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Botta e risposta sulla Croazia nella U.E.


gennaio-febbraio 2012




Il presidente del Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, Ivan Pavičevac, è ritornato all'inizio del 2012 sulla questione della adesione della Croazia alla Unione Europea con una lettera di protesta inviata a titolo personale a Bruxelles. Un simile intervento lo aveva tentato già un paio di anni prima, ricevendo come risposta un evasivo "La Croazia non è ancora formalmente candidata all'adesione...". Ecco, dopo due anni la Croazia è formalmente candidata, ed il 1/7/2013 se ne celebra infine la adesione, benché la sanguinosa storia recente della sua "indipendenza" sia nota a tutti, ed ai funzionari UE meglio che agli altri.

Sull'argomento si vedano anche:
Elementi sul neo-ustascismo e sulla vera natura della "Guerra Patriottica" in Croazia
La cancellazione della Repubblica Serba di Krajina: crimini di guerra e desaparecidos
Intervista al prof. Aldo Bernardini sul carattere del nuovo Stato indipendente croato dal punto di vista del Diritto Internazionale
A Maastricht il ricatto tedesco: se volete l'Unione Europea dovete uccidere l'unità jugoslava



Spett. COMMISSIONE EUROPEA
Rue de la Loi, 200
B-1049 Bruxelles
Fax 0032 2 2950138, 39

Spett.le PARLAMENTO EUROPEO
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B-1047 Bruxelles
Fax 0032 22846974

e p.c.
Amnesty International European Institutions
Rue de Treves 35 , Boite 3
B-1040 Bruxelles
Roma, gennaio 2012

Egregi Signori,

Sono nato a Pola, odierna Croazia, ivi laureato. Vivo a Roma. Sono uno degli oltre 2.500.000 jugoslavi dichiarati, rimasto tale.
Ho ritenuto da sempre che l'UE diventerà veramente unita soltanto con uno stato leader, e cioè la Germania. Con ciò, però, non pensavo si ritornerà al 1941. Purtroppo è quello che si è avverato per la Jugoslavia e non solo. "La Jugoslavia deve scomparire", e "Serbien must Sterbien"... fino all' ultima cattiveria, ricatto, lo strappo del Kosovo e Metohija!
Come interpretare diversamente se non, queste premure per la Croazia nazional clericale, etnicamente quasi pulita, a far parte dell' UE, mentre alla Serbia... ricatti su ricatti, o per meglio dire: "il bastone e la carota"?

Dovrebbero essere sotto ai vostri occhi le numerose violazioni dei diritti civili in Croazia, anche i più elementari.

Ne cito alcune:

- Siete a conoscenza dei beni confiscati ai serbi di Croazia, che hanno dovuto abbandonarli, o di quelli ammazzati? Delle case distrutte e non ancora risarciti i danni? (Qualche esempio a Bjelovar, in Dalmazia).

- Siete a conoscenza del fatto che nemmeno ai bambini nati in Croazia, da genitori serbi, anche loro nati in Croazia, vogliono rilasciare la Domovnica (certificato di Cittadinanza)? E senza di questo non possono frequentare nemmeno le scuole pubbliche! Segnalo un caso avvenuto nella mia città natale, Pola.
- Siete a conoscenza che vengono falsificati documenti ai cittadini serbi? Documenti che servono per regolarizzare la loro posizione all'estero? Sottointeso che, tanto, all'estero non sanno dove, in che ex Repubblica jugoslava, si trovi la cittadina in questione... Per esempio, quella nell'allegato: il documento dimostra la nascita della persona a Benkovac, comune di Zara, Croazia, invece nel Certificato per "Stato di nascita" scrivono "BiH" - che vale per Bosnia ed Erzegovina!?

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- Siete a conoscenza che persone di nazionalità serba non possono nemmeno aprire un'attività in questa città, ma neanche in altre in Dalmazia... località dove pure sono nati!?

- Sempre nella città di Zara: è arcinoto il nazional-sciovinismo del Sindaco (se ne guarda bene però di toccare la minoranza italiana, eh?!). Durante l' ultimo Campionato mondiale di Pallamano, per non dover esporre la bandiera serba il Sindaco non ha fatto esporre quella di nessun altro Stato... E la CIO che sta a guardare! E non è la prima volta che succede una cosa simile nel campo dello sport!

- Siete a conoscenza che, all'Università di Zara, ad uno studioso al quale è stata inizialmente assegnata la cattedra di Filosofia (master in Italia), gli e' stato negato il posto, "perche' scrive sulla rivista Praxis" (rivista nella quale si parla anche di Marx). Ma non solo per questo, credo.

- Siete a conoscenza che alle famiglie di origini montenegrine o serbe, che avevano la casa a Dubrovnik, sono state confiscate le case, o che famiglie "miste" hanno dovuto "sloggiare" dalla loro città natale? Ne troverete alcune nella vicina Trebinje in Bosnia-Erzegovina.
Questi citati sono soli alcuni casi, di mia conoscenza diretta.
Amnesty ne è a conoscenza?
E dunque la Croazia prossima a far parte dell'UE... perchè prediletta in Vaticano?!

Con osservanza,

Ivan Pavičevac



LE RISPOSTE:

EUROPEAN COMMISSION
Enlargement Directorate-General
В -CROATIA, MONTENEGRO, FORMER YUGOSLAV REPUBLIC OF MACEDONIA, TURKEY, ICELAND
B1 - CROATIA, MONTENEGRO
Brussels,

Egregio Sig. Pávic,
Le scrivo come risposta alla Sua mail del 23 gennaio 2012, indirizzata alla Commissione Europea, relativa a casi di discriminazione avvenuti in Croazia.
La Commissione è regolarmente in contatto con le autorità croate riguardo al loro continuo impegno per assicurare il rispetto e la protezione delle minoranze, e per incoraggiare uno spirito di tolleranza verso le stesse, in particolare attraverso l'adozione di misure volte a proteggere coloro che potrebbero essere ancora oggetto di minacce e atti di discriminazione.
Le assicuro che la Commissione Europea attribuisce la massima importanza alle questioni da Lei sollevate. Il rispetto dei diritti fondamentali è tra i principi essenziali su cui l'Unione Europea si fonda.
La Croazia ha fatto grandi progressi in questo campo e la Commissione monitora con attenzione le azioni intraprese dalla Croazia, come parte integrante della sua preparazione a diventare membro dell'Unione Europea.

Cordiali saluti,

D. Lange
Capo Unità

Commission européenne, B-1049 Bruxelles / Europese Commissie, B-1049 Brussel - Belgium. Telephone: (32-2) 299 1111.
Office: CHAR 5/94. Telephone: direct line (32-2) 295 2837. Fax: (32-2) 295 8094. E-mail: Dirk.Lange@ec.europa.eu
Ref. Ares(2012)223842 - 28/02/2012

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