[Le elezioni nella Republika Srpska non hanno avuto l'esito desiderato
e la Cia si sforza di rovesciare la situazione, e di imporre una
"propria" gestione unificata per entrambe le "entita'" della
Bosnia-Erzegovina...
I dispacci ANSA - tratti dalla URL
http://www.ansa.it/balcani/jugoslavia/jugoslavia.shtml -
sono qui riportati in ordine cronologico inverso.]


JUGOSLAVIA: VENDITA ARMI A IRAQ, NUOVO DIRETTORE JUGOIMPORT

(ANSA) - BELGRADO, 5 NOV - Stevan Nikcevic, viceministro degli interni
jugoslavo, e' stato nominato oggi a capo della societa' a
partecipazione statale Jugoimport, recentemente implicata in un grave
scandalo per esportazione illegale di armi verso l'Iraq.
Nikcevic sostituisce il generale in pensione Jovan Cekovic, silurato
proprio a causa dello scandalo. La vicenda continua a crescere nel
paese, con nuove rivelazioni che appaiono ormai quasi quotidianamente
sulla stampa.
Stasera e' atteso a Belgrado il ministro degli esteri britannico Jack
Strow. Il tema delle esportazioni illegali di armi via Belgrado verso
paesi interdetti da embargo dovrebbe essere il tema centrale dei suoi
previsti incontri con il presidente jugoslavo Vojislav Kostunica, il
ministro degli esteri Goran Svilanovic, il vicepremier serbo Neobojsa
Covic e altri esponenti governativi. (ANSA). 05/11/2002 16:35

BOSNIA: NATO, ISPEZIONE CASERMA E AEROPORTO DI BANJA LUKA

(ANSA) - SARAJEVO, 05 NOV - La Forza di stabilizzazione della Nato
(Sfor) ha ispezionato oggi la caserma di Zaluzani e l'aeroporto
militare Mahovljani, nei pressi di Banja Luka, capoluogo della
Republika Srpska (Rs, entita' serba di Bosnia). Lo ha reso noto la
televisione di Sarajevo. La Sfor non ha voluto commentare le ipotesi
che l'ispezione di oggi, definita di routine, sia collegata a quella
fatta il 12 ottobre nella societa' militare Orao di Bijeljina, quando
furono trovate prove sulle forniture, tramite l'agenzia governativa di
Belgrado Jugoimport, di pezzi di ricambio e assistenza tecnica
all'aeronautica di Baghdad. Mentre i militari della Nato controllavano
la caserma e l'aeroporto dell'esercito serbo bosniaco, un'altra
ispezione si e' svolta, con un'imponente dispiegamento delle unita'
di polizia militare, nella societa' Kosmos, sempre a Banja Luka. Il
direttore della Kosmos, generale Cvijetko Savic, ha dichiarato che
gli ispettori, dello stato maggiore e del ministero della difesa
della Rs, hanno controllato tutti i contratti della societa' sulle
forniture di materiali militari. Dopo lo scandalo della violazione
dell'embargo contro l'Iraq, oltre ai dirigenti della Orao, il governo
della Rs ha silurato il ministro della difesa Slobodan Bilic e il
capo di stato maggiore dell'esercito Rs Novica Simic, ma la comunita'
internazionale insiste perche' sia condotta un'inchiesta dettagliata e
trasparente per individuare tutti i responsabili, senza escludere
''ripercussioni'' contro i leader politici se sara' accertato che sono
implicati nella vendita di materiali militari all'Iraq. Il
viceministro della difesa della Federazione Bh (croato musulmana)
Ferid Buljubasic ha annunciato oggi che anche in questa entita'
saranno effettuati dettagliati controlli delle nove aziende di
produzione militare. Il governo centrale bosniaco ha vietato intanto
ogni commercio di armamenti ed equipaggiamenti militari fino a che non
sara' definito un nuovo sistema di controllo dell'industria militare a
livello dello Stato di Bosnia Erzegovina, che non ha un ministero
della difesa. Sono le due entita' in cui e' divisa la Bosnia
dall'accordo di pace di Dayton, la Rs e la Federazione Bh (croato
musulmana), ad avere invece ciascuna un esercito e un ministero della
difesa. Ora la comunita' internazionale insiste perche' siano creati
strumenti di controllo e istituzioni a livello dello Stato. Un unico
comando delle forze armate e un ministero della difesa e' anche la
condizione prima per l'entrata della Bosnia nel partenariato per la
pace della Nato. (ANSA). COR*VD 05/11/2002 19:45

IRAQ: TARGATO BELGRADO IL BUNKER D'ORO DI SADDAM / ANSA

(ANSA) - BELGRADO, 5 NOV - Maniglie, rubinetteria e decorazioni in oro
massiccio, pavimenti e pareti ricoperti dei marmi piu' pregiati
provenienti da ogni angolo del mondo: sembra uscito da una favola
delle 'Mille e una notte' il bunker segreto del presidente iracheno
Saddam Hussein, nel racconto che ne ha fatto alla stampa serba il
supervisore dei lavori, l'ex generale jugoslavo Sreten Cupic. Cupic,
ingegnere militare ormai in pensione, e' ancora molto reticente in
proposito: ''Non posso descrivere tutto - dice in una intervista al
quotidiano Blic - perche' esistono vincoli contrattuali tuttora in
vigore. Non chiedetemi quindi se sotto quel bunker, progettato per
resistere a un attacco atomico, ci sia una vera e propria citta' di
fedelissimi, come vorrebbero le voci. Ma una cosa ve la dico per
certa: quando abbiamo iniziato la costruzione, nel 1981, quello
era il progetto piu' costoso dell'anno in tutto il mondo. Pensate, un
miliardo e cento milioni di dollari, a quell'epoca''. Del lusso
sfrenato di quel rifugio pero' l'ingegner Cupic non fa mistero:
''Vedevo arrivare carichi e carichi degli arredi piu' costosi, di
marmi, legni pregiati e oro, tantissimo oro. Panorama a parte, quel
bunker non ha nulla da invidiare alle ville piu' sontuose del globo,
tranne forse il buon gusto''. La reggia sotterranea di Saddam, per
quanto suggestiva (progetto segreto codice 1100, costruito da operai
militari) non e' la sola opera monumentale, ne' certamente la piu'
pericolosa costruita da Belgrado in Iraq fra gli anni '70 e gli anni
'80. ''Dal 1976 al 1982 ero capo dei nostri progetti commerciali
militari per gli iracheni - racconta Cupic - e abbiamo fatto affari
d'oro. Le commesse raggiungevano cifre di 600-800 milioni di
dollari l'anno, con una punta di 2,5 miliardi di anticipi nell' '81,
l'anno di avvio dei lavori del bunker''. Fra le decine di opere -
''avevamo 70 cantieri aperti, un numero di operai jugoslavi attorno
alle 20.000 unita', con punte di 26.000 in alcuni momenti'' - la piu'
inquietante e' il gigantesco complesso chimico etichettato in codice
Kol1: 17 fabbriche di esplosivi, gas e quant'altro sparse su un'area
di 70 chilometri quadrati, ''che per essere visitata interamente
richiede almeno quattro giorni. E' la base della loro industria
militare'', afferma l'ingegnere. E ancora: tre fabbriche di armi -
soprattutto fucili a ripetizione e kalashnikov - e una di munizioni,
tre grandi basi aeronautiche e una piu' piccola, tutte dotate di
hangar sotterranei ''grandi come citta''', il tutto concentrato in
una regione di 500 chilometri attorno a Baghdad. Nonche' fabbriche per
la riparazione di carri armati, postazioni militari di comando sparse
un po' in tutto il paese, i quartier generali dello stato maggiore e
dell'aeronautica.
''Tutte le societa' jugoslave in quegli anni - ricorda Cupic - erano
coinvolte e facevano grandi affari con l'Iraq, era il periodo d'oro
dei paesi non allineati. Oltre a Jugoimport, che come e' stato
dimostrato ha continuato a lavorare in Iraq anche dopo l'avvento
della democrazia in Serbia, operavano a Baghdad le maggiori imprese
costruttrici jugoslave, come Energoproject e Rad, le fabbriche di
esplosivi come la Prva Iskra di Baric o la Zastava di Kragujevac''.
Ora, con lo scandalo Jugoimport che sembra allargarsi a macchia
d'olio, Washington potrebbe presentare a Belgrado un conto salato per
quella collaborazione mai interrotta: ''Penso - afferma il navigato
ingegnere - che ci sia un fondamento di verita' nelle voci che
ho sentito di una consegna dei nostri progetti iracheni agli Stati
Uniti, per uscire fuori da questa situazione''. (ANSA). OT 05/11/2002
20:04

IRAQ: GB CHIEDE A JUGOSLAVIA DI CESSARE VENDITA ARMI

(ANSA-AFP) - LONDRA, 31 OTT - Il ministro degli Esteri britannico Jack
Straw ha chiesto alla Jugoslavia di cessare le vendite di armi
all'Iraq e alla Liberia, in violazione delle sanzioni imposte
dall'Onu, in occasione di un incontro, ieri a Londra, con il collega
jugoslavo Goran Svilanovic.
In un comunicato, Straw afferma di aver espresso la sua ''seria
preoccupazione riguardo a informazioni su vendite d'armi dalla
Repubblica federale jugoslava all'Iraq''. ''Ho anche evocato altre
violazioni di sanzioni dell'Onu'', ha aggiunto il segretario al
Foreign Office, menzionando forniture d'armi alla Liberia. ''Ho
sollecitato Svilanovic ad assicurarsi che codeste vendite d'armi
siano oggetto di un'inchiesta approfondita, che porti se necessario a
procedimenti giudiziari'', ha proseguito Straw. Il ministro ha
altresi' espresso preoccupazione per la mancanza di una cooperazione
piena di Belgrado con il Tribunale penale internazionale sulla ex
Jugoslavia (Tpi), annunciando di aver chiesto un ''accesso completo ai
documenti e ai testimoni, compresi gli ufficiali e il personale
militare'' e il trasferimento all'Aja di ''tutti gli imputati che si
trovano sul territorio'' jugoslavo. La compagnia statale jugoslava
Jugoimport e' stata chiamata in causa dalle autorita' della Republika
Srpska (Rs, entita' serba di Bosnia) in relazione a forniture a
Baghdad di pezzi di ricambio per aerei militari prodotti dalla ditta
serbo-bosniaca Orao. Belgrado ha licenziato due persone sospettate di
coinvolgimento in vendite d'armi illegali e ordinato un' inchiesta
sulle attivita' di Jugoimport. (ANSA-AFP). DIG
31/10/2002 02:19

JUGOSLAVIA: LIBIA, GRUPPO IMPRESE AIUTO' A PRODURRE MISSILI

(ANSA) - BELGRADO, 30 OTT - Un gruppo di imprese jugoslave avrebbe
aiutato in passato la Libia a sviluppare un programma missilistico a
lungo raggio, vettori capaci di raggiungere Israele e di trasportare
anche armi di distruzione di massa. Lo rivela il settimanale 'Nedeljni
Telegraf', che pubblica un documento di protesta degli Stati Uniti nei
confronti di Belgrado. ''Gli Stati Uniti - si legge nel documento
pubblicato - si oppongono a qualsiasi cooperazione di tipo
missilistico con la Libia e l'Iraq e lavora attivamente per impedire
l'acceso (di Libia e Iraq) a tecnologie ed equipaggiamento
missilistici''. Secondo quanto sostenuto nel documento Usa, il
missile libico in questione e' capace di trasportare una testata di
500 chili ad una distanza di 1.500 chilometri, includendo dunque fra
i propri obiettivi Israele, tutto il Medio Oriente e anche il sud
d'Europa, Italia compresa. Nei confronti della Libia le sanzioni Onu
sono state sospese alcuni anni fa quando Tripoli consegno' i suoi
agenti sospettati della strage di Lockerbie. Ma la diffusione delle
tecnologie di supporto alle armi di distruzione di massa e' messa al
bando dal Regime di controllo sulla tecnologia missilistica, del
1987. (ANSA). COR-GV 30/10/2002 19:39

IRAQ: ARMI BOSNIA, DIMISSIONI MINISTRO DIFESA ENTITA' SERBA

(ANSA-AFP) - BANJA LUKA (BOSNIA ERZEGOVINA), 29 OTT - Il ministro
della difesa della Republika Srpska (Rs, entita' serba di
Bosnia) Slobodan Bilic, e il capo di stato maggiore dell'esercito,
Novica Simic, si sono dimessi in seguito allo scandalo delle forniture
di armi all'Iraq in violazione dell'embargo imposto dall'Onu. Lo ha
annunciato ieri un comunicato del Consiglio superiore di Difesa della
Rs. Il comunicato e' stato diramato al termine di una riunione durata
diverse ore del Consiglio superiore, che include il presidente della
Rs Mirko Sarovic e il premier Mladen Ivanic, e precisa che le
dimissioni dei due sono state accettate. Il Consiglio superiore
''ritiene che tale atto contribuisca a migliorare la posizione
internazionale delle Republika Srpska e della Bosnia, malgrado il
fatto che non vi sia una responsabilita' diretta'' dei due
dimissionari nella vicenda. Il 23 ottobre scorso la Rs aveva ammesso
che la societa' Orao (aquila), azienda serbo bosniaca che lavora per
l'esercito della Rs, aveva fabbricato componenti destinate ad aerei
caccia iracheni e che tali pezzi erano stati consegnati tramite la
compagnia jugoslava Jugoimport. Il 23 e 24 ottobre erano stati
silurati il direttore generale della Jugoimport, il generale in
pensione Jovan Cekovic, il direttore della Orao Milan Prica, il
comandante dell'Aeronautica col. Milan Vlacic e il capo della
Direzione del ministero della difesa per il traffico di materiali
militari e armamenti, Spasoje Orasanin.(ANSA-AFP). MC 29/10/2002
08:03

IRAQ: EMBARGO ARMI, SILURATI TRE FUNZIONARI SERBO-BOSNIACI

(ANSA) - SARAJEVO, 24 OTT - Il governo della Republika Srpska (Rs,
entita' serba di Bosnia) ha deciso oggi la destituzione di tre persone
responsabili delle forniture di materiale militare all'Iraq da parte
dell'istituto dell'aeronautica militare 'Orao' di Bijeljina, in
violazione dell'embargo dell'Onu. Lo ha reso noto l'agenzia di stampa
Fena citando un comunicato diffuso questo pomeriggio a Banja Luka.
Nel corso di una riunione straordinaria del governo, alla quale ha
presenziato anche il presidente uscente della Rs Mirko Sarovic, sono
stati rimossi il direttore della Orao Milan Prica, il comandante
dell'Aeronautica col. Milan Vlacic e il capo della Direzione del
ministero della difesa per il traffico di materiali militari e
armamenti, Spasoje Orasanin.
''Il governo ha anche ordinato al ministero della difesa - si dice nel
comunicato - di condurre dettagliate indagini per accertare eventuali
responsabilita' dirette di altri funzionari e ufficiali''.
I documenti sequestrati il 12 ottobre dalla Forza di stabilizzazione
della Nato in Bosnia (Sfor) presso la Orao, hanno confermato le accuse
degli Usa, che risalgono ai primi di settembre, secondo cui la Orao
ha fornito a Baghdad, tramite l'agenzia governativa Jugoimport di
Belgrado, materiali per la manutenzione e la revisione dei motori di
aerei Mig-21 e Mig-29 e l'assistenza tecnica.
Martedi' sera il governo jugoslavo ha destituito il direttore della
Jugoimport, il generale in pensione Jovan Cekovic, e il viceministro
della difesa per le questioni economiche Ivan Djokic, ordinando la
chiusura dell'ufficio della societa' a Baghdad.
Accusato dagli Usa di lungaggini nell'inchiesta, il governo
serbo-bosniaco ieri ha ammesso la violazione dell'embargo contro
l'Iraq ed ha promesso sanzioni contro i responsabili.
Secondo quanto scrive oggi il quotidiano di Banja Luka Nezavisne
novine, tra le prove schiaccianti ritrovate dalla Sfor ci sarebbe
anche il contratto della Jugoimport con la 'Al bashair trade company'
di Baghdad, che prevede, oltre la fornitura di pezzi di ricambio, la
revisione da parte dei tecnici della Orao dei motori dei Mig21 e
Mig29 dall'ottobre 2000 all'ottobre 2005, per un ammontare di 8,5
milioni di dollari all'anno. (ANSA).
COR*VD 24-OTT-02 19:27 NNNN 24/10/2002 20:22

IRAQ: GOVERNO SERBOBOSNIACO AMMETTE VIOLAZIONE EMBARGO ARMI

(ANSA) - SARAJEVO, 23 OTT - Il governo della Republika Srpska (Rs,
entita' serba di Bosnia) ha ammesso oggi la violazione dell'embargo
sulla vendita di armi all'Iraq. Lo ha reso noto la televisione
bosniaca. In una conferenza stampa Cvijeta Kovacevic, la portavoce del
governo ha ammesso che ''le informazioni mostrano l'esistenza di una
violazione dell'embargo''. ''Il governo ritiene necessarie le
sanzioni - ha aggiunto la portavoce - contro i dirigenti dell'azienda
Orao, dello stato maggiore e del ministero della difesa della Rs''. La
Forza di stabilizzazione della Nato in Bosnia (Sfor) ha raccolto le
prove dell'esportazione in Iraq di materiale militare da parte
dell'azienda militare Orao di Bijeljina, nella Rs, tramite la
Jugoimport di Belgrado. (ANSA) COR-VD 23/10/2002 16:17

IRAQ: VIOLAZIONE EMBARGO ARMI, DJINDJIC CRITICA KOSTUNICA

(ANSA) - BELGRADO, 23 OTT - Il primo ministro serbo Zoran Djindjic ha
accusato il presidente jugoslavo Vojislav Kostunica di ''mancanza di
professionalita''' per lo scandalo delle forniture di materiale
bellico bosniaco all'Iraq tramite la societa' di Belgrado
'Jugoimport', in violazione dell'embargo di armi contro Baghdad. La
vicenda, ha sottolineato Djindjic, ''danneggia seriamente la nostra
immagine all'estero. Credo che il presidente jugoslavo, come
comandante in capo dell'esercito, debba occuparsi di tali questioni, e
il non averlo fatto e' indice di mancanza di professionalita' ''. Lo
scandalo, ieri discusso dal governo federale in una riunione di
emergenza, ha gia' portato al siluramento del direttore di
'Jugoimport', il generale in pensione Jovan Cekovic, e del
viceministro della difesa incaricato delle quetioni economiche Ivan
Djokic, nonche' all'ordine di chiudere l'ufficio di Baghdad della
societa'. (ANSA). OT 23/10/2002 17:02

IRAQ: GOVERNO SERBOBOSNIACO AMMETTE VIOLAZIONE EMBARGO ARMI

(ANSA) - SARAJEVO, 23 OTT - Il governo della Republika Srpska (Rs,
entita' serba di Bosnia) ha ammesso oggi la violazione dell'embargo
sulla vendita di armi all'Iraq. Lo ha reso noto la televisione
bosniaca. In una conferenza stampa Cvijeta Kovacevic, la portavoce del
governo ha ammesso che ''le informazioni mostrano l'esistenza di una
violazione dell'embargo''. ''Il governo ritiene necessarie le
sanzioni - ha aggiunto la portavoce - contro i dirigenti dell'azienda
Orao, dello stato maggiore e del ministero della difesa della Rs''.
La Forza di stabilizzazione della Nato in Bosnia (Sfor) ha raccolto
le prove dell'esportazione in Iraq di materiale militare da parte
dell'azienda militare Orao di Bijeljina, nella Rs, tramite la
Jugoimport di Belgrado. (ANSA) COR-VD 23/10/2002 16:17

IRAQ: FORNITURE BOSNIA, SILURATO CAPO JUGOIMPORT

(ANSA) - BELGRADO, 22 OTT - Il direttore generale della societa'
Jugoimport, il generale in pensione Jovan Cekovic, e' stato silurato
per decisione del governo federale jugoslavo al termine di una
riunione di emergenza dedicata allo scandalo della fornitura di
assistenza militare all'Iraq. Lo riferisce la televisione di stato
Rts. Jugoimport, stando alla stampa balcanica, aveva funto da tramite
fra Baghdad e la fabbrica serbo-bosniaca di aeroplani Orao (aquila)
per la manutenzione e riparazione dei motori dei Mig-21 e Mig-29 in
dotazione alle forze armate irachene. Stando alle rivelazioni dei
quotidiani, che citavano materiale sequestrato a Bijeljina
(Repubblica Srpska, l'entita' serba bosniaca) dai soldati della Sfor
(la forza di stabilizzazione della Nato in Bosnia), Orao e Jugoimport
avrebbero fornito a Baghdad ricambi e personale specializzato, nonche'
dettagliate istruzioni su come smontare varie componenti in modo da
superare eventuali controlli da parte degli ispettori dell'Onu.
Jugoimport aveva oggi smentito coinvolgimenti nella vicenda,
affermando di non avere rapporti d'affari con l'Iraq dagli anni '90 e
di avere tenuto aperto il suo ufficio di Baghdad solo per recuperare
crediti per 1,3 miliardi di dollari risalenti agli anni '70-80.
(ANSA). OT 22/10/2002 20:47

IRAQ: FORNITURE BOSNIA, RIUNIONE A BELGRADO SU JUGOIMPORT

(ANSA) - BELGRADO, 22 OTT - Il governo federale jugoslavo ha indetto
una riunione di emergenza per fare luce sulle notizie di stampa che
riguardano il coinvolgimento della societa' Jugoimport nella
fornitura all'Iraq di tecnici e materiale della fabbrica
serbo-bosniaca Orao per la manutenzione di aerei militari Mig-21 e
Mig-29. Alla riunione partecipano il premier federale Dragisa Pesic,
il vicepremier Miroljub Labus, il ministro degli interni Zoran
Zivkovic e il ministro degli interni serbo Dusan Mihajlovic,
quest'ultimo presidente del comitato di controllo sulle attivita'
della Jugoimport. ''Ne' io, ne' il comitato eravamo stati informati
della vicenda'', ha dichiarato Mihajlovic ai giornalisti sottolineando
che la Serbia ''e' schierata col fronte internazionale per la lotta
al terrorismo e rispetta i regimi di sanzioni'' e che una
''approfondita indagine'' e' stata ordinata non solo nei confronti
della Jugoimport, ma anche delle altre aziende produttrici di
armamenti del paese. La Jugoimport, un tempo interamente controllata
dalle forze armate jugoslave, ha tutt'ora al vertice un generale,
Jovan Cekovic, e il capo del suo ufficio di Baghdad, Krsto Grujovic,
e' un colonnello. Alla riunione del governo federale non prende parte
il capo di stato maggiore ad interim Branko Krga, impegnato in
una visita in Repubblica ceca, ne' si ha notizia della presenza di
altri rappresentanti delle forze armate. (ANSA) OT 22/10/2002 18:02

IRAQ: DA BOSNIA VIA SERBIA MATERIALE E TECNICI, STAMPA

(ANSA) - SARAJEVO, 22 OTT - I documenti sequestrati dalla Forza di
stabilizzazione della Nato in Bosnia (Sfor) presso l'istituto
dell'aeronautica Orao di Bijeljina, confermano le accuse degli Usa
secondo cui la Orao ha fornito a Baghdad, tramite Belgrado, materiali
per la manutenzione e la revisione dei motori di aerei Mig-21 e
Mig-29, in violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza
dell'Onu. Lo scrive oggi il quotidiano di Sarajevo Oslobodjenje
richiamandosi a fonti che hanno chiesto l'anonimato. Secondo le fonti,
i tecnici della Orao, rimasti a tutt'oggi in Iraq, stanno febbrilmente
cercando, prima dell'arrivo degli ispettori dell'Onu, di nascondere
le tracce da documenti, impianti e pezzi di ricambio, numeri di serie,
insegne e marchi della Orao, libretti di istruzioni in serbo-croato.
Prima della ispezione della Sfor il 12 ottobre scorso, Washington
aveva protestato con il governo centrale di Sarajevo per la fornitura
di materiali militari da parte ''di un'impresa della Republika
Srpska'' (Rs, entita' serba di Bosnia) ed e' stata avviata un'indagine
dal ministero di difesa della Rs. Ma, secondo gli americani, scrive
ancora il giornale, l'inchiesta non viene condotta seriamente,
nonostante alla commissione ministeriale siano stati messi a
disposizioni alcuni documenti ritrovati dalla Sfor. La Bosnia ora,
secondo Oslobojenje, rischia sanzioni. ''I rappresentanti degli Usa
hanno offerto alle autorita' della Rs l'opportunita' di condurre
un'inchiesta autonoma - ha detto la fonte - e di intraprendere le
misure contro i responsabili, ma ora stanno perdendo la pazienza''.
''Sono possibili - ha aggiunto - vari tipi di sanzioni contro la
Bosnia, la Rs, le singole imprese come la Orao, ma anche singoli
individui''. In sanzioni potrebbe incorrere anche la Jugoslavia,
scrive oggi dal suo canto il quotidiano di Belgrado 'Blic' rivelando
che e' la societa' 'Jugoimport' di Belgrado che da tempo esporta in
Iraq il materiale militare della Orao. La Jugoimport ha anche un
ufficio di rappresentanza a Baghdad, il direttore del quale, Krsto
Grujovic, ha firmato una lettera - datata 25 settembre e ritrovata
dalla Sfor a Bijeljina, in cui si danno istruzioni agli iracheni su
come deve essere mascherata la provenienza degli impianti e dei
ricambi forniti. I tecnici presenti in Iraq, che secondo
Blic sono jugoslavi, si dice ancora nella lettera, potranno
smantellare alcuni impianti in dieci giorni e rimontarli di nuovo,
sempre in dieci giorni, dopo il passaggio degli ispettori dell'Onu.
Buone relazioni commerciali in campo militare tra Belgrado e Baghdad
risalgono ancora all'epoca della Jugoslavia di Tito e secondo fonti
bene informate, Belgrado le ha mantenute anche dopo la dissoluzione
dell'ex Jugoslavia. L'istituto dell'aeronautica Orao (Aquila),
situato prima della guerra (1992-95) a Rajlovac, alla periferia di
Sarajevo, e' stato trasferito dall'esercito federale jugoslavo durante
l'assedio della capitale bosniaca nel nord-est della Bosnia, vicino al
confine jugoslavo, a Bijeljina, citta' che oggi fa parte della
Rs. La Rs e la Federazione Bh (croato musulmana), le due entita' che
compongono la Bosnia secondo l'accordo di pace di Dayton (1995), hanno
ciascuna un proprio esercito e ministero della difesa e le forze
armate e l'industria militare della Rs sono rimaste anche dopo la
guerra fortemente legate con la Jugoslavia: fino al marzo scorso gli
alti ufficiali dell' esercito della Rs sono stati sul libro paga di
Belgrado. (ANSA) COR*VD 22/10/2002 16:15