Il regime ucraino chiede l'arresto degli antifascisti italiani

1) COMUNICATO STAMPA di Eleonora Forenza, 17 maggio 2017
2) KIEV CHIEDE ESTRADIZIONE PER LA CAROVANA ANTIFASCISTA: “Sono andati nel Donbass, è terrorismo” (di A. Chiriatti, 18/5/17)


INIZIATIVE:

Roma, martedi 23 maggio 2017
alle 17.30 nella sala di via Galilei 53
Donbass: la Carovana Antifascista racconta
con: Banda Bassotti, Eleonora Forenza, USB, Eurostop, RdC

SULLO STESSO TEMA:

Cronache della Carovana Antifascista 2017 in Donbass

ALTRI LINK:

[L'autore di questo articolo demenziale, in cui anziché criticare severamente le politiche russofobiche e guerrafondaie della UE si ammicca al lettore con poche stupide allusioni cerchiobottiste, è nientemeno che consigliere presso la commissione Esteri del Parlamento europeo:]
Ucraina: aspettando Bruxelles (10/11/2016 -  Paolo Bergamaschi)
L’Accordo di Associazione con l’Unione europea, che aveva scatenato la rivoluzione del Majdan, non è ancora stato attuato. Ma questa volta la colpa non è di Kiev, ma di Bruxelles...
http://www.balcanicaucaso.org/aree/Ucraina/Ucraina-aspettando-Bruxelles-175198/

La Pinotti stringe mani naziste (PTV news 20 Aprile 2017)
Ucraina. La ministra Pinotti si è scordata di dirci qualcosa? (di Alberto Fazolo, 26.4.2017)
Lo scorso 20 aprile il Governo ucraino ha rilasciato un comunicato in cui riferisce di una conversazione telefonica tra il Ministro della Difesa ucraino e l'omologo italiano, Roberta Pinotti... Il Ministro ucraino avrebbe "ringraziato il Ministro della Difesa italiano per la completa assistenza e supporto fornito all'Ucraina". Cosa vorrebbe dire questa frase? In che senso l'Italia ha fornito "assistenza e supporto" all'Ucraina?...

Donbass: l’Unione Europea complice della guerra e del fascismo (di Marco Santopadre, 7 maggio 2017)
... il regime ucraino è stato costretto dall’Ue e dal Fondo Monetario Internazionale ad avviare una serie di ‘riforme’ che hanno rapidamente portato ad un aumento esponenziale della povertà e costretto centinaia di migliaia di lavoratori all’emigrazione: privatizzazioni, licenziamenti, aumenti delle tariffe e dei prezzi dei servizi basici, tagli all’assistenza sociale... L’Unione Europea è complice della guerra e del fascismo, è bene dirlo forte e chiaro nell’anniversario della sconfitta del fascismo e del nazismo al termine di una guerra che costò la vita a decine di milioni di uomini e di donne in tutto il mondo.

Grave atto d’intimidazione di Kiev contro l’eurodeputata Forenza e la Carovana di Solidarietà per il Donbass (PTV News 08 Maggio 2017)

Usb. Di ritorno dal Donbass (Unione Sindacale Di Base, 8 maggio 2017)
La carovana antifascista promossa dalla Banda Bassotti e da USB nel Donbass ha visto la partecipazione di una delegazione di Eurostop, della rete dei comunisti, della deputata europea Eleonora Forenza di Rifondazione Comunista e di attivisti spagnoli, catalani, greci, britannici e tedeschi...

Ucraina senza visto per l’Ue / Censura di Stato in Ucraina (PTV news, 18.5.17)


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UCRAINA - FORENZA (ALTRA EUROPA - GUE/NGL) OGGI A STRASBURGO A MINISTRO ESTERI KIEV: «EUROPA SEMPRE PIù COMPLICE DI UN GOVERNO PARAFASCISTA»

Eleonora Forenza, eurodeputata de L'Altra Europa - gruppo GUE/NGL, dichiara: 

«Si è svolta oggi a Strasburgo la cerimonia di firma della legge sulla liberalizzazione dei visti UE-Ucraina, già purtroppo approvata da parte della maggioranza del Parlamento europeo: avranno così, ad esempio, libertà di circolazione anche i miliziani banderisti che sostengono Poroschenko. Sempre a proposito di libertà, da ieri in Ucraina sono bloccati i principali providers russi. In concomitanza con la cerimonia, si è svolta una riunione della delegazione UE-Ucraina alla presenza del ministro degli Esteri ucraino. Ho preso parola per chiedere conto della mancata giustizia sulla strage di Odessa e del processo che vuole mettere fuori legge il partito comunista ucraino. Nessuna risposta da parte del ministro Pavlo Klimkin. Ho letto al ministro le agenzie che riportavano le sue dichiarazioni e della sua portavoce in merito alle assurde richieste di arresto ed estradizione e alle accuse di terrorismo per me e per gli altri partecipanti alla Carovana Antifascistache si è svolta in #Donbass: non solo non vi è stata alcuna smentita, ma ancora una volta si sono usate parole gravissime come supporto al terrorismo. Voglio denunciare nuovamente la posizione dell’Ue, che rafforza la sua complicità con un governo parafascista come quello di Poroschenko in nome dell’estensione della Nato ad Est e della estensione della propria influenza commerciale, mantenendo invece una assurda politica di sanzioni contro la Russia; e ancora una volta denuncio il silenzio del Governo italiano, che pure dovrebbe attenersi alla #Costituzione repubblicana fondata sull’antifascismo. Ho ricevuto anche questa volta ogni tipo di insulti da parte dei “democratici” filo-ucraini: la mia irruzione forse gli ha rovinato la festa. Ne sono orgogliosa. Come sono orgogliosa di essere, come parlamentare europea e come militante comunista, dalla parte delle lotta antifascista in Donbass».  

(17 maggio 2017)


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Ucraina, Kiev chiede estradizione per la Carovana Antifascista: “Sono andati nel Donbass, è terrorismo”

Eleonora Forenza, europarlamentare di Altra Europa, Giorgio Cremaschi, ex segretario Fiom, e Andrea Ferroni, portavoce nazionale dei Giovani Comunisti, sotto accusa per essersi recati nella regione contesa con la Russia a portare solidarietà alla popolazione "perseguitata dal governo di Poroshenko". "La Farnesina ci ha detto di non tornare lì - spiega Ferroni - ma noi cercheremo di stipulare un gemellaggio tra le nostre istituzioni locali e le loro"

di Alessia Chiriatti | 18 maggio 2017

Sono accusati di terrorismo dal governo di Kiev, che ha chiesto per loro l’estradizione. Sono i membri di una delegazione italiana, che ha aderito alla Carovana Antifascista di solidarietàorganizzata dal gruppo musicale Banda Bassotti. I loro nomi: Eleonora Forenza, europarlamentare di Altra EuropaGiorgio Cremaschi, ex segretario Fiom; Andrea Ferroni, portavoce nazionale dei Giovani Comunisti e consigliere comunale di Torgiano, in provincia di Perugia.

Tutto nasce dal loro viaggio nel Donbass, nell’Ucraina Orientale: hanno deciso di seguire la Carovana Antifascista, alla sua terza edizione, dal 30 aprile al 5 maggio per portare solidarietà e sostegno alla popolazione e ai militanti ucraini “perseguitati dal governo di Poroshenko”. La regione del Donbass è contesa dal 2014, ossia da quanto i separatisti hanno dichiarato unilateralmente l’indipendenza da Kiev, attraverso un referendum popolare. Il governo centrale non ha mai però riconosciuto la sovranità agli indipendentisti, dichiarando illegale la consultazione e continuando a considerare il Donbass come parte del territorio nazionale.

Nella Carovana c’erano anche una cinquantina di ragazzi spagnoli e greci, tra gli altri. Con loro, 20 chili (per ciascun bagaglio a mano) di medicine, quaderni e giocattoli per i bambini, e in particolare per gli ospiti degli orfanotrofi del Donbass. Poi, dopo l’incontro con le popolazioni delle due repubbliche popolari di Lugansk e Donetsk, la Carovana ha incontrato, istituzionalmente, alcuni rappresentanti politici della zona e delle unità sindacali.

Al governo di Poroshenko l’iniziativa, per la quale le celebrazioni dell’1 maggio hanno fatto da cassa di risonanza, non è piaciuta. E’ stato lo stesso portavoce del governo a condannarla, accusando chi vi aveva partecipato della violazione delle leggi anti-terrorismo ucraine. Kiev ha così chiesto l’arresto dei membri della delegazione, la loro estradizione e dunque la consegna alle autorità del Paese.

Forenza, Ferroni e gli altri sono venuti a conoscenza dell’accusa mentre erano di ritorno in Italia, passando per Mosca, leggendo la notizia su alcuni giornali britannici. Poi la nota dell’ambasciata ucraina in Italia, che, si legge, “condanna fermamente tale provocazione e la violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina. La visita dei cittadini stranieri nella regione ucraina del Donbass essendo in contrasto con le norme del diritto internazionale costituisce una grave violazione del regolamento che norma l’ingresso e uscita nel territorio temporaneamente occupato dell’Ucraina con l’eventuale responsabilità penale per violazione della legislazione vigente in Ucraina (art. 332, comma 1, codice penale ucraino). Inoltre tale visita è in aperta contraddizione della posizione assunta in merito alla questione dal Governo italiano, oltre che delle norme e delle decisioni delle organizzazioni internazionali”.

Tutte intenzioni, quelle della rappresentanza diplomatica, che si ritrovano e vengono ribadite dalle parole dell’Ambasciatore ucraino in Italia, Yevhen Perelygin, il quale, contattato da Il Fatto Quotidiano, ha dichiarato: “In riferimento a quanto affermato l’8 maggio dall’eurodeputata Eleonora Forenza (e dunque dopo la conferenza stampa tenutasi presso la rappresentanza della Commissione europea in via IV Novembre, ndr) ho il dovere di informare che il 28 aprile le Autorità ucraine hanno chiesto al Governo italiano di far presente alle persone che avevano l’intenzione di recarsi illegalmente nei territori ucraini del Donbass (temporaneamente occupati dalla Federazione Russa) sull’inammissibilità di una tale e grave provocazione contro l’integrità territoriale dell’Ucraina e, non da ultimo, sulla violazione del vigente regolamento circa le visite nei territori occupati. Tale violazione delle leggi dell’Ucraina porterà sicuramente a responsabilità di carattere penale per i trasgressori”.

Ad attendere in Italia la Carovana, all’aeroporto di Fiumicino, però, non c’era nessuno delle forze dell’ordine. Dal governo italiano tutto tace, esclusa una nota, in base a quanto riportato dal ministro degli Affari Esteri ucraino, inviata a Kiev da parte del capo della diplomazia italiana Angelino Alfano, con la quale la Farnesina ha dichiarato massimo appoggio all’integrità territoriale e alla sovranità di Poroshenko.

Dopo la richiesta di estradizione, “l’unità di crisi della Farnesina – ha raccontato Andrea Ferroni a Il Fatto Quotidiano – si è attivata, attraverso il nostro partito, per bloccare ogni richiesta da parte del governo di Kiev nei confronti della magistratura italiana. Il caso sembra essersi dissolto. Ci hanno avvertiti di non tornare in Ucraina, né nei paesi amici di quest’ultima. Ma noi non vogliamo fare nessun passo indietro: proseguiamo con quanto ci ha chiesto la popolazione ucraina e cercheremo, se possibile, di stipulare un gemellaggio tra le nostre istituzioni locali e quelle del Donbass”.

L’eurodeputata Forenza, dal canto suo, spiega: “Ciò che manca è una presa di posizione del governo Gentiloni rispetto al fatto che alcuni cittadini italiani e un’europarlamentare possano essere oggetto di un’estradizione da parte del governo ucraino. Si omette il fatto che abbiamo portato nel Donbass solidarietà concreta e il fatto che il governo di Poroshenko abbia collusioni con ambienti neonazisti. Chiediamo all’Alto Rappresentante Mogherini di mettere in discussione il rapporto dell’Europa con Poroshenko”. Nei giorni scorsi, Forenza aveva pubblicato una foto sulla sua pagina Facebook per testimoniare l’arrivo nel Donbass: tra i commenti, ci dice, non erano mancati insulti “deplorevoli e sessisti” contro di lei.