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COORDINAMENTO NAZIONALE PER LA JUGOSLAVIA

ITALIJANSKA KOORDINACIJA ZA JUGOSLAVIJU

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IL CNJ A FIRENZE  PER IL 25 APRILE


2008: in piazza insieme a "Vlado" Kapuralin del Partito Socialista Operaio (Croazia) / V. Kapuralin (SRP): PROSLAVA U FIRENZI 25. april 2008

2005: intervento in piazza di Ivan Pavičevac



A Firenze negli ultimi anni il Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia è stato invitato ad intervenire alle manifestazioni che, come consueto, si svolgono in Piazza Santo Spirito.



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2008
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Il testo del saluto di Vladimir Kapuralin
responsabile relazioni internazionali del Partito Socialista Operaio della Croazia:


<< Oggi, mentre festeggiamo l’Anniversario della Liberazione,
unitamente  alla fine di una terribile guerra, dobbiamo ricordare 
con rispetto  tutti quelli che lottando hanno dato la propria vita,
ma anche tutte le vittime civili del terrore nazifascista. Inoltre dobbiamo  
esprimere un ringraziamento a tutti i sopravvissuti che hanno  
combattuto contro quelli che hanno voluto imporre il cosiddetto Nuovo  
Ordine Mondiale.
Dopo ogni grande guerra la gente crede ingenuamente che la  
distruzione e l’orrore che la guerra ha lasciato dietro a se  
rimarranno di monito e stimolo sufficiente alla coscienza, perche’  
niente di tanto irrazionale possa mai più ripetersi.
Purtroppo questo non si e’ mai avverato, nemmeno dopo la terribile  
Seconda Guerra Mondiale. E non si avvererà mai, fintantoche’ vivremo  
in una societa divisa in classi. Perche’ la guerra e’ il disegno  
della societa’ dominante contro la classe sfruttata.
Oltre al fatto che il genere umano non ha tratto nessun insegnamento  
finora dagli scontri bellici, questi scontri sono diventati ormai  
sempre piu’ cruenti, mentre il numero delle perdite civili a  
confronto con quelle militari è sempre crescente.
Non posso in questa sede citare esempi relativi a tutto il mondo. Ma  
la guerra nei Balcani, cioe’ la barbara aggressione degli USA e della  
NATO contro la Jugoslavia, nella primavera del 1999, dimostra tutta  
la crudelta’  di un metodo usato nella conduzione della guerra. Lo  
ripeto: una guerra condotta per il cosiddetto Nuovo Ordine Mondiale.  
È stata questa guerra una tra le piu’ impari condotte nella nuova era  
dell’umanita’. Il rapporto tra la popolazione della Repubblica  
Federale di Jugoslavia e quella dei paesi della NATO era di 1 a 70.  
Con l’aggressione sono stati calpestati i principi fondamentali del  
sistema giuridico di ogni Stato, ed i principi su cui si basa il  
Diritto internazionale, come anche la Carta delle Nazioni Unite.  
Concretamente, e’ stato violato il documento di Helsinki, la  
Convenzione di Ginevra, ed altri principi dell’Atto conclusivo sulla  
sicurezza e la cooperazione in Europa, come anche  l’Accordo  
costitutivo della NATO, il quale definisce questa alleanza  
“un’alleanza di difesa” che si attiva soltanto per la difesa dei  
paesi membri.
Gli obiettivi dell’attacco, durato 78 giorni, sono stati non soltanto  
militari ma anche, e molti di piu’, quelli civili. Sono state  
bombardate scuole, ospedali, mercati, ponti. Sono morti circa in  
3500, per lo piu’ civili. Durante i bombardamenti e’ stata distrutta  
pesantemente l’infrastruttura economica, come anche  le istituzioni  
sanitarie, dell’educazione, case editrici, TV, molti monumenti e  
tesori culturali. Il danno materiale si aggira sui 100 miliardi di  
dollari. Le perdite militari sono state irrisorie - 13 carri armati  
distrutti nel Kosovo-Metohija e un centinaio di soldati.
L’atto piu’ criminale in questa aggressione e’ stato l’uso  
dell’uranio impoverito, che ha contaminato il suolo e sta  
distruggendo a lungo termine la salute della gente. Testimonianza  
della vera pericolosità di queste azioni sono le digrazie vissute dai  
soldati dell’aggressore che sono stati a contatto con manufatti  
contaminati.
L’assurdita’ del punto d'approdo della civilizzazione del XXI Secolo
e’ che quelli che si riempiono la bocca di liberta’, democrazia,  
diritti civili e cosi’ via, danno vita e partecipano a simili  
aggressioni in tutto il mondo. E le popolazioni che si oppongono,  
sovente vengono brutalmente attaccate. E come potete constatare,   
anche qui a Firenze vengono condannati a 7 anni di carcere, 13  
coraggiosi giovani compagni  perche’ hanno protestato contro  
l’aggressione alla Jugoslavia nel 1999.
Ma non si e’ protestato soltanto a Firenze. Tutta l’Italia si e’  
sollevata. Decine di migliaia di persone protestavano  
quotidianamente. Le piu’ grandi manifestazioni sono state ad Aviano,  
da dove gli aggressori partivano per questa barbara aggressione. Ho  
avuto l’onore di partecipare personalmente due volte alle  
manifestazione di Aviano, su invito dei compagni di Rifondazione di  
Trieste. La prima volta era il 17 aprile 1999. Sono stato  
piacevolmente sorpreso dell’ottima organizzazione e della grande  
partecipazione di manifestanti. La seconda volta sono stato con l'ora  
defunto Stipe Suvar, fondatore e primo presidente del Partito  
Socialista Operaio di Croazia, il quale e’ stato l’unico presidente  
di uno dei 90 partiti allora in Croazia, e sicuramente anche di tutto  
il territorio della Jugoslavia, ad essere presente. In nome di  
questo, da questo luogo, voglio ringraziare tutte le realtà italiane,  
ma anche non italiane, di qualunque appartenenza politica esse siano,  
per l’organizzazione e la partecipazione a queste manifestazioni.
I crimini commessi dagli USA e dalla NATO contro la Jugoslavia, sono  
la continuazione di crimini analoghi commessi al servizio dell’  
imperialismo, ed essi continuano tutt’oggi in Afganistan, in Irak e  
altrove. Ed essi continueranno anche in futuro, fintantoche’, ripeto,  
vivremo in una societa’ divisa in classi.
Percio’ la lotta per la pace mondiale va intesa come lotta contro lo  
sfruttamento dell’uomo sull'uomo, per un mondo migliore e piu’  
giusto, nel quale i produttori liberi saranno padroni del proprio  
destino.
In altre parole il futuro del mondo e’ il socialismo, oppure la  
barbarie.

Firenze, 25 aprile 2008

Vladimir Kapuralin >>
PROSLAVA U FIRENZI 25. april 2008



Danas kad slavimo godišnjicu oslobođenja, ujedno i završetka jednog strašnog rata. Moramo se sa pijetetom prisjetiti, svih onih koji su boreći se za slobodu svih nas položili svoje živote, ali i svih onih civilnih žrtava fašističkog terora, koji prati svaki rat. Izraziti moramo i svoju zahvalnost svim preživjelim učesnicima, koji su se borile protiv onih koji su namjeravali nametnuti tzv. novi svjetski poredak.
Nakon svakog velikog rata, ljudi naivno misle, da će destrukcija i užas koji rat ostavlja za sobom, biti dovoljno snažna opomena i poticaj ljudskoj svijesti, da nikad više ne ponovi nešto takvo iracionalno.
Međutim to se još nikada nije ostvarilo, pa niti iza dosada najstrašnijeg II sv. rata. I neće se ni ostvarit, dok god budemo u klasnom društvu. Jer je rat jedan od odrednica opstanka klasnog društva, odnosno njegov instrument dominacije klase izrabljivača, nad klasom izrabljivanih.
Osim što čovjećanstvo nije izvuklo nikakvu pouku iz dosadašnjih sukoba, oni su i sve okrutniji, a odnos stradavanja nevojne u odnosu na vojnu komponentu stanovništva, sve više ide na štetu nevojne komponente.
Nemoguće na jednom ograničenom prostoru, poput ovoga nabrojati sve primjere širom svijeta. Ali rat na Balkanu, 90-ih odnosno divljačko bombardiranje Jugoslavije, u proljeće 1999. godine, od strane SAD i NATO, zorno prikazuju svu okrutnost metoda vođenja ratova, koje koriste nosioci, ponovno, tzv. novog svjetskog poretka.
Bio je to jedan od najneravnopravnijih ratova vođen u novijoj ljudskoj povjesti. Odnos stanovnika SRJ prema NATO iznosio je 1:70. Činom Agresije prekršeni su osnovni principi pravnih sistema svih suverenih država i temeljna načela na kojima počiva međunarodni pravni poredak, kao i Povelja UN.
Konkretno, prkršen je Helsinški dokument, ženevska konvencija, niz principa Završnog akta Konferencije o bezbednosti i saradnji u Evropi, kao i osnivački Ugovor NATO, kojim se ovaj savez definise kao "odbrambeni savez", koji dejstvuje samo na tertoriji svojih članica.
Meta napada, koji su trajali 78 dana, bili su ne samo vojni, već i brojni civilni ciljevi. Bombardovane su škole, bolnice, tržnice, mostovi, pri čemu je poginulo oko 3500 osoba, medu kojima najvise civila. Tokom bombardovanja teško je oštećena privredna infrastruktura, kao i škole, zdravstvene ustanove, medijske kuče, spomenici kulture, a ukupna materijalna šteta kreće se oko 100 milijardi dolara. Vojni gubici SRJ u odnosu na civilne bili su neznatni, 13 tenkova uništenih na Kosovu i 100-tinjak vojnika. Najkriminalniji postupak u NATO agresiji bio je upotreba osiromašenog urana, koji kontaminira zemljište i dugoročno ugrožava zdravlje stanovništva. O pravoj dimenziji te opasnosti, govori i podatak, o stradavanju pripadnika snaga agresora, koji su bili u doticaju sa tim kontaminiranim sredstvima.
Apsurd civilizacijskog dometa XXI st. je da oni kojima su puna usta slobode, demokracije, ljudskih prava i ostaloga, iniciraju, generiraju i učestvuju u sličnim agresijama širom svijeta. A ljude koji im se suprostave nerjetko brutalno kažnjavaju. Pa su tako i ovdje u Firenzi 13-orica hrabrih i savjesnih drugova osuđena na 7 godina zatvora, zbog protivljenja agresiji na Jugoslaviju 1999.
A nije se protestiralo samo u Firenzi. Cijela Italija bila je  na nogama. Desetine hiljada ljudi protestiralo je dnevno. Najveće manifestacije bile su u Avianu, odakle su agresori kretali na svoje barbarske ekspedicije. Lično sam imao čast dva puta učestvovat u manifestacijama u Avianu, na poziv naših drugova iz Rifondazione Komunista. Prvi put 17. aprila 1999. godine. Bio sam iznenađen stupnjem organizacije i brojnošću subijekata učesnika. Drugi put sam bio zadnju nedelju prije prestanka bombardiranja, zajedno sa osnivačem i prvim predsjednikom SRP-a Stipom Šuvarom, koji je u 78 dana brutalnog bombardiranja, bio jedini predsjednik jedne od tada 90 partija u Hrvatskoj, a vjerovatno i sa područja cijele Jugoslavenske teritorije. U to ime želim se sa ovog mjesta zahvaliti svim institucijama Italije, ali i izvan nje, bez obzira na političku pripadnost, za organizaciju i učešće u tim manifestacijama.
Zločini koje su počinili SAD i NATO nad Jugoslavijom, bili su nastavak sličnih zločina činjenih prije toga u službi svjetskog imperijalizma, a oni se nastavljaju i danas u Afganistanu, Iraqu i drugdje. I oni će se nastaviti i ubuduće, dok budemo, kako sam prije rekao živjeli u klasnom društvu.
Znači borba za svijetski mir, podrazumijeva borbu protiv eksploataciju čovjeka po čovjeku, za jedan bolji, pravedniji sviojet, u kojemu će oslobođeni proizvođači biti gospodari vlastite sudbine. Drugim rijećima budućnost svijeta je socijalizam ili barbarija.

Firenze, 25. april 2008.

                                    Kapuralin Vladimir

Il testo del volantino degli organizzatori

Firenze:
25 aprile di solidarietà e lotta
                      
Il 25 aprile la Firenze Antifascista festeggerà la liberazione dell'Italia dal nazifascismo in Piazza Santo Spirito, luogo storico della Resistenza fiorentina.
Quest'anno il 25 aprile a Firenze ricopre un significato particolare. Nella nostra città sono stati infatti condannati 13 compagni a 7 anni di carcere per aver manifestato contro la guerra in Jugoslavia nel 1999 e dopo che i manifestanti subirono le violente cariche delle forze dell'ordine . Una condanna vergognosa da Tribunale Speciale, per il reato appunto di Resistenza alla guerra, che si inserisce in un clima generale di inasprimento della repressione interna, di fronte a scenari di guerra permanente e di chiusura degli spazi politici.
Una giornata quindi che, come sempre, non vuole essere solo ricordo ma anche riattualizzazione dei valori fondanti della Resistenza italiana: l'antifascismo, la giustizia sociale, la lotta contro la guerra, la solidarietà internazionale tra i popoli e la lotta contro le nuove forme di razzismo, repressione ed esclusione sociale.
Infatti per noi il concetto di Resistenza non nasce né si esaurisce con la lotta partigiana del ’43-’45, sebbene questa abbia sicuramente rappresentato il momento più alto di lotta popolare nella costruzione di una società che non fosse basata sullo sfruttamento. Già dopo la I guerra mondiale il movimento di classe italiano cercò con il Biennio Rosso una propria prospettiva di liberazione; il ventennio fascista fu poi un periodo di esilio, confino e Tribunali Speciali per migliaia di oppositori politici, che troviamo poi combattenti nella Guerra Civile spagnola. Dopo la II guerra mondiale, negli anni ’50, operai e contadini tornarono nelle piazze per chiedere terre e diritti e negli anni
’60-’70 un forte e radicale movimento operaio e popolare, mise in discussione i capisaldi del capitale strappando diritti e conquiste fondamentali oggetto di attacco continuo negli anni successivi.
Crediamo che, del resto, il revisionismo e l’attacco culturale e storico all’antifascismo sia funzionale a colpire questo concetto di continuità della Resistenza, della lotta per una società più giusta, mentre procede in senso reazionario la trasformazione politica, economica e costituzionale delle istituzioni nazionali ed internazionali.
Da parte nostra è proprio la continuità della Resistenza che vogliamo affermare e praticare.
Oggi siamo in un contesto generale in cui la guerra è lo strumento principale di imposizione delle politiche economiche di sfruttamento, in cui l’attacco ai diritti dei lavoratori si è addirittura appesantito con gli ultimi provvedimenti del centro sinistra, in cui non sono garantiti un futuro dignitoso e non precario e tanto meno una pensione, in cui la repressione politica, la repressione verso i lavoratori attivi e la guerra ai poveri con la caccia all’immigrato, gli sgomberi forzati, sono ormai roba quotidiana.
La continuità della Resistenza è quindi, oggi, la lotta contro la precarietà sul lavoro e nella vita, per la ricerca di un futuro migliore, non subordinato alle inviolabili regole economiche del capitalismo, Resistenza alle guerre fatte per il controllo economico e politico, resistenza alle Grandi Opere pubbliche, che ingrassano gli speculatori ed avvelenano la popolazione. Resistenza al ritorno dei fascisti nelle scuole e nei quartieri ed al pesante revisionismo storico che vuole equiparare fascisti e partigiani, oppressi ed oppressori.
Oggi, per noi, Resistenza significa l’impegno quotidiano che lavoratori/trici, studenti, compagni/e portano avanti nei propri territori e posti di lavoro e studio, di fronte a mille difficoltà e chiusure, di fronte a repressione e processi, ma consapevoli che la ricerca e la lotta per una società dove non vi siano più sfruttati e sfruttatori siano più che mai necessarie. Resistenza è la lotta dei popoli che, dalla Palestina all’Iraq alla Colombia, combattono per la loro liberazione dalle occupazioni, dallo sfruttamento, dalla colonizzazione.

Solidarietà ai 13 compagni condannati a 7 anni
Oggi come ieri contro il fascismo con ogni mezzo necessario

La Resistenza continua

25 APRILE 2008 – dalle 15.30 in Piazza santo Spirito con materiale informativo, banchini, video – cibo e bevande - interventi di partigiani, compagni/e di realtà di lotta nazionali ed internazionali
Ore 17.00 corteo verso Piazza Tasso – a seguire cena canti e balli – video del 13 maggio ’99 – concerto

Firenze Antifascista

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2005
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Intervento il 25 aprile in Piazza a Firenze

Salve a tutti!
Ad un mio intervento nel lontano 1992 (lontano per i tragici eventi
succedutisi) dal pubblico una persona irritata apostrofò: "La
Jugoslavia non esiste più!".
Hanno fatto si scomparire la denominazione di Jugoslavia, ma siamo
rimasti noi jugoslavi resistenti e combattenti! Dunque si può parlare
di "ex jugoslavi" malgrado esistiamo?! Anche i curdi sono senza patria
ma non si dichiarano ex curdi!
Mi trovo qui con voi oggi a celebrare il 60-esimo anniversario di
Liberazione, ricordando la Resistenza di allora ma anche ricordando i
popoli che tuttora lottano per la propria libertà.
Di resistenza anche contro il revisionismo storico, auspicando sempre
l'unità di azione nel movimento comunista operaio in cui ha mancato la
cosiddetta sinistra, ma ahimé anche il (i) Partito comunista!
D'altronde cosa si può aspettare da un Segretario del partito che nei
suoi comizi nomina più il papa che Marx?!
In Italia a causa del revisionismo storico e dello spostamento a
destra di tutto il quadro politico e culturale negli ultimi anni si è
cercato di sminuire il significato della lotta partigiana e di far
dimenticare i fondamenti antifascisti della Repubblica.
Ma esite in Italia anche una rimozione ben più profonda e che risale
subito dopo la liberazione. E la rimozione del carattere
internazionale ed internazionalista della resistenza partigiana.
Voglio ricordare che la Jugoslavia è il paese dove più massiccia ed
eroica è stata la partecipazione popolare alla lotta antifascista e
antinazista.
Anche partigiani italiani hanno combattuto in Jugoslavia, come i
partigiani jugoslavi in Italia, sopratutto tra Umbria, Marche ed Abruzzo.
Il nord est italiano è stato liberato con il contributo essenziale
dell'esercito partigiano jugoslavo e, ad esempio, Trieste dal IX corpus.
Queste verità storiche non possono essere contraddette nemmeno dalla
peggiore propaganda revisionista quale quella scatenatasi negli ultimi
anni su questioni quali le "foibe", Porzus, con "cuori nel pozzo", etc.
Sono felice di vedere in questa piazza, oggi, tanti giovani. E da
questa piazza abbiamo il dovere di trasmettere ai giovani i sani
ideali della guerra di liberazione, della convivenza tra i popoli,
l'uguaglianza...
Per tutti questi motivi organizzeremmo a Roma, il 7 e 8 maggio
prossimo, un'iniziativa "Partigiani", alla quale saranno proiettati
alcuni film, documentari ed alla quale abbiamo invitato a parlare
combattenti e figli di combattenti dall' Italia, Jugoslavia, Albania..
Lasciatemi ancora qualche minuto per ricordare la Jugoslavia. In
questi giorni ricorre il VI anniversario della barbara aggressione
NATO. 78 giorni di bombardamenti dei dieci stati più potenti nel mondo
contro la piccola Jugoslavia ("pardon", Serbia)!
La Jugoslavia, che fù un esempio di covivenza, di pace, che poteva
essere da esempio per l'Europa unita.
Quasi per cinque decenni in Jugoslavia abbiamo vissuto nel socialismo
che aveva decine di difetti ma migliaia di pregi. La Jugoslavia è
stata smembrata. Tutte le ex repubbliche jugoslave sono spinte in un
capitalismo selvaggio che ha migliaia di difetti e nessun pregio!
Nel socialismo era grantito il lavoro (una delle principali conquiste
operaie) e tutti lavoravano. Ora la maggior parte della popolazione
non ha lavoro, ne soldi. E non ci saranno fintantoché al potere
saranno governi borghesi imposti con le armi e i dollari NATO, coi
quali si comprano i leccapiedi ed i vili. Tutte le Repubbliche
jugoslave si trovano ora occupate, economicamente e militarmente.
Con l'azione comune tra il governo vassallo e degli stati NATO, anche
il nome della Jugoslavia federativa (costituita dalla Serbia e
Montenegro), ha cessato di esistere. Sistematicamente e con l'inganno
stanno dividendo la Serbia e il Montenegro (e ancora non si fermeranno).
Noi jugoslavi resistiamo, con l'auspicio di "un ritorno alla
fratellanza e all'unione (almeno quella possibile) dei popoli
jugoslavi. Il loro cammino comune verso la democrazia, come è stato
varie volte nella loro storia, è la via della salvezza, la pace
duratura su quella terra. Ogni altro tentativo serve a nulla!" (*)
Perciò la vecchia esclamazione è più che mai attuale (maggari un pò
aggiornata),
"Morte all'imperialismo (che sempre fascismo è) e libertà ai popoli!"

                           Ivan per il CNJ

(*) Antonio Jerkov in "Balcanica", rivista di politica e cultura


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