Coordinamento
Nazionale per la Jugoslavia


Segnalazione iniziative


Parma 10-11 febbraio 2010

iniziative indette dal Comitato antifascista e per la memoria storica

in alternativa al "Giorno del Ricordo"

Il 10 febbraio a Parma in largo Tito (piazzetta della periferia sud est della città su via Budellungo) si terrà dalle 12 alle 13 un presidio democratico antifascista per ribadire il grande valore della Resistenza e della lotta armata jugoslava contro il nazifascismo guidata da Tito.

L'11 febbraio a Parma al cinema "Astra" (p.le Volta) quinta edizione della manifestazione antifascista promossa dal Comitato antifascista e per la memoria storica-Parma alternativa alla "Giornata del ricordo delle vittime delle foibe". Alle 21 il giornalista e saggista Franco Giustolisi, che nel '94 scoprì l' "armadio della vergogna", parlerà su: "L'armadio della vergogna, disinformazione, Costituzione", seguirà il prof. Gorazd Bajc, storico, docente  presso l' Università del Litorale a Capodistria  e coautore del libro "Foibe" (Einaudi 2009), sul tema: "Il problema foibe e il confine italo-jugoslavo". Alle 22.15 saranno proiettate sequenze del filmato della BBC "Fascist Legacy" ("Il lascito fascista") sui crimini dell'Italia fascista in Jugoslavia.

Per contatti: comitatoantifasc_pr @ alice.it



Nuova provocazione dei fascisti di Casa Pound con l'esposizione - il 16 gennaio 2010 - di un lenzuolo con la scritta "Tito assassino, meglio Bettino" davanti all'Hotel Villa Ducale di Parma dove si tiene un convegno di socialisti sulla figura di Craxi a dieci anni dalla morte. Vogliono cancellare Tito e la Resistenza Jugoslava e riabilitare Craxi. Vogliono riscrivere la storia. Non lasciamoglielo fare. Il presidio antifascista in via Tito (Parma) annunciato nel corso della riunione del Comitato antifascista e per la memoria storica per mercoledì 10 febbraio, "giornata del ricordo", dalle 12 alle 13 in largo Tito servirà a riaffermare il grande valore, per l' Europa intera, della lotta armata contro il nazifascismo condotta dai partigiani jugoslavi guidati da Tito. Dovrà servire anche a combattere l'odierno revisionismo su Craxi, l'artefice della "modernizzazione" in Italia ovvero il primo responsabile della deriva neoliberista della sinistra italiana iniziata negli anni '80, il nuovo "decisionista", un corrotto.
Il Comitato porterà al presidio uno stendardo con la bella foto di Tito e Pertini, i due antifascisti partigiani  ritratti  insieme in veste entrambi di capi di Stato.

Tito e Pertini
Il  presidente della Repubblica  Italiana,  il partigiano Sandro Pertini,  e il presidente
 della Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia,  il partigiano Josip Broz Tito

---

20 gennaio 2010: Nel giorno della riabilitazione di Craxi ricordiamo le parole di Sandro Pertini


Alla lettera che il capo dello stato ha inviato alla vedova del "grande statista" corrotto pregiudicato e latitante contrapponiamo l'appello di Sandro Pertini ai giovani:

"Quindi l'appello che io faccio ai giovani è questo: cercare di essere onesti, prima di tutto la politica deve essere fatta con le mani pulite. Se c'è qualche scandalo, se c'è qualcheduno che dà scandalo, se c'è qualche uomo politico che approfitta della politica per fare i suoi sporchi interessi deve essere denunciato."

Giovanni Caggiati (Comitato antifascista e per la memoria storica, Parma)

---



casapound_parma
Con questo striscione - "Tito assassino, meglio Bettino" - i militanti nazisti del collettivo CasaPound di Parma il 16 gennaio 2010 hanno salutato il convegno "Bettino Craxi  10 anni dopo" che si stava svolgendo in quella città, all'hotel Villa Ducale, organizzato dalla Federazione provinciale del Psi in collaborazione con il gruppo consiliare e socialista della Regione Emilia Romagna. Infatti, i nazisti chiedono "la sostituzione della via dedicata a Tito con Bettino Craxi", come ha affermato testualmente Pier Paolo Mora, responsabile di CasaPound Parma, alla stampa locale. In Italia i nazisti di CasaPound sono presenti in maniera oramai capillare grazie al sostegno di cui godono da parte delle istituzioni, che forniscono loro permessi e concessioni - ad esempio a Roma dove occupano da anni indisturbati un enorme e centralissimo palazzo a due passi dalla Stazione Termini (in via Napoleone III). Come è evidente anche da questa convergenza con gli amici di Craxi, i nazisti svolgono in Italia una funzione preziosa ed impagabile per il potere. [a cura di Italo Slavo]




il 10 febbraio in Italia è dal 2004 la “giornata del ricordo delle vittime delle foibe”


Quando l’Italia riconoscerà i crimini del fascismo in Jugoslavia?

dopo le “scuse” di Berlusconi a Gheddafi per l’occupazione coloniale italiana della Libia


Vittime delle foibe, al confine nordorientale, nel settembre-ottobre 1943 e nel maggio 1945 sono state alcune centinaia di italiani, in gran parte militari, capi fascisti, dirigenti e funzionari dell’amministrazione italiana occupante la Jugoslavia, collaborazionisti. Si è trattato, nel complesso delle cinquecento,seicento vittime, di atti di giustizia sommaria, di vendette ed eccessi, per mano di partigiani jugoslavi, derivanti dall’odio popolare e dalla rivolta nei confronti dell’Italia fascista. Sulla base degli studi storici, questi tragici fatti non hanno assolutamente avuto le dimensioni che destre e fascisti vogliono far credere, né si è trattato di un’operazione organizzata e programmata dall’alto del vertice jugoslavo di Tito.

Violenza di gran lunga maggiore, sistematica e pianificata, precedente, usata per costruire l’ impero sull’Adriatico, è stata l’aggressione e l’occupazione della Jugoslavia da parte del fascismo. A partire dal 1920, azioni delle squadracce contro centri culturali, sedi sindacali, cooperative agricole, giornali operai, politici e cittadini di “razza slava”, poi, nel ventennio, la chiusura delle scuole slovene e croate, il cambiamento della lingua e dei nomi, l’italianizzazione forzata, quindi, dalla primavera del ’41, la guerra d’aggressione alla Jugoslavia e l’occupazione di suoi vasti territori. E con la guerra la distruzione di interi villaggi sloveni e croati, dati alla fiamme, il massacro di decine di migliaia di civili, i campi di concentramento. “Si ammazza troppo poco in Jugoslavia” affermava nel 1942 il generale Mario Robotti, comandante dell’XI Corpo d’Armata italiano in Slovenia e Croazia. Questo spiega la rivolta contro l’Italia fascista, lo sviluppo impetuoso del movimento partigiano guidato da Tito, la grande lotta antifascista e antinazista nei Balcani. E nessuno degli oltre 700 – tanti sono stati secondo la Commissione delle Nazioni Unite per i crimini di guerra – criminali di guerra italiani, a cominciare dai generali Roatta e Robotti, è stato mai condannato né estradato e consegnato alle autorità jugoslave.

Enorme è stato il tributo jugoslavo alla guerra contro il nazifascismo: su una popolazione di 18 milioni di abitanti dell’intero Paese, furono al comando di Tito 300.000 combattenti alla fine del ’43 e 800.000 al momento finale della liberazione, 1.700.000 furono i morti in totale, sul campo 350.000 i partigiani morti e 400.000 i feriti e dispersi. Da 400.000 a 800.000, ovvero da 34 a 60 divisioni, furono i militari tedeschi e italiani tenuti impegnati nella lotta, con rilevanti perdite inflitte ai nazifascisti.

Alla Resistenza jugoslava si unirono, l’indomani dell’8 settembre ’43, quarantamila soldati italiani, la metà dei quali diedero la vita in quell’epica lotta nei Balcani; accolti come fratelli dalle popolazioni jugoslave, essi, col loro sacrificio, riscattarono l’Italia dall’onta in cui il fascismo l’aveva gettata. A questi italiani devono andare il ricordo e la riconoscenza della Repubblica democratica nata dalla Resistenza.


11 febbraio 2010 Parma cinema “Astra” (p.le Volta)


ore 21 conferenza
di Franco Giustolisi
autore de “L’armadio della vergogna”
e Gorazd Bajc storico, Università del Litorale-Capodistria

ore 22.15 proiezione di sequenze di “Fascist Legacy”

filmato inglese della BBC sui crimini dell’Italia fascista in Jugoslavia


COMITATO ANTIFASCISTA E PER LA MEMORIA STORICA – PARMA - comitatoantifasc_pr@alice.it


parma110210.jpg



Ritorna alla pagina delle iniziative sul sito del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ...