Non-notizia dell'estate


N.B. sulla criminalità albanese alla conquista dell’Europa, persino l'Open Society di Soros – che li ha appoggiati in ogni maniera in funzione eversiva – recentemente ha pubblicato un allarmante rapporto, e Osservatorio Balcani Caucaso, ubbidiente, ne ha riferito:
La criminalità albanese alla conquista dell’Europa 31/07/2018
Albania, la promessa tradita della lotta alla marijuana 28/06/2018
Dossier droga Albania introduzione 31/05/2018

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Misteri albanesi, suicida a sei colpi con rimbalzi italiani

L’autista personale del ministro degli Interni col fratello narcotrafficante condannato in Italia morto nel garage della Guardia della Repubblica.
-Suicidio con tre o sei colpi alla tempia. Il suicida più caparbio della storia.
-Poi, sul ministro dalle parentele pericolose, altra disattenzione italiana.

Di Remocontro [Ennio Remondino], 3 luglio 2018

Il suicida a tutti i costi

Misteri albanesi, suicida a sei colpi. Voleva proprio morire, prova a sostenere la polizia dei Tirana, con ‘qualche forzatura’. Shkelzen Qordja, 31 anni, autista del Ministro degli Interni Fatmir Xhafaj, si è suicidato sparandosi alla tempia destra seduto al posto del guidatore in un’auto di servizio, leggiamo dalla cronaca locale. È accaduto in un garage della Guardia della Repubblica, il reparto che si occupa delle scorte e della sicurezza dei politici albanesi, chiuso da dentro e inaccessibile da fuori, dove sarebbero stati trovati tre bossoli, versione ufficiale della polizia, che è già un bel insistere nel premere il grilletto a testa già fracassata. Altra fonte, ufficiosa ma sempre sbirresca, parla addirittura di sei bossoli per un fanta suicidio.

Shkelzen Qordja era un militare della Guardia da poco piu’ di un anno. Prima di diventare l’autista di Fatmir Xhafaj era stato l’autista di Engjell Agaçi, il segretario generale della Presidenza del Consiglio albanese, già avvocato penalista a Roma -leggiamo da Exit News- «noto per aver difeso tutti i principali criminali albanesi nei tribunali italiani, notoriamente buon amico di Fatmir Xhafaj (il ministro col fratello narco)». Strane e insistite connessioni di famiglia lì attorno. Il presunto suicida col fratello Ermal, anche lui militare della Guardia, prima di essere arruolati, sono stati autisti personali di Xhafaj, il ministro, e in amicizia stretta con il fratello Agron, il narcotrafficante.

La scena del delitto. Un comunicato della Polizia, non rilanciato della Procura, riferisce di varie ferite di arma da fuoco sparate da destra a sinistra, e l’arma di servizio nella mano destra e con il selettore nella posizione di tiro a raffica. Ricostruzione poco credibile, in attesa di ben altre certificazioni. Ma per la politica tutto è chiaro da subito: suicidio per il governo, già alle prese con lo scandalo del fratello narco del ministro; regolamento di conti di tipo mafioso, per l’opposizione. Malizie contrapposte e certo interessate, ma le circostanze non aiutano. Circa due settimane prima il Comandante del Servizio Operativo della Guardia della Repubblica, Martin Nika, era stato travolto e ucciso da un’auto lanciata contro e poi dileguata. Col sospetto di omicidio mirato..

[FOTO: Il ministro dell’interno albanese e la sentenza italiana di condanna del fratello]

Fratello narco del ministro
con altre questioni italiane

Altra storiaccia albanese, che mette a rischio lo stesso governo di Tirana e che coinvolge in parte l’Italia. Agron (Geron) Xhafaj, condanna esecutiva in Italia per narco traffico, ma mai realmente cercato (né da noi, né da loro). Una registrazione fornita dal Partito Democratico (la destra d’opposizione in Albania) che chiamerebbe personalmente in causa il ministro. Vera, falsa, montatura, depistaggio? La registrazione sospetta, sempre Exit News e stampa albanese (Shqiptarja.com e da Syri.net), non si sa se e quando sarà certificata in Italia, dove è stata mandata per accertamenti scientifici. Problemi burocratici italiani, viene detto, utili localmente per stemperare molte tensioni.

Coinvolgimento italiano in questa faida politica albanese, con tanto di ambasciata finita nel mezzo. Vicenda di cui remocontro.it (tra i pochi in Italia) ha raccontato. Ora sappiamo della richiesta di perizia in Italia da parte della Procura di Tirana, ma dopo tre settimane non è arrivata neppure un ‘ricevuto’. E si parla, fonte albanese, di un conflitto di competenze tra i due ministeri italiani (Giustizia, che riceve le rogatorie, e Interni, che dispone del laboratorio), palleggio che allungherebbe la procedura. Lettura ovviamente contrapposta in casa albanese su reali o presunte complicità politiche italiane e a favore di chi.


AVEVAMO DETTO
Albania, narco-fratello del ministro, l’Italia e l’estradizione scomparsa (di Remocontro, 14 giugno 2018)
L’attuale ministro degli interni albanese con un fratello condannato in Italia a 7 anni per traffico di stupefacenti, condanna esecutiva ma mai eseguita.
-Lui, il ‘non ricercato’ se ne va a spasso perché non c’è richiesta di estradizione.
-Lo scandalo con l’intervento dell’ambasciatore italiano che fa da benzina sul fuoco.