All'inferno
 
1) Bestemmia funebre per Giampaolo Pansa (V. Morvillo)
2) “Ciao” Giampi… No Rip / 16 ottobre 2006, contestazione a Reggio Emilia (Militant)
 
 
Si vedano anche:
 
CI CONSENTA, SIGNOR PANSA… (MA ANCHE SIGNOR CAPUOZZO) (Claudia Cernigoi)
Premessa: questo è un articolo scritto nel 2009, quando Giampaolo Pansa godeva di buona salute e girava l’Italia presentando i suoi libri che continuiamo a definire “infami” anche dopo la morte del loro autore. Lo riproponiamo perché non è vero che de mortuis nihil nisi bonus...
 
CHI È IL "MARTIRE FASCISTA" CELEBRATO NELLA COPERTINA DE “IL SANGUE DEI VINTI”
Fonte: MAMBRO E PANSA (Osservatorio sul Fascismo a Roma, 16 gennaio 2020)
... E’ il caso della copertina de “Il sangue dei vinti”, dove è rappresentato in foto Carlo Bersaghi della Legione Ettore Muti, poco prima l’esecuzione. Bersaghi descritto genericamente come fascista, fu in realtà il responsabile assieme a Pasquale Cardella della fucilazione di 15 partigiani a Piazzale Loreto... 
[Sulla strage di Piazzale Loreto si veda: http://www.cnj.it/PARTIGIANI/ploreto.htm ].
 
 
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Bestemmia funebre per Giampaolo Pansa

di Vincenzo Morvillo, 13 gennaio 2020
 

Voleva imitare il Verga col Ciclo dei Vinti. Ma non si accorgeva che il vinto era lui, il povero Pansa. Vinto perché intellettualmente disonesto. Vinto perché ignobile e afflitto da un’avvilente desolazione morale. La desolazione morale di chi è in cerca di consenso e di denaro. Un cane alla catena del padrone, che gli tira le briciole del suo lauto pasto. In vita, il Pansa non fu mai giornalista. 

Più che altro uno scribacchino mistificatore. Uno dei più subdoli falsificatori della verità storica. Un corrivo dell’ideologia del potere borghese. Uno di quelli, tanti nella nostra categoria, ahimé, che, con qualche organo al vento, ne intercettano la direzione e la seguono. Rinnegando se stessi. Incanalandosi nei rivoli delle ideologie alla moda.

Insomma, un esemplare di quella genia così diffusa nelle fila della nostra ex “sinistra” italica. Un revisionista. Ma, ciò che è peggio, uno che ha infangato la Resistenza. 

Ovviamente, la Resistenza rossa. Quella comunista. Calpestando la memoria di tanti compagni, dei tanti, troppi, comunisti morti per combattere la tirannide nazifascista. Un vinto lui stesso. Un vinto che non suscita compassione. Tale fu Pansa. 

Il suo Sangue dei vinti è un insulto all’intelligenza e alla Storia. Perché non ci si può permettere di considerare vinti, coloro che, con la prepotenza e la violenza tipica dei padroni, hanno massacrato i più deboli, i ceti popolari, le masse lavoratrici. Sadicamente godendo della tracotanza del proprio potere. Della paura inflitta a coloro che l’esistenza e la società relegarono, sul serio, ai margini destinati agli sconfitti. Ma che, da quei margini della Vita e del Tempo, hanno sempre voluto e saputo lottare, con la forza e la passione delle proprie idee. Una valore sconosciuto ai tanti Pansa di questo mondo!

E allora, al defunto Pansa, per il quale non versiamo certo lacrime ipocrite e la cui morte, in un mondo funestato dal sangue di vittime innocenti, lasciate sul terreno da quegli stessi padroni ai quali lui si era votato, vogliamo lanciare un augurio indelebile. O meglio, una bestemmia.

Che il sangue dei vinti possa segnare per sempre il tuo nome. Che tu possa annaspare, in eterno, nel Flegetonte dell’Inferno dantesco!

 
 
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“Ciao” Giampi… No Rip

13 gennaio 2020
 
Ieri è morto Giampaolo Pansa e questa mattina le pagine dei giornali si sono riempiti dei consueti “coccodrilli” e dei ricordi commossi dei suoi colleghi. Sulle pagine del Corriere della Sera Valter Veltroni, chiamandolo confidenzialmente “Giampaolo”, lo definisce un “narratore col binocolo”, un “meraviglioso raccontatore”, “un giornalista onesto, benchè aspro”. Basterebbe forse quest’ossequioso ricordo da parte del fondatore del PD, quello che oggi viene spacciato come partito di sinistra, per comprendere alcune delle ragioni dello stato in cui siamo ridotti e la ripugnanza che questo termine, “sinistra”, oggi provoca in larghi strati delle classi popolari. Noi, dal canto nostro, non ci uniamo al coro nè tantomeno, come talvolta si usa in questi casi, sentiamo il bisogno di rendere l’onore delle armi al nemico caduto, anzi, oggi per i comunisti è un giorno un po’ meno di merda del solito e forse non a caso il sole splende alto. Giampaolo Pansa era è resta un revisionista della peggior specie, uno che si è reso protagonista consapevole dell’attacco alla storia dei comunisti  e della lotta di classe di questo paese, e che lo ha fatto perchè prezzolato, per il proprio tornaconto personale, vendendo il suo pedigree di giornalista e storico “di sinistra” che finalmente rompeva il silenzio per dire “la verità”. Quindi oggi il nostro ricordo non può che andare al 16 ottobre di quattordici anni fa, quando partimmo da Roma per contestarlo e a dirgli che quella storia che lui avrebbe voluto macchiare noi invece ce la rivendicavamo tutta, in ogni suo aspetto, in ogni sua contraddizione. Uno dei piccoli meriti che ci possiamo riconoscere come collettivo fu proprio quello di essere riusciti, con quell’azione, a infrangere l’immagine di Pansa come “storico super partes” riportando la questione dell’uso della memoria sul piano dello scontro politico. Da quel giorno Pansa divenne di fatto lo “storico” della destra e questa cosa probabilmente non ce l’ha mai perdonata visto che in ogni libro che ha scritto dopo “La grande bugia” non ha perso occasione per ricordare e condannare la nostra contestazione. Per quello che vale siamo felici di essere stati la tua ossessione, “ciao” Giampi… No R.I.P.
 
CONTESTAZIONE A REGGIO EMILIA
Paolo Pansa, contestato a Reggio Emilia, alla presentazione del suo libro, 16 ottobre 2006. Immagini originali, riprese da Roberto Bucci