(hrvatskosrpski / slovenščina / français / italiano)
 
Giorno del Ricordo, attacco frontale contro i vicini sloveni e croati
 
1) Prossime iniziative segnalate
– San Stino di Livenza (VE) 16/2
– Empoli (FI) 17/2
– Roma 24/2
2) Tajani andrà a San Sabba. Novelli (FI): "Gravissimo errore aver inserito le Valli del Natisone e Resia e la "romana" Forum Iulii all'interno delle zone di tutela della minoranza linguistica slovena" (da Il Messaggero Veneto, 13.2.2019)
3) Reakcija na skandalozni završetak govora predsjednika Europskog parlamenta (SRP, 12. veljače 2019.)
4) "Viva Istria e Dalmazia italiane", sdegno in Croazia e Slovenia per le frasi di Antonio Tajani (La Repubblica / Radio Capodistria)
 
 
Nel frattempo... commemorazione partigiana in Slovenia – dalla pagina FB di Igor Jerele, 11.2.2019:
1.SPOMINSKI DOLENJSKI BATALJON se je danes 10.2.2019 poklonil spominu na hrabre borce XIV divizije
 
Scarica di insulti a Eric Gobetti sulla pagina FB dell'Unione degli Istriani:
 
FLASHBACK: La storica smaschera il revisionismo e Vespa s'infuria (Libero Pace, 10 feb 2018)
La storica Alessandra Kersevan smaschera le strategie del revisionismo storico sulla questione delle foibe a "Porta a porta". Bruno Vespa s'infuria...
 
Altri link:
 
NATIONALISME : AVIS DE TEMPÊTE POUR LA MINORITÉ SLOVÈNE D’ITALIE (Courrier des Balkans | De notre correspondant à Ljubljana | jeudi 14 février 2019)
Montée de l’intolérance, suppression des aides à la presse et enfin nouvelle loi électorale qui rendra virtuellement impossible l’élection de députés slovènes. L’année 2019 s’annonce très difficile pour la minorité slovène d’Italie, qui compte de 70 000 à 100 000 membres...
 
“PRESIDENTE MATTARELLA NON SI UNISCA PIÙ AL CORO CHE FOMENTA L’ODIO”. LETTERA APERTA AL PRESIDENTE MATTARELLA (di Stojan Spetič, già senatore del PCI, 13 febbraio 2019)
... Vede, Signor Presidente, la legge istitutiva del Giorno del Ricordo fissa la data del 10 febbraio che invece dovrebbe essere una festa per ricordare la firma del Trattato di pace a Parigi nel 1947 quando 21 paesi della vittoriosa alleanza antifascista riconobbero, grazie alla Resistenza che la riscattò, l’Italia come paese cobelligerante e quindi parte della comunità dei paesi democratici e civili, mentre la Germania e l’Austria vennero divise in zone di occupazione militare...
 
PRESIDENTE, NEGAZIONISTA A CHI? TRIESTE NEL GIORNO DEL RICORDO (di Roberto Caligiuri, su Il Manifesto del 10.02.2019)
... In effetti, il clima cittadino si è riscaldato fin dai primi di gennaio: la presentazione del libro di Claudia Cernigoi sulle foibe triestine (Operazione Plutone, ed. KappaVu) sollecita il governatore leghista della regione Fedriga a bacchettare il sindacato dei giornalisti per essere «veicolo di promozione di un convegno negazionista sulle foibe» e la Rai per essere «tv di parte, con un chiaro indirizzo politico». E ancora, sulle foibe, la politica regionale disegna convergenze sorprendenti: di nuovo Fedriga guadagna il sostegno di Serracchiani e Rosato contro la proiezione di un documentario sulle foibe a cura dell’Anpi di Parma... il 2 febbraio Casa Pound inaugura la sede giuliana – la quarta in regione – con il suo presidente nazionale, blindata alla stampa non gradita... a Gorizia, a due giorni dalla cerimonia triestina – nella giornata della cultura slovena e della concordia – il braccio giovanile di Casa Pound affigge alcuni manifesti coi i motti “Devoti alla vittoria” e “Tamburo dell’Avanguardia” proprio sui muri delle scuole superiori slovene. “Nulla accade per caso” ha dichiarato il preside dell’istituto goriziano... E infatti ieri, com’era immaginabile, il “fascismo di frontiera” si è materializzato anche a Trieste col presidio “Trieste non scorda” organizzato dal movimento neonazista “Veneto Fronte Skinheads”, “Comunità Avanguardia Nazionale Norditalia” e “Unione Difesa”... Intanto, attorno alla foiba, proprio accanto ai labari «negazionisti» – questi sì – della Xª Mas e a 700 alpini, ci sono anche 400 studenti provenienti da tutta Italia...
https://ilmanifesto.it/presidente-negazionista-a-chi-trieste-nel-giorno-del-ricordo/
 
 
=== 1: Prossime iniziative segnalate ===
 
San Stino di Livenza (VE), sabato 16 febbraio 2019
dalle ore 18:30 presso la Saletta Comunale, Via Roma
 
IL CONFINE ORIENTALE: UN'ALTRA STORIA
 
interventi dei ricercatori storici del gruppo di Resistenza Storica
Alessandra Kersevan
Piero Purich Purini
 
a cura di B.S. in collaborazione con Collettivo Comunista "Broz" Veneto Orientale
 
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Empoli (FI), domenica 17 febbraio 2019
alle ore 18:30 presso il Circolo Arci Brusciana
Via Senese Romana 132
 
FOIBE E GIORNATA DELLA MEMORIA: TRA REVISIONISMO E RIABILITAZIONE FASCISTA. INCONTRO CON LA STORICA ALESSANDRA KERSEVAN

... Con il contributo della storica e saggista Alessandra Kersevan, una delle più attive ed esperte in questo campo, analizzeremo tutta la storia che viene taciuta, se non addirittura negata, quando si parla di foibe e confine orientale; in modo da avere una visione più completa ed ampia della vicenda aldilà di quella che è ormai la narrazione di questa giornata, quasi totalmente a senso unico, che ci viene offerta dagli organi d'informazione e comunicazione.

L'Iniziativa comincerà alle 18.30 in forma di relazione supportata da immagini e diapositive per rendere più scorrevole l'esposizione.
All'incirca intorno alle 20:30 verrà servita l'usuale apericena-buffet della Domenica, al termine della quale sarà possibile intervenire al dibattito con domande ed osservazioni.

 
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Roma, domenica 24 febbraio 2019
presso il Teatro di Porta Portese, Via Portuense 102

 

RESISTENZA JUGOSLAVA: FOIBE O FRATELLANZA?

 

Una conferenza di Sandi Volk e la pièce teatrale DRUG GOJKO. Per contrastare il revisionismo ed il negazionismo di chi getta fango sulla Lotta Popolare di Liberazione dei partigiani e sul suo carattere internazionalista


ore 16:30 Conferenza
– Andrea Martocchia: "Giorno del ricordo", dove sta il problema?
– Sandi Volk: "Giorno del ricordo", un bilancio 
ore 17:45 Discussione 
ore 18:30 Teatro
DRUG GOJKO di e con Pietro Benedetti
Monologo ispirato alle vicende di Nello Marignoli, partigiano nell'Esercito popolare di liberazione jugoslavo

Promuove: Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia ONLUS
ENTRATA A SOTTOSCRIZIONE LIBERA

LE REALTA' INTERESSATE AD ADERIRE E INTERVENIRE POSSONO CONTATTARCI FINO AL 20 FEBBRAIO: jugocoord@...

 

Evento facebook

Eventuali aggiornamenti saranno riportati anche sulla pagina della iniziativa

 
 
=== 2 ===
 
Fonte: Il Messaggero Veneto, 13.2.2019
 
Il presidente del Parlamento europeo invitato dalla commissaria Bulc
Dalla Slovenia richieste di scuse e dimissioni. Novelli (Fi): «Attacchi inaccettabili»

Foibe, la bufera non si placa
e Tajani andrà a San Sabba

UDINE. Un invito via Twitter rivolto al presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, dalla commissaria europea ai Trasporti, Violeta Bulc, a visitare insieme a lei l'ex campo di concentramento alla Risiera di San Sabba a Trieste. Invito accettato. È questa l'evoluzione della rovente polemica esplosa in seguito alle dichiarazioni di Tajani che domenica, a Basovizza, durante le celebrazioni della Giornata del Ricordo, aveva esaltato «l'Istria italiana» e «la Dalmazia italiana». Parole mal interpretate, secondo il presidente del Parlamento Ue, che ha in seguito precisato che il riferimento andava «agli esuli istriani e dalmati di lingua italiana, ai loro figli e nipoti, molti dei quali presenti alla cerimonia», respingendo le critiche di irredentismo e di rivendicazioni territoriali. Spiegazioni «insufficienti» per il rappresentante della minoranza italiana al Parlamento di Zagabria, Furio Radin, «perché anche noi che siamo rimasti, apparteniamo alla cultura italiana di Fiume e dell'Istria». Una dichiarazione che conferma il clima acceso in Slovenia rispetto alla vicenda che ha registrato prima le prese di posizione del presidente Borut Pahor e del governo guidato da Marjan Sarec, e ieri anche quella del presidente del Consiglio delle organizzazioni slovene Walter Bandelj. «Un politico del livello di Tajani non dovrebbe andate a Basovizza senza sapere quale sia la storia» ha ribadito, definendo offensive le parole del parlamentare italiano. Il ministro degli Esteri sloveno Miro Cerar chiede inoltre «scuse chiare e una presa di posizione netta a favore dei valori europei. Non sono sufficienti le spiegazioni fornite a Strasburgo, la Slovenia aspetta, oltre alle scuse, anche un vero e proprio riconoscimento dell'errore e una condanna della tendenza al revisionismo», ha concluso Cerar. Non bastasse, i Socialdemocratici, Sd, e Nuova Slovenija, Nsi, partito di ispirazione cattolica, invocano senza mezzi termini le dimissioni di Tajani.Ieri il governatore del Fvg Massimiliano Fedriga, rifuggendo la polemica, ha richiamato «l'intervento molto lucido del presidente della Lega Nazionale Paolo Sardos Albertini che ha sottolineato i drammi vissuti dai cittadini italiani nel confine orientale» e il fatto che «anche croati e sloveni sono stati perseguitati da un regime comunista titino che non guardava in faccia a nessuno se non alla gestione del potere utilizzando, sporcando e umiliando le vite umane». Sull'intervento poi del vicepremier Matteo Salvini, con riferimento ai bambini morti nelle Foibe («e ce ne sono stati diversi», ha sottolineato Fedriga) e ad Auschwitz, il presidente del Fvg ha aggiunto: «C'è stata una persecuzione purtroppo drammatica alla stessa maniera, non penso che i morti si misurino in numeri o in serie A o serie B. Questo è un discorso responsabile penso condiviso da tutti». Definisce «incredibili e inaccettabili gli attacchi dei governi sloveno e croato al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani» il deputato di Forza Italia Roberto Novelli. «Vale la pena forse ricordare che se fosse stato per il maresciallo Tito nelle nostre terre avremmo portato per decenni la stella rossa sul berretto. Non è solo la storia a rendere inaccettabili le reazioni scomposte di questi giorni, è anche l'attualità - aggiunge Novelli - che racconta di un tentativo subdolo di slovenizzare, grazie alle concessioni della legge 38 del 2001, zone del Friuli, come ad esempio le valli del Natisone e Resia».«Dove fortunatamente ha fallito Tito con la forza delle armi - rincara il parlamentare azzurro - vogliono riuscire loro forzando la storia e sfruttando i benefici di una legge che, per un gravissimo errore, ha inserito le Valli del Natisone e Resia e la "romana" Forum Iulii, all'interno delle zone di tutela della minoranza linguistica slovena. Un falso storico - conclude - questo sì grave, altro che le dichiarazioni di Tajani».
 
 
=== 3 ===
 
 

Reakcija na skandalozni završetak govora predsjednika Europskog parlamenta

 

PRSTE K SEBI ANTONIO TAJANI!

Predsjednik Europskog parlamenta Antonio Tajani govorio je na Danu sjećanja na žrtve fojbi u Bazovici i govor završio usklikom “Živio Trst, živjela talijanska Istra, živjela talijanska Dalmacija!”

Ideja da su Istra i Dalmacija dijelovi Italije bila je jedna od temeljnih ideja talijanskog fašizma. Iako je prepuštanje Istre i Dalmacije Italiji počelo Rapalskim ugovorima, kao dio ratnog plijena iz 1. svjetskog rata, dokrajčeno je još sramotnijim Rimskim ugovorima o razgraničenju između Italije i NDH koje je potpisao Pavelić.

Zemaljsko antifašističko vijeće narodnog oslobođenja Hrvatske, pozivajući se na pravo naroda na samoopredjeljenje, svojom je »Odlukom o priključenju Istre, Rijeke, Zadra i ostalih okupiranih krajeva Hrvatskoj« od 20. rujna 1943. godine potvrdilo već ranije donesenu Pazinsku odluku o sjedinjenju. U tom su dokumentu ništavnim proglašeni prethodni ugovori Kraljevine Jugoslavije i tzv. Nezavisne Države Hrvatske s Italijom, kojima su Istra, Dalmacija i otoci pripali Italiji.

[FOTO / SLIKA: "Odluka o priključenju Istre, Rijeke, Zadra i ostalih okupiranih krajeva Hrvatskoj (ZAVNOH, 20. rujna 1943.god.)
 

U Italiji (kao i kod nas!) postoje snažne revizionističke struje, ali ovo je prvi put da je jedan visoko pozicionirani čelnik EU-a kazao nešto ovako sramotno.

Najoštrije osuđujemo imperijalističku i profašističku izjavu gospodina Tajanija koja nije dostojna funkcije koju obnaša. Istra i Dalmacija su svoju slobodu i priključenje matici zemlji krvavo izborile u Narodnooslobodilačkoj borbi. Revidiranje povijesti neće proći!

NO PASARAN!

 
=== 4 ===
 
 
"Viva Istria e Dalmazia italiane", polemica in Croazia e Slovenia per le frasi di Antonio Tajani
 
Proteste dei premier sloveni e croati e degli eurodeputati croati dopo il discorso del presidente del Parlamento europeo in occasione della Giornata della memoria per le vittime delle foibe. Lui si difende: "Nessuna rivendicazione territoriale"
 
11 febbraio 2019
 
ZAGABRIA - Stanno suscitando forti polemiche in Croazia e in Slovenia le frasi pronunciate ieri dal presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, in occasione delle commemorazioni per le vittime delle foibe. Al termine del discorso tenuto alla foiba di Basovizza per la Giornata del ricordo, Tajani ha esclamato: Viva Trieste, viva l'Istria italiana, viva la Dalmazia italiana, viva gli esuli italiani, viva gli eredi degli esuli italiani", "evviva coloro che difendono i valori della nostra Patria". Dopo i primi attacchi lo stesso Tajani è intervenuto nella seduta plenaria dell'Europarlamento per difendersi, spiegando di non aver voluto dare alcun carattere di "rivendicazione territoriale" alle sue parole.
 
Il premier solveno Marjan Sarec ha condannato con forza le parole di Tajani, definendole espressione di un "revisionismo storico senza precedenti". "Il fascismo era un fatto, e aveva lo scopo di distruggere il popolo sloveno", ha scritto il premier sul suo account Twitter.
 
 
Subito dopo è arrivata la condanna del premier croato, Andrej Plenkovic: "Rifiutiamo la sua affermazione che contiene elementi di rivendicazioni territoriali e di revisionismo. Il Governo e la Hdz sono fortemente contrari", ha affermato il premier ai microfoni dell'emittente N1. Plenkovic ha aggiunto inoltre di aver sentito telefonicamente Tajani e di avergli chiesto dei chiarimenti,

Anche la ministra degli Esteri croata, Marija Pejcinovic Buric, ha condannato le parole di Tajani, parlando di "revisionismo storico inaccettabile, soprattutto perché proviene da un alto funzionario che rappresenta il Parlamento europeo", una delle istituzioni dell'Ue, che, ha ricordato, "è stata fondata con l'intenzione ch in Europa non si ripetano mai più le guerre". "Tali dichiarazioni sono assolutamente inappropriate, soprattutto se espresse dal presidente del Parlamento europeo", ha aggiunto.. Per Pejcinovic Buric simili messaggi possono giovare solo a coloro che vogliono un'Europa diversa da quella che da sempre viene costruita dall'Unione europea. "Sono contrari allo spirito della riconciliazione, della convivenza e di tutti i valori della civiltà su cui è stata costruita l'Ue", ha detto.

 
Quasi tutti gli eurodeputati croati hanno condannato oggi l'uscita di Tajani, ritenuto incongrua con il suo ruolo ai vertici delle istituzioni europee. "È una vergogna per il presidente del Parlamento europeo. Ha perso la mia fiducia", ha brevemente commentato su twitter Ivan Jakovic, eurodeputato della Dieta democratica istriana (Ddi), partito regionalista istriano di centro-sinistra. Secondo Dubravka Suica, dell'Unione democratica croata (Hdz), al governo a Zagabria, "parlare dell'Istria e Dalmazia italiane è un relitto di tempi passati".

Il presidente del Parlamento europeo si è difeso nel corso della seduta plenaria a Strasburgo: "Nel corso del mio intervento di ieri ho voluto sottolineare il percorso di pace e di riconciliazione tra i popoli italiani, croati e sloveni e il loro contributo al progetto europeo - ha detto Tajani - Il mio riferimento all'Istria e alla Dalmazia italiana non era in alcun modo una rivendicazione territoriale. Mi riferivo agli esuli istriani e dalmati di lingua italiana, ai loro figli e nipoti, molti dei quali presenti alla cerimonia".  E ha concluso: "Mi spiace se il senso delle mie parole sia stato mal interpretato. Non era mia intenzione offendere nessuno. Volevo solo inviare un messaggio di pace tra i popoli, affinché ciò che è accaduto allora non si ripeta mai più".
 
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Il premier Šarec reagisce alla cerimonia di Basovizza: "Il fascismo aveva come obiettivo quello di distruggere il popolo sloveno"

Dopo la cerimonia di ieri a Basovizza, in occasione della Giornata del Ricordo, non si sono fatte attendere le reazioni slovene

11/2/2019 14:09:16 | Capodistria | Radio Capodistria
 
Il capo dello stato Borut Pahor, in una lettera inviata al presidente italiano Sergio Mattarella, ha espresso preoccupazione a causa di quelle che sono state definite “inaccettabili dichiarazioni di alti esponenti dello stato italiano (…) che vorrebbero far credere che le foibe furono pulizia etnica”. 

Dura reazione anche del premier sloveno Marjan Šarec che in un tweet ha parlato di falsificazioni e revisionismo storico senza precedenti, messo in atto da alti politici e persino da funzionari dell’Unione europea. Šarec ha anche aggiunto che il fascismo aveva come obiettivo quello di distruggere il popolo sloveno.

Pronta risposta del leader dell'opposizione Janez Janša che con un altro tweet ribattuto a Šarec dicendo che è lui a travisare la storia e aggiungendo che il fascismo ed i suoi crimini orribili sono stati smascherati, mentre Mussolini è stato impiccato dagli stessi italiani. "In Slovenia - ha aggiunto Janša - i comunisti sloveni in pochi mesi hanno ammazzato più sloveni che i fascisti in vent'anni".

In una nota il Ministero degli esteri ha parlato di un’interpretazione unilaterale e selettiva della storia, non in linea con lo spirito europeo. Nella missiva si esprime preoccupazione per quelle che sono definite “affermazioni che vanno sulla via del revisionismo storico e non sono in linea con i fondamenti dell’Unione europea, definiti nella Carta di Helsinki sulla sicurezza e la stabilità in Europa”. Per il Ministero degli esteri la base per la comprensione di quanto accaduto durante la guerra ed il dopoguerra sta nella relazione della Commissione storica italo slovena, che ha analizzato i rapporti tra italiani e sloveni dal 1880 al 1956..

Il ministro degli esteri, Miro Cerar, ha precisato che la retorica di Tajani è assolutamente inaccettabile, ma ha anche auspicato la questione si chiuda e non si ripeta più. Nodo del contendere le dichiarazioni sull’Istria e la Dalmazia italiana del presidente del parlamento europeo.

L’eurodeputata socialdemocratica Tanja Fajon ha accusato di revisionismo Tajani, che assieme al capo dello stato Sergio Mattarella e al ministro dell’Interno Matteo Salvini sono stati additati di “risvegliare il fascismo”. La Fajon, insieme all’europarlamentare del Partito dei pensionati Ivo Vajgel, se l'è presa anche contro la mostra sull’esodo organizzata all’europarlamento nei giorni scorsi. Vajgel non mancato nemmeno di protestare vibratamente per la parole di Salvini e Tajani. 

ll vicepresidente dei socialdemocratici, Matjaž Nemec, tornando alla cerimonia di Basovizza, ha detto che i rappresentanti italiani hanno parlato di “fatti irreali” presentati in “una luce diversa”. Per Nemec oggi come cent’anni fa si sta rinfocolando il fascismo. Il presidente del partito Dejan Židan invece ha parlato di dichiarazioni che turbano la serenità ed ha invitato, per il bene dei rapporti reciproci, ad interpretare i fatti in linea con il rapporto della Commissione storica mista italo – slovena.

Il deputato capodistriano della Sinistra, Matej Tašner Vatovec ha chiesto al governo di inviare una nota di protesta per le parole di Salvini e Tajani, per i manifesti di CasaPound di fronte alle scuole Slovene di Gorizia e di agire per la tutela della minoranza slovena in Italia.

Alle reazioni dei politici si sono aggiunte anche quelle di personaggi più o meno influenti sui social. A finire nel mirino, fin da venerdì scorso, anche il film Red Land, che narra la vicenda di Norma Cossetto, bollato come una mera operazione di propaganda fascista e di revisionismo storico. Più di un appunto è piovuto anche su Unione Italiana e sulla Comunità autogestita della nazionalità italiana di Isola che il 22 ed il 23 febbraio prossimo organizzeranno una proiezione privata della pellicola.

Stefano Lusa