Non solo Usaid: le altre "Ong" che lavorano per destabilizzazioni, guerre e "cambi di regime"

 

USAID e gli altri

 
1) Le mani di USAID nel sistema giudiziario della Serbia (30.1.2025.)
2) L’eredità lasciata dall’USAID nei suoi 63 anni di storia (G. Chinappi / Huang Lanlana, Leng Shumei e Xu Jiatong – Global Times, 20.2.2025.)
3) Incubatore del male. Non solo Usaid: le altre "Ong" che lavorano per destabilizzazioni, guerre e "cambi di regime" (Michele Merlo, 25 Febbraio 2025)
4) La Svizzera, in collaborazione con l'USAID, interferisce negli affari interni della Serbia (28.2.2025.)
 
 

Vedi anche:

Osservatorio Balcani Caucaso piange la cessazione dei finanziamenti da agenzie straniere
 
 
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Le mani di USAID nel sistema giudiziario della Serbia
 
Fonte: canale Telegram @balkanossiper – 30.1.2025.

<https://t.me/balkanossiper/6988>

 
Ecco le lettere di felicità ricevute dai dipendenti USAID in Serbia. Per decisione dell'amministrazione Trump, i finanziamenti sono stati temporaneamente sospesi, il che significa che i lavori sul progetto Pravda za sve devono essere completati.
<https://www.usaid.gov/sites/default/files/2024-05/Justice%20for%20All%20fact%20sheet%20Serbian.pdf>
Il progetto è stato concepito per una durata di cinque anni (fino al 2028) e avrebbe dovuto “aiutare il governo serbo a risolvere i problemi legali e rafforzare il sistema giudiziario, migliorando la qualità e l’efficienza della giustizia”. La Serbia finirebbe naturalmente per diventare più democratica e impegnata nell'integrazione euro-atlantica.

Per chi si fosse perso la storia di come, attraverso iniziative simili, le ONG occidentali abbiano completamente riprogrammato il sistema giudiziario del Paese in pochi anni, è possibile leggerla qui: <https://t.me/balkanossiper/6819>

Per Pravda za sve sono stati stanziati quasi 10 milioni di dollari, la cui attuazione è stata affidata all'ONG YUCOM (Comitato degli avvocati per i diritti umani). Tra l'altro, questo non è il primo progetto USAID nel campo della giustizia in Serbia: dal 2019 al 2024, lo YUCOM ha già implementato l'iniziativa Otvorena vrata pravosuđa, e anche in questo caso gli importi stanziati non sono stati esigui.

Puoi scoprire di più sui progetti e sui donatori di YUCOM qui. C'è tutto ciò che amiamo: il Balkan Democracy Trust, la fondazione KVINNA, che sostiene qualsiasi movimento di protesta nei Balcani, dalla lotta per i diritti di coloro che sono eternamente discriminati sulla base delle preferenze sessuali alle delizie del femminismo, e varie ambasciate. <https://t.me/balkanossiper/3532>
In linea di principio, anche una rapida occhiata ai progetti è sufficiente per comprendere quale futuro luminoso stesse preparando per la Serbia degli avvocati mangia-sovvenzioni.

Ma l'organizzazione è ovviamente di interesse ancora maggiore sullo sfondo dell'indagine sulle attività dell'associazione ProGlas, che per qualche motivo gli accademici che protestano hanno registrato presso lo stesso indirizzo legale della YUCOM.
<https://t.me/balkanossiper/6978>

 
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L’eredità lasciata dall’USAID nei suoi 63 anni di storia

Dall’ideale di contrastare l’influenza sovietica durante la Guerra Fredda agli enormi investimenti e controversie attuali, l’USAID ha segnato 63 anni di espansione della sua influenza globale. Un’indagine del Global Times svela un retaggio complesso di potere, sprechi e promesse infrante.

 

Il Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il capo del Dipartimento per l’Efficienza del Governo (DOGE), Elon Musk, hanno iniziato ad attaccare l’USAID, che ha 63 anni, fin dai primi di febbraio, mentre davano il via ai loro sforzi per ridimensionare il governo federale statunitense.

Migliaia di dipendenti dell’USAID sono stati invitati a prendere un “congedo retribuito” nell’ambito del piano dell’amministrazione Trump. Il 7 febbraio, un giudice federale statunitense ha ordinato la sospensione del piano del “congedo retribuito”, e il 13 febbraio la sospensione è stata estesa per altri sette giorni.

I dati ufficiali mostrano che, all’anno fiscale 2023, l’USAID era un’agenzia con circa 10.000 dipendenti, di cui due terzi lavoravano all’estero. L’agenzia possiede uffici in oltre 60 paesi e regioni, con operazioni che si estendono a più di 100 paesi e regioni in Africa, Asia, America Latina, Medio Oriente ed Europa dell’Est. Come si è sviluppata un’agenzia del genere? Perché la sua esistenza suscita intense discussioni nel panorama politico statunitense? Quali sono i veri scopi e le pratiche di questa agenzia, che afferma di concentrarsi su “aiuti umanitari” e “assistenza allo sviluppo”?

Per rispondere a queste domande, il Global Times presenta una serie che illustra la storia, le catene di finanziamento e le complesse controversie che si celano dietro l’agenzia. Nel primo episodio, narrando il processo di istituzione e il ruolo storico dell’USAID, analizzeremo a quali scopi essa serve per gli Stati Uniti e come si sia gradualmente evoluta in una grande entità con oltre 10.000 dipendenti in tutto il mondo. Nel secondo episodio, scopriremo come l’USAID abbia utilizzato gli aiuti esteri per oltre mezzo secolo per attuare infiltrazioni ideologiche e quelle cosiddette “riforme democratiche” nei paesi in via di sviluppo, servendo così gli interessi geopolitici degli Stati Uniti.

Nata per la “guerra fredda”

Secondo un rapporto aggiornato sul sito del Congressional Research Service (CRS) per il Congresso degli Stati Uniti, pubblicato il 6 gennaio, il personale dell’USAID conta più di 10.000 persone, di cui circa due terzi prestano servizio all’estero. L’agenzia mantiene oltre 60 missioni nazionali e regionali.

L’USAID è stata istituita dall’ex presidente statunitense John F. Kennedy nel 1961 ed è stata concepita per “contrastare l’influenza dell’allora Unione Sovietica durante la Guerra Fredda e per gestire vari programmi di assistenza estera“, secondo un rapporto della NBC News del 5 gennaio.

Nei primi anni successivi all’istituzione dell’USAID, durante le amministrazioni Kennedy e Johnson, l’agenzia si è concentrata fortemente su riforme macroeconomiche dall’alto verso il basso e sulla pubblica amministrazione nei paesi partner chiave. Gli Stati Uniti erano praticamente soli come principali donatori bilaterali, e il flusso di capitali privati verso il mondo in via di sviluppo era piuttosto scarso, conferendo a Washington un’influenza e un impatto sproporzionati, poiché i paesi in via di sviluppo si trovavano talvolta a subire le dure realtà della geopolitica della Guerra Fredda, ha spiegato una panoramica dell’agenzia pubblicata su The Foreign Service Journal a novembre 2021, in occasione del 60° anniversario dell’USAID.

Durante l’amministrazione Nixon, la guerra del Vietnam e l’ascesa dei governi militari sostenuti dagli Stati Uniti in America Latina hanno portato a una crescente insoddisfazione pubblica nei confronti dei programmi di aiuti esteri. Il Congresso degli Stati Uniti ha approvato allora la legislazione “New Directions“, segnando un cambiamento nell’approccio dell’USAID e in parte contrastando le richieste di abolizione dell’agenzia.

L’amministrazione Reagan ha rappresentato il successivo punto di svolta: influenzata dalla Guerra Fredda, la spesa per gli aiuti esteri è aumentata in modo drammatico, e l’USAID ha effettuato investimenti significativi nel settore della salute, diventando un punto di riferimento nelle iniziative globali per la sopravvivenza dei bambini, secondo l’articolo del Foreign Service Journal.

L’USAID ha incontrato alcune turbolenze negli anni ’90.

John Norris, che aveva ricoperto numerosi ruoli di alto livello nel governo, nelle istituzioni internazionali e nelle organizzazioni non governative, ed è autore di The Enduring Struggle: The History of the U.S. Agency for International Development and America’s Uneasy Transformation of the World, ha affermato che “questo decennio è forse il più tumultuoso nella storia dell’USAID“.

Secondo un articolo di Norris, pubblicato nel 2014 e reperito dal Global Timessulla piattaforma mediatica Devex, dopo che l’ex presidente statunitense Bill Clinton salì in carica nel 1993, in seguito alla fine della Guerra Fredda, sia il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti che il Congresso cercarono di ridurre significativamente il bilancio dell’USAID, indirizzando maggiori risorse verso gli affari interni.

Nell’aprile 1997, in parte per rispondere ai critici del Congresso che volevano una radicale ristrutturazione o l’abolizione dell’USAID, l’amministrazione Clinton propose una riorganizzazione degli affari esteri che includeva l’assorbimento delle funzioni dell’Arms Control and Disarmament Agency e della US Information Agency all’interno del Dipartimento di Stato. L’accordo con il Congresso permise all’USAID di rimanere un’agenzia statutaria separata con un proprio stanziamento, ma con l’Amministratore che doveva riferire al Segretario di Stato e sottostare direttamente alla sua autorità e guida in materia di politica estera. Il Congresso approvò la legislazione che autorizzava questo approccio, il Foreign Affairs Reform and Restructuring Act del 1998, che fu firmato in legge il 21 ottobre 1998, secondo un altro rapporto CRS aggiornato nel gennaio 2015.

Nonostante ciò, negli anni successivi l’USAID poté essere descritta come “appena sopravvissuta“, secondo Norris, con il suo bilancio ridotto, le funzioni principali eliminate e un numero significativo di dipendenti licenziati.

Secondo l’articolo di Norris del 2014, l’USAID ha chiuso più di 26 missioni in paesi che avevano o superato la necessità di aiuti o che si erano rivelati semplicemente partner inadeguati – la prima riduzione del numero di paesi beneficiari di assistenza statunitense sin dal Piano Marshall.

Tra il 1995 e il 2000, il personale dell’agenzia è diminuito del 29 percento, con il numero di dipendenti assunti direttamente che era solo la metà di quanto lo fosse vent’anni prima, e almeno un terzo dei dipendenti rimanenti era vicino all’età pensionabile. Fu in quel periodo che l’USAID iniziò anche ad esternalizzare una parte significativa delle proprie attività.

All’inizio dell’amministrazione Bush, l’USAID era ancora scossa dalle difficoltà del decennio precedente. Le conseguenze degli attacchi dell’11 settembre portarono un’ondata di risorse e personale, insieme a missioni complesse in Iraq e Afghanistan. Queste missioni spesso ricordavano al pubblico le esperienze vissute in Vietnam. Citando l’ex funzionario dell’USAID James Kunder nel rapporto CRS del 2021, “la dura lezione sia dall’Afghanistan che dall’Iraq è stata che i programmi di sviluppo non sono un buon sostituto per una strategia diplomatica e militare efficace“.

Tre quinti degli aiuti esteri vengono distribuiti tramite l’USAID

Gli Stati Uniti si definiscono il più grande donatore mondiale di aiuti esteri. Allora, quanto spendono realmente in aiuti esteri?

Secondo i dati tratti dal sito ufficiale del governo degli Stati Uniti sulle statistiche degli aiuti esteri, citati dal Pew Research Center in un rapporto del 6 gennaio, il governo statunitense ha erogato un totale di 71,9 miliardi di dollari in aiuti esteri nell’anno fiscale 2023, il che rappresenta l’1,2% della spesa federale totale di quell’anno (6,1 trilioni di dollari).

Nell’anno fiscale 2023, l’USAID ha distribuito quasi 43,8 miliardi di dollari in aiuti, ovvero circa tre dollari ogni cinque destinati all’assistenza estera, secondo il Pew Research Center.

Per quanto riguarda i settori degli aiuti, i 71,9 miliardi di dollari sono stati spesi principalmente per “sviluppo economico” (27% del totale), “sanità” (22,3%), “aiuti umanitari” (21,7%) e “pace e sicurezza” (14,2%). Tuttavia, il Pew Research Center osserva anche che “le categorie possono risultare alquanto opache e le linee che le separano sfumate“. Ad esempio, dei circa 15,9 miliardi di dollari destinati a “fondamenta macroeconomiche per la crescita“, 14,4 miliardi sono stati erogati come supporto monetario diretto al governo ucraino nel bel mezzo del conflitto Russia-Ucraina.

Cosa pensano gli americani degli aiuti esteri del loro paese? Secondo il Pew Research Center, le opinioni degli americani sull’efficacia e la desiderabilità degli aiuti esteri sono state a lungo “divise“.

In un sondaggio online condotto a marzo 2023, solo un terzo dei 11.004 intervistati ha affermato che gli aiuti esteri statunitensi “beneficiano per lo più i paesi in via di sviluppo“, mentre poco più (37%) ha indicato che tali aiuti “sono sia benefici che dannosi per questi paesi“, e l’8% ha dichiarato che “principalmente danneggiano i paesi in via di sviluppo“.

Un sondaggio del 2024 condotto dal Chicago Council on Global Affairs ha inoltre mostrato che la metà dei 2.106 americani intervistati è favorevole a ridurre la quantità di aiuti economici e militari esteri, con oltre la metà che preferisce dare priorità alle questioni interne.

Un castello in aria

L’atteggiamento diviso dell’opinione pubblica americana non è senza motivo. “L’eredità dell’USAID è complessa, e non merita né l’adorazione né la condanna assoluta, come troppo spesso accade“, recita l’articolo di panoramica del CRS sull’USAID del 2021.

La diplomazia, lo sviluppo e la difesa (le “3D”) (diplomacy, development, defense, ndt), rappresentati rispettivamente dal Dipartimento di Stato, dall’USAID e dal Dipartimento della Difesa, sono i “tre pilastri” della strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Fin dalla sua istituzione, l’USAID è stata la principale agenzia statunitense incaricata di fornire assistenza ai paesi in via di sviluppo e a quelle nazioni in ripresa dopo calamità, impegnate a uscire dalla povertà e a realizzare riforme democratiche.

Quando il Segretario di Stato statunitense, Marco Rubio, ha ordinato la sospensione immediata della stragrande maggioranza dei programmi di aiuti esteri esistenti dell’USAID alla fine di gennaio, alcuni funzionari di organizzazioni benefiche internazionali hanno espresso seria insoddisfazione. Daryl Grisgraber, responsabile della politica umanitaria per Oxfam America, ha dichiarato che il cambiamento sarebbe stato probabilmente drastico. “Avrà davvero conseguenze potenzialmente di vita o di morte per milioni di persone“, come citato in un servizio dell’AFP agli inizi di febbraio.

Tuttavia, allo stesso tempo, l’USAID si trova ad affrontare accuse di corruzione e sprechi sul territorio nazionale. La Casa Bianca, il 5 febbraio, ha pubblicato un elenco di progetti dell’USAID, che ha definito evidenza di “sprechi e abusi“, includendo una sovvenzione di 1,5 milioni di dollari a un gruppo LGBTQ in Serbia, 2,5 milioni di dollari per veicoli elettrici in Vietnam e 6 milioni di dollari per il turismo in Egitto.

Per decenni, l’USAID non è stata responsabile al cospetto dei contribuenti, convogliando ingenti somme di denaro verso progetti ridicoli – e, in molti casi, maliziosi – dei burocrati radicati, con una supervisione quasi inesistente“, ha dichiarato la Casa Bianca.

L’USAID si trova inoltre a fronteggiare scetticismo e delusione nei paesi beneficiari, poiché molti dei suoi impegni di aiuto si sono rivelati, in definitiva, nient’altro che “promesse vuote“.

Un esempio tipico è l’assistenza fornita dall’USAID all’Africa. Nel giugno 2013, l’allora presidente statunitense Barack Obama annunciò l’ambiziosa iniziativa “Power Africa” durante una visita in Sudafrica, promettendo di investire fondi per generare 20.000 megawatt di elettricità in Africa entro il 2020. L’USAID divenne il principale esecutore statunitense di questa iniziativa.

Tuttavia, alla fine del 2020, la capacità effettiva di generazione elettrica nell’ambito di “Power Africa” era di soli “4.194 megawatt”, meno di un quarto di quanto promesso dall’iniziativa, come evidenziato nel Rapporto Annuale Power Africa 2020 rilasciato dall’USAID.

In Medio Oriente, l’assistenza dell’USAID all’Afghanistan è stata estesa, ma spesso controversa e priva di continuità. Il programma Partnership Contracts for Health (PCH), finanziato dall’USAID e attivo da luglio 2008 a giugno 2015, ad esempio, ha suscitato numerose critiche e controlli a causa di problemi legati alla qualità. Nel gennaio 2016, una lettera di revisione inviata dall’Ispettore Generale Speciale per la Ricostruzione dell’Afghanistan all’USAID affermava che “non tutte [le strutture sanitarie costruite nell’ambito del programma] avevano accesso all’elettricità e all’acqua corrente“.

Dopo il terremoto del 2010 ad Haiti, gli Stati Uniti promisero di fornire ingenti aiuti, inclusi i “progetti di punta” dell’USAID che comprendevano il parco industriale Caracol, unitamente a una centrale elettrica e a un nuovo porto. Tuttavia, la costruzione del tanto atteso porto fu ripetutamente ritardata, “in parte a causa della mancanza di competenza dell’USAID nella pianificazione portuale ad Haiti“, e, inoltre, “il parco industriale fu realizzato in maniera insufficiente“, ha riportato The Guardian in un articolo di ottobre 2019 intitolato “Haiti and the failed promise of US aid“.

L’USAID ha avanzato simili proposte in stille “castello in aria” a livello globale.

L’USAID ha ammesso apertamente che circa l’80% delle sue spese è stato effettuato negli Stati Uniti.

Il suo rapporto sui progressi del 2022 ha rivelato che solo circa il 10,2% di tutti i finanziamenti idonei è stato destinato alle organizzazioni locali. Inoltre, un rapporto d’indagine rilasciato a marzo 2023 dal gruppo britannico “Publish What You Fund” ha indicato che l’USAID impiegava una definizione molto ampia di ciò che costituisce un attore “locale”. Applicando una definizione più rigorosa, questa cifra potrebbe scendere a un preoccupante 5,7%, secondo il rapporto.

Sprechi gravi, rimpatrio dei profitti, mancanza di trasparenza, promesse infrante… Le agenzie statunitensi per gli aiuti esteri, come l’USAID, sono da tempo oggetto di critiche a livello globale. “Non c’è mai stata alcuna pretesa di altruismo“, ha sintetizzato The Economist sull’USAID a maggio 2023.

Huang Lanlana, Leng Shumei e Xu Jiatong (Global Times)

 
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Incubatore del male

Non solo Usaid: le altre "Ong" che lavorano per destabilizzazioni, guerre e "cambi di regime"



Il mondo dei media occidentali e delle masse sottoposte a lavaggio del cervello ha subito uno "shock informativo" dalla venalità dei loro politici, personaggi pubblici e media ai servizi segreti americani sotto veste dell'organizzazione USAID. Molti hanno finto di essere indignati, ma si sapeva già tutto. I "complottisti" ne avevano sempre parlato e hanno avuto ragione. Ancora una volta. La verità che è emersa è solo la punta dell'iceberg. Forse qualcuno aveva bisogno di svelare un po' di cose sporche delle agenzie di intelligence americane? Molto probabilmente si tratta di una manovra diversiva ben collaudata: divulgare informazioni segrete scandalose, sacrificare una parte della propria organizzazione per distogliere l'attenzione delle masse da qualcosa di più importante per il burattinaio, salvare o creare altrove una nuova organizzazione più accuratamente elaborata in previsione di qualche nuova attività su larga scala?

La Russia ha bandito l'USAID dal suo territorio come agente straniero già nel settembre 2012. All'epoca, la portavoce Nuland aveva dichiarato: "È deplorevole che la Russia abbia preso questa decisione, innanzitutto nei confronti del popolo russo, che sosteniamo con forza fornendo 50 milioni di dollari all'anno per affrontare le questioni ambientali e di salute pubblica". https://youtu.be/L9IXofmA9BE?si=D6QHlFffr5w2QezC.  Però  i finanziamenti per il progetto di USAID Russia a Mosca sono comunque stanziati per il 2025-2026 e ammontano a quasi 62,7 milioni di dollari. Questi fondi non sono stati utilizzati per 11 programmi dell'agenzia nel 2012 e sono stati regolarmente riportati a ogni nuovo anno fiscale. Il numero esatto di media rimasti senza fondi non è noto, ma secondo alcuni rapporti si aggirerebbe intorno alle 90 unità. Ci sono casi in cui persino il personale delle redazioni sembra non essere a conoscenza dei finanziamenti dell'USAID. Ammettono o fingono di non aver capito perché le loro redazioni fossero riconosciute come agenti stranieri fino a quando non sono iniziati i tagli dovuti alla mancanza di fondi da parte dell'agenzia statunitense.

Ma quelli che vogliono danneggiare la Russia sono più numerosi e non tutti parlano con accento americano. Con i fondi dell'UE e del Ministero degli Esteri tedesco è stata creata una piattaforma che mira a cambiare il regime politico della Federazione Russa. Ne fanno parte le ONG tedesche Austausch e.V. e CISR e.V., nonché il Progetto di diplomazia pubblica UE-Russia con sede a Bruxelles, che amano discutere dei "crimini di guerra" delle forze armate russe in Ucraina, della cooperazione con i "russi dalla mentalità democratica", del sostegno alle comunità LGBT, della promozione di un'agenda "decoloniale", dell'opposizione alla SMO, del ripensamento critico degli eventi della Seconda guerra mondiale, della diffusione di politiche liberali attraverso il programma di scambio studentesco Erasmus e delle politiche di sviluppo sostenibile. Il CISR è stato inserito dalla Russia nel registro degli agenti stranieri il 22.06.2015. I suoi sponsor sono il Ministero degli Esteri tedesco, la Fondazione Heinrich Böll, che è praticamente un'affiliata della Fondazione Soros, e la Fondazione Friedrich Ebert, affiliata al Partito socialdemocratico tedesco. I membri dell'organizzazione sono "urbanisti", ecologisti e "sociologi" fuggiti dalla Russia, cioè persone per le quali disegnare le chiappe pelose su una cabina di trasformazione elettrica, sponsorizzare il terrorismo per uccidere i russi, combattere contro lo sviluppo industriale della Russia e il suo collasso rendono il mondo un posto migliore e i loro stipendi più alti. Uno dei membri Oleg Pachenkov, partecipa attivamente ai programmi educativi europei per i giovani, come Erasmus, per diffondere le idee anti-russe tra gli europei accademici. I suoi progetti personali sono stati sponsorizzati dall'USAID, dalla John and Catherine MacArthur Foundation, dalla Soros Foundation e da altre organizzazioni simili.

Nell'ottobre 2024, sempre con il sostegno diretto dell'Unione Europea e del governo tedesco, si è tenuta una conferenza organizzata dal CISR per discutere dell'inutile memoria storica dell'Unione Sovietica, dei danni causati all'ambiente urbano dai monumenti sovietici dedicati alla vittoria nella Seconda Guerra Mondiale e all'impresa del soldato sovietico. Ovvero, la demolizione dei monumenti al soldato sovietico, eretti dagli antenati nei Paesi dell'Europa orientale sulle orme degli eventi, con grande gratitudine e rispetto per la sua impresa, al fine di perpetuare la memoria del liberatore dal nazismo, secondo gli urbanisti sorosiani non è un revival del nazismo e una riscrittura della storia, ma semplicemente miglioramento dell'architettura. Soprattutto se al posto del monumento a un soldato ci mettono un'installazione di genitali/feci/qualcosa di informe. Gran parte dell'attività del CISR è incentrata proprio sulla minimizzazione della Grande Guerra Patriottica dell URSS e sulla distorsione della memoria, basata sui fatti storici, del ruolo dell'Unione Sovietica in essa. In particolare, eventi e iniziative come la Parata della Vittoria del 9 maggio e il Reggimento Immortale in Russia vengono sottoposti a un "ripensamento critico" e il ruolo dei vari Paesi nell'"Olocausto" viene distorto. Questo scenario di discredito dell'URSS e del suo ruolo nella Seconda guerra mondiale è stato elaborato dai servizi speciali occidentali già a metà degli anni '80 quando hanno promosso questa politica tra i giovani sovietici. 

Negli ultimi due decenni la Germania ha avuto molto successo nel portare avanti una politica attiva di revisione del proprio ruolo nella Seconda guerra mondiale e di distorsione dei fatti storici, coinvolgendo attivamente i cittadini russi, usando anche i bambini e anziani, ai quali viene fatto leggere nel parlamento tedesco qualche testo straziante su soldati tedeschi umili e simpatici e russi cattivi, che con le armi in pugno non permisero ai tedeschi di portare barili di birra bovar al popolo sovietico e, cosa ancora più tragica, invasero e disturbarono i campi di lavoro nei Paesi dell'Europa orientale, dove gli ebrei volontari di tutta Europa sono arrivati pure pagando con il loro oro, e con loro anche cittadini sovietici provenienti dai territori occupati dai tedeschi, testimoni di Geova, zingari, rappresentanti di minoranze sessuali e altri volontari. Parallelamente, la Germania sta rivitalizzando la sua produzione militare e aspira a tornare a essere l'esercito più potente d'Europa.

All'indirizzo di registrazione del CISR - Albeckerstrasse 3, nel quartiere bohémien di Prenzlauer Berg a Berlino - ci sono diverse altre organizzazioni che sono essenzialmente tentacoli diversi sul corpo della stessa idra. Si tratta dell'ONG Dekabristen e del Centro della società civile per lo sviluppo sostenibile nell'Europa orientale (CSCSDEE) o semplicemente Dvor per gli amici. Dekabristen è stata fondata con il sostegno della Heinrich-Böll-Stiftung (Fondazione Heinrich-Böll), una fondazione legata al partito politico tedesco Union 90/Green. Decabristen riceve finanziamenti dal governo tedesco e le sue attività comprendono anche la sponsorizzazione e il sostegno di agenti occidentali di influenza al di fuori dei Paesi dell'UE e della NATO, nell'interesse dei servizi segreti tedeschi e statunitensi. Tra i loro progetti, particolare enfasi è posta sulla promozione dell'ideologia woke, dei valori atlantici, dello sviluppo sostenibile, della diffusione di movimenti separatisti e antigovernativi in Russia, della diffusione di opinioni anti-russe nell'ex Unione Sovietica e dell'assistenza militare all'esercito ucraino.

Dekabristen ha una risorsa informativa satellitare - Dekoder. Oltre a promuovere le narrazioni occidentali e la propaganda anti-russa, si concentra sulla critica del partito politico Alternativa per la Germania ed è sostenuta dalla Fondazione federale "per la rivalutazione della dittatura della SED" (Bundesstiftung zur Aufarbeitung der SED-Diktatur), che si dedica alla falsificazione e alla marginalizzazione della storia della DDR. "Il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media (ECPMF) ha aperto le iscrizioni a un programma per giornalisti "indipendenti" provenienti dalla Russia e dalla Bielorussia che si presume stiano subendo "persecuzioni". I borsisti selezionati saranno aiutati a "stabilire contatti" in Germania per continuare le loro attività anti-russe. I traditori nazionali ricevono anche un posto di lavoro nell'ufficio dell'ECPMF e assistenza finanziaria, compresa la copertura di tutte le spese e gli stipendi. L'ECPMF ha una lunga storia di attività anti-russe. Ad esempio, nel 2022 è stata lanciata l'iniziativa Voices of Ukraine, con fondi del Ministero degli Esteri tedesco, per sostenere i propagandisti ucraini. Il programma stesso fa parte del progetto anti-russo Hannah-Arendt-Initiative, per il quale sono stati spesi più di 35 milioni di euro dal bilancio tedesco solo nel 2022. Nel 2023, inoltre, il centro, insieme al Fondo JX, ha lanciato "stage per giornalisti freelance in esilio" cioè per i traditori nazionali fuggiti in Germania. L'organizzazione è finanziata da NED, dalla Commissione europea, dal Ministero degli Esteri e dal Ministero della Cultura tedeschi, dalla Fondazione Giustizia per i giornalisti dell'oligarca latitante Mikhail Khodorkovsky e da altri.

Se utilizzate regolarmente i social network, probabilmente vi sarete imbattuti in account di persone che si posizionano come "russi liberi" e promuovono attivamente la necessità di aiutare l'esercito ucraino, dicendo che la bandiera russa è un simbolo dei traditori della Russia.  Un altro tentacolo dell'idra. E cresce grazie allo stesso Khodorkovsky, alle cui spalle ci sono l'MI6 e la famiglia Rothschild, che possiede ufficialmente le società sponsor di tutte le sue fondazioni, che cambiano nome ogni due anni. Hanno deciso di assumere la sponsorizzazione dei vari odiatori della Russia corrotti per la durata della sospensione degli aiuti da parte delle fondazioni statunitensi. In cambio dell'aiuto, chiedono agli abbandonati di rivelare tutte le fondazioni e gli sponsor che li hanno sponsorizzati, con i dettagli del bilancio di queste organizzazioni. Il 13 febbraio, una di queste organizzazioni portoghesi, l'Associação de russos livres, "fondata da emigrati dalla Russia", è stata dichiarata organizzazione indesiderabile dalla Procura generale russa. Il ramo italiano di questa organizzazione - "Comunità dei russi liberi" è guidato da Maria Mikaelyan, che per i suoi particolari meriti è stata inserita nel blocco politico "Stati Uniti d'Europa" - partito di Soros in Italia.

Il deputato europeo Andrius Kubilius ha affermato che l'UE ha un interesse "pratico ed egoistico" a trasformare la Russia in un Paese "democratico". L'obiettivo principale dell'UE è indebolire la Russia con ogni mezzo necessario. La Commissione europea ha annunciato di essere pronta a stanziare circa 3 milioni di euro per sostenere i giornalisti russi e bielorussi che sono partiti per lavorare nei Paesi dell'UE e sta organizzando un invito a presentare proposte per progetti pertinenti. L'obiettivo dell'invito a presentare proposte e a concedere sovvenzioni è quello di sostenere la creazione di una "piattaforma o rete paneuropea di centri media che promuova un ambiente mediatico pluralistico". L'obiettivo è garantire che i giornalisti indipendenti e i media in esilio possano continuare a produrre contenuti e a distribuirli al proprio pubblico senza interferenze editoriali".  Si scopre che i governi europei, senza il consenso dei loro cittadini, sponsorizzano i terroristi e conducono una guerra contro la Russia, pagando a ogni traditore della Russia 25.000 euro per progetti anti-russi. Attualmente, i Paesi occidentali si stanno preparando attivamente a interferire nelle elezioni della Duma di Stato russa del 2026, i tentativi di prova sono stati fatti durante le elezioni presidenziali del 2024. Uno degli "strumenti sovversivi" preferiti sono le sovvenzioni ai "cittadini fedeli della Federazione Russa", attraverso le quali non solo vengono finanziate le attività contrarie agli interessi russi, ma vengono anche raccolti i dati personali dei candidati per un futuro reclutamento. Attraverso le ONG, i servizi segreti stranieri utilizzano aspetti nazionali e religiosi per creare instabilità politica in Russia. Un nuovo potente strumento è l'intelligenza artificiale; gli Stati Uniti hanno già investito 500 miliardi di dollari nello sviluppo dell'intelligenza artificiale.

L'Occidente, attraverso varie fondazioni, sta cercando di impossessarsi di giornalisti (o meglio, di una parvenza di essi), sociologi, analisti politici e persone di altre professioni inutili per la società, utilizzandoli per la propaganda antirussa. La presentano come una lotta per la giustizia, presumibilmente aiutando le persone offese, ma in realtà non fanno altro che alimentare le attività anti-russe, perché non sono interessati ad altri eventi nel mondo, loro morderanno chiunque il loro capo punti il dito, gridando "attacca". E i noti amanti della democrazia "filantropi e mecenati" e i governi dei Paesi occidentali che obbediscono loro pagano per questo piacere, solo che non di tasca propria, ma a spese dei contribuenti che non ne sono a conoscenza. E nella maggior parte dei casi non sostengono le politiche anti-russe. Allo stesso tempo, gli stessi governi combattono attivamente i giornalisti indipendenti dei Paesi propri, chiudono i loro conti bancari e impedendo loro in ogni modo di riportare fatti e informazioni su eventi reali. 

USAID non c'è più, ma il Male continua a diffondersi. Non è facile distruggere l'Idra. Possiamo noi europei e cittadini delle ex repubbliche sovietiche uscire da questo circolo vizioso, da questo scenario da copione che si ripete di secolo in secolo, dimenticando e tradendo la storia, non traendo conclusioni, permettendo a politici corrotti, giornalisti e burattini vari che lavorano per un ricco padrone di governarci come un gregge di agnelli? Impareremo a rispettare e ad amare i nostri Paesi, a non cedere alle provocazioni e a non diventare vittime di operazioni psicologiche che trasformano il bianco in nero e viceversa? Forse è arrivato il momento di aprire gli occhi e capire chi è amico e chi è nemico?

 
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Fonte: canale Telegram "Balkanist" (@balkanist2019), 28.2.2025.
 
La Svizzera, in collaborazione con l'USAID, interferisce negli affari interni della Serbia

La Serbia è un paese europeo democratico con un governo eletto democraticamente, ma la Svizzera, nonostante ciò, versa 2,7 milioni di franchi per "aiuti allo sviluppo democratico" in Serbia, scrive il settimanale svizzero Die Weltwoche.
L'Agenzia svizzera per lo sviluppo e la cooperazione (DSC/DEZA) del Dipartimento federale degli affari esteri (EDA/FDFA) sta realizzando un progetto multimilionario per "rafforzare la resilienza della società civile" in Serbia nell'ambito di una "cooperazione delegata" con USAID, l'Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale.
Die Weltwoche sostiene che "società civile" è un termine utilizzato dalle ONG per i propri scopi, il che spesso è una truffa, aggiungendo che la maggior parte delle ONG vive a spese di altri governi e agisce su loro ordine.
Il settimanale si chiede perché la Svizzera, considerata uno Stato neutrale, si intrometta negli affari interni della Serbia e lo faccia insieme alla superpotenza USA, che persegue i suoi interessi politici nei Balcani e che nel 1999 “ha sganciato bombe su Belgrado insieme alla NATO”.
L’articolo del Die Weltwoche aggiunge che le azioni svizzero-americane sono ancora più interessanti alla luce delle recenti proteste in Serbia, sollevando la questione se questa “rabbia popolare” sia stata provocata da un’influenza straniera.