo strumento contribuirà in modo significativo all’efficacia delle statistiche e di direzione.

La Commissione di Controllo delle Commesse Pubbliche (PPRC) è un’agenzia responsabile per lo sviluppo, il controllo e la revisione del sistema nel suo complesso. È costituita da cinque funzionari di nomina governativa ed assunti dal parlamento per un quinquennio. Almeno tre membri devono essere in possesso delle stesse competenze richieste ai giudici. La PPRC ha un gruppo di supporto di 18 membri.

Il nuovo Ufficio di Controllo delle Commesse Pubbliche (PRB), istituito in seguito alla PPL modificata, sarà un ufficio quasi di natura giurisdizionale, competente a riesaminare le decisioni amministrative assunte dalle istituzioni centrali relativamente alla gestione delle procedure delle commesse pubbliche, e di rivedere i ricorsi dei concorrenti agli appalti secondo le procedure di revisione. I membri del PRB saranno di nomina governativa ed assunti dall’Assemblea parlamentare per un quinquennio; possono essere rimossi alle stesse condizioni e secondo le analoghe procedure per la rimozione dei giudici.

Tuttavia, il passaggio all’Assemblea del Kosovo delle norme emendanti la legge PPL ha sofferto di significativi ritardi, e la versione finale non risulta in linea con gli standard Europei.

L’Ufficio di Controllo delle Commesse Pubbliche PRB, responsabile dei reclami di gestione, è un dipartimento che dipende dalla Commissione di Controllo delle Commesse Pubbliche PPRC e quindi non è un organismo indipendente. In più, vi sono perplessità sul metodo di assunzione dei membri degli uffici di tutte queste amministrazioni, che induce alla loro politicizzazione.

Vi sono strutture con scarso personale, e quindi non in grado di affrontare i reclami in modo tempestivo.

La struttura istituzionale per gli appalti pubblici ha bisogno di assicurare una capacità amministrativa e l’indipendenza necessarie. Questo risulta tanto più opportuno in quanto il sistema di appalti pubblici è stato nel 2006 un fattore determinante della significativa carenza di spesa in termini di investimenti in conto capitale.

In conclusione, alcuni progressi si sono fatti registrare nel campo degli appalti pubblici. In questo campo si stanno individuando movimenti preparatori per l’allineamento agli standard Europei.

 

4.1.7. Normativa sulla proprietà intellettuale

Per quel che concerne i diritti sulla proprietà industriale, nel febbraio 2007 l’Assemblea ha approvato la normativa che emenda e rende più completa la legge sui brevetti.

Secondo la nuova normativa, viene istituito un Ufficio autonomo sulle Proprietà Industriali

(OIP), appartenente al Ministero per l’Industria e il Commercio (MTI), per rendere operative le norme sui brevetti, sui marchi di fabbricazione e sulle progettazioni industriali.

In settembre, sono state adottate quattro Circolari Informative Amministrative sulla registrazione dei brevetti, sulle progettazioni industriali e sui marchi di fabbricazione, così come su altri aspetti riguardanti la proprietà dei diritti industriali.

Comunque, si sono verificate vistose e massicce violazioni dei diritti sulla proprietà intellettuale, e la capacità amministrativa di salvaguardare i diritti di proprietà intellettuale è insufficiente.

Sebbene l’Ufficio sulle Proprietà Industriali OIP sia aperto ufficialmente dal giugno 2007, ancora non è completamente operativo e le capacità amministrative in quest’area al Ministero per l’Industria e il Commercio sono scadenti. Viene richiesta un’ulteriore legislazione per le applicazioni.

Nel complesso, nel campo della normativa sulla proprietà intellettuale si sono registrati solamente piccoli progressi.

 

4.1.8. Politiche sociali e per l’occupazione

Alla fine del 2006, il numero dei disoccupati in cerca di lavoro ha registrato una significativa decrescita del 17%. Nell’ottobre 2006, il governo ha approvato un Piano di Azione per l’Impiego dei Giovani, per procurare lavoro a 200.000 giovani, di cui si prevedeva l’arrivo sul mercato del lavoro nei cinque anni a venire. Inoltre, le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) hanno contattato numerosi paesi Europei per l’accesso ai mercati del lavoro di lavoratori stagionali.

Tuttavia, il Kosovo non possiede una strategia globale sulla disoccupazione.

La percentuale di disoccupazione del 44.9% è la più alta nei Balcani Occidentali. Le percentuali dei gruppi socialmente deboli sono significativamente più alte della media.

I tassi di disoccupazione delle donne e dei giovani nel 2006 sono cresciuti del 2.4% rispetto al 2005, e l’andamento è lo stesso per il 2007. Per giunta, i tassi di disoccupazione dei giovani e degli appartenenti alle minoranze stanno aumentando più velocemente della media, del 10.4% e 4% rispettivamente; (per i Serbi del Kosovo del 6.3%).

La domanda di lavoro rimane bassa e l’offerta di lavoro non corrisponde alle caratteristiche del mercato. Non sono disponibili dati ufficiali sull’occupazione informale, cosa che rende difficile contrastarla.

Lo status attuale del Kosovo complica i provvedimenti legali per finalizzare accordi trans-nazionali sul lavoro stagionale. Inoltre vi è una deficienza di capacità all’interno delle Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) a sviluppare proposte per discussioni tecniche.

L’Ispettorato del Lavoro ha ancora una inadeguata capacità di controllare l’operatività di una pur essenziale normativa sul lavoro.

Il settore dei Servizi è la principale fonte di occupazione, in particolare per i giovani.

Nell’area delle politiche sociali, nel febbraio 2007 l’Assemblea ha adottato una legge sull’assicurazione sanitaria e la legge sul Servizio Sanitario Pubblico.

La commissione nell’ambito del Ministero della Sanità sui reclami dei cittadini è operativa; i reclami presentati vengono affrontati e le parti sono accolte.

Le procedure ministeriali per autorizzare istituzioni sanitarie private sono in atto, più di 650 richieste sono state presentate e più di 100 di queste hanno ricevuto l’approvazione. I richiedenti respinti possono presentare appello.

Comunque, la legge sull’assicurazione sanitaria e la legge sul Servizio Sanitario Pubblico non sono ancora state promulgate, date le loro implicazioni di bilancio. Come conseguenza, non esiste alcuna normativa delegata.

Il settore della sanità è particolarmente condizionato da strutture parallele finanziate dal governo Serbo, e questo provoca ineguaglianze nel servizio sanitario.

Indicatori sanitari sono argomento di preoccupazione. Il tasso di mortalità infantile, il tasso di mortalità all’età di 5 anni, e il tasso di mortalità delle madri sono più alti dei corrispondenti indicatori nei Balcani Occidentali. L’aspettativa di vita, di 69 anni, è inferiore alla media nella regione.

Il sistema sull’informazione sanitaria sta lentamente introducendosi nelle istituzioni sanitarie pubbliche; non è completamente a posto e sarebbero richiesti sforzi addizionali per fornire la gestione integrata delle istituzioni sanitarie e del personale.

L’efficienza dell’uso delle strutture ospedaliere ha bisogno di essere ulteriormente intensificata.

La legge sull’ispettorato della sanità è scarsamente applicata e l’Ispettorato Sanitario sulla salute non sta funzionando in modo soddisfacente.

Il sistema sociale di sicurezza mostra carenze di coordinazione fra i ministeri, che impediscono di conformarsi alle esigenze di bilancio.

Il quadro attuale di sicurezza sociale permette alle dotazioni di bilancio la copertura di circa solo un terzo delle attuali spese pro capite. Non permette di mettere in comune risorse dalle fonti salariali e ostacola l’esistenza di un programma di assicurazioni private.

Spesso, le persone non sono adeguatamente informate sui loro diritti e di come prendere vantaggi da questi. Ciò è essenzialmente dovuto all’organizzazione istituzionale, che è complessa e non facilmente accessibile.

Sono necessari maggiori sforzi per finalizzare l’introduzione di una rete informativa funzionale integrata, che vada a coprire tutte le istituzioni fra loro collegate.

 

Nel campo dei servizi sociali, le maggiori sfide sono nello sviluppo della fornitura di servizi vincolati alla decentrazione graduale di competenze alle municipalità.

Le municipalità non hanno consapevolezza del loro ruolo, delle loro responsabilità e dei meccanismi che possono utilizzare per fornire servizi. Inoltre, vi è mancanza di personale qualificato nei servizi municipali e sociali; è necessario l’aggiornamento non solo per il personale amministrativo, ma anche per i giudici e i procuratori che spesso non hanno familiarità con le più recenti normative in questo campo specifico.

Il sistema pensionistico è finanziariamente insostenibile, visto che il tasso di disoccupazione è alto ed è ampiamente diffusa l’occupazione informale.

Tutto ciò richiede una struttura legale in collegamento con il precedente sistema pensionistico Jugoslavo, al quale la popolazione del Kosovo ha contribuito.

La legislazione sull’assistenza sociale non può completamente essere applicata per mancanza di fondi. Ci si trova di fronte a grandi sfide, compreso il decentramento graduale di competenze e il potenziamento delle capacità municipali, la lotta contro le frodi, e la promozione del lavoro in coordinazione con il settore dell’istruzione professionale, che tenga in considerazione la struttura del mercato del lavoro.

Il Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG) ha emanato una direttiva sulla disponibilità di risorse finanziarie nel Bilancio Consolidato, in forza della legge che definisce lo status e i diritti delle famiglie dei veterani e delle vittime civili della guerra. Sebbene la normativa non sia ancora in applicazione, il Governo ha parzialmente implementato la legge e già sono stati erogati alcuni versamenti.

Per concludere, nel campo delle politiche sociali non si sono registrati particolari progressi. Vi è un piccolo progresso da evidenziare nel campo delle politiche per l’occupazione, che richiede una maggiore attenzione da parte del governo.

 

4.1.9. Istruzione e ricerca

Nel maggio 2007 è stata adottata dal governo la Strategia Pre-università 2007-2013.

Le basi e il finanziamento per questa strategia, come per le altre strategie educative, sono stabiliti dallo sviluppo e dal piano strategico 2007-2009 e dalla struttura di spesa a medio termine. Nel luglio 2007 è stata emanata dall’Assemblea la normativa su un quadro nazionale di qualificazione. Il Ministero e la società civile stanno partecipando a gruppi di lavoro per favorire lo sviluppo di una rete nazionale di controllo e di valutazione dell’insegnamento.

Sta avviandosi l’introduzione di un sistema integrato per la formazione dei dirigenti nel campo dell’insegnamento; attualmente 16 municipalità sono dotate di un opportuno programma informatico.

All’inizio del 2007, il Ministero dell’Istruzione, delle Scienze e Tecnologie ha sostenuto il ri-accreditamento dell’Università di Mitrovica, di lingua Serba

Rappresentative ministeriali, integrate da membri della società civile, hanno organizzato e partecipato a seminari, nel novembre 2006 a Bologna, in Kosovo e a Strasburgo, nel maggio 2007 a Londra e nel giugno 2007 a Brussels.

Il Ministero aveva costituito un gruppo di lavoro per il seminario di Bologna, composto in parte da funzionari del ministero e presieduto da un attivista della società civile.

Nel maggio 2007, il Kosovo ha firmato il memorandum d’intesa fra i ministri responsabili dell’istruzione, delle scienze e della ricerca nel Sud-Est Europeo, sotto l’egida del Patto di Stabilità, per accentuare i provvedimenti di cooperazione del memorandum d’intesa del 2003.

Per quel che concerne l’istruzione e l’addestramento di tipo professionale, cinque informative amministrative e due delibere sono state emanate per applicare in modo più deciso la normativa sull’istruzione professionale e il suo sviluppo.

In Kosovo si sono imposte alcune attività di ricerca. Il governo ha iniziato il processo di reclutamento dei membri del Consiglio Nazionale delle Scienze, come indicato dalla legge sulla ricerca.

Tuttavia, in netto contrasto con gli obiettivi per l’ istruzione permanente dell’EU, la situazione nel settore dell’istruzione in Kosovo resta critica.

I finanziamenti per l’istruzione hanno bisogno di essere notevolmente incrementati, dato l’alto numero di giovani, i sistemi di educazione parallela e la scadente qualità dell’insegnamento in tutto il Kosovo. Sono stati quantificati i costi dei programmi, ma non sono stati stanziati i fondi per la loro realizzazione.

Le scuole presentano ancora insegnamento su due o più turni, cosa che contrasta qualsiasi sforzo per uno sviluppo di un sistema educativo di qualità.

Le municipalità non hanno ne’adeguati stanziamenti e nemmeno personale preparato per affrontare le attività didattiche da sviluppare al loro livello. La coordinazione fra i livelli centrale, regionale e municipale risulta inefficiente. Il sistema educativo e della formazione è ancora veramente limitato e si riscontrano serie carenze nei meccanismi e nelle istituzioni per l’accreditamento, nell’impostazione degli standard scolastici, e per assicurare la qualità nel settore educativo.

Non esiste una rete coordinata di donatori per il settore dell’istruzione. Non esiste una normativa per l’istruzione e l’aggiornamento privati.

Le minoranze mancano di insegnanti, libri e di materiale didattico necessario per l’apprendimento nella loro lingua madre. Spesso devono affrontare ostacoli per accedere agli studi superiori. Sono scarsi gli edifici scolastici per l’insegnamento dei bambini con speciali difficoltà, sia dal punto di vista qualitativo che quantitativo, e non si affrontano questi bisogni.

Il settore della ricerca continua ad essere un problema. Le attività di ricerca avvengono ad un basso livello di intensità e non in settori strategici.

In conclusione, i progressi nel campo dell’istruzione e della ricerca sono stati poco rilevanti.

 

4.1.10. Problematiche relative all’Organizzazione Mondiale del Commercio WTO

Qualsiasi considerazione sull’accesso al WTO risulta prematura prima della definizione della questione sullo status del Kosovo.

 

4.2. Politiche di Settore

 

4.2.1. Industria e Piccole e Medie Imprese (SME)

Con riferimento al sistema delle imprese, è stata resa possibile una più rapida registrazione delle SME, compresi i grandi magazzini specializzati nel settore vendite: per cominciare a fare impresa più speditamente erano necessari procedimenti meno burocratici per la registrazione.

Inoltre sono stati fatti progressi nel campo della tassazione, in quanto sono state ridotte le aliquote di imposta ed è stato adottato un adeguato sistema di composizione delle controversie.

Nel dicembre 2006, è divenuta operante l’Agenzia a Favore delle SME.

Già nel 2001 si era insediata una Camera di Consultazione, che aveva impostato una serie di quattro incontri programmati per il 2007 con lo scopo di servire come forum di discussione, consultazione e risoluzione delle problematiche che coinvolgevano il settore delle SME.

La Camera di Consultazione è diretta dal Ministero per l’Industria e Commercio, e consiste di 26 membri in rappresentanza di differenti istituzioni governative e non, e di corporazioni affaristiche come la Camera di Commercio del Kosovo, università, banche, comunità di donatori, ed altre strutture finanziarie. La Camera ha incontri trimestrali.

L’Agenzia per la Promozione agli Investimenti ha potenziato le sue capacità e nel novembre 2006 ha aperto un nuovo ufficio a Vienna.

L’ufficio offre servizi gratuiti ai potenziali investitori, in uno sforzo di attirare in Kosovo investimenti esteri. L’Agenzia progetta di aprire uffici anche in altri paesi.

Tuttavia, non è stata ancora adottata una strategia a medio termine per una politica a favore delle SME, e non è stata messa in azione una strategia a breve a causa di vincoli di bilancio.

Esiste una carenza generale nelle politiche relative a molti degli obiettivi della Carta Costitutiva delle SME, data dalla notevole difficoltà a superare le tante pastoie allo sviluppo delle SME, come l’impatto con le normative, l’accesso on-line per le SME e le garanzie creditizie.

I finanziamenti restano difficoltosi.

In tanti casi, sono state applicate la legislazione o le normative dei regolamenti, ma con nessun effetto di ricaduta o con risorse inadeguate ad ottenere progressi concreti. Questi esempi includono le SME elettroniche e la prestazione di servizi per le piccole imprese da parte di società specializzate nel fornire assistenza e finanziamenti a chi propone interessanti iniziative imprenditoriali legate ad Internet.

In conclusione, è stato realizzato qualche progresso nel campo industriale e delle Piccole e Medie Imprese SME.

 

4.2.2. Agricoltura e pesca

Vi sono pochi sviluppi da riferire per quel che concerne l’armonizzazione con gli standard Europei, malgrado l’adozione di leggi sulla pesca e l’acqua-coltura, i terreni agricoli, i prodotti vegetali tutelati e la tutela dei diritti sulle varietà vegetali.

In Kosovo, il settore dell’agricoltura contribuisce per il 30% del PIL e il 60% della popolazione vive in zone rurali. Questa importanza non viene riflessa nel bilancio di spesa del governo o in tentativi di riforme in questo settore.

La deficienza di uno status politico, combinata con le pesanti restrizioni di bilancio e con la carenza di adeguate risorse finanziarie, costituisce ostacolo alla realizzazione pratica di un piano governativo per lo sviluppo rurale e agricolo.

Agli inizi del 2007, il governo ha approvato il Piano per lo Sviluppo Rurale e agricolo per il periodo 2007-2013 (ARDP), che ha previsto strategie sub-settoriali.

Nell’ambito del Ministero dell’Agricoltura, Foreste e per lo Sviluppo Rurale (MAFRD) è stata insediata una unità ad hoc di coordinazione per l’applicazione dell’ARDP.

Nel marzo 2007, a Rahovec è stato organizzato l’Istituto Enologico e dell’Agricoltura.

Nei campi della veterinaria e dei fitofarmaci, sono state adottate alcune misure per il controllo delle malattie degli animali, una legge quadro e una rilevante normativa sui fitofarmaci.

L’assistenza dall’estero ha permesso ai laboratori del Kosovo di acquisire attrezzature indispensabili.

Non è stata ancora emanata una legge quadro sugli alimenti. Questo ha procurato ritardi nello sviluppo e nell’applicazione di una specifica normativa e nella costituzione dell’Agenzia per la Sicurezza Alimentare.

Le responsabilità per l’amministrazione veterinaria e dei fitofarmaci rimangono incerte, specialmente in relazione con il Ministero MAFRD, il governo locale e a livello municipale.

L’Agenzia Veterinaria e sugli Alimenti, l’Ispettorato di Igiene nell’ambito del Ministero della Sanità, e gli ispettori municipali di controllo sui fitofarmaci devono affrontare le medesime difficoltà.

Un piano per un personale più preparato nel campo specifico dell’agro-alimentare è veramente ad uno stadio primitivo.

Il carattere operativo del sistema per identificare i bovini e per registrare i loro movimenti necessita di essere ratificato. L’identificazione e la registrazione dei movimenti di pecore e capre è solo agli inizi.

In definitiva, nei campi dell’agricoltura, veterinaria, dei fitofarmaci e della pesca si sono avuti solo piccoli progressi.

 

4.2.3. Ambiente

Nel gennaio 2007, le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) hanno approvato un piano di azione sull’ambiente del Kosovo, per dare il via ad azioni per un ulteriore avvicinamento agli standard Europei. Il piano prevede 52 progetti da realizzarsi nel periodo 2007-2010.

Comunque, a causa delle restrizioni finanziarie, è stato approvato per il 2007 uno solo di questi progetti.

Sono stati fatti progressi nel campo della legislazione orizzontale. (Viene classificata come “orizzontale” la legislazione che prende in considerazione le problematiche di ordine generale che interessano l’ambiente, piuttosto che di settori specifici).

Nell’agosto 2007, l’Assemblea ha approvato la norma sulla valutazione di impatto ambientale (EIA). Il Ministero per l’Ambiente e la Pianificazione Territoriale (MESP) continua a mettere in pratica le direttive amministrative sulla EIA.

La legge per la protezione contro i disastri naturali e di altra natura è stata promulgata dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG).

Nel periodo dall’ottobre 2006 al maggio 2007, il MESP ha concesso 121 autorizzazioni con interesse all’ambiente ( sono in corso procedimenti per altre 55 ulteriori richieste; 6 sono state respinte).

Sono stati rivisti i già esistenti corsi di studio sull’ambiente a tutti i livelli di istruzione. Sono state prese alcune misure per rafforzare la consapevolezza nella pubblica opinione sulle problematiche ambientali.

Nondimeno, le attività in questa materia sono insufficienti e la presa di coscienza da parte delle popolazioni sui problemi dell’ambiente rimane veramente scarsa.

Nessun progresso può essere riferito per quel che concerne la qualità dell’aria. Ancora risulta deficitaria una normativa attinente.

Invece sono stati fatti progressi nel campo della gestione dei rifiuti e nel settore della qualità dell’acqua.

È stata promulgata la legge sulle attività idro-metereologiche.

Il MESP sta proseguendo nella sua azione per far applicare la legge sulle acque.

Tra l’ottobre 2006 e il maggio 2007, sono state date in concessione 78 licenze per l’acqua e altre sette domande sono in fase di osservazione.

Dal MESP è stato preparato il progetto per lo sviluppo di un sistema per il controllo delle acque, che è stato presentato ai donatori nell’aprile 2007.

Si sono consolidate le aziende di pubblico servizio responsabili della gestione dei rifiuti e delle acque; restano da costituirsi sette aziende per la gestione dei rifiuti e tre per l’irrigazione.

Tuttavia, le aziende devono far fronte alla raccolta delle entrate, visto che mediamente circa solo un terzo dei consumatori paga le bollette.

In materia di acque, di trattamento di acque luride, di raccolta di rifiuti e del loro smaltimento, le strutture sono ancora fragili e risulta necessario potenziare l’attuale preparazione per la gestione del settore dei rifiuti.

Progressi sono stati fatti per quel che riguarda la protezione della natura.

Nel gennaio 2007 è stata promulgata la legge sulla protezione delle piante.

Parti della Direttiva sugli Uccelli Selvatici e della Direttiva sugli Ambienti Naturali sono state recepite dalla normativa sulla conservazione della natura, ma non sono stati fatti progressi rispetto alla trasposizione di parti della Direttiva sugli Uccelli Selvatici.

Tanto meno non si sono visti progressi rispetto all’inquinamento industriale e alla gestione dei rischi, come richiesto dalla Convenzione della Comunità sull’Energia.

La normativa sui prodotti chimici è stata adottata dall’Assemblea, ma non è stata ancora promulgata dal Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG).

Le risorse umane e finanziarie del MESP e la sua capacità amministrativa e delle specifiche istituzioni sono limitate ed insufficienti per inquadrare in modo adeguato le sfide ambientali a cui il Kosovo deve far fronte. Vi è carenza di personale qualificato, e in campo ambientale è presente una confusione di competenze tra le varie istituzioni. Vi è necessità di una più stretta cooperazione e di una azione coordinata tra il MESP e Ministeri per l’Energia, per le Attività Minerarie e per i Trasporti, così come fra le autorità locali.

Risulta indispensabile per il Kosovo dare inizio a riflessioni sulla necessità di inclusione degli aspetti ambientali nelle altre politiche.

Nell’aprile 2007, ha iniziato i suoi lavori l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente.

Uno dei suoi compiti consiste nell’impostare il sistema informativo sull’ambiente. Visto che i bisogni stimati in campo ambientale superano in buona sostanza il bilancio del MESP, sono necessari contributi da donatori.

Per concludere, in campo ambientale si sono visti certi progressi. Rimane una sfida l’attuazione e l’imposizione della normativa.

 

4.2.4. Politica dei trasporti

Le infrastrutture per i trasporti in Kosovo rimangono modeste, con scarsa manutenzione, ed insufficiente ripristino e sviluppo della rete stradale. Le infrastrutture ferroviarie, il materiale rotabile e tutti gli altri servizi inerenti al trasporto ferroviario sono di qualità scadente.

Nel settore delle Reti di Trasporto Trans-Europee, il Kosovo ha fatto qualche progresso. Ha favorito lo sviluppo del nucleo centrale della rete di trasporti e ha partecipato all’Osservatorio sui Trasporti del Sud-Est Europeo (SEETO).

Ha approvato il secondo piano pluriennale di cinque anni per il periodo 2007-2011.

Sono stati completati nel 2007 uno studio di fattibilità e una valutazione di impatto ambientale per la strada R6, che collega Nis a Pristina e all’Albania, e la strada R7, di collegamento del Montenegro con Pristina e Skopje.

Queste vie di comunicazione sono compatibili con le priorità del SEETO e si dimostrano avere la precedenza assoluta nel Quadro di Spesa a Medio Termine per il Kosovo prospettato per il 2008-2010.

Il governo intende finanziare le R6 e R7 mediante il supporto di donatori e/o con la partecipazione pubblico/privato.

Comunque, nel settore delle reti di trasporto, la realizzazione dei progetti identificati come prioritari nel piano pluriennale e le loro revisioni annuali hanno bisogno di una cooperazione continua con l’Osservatorio SEETO, in modo da compiere ulteriori progressi nella definizione delle priorità regionali e nella coordinazione degli investimenti.

Per quel che concerne le strade R6 e R7, vi è la necessità di armonizzare le proposte politiche con i risultati dello studio di fattibilità.

Inoltre, il Kosovo necessita di sviluppare la struttura istituzionale e legale, e la capacità amministrativa per grandi investimenti e Partenariati Pubblico Privato PPP.

Per acquisire una ragionevole pianificazione delle infrastrutture per i trasporti, il Kosovo dovrà imporre una pianificazione sull’uso del territorio.

Tuttora deve essere promulgata ed applicata la legge sugli espropri. Inoltre resta prioritaria per il governo la costruzione delle strade di circonvallazione attorno a Pristina, ed è in corso uno studi di fattibilità.

Nel campo del trasporto su strada sono da registrare alcuni progressi.

Nel gennaio 2007 è stata approvata dall’Assemblea del Kosovo la legge sulla Sicurezza Stradale, che è in via di promulgazione da parte del Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite (SRSG). Nel marzo 2007 si è costituito un gruppo di lavoro inter-ministeriale sulla sicurezza stradale, che si incontra con scadenza regolare.

Un documento della Banca Mondiale raccomanda uno scenario di finanziamenti per la manutenzione e il ripristino delle strade, a copertura del periodo 2007 – 2015, ed un ulteriore rafforzamento istituzionale relativo alla gestione della condizione delle strade.

Non vi è bastante attenzione alla manutenzione stradale, e in questo settore la preparazione è ad uno stato primitivo.

Pochi progressi sono da registrare nel settore del trasporto ferroviario.

Nel dicembre 2006 è stata promulgata la normativa sulle ferrovie del Kosovo.

Il Kosovo partecipa attivamente al gruppo di lavoro sulle ferrovie dell’Osservatorio sui Trasporti del Sud-Est Europeo (SEETO). Tuttavia, le infrastrutture e il materiale rotabile, come pure il livello dei servizi ferroviari rimangono ad un livello veramente basso.

Non si è ancora insediato un ente che regola le ferrovie. Dato che le ferrovie del Kosovo, al momento, non sembrano poter costituire impresa che dà profitti, non figurano nelle priorità economiche del governo. Il Kosovo dovrebbe riflettere sul ruolo del trasporto ferroviario per lo sviluppo minerario nel suo complesso, dato che i minerali costituiscono risorse essenziali per il paese.

Sono stati fatti alcuni passi avanti per quel che riguarda il trasporto aereo.

La Missione delle Nazioni Unite per l’Amministrazione ad Interim in Kosovo (UNMIK), per conto del Kosovo, è firmataria dell’accordo che stabilisce l’Area dell’Aviazione della Comunità Europea (ECAA) e la applicazione della prima fase di questo accordo è già cominciata.

L’Ufficio di Controllo dell’Aviazione Civile del Kosovo (CARO) ha designato una Direzione Amministrativa sui requisiti di sicurezza per i velivoli e gli operatori; CARO ha sottoposto per approvazione all’UNMIK un Programma di Addestramento alla Sicurezza in Aviazione ed un Programma per il Controllo di Qualità sulla Sicurezza in Aviazione per il Kosovo.

Entrambi i documenti sono in linea con i requisiti di accesso all’Unione Europea e con il Documento 30 della Conferenza sull’Aviazione Civile Europea (ECAC).

Inoltre, CARO ha proposto un emendamento quadro sulla normativa sui diritti dei passeggeri.

Nel marzo 2007, il Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni ha costituito un gruppo di lavoro per coordinare l’azione di esperti esterni per delineare la normativa sull’Aviazione Civile, in coordinazione con il CARO e la Sezione IV dell’UNMIK. Questa normativa determina l’Autorità per l’Aviazione Civile del Kosovo e copre tutti i settori delle attività dell’aviazione civile in Kosovo, in accordo con la normativa Europea.

L’Aeroporto Internazionale di Pristina (PIA) è stato trasferito ad un ente operatore civile e sta funzionando come una società per azioni. Attualmente, il PIA è soggetto a vari lavori di natura tecnica per il potenziamento dell’aeroporto.

Il lavoro nel campo del trasporto aereo è ben orientato.

Il Kosovo non ha sviluppato una strategia di trasporto multi-modale. Quindi, nel campo dei trasporti sono stati fatti alcuni progressi, anche se progressi significativi nel settore del trasporto via ferrovia non si sono ben evidenziati. Ancora risulta necessaria la messa in sicurezza di efficienti strutture di comunicazione.

 

4.2.5. Energia

In Kosovo, la fornitura di energia rimane precaria e non affidabile, specialmente nelle aree remote. Le interruzioni di potenza sono ancora frequenti.

Non sono stati fatti progressi per quel che riguarda i rifornimenti di petrolio.

Invece qualche progresso è stato fatto nel campo del mercato interno di energia.

L’UNMIK, per conto del Kosovo, è firmataria dell’Accordo Comunitario sull’Energia (ECT), che è entrato in applicazione all’1 luglio 2006. Quindi, dal luglio 2007, il Kosovo è tenuto ad applicare questo determinante accordo Europeo, fatta eccezione per la raccolta di capitali sul mercato, alla cui apertura viene applicato uno specifico programma.

Una importante pietra miliare è stata la costituzione nel luglio 2006 di un Operatore del Sistema di Trasmissione di Energia Elettrica (KOSST), come società per azioni autonoma, che nell’ottobre 2006 ha avuto l’autorizzazione dal Regolatore per l’Energia. Nell’ottobre 2006, il KOSTT è stato ammesso come membro degli Operatori di Sistemi di Trasmissione per il Sud-Est Europeo (SETSO).

Il Kosovo partecipa a tutte le istituzioni regionali attinenti all’energia, sebbene incontri ostacoli dati dalle incertezze legali collegate alla questione del suo status.

Sono stati fatti passi avanti nei campi della produzione e della fatturazione dell’energia. Il Ministero per l’Energia e Miniere ha predisposto, in collaborazione con importanti istituzioni, un’agenda operativa sulle attività in essere, come una riforma del sistema della rete elettrica, una apertura graduale al mercato energetico, la ristrutturazione e la creazione di un quadro normativo per il rendimento energetico, come richiesto dall’Accordo Comunitario sull’Energia (ECT).

Nel novembre 2006, il governo ha adottato il Programma per il 2007-2009 sulle Fonti rinnovabili e il Rendimento Energetico per il Kosovo.

Nell’aprile 2007 sono state prese misure per la ristrutturazione dell’azienda pubblica di elettricità del Kosovo. La Commissione Fiscale ed Economica ha approvato la proposta di estendere alla Compagnia di Elettricità del Kosovo (KEK) un prestito superiore ai 75 milioni di Euro dal Fondo Consolidato. Il prestito servirà alla KEK per attuare, insieme ad altri donatori, come la Commissione Europea, il necessario rinnovamento delle strutture minerarie più importanti e di preparare l’apertura in tempo opportuno della miniera di Sibovc Sud-occidentale. L’apertura di una nuova miniera è essenziale per il Kosovo, visto che è previsto che le attuali miniere di carbone si esauriranno nel 2009.

Nel maggio 2007, l’Ufficio Regolatore per l’energia ha considerato le richieste della KEK e dell’Operatore del Sistema di Trasmissione di Energia Elettrica (KOSST) riguardanti i loro profitti ammissibili ed ha approvato i loro tariffari per la vendita al dettaglio di elettricità.

Nel febbraio 2007 si è insediato un Presidente Kosovaro all’Ufficio Regolatore per l’energia. Il Regolatore per l’energia attualmente riceve introiti dalle licenze, che dovrebbero consentire all’ufficio di operare come struttura di controllo indipendente dal punto di vista finanziario, come previsto dalla normativa sulla regolamentazione e il controllo energetico.

Nel maggio 2007, la KEK ha annunciato di avere predisposto un nuovo piano di azione con lo scopo di aumentare la raccolta di entrate e di rafforzare la politica di interruzione dell’erogazione per i consumatori fraudolenti. Le misure di interruzione hanno come principale obiettivo i consumatori commerciali.

Sono in continuo sviluppo i progetti di una nuova termocentrale "Kosovo C" (Progetto per lo Sviluppo di una Termocentrale a Lignite), in concomitanza con l’apertura di una nuova miniera di lignite, e il probabile ripristino di unità selezionate dell’impianto già esistente “Kosovo A”.

La Banca Mondiale e la Commissione Europea appoggiano la struttura del progetto e procurano assistenza tecnica.

In agosto, dopo un lungo processo, sono stati nominati tre consulenti che hanno cominciato ad operare in Kosovo. I loro compiti specifici sono le operazioni bancarie, legali e di tutela giuridica, e sono sostenuti dalla Banca Mondiale. Il loro ruolo è di consigliare la Commissione di Controllo per l’impianto “Kosovo C” e di predisporre il processo per la gara di appalto dei progetti. Si è previsto che per la fine dell’anno i tre consulenti dovranno sottoporre alla Commissione di Controllo le loro proposte.

Il Kosovo ha bisogno di compiere ulteriori passi in avanti nello stabilire e mettere in atto un quadro normativo a partire dall’Accordo Comunitario sull’Energia (ECT).

La competenza legale e legislativa del Ministero dell’Energia e Miniere necessita di essere rafforzata maggiormente. Diventa una sfida il reclutamento di personale qualificato.

La fornitura di energia non sempre viene assicurata. Resta problematico l’aumento di finanziamenti per realizzare il programma sulle Fonti rinnovabili e il Rendimento Energetico per il Kosovo.

La ristrutturazione della Compagnia di Elettricità del Kosovo (KEK) è solo ad uno stadio iniziale e resta la sfida più importante; inoltre è un pomo della discordia fra i diversi finanziatori.

L’autorità di controllo è ancora soggetta ad influenze politiche e la sua indipendenza non sempre viene rispettata.

Il non pagamento delle bollette per l’elettricità costituisce un problema grave per la KEK ed è la causa principale della sua insolvenza. La KEK necessita di integrazioni al suo bilancio.

Le perdite, sia dal punto di vista tecnico che finanziario, restano estremamente alte. Il 32% della energia prodotta viene classificato come elettricità rubata, dato l’uso fraudolento dei contatori elettrici o gli allacciamenti illegali. Circa due terzi dell’elettricità immessa nella rete di distribuzione non viene pagato. Mediamente, ogni mese la KEK perde sui 13-14 milioni di euro. Il debito accumulato dalla KEK per bollette di fornitura elettrica non pagate viene valutato intorno ai 250 milioni di euro. Sono ancora richiesti sforzi continui per aumentare le percentuali di entrate per pagamenti di forniture e per introdurre gradualmente tariffe per le forniture elettriche che riflettano i costi.

L’Operatore del Sistema di Trasmissione di Energia Elettrica per il Kosovo (KOSST) sta incontrando difficoltà nei gruppi di lavoro tecnico dell’Unità Operativa degli Operatori di Sistemi di Trasmissione per il Sud-Est Europeo (SETSO) e nella Compensazione Inter-Trasmissioni e Meccanismo di Scambio Commerciale fra Frontiere, l’accesso alla rete e il meccanismo per la amministrazione della cogestione, e gli imminenti Meccanismi per gli Strumenti di Bilanciamento dell’ Energia per il Sud-Est Europeo, difficoltà che sono relative alla posizione presa dall’Operatore di Sistema di Trasmissione Serbo. Come risultato, il KOSST non è stato compensato, fra l’altro, per l’elettricità trasmessa attraverso la rete di distribuzione del Kosovo.

Esistono ancora problemi sulla solvibilità finanziaria per il progetto “Kosovo C” in una prospettiva a lungo termine e intorno agli aspetti di impatto ambientale. Per il nuovo progetto, il Kosovo avrà bisogno di soddisfare a pieno i provvedimenti dell’Accordo Comunitario sull’Energia (ECT), con riferimento all’acquisizione in ambito Europeo di nuovi progetti per la produzione di energia.

Vi è carenza di sviluppo di adeguate infrastrutture e di investimenti nella rete di distribuzione. Questo in particolare riguarda zone del paese rurali e remote.

Non sono stati fatti progressi con riferimento alla sicurezza nucleare e alla protezione da radiazioni. In questo campo, vi è la necessità di implementare regole di base e di una appropriata struttura di controllo idonee ad operare efficacemente.

In definitive, sono stati fatti alcuni progressi in campo energetico. Tuttavia, le sfide restanti, specialmente con riferimento alle erogazioni di energia, restano veramente significative.

 

4.2.6. Mondo dell’informazione e media

Nel campo delle comunicazioni elettroniche si sono registrati alcuni progressi. Nel giugno 2007 il governo ha adottato un documento sulle politiche relative a questo settore.

Nel marzo 2007, il consorzio IPKO Net Telekom Slovenija/Mobitel è stato dichiarato vincitore del contratto come secondo operatore di telefonia mobile. L’Autorità di Controllo sulle Telecomunicazioni (TRA) ha approvato un piano nazionale di numerazione e ha dato inizio alle procedure per la concessione di numeri ad investitori interessati. Nel maggio 2007, blocchi di numeri sono stati concessi al primo operatore alternativo di servizi fissi.

Tuttavia, l’introduzione della concorrenza e della liberalizzazione nel settore delle comunicazioni elettroniche ha incontrato degli ostacoli.

L’operatore in carica per la telefonia fissa ha un diritto esclusivo al centro di transito internazionale di telecomunicazioni fino alla fine del 2007.

L’Autorità di Controllo sulle Telecomunicazioni (TRA) ha assegnato quattro concessioni per servizi internazionali a partire dall’inizio del 2008 ed ha approvato l’offerta di interconnessione dopo ricorso ad arbitrato presentata dall’operatore in carica per la telefonia fissa, sebbene gli accordi di interconnessione siano ancora in fase di conclusione.

Molte della normative di applicazione sono ancora in una fase di delineazione e non è stato ancora deciso quando le varie protezioni sulla concorrenza, come il portatile di numero, la selezione del trasportatore, la pre-selezione del trasportatore e la separazione delle linee di raccordo locali, saranno introdotte.

Sussistono problemi tecnologici relativi al fatto che il Kosovo non possiede un codice internazionale per la telefonia.

Vi è la necessità di un regolatore indipendente con poteri rafforzati, con il compito, fra l’altro di introdurre e far rispettare la legislazione e le politiche di settore.

L’Autorità di Controllo sulle Telecomunicazioni TRA manca di competenze amministrative, di esperienza e di indipendenza per svolgere le sue mansioni. Anche la capacità amministrativa del Ministero dei Trasporti e delle Comunicazioni necessità di essere potenziata.

Non si sono riscontrati progressi nel campo dei servizi nel mondo dell’informazione.

Il Kosovo ha bisogno di allineare la sua legislazione per acquisire le condizioni di un possibile accesso all’Unione Europea.

Rispetto alle linee di condotta sugli audiovisivi, il quadro normativo di regolamentazione è migliorato significativamente nell’ultimo anno.

L’Assemblea del Kosovo ha adottato una legge degna di lode sulla diffamazione civile.

Una opportuna applicazione della legge sull’accesso ai documenti ufficiali è stata facilitata da una direttiva amministrativa.

I mezzi di informazione via stampa hanno insediato un Consiglio della Stampa multi-etnico, con il compito di far rispettare un codice di comportamento.

Tuttavia, un anno e mezzo dopo la promulgazione dell’importante normativa, non è stato ancora predisposto l’ufficio dell’ente per le radio- e tele-trasmissioni pubbliche(RTK).

All’1 febbraio 2008, la KEK, la Compagnia di Elettricità, terminerà la raccolta delle tasse per le radio- e tele-trasmissioni di servizio pubblico per l’ente RTK.

Questo porrà in pericolo l’esistenza dell’ente RTK di pubblico servizio.

Un finanziamento di RTK e dei Media delle Minoranze, stabile e sostenibile, è cruciale per conseguire gli obiettivi di un servizio pubblico di radio- e tele-trasmissioni e di un accesso alle informazioni da parte di tutte le comunità.

Due anni dopo la sua fondazione, l’Istituto sui Media del Kosovo non è ancora del tutto operativo.

Il direttore esecutivo della Commissione Indipendente sui Media (IMC) è stato nominato. In IMC la minoranza Serba è rappresentata. Questa Commissione ha la responsabilità di direzione, di regolamentazione e di assegnazione delle risorse per lo spettro di frequenze del sistema radiotelevisivo, di emanazione di normative, della concessione di autorizzazioni e della raccolta delle imposte per l’uso delle frequenze in Kosovo.

Dalla sua istituzione, in Kosovo sono state autorizzate 117 emittenti radiotelevisive. L’IMC ha contribuito ad aiutare il governo a delineare una politica sui mezzi di comunicazione delle minoranze e con le caratteristiche della multi-etnicità e a costituire un fondo di finanziamenti per il loro sostegno.

L’IMC deve ancora affrontare importanti problematiche, come la depenalizzazione della diffamazione e delle offese. Gruppi di lavoro stanno prendendo in considerazioni alcune questioni come la concentrazione dei media e la regolamentazione della soglia minima di pubblicità. Esiste la necessità di coordinare le responsabilità fra l’Autorità di Controllo sulle Telecomunicazioni (TRA) e la Commissione Indipendente sui Media (IMC) per l’assegnazione, la distribuzione, la gestione e il monitoraggio dello spettro delle frequenze.

In conclusione, non vi sono stati progressi nel campo del mondo dell’informazione e solo qualche passo avanti nell’area dei media. Rimane non conseguita una effettiva liberalizzazione del mercato delle comunicazioni elettroniche e non è stata ancora introdotta un’intensa concorrenza.

La riforma sui media è in stato di avanzamento, ma devono ancora essere affrontate problematiche cruciali come la depenalizzazione della diffamazione, la regolamentazione della soglia di pubblicità, l’adeguato finanziamento del servizio pubblico radiotelevisivo, l’opportuna applicazione della normativa sulla libertà di informazione e le trasmissioni radiotelevisive negli idiomi delle minoranze. I lavori preparatori in questo campo sono agli stadi iniziali.

 

4.2.7. Controllo finanziario

Nel campo del Controllo delle Finanze Interne Pubbliche (PIFC) sono stati fatti alcuni progressi.

Nel maggio 2007, il governo ha adottato un Documento Politico sul PIFC. Nel settembre 2007, il governo ha approvato la strategia per il funzionamento della certificazione di bilancio nelle istituzioni del Kosovo per il periodo 2008-2012, ed è stata adottata una legge per il controllo di bilancio interno. La legge è fondata sul modello di controllo delle finanze interne pubbliche dell’Unione Europea e prevede la costituzione di una unità centrale di armonizzazione per il controllo del bilancio interno, che svilupperà standard, addestramento di revisori contabili interni, sviluppo del controllo dei revisori contabili, e produrrà una supervisione sulla assicurazione di qualità del lavoro di controllo del bilancio interno.

La legge sulla revisione contabile interna presenta alcune contraddizioni, soprattutto in termini dell’indipendenza operativa della revisione contabile interna, incoerenze che sarà necessario rimuovere in futuro.

Tuttavia, ci si attende che la legge aiuterà nel fare chiarezza fra i finanziatori sulle responsabilità di controllo contabile.

Il Dipartimento per la Revisione Contabile Interna nel Ministero delle Finanze e dell’Economia fornisce parzialmente i servizi per l’unità di armonizzazione centrale (CHU) per la revisione contabile interna. Un minimo di capacità di controllo contabile interno è stato stabilito in molte organizzazioni finanziarie, ma la responsabilità manageriale e le capacità generali di revisione contabile devono essere potenziate.

Rispetto alla revisione contabile esterna, l’Ufficio del Revisore Contabile Generale (OAG) è, e rimarrà per il tempo dovuto, un potere riservato. L’OAG relaziona al Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell’ONU sull’applicazione del Bilancio Consolidato del Kosovo, in riferimento anche alle aziende di pubblico servizio.

Lo sviluppo dell’OAG in una istituzione di revisione contabile di massima autorità, basata sugli standard dell’INTOSAI e che riferirà all’Assemblea, dipenderà da varie circostanze. [L'INTOSAI è l'organizzazione professionale delle ISC nei paesi membri delle Nazioni Unite o delle agenzie specializzate che fanno capo a queste ultime. Le ISC svolgono un ruolo fondamentale nella revisione dei conti dei conti e delle attività delle amministrazioni nazionali e nel promuovere la sana gestione finanziaria e il rispetto dell'obbligo di render conto dei rispettivi governi. Poiché i cittadini, i donatori internazionali e altri soggetti hanno aspettative sempre crescenti nei confronti dei governi nazionali, questi dipendono dalle ISC per garantire il rispetto dell'obbligo di rendere conto in materia di contabilità pubblica.]

A questo fine, l’OAG necessita di delineare e mettere in applicazione un piano strategico di sviluppo.

Alla fine, si può affermare che qualche progresso è stato fatto nel campo del controllo finanziario.

 

4.2.8. Settore Statistico

Anche durante il periodo di osservazione relativo a questa relazione l’infrastruttura statistica in Kosovo è rimasta debole. In campo statistico, la normativa corrente, alla prova, è risultata insufficiente rispetto al processo di allineamento agli standard Europei.

I Protocolli di Intesa con i più importanti elaboratori di dati pubblici hanno solo parzialmente conseguito i loro obiettivi. Per di più, non viene assicurata l’indipendenza operativa e finanziaria dell’Ufficio di Statistica del Kosovo (SOK).

Riguardo alle classificazioni, in Kosovo è veramente limitata la loro conformità con le classificazioni Europee ed internazionali. Nessun progresso può essere sottolineato. Il registro delle attività di natura statistica si è ulteriormente sviluppato, con valutazioni eseguite per controllare la qualità dei dati.

Per quel che concerne le statistiche settoriali, si possono valutare i progressi come segue:

Per le statistiche demografiche e sociali, il problema maggiore è stato il censimento della popolazione e delle abitazioni. È stato condotto un censimento pilota per testare le preparazioni. Da un punto di vista organizzativo, il censimento pilota è andato bene. Tuttavia, non ha avuto tanto successo per quel che riguarda la partecipazione larga della popolazione, dato che alcune comunità minoritarie non hanno partecipato, partecipazione che è la pre-condizione del successo di un censimento. Non sono stati fatti passi avanti verso l’organizzazione dell’uso e della conservazione dei risultati di un censimento futuro.

Per le statistiche macro-economiche, è continuo lo sviluppo dei dati nazionali, ma con limitati progressi, visto che l’Ufficio di Statistica del Kosovo (SOK) è ancora dipendente in modo pesante dall’assistenza. Questo crea difficoltà per costruire su precedenti progetti e per la coordinazione con gli altri progetti a venire. Continuano le operazioni per fornire ed espandere i dati nazionali unificati, ma non è soddisfacente il lato della costruzione di competenze. L’Indice dei Prezzi al Consumo (CPI) è stato consolidato e sono stati rivisti i dati statistici per il periodo 2002-2006. Inoltre, sono stati allargati gli obiettivi del CPI con l’introduzione di nuovi dati informativi.

Per le statistiche di natura finanziaria e commerciale, è stata portata a termine un’indagine pilota e i risultati e le pratiche economiche sono in fase di analisi.

Per le statistiche sugli scambi con l’estero, sono stati introdotti miglioramenti riguardanti le re-importazioni e le re-esportazioni.

In conclusione, pochi progressi sono stati fatti nel settore delle statistiche. Il sistema statistico del Kosovo è ancora ad uno stadio iniziale di sviluppo. Le infrastrutture di tipo statistico e la competenza del personale direttivo all’Ufficio di Statistica sono deboli. Non vi è abbastanza personale qualificato e i finanziamenti per portare avanti le attività sono insufficienti. I progressi fatti sono generalmente limitati alle aree dove è stata data dell’assistenza, vale a dire per le statistiche in agricoltura, le statistiche di macro-economia, le statistiche di natura finanziaria e i censimenti della popolazione.

 

4.3. Giustizia, libertà e sicurezza

 

4.3.1. Visti, confini, controlli, asilo politico e umanitario, migrazione

Il Kosovo non possiede un regime di visti. Documenti di viaggio, carte di identità, patenti di guida rilasciati dall’UNMIK si conformano agli standard ICAO (Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile) e prevedono configurazioni di sicurezza. Tuttavia, i documenti di viaggio non sono in linea con i protocolli Europei e non prevedono caratteristiche biometriche.

Nel luglio 2007, l’Assemblea ha approvato una legge sulle carte di identità.

Mentre l’UNMIK conserva la responsabilità fondamentale sui confini e le questioni di confine, e la KFOR ( Forza militare inviata in Kosovo dalla NATO per garantire l’attuazione del trattato di pace) continua ad essere incaricata del “confine verde”, il Servizio di Polizia del Kosovo (KPS) – Polizia Confinaria è incaricato di dirigere il flusso di persone attraverso le frontiere del Kosovo. Il reparto di Polizia Confinaria della KPS ha aumentato il suo personale di circa 1.200 funzionari.

Il Servizio KPS è di principio parte del Ministero dell’Interno. Comunque, la responsabilità finale risiede nella UNMIK. All’interno di questo Ministero, già dal gennaio 2007 è completamente operativo il Dipartimento per la gestione dei confini, dell’asilo politico e umanitario, e della migrazione. Attualmente in questo Dipartimento sono impiegati nove funzionari.

Dal dicembre 2006 è diventata operativa una Commissione integrata a guida dell’amministrazione dei confini, e si è insediato un ufficio esecutivo per l’amministrazione dei confini

Nel marzo-aprile 2007, sono stati firmati accordi di cooperazione e mutuo sostegno fra la polizia confinaria, i servizi doganali, l’agenzia veterinaria e sugli alimenti, il Ministero della Cultura, della Gioventù e dello Sport, per facilitare una direzione integrata dei confini.

Sono stati stabiliti protocolli operativi in aree chiave, con gruppi di lavoro su intelligence, operazioni, e organizzazione e amministrazione logistica.

Vi è una buona cooperazione a livello locale con la polizia confinaria dell’Albania, e, a minor grado, con la Repubblica di Macedonia della ex Jugoslavia.

Tuttavia, il Servizio di Polizia Confinaria del Kosovo KPS ha solo un grado limitato di controllo del movimento di persone da e per il Kosovo. Il numero di attraversamenti illegali delle frontiere, specialmente al confine verde, continua ad essere alto. Il controllo del “confine verde” è ancora di esclusiva competenza della KFOR.

Non esistono norme sulla sicurezza delle frontiere. La Polizia Confinaria KPS non è ancora interamente in una posizione di controllo effettivo delle persone e dei confini, in particolare a causa della carenza di strumentazione per le comunicazioni. I programmi informatici usati ai tre punti più importanti di passaggio di frontiera non sono compatibili con gli specifici sistemi dell’Unione Europea.

L’efficienza e la trasparenza della Polizia Confinaria KPS hanno bisogno di essere intensificate. Resta debole la cooperazione con la Direzione KPS per il crimine organizzato, particolarmente nello scambio di informazioni di intelligence.

A questo momento, non si sono stipulati accordi con polizie di frontiera o con i servizi fitosanitari dei paesi confinanti.

Molti membri della polizia confinaria Serbi del Kosovo in servizio amministrativo frontaliero con la Serbia continuano a ricevere lo stipendio da Belgrado, in aggiunta al loro salario proveniente dall’amministrazione del Kosovo.

Rispetto all’asilo politico e per ragioni umanitarie, il Dipartimento per i confini, l’asilo e le migrazioni, nell’ambito del Ministero dell’Interno, ha aumentato le sue competenze. Non esistono norme relative all’asilo in Kosovo.

Non esistono strutture di accoglienza e abitazioni per la sistemazione dei richiedenti asilo. Comunque, sono poche le persone che richiedono asilo in Kosovo.

Dal gennaio 2007, il Dipartimento per i confini, l’asilo e le migrazioni, nell’ambito del Ministero dell’Interno, è divenuto responsabile per le problematiche sulle migrazioni.

Tuttavia, le Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG) non hanno la preparazione sufficiente per far fronte alle sfide sociali e di sicurezza collegate ai ritorni in aumento provenienti dagli stati membri dell’Unione Europea. Non vi sono leggi sui movimenti migratori, non esistono strategie o piani di intervento e nemmeno finanziamenti di bilancio.

In definitive, si sono avuti piccolo progressi nel campo dei visti, dei controlli alle frontiere, dell’asilo e dei movimenti migratori. Esistono le strutture di base, ma queste necessitano di essere rafforzate ed ulteriormente sviluppate. In particolare, hanno bisogno di essere potenziate le capacità di controllo al “confine verde”.

 

4.3.2. Riciclaggio di denaro

Le competenze in campo del riciclaggio di denaro sono state trasferite solo parzialmente alle Istituzioni Provvisorie di Autogoverno (PISG).

Il centro di intelligence finanziaria ha visto un aumento del suo personale locale di dieci unità. Nel quarto trimestre del 2006, si sono chiusi 30 casi e se ne sono aperti altri 32 per supposte violazioni delle normative sul riciclaggio di denaro sporco. Nel primo trimestre del 2007, si sono conclusi 17 casi e ne sono stati aperti altri 45. Le inchieste interessano banche, uffici di cambio di moneta straniera e casinò.

Si intensificano le attività di informazione delle persone che attraversano le frontiere del Kosovo sulle quantità di denaro che possono essere trasferite all’estero o introdotte in Kosovo senza essere dichiarate. Si sono avute confische di denaro di persone che non si sono attenute a queste disposizioni.

Tuttavia, non sono state emesse sentenze da parte dei tribunali per riciclaggio di denaro. La capacità amministrativa del Dipartimento KPS per il crimine organizzato di affrontare il riciclaggio di denaro è ancora non all’altezza. L’ampia gamma di attori che trattano con il riciclaggio di denaro e la carenza di una chiara distribuzione di competenze stanno impedendo le inchieste e la messa in stato di accusa per i reati collegati al riciclaggio di denaro sporco.

Le comunicazioni fra i Servizi di Polizia per i crimini economici, la sezione KPS per le inchieste sulla corruzione e le unità regionali che trattano di reati finanziari sono insufficienti e non esiste una banca dati elettronica in comune.

Non vi sono opportune strutture dove depositare e conservare le prove. Vi è penuria di procuratori specialisti nel campo del riciclaggio di denaro e dei reati economici.

Le inchieste per riciclaggio di denaro che hanno visto coinvolti uomini politici di alto livello non sempre sono andate a buon fine.

Quindi, qualche saltuario progresso può essere riscontrato nel contrastare il riciclaggio di denaro, ma a questo riguardo è necessario migliorare gli sforzi e puntare su una più efficace determinazione politica.

 

4.3.3. Droghe

Passi avanti sono stati fatti, ma il Kosovo resta una importante crocevia di traffici di droga, specialmente di eroina, verso l’Europa Occidentale.

Nell’aprile 2007, l’Assemblea ha approvato una legge sui narcotici, le sostanze psicotrope e i loro precursori. Una unità speciale investigativa sui narcotici, sezione del dipartimento per il crimine organizzato del Servizio di Polizia del Kosovo, è impegnata in inchieste relative al traffico di droga. Assumendo un impegno più intraprendente, nel 2007 questa unità ha diretto la confisca di grandi quantità di narcotici. Secondo le informazioni disponibili, attualmente in Kosovo esiste solo un piccolo numero di tossicodipendenti.

Tuttavia, non c’è una strategia o un piano operativo per prevenire e combattere il traffico illegale e l’uso di droghe. Gli investigatori regionali che dipendono dal comando delle unità dei centri direttivi regionali sono solo parzialmente operativi, viste le carenze del loro equipaggiamento.

Alla fine, alcuni progressi sono stati fatti nel campo legislativo concernente le droghe, invece il traffico di droga desta ancora serie preoccupazioni.

 

4.3.4. Polizia

Il Servizio di Polizia del Kosovo (KPS) generalmente adempie ai suoi compiti in modo professionale e competente, in modo particolare per quel che riguarda i reati minori. In KPS non vi è stata una significativa variazioni nella percentuale di membri appartenenti alle minoranze etniche. L’unità operativa di polizia in carica per investigare sui casi attinenti ai disordini del marzo 2004 ha messo sotto inchiesta più di 1.500 di questi casi, dei quali più di 300 si sono conclusi e altri 750 sono ancora in fase istruttoria.

Il Dipartimento per le analisi sul crimine è stato completamente riorganizzato.Unità di intelligence regionali sono operative in ognuno dei sei centri regionali.

Tuttavia, non esiste una normativa sulla polizia, sulle strutture di regolamento e sui poteri della polizia. Indagini del KPS in casi di omicidio, di crimini inter-etnici, di reati economici e di traffico di esseri umani restano ancora prive di efficacia. Il lavoro della polizia è spesso ostacolato dalla mancanza di una adeguata intelligence. È debole lo scambio di informazioni fra i differenti corpi di polizia.

La cooperazione con i procuratori pubblici, la collaborazione fra agenzie ed internazionale non è sempre soddisfacente.

Le strutture detentive di polizia non incontrano gli standard internazionali. Non esistono procedure uniformi e formalità connesse per il fermo di polizia.

Il Kosovo manca ancora di una strategia per ridurre il crimine, sia a livello centrale che periferico. L’uso corrente di dati statistici ed informatici sul crimine come strumento operativo da parte del KPS è scadente. Il format e il contenuto di dati chiave sul crimine risultano inconsistenti, sia a livello centrale che regionale.

Comunque, un qualche progresso nel campo dei servizi di polizia e della loro preparazione può essere registrato.

 

4.3.5. Lotta al crimine organizzato e al terrorismo

Qualche progresso si è avuto nel campo della lotta al crimine organizzato. Il piano strategico del Ministero dell’Interno per il periodo 2007-2010 considera la lotta contro tutte le forme di crimine organizzato e finanziario come una delle sue principali priorità.

Il crimine organizzato viene affrontato dal Dipartimento del KPS per il crimine organizzato. Questo Dipartimento riceve ancora l’appoggio di un qualche personale internazionale.

Nel novembre 2006, veniva insediata la sezione anti-terrorismo del KPS all’interno del Dipartimento sul crimine organizzato. Il numero di casi relativi al crimine organizzato che sono stati investigati è cresciuto in buona sostanza dalla prima metà del 2007. La collaborazione fra i differenti operatori è stata potenziata, in modo particolare con i servizi alle dogane.

La Sezione Investigativa del KPS sul Traffico di Esseri Umani (THBS) ha una unità centrale a Pristina, e unità regionali periferiche, con un totale di 28 gruppi operativi.

Nel periodo fra il gennaio e il giugno 2007, il KPS ha controllato 591 edifici e locali sospetti, 10 dei quali sono stati chiusi, 26 persone sono state arrestate in connessione con la tratta di esseri umani e 19 vittime sono state identificate.

Tutti i casi di tratta riguardano donne e ragazze (incluse minorenni) per lo sfruttamento sessuale, molte delle quali sono cittadine Albanesi e Albanesi Kosovare.

Il KPS ha predisposto ambienti equipaggiati in modo particolare per gli interrogatori delle vittime del traffico di esseri umani. Sono state approvate le disposizioni di impiego per i coordinatori anti-tratta e per i gruppi di lavoro inter-istituzionali. Sono stati costituiti importanti sotto-gruppi e nominati i dirigenti e i direttori con delega. È stato svolto un addestramento di tutto rilievo.

L’Ufficio del Buon Governo (OGG) sta assumendo la guida per l’applicazione del Piano di Azione del 2005 per il Kosovo per contrastare i traffici di esseri umani ed è intraprendente nell’innalzare la consapevolezza e la prevenzione della tratta di esseri umani. In particolare, l’OGG ha prodotto, in collaborazione con l’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, due film per la TV, diffusi ripetutamente in tutto il Kosovo, per aumentare le informazioni sulla tratta. Viene assicurata assistenza alle vittime dei traffici umani mettendo a disposizione in Kosovo due rifugi e case di sicurezza, finanziate da organizzazioni non governative.

Tuttavia, il quadro legislativo per contrastare il crimine organizzato risulta ancora incompleto, particolarmente nel campo della protezione dei testimoni, degli agenti sotto copertura, e nel campo delle leggi anti-mafia e contro il crimine organizzato.

La collaborazione per la confisca dei beni non è a fondo operativa.

Non vi sono stati verdetti di condanna per traffico di esseri umani nel corso del periodo di osservazione di questo rapporto.

Ancora non vi è una strategia per stroncare il traffico di armi. Non esiste una banca dati elettronica comune a tutte le agenzie di sicurezza per la raccolta e la conservazione delle informazioni di intelligence sul crimine organizzato, cosa che indebolisce l’efficienza del Dipartimento per il crimine organizzato all’interno del KPS.

Per di più, la lotta contro il crimine organizzato è minata da un inadeguato appoggio generale da parte del Servizio di Polizia, dalla sua debole cooperazione con i suoi servizi di polizia di frontiera, dalle sue scarse risorse, particolarmente in termini di personale qualificato. Non sempre vengono usati con efficienza le potenzialità esistenti di sistemi di banche dati automatizzati.

Il Kosovo costituisce ancora un’area di transito e di destinazione delle vittime del traffico di esseri umani. In pratica, si riscontra solo una limitata collaborazione fra la Sezione Investigativa Centrale del KPS sul Traffico di Esseri Umani (THBS) e le sue unità periferiche. Molte di quest’ultime hanno poco personale femminile e non sono preparate in modo adeguato al loro compito. Inoltre, il personale delle unità regionali è spesso distratto dai suoi compiti di contrasto della tratta di esseri umani perché impiegato in mansioni di tutt’altra natura. L’efficienza della lotta contro il traffico di esseri umani differisce in modo largo da regione a regione.

Mai è stato sottoscritto un memorandum di impegno a riguardo con i paesi confinanti. La cooperazione trans-frontaliera con la Serbia a livello regionale ha incontrato difficoltà, date le obiezioni della parte Serba ad interagire con il KPS. Non esistono Serbi Kosovari che operano nelle unità per combattere i traffici di esseri umani, con il risultato che questi sforzi sono confinati alle aree popolate da Albanesi.

Troppo scarse sono le capacità per trattare con tutti i tipi di crimine organizzato.

Non esiste una specifica legislazione sul traffico di esseri umani. Questo viene considerato un crimine di natura ordinaria. Vi è solo un magistrato che tratta dei casi di traffico di esseri umani. Le competenze nel campo della lotta contro questo traffico sono divise fra differenti unità, secondo i casi in cui la persona oggetto della tratta sia di passaggio attraverso il Kosovo o sia destinata al Kosovo.

Infine, pochi progressi possono essere registrati nel campo della lotta al crimine organizzato e nel contrastare il traffico di esseri umani. La lotta contro il crimine organizzato e contro il traffico di esseri umani resta una delle più importanti sfide. Si sente l’esigenza urgente di una significativa crescita dell’impegno nella lotta contro il crimine organizzato. Vi è la necessità di mettere in campo per questi compiti accresciute risorse umane e finanziarie.

 

4.3.6. Protezione dei dati personali

Non vi sono sviluppi degni di nota. Ancora non esiste una normativa generale per la costruzione opportuna di una direttiva sulla protezione dei dati e non è stata istituita una autorità indipendente per la supervisione della protezione dei dati. Questo è motivo di preoccupazione.

 


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